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Titta Zarra |
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21 dicembre 2002 - ore 17.00
Auditorium San Michele Arcangelo ( per una istituzione sul Dramma Sacro) a cura di Carlo Luigi Abbenda Sabato 21 dicembre 2002, alle ore 17.00, si è aperto a Sezze, presso l’Auditorium Comunale di San Michele Arcangelo, un convegno culturale teatrale sul Dramma Sacro, organizzato a cura dell’Associazione Culturale “MONDOTEATRO” con il patrocinio del Comune di Sezze, della Regione Lazio e della Provincia di Latina. Tale convegno, secondo quanto riportato nell’invito pieghevole, è stato concepito quale prima pietra di un progetto che ha per obiettivo la nascita di una struttura operativa sul Dramma Sacro, attenta a sensibilità confessionali e religione diverse, nella convinzione che, in una società sempre più multiculturale, la reciproca conoscenza di religioni diverse possa favorire sempre più una piena e pacifica convivenza democratica.In Italia ancora manca una istituzione che tratti specificamente il teatro sacro (sia come studio e ricerca sia come produzione e promozione di spettacoli teatrali). Due sono le ragioni principali che hanno spinto i promotori di questa iniziativa a scegliere Sezze come centro di questo progetto: - La prima motivazione della scelta è che Sezze da sempre ha unito l’aspetto teatrale a quello religioso. Sezze infatti è stata la patria del commediografo Titinio ( II sec. A.C.) e del poeta Valerio Flacco ( I sec. d.C.); Sezze inoltre si è anche affermata come città della Processione e della Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo. - La seconda motivazione è la volontà di recuperare un’attività spettacolare che un sacerdote e commediografo di Sezze, don Titta Zarra, ha portato avanti negli scorsi anni cinquanta con lusinghieri apprezzamenti ( tra l’altro Pio XII lo denominò “Penna d’oro”). Nella foto don Titta Zarra viene ricevuto da Paolo VI Giovanni Battista (Titta) Zarra nacque a Sezze l’8 aprile del 1917, da famiglia di umili e laboriosi artigiani. Il 23 giugno 1940 viene ordinato sacerdote e dal 1° aprile 1946 riveste l’ incarico di parroco della chiesetta di Santa Parasceve di Sezze, funzione che ricoprirà fino al giorno della sua morte, tragicamente avvenuta il 29 marzo 1969 a seguito di un dannato incidente stradale. Nel 1941 don Titta aveva iniziato a frequentare l’attore Carlo Tamberlani ed il fratello regista Ferdinando ( o Nando ) che già nel 1945 aveva fondato ad Orvieto l’Istituto del Dramma Sacro. Con questo Istituto don Titta mantenne un’intensa collaborazione e per esso elaborò diversi lavori fra cui citiamo “Il miracolo del Corporale di Bolsena” messo in scena sul sagrato del Duomo di Orvieto. Nel corso degli anni cinquanta don Titta divenne stabile collaboratore di Radio Vaticana e per i suoi encomiabili lavori venne ricevuto da papa Pio XII. La sua vasta produzione letteraria è composta da molti testi teatrali, quasi tutti inediti, radiodrammi, radioscene e dialoghi della fede, racconti, saggi e poesie.
Nella foto la compagnia teatrale MONDOTEATRO a Sezze il 16 giugno 2001 L’appuntamento culturale , dopo i saluti del sindaco di Sezze Giancarlo Siddera e del presidente del Consiglio Comunale Titta Giorgi, è stato aperto da Luigi Tani, Direttore artistico, che ha illustrato il progetto sul Dramma Sacro. Dopo di lui il prof. Giovanni Antonucci, storico del teatro, ha illustrato alla platea le “Origini, gli sviluppi e le prospettive del Dramma Sacro” attraverso un’ampia digressione storica dalle origini culturali teatrali fino ai nostri giorni. A seguire, come momento più aspettato, il prof. Giancarlo Loffarelli, drammaturgo e critico locale nonché profondo conoscitore della figura di don Titta Zarra, si è soffermato sulle particolarità della produzione letteraria e teatrale di tale compianto personaggio. Don Titta ha elaborato ben 107 opere letterarie ( di cui solo 21 edite) tra le quali si annoverano 23 testi teatrali, 29 radio testi, 28 radio drammi, un’opera lirica, 6 romanzi in forma di racconto, 9 opere di saggistica ed un’opera di Poesia. Soltanto 3 opere teatrali sono state rappresentate : “Il miracolo del Corporale”, il “ Savonarola” ed il “Narciso”. |
Da tutta questa attività si desume un “Furore creativo” incentrato tutto nel mettere in rilievo il carattere religioso del dramma teatrale. Ispirato da teorie teatrali collegabili a J. Grotowski ed a J.A. Strindberg il nostro don Titta, fermamente convinto della religiosità intrinseca di tutta l’azione teatrale, sentì sempre l’esigenza di far trasparire tale aspetto religioso e si sentì chiamato, anche attraverso l’attività drammaturgia, ad essere “mediatore sacerdotale” tra la “Parola” ed il pubblico spettatore ed a rendere loro visibile ciò che è di per sé invisibile. Il Dramma è una vera e propria Liturgia. Il lavoro letterario di don Titta mette in luce un suo “nomadismo interiore” e si risolve in un continua “sottrazione del superfluo” dal testo scritto, tutto finalizzato alla ricerca di un eloquente “silenzio”. L’attività drammaturgia si rifà dunque ad un “francescanesimo letterario” che invita a scoprire la Povertà nel Silenzio. In questa linea la “Prosa” stessa teatrale si nobilita e diviene vera e propria “Poesia”. A
chiusura dell’appuntamento culturale l’attore Stefano De Sando, di
famiglia setina, ha recitato alcuni brani poetici di don T. Zarra ( uno
tratto da “I Racconti di pellegrinaggi umani” e quattro poesie:
“L’anima”, “Nenia”, “Polvere”, “Il mistero delle
stelle” ) in cui traspare fortemente la sua intrinseca ispirazione
religiosa che attraverso la parola poetica spinge l’autore a voler
condividere con altri la
propria fede. |