Titta Zarra

Associazione Culturale MONDOTEATRO

31 marzo 2003 -  ore 20,45                                                                      Cattedrale di Santa Maria

Sezze riscopre il Dramma Sacro

 Associazione Culturale MONDOTEATRO  in collaborazione con APT di Latina

  presenta

lettura interpretativa del dramma in due atti

LUTERO

di TITTA ZARRA

(novità assoluta)

In occasione della presentazione

dell'ISTITUTO DEL DRAMMA SACRO

promosso da:

Comune di Sezze - Provincia di Latina

Associazione Culturale Mondoteatro

Associazione Passione di Cristo

Centro Studi Titta Zarra

Prende concretamente il via l’Istituto del Dramma Sacro, promosso dal Comune di Sezze, dalla Provincia di Latina, dall’Associazione Culturale MONDOTEATRO, dall’Associazione Passione di Cristo, dal Centro Studi Titta Zarra.

L’Istituto avrà sede nel Comune di Sezze ma intende aprirsi, con le proprie attività, al mondo.

Infatti l’istituto concepirà il concetto di “Sacro” nella sua più ampia accezione, attento perciò a sensibilità confessionali e religiose diverse, nella convinzione che in una società sempre più multiculturale, la conoscenza di aspetti culturali e rituali di religioni diverse, può essere di valido aiuto per la realizzazione di una compiuta convivenza democratica.

PERCHE’ SEZZE?

Due sono le ragioni principali: perché da sempre Sezze (patria del commediografo Titanio-II secolo a.c. e del poeta Valerio Flacco-I secolo d.c.) ha unito l’aspetto teatrale a quello religioso, testimoniato nei tempi moderni dalla grande Processione del Venerdì Santo.

La seconda ragione nasce dall’intento di recuperare un’attività spettacolare che un sacerdote e commediografo di Sezze, don Titta Zarra, aveva portato avanti negli anni 50.

Abbiamo identificato quattro settori di intervento cui bisognerà poi dare i contenuti culturali ed operativi:

a)      - Un settore culturale di studio e ricerca sul Dramma Sacro in Italia ed all’estero, con un concorso europeo per autori di testi teatrali

b)      - Un settore editoriale con una rivista “IL DRAMMA SACRO” su cui pubblicare non solo i risultati degli studi e delle ricerche sul teatro sacro, ma anche testi teatrali, e che possa essere punto di incontro per un dibattito aperto al contributo di studiosi, critici, autori, artisti del mondo dello spettacolo.

c)      - Un settore organizzativo e promozionale che realizzi eventi di valore come il “FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL DRAMMA SACRO” aperto a proposte di gruppi di artisti di religioni diverse.

         - Un settore produttivo che, prevedendo anche forme di coproduzione, realizzi uno spettacolo all’anno, di livello professionistico, in grado di entrare nei circuiti teatrali nazionali ed internazionali.

Si tratta di una grande sfida rivolta alla assai poco confortante generale pigrizia culturale ; ma l’interesse con cui il mondo teatrale anche istituzionale sta guardando a questo progetto, ci spinge a lavorare per realizzare gli obbiettivi che ci siamo proposti:            

                                                                                                            Il Direttore Artistico Luigi Tani

Un momento del dramma: Luigi Tani e Franco Oppini

                                                                                                      

Luigi Tani

Franco Oppini  

Il Dramma Sacro nel “dramma setino”

Lunedì 31 marzo 2003 nella cattedrale di Santa Maria di Sezze, alla presenza – ahimè – di un pubblico a dir poco sparuto, l' Istituto del Dramma Sacro ha fatto il suo esordio ufficiale. E' stato così possibile assistere all'ultimo dei capolavori del compianto don Titta Zarra : (1917 - 1969) Lutero. Tale opera, scritta nel 1968, cioè a meno di un anno dalla  tragica scomparsa dell’autore, è stata finalmente allestita dall’ Accademia Culturale MONDOTEATRO, sotto la direzione artistica di Luigi Tani, amico e grande estimatore di don Titta. Tale uomo di spettacolo, dopo aver già portato in scena a Sezze, nel giugno 2001, una precedente opera di Zarra - "Il miracolo del Corporale" - ha voluto cimentarsi nell’allestimento di questo semi-sconosciuto “Lutero”, dramma in tre atti, allestito in questa occasione sotto forma di dialogo a sette voci recitanti ed una narrante (pre-registrata).

Il lavoro teatrale si è felicemente rivelato, nel suo drammatico sviluppo dialogico, come un’arguta sintesi dell’eresia “luterana”, focalizzata e sviscerata pretestuosamente nel penoso intrigo amoroso di due emblematici personaggi, due religiosi agostiniani: la monaca Kate e il frate Karol, due diabolici amanti, seguaci dell’eresia luterana e vittime della scomunica papale. Sullo sfondo, anzi nell’interiorità  di questa personale e tragica vicenda umana, è collocato lo storico e contrastato confronto fra il Cattolicesimo di fine “cinquecento” e l’esplosiva natura protestante del Luteranesimo.

Nell'atmosfera gotica della cattedrale di Sezze, sapientemente illuminata per l'occasione, le parole dell'opera religiosa  sono risuonate come musica celestiale. I pochi presenti hanno potuto rivedere, grazie alla bravura degli attori, (al fianco della pagina ripresi durante la recita del dramma sacro) la figura dello scomparso parroco setino. 

Ricordiamo commossi la figura di don Titta chino sullo scrittoio della sacrestia di Santa Parasceve ( con la sua tonaca nera davanti a tanti fogli scritti e riscritti, illuminati da una debole lampada ad incandescenza ) con la vena artistica che sgorgava dalla sua penna (che Paolo VI definì "D'Oro"), intento a dar vita a pagine dense di sentimento e ragione, pagine che tanto colpirono il mondo dell'arte di quegli anni (Titta Zarra scrive testi teatrali dal 1941 al 1968). 

E mentre Don Titta riproponeva nelle sue prediche domenicali quella saggezza che gli proveniva dagli studi fatti, con parole povere rivolto ai suoi amati parrocchiani, a Sezze le “chiacchiere” e le discussioni di strada coprivano la vera essenza del drammaturgo, mai compreso sino in fondo.

Molte delle persone, tra quelle che attonite assistettero al suo funerale (34 anni fa) ieri sera erano presenti. Quel giorno di marzo fu un giorno di lutto per il teatro italiano; nella cattedrale di Santa Maria c'erano tanti personaggi del palcoscenico e tanti furono i messaggi di condoglianze! Eppure ci sono voluti 33 anni prima di rivalutare le opere di Zarra, prima che si arrivasse ad intitolargli il Palazzo della Cultura ed a riproporre a Sezze i suoi lavori.

Oggi il paese ha dimenticato il suo "discusso" concittadino, e si è disaffezionato alla cultura del luogo. Lo so che queste sono parole pesanti che nessuno vuole dire ma questa è la mia personale reazione davanti a quelle panche vuote di ieri sera. Ma non tutti lo hanno dimenticato ! …E per fortuna l'obiettivo della mia foto-camera è rimasto, per tutta la durata dell'opera, puntato sui volti degli attori, impegnati nel tirar fuori tutta la potenza e la dolcezza della parola scritta . Così ho potuto concentrarmi sulle loro espressioni, sulle parole del dramma che minuziosamente "fotografano" quel parroco, incombente con tutta la sua bontà e in tutta la sua voglia di conoscere. Questo è il vero messaggio di Don Titta.

Luigi Tani ha strappato al Presidente della Provincia Paride Martella, intervenuto appositamente alla manifestazione, una onerosa promessa: quella di garantire i fondi necessari al costituendo Istituto del Dramma Sacro per la realizzazione di un vasto programma  culturale. Francesco Petrianni inoltre, nella nuova  veste di Direttore della rivista "Il Dramma Sacro" e in qualità di funzionario comunale, ha annunciato il riconoscimento di un finanziamento regionale di circa 2 miliardi e mezzo di vecchie lire, per la ristrutturazione di quel complesso architettonico che a Sezze è conosciuto con il nome di "Anfiteatro". 

Certo, dopo venti anni di oblio, sarà necessario riavvicinare i sezzesi alla cultura dello spettacolo. Indipendentemente da come vogliamo chiamare il Teatro Sacro Italiano : non è certo nel nome la difficoltà e neppure sta nelle belle parole la volontà di ridare a Sezze arte e cultura. Sarà necessario riportare in auge, su quelle gradinate, la vita sociale del paese così come verificatosi negli ultimi cinquanta anni. Di buono c’è che il mondo culturale setino è in fermento e questo, in modo particolare per il seme gettato da Titta Zarra, lascia ben sperare.

I. Romano con la più stretta collaborazione di C.L. Abbenda

 Francesco Petrianni

Paride Martella

Gli attori in ordine alfabetico

LIVIA BONFANTI - EDUARDO ENRICHI - IVANA GIORDAN - FRANCO MORILLO

LORENZO PIANI - LUIGI TANI - FRANCO OPPINI

voce narrante di  STEFANO DE SANDO

regia  LUIGI TANI

consulenza musicale  ANDREA ORLANDO

effetti sonori e fonica  MAURIZIO MANTOVANI

impianto luci  FELICIANGELO

ufficio stampa  PRISCILLA MARIO