SE
CI FOSSE LUCE
I FATTI
Tra il primo gennaio 1969 e il 31 dicembre 1987, ci furono in Italia
14.591 atti di violenza
con motivazione politica, che fecero 491
morti e 1.181 feriti. Numeri che dicono con chiarezza che in
quei diciannove anni si combatté in Italia una vera e propria guerra.
All’interno
di questa guerra, si colloca l’evento
più tragico della storia della Repubblica italiana: il
rapimento e l’uccisione
di Aldo Moro con la strage della sua scorta. Un evento che non
ha eguali nella storia contemporanea: capi di Stato e uomini
politici di primo piano sono stati assassinati, gli Stati Uniti
hanno avuto l’assassinio di John F. Kennedy, ma non s’è mai
verificato che uno degli uomini politici più importanti di uno
Stato venga rapito, tenuto prigioniero per cinquantacinque giorni
(dal 16 marzo al 9 maggio 1978) nella sua capitale e alla fine
venga ucciso.
A
trent’anni di distanza da quel tragico evento, la coscienza
collettiva sembra essersi dimenticata di tutto questo: cosa
sanno, oggi, le nuove generazioni di quei fatti? Chi è
disposto ancora a parlarne?
Sembra
che su quell’evento si sia deciso di far calare il velo dell’oblio. Eppure ancora molti sono i misteri che lo circondano.
Come facevano le Brigate rosse a sapere il luogo preciso in cui Moro
sarebbe passato la mattina del 16 marzo 1978? Perché, anziché
fuggire rapidamente, i terroristi si attardarono a finire tutti
gli uomini della scorta con un colpo
di grazia? Cosa faceva un ufficiale dei servizi
segreti quella mattina sul luogo dell’agguato? Perché le
Brigate rosse collocano il loro covo in uno stabile dove ben 24
appartamenti sono riconducibili ai servizi segreti?...
All’approssimarsi del trentesimo anniversario della strage di via
Fani e dell’assassinio dell’on. Aldo Moro, questo spettacolo teatrale intende contribuire a far conoscere alle nuove
generazioni che non hanno vissuto quegli anni e a far ricordare a
quelli che “c’erano”, ciò che accadde nel cuore di Roma il
16 marzo 1978, quello che seguì nel corso di 55 giorni fino al
rinvenimento del cadavere di Moro la mattina del 9 maggio.
Lo spettacolo non dà risposte che, finora, nemmeno la Magistratura
ha saputo dare, ma solleva tutti i dubbi
e le domande che
attendono ancora una risposta, nella convinzione che ogni passo in
più verso la verità è un contributo al rafforzamento della democrazia.
Lo
fa trattando una materia che ha tutta l’inesorabilità
della tragedia greca, con uno stile rapido, incalzante e
coinvolgente, che alterna ritmi frenetici a momenti di un lirismo
struggente e che trascina il pubblico in un vortice di fatti e
persone da cui si esce con una maggiore consapevolezza di ciò che
avvenne e di ciò che furono, in Italia, i cosiddetti “anni
di piombo”.
IL
PERCORSO COMPIUTO
Un
Convegno preparatorio
allo spettacolo teatrale s’è svolto a Latina
presso l’Aula Magna dell’Università, Polo Pontino
dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” il 17
novembre 2006 e ha avuto in qualità di relatori: il senatore Sergio Flamigni, uno dei massimi studiosi del caso Moro già membro
della Commissione parlamentare sul caso Moro e della Commissione
parlamentare sulle stragi; Alberto
Franceschini, fondatore delle Brigate rosse; Agnese
Moro, figlia dello Statista e autrice di un volume che
ricostruisce in maniera delicata e profonda la figura di Aldo
Moro.
Il 6 febbraio 2007
lo spettacolo ha debuttato a Latina
presso il Teatro “Gabriele D’Annunzio” con un ottimo
successo di pubblico (fra cui circa tremila studenti).
Con
lo spettacolo del prossimo
9 maggio, compiendo il 29°
anniversario della morte dell’on. Aldo Moro e aprendo, di
fatto, le tante iniziative che concorreranno a far memoria di
quegli eventi nel corso del trentennale, la Compagnia
teatrale “Le colonne” è la prima Compagnia che, per questa
occasione, porta in scena quegli avvenimenti.
NOTE
DELL’AUTORE
Mi
sono interessato al cosiddetto “caso Moro” da sempre. Da circa
quattro anni ho cominciato a studiarlo con maggiore profondità:
ho letto tutto quello che in materia è stato pubblicato e tutto
quello che, in diversi archivi, era possibile leggere, sia del materiale processuale (5 processi hanno prodotto una mole
impressionante di materiali) che delle Commissioni
parlamentari d’inchiesta, avvalendomi della preziosa consulenza dell’Archivio Flamigni.
Sulla
base di questo studio, nell’arco di un anno, ho scritto il testo
SE
CI FOSSE LUCE (I misteri del caso Moro).
Il
titolo è una frase che Moro stesso scrive nell’ultima lettera
alla moglie dal carcere brigatista (una lettera recapitata alla
famiglia il 5 maggio 1978): “… vorrei
capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo.
Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo.” Moro, evidentemente,
qui si riferisce alla luce sovrannaturale che la sua profonda fede
gli fa sperare, ma io ritengo che “se ci fosse luce” anche su
quanto avvenne in quei 55 giorni che lo videro prigioniero delle
Brigate rosse, ci si potrebbe avvicinare molto di più a una verità
che, a trent’anni di distanza, è ben diversa da quella
giudiziaria.
Il
testo è scritto per sei
attori che non hanno ruoli fissi ma spaziano continuamente
dalla funzione di narratori degli eventi a interpreti diretti di
essi, incarnandone, di volta in volta, i protagonisti: Moro, gli
uomini della scorta, i brigatisti, i politici del tempo…
L’ho
pensato e scritto in modo che chiunque
potesse seguirne lo sviluppo, anche se fosse stato totalmente
privo di una qualsiasi informazione preliminare sulla vicenda,
proprio perché mi interessava particolarmente contribuire a far
conoscere a chi, in quel tempo, non era ancora neppure nato, uno
dei fatti più importanti della nostra storia recente,
probabilmente il delitto politico più sconvolgente compiuto a
Roma dopo l’assassinio di Giulio Cesare.
Da
questo mio testo ho tratto uno spettacolo teatrale che potesse
riuscire, in settanta
minuti tirati, senza interruzione, a rendere la tensione di quei
55 giorni e a produrre un coinvolgimento emotivo che
permettesse di sentire come contemporanei quei fatti.
Ho
chiesto a Mario Tasciotti, lo scenografo con cui collaboro da
anni, un impianto
scenografico essenziale che riuscisse a essere funzionale ai
numerosi cambi d’ambientazione. Ne è venuta fuori una
struttura modulare di cubi e scale in legno che, spostata a vista
dagli stessi attori, accenna, di volta in volta, al luogo della
strage (via Fani), ai covi delle Brigate rosse, al Parlamento
italiano, al luogo del rinvenimento del corpo di Moro (via Caetani).
Ho
utilizzato una colonna sonora che avesse due funzioni:
sottolineare emotivamente i diversi momenti (Shostakovič
e Mozart) ed evocare le
atmosfere del tempo (brani
musicali usciti nel 1978: De
André, De Gregori,
Vecchioni, Guccini).
Il
resto è affidato alla recitazione degli attori, che spazia dal
lirico all’epico, e alle luci, che ritagliano spazi fisici e
luoghi interiori.
Giancarlo Loffarelli
L’AUTORE
Giancarlo Loffarelli
è nato nel 1961 ed è laureato in Filosofia presso l'Università
"La Sapienza" di Roma e, sempre presso la stessa
Università, in Lettere (presso il Dipartimento di Musica e
Spettacolo).
E'
direttore artistico
dell'associazione culturale "Le colonne", attiva dal
1979 nel campo della ricerca teatrale. Con essa ha firmato
numerose regie teatrali. Ha svolto attività di docenza di
recitazione, regia e storia del teatro in numerosi corsi di
formazione per attori e per insegnanti delle scuole materne ed
elementari, medie e superiori sull'uso didattico del teatro e
diversi laboratori teatrali, anche con detenuti e malati mentali. E'
stato allievo di Ugo Pirro per quanto riguarda l'attività di
sceneggiatore e ha realizzato cortometraggi, anche come regista,
da sue sceneggiature. Ha collaborato come critico teatrale e
cinematografico alla rivista "Tempo presente".
Ha
curato la traduzione in italiano di diverse opere quali: Mourning
becomes Elettra di Eugene O'Neill, Our
town di Thornton Wilder, Tailleur
pour dames e Chat en
poche di Georges Feydeau, Oedipus
der Tyrann di Friedrich Holderlin. Ha scritto e rappresentato
adattamenti da racconti e romanzi quali Quaderni
di Serafino Gubbio operatore da Luigi Pirandello, Le
notti bianche da Fedor M. Dostoevskij, Senilità da
Svevo e I delitti della rue Morgue da Edgar Allan Poe, Malombra da Fogazzaro.
Qui
di seguito, un elenco analitico delle pubblicazioni e dei
riconoscimenti:
-
Nel 1991, con il testo teatrale Commedia, dramma, quasi una tragedia vince il Premio di drammaturgia “Titta Zarra” (giuria presieduta da Gianni
Borgna);
-
Sul n° 523 del giugno 1992 della rivista “Sipario” viene pubblicato il suo dramma Il silenzio e le voci;
-
Pubblica in volume la commedia Opera
buffa (Latina, 1994);
-
Pubblica in volume la commedia La
donna di Boemia (Latina, 1995);
-
Nel giugno 1995 la sua commedia Meglio questa! è in scena al “Teatro dei Satiri” di Roma;
-
Nel giugno 1996 la sua commedia Un albergo molto strano è in scena al “Teatro dei Satiri” di
Roma;
-
Nel marzo del 1999 vince il premio come “Miglior autore” alla Rassegna “Drammaturgia emergente” con la
commedia I Lieder di
Schumann (giuria presieduta da Aldo Nicolaj);
-
Nel mese di agosto 1999, per la stessa commedia, riceve il premio
“Protagonisti del teatro” del “Festival del teatro
italiano” (direzione artistica di Franco Portone e Renato
Giordano);
-
Nel mese di ottobre 1999 la sua commedia Meglio
questa! è andata in scena all’interno della manifestazione
“Enzimi” organizzata dal Comune di Roma; il testo è tradotto
e pubblicato in lingua russa;
-
Nel mese di settembre 2000, la sua commedia Radio
Zero è andata in scena all’interno della manifestazione
“Enzimi” in forma di mises
en espace;
-
Nel dicembre 2000 riceve il secondo premio al Premio “Vallecorsi” di Pistoia con la commedia Una storia da lontano;
-
Nel maggio del 2001 riceve, per la commedia I Lieder di Schumann, una
Menzione speciale a “Napoli drammaturgia in Festival” (giuria
presieduta da Manlio Santanelli);
-
Nel novembre 2002, il suo testo Un altro uomo è vincitore
della XXVIII edizione del Premio Nazionale di teatro “Fondi La
Pastora”;
-
Nel maggio 2004, ancora con il testo I Lieder di Schumann vince il premio
quale miglior autore al Premio Nazionale “Giorgio Totola” di
Verona. La stessa commedia, nel frattempo, è stata
rappresentata a Roma presso il Teatro Tirso e al Festival del
Teatro italiano dalla Compagnia “Marte 2010”, a Roma presso il
Teatro Testaccio, a Salerno e a Verona dalla Compagnia “Delitto
d’autore” ed è stata tradotta
in lingua turca per il Teatro Stabile di Istanbul e in lingua
francese per l’Università di Nizza;
-
Nel marzo 2005 esce il suo romanzo
Lo scrigno (Torino,
2005);
-
Nel febbraio 2006 debutta Amira
e gli altri, un testo teatrale scritto a quattro mani con
l’inviato di guerra della RAI Franco Di Mare.
LA
COMPAGNIA
La
compagnia teatrale "Le colonne" nasce nel 1979
e opera ininterrottamente nel campo teatrale all'interno
dell'omonima associazione culturale che si occupa della produzione
cinematografica, oltreché teatrale.
Ha
messo in scena più di quaranta spettacoli per più di 2.000
repliche complessive, privilegiando il repertorio italiano (Pirandello, Eduardo, Dario Fo, Diego Fabbri...)
e comunque il teatro
europeo dell'Otto e Novecento (Feydeau, Labiche, Cechov...)
senza tralasciare puntate sul teatro
americano (Tennessee Williams, Eugene O'Neill...).
Il
valore artistico dell'associazione è stato peraltro riconosciuto
da diversi enti locali che hanno contribuito sotto varie forme
alla realizzazione di diversi progetti; in particolar modo,
accanto a numerosi Comuni
e Istituti scolastici, il Consorzio
Biblioteche Monti Lepini, la Regione
Lazio e l'Amministrazione
provinciale di Latina.
Accanto
a questo lavoro di produzione, la compagnia ha anche svolto una
frequente attività di docenza all'interno di laboratori teatrali
tenuti presso le scuole (di ogni ordine e grado) e rivolti a
docenti o ad alunni, nonché presso la Casa
circondariale di Latina con detenuti
e il DSM con malati psichiatrici.
Qui
di seguito, un elenco dei principali spettacoli prodotti negli
ultimi anni:
-
Il 4 agosto 1989 debutta a Fondi all’interno del Premio
Lazio Teatro del Festival del Teatro italiano Fondi-La
Pastora, con la commedia di Eduardo De Filippo Le
bugie con le gambe lunghe;
-
Il 9 agosto 1990 debutta, all’interno dello stesso
Premio, con Unici!, due atti unici (L’uomo
dal fiore in bocca di Luigi Pirandello e Non tutti i ladri vengono per nuocere di Dario Fo);
-
Il 19 gennaio 1992, debutta presso il Teatro comunale di
Latina con Piccola città
di Thornton Wilder;
-
Il 26 gennaio 1994, presso il teatro
“Tirso de Molina” di Roma, debutta con la commedia di
Giancarlo Loffarelli Lettere
lontane;
-
Il 17 gennaio 1995 debutta presso l’ex seminario dei
Gesuiti, in Sezze, con Quaderni
di Serafino Gubbio operatore, adattamento teatrale dal romanzo
di Luigi Pirandello;
-
Nel giugno 1995 con Meglio
questa! di Giancarlo Loffarelli è in scena al “Teatro dei Satiri” di Roma;
-
Il 10 giugno 1996 ancora con una commedia di Giancarlo
Loffarelli, Un albergo molto
strano, la compagnia è in scena al “Teatro dei Satiri” di
Roma;
-
Il 6 marzo 1999 la compagnia rappresenta la commedia I
Lieder di Schumann di Giancarlo Loffarelli presso il teatro
Tordinona di Roma;
-
L’ 8 aprile 1999, presso la Sala
Mandarà della città di Vittoria, inizia la tournée
siciliana con Le notti
bianche, adattamento teatrale dal romanzo di Fëdor
Dostoevskij;
-
Il 7 dicembre con la commedia Meglio
questa! di Giancarlo Loffarelli è in scena all’interno
della manifestazione “Enzimi” organizzata dal Comune di Roma;
-
Il 2 aprile 2000, con la commedia Una
storia da lontano di Giancarlo Loffarelli è in scena presso
il Teatro “Tirso de Molina” di Roma;
-
Il 26 agosto 2000, la compagnia porta in scena presso il Teatro
della Concordia di Montecastello di Vibio (PG) la commedia di
Giancarlo Loffarelli Confessioni;
-
Nel febbraio 2001 debutta presso il Teatro comunale di
Latina con Non si sa come
di Luigi Pirandello;
-
Il 7 febbraio 2002, presso lo stesso teatro, la compagnia
porta in scena Senilità,
adattamento teatrale dal romanzo di Italo Svevo;
-
Il 13 luglio dello stesso anno, debutta a Montalto di Castro, con La
cagnotte di Eugene Labiche;
-
Nel 2004, debutta presso il Teatro comunale di Latina
“Gabriele D’Annunzio”, con Sogno
di una notte di mezza estate, di William Shakespeare;
-
Nel 2005, debutta
presso il Teatro comunale di Latina “Gabriele D’Annunzio”,
con Il burbero benefico,
di Carlo Goldoni.
|