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Passeggiate archeologiche |
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Il cosidetto Tempio di Saturno |
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> 21 ottobre 2012 Passeggiata Aarcheologica > 6 dicembre 2014 Frana al Tempio di Saturno |
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Storie del Gruppo “In difesa dei Beni Archeologici” Servizio pubblicato nel Gennaio del 2022 con Stampe d'epoca, foto antiche, foto inedite della pulizia del 16 novembre 2012 e foto del sopralluogo del 17 febbraio 2013 a cura di Ignazio Romano e Vittorio del Duca Ma a Sezze dove si trova il Tempio di Saturno?
Stampa del 1834 di E. Dodwel - C. J. Hullmandel che ritrae la veduta a nord del c.d.Tempio di Saturno Chiediamolo ad Ercolidano, oggi sindaco di Sezze
Nozioni I ruderi di quello che i primi archeologi del XVII secolo chiamarono Tempio di Saturno, per la loro imponenza, sono verosimilmente da attribuirsi al basamento di una grande villa con cisterne, o forse ad una fortificazione a difesa della porta principale. Attualmente ricoperti da fitta vegetazione, consistono in un grande terrazzamento in opera quadrata bugnata, di forma rettangolare, largo oltre 70 metri, profondo 23 metri e alto circa 13 metri. Risalente all'epoca sillana con la sopraelevazione di strutture in opera incerta, a questa stessa epoca risalgono gli ambienti, quasi scomparsi quelli centrali, coperti a volta, forse cisterne, risultano addossati alla fronte del monumento. Nell'immagine aerea si riporta la posizione del sito archeologico che si trova all'ingresso del paese, in gran parte coperto dalla vegetazione e situato tra la Via Nuova e Via del Mattatoio.
IL TEMPIO DI SATURNO
Il Ciammarucone prosegue nella narrazione affermando che diventato Saturno, “Re e Signor Supremo degli Aborigini” volle che quella regione fosse chiamata “Latio, à latendo” piuttosto che “Saturnia, à Saturno” e ciò in segno di omaggio e gratitudine al luogo in cui aveva trovato “grato ricetto e sicurezza” sfuggendo così all’ira del figlio Giove, re di tutti gli dei. Riguardo al luogo preciso in cui Saturno avrebbe posto la sua dimora, il Ciammarucone cita la historia scritta da Monsignor Gonzaga, Vescovo di Mantova, “De origine Relligionis Franciscanae”, secondo cui il sito si sarebbe trovato ”in un ameno colle, lontano doi miglia da Bassiano, e cinque da Sermoneta” e così ne deduce che fosse il colle di Sezze, argomentando che mai “alcun vestigio antico di ruinato edifitio” fu ritrovato a tali distanze in altri luoghi, e che mai diversamente scrissero gli antichi e moderni scrittori. Anzi, il Ciammarucone conclude dicendo: “Il colle dunque sul quale è posta la nostra Sezza, e dove dalla sua fuga arrestò il passo, e vi ebbe grato ricetto il gran Saturno, diede la nobilissima denominanza di Latio, a tutta quella Prouincia, dalla quale gl’abitatori suoi furono poi detti Latini, nome che ha riempito di stupore la terra, e di terrore il Mondo. Habbiamo qui per tradizione antica, che Saturno, alzasse nella sommità di questo bel colle, a foggia di Torre, un’alta e smisurata mole, di quadrati sassi, della quale à pena à dì nostri se ne veggono le ruine, affinchè questa servisse (per quel ch’io stimo) con l’eternità della struttura, all’eterna memoria dell’Hospitio..” Saturno però, dice Ciammarucone, non è il fondatore di Sezze, perché “dopo molte centurie di anni già scorsi dall’arrivo di Saturno” arrivò su questo colle “Hercole il domator de mostri” che “hauendo debellata la Spagna, se ne venne poi in queste contrade, e fu il primiero fondatore di Sezza”.
Così nel 1704 appariva il Tempio di Saturno raffigurato dal Corradini in Vetus Latium profanum & sacrum Questa del Ciammarucone è la più antica testimonianza resaci su Sezze e sul Tempio di Saturno; ad essa segue quella del cardinale Pietro Marcellino Corradini in “De civitate et Ecclesia setina” del 1702 (cap.I pag. 11 -12) e dello stesso autore “De primis antiqui Latii populi” del 1748 (tomus II caput III da pag 20 a pag. 28). Il Corradini parla dell’esistenza di una iscrizione lapidea che il Ciammarucone invece non riporta: SATVRNO PROFVGO SACRVM Questa iscrizione viene confermata in tempi a noi più vicini da Filippo Lombardini in “Storia di Sezze” – 1876, il quale testualmente dice: “Fino al 1844 esisteva nell’atrio del palazzo municipale l’iscrizione trasportata da quel tempio: SATVRNO …S ” mentre il prof. Vincenzo Tufo in “Storia antica di Sezze” -1908 , sempre a proposito del tempio di Saturno (pag. 58) racconta : “Ultimamente esaminandosi da persona tecnica gli avanzi, si mise fuori l’opinione che siano stati antichi serbatoi di acqua, di cui la città deve aver avuto sempre bisogno specialmente nel passato, in cui mancava la fontana. Sull’esistenza del tempio di Saturno a Sezze, e sulla sua ubicazione non sarebbe caduto dubbio alcuno se l’iscrizione SATVRNO. PROFVGO. SACRVM. che si sarebbe rinvenuta fra gli avanzi descritti, non fosse stata riconosciuta falsa” (C.I.L.F.A. 902.). Cala così per sempre il dubbio su una bella storia cui ci sarebbe piaciuto credere, ma ci consola il fatto che gli autori antichi che hanno scritto su Sezze, parlano di una “Porta Saturnia” come ingresso al paese dall’antica via Setina, ancor prima di Porta Romana. Il Tufo, più esplicitamente dice che la via Setina “finiva alla porta Saturnia presso l’attuale chiesetta di Santo Sosio” (op.cit. pag. 46). In virtù di questo, se la toponomastica è il posto in cui la tradizione popolare meglio conserva la memoria, dobbiamo credere che a Sezze il tempio dedicato a Saturno sia esistito veramente, pur non escludendo che in tempi successivi possa essere stato trasformato in serbatoio per l’acqua. Anche la muratura è per un tratto di costruzione pelasgica e per l’altro romana, al che se ne deduce che l’edificio fu ricostruito in epoca posteriore. Sequenza di immagini storiche del cosidetto Tempio di Saturno
Stampa del 1834 di E. Dodwel - C. J. Hullmandel che ritrae la veduta a sud del c.d. Tempio di Saturno
Foto eseguita ai primi del '900 che ritrae la veduta a sud del c.d. Tempio di Saturno
Foto eseguita ai primi del '900 che ritrae la veduta a nord del c.d. Tempio di Saturno
Foto antica che ritrae la parte frontale del c.d. Tempio di Saturno
Foto anni '70 che ritrae la parte a nord e quella frontale del c.d. Tempio di Saturno
Foto eseguita il 21 ottobre 2012 che ritrae la parete a nord del c.d. Tempio di Saturno
Foto eseguita il 21 ottobre 2012 che ritrae un blocco mancante nella parete a sud del Tempio di Saturno
Una delle enormi cisterne frontali che compongono la grande struttura di circa 3200 metri quadri
Foto inedite della pulizia e messa in sicurezza del 16 novembre 2012
Pulizia del canale di scolo delle acque meteoriche nel lato sud del sito archeologico
Messa in sicurezza dell'angolo sud del c.d. Tempio di Saturno con riposizionamento di un blocco di calcare
Pulizia delle grandi cisterne che si trovano sul lato frontale della struttura
Lato a nord del c.d. Tempio di Saturno con addossata una pericolante scala in cemento
Sopralluogo del gruppo con rilievi del 17 febbraio 2013
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