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Sezze, grandi scandali: facciamo il
punto
19
aprile 2016
“Movimento libero Iniziativa sociale ha da anni incentrato la propria azione sulle “grandi opere” che interessano il Comune di Sezze. Proprio in questi giorni si è tornato a parlare di alcune di queste, in alcuni casi distorcendo la realtà dei fatti. Prima di entrare nel merito della questione ci preme sottolineare e ricordare che nei cassetti della Presidenza della Regione Lazio giacciono, sistematicamente inevase, diverse interrogazioni ed interpellanze, fatte da noi presentare tramite alcuni consiglieri regionali di opposizione, incentrate sulla cosiddetta “Nuova 156”, su quello che da noi è stato definito “Ecomostro-Anfiteatro” e sui lavori che interessano il nuovo depuratore”. Vanno dritti al punto i responsabili del Movimento Libero Iniziativa Sociale, Luigi Gioacchini e Lanfranco Coluzzi, che tornano a parlare delle innumerevoli battaglie compiute in questi anni: “Siccome si sta facendo confusione su queste particolari e delicate problematiche, riteniamo volutamente, è doveroso da parte del MLIS intervenire per fare chiarezza.
Per quanto riguarda la SR156, tredici chilometri di strada nei quali sono stati finora bruciati 110 milioni di euro con il solo risultato di andarsi ad infilare in un budello, si sta determinando quel disastro ambientale che avevamo preventivato e denunciato. La documentazione fotografica che abbiamo fatto circolare in rete è molto esplicativa. Non contenti di un assurdo percorso che sovrasta le falde acquifere che interessano quell’area, nel tentativo mal riuscito di tirarsi fuori dal budello di cui sopra, stretto fra ferrovia Roma – Napoli, Lago Mole Muti e canali vari, su cui sono state depositate colate e colate di cemento anche in profondità, si è testardamente e irresponsabilmente proseguito nel disastro abbattendo il fianco del monte delle Quartara, dove nascono le Sorgenti delle Sardellane e sono posizionati diversi pozzi che forniscono acqua a gran parte della Pianura Pontina. La documentazione fotografica è chiarissima: si osserva il fianco della montagna completamente sventrato in profondità, che mostra diverse aperture carsiche. Dalla Regione non arrivano risposte, in particolare su eventuali pareri preventivi di carattere geologico ed ambientale. Appare incredibile che di fronte ad una situazione così grave nessuno stia intervenendo, a partire dalle autorità istituzionali preposte ai controlli per finire al Comune di Sezze. D’altronde, a tal proposito, cosa ci si può attendere da un sindaco, Andrea Campoli, che di fronte ad un altro disastro ambientale, ci riferiamo a quello dell’Ecomostro – Anfiteatro, dopo aver fatto nulla per impedirlo, di fronte alla richiesta di restituzione dei fondi, utilizzati dal Comune di Sezze ed elargiti dalla Comunità Europea, non ha niente di meglio da dire che a pagare non dovranno essere i cittadini? E ci mancasse pure! Mazzate e corna, dicono a Sezze.
A pagare debbono essere tutti i responsabili del disastro, che vanno citati in giudizio per i danni arrecati: politici, tecnici, funzionari. La realtà è che nonostante le nostre denunce, puntualmente presentate dall’inizio della vicenda, quando l’attuale sindaco era consigliere provinciale e l’area, in quel periodo, era di proprietà della Provincia, e portate avanti nel corso degli anni con il supporto di consiglieri regionali che hanno sposato la nostra causa, il disastro è proseguito senza che nessuno le raccogliesse. In ogni caso la nostra caparbietà ha fatto si che intervenisse almeno la Comunità Europea e Campoli non tenti di fare il furbo chiamandosi fuori insieme a tutti i corresponsabili. Grazie all’impegno del MLIS oggi, finalmente, si torna a parlare anche del nuovo depuratore in fase di realizzazione, ma con lavori fermi da tempo. Veramente il problema è legato semplicemente ad una questione di fondi non elargiti? La richiesta di accesso agli atti fatta presentare in Regione dal consigliere Fabrizio Santori, a breve sarà evasa e staremo a vedere come realmente stanno le cose. Perché, soprattutto, non dimentichiamolo, anche in questo caso si è sventrata la dorsale di una montagna a rischio frane, zona rossa dove non dovrebbero essere posizionati collettori, ad alto interesse archeologico e paleontologico. Anche per questa delicata questione, come per le altre, c’è stato il solo interesse di Movimento libero Iniziativa sociale, nel silenzio generale e complice”.
Dondi,
perché l'Amministrazione Comunale persiste
nell'equivoco?
5
aprile 2016
Movimento
libero Iniziativa sociale ritiene opportuno,
dopo attenta valutazione di quanto sta
accadendo, alla luce anche dell’assenza di una
chiara presa di posizione da parte
dell’Amministrazione comunale di Sezze,
intervenire nel merito delle migliaia di
bollette inviate, tramite privati, ad
altrettanti utenti del servizio idrico-fognario,
dalla Costruzioni Dondi spa, società che lo ha
gestito dal 1993 al luglio 2014, quando esso è
stato affidato ad un ennesimo gestore, cioè
Acqualatina. C’è da chiarire innanzitutto che
non si tratta di cifre "irrisorie". Se
è vero che in alcuni casi le somme sono di
piccola entità, in tantissimi altri le fatture
ammontano a centinaia di euro. Comunque, nel
totale, la Dondi incasserebbe tramite questo
"prelievo" una quantità di euro
certamente ragguardevole. Potremmo entrare in
una facile contestazione sollevando questioni
ormai arcinote. Potremmo tornare a contestare il
fatto che per anni i sezzesi hanno pagato
servizi che non sono stati forniti, a cominciare
da quello riferito alla depurazione. Che da
sempre sono costretti ad acquistare acqua
minerale in quantità industriale, non essendo
certamente invitante quella che esce dal
rubinetto. Che tantissime zone del territorio
comunale ancora non sono dotate di sistema
fognario. Che la stessa Dondi è inadempiente
nei confronti dei cittadini, non avendo in tanti
punti rispettato quelli che erano gli obblighi
contrattuali, in riferimento in particolare al
rifacimento delle reti idrica e fognaria. Che
nonostante tutto questo il gestore ha continuato
ad incassare regolarmente come se nulla fosse.
Che ha applicato regolarmente more, quando la
lettura non è mai stata sistematicamente
effettuata ed i bollettini sono spesso stati
recapitati fuori tempo, cioè già scaduti. Che
la lettura non periodica ha gonfiato i costi in
quanto in tanti casi si è passati da fasce di
consumo più basso a fasce di maggiore costo.
Che non ha mai provveduto a notificare il
conguaglio annuale, utilizzando sempre sulle
bollette la frase "salvo conguaglio".
E potremmo continuare, a cominciare dal fatto
che è quantomeno anomalo che, a distanza di due
anni dalla chiusura del rapporto con questa città,
continui ad inviare fatture come se nulla fosse.
Ma, stando così le cose, quello che costituisce
scandalo e che va pubblicamente censurato e
denunciato, è l’atteggiamento pilatesco, se
non complice, dell’Amministrazione comunale,
dal sindaco Andrea Campoli, passando per gli
assessori e per finire a tutti i consiglieri
comunali, di maggioranza e di pseudo
opposizione. Nessuno di costoro ha tenuto conto
del fatto che questi soprusi stanno avvenendo
anche in forma di intimidazione, tramite
l’azione di uno studio legale che ha inviato
con le bollette veri e propri atti di diffida,
che in svariati casi dovrebbero essere pagati
dallo stesso utente. E l’Amministrazione se ne
lava le mani assumendo posizioni debolissime e
consentendo, perfino, che si invitino gli
amministrati-utenti a rivolgersi per
informazioni ad un indirizzo e-mail oltraggioso,
definito morosisezze@hotmail.com. Una
sorta di autodenuncia. Gli amministratori devono
far sapere ai cittadini che cosa li trattenga ad
intervenire in maniera forte e chiara
rivolgendosi, tramite i propri legali, a chi di
competenza, cioè all’autorità giudiziaria,
per chiedere la sospensione di queste
discutibilissime fatture. Alla luce anche
dell’ormai famigerato lodo Dondi-Comune di
Sezze, che vede in ballo un paio di milioni di
euro che l’ente locale dovrebbe incassare
dalla spa di Rovigo, le somme che la Dondi
pretende dai cittadini potrebbero essere
congelate. Perché il Comune non si attiva in
questo senso? Perché il sindaco Campoli
continua a permettere che i sezzesi continuino a
prendere schiaffi impunemente?
A
Sezze acqua bene comune... per due gestori
15
marzo 2016
Le
dichiarazioni del sindaco di Sezze Andrea Campoli
nel merito delle bollette fatte recapitare dalla
Dondi spa ai cittadini in questi giorni, sono
debolissime e sembrano, piuttosto, un tentativo di
ridimensionamento della gravità di una situazione
assurda e unica. Perché sfidiamo Campoli a
trovare, fra tutti i comuni d’Italia, un altro
dove, come sta succedendo a Sezze,
i cittadini si trovino a far fronte
contemporaneamente a due gestori, uno più esoso e
prepotente dell’altro.
Premesso
che, come abbiamo da sempre sostenuto, la
ricchezza di acque del nostro territorio, con una
classe politica veramente interessata al bene
comune, avrebbe fatto di questa risorsa un tesoro
per i cittadini, tramite una gestione che avrebbe
potuto consentire costi minimi per gli utenti, si
può credere agli sproloqui di chi ha consegnato
questo tesoro nelle mani di privati, siano essi Dondi
o Acqualatina?
Dopo
le tante chiacchiere degli ultimi mesi, dopo i
noti problemi ancora irrisolti con il nuovo
gestore, ecco arrivare nuove fatture firmate dalla
ditta di Rovigo, accompagnate dalla lettera
intimidatoria di un legale incaricato dalla Dondi,
che fissa, con criteri personalissimi, somme e
termini di scadenza per il loro pagamento. Non
solo, perché coloro che stanno ricevendo questi
atti si vedono recapitare due bollettini, uno in
favore dell’ex gestore e l’altro del suo
avvocato di fiducia.
I
sezzesi, insomma, dovrebbero anche pagare
l’avvocato che
la Dondi
si è scelto.
Ed indovinate a quale indirizzo ci si
dovrebbe rivolgere per eventuali informazioni: una
e-mail dalla chiara intestazione morosisezze@hotmail.com.
Se non è questa una presa per i fondelli, se non
è un’offesa, per i cittadini di Sezze, come
definirla? Ma in che cosa consisterebbe la tanto
strombazzata vittoria del Comune di Sezze nei
confronti della Dondi, quale sarebbe lo storico ed
epocale passaggio?
L’unico
dato evidente è che la situazione è chiaramente
peggiorata. L’utente, non difeso in alcun modo
dalla amministrazione, si trova a prendere
schiaffi da una parte da Acqualatina, dall’altra
dalla Dondi. Allora veramente avevamo ragione
quando ci trovavamo a sostenere di stare
assistendo ad un teatrino con tre protagonisti,
Comune e gestori, vecchio e nuovo
La Dondi
continua ad essere drammaticamente presente
insieme ad Acqualatina, palestra nella quale si
stanno esercitando, a livello provinciale,
politici di tutti gli schieramenti, dal PD a Forza
Italia.
Perché
il piatto è molto ricco. A questo punto le
dissertazioni ed i voli pindarici sulle quote di
Veolia o su Acea appaiono pretestuosi. Gli
interessi sono ben altri. Nel frattempo Campoli
come intende tutelare gli utenti, che si vedono
arrivare bollette anche dalla ditta di Rovigo, ben
oltre quel 21 luglio
2014 in
cui cessò la gestione?
A
scoppio ritardato sull'Ecomostro
23
novembre 2015
La
stampa locale ha dato notizia di un intervento
paradossale del consigliere comunale Roberto
Reginaldi, approdato in Forza Nuova dopo essere
stato eletto nella lista API di Francesco Rutelli,
che sosteneva la candidatura del sindaco del PD
Andrea Campoli, alla fine, temporanea, di una
trasmigrazione che lo ha visto passare attraverso
AN, Forza Italia e MD, lista che a suo tempo
appoggiò la candidatura a sindaco di Titta Giorgi,
noto esponente della sinistra. Intervento
paradossale, dicevamo, perché relativo ad una sua
interrogazione incentrata sulla questione
Anfiteatro. Una questione, cioè, che vede MLIS
impegnato da anni, da quando la struttura
progettata dal Piacentini ancora non veniva
abbattuta.
Quindi
da prima del 2004. C’è da dire che dal punto di
vista amministrativo e da quello
legale-giudiziario la vicenda è stata da MLIS
sviscerata in tutte le sue sfaccettature ed è ben
nota, essendosene interessati anche i più
importanti media nazionali, dalla RAI a La 7,
passando per Mediaset. Amministrativamente può
dirsi conclusa con la richiesta da parte della
Commissione Europea delle somme elargite in favore
del Comune di Sezze. A seguito della nostra
azione, grazie anche al contributo dei consiglieri
regionali radicali Rossodivita e Berardo e del
consigliere indipendente Fabrizio Santori, è
stato accertato che la realizzazione di un
ecomostro al posto dell’originario Anfiteatro è
fuori dalle regole.
Il
Comune di Sezze, insomma, si trova nella sola
condizione di dover restituire i soldi. Dal punto
di vista legale e giudiziario, ancora sono
pendenti presso la Procura della Repubblica di
Roma gli esposti-denuncia presentati dai
consiglieri radicali. Tutto questo è avvenuto
nell’arco di più di 10 anni, durante i quali in
consiglio comunale nessuno si è levato contro lo
scempio perpetrato. Tantomeno qualcuno ha tenuto
conto delle battaglie che MLIS portava avanti sul
territorio ed in consiglio regionale. Il
consigliere Roberto Reginaldi in questo lasso di
tempo sedeva sugli scranni dell’aula consiliare.
Ciliegina sulla torta: nessuno tra i consiglieri
comunali di Sezze ha informato la popolazione che
nel frattempo la giunta della Regione Lazio,
presidente Nicola Zingaretti, tra gli assessori la
sezzese Sonia Ricci, ha posto l’importante
infrastruttura e tutto il territorio su cui
insiste, tra i beni regionali alienabili, cioè in
vendita. Se non fosse stato per MLIS, che ha
denunciato puntualmente anche questo scandalo, i
cittadini di Sezze lo avrebbero saputo quando
magari qualche cordata di palazzinari se ne
sarebbe impadronita.
Parliamo
di questioni tutte affrontate da noi nel corso
degli anni, ma che non sono state mai poste dal
consigliere Reginaldi quando doveva, cioè in
tempo reale, al sindaco Andrea Campoli che
contribuì ad eleggere o al compagno di
“opposizione” nonché ex sindaco Lidano Zarra
, tutte persone ben informate sui fatti. Insomma,
questo personaggio non solo entra fuori tempo
massimo con interrogativi ormai superati, ma lo fa
evidentemente in maniera strumentale.
A
rischio l'assetto idrogeologico a Sezze
19
ottobre 2015
Italia
Sicura, il programma di Palazzo Chigi, prevede 7100 interventi in tutta Italia, per un totale di 21 miliardi di euro, di cui, per il momento, disponibili poco più di due, dice Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi e membro della Cabina di regia di Italia Sicura.
Un piano che parte però con un handicap: quello di non avere una struttura di controllo della qualità dei progetti presentati dalle Regioni. Il rischio quindi, spiega Graziano, è che
“diventi un distributore di soldi senza risolvere il
problema”.
E si! Un distributore di soldi senza risolvere i problemi!
E se i problemi addirittura li crea una programmazione sbagliata in partenza?

È sotto gli occhi di tutti che a Sezze si sta tagliando orizzontalmente un fronte di frana, finora silente, ma che ha già provocato dissesti in un passato
recente.
La realizzazione di un
Nuovo Impianto di Depurazione e Collettore
Emissario, ha raccolto i pareri favorevoli degli Enti preposti, aggirando proditoriamente le norme del
Piano per l’Assesto Idrogeologico (PAI),
che VIETA espressamente la realizzazione di COLLETTORI FOGNARI in zone ad alto rischio di frana, come quella interessata dall'opera (art.16 punto 1 comma c), definendo gli interventi proposti come "opere di ripristino migliorativo di impianti esistenti.Infatti si è giocato sull'art. 16 punto 2 comma f) del PAI che recita :sono consentiti: f) interventi sulle infrastrutture sia a rete che puntuali e sulle attrezzature esistenti, sia private che pubbliche o di pubblica utilità (un collettore fognario è comunemente inteso come una infrastruttura) ritenendo così di superare l'esplicito divieto dell' art.16 punto 1 comma c).
L'Autorità dei bacini regionali del Lazio, in risposta alla richiesta di parere da parte del Comune di Sezze (prot. 194520 del 04.05.2012), arriva a definire l'opera
e gli interventi come "migliorativi rispetto alla situazione idrogeologica esistente"! Come dire che tagliare orizzontalmente un fronte di frana ne migliora l'assetto!
La stessa Autorità, dopo aver riconosciuto l'opera come "ripristino migliorativo" circa gli aspetti geomorfologici, successivamente si contraddice clamorosamente e, nello stesso documento, "accerta" che il collettore costituisce "una nuova struttura lineare"
La realizzazione dell'opera sarà pure di pubblica utilità, ancorché siano state reclamate più volte soluzioni alternative, ma si sta realizzando un collettore che, in caso di frana, produrrebbe un grave danno economico ed ambientale ... Possibile che si debba sempre correre dietro a scelte scellerate? (156, ecomostro anfiteatro, abuso edilizio, interpretazione fantasiosa delle norme urbanistiche, discariche abusive, disinteresse per siti di valore storico e ambientale ... ) Sezze, comune autonomo con diritto di deroga dalla legislazione vigente, in funzione di una condizione di extraterritorialità,
oppure, che altro?
Ecomostro,
Campoli fa disinformazione
27
giugno 2015
Un
gioco di sponda tra gruppo Agesci di Sezze e
sindaco Andrea Campoli. Con la petizione
finalizzata ad ottenere ulteriori soldi (oltre a
quelli già bruciati in un'opera scandalosa) per
l'ultimazione dell'Ecomostro di Via Piagge Marine
(l'ammasso di cemento che ha sostituito
l'Anfiteatro del Piacentini, sconvolgendo
l'equilibrio di tutta l'area), gli scout hanno
offerto il destro al primo cittadino per travisare
ulteriormente i fatti, allungare i tempi e
rispedire la patata bollente a Zingaretti. Il 5
Maggio lavocelibera.it titolava: “Ecomostro,
soccorso Agesci per i responsabili”. I fatti
hanno confermato le nostre previsioni. In
consiglio comunale, Campoli, parlando dell'ormai
ex Anfiteatro fatto abbattere con le ruspe, ha
fatto esplicito riferimento, per guadagnare o
meglio perdere tempo, alla petizione Agesci
indirizzata al presidente della Regione Lazio
affinché vengano concessi altri finanziamenti (!)
per portare a termine la devastazione. Aspettiamo
cosa risponde Zingaretti, ha detto. A parte il
fatto che Zingaretti dovrebbe innanzitutto
rispondere all'interrogazione da noi sollecitata e
presentata dal consigliere regionale indipendente
Fabrizio Santori il 30 Marzo scorso, incentrata
sulla richiesta di restituzione dei finanziamenti
da parte dell'Europa e sull'inserimento dell'Ecomostro
e di tutta l'area fra le opere alienabili della
Regione Lazio, il sindaco non può far finta di
essere passato per caso in Comune e di non sapere
niente, lavandosene le mani. Lui che è stato
segretario del partito quando si mettevano le basi
per lo scempio, lui che è stato consigliere
provinciale quando noi denunciavamo l'inizio di
questo scempio, lui che ha sistematicamente
ignorato tutte le questioni da noi puntualmente
sollevate nel corso degli anni, lui che è stato
sindaco quando facevamo inoltrare interrogazioni
anche alla presidenza regionale precedente, nel
silenzio della sua amministrazione, lui che ha
sempre ignorato qualsiasi tipo di sollecitazione
arrivata anche da altri enti. Non farebbe bene
Campoli, piuttosto che giocare di sponda con l'Agesci,
a spiegare perché il Comune di Sezze non ha
tenuto conto della diffida da parte dell'APT,
proprietaria dell'area data in uso, inoltrata
nell'Ottobre 2005, tesa a chiedere la sospensione
dei lavori in quanto non conformi a quelli per cui
era stato concesso il diritto di superficie?
Invece che chiedere un altro milione di euro, dopo
i quasi 3 già dilapidati, farebbe bene, Campoli,
ad ammettere che questa è un'opera sbagliata,
economicamente penalizzante per la città e che
con molto meno di un milione quell'obbrobrio può
essere abbattuto e le gradinate ripristinate. Ma
non lo farà mai, perché da prima che venisse
posta la tabellazione sul cantiere (con
l'indicazione del dott. Carlesimo quale
responsabile del procedimento, da non confondere
con il dott. Carlesimo responsabile scout di Sezze),
a combattere la battaglia contro l'Ecomostro ci
siamo trovati in splendida solitudine, nel
silenzio generale.
Interrogazione
nuovo Depuratore Interrogazione
Regionale
17
giugno 2015
Movimento
libero Iniziativa sociale intende fare
chiarezza su quello che dovrebbe essere il
servizio di depurazione a Sezze e sui lavori
che interessano il cosiddetto nuovo
depuratore. Per tale motivo ha concordato, con il consigliere
regionale indipendente Fabrizio Santori,
una interrogazione al presidente della Regione
Lazio Zingaretti che è stata presentata il 16
Giugno.
Il
sindaco Andrea Campoli garante dei tarocchi?
1
giugno 2015
Movimento
libero Iniziativa sociale ha denunciato la
manipolazione grossolana tramite la quale è stata
alterata quella che da qualcuno è definita
“pergamena storica” dei Combattenti di Sezze
della Grande Guerra, ma che nella realtà è la
stampa di una foto ricordo, realizzata
artigianalmente con i pochi mezzi dell'epoca,
della quale circolano in città diverse copie. In
essa sono immortalati i volti di alcuni
Combattenti di Sezze, insieme ai vertici statali e
militari italiani. In alto, il Re Vittorio
Emanuele III. Al centro dell'originale Benito
Mussolini, all'epoca della foto Primo Ministro.
Fatto scomparire, con una pecetta, nella copia
posizionata presso il locale Museo Archeologico
dopo le celebrazioni del 24 Maggio 2015, in
occasione del Centenario dell'entrata in guerra.
Premesso che, come noto, MLIS si occupa da sempre
di questioni particolarmente gravi che interessano
il territorio, che grazie al nostro operato sono
diventate di dominio pubblico, non riteniamo
quest'ultima sollevata di secondaria importanza.
Tanto meno essa rappresenta una sterile polemica,
come qualcuno vorrebbe liquidarla. Troppo facile.
Non è nemmeno una questione politica o di
principio.
In un momento in cui a Sezze si sente parlare, a
sproposito stando a quanto accaduto, di memoria
storica, rappresenta un precedente gravissimo il
fatto che venga fatto esporre in un museo
pubblico, parliamo del locale Museo Archeologico,
un falso, la copia taroccata di una foto storica.
E' inutile che intervengano terzi. La
manifestazione celebrativa del Centenario è stata
organizzata ufficialmente da diversi enti e
associazioni, in primis il Comune di Sezze. Con il
sindaco Andrea Campoli erano presenti le massime
autorità civili, militari e religiose.
Il programma ufficiale della manifestazione,
presentato tramite depliant, prevedeva il raduno
presso il Monumento dei Caduti e, dopo una serie
di iniziative, la sua conclusione presso il Museo
Archeologico per l'esposizione di questa
“pergamena storica”. E' il sindaco Andrea
Campoli a dover spiegare l'accaduto e a dover
rispondere alla cittadinanza. Si presume, anzi è
obbligatorio, che un museo, prima di esporre al
pubblico una qualsiasi opera, ne garantisca
l'autenticità e l'originalità. Nel caso
specifico è successo il contrario: ne va della
credibilità di tutto il Museo. Il primo cittadino
non può fare orecchie da mercante. Esistono tre
possibilità: far rimuovere la stampa taroccata,
far esporre la copia originale con l'immagine del
Duce, mantenere il tarocco specificando, tramite
ulteriore pecetta, che quella esposta nel Museo di
Sezze è un falso “purgato” della foto di
Mussolini. Il quale, dopo essere stato punto di
riferimento degli interventisti, ha partecipato
come caporale dei bersaglieri alla prima guerra.
Ferito e decorato, era presidente del Consiglio
nell'anno in cui è stata realizzata la foto
storica, cioè dopo la realizzazione del locale
Monumento al Milite Ignoto.
La questione è particolarmente delicata .Non si
tutela la memoria della Storia stravolgendo fatti
e documenti.
Sezze,
un insulto alla Storia
30
maggio 2015
Domenica
24 Maggio 2015, mentre in tutta Italia si
celebrava il Centenario dell'entrata nella Grande
Guerra, a Sezze, che conferma in tal modo di
essere ancora la Stalingrado dei Lepini, si
perpetrava un oltraggio alla Storia ed alla sua
memoria.
La manifestazione, presenziata dalle massime
autorità civili, religiose e militari della città
e non solo, terminava con l'esposizione della
“pergamena storica dei Combattenti di Sezze”
(così denominata nel depliant illustrativo
dell'iniziativa, patrocinata da Comune di Sezze,
Regione Lazio, Provincia di Latina, Associazione
Memoria Storica, Associazione Nazionale
Combattenti e Reduci, Associazione Familiari
Cavalieri di Vittorio Veneto) presso il locale
Museo Archeologico.
Questa
cosiddetta “pergamena storica” non è altro
che una stampa, della quale esistono tante copie
in giro anche presso abitazioni private. Una di
queste, che è ancora nella nostra disponibilità,
è stata per anni all'interno di quella che era la
sezione locale del MSI. La copia che è stata
esposta presso il Museo di Sezze è stata però
taroccata. Al centro della stampa originale,
infatti, campeggia il primo piano dell'allora
Presidente del Consiglio Benito Mussolini, che è
scomparso, nella copia ora in esposizione, grazie
ad una grossolana manipolazione. Al suo posto
appare una “pecetta” bianca con la dicitura
“Centenario della Grande Guerra, Ass. Familiari
dei Cavalieri di Vittorio Veneto, Sezze 24 / 5 /
2015”.
Si tratta di un atto che travisa la storia, ne
offende la memoria e stravolge la realtà. Cosa
grave è che questo misfatto sia stato avallato
dalle autorità, in occasione di un appuntamento
storico importante. Ancor più grave è che questo
falso venga ospitato in un Museo pubblico.
Ci troviamo di fronte ad un fatto degno del
peggior regime staliniano, sotto il quale si
facevano sparire dalle foto personaggi
“scomodi”, degno della Cina maoista, della
Corea di Kim Jong.
Il sindaco Andrea Campoli ha paura della verità?
Non pensa, il primo cittadino, che quel tarocco
che offende la storia di Sezze vada rimosso?
Di
seguito la stampa esposta al museo seguita da
quella in nostro possesso.


Ecomostro,
non confondete
15
maggio 2015
Di
ecomostri disseminati lungo la nostra penisola da
speculatori senza scrupoli se ne contano purtroppo
tanti. Alcuni sono stati abbattuti, vedi Scala dei
Turchi ad Agrigento, altri, come quello di Sezze,
l'Ecomostro-Anfiteatro, sopravvivono. E' l'unico
caso, quest'ultimo, in cui qualcuno cerca di
mobilitarsi per raccogliere firme non per la sua
demolizione, ma per la sua ultimazione. L'Agesci,
associazione scoutistica cattolica che dovrebbe
avere a cuore l'ambiente, lancia una petizione
finalizzata ad ottenere ulteriori finanziamenti
per portare a termine lo scempio, un ammasso di
cemento e marmo che ha preso il posto
dell'Anfiteatro progettato e realizzato da
Piacentini, abbattuto con le ruspe nel 2005. Una
presa di posizione originale, che non ha uguali in
Italia. Va sottolineato che in questo Ecomostro
sono stati già dilapidati circa 3milioni di euro
da tecnici ed amministratori poco attenti alle
sorti del denaro pubblico e certamente non
preoccupati di salvaguardare l'ambiente ed il
patrimonio territoriale. Agli stessi dilapidatori
si vorrebbero mettere in mano altri soldi. Come
voler consegnare le chiavi del pollaio alla volpe.
Tutto
questo quando dal punto di vista amministrativo la
vicenda è conclusa: la Commissione Europea,
constatato lo stato dell'opera, ha richiesto
indietro i finanziamenti e la Regione Lazio, con
delibera di Giunta di luglio 2014, ha inserito
manufatto e comprensorio di Via Piagge Marine tra
i siti da dismettere, cioè in vendita. L'Agesci
vorrebbe far credere che un ipotetico
completamento dell'Ecomostro solleverebbe i
cittadini di Sezze dal risarcimento. In realtà,
non siamo noi a pensarlo ma è la normativa a
parlare, i cittadini verrebbero chiamati a
rifondere il danno solo nel caso in cui gli enti
pubblici rinunciassero a rivalersi nei confronti
dei responsabili, sia dell'iter ammninistrativo
che di quello tecnico. Ecco perché l'entrata
dell'Agesci ci sembra a gamba tesa.
Saranno
pure in buona fede questi scout, ma in questo modo
si devia rispetto alle grandi e gravi
responsabilità di una intera classe politica e di
gruppi di tecnici, che piuttosto che realizzare un
progetto già approvato di ristrutturazione del
sito, che sarebbe costato 300mila euro, ha
inspiegabilmente proceduto con l'approvazione e la
realizzazione di un secondo progetto, molto più
costoso, non di ristrutturazione ma di
demolizione. Quello che ha condotto alla
devastazione dell'ambiente in cui era inserito
l'Anfiteatro ed alla costruzione dell'Ecomostro
inconcluso. Una vicenda, per il danno arrecato
alla città ed alla sua storia, che non deve
passare nel dimenticatoio senza che i responsabili
paghino. Qualcuno vuole evitare questo, rischiando
di far pagare gli incolpevoli sezzesi?
L'unica proposta sensata e la più economica,
nell'interesse di Sezze, resta quella
dell'abbattimento dell'Ecomostro, del ripristino
delle gradinate, del recupero ambientale.
Interrogazione
nuova 156 Interrogazione
Regionale
12
maggio 2015
Con
la ripresa dei lavori che stanno interessando la
“nuova” 156, crescono le perplessità su
questa opera, nella quale sono stati già
dilapidati circa 80 milioni di euro.
Movimento libero Iniziativa sociale torna a
cercare di fare chiarezza interessando la Regione
Lazio con una nuova interrogazione, presentata dal
consigliere indipendente Fabrizio Santori.
Ecomostro,
replica all'Agesci
9
maggio 2015
Un
chiarimento definitivo all'Agesci: Movimento
libero Iniziativa sociale (MLIS) non è un
partito, ma un gruppo civico che non ha scopi
elettorali e quindi non mira a poltrone. Il nostro movimento
si occupa in prevalenza di questioni che
riguardano il territorio, con attenzione
particolare all'utilizzo improprio, da parte di
una certa politica e di un certo modo di
amministrare, del denaro pubblico. La nostra
azione è quindi puntata soprattutto su
quelli che comunemente vengono definiti “sprechi
della politica”. Lo facciamo da volontari, mossi
da spirito civico, nella speranza di
sensibilizzare l'opinione pubblica e rendere un
servizio alla comunità.
E
non è certamente “comodo”schierarsi di
traverso rispetto a quelle che noi abbiamo
definito “consorterie”. Quei gruppi di potere,
cioè, che anche a Sezze fanno sentire in maniera
forte e prepotente la propria presenza,
soprattutto quando si tratta di lavori pubblici. Non
solo l'Anfiteatro-Ecomostro, ma anche i lavori che
stanno interessando la cosiddetta “nuova 156”,
quelli infiniti del Monastero delle Clarisse,
quelli di Palazzo Pitti, etc.
All'Agesci
di Sezze basterebbe andare a cliccare sul
sito lavocelibera.it per rendersi conto di quali
questioni ci siamo occupati nel corso di questi
ultimi anni, non avendo alle spalle nessuno se non
noi stessi e la nostra volontà. Lo facciamo a
nostre spese rischiando in prima persona. Quindi
l'Agesci prima di lanciare anatemi farebbe bene a
sforzarsi almeno di conoscerci. Non siamo mossi
dallo scopo di “colpire l'avversario”, ma
dalla voglia di legalità e trasparenza. Perché
il nostro impegno sarebbe da considerare
“vecchia politica” quando è il medesimo di
tante associazioni presenti sui territori ed
attive nei confronti delle male
amministrazioni?
E
comunque l'Agesci non è un nostro avversario. E' essa
a ritenerci tali?
Quando l'organizzazione scoutistica ha sollecitato
un incontro con MLIS per parlare dell'Anfiteatro,
evidentemente conosceva il nostro impegno
pluriennale sulla questione e le nostre posizioni.
MLIS ha dimostrato la massima disponibilità.
L'incontro c'è stato e abbiamo fornito tutti i
chiarimenti che ci sono stati richiesti. Ma gli
scout non ci parlarono di posizioni divergenti
rispetto alle nostre e tanto meno dell'intenzione
di mettere in essere una petizione finalizzata ad
ottenere ulteriori finanziamenti, dopo i milioni
di euro sprecati, per portare a termine lo scempio
all'ambiente ed alla città di Sezze rappresentato
dall'Ecomostro.
Se
questa decisione è arrivata in seguito, comunque
l'Agesci se ne è ben guardata dal ricontattarci.
Appresa la novità attraverso la stampa, ci siamo
sentiti in dovere di intervenire per ribadire
quali sono i termini reali della questione, la
nostra posizione e per fare chiarimenti .
Innanzitutto i soldi, sia che arrivino dal Comune,
sia che arrivino dalla Regione, escono sempre
dalle tasche dei cittadini. E perché far
pervenire ulteriori soldi nelle mani di
amministratori come quelli di Sezze, che hanno già
esposto il Comune, con questo scandalo, per
milioni di euro nei confronti della Comunità
europea?
Riesce
a capire l'Agesci che quei finanziamenti bruciati
nell'Ecomostro sono comunque dovuti all'Europa a
prescindere dalle sorti di quell'ammasso di
cemento?
Si
vogliono prendere in giro i cittadini? Ma in
quanti altri comuni d'Italia l'Agesci è impegnata
a favore di ecomostri?
Al di là di tutte le demagogie degli scout, resta
il fatto che MLIS è in attesa della risposta del
presidente della Regione Lazio, Zingaretti, alla
interrogazione sull'Anfiteatro presentata un mese
fa tramite il consigliere indipendente Fabrizio
Santori, finalizzata ad avere chiarimenti sulla
questione legata alla restituzione del
finanziamento e sull'alienazione del sito.
Al fine di far comprendere all'Agesci come la
pensiamo, ci teniamo a sottolineare che siamo
talmente aperti, quando l'interlocutore è
corretto, che ci siamo trovati a collaborare,
anche sulla questione Ecomostro, con forze
disparate, a cominciare dai Radicali, che
rappresentano quanto di più lontano dai nostri
valori di riferimento.
Per
finire, ci sentiamo in dovere di rivolgere un
sentito ringraziamento al RUS (recupero urbano
Sezze), gruppo di cittadini e tecnici con il quale
condividiamo l'idea dell'abbattimento dell'Ecomostro
e del recupero delle gradinate dell'Anfiteatro e
la sua restituzione alla comunità di Sezze.
Ecomostro,
soccorso Agesci per i responsabili
6
maggio 2015
Movimento
libero Iniziativa sociale intende denunciare
l'atteggiamento omertoso rispetto alla vicenda
Ecomostro-Anfiteatro e complice nei confronti
degli amministratori che hanno portato allo
scempio del sito, assunto dalla sezione di Sezze
dell'Associazione Guide e Scout Cattolici
Italiani.
Dopo essere stati in silenzio per anni (i lavori
di devastazione dell'area sono iniziati nel 2005!)
con modi di fare da Ponzio Pilato, ignorando (nel
senso di non conoscendo), ma non lo crediamo, la
vicenda, intervengono a sproposito con delle
proposte improponibili. MLIS, prima di entrare nel
merito della raccolta di firme che l'Agesci
intende lanciare, ci tiene a sottolineare un punto
fermo: se dal 2004 si parla di questo scandalo che
interessa il territorio di Sezze, è solo grazie
alla nostra azione, in questo Comune, alla Regione
Lazio, nel Parlamento Europeo.
Tutte
le notizie di cui in troppi si sono appropriati
anche con intenti devianti rispetto al problema,
sono frutto del nostro impegno. Se non ci fossimo
stati noi, in questo territorio nessuno ne avrebbe
parlato. La battaglia di MLIS è iniziata prima
che le ruspe abbattessero l'importante struttura
progettata dall'achitetto Piacentini, prima che
tutta l'area venisse devastata. E' continuata fino
a provocare l'interesse della Commissione Europea
con la richiesta di restituzione dei finanziamenti
dilapidati, per approdare alla denuncia
dell'inserimento dell'Anfiteatro tra i siti da
alienare da parte della Regione Lazio, a seguito
di apposita delibera della giunta del presidente
Zingaretti, di cui fa parte la sezzese Sonia
Ricci.
Diversamente
chi lo avrebbe saputo, chi avrebbe parlato della
messa in vendita? L'appello dell'Agesci al
presidente Zingaretti affinché visiti
l'Anfiteatro è retorico. Zingaretti ben conosce
la vicenda, che gli è stata sollevata più volte
in Consiglio regionale. La conosce talmente bene
che non a caso ha inserito l'area di Via Piagge
Marine, comprensiva del manufatto mostruoso, tra
gli immobili con cui fare cassa. La vicenda è
conosciuta a livello nazionale perché MLIS è
stato invitato a parlarne sui più importanti
media, a cominciare dalla Rai, facendone un caso.
L'Agesci, poi, se ne guarda bene dal definire
quella colata di cemento Ecomostro, accarezzando
per il verso giusto il pelo dei tecnici e degli
amministratori responsabili del disastro.
Addirittura va in loro soccorso, in quanto la
petizione è finalizzata anche ad ottenere la
concessione di un ulteriore contributo volto al
completamento dell'opera. In perfetta linea,
quindi, con le intenzioni di chi, a partire dal
sindaco Andrea Campoli, dopo lo spreco dei circa
3milioni di euro, avrebbe voluto sprecare almeno
altri 600mila euro.Una linea non solo deviante
rispetto alle problematiche rappresentate da
questo spreco economico che ha devastato
l'ambiente di un'area unica, ma che addirittura va
a creare degli alibi.
I
dirigenti locali dell'Agesci quali responsabilità
stanno coprendo? Chi vogliono proteggere? Come
fanno a chiedere che l'amministrazione comunale di
Sezze provveda a rendere agibile la struttura,
quando gli organi competenti superiori l'hanno
dichiarata inagibile e quando addirittura è stata
chiesta la restituzione del finanziamento? Non
conoscono la storia dell'Ecomostro dal 2005 al
2015 o la loro posizione è di comodo? La proposta
di MLIS resta quella di sempre, l'unica
percorribile nell'interesse della collettività e
la più economica: abbattere il manufatto di
cemento e ripristinare le gradinate del progetto
originario di Piacentini. Chiaramente se nel
frattempo il complesso non verrà venduto a
qualche privato dalla Regione. Fermo restando che
tutti i responsabili di questo disastro, siano
essi tecnici, siano essi amministratori, debbono
essere chiamati a risponderne.
Bollette
a Sezze: errare è umano, perseverare è diabolico
22
aprile 2015
Uno
tsunami di bollette si è abbattuto sugli utenti
di Sezze. Acqualatina e Costruzioni Dondi
coalizzate, garante il Comune di Sezze, hanno
inondato le case degli incolpevoli cittadini di
fatture riferite ai servizi idrico e fognario.
Dopo quelle della società che gestisce l'ATO4, ai
sezzesi ancora storditi per la botta sono
pervenute quelle della spa di Rovigo, che ha
gestito il disservizio prima che l'Amministrazione
comunale lo affidasse a quella diretta da Besson.
Bollette
nella stragrande maggioranza dei casi non solo
stratosferiche, ma spesso errate. Di esempi in tal
senso ne potremmo produrre tanti, essendo stati
contattati da numerosi utenti che non si sentono
tutelati. Non a caso, a pochi giorni dal recapito
delle bollette, a fronte di una crescente protesta
che ha indotto tanti cittadini a chiedere lumi
presso l'ufficio di Acqualatina (stranamente
ubicato all'interno della casa comunale, non si sa
bene a che titolo), il nuovo gestore si è visto
costretto (per pararsi le spalle?) a far stampare
ed affiggere un “avviso agli utenti” tramite
il quale si comunica che “a causa di un problema
tecnico”sono stati addebitati costi relativi a
servizi di fognatura e depurazione non dovuti.
Senza, per il momento, entrare nel merito della
bollettazione errata per tanti motivi, ci preme
sottolineare il ruolo assunto nella vicenda
dall'Ente comunale, che facendosi promotore del
passaggio dalla gestione Dondi a quella di
Acqualatina, molto discutibile se non addirittura
forzato ed illegittimo, si è fatto garante degli
eventuali danni che i cittadini stanno subendo e
potranno continuare a subire in futuro.
Diversamente
non sarebbe stato possibile questo passaggio
“brevi manu” da una società all'altra. Nella
problematica generale e particolare dei singoli
casi, va evidenziato un dato: l'Autorità per
l'Energia, la cosiddetta Authority, non ha
avallato le tariffe 2012 e 2013 accordate dai
sindaci ad Acqualatina, fatto che va ad inficiare
le bollette calcolate sulla base di queste
tariffe. A Sezze poi, si sta andando oltre: i
sempre incolpevoli sezzesi che si presentano
presso il punto Acqualatina per far valere i
propri diritti, vengono obbligati a sottoscrivere
una “autodichiarazione” contenente tutti i
dati sensibili dell'utente, non rispettando in tal
modo quella che è la normativa sulla privacy. Di
fronte al legittimo rifiuto di compilare e firmare
tale documento, l'utente non viene ricevuto.
Ma
se le bollette sono state recapitate, garante il
Comune, perché viene richiesto questo impegno
unilaterale? E perché, garante il Comune, viene
richiesto, sotto la voce “addebiti/accrediti
diversi”, quell'anticipo sui consumi, o deposito
cauzionale, già versato alla Dondi? Un
approfondimento, infine, andrebbe fatto, e lo
faremo, relativamente agli “importi presunti”.
Presunti in che senso, dato che Acqualatina in
moltissimi casi non ha effettuato la prima
lettura?
La situazione è ingarbugliata e drammatica per i
cittadini. Movimento libero Iniziativa sociale si
attiverà a tutti i livelli, a cominciare dalla
Regione Lazio, affinchè vengano tutelati i
diritti degli utenti. Se gli ammnistratori di
Sezze pensano di potersela scampare facilmente
proseguendo su questa strada, sbagliano di grosso.
Acqualatina
a Sezze non ci può stare Interrogazione
Regionale
9
aprile 2015
A
degli amministratori così distratti come quelli
del Comune di Sezze, che non si accorgono che la
Regione Lazio gli sta sfilando l'Anfiteatro per
venderlo, è sfuggita anche la legge regionale del
marzo 2014 che ha previsto l'abolizione degli
ambiti territoriali ottimali, gli ATO, come
quell'ATO4 ancora gestito da Acqualatina?
E' domanda importante, perché ancora debbono
spiegarci, questi amministratori, come sia stato
possibile, dopo la fuoruscita della Dondi,
consegnare impianti e servizio idrico-fognario ad
Acqualatina spa.
Al
sindaco ed al Consiglio Comunale rivolgiamo delle
questioni semplicissime, esigendo delle risposte
se sono in grado di fornirle:
1)
il Consiglio Comunale di Sezze ha mai votato una
delibera, dopo la sentenza del TAR che ha
riconosciuto il diritto del Comune di rientrare in
possesso degli impianti, che prevedesse
l'affidamento degli stessi nuovamente a privati,
nel dopo Dondi? ;
2)
è stata mai bandita una gara pubblica, in forza
di una delibera di tal fatta, finalizzata ad
affidare nuovamente il servizio a privati? ;
3)
conoscono nel Comune di Sezze la nuova legge
sull'acqua della Regione Lazio, quella di cui
parlavamo sopra del marzo 2014, che ha previsto in
particolare l'abolizione degli ATO e fondi per la
ripubblicizzazione dell'acqua, bene pubblico da
difendere? ;
4)
perché il Comune di Sezze non ha rispettato la
strada tracciata con questa legge, forzando la
realtà facendo credere che fosse automatico il
passaggio del servizio ad Acqualatina, in quanto
società gestore dell'ATO4, insieme agli altri
ambiti territoriali ormai in fase di dismissione?
;
5) può ignorare il Comune di Sezze lo spirito
referendario della nuova legge regionale
sull'acqua bene pubblico? ;
6)
sa il Comune di Sezze che è previsto un fondo per
la ripubblicizzazione dell'acqua, che può essere
utilizzato dagli enti locali interessati a
riprendere la gestione del servizio idrico,
subentrando alle società private?
Se il sindaco del Comune di Sezze Andrea
Campoli è in grado di risponderci, lo faccia. In
realtà non esiste nessuna base giuridica che
giustifichi la presenza a Sezze di Acqualatina
come gestore.
Sezze,
da una mazzata all'altra
7
aprile 2015
Un'altra mazzata, per tanti insostenibile, sulle
teste dei contribuenti setini. Come da noi previsto,
le bollette di Acqualatina riferite al consumo
idrico e fognario stanno facendo rimpiangere quelle
della Dondi: il che è tutto dire! Bollette, nel
migliore dei casi, raddoppiate. Dalla padella alla
brace. D'altronde cosa ci si può aspettare da
amministratori come quelli del Comune di Sezze? Da
un sindaco, Andrea Campoli, che piuttosto che
riappropriarsi degli impianti, li ha dati ad un
nuovo gestore, in barba anche al risultato
referendario?
Ma poteva farlo? Sulla base di quali atti si fonda
la legittimità di questa nuova gestione degli
impianti? Secondo Movimento libero Iniziativa
sociale si tratta di una strumentale forzatura,
studiata a tavolino dalle solite parti in causa:
Comune di Sezze, Società Acqualatina spa,
Costruzioni Dondi spa. Non a caso la Dondi si sta
occupando del servizio di recapito delle bollette,
che, stando ai primi calcoli approssimativi,
potrebbe portare nella casse della società di
Rovigo circa 2milioni di euro in due anni. Sarebbe
troppo chiedere la consegna della bolletta
contestualmente alla lettura dei contatori?
Dicevamo, una forzatura. Perché la sentenza del TAR
Lazio del 21 Luglio 2014, con cui fu respinto il
ricorso presentato dalla Dondi, dette fondamento
all'ordinanza del sindaco di Sezze del 10 Giugno
2014, tramite la quale si sarebbe dovuto procedere
alla immissione in possesso degli impianti, ma non
parlò assolutamente di Acqualatina, che era fuori
dalla questione. Gli impianti sarebbero dovuti
rientrare in possesso del Comune, quindi, e non
essere consegnati brevi manu all'attuale gestore,
cui è stato affidato anche il servizio.
Non c'è stata delibera di Consiglio Comunale che
abbia autorizzato questo passaggio! Un passaggio per
niente automatico, come si tenta di far credere. Il
fatto che Acqualatina è il gestore dell'ATO4 non
obbliga il Comune di Sezze in nessun senso. Fra
l'altro ci risulta che questo Comune non sia tra
quelli che hanno firmato la Convenzione di gestione
stipulata nell'agosto 2002 tra ATO4 e Acqualatina.
Siamo all'assurdo: i cittadini di Sezze, che
potrebbero avere l'acqua non diciamo gratis ma
quasi, la debbono pagare a peso d'oro ad un gestore
esterno, l'ennesimo dopo la Dondi, che a sua volta
la vende a larga parte della provincia di Latina!
Stanno
svendendo Sezze !
>> Interrogazione
Regionale
28
marzo 2015
All'assessore
della Regione Lazio Sonia Ricci,
all'assessore del Comune di Sezze Pietro Bernabei
ed al responsabile dell'Ufficio tecnico comunale Mauro
Vona, andrebbe assegnato ad honorem un Pinocchio
d'oro.
Stanno
svendendo Sezze e fanno finta di non sapere
niente!
Ci
riferiamo naturalmente alla vicenda dell'Anfiteatro,
che è stato inserito, dalla Regione Lazio,
nell'elenco dei beni di proprietà da alienare. A
questi amministratori e funzionari così
“disattenti” (incredibile in particolare
l'atteggiamento della Ricci che è parte integrante
della giunta Zingaretti), ricordiamo allora che la
deliberazione di Giunta regionale in causa,
contenente in allegato 1 l'elenco dei beni immobili
individuati per la vendita, è la numero 512 del
29 luglio 2014, avente ad oggetto: “individuazione
di immobili di proprietà regionale, disponibili per
la concessione o la locazione a canoni
ricognitori”.
La
deliberazione è stata approvata all'unanimità.
Ricordiamo alla distratta Ricci: all'unanimità!
E' stata poi pubblicata sul BUR 62 del 5 agosto
2014, a pagina 228.
Evidentemente
questi signori sono in altre faccende affaccendati.
O distratti a tal punto, che non si accorgono che
qualcuno gli sta vendendo l'Anfiteatro con tutto il
comprensorio.
Comunichiamo, infine, di aver provveduto a far
presentare una interrogazione in Regione, avente ad
oggetto questa vicenda, dal consigliere Fabrizio
Santori, che alleghiamo
al presente comunicato.
Anfiteatro
svenduto, vergogna assoluta
28
marzo 2015
Hanno svenduto Sezze. Come da giorni stiamo denunciando
provocatoriamente sui social network dopo essere
entrati in possesso della relativa delibera di
giunta regionale, l'area dell'Anfiteatro, Ecomostro
compreso, è stata inserita tra i beni del
patrimonio immobiliare da svendere, per fare cassa,
dalla Regione Lazio.
Uno
schiaffo a Sezze ed ai sezzesi, per quanto possa
loro interessare. Si tratta certamente di una
sconfitta almeno per noi di Movimento libero
Iniziativa sociale, che di questa vergognosa vicenda
ci siamo interessati, nel silenzio di tutti, fin da
prima che le ruspe abbattessero la bella struttura
del Teatro Italiano per sostituirla con una colata
di cemento che ha ferito a morte l'ambiente, con la
devastazione di un'opera che caratterizzava il più
importante e grande centro dei Lepini.
Una
sconfitta perché i nostri sforzi, partiti dal
Comune di Sezze per arrivare al Parlamento Europeo,
passando attraverso la Regione Lazio, sono stati
vanificati dalla delibera della giunta di Zingaretti,
chiaramente finalizzata a favorire interessi
privati, quelli di chi si impadronirà del
complesso, a danno di quelli della comunità, se a
Sezze può avere ancora un senso parlare di comunità.
La storia è nota. Per l'edificazione di questo
Ecomostro e la conseguente devastazione dell'area,
si è arrivati ad usufruire di finanziamenti che si
aggirano attorno ai 3 milioni di euro.
Finanziamenti
che, visto che i lavori non sono stati conclusi,
hanno indotto la Commissione Europea ad adottare
provvedimenti necessari per il recupero dei
contributi erogati. Ci preme ricordare, comunque,
che si trattava di contributi farlocchi, nel senso
che avrebbero dovuto essere erogati per lavori di
ristrutturazione, recupero e messa in sicurezza,
mentre nella realtà si è proceduto
all'abbattimenti totale del bel complesso progettato
dall'architetto Piacentini, per edificare ex novo
quello che MLIS ha fatto passare alle cronache come
Ecomostro.
Come
va sottolineato che il comprensorio era stato
affidato dalla Provincia di Latina, o meglio
dall'APT, al Comune di Sezze, prima in comodato poi
con diritto di superficie per dare la possibilità
di usufruire di finanziamenti finalizzati al solo
restauro, come previsto espressamente dall'atto di
cessione del 2004. I lavori iniziarono nel giugno
2005 e nell'ottobre 2005 l'APT di Latina invitò il
Comune a sospendere quegli interventi devastanti,
che non avevano niente a che vedere con il progetto
precedentemente approvato. Infatti il Comune di
Sezze aveva provveduto ad approvare un ulteriore
progetto, che era tutto fuorché di restauro.
Nonostante
questo e nonostante le nostre denunce, continuarono
ad arrivare finanziamenti per stralci. Ora tutto il
comprensorio, comprensivo dell'Ecomostro, viene
messo in vendita per una cifra addirittura inferiore
rispetto a quella dei finanziamenti ottenuti dal
Comune. Una vera e propria beffa per i cittadini,
una ottima speculazione per chi ne entrerà in
possesso, un pessimo segnale per questo territorio.
Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti,
la sua giunta comprensiva dell'assessore di Sezze
Sonia Ricci, come possono giustificare questo spreco
di denaro pubblico ed il relativo colpo di spugna su
una vicenda che rappresenta una pagina oscura per
Sezze? Ora chi dovrà rimborsare l'Europa? E il
Ministero delle Infrastrutture che dice?
Ed
infine: ma i sezzesi dove stanno?
PRG
e Corradini, nessuno parla?
18
marzo 2015
Ma veramente il sindaco di Sezze Andrea Campoli, gli
assessori competenti, a cominciare da Pietro Bernabei,
tutti i consiglieri comunali nessuno escluso, della
nuova e della precedente amministrazione, i
funzionari, in primis il responsabile dell'Ufficio
Tecnico Comunale Mauro Vona, pensano di poter
liquidare con estrema facilità la vicenda, torbida e
gravissima, del Piano Regolatore tenuto nel cassetto
per 3 anni senza essere inviato in Regione e quindi
fatto scadere?
Un PRG costato centinaia di migliaia di euro, pagati
dai sezzesi a Fuksas e compagnia varia. I responsabili
del disastro debbono essere inchiodati alle proprie
responsabilità, perché non si può giocare sulla
pelle della gente con i soldi pubblici. Che cosa ha
impedito all'allegra brigata, che sembra sempre cadere
dalle nuvole anche di fronte a fatti che danneggiano
pesantemente la città, di portare a termine l'iter?
Perché il PRG adottato dal Consiglio ed
ufficializzato anche tramite una pubblica
manifestazione tenutasi in pompa magna presso
l'auditorium Costa, è stato trattenuto nel Palazzo
comunale? Cosa ha ostacolato il suo invio agli organi
competenti della Regione Lazio? Che cosa si è
inceppato in Comune? I responsabili del disastro si
sono limitati a confermare i fatti senza fornire
alcuna delucidazione. Eppure ne dovrebbero dare di
giustificazioni! E soprattutto: anche in questo caso
nessuno verrà chiamato a risponderne?
A margine, ma nemmeno tanto, di questa assurda storia,
Movimento libero Iniziativa sociale torna a sollevare
nuovamente una questione su cui non è stata fatta
chiarezza: quella dell'asse patrimoniale del
Conservatorio Corradini, ente di diritto pubblico che
ha gestito i beni ingenti lasciati dal Cardinale
Pietro Marcellino Corradini. Noi abbiamo chiesto di
conoscere, semplicemente, la loro entità e che si
rendesse conto della loro gestione, anche alla luce di
una sentenza della Corte di Cassazione che ha
definitivamente stabilito che essi appartengono al
Ministero della Pubblica Istruzione e non alle Oblate
Convittrici del Bambin Gesù, le stesse suore che si
opposero al Consiglio di Amministrazione del
Conservatorio ed al Ministero al fine di ottenerne la
piena disponibilità. Domande, le nostre, finalizzate
anche a verificare se e come il nuovo PRG stesse
tenendo conto di questi beni e di questa realtà.
Nessuno si è sentito in dovere di rendere pubblico
l'asse patrimoniale, di rendere conto della sua
gestione nel corso degli anni e tantomeno di far
sapere se in qualche modo fosse interessato dal Piano.
MLIS, nel frattempo, è entrato in possesso della
sentenza di Cassazione. Il primo dato evidente che ha
accresciuto i nostri sospetti è stato quello relativo
alla sequenza impressionante di “omissis” in essa
contenuti. A parte la totale mancanza di nomi, non
contiene l'elenco dei beni oggetto della controversia
legale. La condanna però delle ricorrenti, Oblate
Convittrici del Bambin Gesù, al pagamento di
10milioni di euro per compensi in favore del
Conservatorio Corradini, ci fa immaginare che il
patrimonio al centro della vicenda giudiziaria è
veramente ingente.
Visto
come sono andate le cose per quanto riguarda il PRG,
non è arrivato il momento di fare chiarezza anche
relativamente all'asse patrimoniale del Corradini ed
alla sua gestione?
AeG,
SPL: vicende da chiarire
11
febbraio 2015
Purtroppo
si tratta di un film visto e rivisto a Sezze. Per
l'ennesima volta i cittadini-contribuenti, ci
riferiamo a quelli che pagano ed hanno sempre pagato,
sono chiamati a ripianare i disastri amministrativi
creati da chi gestisce politicamente,
amministrativamente e tecnicamente alcuni specifici
settori. Dopo le batoste Tasi e Tari, con aliquote
applicate in questo Comune al massimo consentito, dopo
avere pagato nel corso degli anni anche ICI ed IMU
applicate al massimo, ecco il disastro AeG, seguito a
quello SPL, abbattersi sugli indifesi sezzesi. Buchi
plurimilionari nelle casse, causati da gestioni
dissennate della municipalizzata servizi pubblici
locali, dovrebbero essere ripianati, nelle intenzioni
di chi ha messo su l'operazione, da chi non ha
responsabilità alcuna nel disastro economico.
Piuttosto che chiamare sul banco degli “imputati”
i dirigenti e gli amministratori, si inondano le case
dei cittadini di atti giudiziari con intimazioni di
pagamento quantomeno discutibili. Un dramma per tante
famiglie che vivono una congiuntura economica
catastrofica, nel mentre le diverse parti in commedia
attrezzano uno squallido teatrino. La domanda è
semplice e nessuno ha risposto: la AeG è stata
chiamata direttamente in forza di un appalto che
costerebbe meno di 40mila euro, per la precisione
38mila.
Diversamente si sarebbe dovuto ricorrere ad un bando
pubblico. Ma veramente con soli 38mila euro la
società di Lucca procederà al “riordino della
banca dati tributaria, recupero evasione, riscossione
ordinaria e coattiva”? Ed una società come l'SPL,
che ha la capacità di accumulare un debito che si
aggira poco al di sotto dei 10milioni, non era nemmeno
in grado di fare autonomamente qualcosa che altri
fanno per somme irrisorie a fronte di questo debito,
pur avendo a disposizione tutti i dati possibili ed
immaginabili? Quello che sta accadendo è chiaramente
evidente. Ed è proprio questo che ci preoccupa. Come
si può pensare che una vicenda che dimostra chiari
segni di forzatura, se non di illegittimità, possa
andare in porto senza che nulla accada? Ma veramente
qualcuno è convinto che questa città goda di un
regime di extraterritorialità per quanto riguarda
l'applicazione delle regole nazionali? Qualcuno si
sente intoccabile? Ma quegli “spacchettamenti” di
servizi, che altrove sono sotto la lente di
ingrandimento degli organi investigativi e giudiziari,
nella città di Sezze che rappresentano?
ICI
a Sezze, la farsa continua
31
gennaio 2015
La
sceneggiata continua. Rispettando un copione già
scritto, ora si fa circolare la voce, raccolta anche da
certa stampa, che non sta succedendo niente, che non c'è
da preoccuparsi, perché con una imprecisata letterina
che arriverà nelle case dei contribuenti di Sezze,
la vicenda degli atti giudiziari, contenenti ingiunzioni
di pagamento ICI riferito agli anni 2008 /9, inviati
dalla AeG spa per conto del Comune, verrà risolta. Ma
di che stanno parlando? In realtà in consiglio comunale
non si è arrivati ad alcuna conclusione. Tutto è
rimasto nel vago.Tutte chiacchiere e niente fatti.
L'ennesima presa in giro dei contribuenti da parte della
maggioranza e di una pseudo minoranza. E' stato
semplicemente votato il solito documento farlocco che
“impegna” il sindaco Andrea Campoli a non si sa bene
cosa. Allora perché questo squillare di trombe? Gli
atti giudiziari sono ancora nelle mani dei tartassati
sezzesi e staremo a vedere chi e come riuscirà ad
invalidarli.
Questo
quando nell'atto è chiaramente specificato che contro
di esso è ammesso ricorso solo facendo opposizione alla
Commissione Tributaria Provinciale entro 60 giorni dalla
notifica. Allora? Vogliamo dire le cose come stanno
veramente? I cittadini di questo comune stanno pagando
le scelte scellerate di chi ha creato, gestito e
gestisce la Spl, la municipalizzata a totale
capitale pubblico che è riuscita, nel corso di pochi
anni, a creare un buco debitorio plurimilionario. Non
abbiamo timore nell'affermare che esso non si discosta
molto dai 9milioni di euro. Che ora lorsignori vogliono
colmare con i soldi dei cittadini.
Tutto
questo per gestire una serie di servizi di cui avrebbe
potuto occuparsi direttamente l'ente comunale in maniera
oculata, portando soldi nelle casse piuttosto che
bruciarli. Però serviva costruire un carrozzone
clientelare, funzionale alla creazione di consensi
elettorali e non solo.Esploso il bubbone, ecco il
coniglio uscire dal cilindro: a Sezze viene da
fuori l'ennesima società. Dopo il CNS, salito agli
onori delle cronache in questi giorni perché
direttamente coinvolto in Mafia Capitale, ma che ha
operato a Sezze già negli anni '90, ecco arrivare la
AeG per svolgere più o meno gli stessi compiti, dal
censimento degli immobili alla riscossione dei tributi.
Il tutto, pur di evitare la gara pubblica, che è
d'obbligo dopo i 40, alla modica cifra di 38mila euro.
Somma già ampiamente superata dal solo aggio di cui la
società usufruirà per la riscossione coatta dei soli
F24 recapitati in questi giorni. Con tutti questi
spacchettamenti di compiti, alla Spl che rimane, la
gestione delle luci votive al cimitero? E tutti questi
spacchettamenti sono legittimi?
La
realtà è che la maggioranza di Campoli e la pseudo
minoranza recitano a soggetto dopo aver posizionato
sulle teste dei sezzesi una mannaia.
Bollette
pazze, si recita a soggetto
26
gennaio 2015
Solo
incapacità amministrativa o qualcosa di più nella
vicenda degli atti giudiziari inviati dalla AeG,
riferiti a pagamenti ICI 2008-9, che stanno
pervenendo in questi giorni nelle case di tanti
contribuenti sezzesi? Comunque stiano le cose è
evidente che tra decisioni poco chiare da parte dei
funzionari che dirigono la baracca comunale di Sezze,
assessori quantomeno consenzienti se non complici e
consiglieri comunali alquanto “distratti”, questo
Comune è in un cul de sac.
Ma
a rimetterci, in termini di denaro che dovrebbero
sborsare, sono sono soltanto i contribuenti, già
chiamati a pagare Tari e Tasi con l'applicazione delle
più alte aliquote in Italia. Siamo comunque alle
solite, ai ricorrenti teatrini cui ci ha abituato la
politica locale, con protagonisti che recitano a
soggetto.
Non
è stato così anche nella vicenda non ancora conclusa
Dondi-Acqualatina-Comune di Sezze? Alcuni consiglieri
comunali, ben felici di vedersi fotografati in prima
pagina, si fanno paladini contro situazioni
determinate anche dalle loro scelte, pensando che i
cittadini possano facilmente dimenticare che i vari
Brandolini, Di Palma e Reginaldi hanno sostenuto con le
proprie candidature, votato e fatto votare,
l'amministrazione del sindaco Andrea Campoli e che
l'altro paladino Lidano Zarra è stato colui che da
sindaco creò l'SPL, il famigerato carrozzone che ha
causato un buco plurimilionario di debiti, che comunque
vadano a finire le cose, i sezzesi saranno chiamati a
ripianare. La stessa SPL che con la sua gestione
fallimentare ha determinato l'arrivo a Sezze della
AeG, la spa di Lucca che sta inviando gli atti
giudiziari con allegati gli F24.
Uno dei quattro, Reginaldi, non eletto, è riuscito ad
entrare in Consiglio solo grazie alle dimissioni di
Pietro Bernabei, chiamato dal sindaco a fare
l'assessore. Ed è proprio il suo assessorato quello che
si trova nel vortice di questa vicenda. Un secondo,
invece, la Brandolini, ha un proprio rappresentante nel
cda della SPL. Per non accennare poi, a chi passa
indifferentemente dalla Mussolini alla lista Campoli. Di
che cosa stiamo parlando? Questi se la suonano e se la
cantano, si pesta sempre nel torbido. Ma al di là delle
considerazioni sul teatrino e sulle sceneggiate
strumentali sull'orlo di una crisi di nervi e di
incatenamenti scenografici, chi ha ricevuto le bollette,
irricevibili, come dovrebbe comportarsi? E se a Sezze è
possibile che succeda anche questo, oltre a quanto già
accaduto, che altro ci si può aspettare per il
futuro di questa città con tali amministratori?
Mafia
Capitale o Mafia Nazionale?
17
dicembre
2014
La
stanno chiamando Mafia Capitale, ma la denominazione è
riduttiva.
Per noi di Mlis si tratta di un “sistema” di governo
dei territori e dei diversi “business” che li
riguardano, generalizzato, estendibile a tutti gli enti.
Sono anni che lo sperpero di denaro pubblico, la
“mala”amministrazione, il clientelismo e le clientele,
le consorterie che controllano gli “affari”, sono nel
nostro mirino.
Nel 2011 intervenivamo duramente sul “business
immigrati”, o almeno noi lo definivamo così, perché
ancora nessuno ne parlava in questi termini. Un ministro,
Mara Carfagna, veniva a Sezze ad elogiare la Karibù,
cooperativa che si occupava e si occupa di accoglienza di
“rifugiati politici”. Nell'ambito di quel progetto
Sprar, oggi balzato ai disonori delle cronache.
A
breve sarebbe scoppiato, proprio a Sezze, uno
“scandalo”, che coinvolse diversi amministratori. La
Karibù è ancora attiva in questo comune ed in comuni
limitrofi, tutti interessati da un flusso immigratorio
impressionante.
Sempre oggi torna di attualità anche il CNS, quel
consorzio facente parte di Lega Coop, portato a Sezze a
metà degli anno '90 per rilevare e censire i dati
catastali e fondiari, per poi procedere alla riscossione
dei tributi. Sulla relativa procedura di affidamento del
servizio, su come veniva effettuato, sulle forzature
dell'intera operazione, la destra sociale di Sezze si
mobilitò sollevando subito dei dubbi, anche tramite una
interrogazione parlamentare fatta presentare in Senato nel
1996. Questioni, quella della cosiddetta accoglienza e del
CNS, che oggi tornano di attualità. Non siamo stati
facili profeti, ma semplicemente attenti osservatori delle
dinamiche del territorio. Di queste specifiche, come delle
altre che stiamo trattando.
Esistono differenze tra i metodi di gestione romani e
quelli di questo territorio?
Ecomostro,
nessuno può chiamarsi fuori
9
dicembre
2014
Movimento
libero Iniziativa Sociale non si stupisce per le
dichiarazioni rilasciate alla stampa dal consigliere
comunale Lidano Zarra, ex sindaco di Sezze, nel merito
della vicenda Ecomostro-Anfiteatro. Si tratta palesemente
di un puerile tentativo di tirarsi fuori, attribuendo
responsabilità anche ad altri, che restano comunque
corresponsabili. Come dire, tutti colpevoli nessun
colpevole. Ma la realtà è altra. Fissiamo innanzitutto
un punto fermo: per quanto riguarda la nostra azione
finalizzata a fare luce su uno scempio costato milioni di
euro alla collettività, essa è arrivata, dal punto di
vista dell'iter amministrativo, dove doveva
arrivare.
Siamo
partiti dal Comune di Sezze, siamo passati attraverso la
Regione Lazio e siamo giunti alla Comunità Europea. Il 20
Marzo 2013, tanto per
parlare chiaro, cioè tramite gli atti ufficiali e non
facendo chiacchiere, come ben sa Zarra e come ben sanno
gli altri amministratori, l'Autorità di Gestione del
Docup Ob.2, ha inviato alla Regione Lazio ed al Comune di
Sezze una nota “definitiva” tramite la quale ha
comunicato la richiesta di restituzione del relativo
finanziamento, in quanto l'intervento “non è
operativo”.
E
qualcuno ancora tenta di far credere che quell'obbrobrio
può essere portato a termine, con ulteriore sperpero di
denaro. La verità è che si è trattato di una operazione
trasversale e consociativa, partita con gli atti dell'ex
sindaco Giancarlo Siddera, continuata con le ruspe
sotto l'amministrazione Lidano Zarra e portata
avanti dall'attuale sindaco Andrea Campoli. Ma
quale continuità amministrativa e quale obbligo a
continuare la perpetrazione di un disastro ambientale,
storico ed economico!
Altro dato e non bla, bla: il 18
Ottobre 2005, sindaco
Zarra, l'APT di Latina diffidava il Comune di Sezze a “sospendere
immediatamente ogni intervento sull'area”, che era
di proprietà APT ed era stata concessa al Comune per la
realizzazione di tutt'altro progetto. Il direttore APT,
Paolo Graziano, comunicò direttamente alla Regione Lazio
che il Comune di Sezze non aveva tenuto conto di questo
progetto preliminare, procedendo autonomamente e che
nonostante richieste di chiarimenti “non si è avuto
alcun riscontro”. Perché Zarra non ne ha tenuto conto?
Perché l'attuale sindaco Andrea Campoli, all'epoca
consigliere provinciale, ha fatto orecchie da mercante?
La verità è che il cerchio si sta chiudendo e tutti,
ribadiamo, tutti gli amministratori cominciano a
preoccuparsi. Non solo i sindaci quindi, ma anche quei
consiglieri che questo disastro hanno provocato
con il voto favorevole.
Le
TV e gli sprechi di denaro pubblico a Sezze
2
dicembre
2014
Dopo
L'Arena su RAI 1, L'aria che tira su La 7, Presa diretta
su RAI 3, Strscia la notizia, Canale 5, anche Agorà di
Riccardo Greco, RAI 3, si è interessata alle battaglie
contro gli sprechi di denaro pubblico che riguardano
questo territorio, con particolare riferimento agli
80milioni di euro bruciati nella “nuova” SR 156 nel
tratto Sezze- Priverno ed ai 3milioni di euro buttati per
l'Ecomostro-Anfiteatro di Sezze, portate avanti nel corso
di questi anni da Movimento libero Iniziativa sociale.
Il servizio è andato in onda nella mattinata del 2
Dicembre, dopo che, nei giorni precedenti, anche Radio
Cusano aveva raccolto una intervista su queste questioni
da un nostro dirigente. Stiamo quindi riuscendo a tenere
accesi i riflettori, a livello nazionale, su problematiche
che meriterebbero la giusta considerazione da parte di
istituzioni ed autorità preposte ai controlli.
Purtroppo, ancora una volta, dobbiamo registrare un
episodio teppistico, che ha portato al danneggiamento
dell'automobile di un responsabile di MLIS. Il fatto è
stato regolarmente denunciato presso la locale stazione
dei Carabinieri, come era già stato denunciato un analogo
atto verificatosi in concomitanza con la messa in onda dei
servizi registrati per la trasmissione di Massimo Giletti.
Se qualcuno in tal modo pensa di poter intimorire chi sta
portando avanti queste azioni di impegno civile, ha
sbagliato di grosso. L'impegno va avanti. Va avanti
fattivamente, con denunce circostanziate relative a fatti
concreti, mentre in tanti si riempiono la bocca, in
maniera generica e strumentale, sproloquiando di non
meglio definite “mafie”. La consorteria, su questo
territorio, è ben individuabile, solo se si andasse a
verificare seriamente l'incrocio diabolico tra affari,
appalti e politica.
Madonna
della Pace... e i soldi?
18
novembre
2014
Movimento
libero Iniziativa sociale si sente in dovere di
intervenire sulla questione, in questo momento tanto
dibattuta, spesso a sproposito e strumentalmente, Madonna
della Pace-Comunità ortodossa rumena. Per un motivo
semplice: siamo gli unici ad essersi interessati in
maniera seria delle problematiche legate alla immigrazione
selvaggia a Sezze ed agli sprechi che interessano
parecchie opere pubbliche di questo territorio.
Partendo
dal presupposto che ci sembra superfluo ribadire la nostra
contrarietà all'utilizzo improprio, soprattutto da parte
di stranieri, di una struttura sulla quale sono stati
investiti centinaia di migliaia di euro degli italiani
finalizzati ad uno scopo ben preciso, e che ha
rappresentato e rappresenta per Sezze una rilevante
valenza storica, è importante sottolineare alcuni aspetti
non ancora evidenziati.
La
chiesa di Madonna della Pace, all'epoca ancora di proprietà
della Curia, non fu acquistata direttamente dal Comune.
Essa passò prima in mano a privati e solo in seguito fu
acquisita nel patrimonio comunale. Se il Comune di Sezze
era interessato alla sua acquisizione, perché l'acquistò
solo in un secondo momento?
Per
MLIS, che da tempo si sta interessando, solo per fare un
esempio, all'asse patrimoniale del Conservatorio Corradini
scontrandosi contro il muro di gomma delle diverse
amministrazioni locali e non solo, cointeressate, non
rappresenta una novità il fatto di trovarsi di fronte a
passaggi di proprietà quantomeno poco chiari e sui quali
non si intende fare chiarezza.
Riteniamo
che l'amministrazione debba delle risposte. Quella stessa
amministrazione comunale di Sezze che ottenne
finanziamenti cospicui per la ristrutturazione del
manufatto storico, per lavori che avrebbero dovuto portare
alla realizzazione di un centro di arti e mestieri. O
almeno così si strombazzò. Il seguito della vicenda
Madonna della Pace è noto ed analogo alla sorte di altri
manufatti.
“Bruciati”quei
finanziamenti, i lavori non furono portati a termine e
l'opera fu abbandonata a se stessa. Quello che è
praticamente successo e sta succedendo per il Monastero
delle Clarisse, il Palazzo Pitti, l'Anfiteatro.
Non
solo l'opera fu abbandonata, ma l'intero sito cadde nel
dimenticatoio. Ormai nel degrado fu ripulito e risistemato
grazie solo all'intervento volontario di un comitato di
residenti ormai stanchi. Dando per scontato che
l'amministrazione non può pensare di gestire a proprio
piacimento e secondo le proprie convenienze un patrimonio
che è di tutti consegnandolo a privati, affermiamo che
non ci si può distogliere né deviare rispetto alle
finalità dei soldi ottenuti per pubblica utilità.
Non ci interessano gli ortodossi, non prendiamo in
considerazione coloro che poco credibilmente si scoprono
nazionalisti solo in questa occasione, pretendiamo
soltanto che venga fatta chiarezza su come in questo
Comune vengono sprecati ingenti finanziamenti.
Sezze,
la stangata
23
settembre
2014
Come può essere definito un salasso di oltre 6milioni di euro che dovranno uscire dalle tasche dei sezzesi tra ottobre e dicembre, se non stangata?
Eppure i responsabili di questo “prelievo”, a cominciare dall'assessore competente Pietro Bernabei, tentano di negare l'evidenza. Fra Tasi, Tari ed Imu, i cittadini, storditi da una politica “panem et circenses”, si troveranno, dopo la notte bianca... in bianco. Il gettito Tari ammonterà a circa 3milioni 700mila euro, intorno agli 800mila l'esborso Imu per attività e seconde case, tutto il resto, fino ad un totale di 6milioni e 200mila euro circa, verrà ingoiato dalla Tasi. Una tassa nuova di zecca, tramite la quale il comune di Sezze toglierà soldi dalle tasche dei cittadini per illuminazione pubblica, sicurezza, comprensiva della protezione civile e della polizia locale, servizi demografici, manutenzione delle strade e del verde pubblico, servizi cimiteriali, quelli sportivi e quelli culturali, Sagra del carciofo e Sacra rappresentazione, nonché il sito istituzionale del comune.
Un cittadino, in cambio di servizi efficienti ed alta qualità della vita, pagherebbe anche volentieri, ma non è certo questo il caso di Sezze.
La stangata, poi, arriva in un momento particolarmente difficile per gli italiani ed una amministrazione sensibile ai problemi economici dei cittadini ne avrebbe dovuto tenere conto. Invece niente di tutto questo. La legge ha fissato le aliquote da una base minima nazionale dell'1x1.000 ad una massima del 2,5x1.000, prevedendo anche una maggiorazione non superiore allo 0,8x1.000. Campoli e la sua amministrazione hanno raschiato il fondo del barile, applicando il massimo possibile, cioè un'aliquota pari al 3,3x1.000. Ben diversamente si sono comportate altre amministrazioni.
Ad esempio, nella vicina Sermoneta, uno fra i borghi più belli d'Italia e quindi ben lontana dal degrado di Sezze, verrà applicata un'aliquota appena superiore alla minima. Parliamo di un comune, i cui amministratori stanno anche rinunciando agli emolumenti per contenere le spese. E i nostri?
Gli amministratori di Sezze, dal primo cittadino all'ultimo dei consiglieri e degli assessori, continuano a costarci circa 2milioni di euro a legislatura, pur chiedendo sacrifici agli amministrati.
E tutte le promesse fatte nel merito, a cominciare dalla “rinuncia” allo stipendio da parte del sindaco Andrea Campoli? Aria fritta. E il “moralizzatore” Sergio Di Raimo, che in passato tentava di far credere di voler rinunciare a tutto? Non ha rinunciato a niente. A loro dei cittadini non interessa. Tutti presi dal tentativo di tappare i buchi, come quello della Spl, determinati dalle loro gestioni, dimenticano i cittadini. Dimenticano le attività locali, quelle dei piccoli commercianti, imprenditori ed artigiani. Già in forte difficoltà,
sopravviveranno alla mazzata sferrata dal comune di Sezze?
Casa
della Salute, nuovo modello di sfascio sanitario
26
agosto
2014
Casa
della Salute, nuovo modello di... sfascio della sanità.
Ma il consigliere regionale Enrico Forte scherza o è
veramente convinto di quello che dice? Perché se crede
nelle sue affermazioni, dimostra di essere disinformato e
di non conoscere in particolare la situazione di quella di
Sezze e soprattutto la storia dell'ospedale civile che per
anni è stato attivo nel più importante centro dei Monti
Lepini. Come si può cercare di far passare come
“elemento di un nuovo modello di sanità sui territori
del Lazio”, quella che rappresenta soltanto una
sconfitta per i cittadini, che hanno pagato un nosocomio
costato prima miliardi di lire, poi milioni di euro, per
vederselo progressivamente scippare a causa di scelte
politiche determinate da chi aveva ed ha interessi nella
sanità privata? Perchè la storia dell'ospedale di Sezze
è questa. Svenduto da chi su di esso ha costruito fortune
politiche, personali, carrieristiche. Vogliamo parlare di
questo? Vogliamo parlare delle gestioni aziendali
pregresse, a prescindere dalle appartenenze partitiche? Da
Badaloni a Storace, da Marrazzo alla Polverini, per
arrivare a Zingaretti, la musica è sempre stata la
stessa. E oggi Forte vuole fare dimenticare ai cittadini
tutto quello che è stato perso, facendo credere che le
case della salute non siano solamente strumenti di
lottizzazione che al cittadino offrono niente più che le
stesse prestazione del medico di famiglia.
Il
consigliere regionale, in questo vano tentativo, snocciola
una serie di cifre riferite al numero delle prestazioni e
delle giornate di degenza infermieristica. Dimentica però
che le prestazioni a Sezze sono sempre state effettuate e
per quanto riguarda le degenze, anche se i numeri sono
limitati, si tratta di degenze a rischio, in quanto la
struttura garantisce poco o niente. Le dichiarazioni di
Forte sono comunque contraddittorie se non fuorvianti.
Perché a lamentarsi di questo “modello” non sono solo
gli utenti, ma anche gli operatori del settore. A
cominciare, a Sezze, da qualche consigliere
comunale-medico, che non solo ha parlato della non
operatività della Casa, ma ha addirittura dichiarato che
“14 medici di famiglia hanno deciso di aprire dal 1°
settembre la Casa della Salute”. Si presume, quindi, che
finora si sia solo perso del tempo. Di che parla allora
Enrico Forte? E perché omette di rispondere sulla pratica
dell'intramoenia? Secondo lui è normale che, per una
qualsiasi prestazione, nel pubblico vengano fissate
prenotazioni anche a distanza di mesi, se non anni? E'
normale che nella stessa struttura, ma pagando l'intramoenia,
quella stessa prestazione venga effettuata nel giro di
poche ore? E' normale, caro Forte, che mentre voi
determinate la chiusura degli ospedali pubblici, ci sia un
fiorire di cliniche private in regime di convenzione?
Casa
della Salute, colossale presa in giro
24
agosto
2014
Una grande presa in giro: è questo la Casa della Salute di
Sezze. Come dovrebbero reagire i cittadini di fronte ad una
affermazione del tipo “14 medici di famiglia hanno deciso
di aprire dal 1° settembre la Casa della Salute”? E'
l'ormai super agitata Antonia Brandolini a dare questa non
notizia, tramite un ennesimo comunicato. Ma non era già
stata inaugurata in almeno un altro paio di occasioni? La
realtà è che nessuno si è reso conto di una qualche novità
di segno positivo in tema di sanità locale, dalla prima
inaugurazione, effettuata alla presenza del presidente della
Regione Lazio Nicola Zingaretti, ad oggi. La Brandolini di
tale fallimento è responsabile in prima persona, non solo
in qualità di medico, ma soprattutto come amministratrice
locale, eletta in una lista di sostegno al sindaco Andrea
Campoli, e come consigliere comunale che ha appoggiato un
comitato che pareva volesse impegnarsi per la riapertura
dell'Ospedale Civile San Carlo. Salvo poi accontentarsi,
chissà perché, di questa presa per i fondelli chiamata
Casa della Salute.
La verità, come ben sa Zingaretti e chi sta favorendo,
anche con un interessato silenzio, le sue politiche
regionali in materia sanitaria, è che queste strutture, che
si vorrebbero far passare come panacea di fallimenti indotti
e studiati a tavolino al fine di rendere non competitiva la
sanità pubblica, in realtà sono niente. Rappresentano solo
un velo sollevato da tutte le forze politiche presenti in
consiglio regionale, da Forza Italia al M5S passando per il
PD, nel tentativo di celare una triste verità: si stanno
favorendo in tutti i modi possibili ed immaginabili quelle
cricche e consorterie affaristiche che nella sanità vedono
solo un grande business nel quale stanno investendo
privatamente. In questa situazione vergognosa il cittadino
si trova a pagare la sanità tre volte: contribuendo con le
tasse a mantenere il carrozzone della sanità pubblica come
se funzionasse, con i tickets, con le convenzioni alla sanità
privata. E questo cittadino che paga, con la chiusura degli
ospedali e l'apertura delle Case della Salute che cosa sta
guadagnando? Niente. Lo hanno ben capito i cittadini di
Amatrice che, giustamente, stanno chiedendo di andarsene
dalla regione Lazio, per sfuggire alle
“logiche”politiche che vorrebbero imporre la chiusura
del locale ospedale e la sua sostituzione con una Casa della
Salute. A Sezze, invece, il ruolo che stanno assumendo certi
politici è quello di cercare di indorare il più possibile
la pillola. Del tutto funzionali alle politiche sanitarie
regionali, si prestano a questi sporchi giochi. Cercando di
far dimenticare che Sezze ha avuto un ospedale, costato fior
di soldi pubblici, svenduto da una politica che ancora oggi
continua ad essere la rovina della sanità pubblica.
Disastro
Sardellane, comunicato di rivendicazione
20
agosto
2014
L'ex presidente Astral Giovan Battista Giorgi ha voluto
esprimere con un comunicato tutta la sua soddisfazione,
attribuendone i meriti alla sua gestione, per la terza
perizia di variante per i lavori di “adeguamento” della
SR 156. Se vuole fregiarsi di questa “medaglia” si
accomodi: si tratta di un ecomostro che ha devastato una
vasta porzione di territorio sul quale insistono risorgive,
un fiume, un lago, canali, il complesso di captazione delle
Sardellane che da acqua a mezza provincia di Latina. Un
ambiente il cui equilibrio è stato gravemente danneggiato
da colate di cemento e di asfalto senza senso. Perché
questa strada, i cui costi sono a tutt'oggi stimabili
intorno agli 80 milioni di euro solo per il tratto
Sezze-Priverno (appena 14 km, quindi circa 6 milioni di euro
a km!), come è ben noto è andata ad incunearsi in un
“cul de sac” compreso tra ferrovia Roma-Napoli, Lago
Mole Muti, Fonti delle Sardellane. Bloccandosi. Uno spreco
di denaro pubblico per un'arteria tracciata non si riesce a
capire come e perché. O meglio, pensando ai suoi enormi
costi qualcosa si può intuire. Perché a furia di varianti
al progetto, a furia di perizie, a furia di varianti alle
varianti, di perizie su perizie, le spese sono lievitate
enormemente. Basti pensare che solo questa terza perizia di
variante di cui si fregia Giorgi, ha portato l'impegno di
spesa da 65.954.201,55 a 78.962.417,61 di euro. Specialmente
nelle spese tecniche sono stati proposti aumenti
ingiustificati da 540.000 euro a 2.100.000: un premio per
chi ha sbagliato. Si tratta della perizia che prevede solo
l'ampliamento della sede stradale nell'area Fonti Sardellane
(circa 3 km di strada). Un aggravio di euro 13.008.216,07
per una variante pericolosissima ad un progetto già
disastroso. Perché, evita di dire Giorgi, è quella che
prevede l'abbattimento dei pozzi delle Sardellane. Ma è mai
possibile che nessuno, soprattutto tra chi deve vigilare,
non si ponga degli interrogativi sui rischi che comporta la
realizzazione di tale progetto, con pali di fondazione che
andranno ad inquinare la falda? Questa dei pozzi da spostare
per fare posto alla strada è solo la più assurda delle
forzature di un tracciato che non si poteva scegliere più
complicato. Come è stato possibile ignorare l'esistenza di
tutti i problemi, non solo idrogeologici, che sarebbero
scaturiti dall'aggressione fatta a questo territorio? Eppure
erano ben note le sue problematiche, solo che si è
preferito andare avanti nella realizzazione di un progetto
senza capo né coda, con una serie di varianti che ha fatto
lievitare notevolmente i prezzi.
Da sottolineare che la nota diffusa da Giovan Battista
Giorgi viene a smentire quella precedente di Acqualatina,
tramite la quale si cercava di tirare fuori dalla questione
Sardellane l'amministratore delegato Raimondo Besson, ex
consulente di Giorgi in Astral, da noi chiamato in causa
nella sua duplice veste. Giorgi invece attribuisce questa
vergognosa opera alla sua presidenza Astral, con Besson suo
consulente. Ne prendiamo atto.
Raimondo
Besson, un nome ricorrente
1
agosto
2014
Movimento libero Iniziativa sociale si riserva di entrare nel
merito del passaggio da privato a privato (cioè dalla
Costruzioni Dondi Spa ad Acqualatina) nella gestione del
servizio idrico-fognario nel comune di Sezze, con un prossimo
documento. Nel frattempo ci sembra indispensabile denunciare
una situazione che sta incredibilmente prendendo corpo.
Raimondo Besson, amministratore delegato di Acqualatina, ma già
consulente Astral durante la presidenza di Giovan Battista
Giorgi, sta confermando quelle che erano tutte le nostre
perplessità sollevate rispetto alla ipotizzata variante del
progetto della SR 156. In occasione del passaggio di consegne
degli impianti idrici locali, sancito anche con una stretta di
mano al sindaco Andrea Campoli, si è tornato a parlare delle
Sorgenti delle Sardellane; quelle, per intenderci, dove è
andata a sbattere, secondo un tracciato demenziale finora
costato circa 80 milioni di euro, quella che avrebbe dovuto
essere la nuova 156.
Secondo Besson, che ha confermato una assurdità razionalmente
improponibile, i pozzi in basso rispetto all'impianto
superiore sarebbero compromessi per la realizzazione del
completamento della strada. L'amministratore delegato da per
sicura la loro eliminazione al fine di proseguire il
continuamento del tracciato. Accantonando per ora le
valutazioni su un molto probabile dissesto idrogeologico di
tutta l'area che in tal modo si rischierebbe di provocare,
Besson, nel duplice ruolo di ex consulente Astral e di attuale
amministratore Acqualatina, non farebbe meglio a spiegare come
sia stato possibile bruciare decine di milioni di euro in un
progetto disegnato per andare a finire, dopo aver attraversato
il terreno paludoso circostante il Lago Mole Muti, nel budello
stretto tra la ferrovia Roma-Napoli, la Montagna delle
Quartara e le Sorgenti delle Sardellane? Quello che non può
essere stato semplicemente un errore di valutazione, non fosse
altro perché i lavori durano da anni con i costi che
conosciamo, va ad intrecciarsi con l'attività di una società
il cui attuale amministratore delegato è la stessa persona
che prestava consulenze all'Azienda Strade Lazio, cui è stata
affidata la SR156. Vista la storia di questa opera, aumentano
le nostre preoccupazioni relativamente anche alla fine che si
vorrebbe far fare a quei pozzi.
Sanità
pubblica ad uso privato
28 luglio
2014
Vi siete mai chiesti
perché i Pronto Soccorso sono super affollati ed i cittadini
costretti ad estenuanti attese per ricevere un servizio che è
anche un sacrosanto diritto sancito dalla costituzione, il
diritto alla salute? Senza dubbio l'invasione immigratoria ha
contribuito al loro sovraffollamento. Come anche la chiusura
dei piccoli ospedali ha determinato il caos nei P.S. Ma la
causa principale di questo clamoroso disservizio è che le
liste di attesa per ricevere prestazioni specialistiche sono
da 6 mesi ad 1 anno, per cui un cittadino che non ha la
possibilità economica di rivolgersi al privato, è costretto
ad affollare i P.S. per ricevere la prestazione. Ma
attenzione: il privato è lo stesso medico che dovrebbe dare
la prestazione in convenzione, per la quale l'attesa è di un
anno. Ma ecco che, magicamente, se paghi la prestazione
intramoenia, la visita è fattibile in 24 ore. Una porcata
determinata anche dalla “riforma Bindi”. Tale riforma dà
la possibilità ai medici dipendenti pubblici (Ospedalieri e
specialisti ASL ), che hanno scelto il rapporto unico con l'
azienda sanitaria, di esercitare attività privata all'
interno della stessa azienda. Per cui un Ospedaliero che ad
esempio effettua Ecodoppler in convezione, può eseguirli
anche in attività privata all' interno dell' Ospedale,
utilizzando i locali, il personale infermieristico, gli
strumenti che appartengono alla collettività, lasciando solo
una esigua percentuale all' azienda sanitaria. Avete capito
perché abbiamo usato il termine" porcata" ? Prima
della riforma Bindi, un medico Ospedaliero che voleva
esercitare attività specialistica privatamente, doveva
affittare uno studio, pagare luce, gas, segretaria ed
acquistare tutta la strumentazione necessaria e provvedere
alla dovuta manutenzione tirando fuori i soldi dalla propria
tasca e non da quella dei contribuenti. Secondo voi, per un
paziente che prenota un Ecodoppler e l' appuntamento viene
dato per l' anno successivo, quante possibilità ci sono che
egli si presenti il giorno della visita? Scarsissime. Per
questo tipo di prestazioni vengono dati 4 appuntamenti ogni
ora, per 4 ore di lavoro il prodotto è di 16 appuntamenti.
Dopo un anno di attesa forse si presenteranno 3 o 4 pazienti
che probabilmente non avevano neppure bisogno di tale
accertamento. Chi realmente ha necessità non può aspettare
un anno. Quindi, il medico e l' infermiera addetta passeranno
tutte e 4 le ore a girarsi i pollici, mentre le nuove
prenotazioni continueranno a slittare a dopo un anno. Adesso
però, finalmente, a Sezze è stata creata una Casa della
Salute, che risolverà tutti i problemi presenti e futuri! Un
ricovero nella Casa della Salute costa 180 euro al giorno,
contro i 1200 del costo giornaliero presso il S.M.Goretti. È
vero. Ma intanto é una degenza infermieristica, per cui i
malati per essere ricoverati devono godere di buona salute
(che stronzata!). Ma, anche a "soli" 180 euro al
giorno, se per effettuare qualche analisi o consulenza
specialistica il paziente resta ricoverato per 20 giorni, il
costo complessivo è di 3600 euro. Una sanità pubblica
costruita per il privato.
Da
Beppe Grillo a Johnny Stecchino
25 luglio
2014
C'è
chi considera, sconsideratamente, le denunce sugli sprechi che
hanno interessato e interessano il territorio del comune di
Sezze, “discorsi ampollosi” che l'amministrazione locale
non dovrebbe ascoltare. Premesso che le amministrazioni locali
hanno fatto puntualmente orecchie da mercante, evitando
sistematicamente le scottanti problematiche che riguardano,
tanto per fare gli esempi più eclatanti, gli 80milioni di
euro bruciati nella SR 156, i 3milioni dilapidati nell'Ecomostro-Anfiteatro,
gli oltre 5milioni fatti sparire, finora, nel pozzo di San
Patrizio-fabbrica di San Pietro rappresentato dal Monastero
delle Clarisse, gli altri dilapidati nel mai terminato Palazzo
Pitti, e potremmo continuare, si comincia a capire quale è il
ruolo che si intende far assumere a qualche personaggio già
addomesticato nel tentativo di indirizzare una fantomatica neo
opposizione. Una pseudo opposizione che chiaramente se ne dovrà
guardare bene dall'intervenire su questioni come quelle da noi
sollevate, a partire dalla nebulosa che circonda gli ingenti
beni patrimoniali del Conservatorio Corradini, o su altre che
riguardano direttamente chi tira le fila di certa politica a
Sezze. Molto più comodo parlare della buca, del lampione che
non fa luce o dell'estintore scaduto, ma solo quando le scuole
sono chiuse. Più comodo e deviante rispetto ai problemi
legati ai grandi interessi che si muovono sul territorio ed a
chi li gestisce. Noi da anni li combattiamo, denunciandoli.
Cosa che non ci ha impedito, nel frattempo, di essere vicini
ai cittadini nei problemi legati alla ordinaria
amministrazione, dalle carenze del servizio idrico fognario a
quelle che riguardano la sicurezza di tutti. Il M5S,
addirittura, vorrebbe che non si parlasse di “nuove
costruzioni” e di depuratori. Per nuove costruzioni che cosa
si intende? Forse le migliaia di metri cubi di cemento
riversati su un territorio affatto tutelato, da ditte la cui
provenienza non è locale, che stranamente vengono ad
investire in una zona che di tutto ha bisogno meno che di
“villette a schiera”? Non è forse uno scandalo da
denunciare quello legato alla realizzazione di un parcheggio
privato in località Vallicella, che ha sottratto alla
pubblica utilità, ormai da anni, un'area a ridosso del centro
storico? E non si deve parlare nemmeno dello scandalo di una
depurazione mai effettuata, che ha determinato l'inquinamento
dei canali della piana? O del nuovo depuratore, altra opera
costosissima, il cui tracciato sta già deturpando
irrimediabilmente una delle aree più importanti
archeologicamente di Sezze?
Quello del M5S sembra un film già visto. Ricordate Benigni e
Johnny Stecchino? I grandi problemi di Palermo, in quella
pellicola, secondo qualcuno erano la siccità, la
disoccupazione, ma soprattutto... il traffico.
Dondi,
continuano le prese per i fondelli
8
luglio
2014
Solo
chiacchiere. Perché se le diverse amministrazioni locali ed i
politici succedutisi al governo del Comune di Sezze, dal 1993
ad oggi, avessero avuto la volontà di risolvere
definitivamente la gestione dei servizi idrico e fognario da
parte della Costruzioni Dondi Spa di Rovigo, avrebbero potuto
farlo senza alcun problema, attenendosi semplicemente alla
convenzione. Di fronte alle evidenti inadempienze da parte del
gestore, che è inutile tornare ad elencare, si sarebbe dovuto
ricorrere in sede civile al fine di rescindere il contratto e
farsi risarcire i relativi danni. Evidentemente non potevano
farlo. Quindi l'unica domanda che si dovrebbe loro rivolgere
è questa: che cosa vi lega e vi ha legati a doppia mandata
alla Dondi, da voi coperta in maniera evidente? Il resto sono
solo battaglie di retroguardia. Possiamo ben dirlo noi che
puntualmente nel corso degli anni ci siamo opposti in tutti i
modi possibili e immaginabili nel solo interesse dei sezzesi,
anche ad una commissione di vigilanza studiata appositamente
per non vigilare. Tutte cose da noi fatte puntualmente in
tempo reale, cioè quando venivano perpetrati i misfatti. Fino
ad arrivare alla denuncia di un sindaco inadempiente,
condannato per aver tenuto nel cassetto pericolosi risultati
relativi alla potabilità dell'acqua erogata. Misfatti che
hanno visto silenti tutte le altre forze politiche e singoli
esponenti di partito, compreso qualcuno che oggi viene
ritenuto, da neofiti della politica ma da sempre cittadini
silenti, “unico consigliere disposto a tutto per far
funzionare la maggioranza”. Insomma, è una grande presa in
giro dei cittadini. Da parte anche di un sindaco, Andrea
Campoli, che di fronte alla penuria idrica periodica oggi
tenta di farsi bello facendo uscire dalla sua bocca termini,
aggettivi ed intere frasi da noi affermate nel corso degli
anni, ma rigettate e sistematicamente ignorate. Se non fossimo
anche noi cittadini di Sezze ed anche noi non subissimo i
disagi ed i danni della gestione Dondi-Acqualatina-Comune di
Sezze, potremmo fieramente dire di aver avuto sempre ragione.
Si tratta certamente di una soddisfazione che ci lascia con
l'amaro in bocca. L'unica cosa che possiamo dire è di avere
fatto il nostro dovere civico e di non esserci fatti mai
prendere per i fondelli. E lo abbiamo fatto mettendoci sempre
la faccia e facendo nomi e cognomi, in tutte le sedi, dei
responsabili di questo disastro.
Sanità
pontina, un flop tra conferenze e blitz
6 luglio
2014
Finalmente
hanno trovato la via giusta per risolvere i problemi della sanità
pontina: una bella conferenza dei sindaci, tutta gente che
naturalmente finora non sapeva niente di quello che accadeva
negli ospedali che insistono nei territori comunali di loro
competenza. Come diceva Bettino Craxi, quando non si vuole
affrontare un problema vengono organizzate commissioni ad hoc.
Uno che avrà fatto tante minchiate, ma che almeno in questo
caso ci ha azzeccato. Insomma, la conferenza è un modo come un
altro per lavarsene le mani, rinviare i problemi per non
affrontarli.
D'altronde
come potrebbero fare altrimenti Di Giorgi & company, nel
tentativo di sviare l'attenzione dell'opinione pubblica rispetto
alle proprie responsabilità? Abbiamo sentito parlare da
Zingaretti e dai suoi degni compari di giunta regionale, di
“case della salute” come una via d'uscita rispetto alle
tante emergenze. Una “casa della salute” è stata inaugurata
nel comune di Sezze, quello presieduto dal democratico Andrea
Campoli, uno che di inaugurazioni se ne intende, sulle ceneri
del vecchio ospedale, costato milioni di euro.
L'unico
risultato è che i servizi, per quanto possibile, sono
peggiorati e tutto quello che veniva sbandierato come conquista
dei cittadini si sta rivelando più che un flop, una vera e
propria truffa alla Totò. Si sono spesi altri centinaia di
migliaia di euro per lavori su lavori già effettuati, ma per
una semplice ecografia le liste di attesa sono anche più lunghe
di prima. Intanto chi ci guadagna continua ad essere la sanità
privata, perché “o ti mangi questa minestra, o ti butti dalla
finestra”. Gli stessi promotori della “casa” hanno
cominciato a prendere le distanze da una operazione che sa tanto
di fumo negli occhi e presa per i fondelli.
La
verità, ormai agli occhi di tutti ma che ci preme tornare a
sottolineare, è che si sono create e si continuano a favorire
condizioni che consentono ai privati di gestire la salute della
gente in regime di quasi monopolio, con una sanità pubblica
ridotta all'osso da una politica che l'ha divorata a propri
fini, che non è in grado minimamente di essere competitiva.
D'altra parte come è concepibile una sanità pubblica
“governata” e comunque condizionata da personaggi
riconducibili ad associazioni industriali o
imprenditoriali?
La
sanità pontina è lo specchio di quella nazionale, anzi di più.
Qui è stata eletta una senatrice del M5S, Ivana Simeoni, madre
del deputato M5S Cristian Iannuzzi nonché, soprattutto,
operatrice da anni del 118 locale, che per verificare la carenza
degli organici medici ed infermieristici e quella dei pronti
soccorsi è stata “costretta”, tempo fa, ad effettuare
un blitz con il suo figliolo, strombazzato ai quattro venti.
Come se si fosse trattato di una qualsiasi cittadina che ha
appena saputo che al S. Maria Goretti di Latina si fanno anche
giornate di attesa per essere visitati.
Ma
Grillo lo sa?
5
luglio
2014
A
chi tirano la carretta? I non meglio identificati “Grillini”
di Sezze, al momento sembrano voler costruire il futuro con
Antonia Brandolini e Serafino Di Palma. E soprattutto con
l'attuale sindaco Andrea Campoli. Almeno è quello che si evince
da quanto abbiamo potuto apprendere dalla stampa locale. Sono
così preoccupati per le sorti dell'amministrazione, da invocare
il rientro in maggioranza dei due consiglieri, tanto da
intimarlo con un perentorio “tornate a bordo... cazzo”,
che vorrebbero sentire gridare da un non meglio definito
“qualcuno”. A parte che nell'amministrazione comunale di
Sezze le appartenenze a schieramenti di maggioranza o di
minoranza sono altamente aleatorie, nel senso che si entra e si
esce dall'una e dall'altra a seconda delle proprie convenienze
come niente fosse, ma che differenze ci sarebbero tra i due
pseudo salvatori della patria ed i vari Sergio Di Raimo,
Giovanni Zeppieri, Giovanni Bernasconi o Paolo Rizzo? Costoro,
tutti insieme, il futuro di Sezze lo hanno già ben determinato,
conducendo la città nelle attuali paludi melmose. Per quale
azione amministrativa rilevante si distinguerebbero, insieme ai
restanti consiglieri comunali? Qui abbiamo sedici consiglieri
intercambiabili: è ampiamente dimostrato dai fatti. E perché
questa grande preoccupazione per un “Re” che non potrebbe
ricandidarsi superata la boa dei due anni e mezzo di
amministrazione? A Sezze siamo di fronte ad una classe politica
che amministrativamente ha fallito e quindi meriterebbe non solo
di andarsene a casa nella sua interezza, ma addirittura la
gogna. Dobbiamo forse tornare ad elencare per l'ennesima volta i
tanti problemi causati al paese da costoro? Ci sembra superfluo.
Per quanto riguarda la Brandolini, ci preme tornare a
sottolineare, per chi dimentica presto o fa finta di
dimenticare, che è stata eletta in quel partito, l'IDV, che
nella Regione Lazio è stato degnamente rappresentato da un tale
Vincenzo Maruccio, ex assessore ai Lavori Pubblici, ma più noto
alle cronache per lo scandalo dei finanziamenti regionali. Ex
assessore che ben conosciamo a Sezze in quanto è stato presente
al taglio del nastro dell'ormai famigerata SR 156, la strada
finora costata 80milioni di euro e andata a finire in un cul
de sac. Di Palma poi, è ben caratterizzato dalle sue
svariate migrazioni politiche dal centrodestra al centrosinistra
passando per il centro. La nostra sensazione è che,
“qualcuno” si sta già attivando per determinare, oltre alla
maggioranza, anche una “opposizione”. Di comodo. Quella del
M5S.
Sezze,
di che ci stupiamo?
2
luglio
2014
Gli
eventi di questi giorni non ci stupiscono. Come non ci stupisce
chi si stupisce. Ma veramente il problema di Sezze è Luciana
Lombardi? O certe questioni, sicuramente delicate nei loro
risvolti, possono servire anche da cortine fumogene per
nascondere altro? Non è certamente la prima volta che
amministratori di questo Comune restano coinvolti in vicende
giudiziarie e, senza voler essere facili profeti, riteniamo che
non sarà nemmeno l'ultima. Si tratta di brutte storie che
interessano un tessuto sociale ormai deteriorato soprattutto a
causa di classi politiche dirigenti che hanno determinato un
progressivo degrado della città.
Perché
nessuno si è scandalizzato per gli 80milioni di euro bruciati
in quello scandalo della SR 156 denunciato da Movimento libero
Iniziativa sociale? Perché nessuno ha osato puntare il dito
contro chi ha presieduto per anni l'ASTRAL? Perché si è
tentato in tutti i modi di silenziare la questione
Ecomostro-Anfiteatro da noi sollevata a tutti i livelli? Perché
ci siamo trovati da soli a sollevare questi scandali? Sta
emergendo un quadro preoccupante su traffici illeciti a Sezze,
ma nessun amministratore ha ancora raccolto il nostro invito a
rendere pubblico il patrimonio del Conservatorio Corradini. Nel
contempo si blocca il tanto strombazzato “nuovo PRG”. Perché?
Va bene la Lombardi, ma perché nessuno si è mai chiesto come e
da chi sono stati gestiti gli appalti ed i lavori pubblici
locali, almeno dall'abbattimento di Ferro di Cavallo in
poi?
E
la gestione SPL, i milioni di euro di debito che la riguardano?
E la fallimentare gestione del servizio idrico-fognario?
Qualcuno chiede le dimissioni della Lombardi, ma agli
amministratori che hanno portato a Sezze la Dondi, a coloro che
l'hanno protetta nel corso degli anni conducendo il paese in un
vicolo cieco, che cosa si dovrebbe chiedere?
Tutto
ciò per rilevare che questo o quello per noi pari sono, in
riferimento alle responsabilità amministrative. Il problema non
è il singolo consigliere ora chiamato in causa, ma una classe
politico-amministrativa nella sua interezza. Hanno tutti uguali
responsabilità per i danni causati alla città. Sollevammo il
caso Papadia, ma nessuno ha risposto. Come nessuno rende conto
per i milioni di euro sprecati nei lavori del Monastero di S.
Chiara, come nessuno si preoccupa dell'area della Vallicella
occupata ormai da anni da un manufatto diventato architettura
modernista, come nessuno ha pagato per il disastro della sanità
locale. E potremmo continuare, perché Sezze è ormai da anni un
esempio di pessima amministrazione, per non dire altro. Non a
caso proprio questa città è stata oggetto anche di una
invasione terzomondista, extracomunitaria e comunitaria, che non
ha riscontri altrove, con tutti i risvolti negativi che essa ha
prodotto sull'economia locale e sulla qualità della vita. Qui
si è concentrato un coacervo di interessi contro il quale solo
il Mlis si è schierato.
Troppo facile chiedere dimissioni cavalcando un'onda favorevole,
difficile mettere la faccia nel denunciare fatti e misfatti ,
facendo nomi e cognomi.
Silenzi
sugli sprechi di Sezze
11
maggio
2014
L’ennesima inaugurazione fatta in periodo preelettorale ci offre il destro per ritornare sulle denunce relative agli sprechi di denaro pubblico che hanno interessato e continuano ad interessare il Comune di Sezze. Ci riferiamo a quella, strombazzata nei giorni scorsi, del complesso tennistico di Via Piagge Marine, bloccato a causa di evidenti responsabilità amministrative per anni. Con un ennesimo finanziamento di 180milioni di euro gli amministratori locali hanno affermato, autoincensandosi, di “avere sanato una ferita inferta al territorio”.
Verrebbe da dire, spontaneamente: da chi? La risposta è implicita nella domanda. Ma quello che ci preme sottolineare è che le responsabilità vanno riferite non solo all’utilizzo di questa ultima tranche di denaro pubblico, ma allo spreco totale, che si aggira attorno agli 800mila euro. Inutile ricordare che nessuno, almeno finora, è stato chiamato a risponderne. Chi paga è solo Pantalone. Come Pantalone ha pagato e continua a pagare per tutti gli altri scandali spalmati in questo ambito dei Lepini e della Pianura Pontina.
Ci si dimentica troppo facilmente del Monastero delle Clarisse, cantiere aperto ormai da quasi 20 anni, che sta costando alla comunità, fino ad oggi e ad opera ben lontana dall’essere portata a termine, circa 6milioni di euro. Anche per questa non ne risponde e continuerà a non risponderne nessuno? E Palazzo Pitti? Ci si è dimenticati di questa sede che ha ospitato per decenni le scuole elementari ed un teatro comunale? Qui addirittura siamo arrivati a contare almeno un paio di rifacimenti della facciata ed altrettanti delle coperture.
Tutto questo quando gli interni sono ancora da ristrutturare. Capitolo a parte è quello che riguarda la struttura del popolare Anfiteatro, ormai dal Mlis fatto passare alle cronache, dopo mille battaglie, come Ecomostro. Una colata di cemento che sfiora ormai i 3milioni di euro, per la quale, a seguito del nostro impegno, la comunità europea ha chiesto la restituzione del finanziamento molto impropriamente, per usare un eufemismo, utilizzato. Ma soprattutto gridano vendetta i circa 80milioni di euro bruciati per la cosiddetta “nuova” 156.
La vicenda è ormai nota in quanto portata alla ribalta nazionale dal nostro Movimento sulle più importanti emittenti televisive. Quando verranno affrontate nelle giuste sedi queste vergognose situazioni? Eppure continua ad esserci chi ha la faccia tosta di specularci sopra rimpallandosi responsabilità. Le responsabilità, enormi perché riferite a fiumi di denaro bruciato, sono trasversali. Lo testimoniano i fatti, che hanno visto i politici locali di tutti gli schieramenti, silenti, dopo aver determinato con i propri atti l’iter di questi disastri. Su queste vicende, come su tante altre di cui torneremo a parlare, tace la vecchia politica e fa orecchie da mercante la nuova.
M5S
e territorio pontino
22
aprile
2014
Il Movimento 5 Stelle, in provincia di Latina, non
ha presentato candidature locali per le prossime elezioni al
parlamento europeo. Eppure il risultato dei grillini alle
politiche del 2013, in territorio pontino, aveva rappresentato
la vera sorpresa, con un 25% circa tra camera dei deputati e
senato, che aveva lanciato il movimento al secondo posto subito
dopo il PDL. Un esito elettorale che ha condotto ad una forte
rappresentanza, con ben due senatori ed un deputato. Questa
"ritirata", che lascia il campo libero ad altri
partiti rappresentati da candidati locali, potrebbe meravigliare
osservatori meno attenti, ma non certo chi ha seguito con
attenzione non solo la superficiale attività provinciale degli
eletti M5S, ma soprattutto quella di chi li ha preceduti
fregiandosi del titolo di "giustizialisti". Ci
riferiamo evidentemente e volutamente all'Italia dei Valori,
giustizialista nelle politiche nazionali ed estremamente
"disattenta" rispetto a quanto avveniva di grave in
provincia di Latina. Provincia in cui si respira da decenni un
diffuso clima di consociativismo, che porta i diversi partiti a
garantire uno status quo nel quale gli interessi reciproci
vengono comunque tutelati. Atteggiamenti questi, che hanno
favorito infiltrazioni di ogni tipo ed una degenerazione della
politica troppo spesso collusa nel silenzio generale. Anche il
PD non ha candidati locali per le europee, ma questo, per un
partito ormai "istituzionale", stupisce meno. La
partita si gioca su tanti tavoli ed evidentemente i "dem"
hanno giocato le loro carte, ben sapendo quali saranno i
rientri. Il M5S si è già adattato a questi equilibri, a questo
clima ed a questi metodi?
Papadia,
Sezze e l'extraterritorialità
1
aprile
2014
Non ci interessa minimamente entrare nel merito di
una querelle che vede impegnati gruppi di interesse contrapposti
all'interno del Comune di Sezze. Ma l'utilizzazione, a scoppio
ritardato, di certi argomenti anni fa censurati, ci riferiamo al
"caso Papadia", non può esimerci dall'intervenire.
Per un motivo molto semplice: nell'estate del 2012 è stato
Movimento libero Iniziativa sociale, con una serie di interventi
pubblici, a sollevare la questione di quel "consulente
senza titoli" che da anni faceva sentire tutto il peso
della sua azione nell'ambito dell'ente, pur non avendo le carte
in regola. Il caso fu segnalato da Mlis al gruppo radicale, che
ne fece oggetto di interrogazioni a livello regionale all'allora
presidente Polverini, ed
anche parlamentare all'allora presidente del Consiglio Mario
Monti, tramite Rita Bernardini.
Il Movimento indirizzò tramite una campagna stampa
locale, interrogativi ben precisi all'indirizzo del sindaco
Andrea Campoli. Si trattava di questioni estremamente rilevanti
e gravi per il Comune, questioni che in altri enti hanno
condotto all'apertura di inchieste giudiziarie. A Sezze, la
delicata problematica si è invece scontrata contro un muro di
silenzi, cosa che ci condusse a definirlo il "Comune delle
tre scimmiette", dove nessuno vede, sente e tantomeno
parla. Risposte non ne arrivarono, a nessun livello, ed a
tutt'oggi sulla questione Papadia sembra essere caduta una
cappa. Muto è stato il sindaco Campoli e muto continua ad
essere. Muti tutti i consiglieri comunali, di tutti gli
schieramenti e muti continuano ad essere. Muti i funzionari,
muti i dipendenti. Come per altri gravissimi problemi, si è
cercato, forse riuscendoci almeno finora, a far passare tutto
nel dimenticatoio. Si confida sempre in quella sorta di stato di
"extraterritorialità" di cui
gode Sezze ormai da decenni.
Il
sindaco Campoli prende in giro Sezze
20
febbraio
2014

Campoli alla manifestazione delle piccole e medie imprese
del 18 Febbraio 2014
A Roma sono scesi in piazza i Piccoli: piccoli
imprenditori, commercianti e artigiani. Soffocati dalle tasse,
hanno espresso civilmente le difficoltà di un settore che ha
visto chiudere nel giro di pochi anni migliaia di attività ed i
timori di chi sta tentando disperatamente di restare a galla.
Senza che lo Stato se ne sia occupato. Anzi, la sua presenza si
sta facendo sentire soltanto in negativo, a causa dei balzelli e
delle spremiture quotidiane che questi lavoratori debbono
sopportare, non solo da parte del governo centrale ma anche
dagli enti locali. Eppure, uno dei campioni nazionali della
spremitura, uno dei sindaci che sta applicando tributi locali ed
addizionali tra le più alte d'Italia, ha avuto la faccia tosta
(per non dire altro) di manifestare, con tanto di fascia
tricolore, insieme a loro. Ci riferiamo al "primo
cittadino" di Sezze Andrea Campoli, esponente del PD. Si
tratta dello stesso Campoli che ha costretto localmente i
Piccoli al pagamento di una salatissima IMU.
Ci preme ricordare che, in provincia di Latina, su
33 comuni soltanto 3 sono stati sottoposti al pagamento di
questa tassa. Tra essi il Comune di Sezze. I cui cittadini
stanno fra l'altro pagando un tributo sui rifiuti salatissimo,
che nel giro di poco tempo è più che raddoppiato. Per non
parlare dei costi degli altri "disservizi", a
cominciare da quello dell'acqua. Tutto questo sta avvenendo in
un territorio dove le attività gestite da italiani continuano a
chiudere o navigano in cattive acque, mentre vengono avviate
attività gestite da stranieri. Lungo le vie di Sezze sulle
vetrine di tante botteghe un tempo attive, fanno bella mostra
tanti "affittasi" e "vendesi". L'unico
rapporto esistente in loco tra amministrazione ed attività è
quello legato al pagamento dei pesanti tributi. Se esiste un
assessorato o un settore commercio ed attività produttive, di
tutto si sta occupando tranne che degli interessi del popolo
delle partite IVA. Perché ai tributi elevatissimi non
corrisponde una elargizione di servizi.
L'immagine della città è devastante, i palazzi,
anche storici, sono abbandonati, la gestione dei rifiuti è
carente, non esistono parcheggi, scarsa è l'illuminazione, la
sicurezza latita da tempo, il paese, in particolare il centro
storico, è nel degrado anche a causa di un fenomeno
immigratorio incontrollato. Contro chi è andato a protestare il
sindaco Andrea Campoli? Contro se stesso? Contro la sua
amministrazione? Contro il suo governo centrale? Contro il suo
governo regionale? Contro l'ammucchiata provinciale? La sua
presenza a Roma è stata offensiva per coloro che stanno
soffrendo la crisi, in particolare a Sezze, e risulta solo una
presa in giro. Un sindaco serio, di fronte alle difficoltà
degli imprenditori avrebbe dovuto almeno sospendere il pagamento
dell'IMU e della tassa rifiuti. Sarebbe ora che la gente
iniziasse a capire con chi ha a che fare.
Segreto
di Stato sul Corradini?
10
febbraio
2014
Ma sull'asse del patrimonio immobiliare del
Conservatorio Corradini è stato forse posto il segreto di
Stato? Sono mesi che Movimento Libero Iniziativa Sociale, anche
a seguito della sentenza della Corte di Cassazione che ne ha
definito la proprietà, che è pubblica, chiede che venga reso
noto non solo il suo attuale stato, ma anche gli eventuali
cambiamenti di disponibilità nel corso degli anni che
potrebbero averlo interessato. Appare strano che gli attori
principali della vicenda e gli enti in essa coinvolti, dal
consiglio di amministrazione del Conservatorio al Ministero
della Pubblica Istruzione, stiano mantenendo, dopo quella
sentenza, ampiamente pubblicizzata dai media, e dopo le nostre
pressanti richieste finalizzate alla trasparenza della gestione
di quel patrimonio, il più stretto riserbo.
Trattandosi di patrimonio pubblico, cosa sta
impedendo di divulgare il suo ammontare attuale e gli eventuali
cambiamenti del suo stato, dalla fondazione del Corradini ad
oggi? A noi, come cittadini, non sembra di avere inoltrato una
richiesta improponibile. Ci è semplicemente sembrato giusto, al
fine di fare chiarezza su un insieme di beni che a detta di
coloro che ne avrebbero curato gli interessi è ingente,
intervenire, a proposito, ai soli fini di avere un quadro
preciso della situazione, di sapere
come i diversi cda li abbiano amministrati, di conoscerne
le rendite e la loro destinazione, di essere informati su
eventuali transazioni. Nel solo interesse della comunità. Che
cosa c'è di strano in questo? Non è normale cercare di saperne
di più relativamente ad un patrimonio pubblico di cui tutti
parlano, ma che nessuno realmente conosce? Al Mlis sembra di
avere inoltrato delle richieste normalissime e del tutto
legittime. I silenzi della "controparte" cominciano
però a farci sospettare che forse queste domande hanno dato
fastidio a più di qualcuno. A costoro, chiunque essi siano,
deve essere chiaro che proprio atteggiamenti omertosi come
questi ci spingono
ad andare fino in fondo.

La
disinformazione de Il Messaggero e di Latina Oggi
16
gennaio
2014
Il
quotidiano "Latina Oggi"
ha riportato le esternazioni del consigliere comunale di Sezze
Roberto Reginaldi,ex Api, oggi Forza Nuova dopo l'ennesimo salto
della quaglia, di forte indignazione nei confronti delle
aliquote Tares applicate nel comune lepino. Si tratta di
affermazioni condivisibili, se
non fosse che, circa un mese fa, in sede di approvazione
del bilancio quell'amministratore si è astenuto. Cioè,quando
poteva opporsi veramente votando contro, si è defilato. E' un
atteggiamento che non stupisce
Movimento Libero Iniziativa Sociale. Infatti da tempo
denunciamo le manovre poco chiare, come l'arrivo a Sezze di
Roberto Fiore, segretario nazionale di FN, che stanno
interessando l'area pontina.
Dopo
la pubblicazione sul nostro sito lavocelibera.it di un articolo
controinformativo rispetto alla vicenda dei cosiddetti
"Forconi", che ha visto il consigliere in questione
balzare agli onori delle cronache nazionali, dal titolo "Calvani
& C.", abbiamo atteso qualche tempo prima di
intervenire nuovamente. Sapevamo che la verità sui protagonisti
di una vicenda artatamente pompata, non avrebbe trovato
ospitalità sulla stampa. Volevamo verificarlo. Il pezzo è
stato inviato anche alle redazioni provinciali de Il Messaggero
e Latina Oggi, ma non
è stato pubblicato. Eppure, come chiunque può leggere sul
sito, l'articolo, corredato da foto, non spara tesi infondate e
non fa illazioni, ma riporta fatti. Tra i fatti riportati c'è
anche la denuncia dell'astensione di quell'unico consigliere
comunale di Forza Nuova nel Lazio relativamente all'approvazione
del bilancio 2013 del comune di Sezze, da noi definito
affamatore di popolo.
Come
questa, nell'articolo evidenziamo altre contraddizioni. Come
definire personaggi che da una parte tuonano contro gli sprechi
e dall'altra inaugurano, insieme all'ex assessore regionale
Vincenzo Maruccio, un monumento allo spreco come
la SR
156? Evidentemente queste scomode verità non debbono passare.
Mentre vengono pubblicate false notizie, che devono travisare la
realtà dei fatti. "Calvani & C." è stato inviato
alle redazioni un
mese fa. Nel frattempo abbiamo avuto modo di parlare in più
occasioni anche con il direttore de Il Messaggero, che ci ha
dato ampie rassicurazioni. Infatti l'articolo non è stato
pubblicato. Però Latina Oggi pubblica la notizia della falsa
indignazione di quel consigliere di Sezze sulla Tares.
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