il
gruppo "In Difesa dei Beni Archeologici" di
Sezze
presenta
Concerto
del Coro InCantu
all'Arnalo dei Bufali
con
l'archeologo Michelangelo La Rosa e il Coro InCantu diretto dal
M° Carlo Marchionne
Appuntamento
domenica
3 dicembre con partenza alle ore 9,00 e
ritorno alle ore 12,30.
Distanza
da percorrere circa 4 Km di
sterrato,
andata e ritorno compreso.
Sono
necessari scarpe antiscivolo, abbigliamento adeguato e acqua al
seguito.
Luogo
dell’appuntamento in
località Ponte Ferraioli (via Migliara 47) presso il parcheggio del
ristorante "Da
Angeluccio"
(per chi è intenzionato
a pranzare prenotazioni
allo
0773 899146)
Lungo
il percorso e nei
pressi del sito
preistorico
gli archeologi Michelangelo La Rosa
e Vittorio Mironti
illustreranno gli aspetti culturali e scientifici dei luoghi, mentre all'Arnalo dei
Bufali il
Coro InCantu diretto Maestro Carlo Marchionneeseguirà alcuni
brani.
Al
termine della passeggiata di domenica 3 dicembre, di
ritorno dall'Arnalo dei Bufali, nello spazio esterno del ristorante “Da
Angeluccio” verrà servito un pranzo al buffet che
comprenderà: carne mista alla brace, contorno di verdure di
stagione, crostini, vino e acqua al costo di
15 euro.
È
una occasione per scambiare idee e pareri selle nostre
passeggiate, sul territorio attraversato e sulle sue
caratteristiche, ma soprattutto sul valore che la frequentazione
di questi luoghi e la conoscenza della storia possono avere per
migliorare la qualità della nostra vita.
Per
partecipare al pranzo, previsto per le ore 13,00, è necessaria
la prenotazione che può essere
data entro e non
oltre le ore 17,00 di venerdì 1 dicembre.
In
caso di previsioni meteorologiche sfavorevoli (pioggia nella mattinata di domenica) sempre in data 1
dicembre, sia la passeggiata che il pranzo verranno annullati e comunicati
per mail e sulla pagina di www.setino.it
La
prenotazione del pranzo a buffet è possibiletelefonando
allo 0773 899146 e specificando "Buffet
passeggiata Archeologica".
La
passeggiata “Uomo
a phi, il simbolo più antico di Sezze”
rappresenta un tuffo nel passato alla scoperta
delle
prime tracce lasciate dall'uomo sul nostro territorio.
Nel tentativo di salvare un habitat naturalistico unico,
arricchito da un patrimonio archeologico inestimabile, le forze del
volontariato con il sostegno di esperti paleontologi e archeologi
tornano a visitare Il
riparo preistorico dell'Arnalo dei Bufali, dove nella primavera
del 1936 Alberto Carlo Blanc,
paletnologo italiano
(Chambéry 1906
-
Roma 1960) professore di paletnologia all'Università di Roma, presidente dell'Unione internazionale delle scienze
preistoriche, ha
scoperto il dipinto rupestre dell'Uomo a Phi in un complesso naturale vicino al
tracciato della vecchia linea ferroviaria Toppitto, immerso in un paesaggio
carsico caratterizzato da numerose grotte e ripari.
La
manifestazione ha il patrocinio dell'Ente Comunale e cosa
molto importante gode del benestare della Soprintendenza ai Beni
Archeologici e Paesaggistici del Lazio, nonché il permesso dei
proprietari dei luoghi interessati.La
partecipazione alla passeggiata, come ogni altra iniziativa del gruppo, è
gratuita ed aperta a tutti.
Un
ambiente unico, ricco di storia che si trova tra Il
fiume Ufente
e le ultime formazioni rocciose dei Lepini.
Dove
il vitigno Setinum
si abbraccia al fico nano ed il riparo preistorico
aspetta il ritorno dell'Uomo
a phi.
Tratto
della relazione originale di Balnc edita 1939, qui sotto alcune fasi
della scoperta
Nel
quadro "L'alba dell'umanità", del pittore Franco De
Franchis,
è ben riprodotta una scena a cui avrebbe potuto assistere il "Setino
del Neolitico".
E nonostante l'accanimento del "setino
moderno", la zona ha mantenuto
il fascino primitivo che caratterizza tutti i tracciati da noi
riscoperti, con la capacità di
riportare il visitatore in una epoca del passato, non meglio
precisata, in cui l'uomo viveva ancora rispettando la
natura.
In questa grotta i paleontologi Blanc, Breuil di Parigi, Pei di Pechino e
l'italiano Cardini, nel 1936 fecero la scoperta dell’uomo a phi
quì a fianco riprodotto.
Riconosciuto confrontandolo con i numerosi ritrovamenti fatti in Spagna appartenenti al
Neolitico,
il dipinto di Sezze ha circa 6.000 anni. La figura, ritrovata all'Arnalo dei Bufali in
Sezze, è alta 28,5 cm e larga 22,0
e si trova attualmente a Roma presso il museo "Preistorico-Protostorico del Lazio".
Ecco
il perché del nome "Arnalo dei Bufali"
a cura di Vittorio Del Duca
Le
mandrie di bufali, presenti da sempre nel territorio delle paludi
Pontine e citate già nel 1600 da G. Ciammarucone così come vengono
rappresentate nell'incisione di C.
Coleman del 1849,
(sotto) - aiutavano l'uomo a mantenere pulito dalle erbe acquatiche l'alveo dei
fiumi e dei canali, semplicemente nuotando oppure guadandoli. Il riparo
preistorico, abbandonato dall'uomo, diventò presto la dimora preferita
dai bufali e anche dai bovini che ancora
oggi stazionano in zona.
Il termine dialettale “Arnalo” o “Arnaro” è di etimologia incerta. Con ogni probabilità deriva da “arn”, termine celtico che sta ad indicare una o più incavature ai piedi di un costone roccioso, ospitante nella Preistoria uomini e animali, in seguito soltanto animali. Nel nostro caso, l’Arnalo dei Bufali, viene utilizzato dapprima ad indicare un riparo per bufali, utilizzati in passato per la loro mole nello spurgo di fiumi e canali, ma anche per intorbidire le acque e facilitare la pesca con le reti nel vicino
Ufente, più tardi anche ad indicare un riparo per greggi o buoi.
Nel basso Medio Evo è presente nella lingua italiana anche il termine “arna”, poi diventato “arnia”, ad indicare il ricovero naturale o artificiale delle api domestiche.
Da Arnalo o Arnaro, derivano i diminutivi dialettali riscontrabili nella toponomastica locale, Arnarello e
Arnariglio, quale si riscontra presso la località Archi S. Lidano (Stradone dell’Arnarello) e nella conca di Suso a ridosso della contrada Zoccolanti
(Arnariglio).
“Arnereglio” è invece un termine dialettale di uso agricolo: specie di piolo che nell’aratro serve da raccordo per le “recchie” (orecchie), manovrando le quali si può conferire al solco una larghezza maggiore o minore.