La Villa Antoniana

Sezze che scompare

L'ennesima testimonianza del disinteresse verso le ricchezze storiche nei nostri luoghi

Sezze, 13 marzo 2005

di Ignazio Romano

E’ l’ora del Turismo: ma sono anni che lo sentiamo ripetere

Da più parti, nella provincia di Latina, si individua nel Turismo il motore per far ripartire lo sviluppo dell’economia locale. Oramai da diversi anni si sente parlare solo di grandi progetti e di ingenti fondi disponibili per l’ambiente, per la cultura e per la produzione locale. Puntualmente nei convegni e nei congressi, il più delle volte tenuti a ridosso delle elezioni, i politici trovano soluzioni meravigliose agli annosi problemi della provincia, tenendo armoniosi discorsi dove la formula “magica” è sempre la stessa: uno sviluppo economico possibile attraverso una intelligente industria del Turismo, che sfrutti le opportunità provenienti dal bacino romano e con un’attenzione particolare per l’ambiente e la cultura.

Tutto molto bello ed accattivante, soprattutto agli occhi di quei cittadini, anziani, giovani, donne o comunque potenziali elettori, a cui però non si spiega mai il motivo del continuo degrado ed impoverimento del nostro territorio, mentre si continua a proclamare che: “E’ l’ora del Turismo”. 

I fatti parlano chiaro: negli ultimi cinque anni sono stati investiti nella regione Lazio più di 1.000 milioni di euro, tutti per il per il Turismo, a fronte di un livello occupazionale del settore che nella provincia di Latina tocca appena un misero 2%.

Veramente poco per una provincia che si vorrebbe a vocazione turistica. Sinceramente stentiamo a riconoscere quei progetti realizzati con i fondi pubblici per favorire il Turismo, ed anche le politiche volte ad educare il cittadino alla mentalità dell’accoglienza sono impercettibili. Nel solo comparto dei monti Lepini, e per il solo progetto denominato Sviluppo Turistico Integrato dei Lepini -STILe- finanziato dalla Comunità Europea, tra il 2000 ed il 2006 sono stati stanziati 40 milioni di euro. Ma provate a trovare tracce di tali finanziamenti nei paesi, sui siti di interesse culturale o in qualsiasi posto del territorio dove pensate che sarebbe opportuno investire per il Turismo. Sono pochi gli esempi positivi, insufficienti per parlare di sistema. In questa pagina il Portale segnala l’ennesima emergenza archeologica, uno dei tanti soggetti che meriterebbe attenzione, ma per cui stranamente non sono mai state trovate risorse.

Per concludere, la prossima volta che ascoltiamo un politico che si riempie la bocca di Turismo, Cultura e Ambiente, impariamo a diffidare; forse sta confondendo il Turismo con una bella poltrona istituzionale. Nel frattempo la provincia di Latina continua a restare nelle ultime posizioni delle graduatorie che valutano la qualità della vita.

la "Villa Antoniana"

Nell'area dei Monti Lepini la storia è stata molto generosa, ed ha disseminato il territorio, già ricco di spetti naturali, di tesori che testimoniano i primi vagiti di quello che sarà ricordato per

sempre come il più grande impero al mondo: "L'impero romano"

Qui si parla, in modo particolare, di un'altro tesoro abbandonato a se stesso, e che ora rischia di scomparire. Stiamo parlando di quello che più di duemila anni fa (I sec a. C.) secondo gli studi fatti dal professore Luigi Zaccheo e da sua moglie F. Pasquali, che sono stati pubblicati nel 1970 a cura dell'amministrazione comunale sul libro - SEZZE GUIDA ALL'ANTIQUARIUM E AI MAGGIORI MONUMENTI -, doveva essere la "Villa Antoniana"

Costruita alle pendici dell'omonimo monte, a Sezze chiamato Antignana, la villa secondo Zaccheo avrebbe influenzato la toponomastica dando il nome alla montagna. Fu il triumviro M. Antonio che volle farsi costruire, su uno degli assi viari più importanti dell'epoca, la villa i cui resti non sono mai stati oggetto di scavi ne di studi approfonditi. 

La via su cui sorge la villa, esistente già in epoca volsca, collegava Roma con Anxur (Terracina) passando per i colli Albani e unendo importanti colonie romane come Cora, Norba e Setia. Lungo il suo tracciato, di recente tornato alla ribalta per un progetto che lo vede come percorso turistico, si trovano molti ruderi e ville di epoca romana in totale abbandono.

cliccando in alcuni punti della cartina qui riportata si possono visitare i servizi correlati

Ricordiamo la Villa "Le Grotte"  oggetto di un'inchiesta fatta dal Portale nel 2002 insieme a Giovanni Rieti. L'antico tracciato usato dai volsci restò importante  anche dopo la costruzione dell'Appia . Infatti i romani preferivano percorrere la più salubre e sicura pedemontana invece che rischiare la malaria sulla "regina viarum" certo più breve ma spesso allagata.

Studi più approfonditi e scavi archeologici sul posto non sono mai stati fatti, come abbiamo già detto, ed oltre alla descrizione del professor Zaccheo non ci resta che osservare le immagini di come i resti della costruzione romana ci appare oggi. Guidato da Francesco Di Emma (nella foto), proprietario del terreno su cui sorge il rudere, sono riuscito a riprendere queste immagini che testimoniano il degrado continuo delle strutture. Dal 1970 ad oggi molte sono le parti murarie che sono crollate. Questo significa che, se vogliamo salvare qualcosa, utile da far vedere all'ipotetico turista interessato all'affascinante percorso, dobbiamo fare presto e soprattutto fare sul serio: progetti su carta, annunci sui giornali e proclami elettorali servono a poco quando ci si trova davanti all'emergenze qui evidenziate. Seguono le foto eseguite domenica 13 marzo 2005.