Nuovo Piano Urbanistico 

CENTRO STORICO O MUSEO

IDEE PER UN PAESE MIGLIORE

Il Sindaco Lidano Zarra

Nuovo piano urbanistico

Consiglio Comunale

Il Sindaco

Lettera aperta al Sindaco

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ripensiamo il centro storico di Sezze  

21 gennaio 2003                                                                   di Ignazio Romano

Piazza IV Novembre insieme a piazza De Magistris da sempre, a Sezze, hanno rappresentato il centro delle attività economiche e culturali. Da qualche tempo sofferente, il centro storico come il resto del paese, ha bisogno di essere ripensato, e gli amministratori setini hanno deciso di ridare decoro a quell’insieme di vicoli, piazze e palazzi che rappresentano la storia ma anche le tradizioni e la cultura dell’antica Setia.

 

Era ora! Finalmente potrò fotografare scorci del paese privi d’auto, insegne luminose, pali e fili indiscreti.

Si, ma lasciatemi la vecchietta che discute con la vicina di casa, che stende i panni alla finestra o ritorna dalla spesa attraversando antiche piazze e percorrendo suggestivi vicoli.

 

Che cosa voglio dire?

Mi hanno insegnato che qualsiasi lavoro da intraprendere va preceduto da un’attenta analisi, facciamola insieme:

 

Chi; Perché; Con quali criteri;

 

Chi: occorre sapere il destinatario dei lavori previsti. Decisivo, per far rinascere la vita del centro storico, è l’aspetto sociale, culturale e funzionale dell’abitato, solo dopo possiamo parlare dell’aspetto esteriore. A meno di voler trasformare in un museo vicoli e piazze, occorre ascoltare le persone che vivono e lavorano in centro, e venir incontro alle loro esigenze giornaliere. Legato dunque ai suoi abitanti sta la rinascita del paese, quindi, la riuscita di qualsiasi progetto di rivalutazione e ristrutturazione passa per le attività di coloro che ci vivono. A tale proposito sarà necessario un piano trasporto e posti auto per non isolare il centro abitato.

 

Perché: avere un centro storico decoroso e vivo, (Toscana, Umbria, Marche ecc. insegnano) vuol dire turismo, fondi comunitari, quindi guadagno, seguito da un processo graduale di rinascita economica e culturale. Occorre dunque, oltre a restituire salotti da fotografare e passeggiate da godere tranquillamente, dare l’opportunità alle attività commerciali esistenti, e future, di raccogliere il bene che si va a produrre. Sciocco piantare la vite se nessuno va a raccogliere l’uva.

 

Con quali criteri: un’amministrazione pubblica, ascoltato i tecnici, esaminato i progetti, i costi, i tempi e modi, presenta il piano organico degli interventi ai cittadini e ne verifica la riuscita. In caso contrario modifica il piano. Troppo semplice? Questa è la democrazia e qualsiasi altra strada seguita non potrà che generare danni. Solo danni. I signori che hanno ricevuto il mandato di amministrare la città devono rispettare i criteri pubblici e il bene comune. Se non si hanno le competenze, le capacità e le risorse, non si possono addurre scusanti e privare i cittadini dei servizi primari, meglio, dunque, che tutto resti come prima, e muoia com’è nato.


Segue un breve elenco di quegli elementi che costituiscono, o dovrebbero costituire, le parti fondamentali di un piccolo centro urbano funzionale, moderno e decoroso, in modo tale da essere indossato dagli Abitanti con la possibilità di uno sviluppo turistico.

 

Strutture urbani principali

edifici, strade, piazze, giardini

 

Arredi urbani utili

fontane, panchine, lampioni, cartelli per l’informazione 

(altri accessori a cura degli abitanti)

 

Servizi pubblici essenziali

(*servizi a domicilio convenzionato, per la fascia di persone più anziane)

Farmacia *, generi alimentari*, pubblica sicurezza, viabilità, trasporto pubblico, zone adibite al posteggio auto, raccolta rifiuti*, illuminazione stradale, fornitura acqua, elettricità, gas, telefono.

(TV via cavo per eliminare antenne e parabole)

 

Servizi pubblici utili*

(*servizi a domicilio convenzionato, per la fascia di persone più anziane)

uffici comunali, poste, banca, uffici servizi vari, generi diversi, edicola giornali, bar, mercato settimanale.

 

Strutture culturali e religiose

scuole, museo, biblioteca, auditorium, ludoteca, centro sociale, sedi associazioni, sale polifunzionali, spazi all’aperto attrezzabili per manifestazioni, chiese, sale adibite al culto.


La questione 

“Piazza dei Leoni” nei fatti e tra i racconti dei cittadini di Sezze

“Siamo per l’isola pedonale, ma non per l’isolamento del centro storico”.

Questo il contenuto della protesta cittadina giunta in aula consiliare giovedì 22 gennaio alle ore dieci, alla presenza del Sindaco Lidano Zarra e dell’assessore Antonio Di Prospero.

 

I fatti.

A distanza di qualche mese la questione “Piazza dei Leoni” sembra riaccendersi, senza aver trovato soluzioni, con una impronta polemica.

Tutti sanno che in seguito al rifacimento del manto stradale si è decisa la chiusura della piazza al traffico di autoveicoli, mediante l‘istallazione di paletti in ghisa fissi. La popolazione di Sezze sembra divisa in chi è favorevole alla chiusura, e chi si dichiara contrario per ovvi motivi. Vista in questo modo la questione si presenta come un  diverbio causato da differenti modi di vedere, dove l’Amministrazione comunale svolge un ruolo fondamentale legata alla rivalutazione del centro storico di Sezze attraverso una serie di provvedimenti di rifacimento e abbellimento, agendo, fino ad oggi, senza dare ascolto alle esigenze dei cittadini. Nessuno vuole criticare l’opportunità del progetto, in quanto tutti teniamo al nostro paese e ci affaccendiamo  per migliorarlo, ma lo facciamo rispettando gli altri, e cercando di raggiungere punti comuni per non arrecare danni a nessuno. Forse la nostra amministrazione non la pensa così, forse i tempi sono stati accelerati, realizzando progetti che ne prevedevano altri; un esempio può essere proprio la creazione di isole pedonali. Una bella idea sulla quale tutti sono favorevoli, se solo fossero stati creati nuovi parcheggi nei quali lasciare la propria autovettura per recarsi in “piazza” senza penalizzare il centro; è in questo modo che riteniamo si deve procede se si vuole educare la popolazione a muoversi a piedi, utilizzando parcheggi periferici e isole pedonali per rivalutare il centro storico senza stravolgere la quotidianità.

 

La situazione di “Piazza dei Leoni” è venuta ad aggravarsi nello scorso dicembre quando, con la chiusura definitiva della piazza e la creazione del senso unico in via Roma, è sorto il problema dello scarico merci per alcune attività presenti. Per altro, problema da attribuire ad una mancanza nel piano di rivalutazione, che non prevede tale sevizio. Chi ne ha risentito maggiormente è stato il CONAD della famiglia Ceccano, supermercato che serve tutto il centro storico da 30 anni.

Diversi sono stati gli incontri tra esercenti e amministratori, nella speranza di arrivare ad una soluzione che consenta lo scarico delle merci, senza mai raggiungere esito positivo.

Le cose stanno così: da una parte l’amministrazione vieta la circolazione hai mezzi superiori a 35 quintali nel centro storico, dall’altro il Conad che, avendo presentato il piano per regolare lo scarico delle merci, non ha ottenuto l’autorizzazione.

La situazione è ulteriormente precipitata nel momento in cui anche i mezzi di trasporto inferiori a 35 quintali sono stati comunque multati dalla polizia municipale, con periodicità quotidiana, sotto l’accusa di aver sostato in via Roma, ovviamente per assolvere al compito di scarico. A questo punto le domanda che restano aperte per gli amministratori sono: “Dove è consentito sostare per  eseguire il rifornimento merci?” “Le norme di igiene verranno comunque garantite?” Stiamo parlando di prodotti alimentari, ed il comune, che rilascia le licenze d’esercizio, deve tener conto anche del rispetto delle norme vigenti. Questo se, come pensiamo, gli amministratori sono dalla parte dei cittadini, ovvero intendono mantenere un importante servizio per la comunità.

 

Intanto alle proteste dei cittadini, pensionati, massaie, mamme, nonne, e dei 15 dipendenti Conad, che nella mattinata di giovedì 22 hanno affollato le sale del comune chiedendo lumi sullo stato dei fatti, il Sindaco di Sezze, più volte chiamato per nome “Lidano” da chi  l’ha visto correre da piccolo per i vicoli del paese, e magari gli ha preparato una bella fetta di pane olio e zucchero, ha risposto con queste motivazioni: la chiusura di piazza IV Novembre è temporanea (…con costosi paletti ornamentali in ghisa!??) perché la ditta che ha eseguito i lavori, attualmente impegnata a Priverno, non ha consegnato ufficialmente quanto realizzato, mettendo lo spazio pubblico in una specie di limbo legale che vedrà i suoi sviluppi solo dopo il primo febbraio. 

 

Tutte cose fin’ora mai dette alla gente, ma quello che più dispiace è l’atteggiamento con cui i nuovi amministratori pubblici si pongono, affermando che le delibere comunali non vanno obbligatoriamente motivate ed esposte con chiarezza ai cittadini. Forse sarà così, ma nella scorsa tornata elettorale Sezze ha punito la vecchia classe politica che si era allontanata troppo dalle esigenze reali dei cittadini. Sezze ha scelto le liste civiche con la speranza di vedere il paese amministrato da “amici”, “appassionati”, “ gente che per i vicoli del paese s’è sbucciato le ginocchia e vuole ridar vita ai luoghi dell’infanzia. Non sarà così che vanno le cose, ma non è neanche la strada per il progresso.

Per correttezza alleghiamo quanto riportato sul volantino distribuito ai clienti dal supermercato Conad nella giornata di  mercoledì 21 gennaio 2004.

 

“Eccoci di nuovo qui a parlare con voi… a distanza di due settimane da quando vi avevamo comunicato il nostro disagio per la situazione in cui ci troviamo, nulla è cambiato..

l’amministrazione comunale, da noi frequentemente interpellata per chiedere soluzioni che ci consentissero la sopravvivenza della nostra attività, ci ha fatto un sacco di promesse, ci ha blandito con rassicurazioni su come certo si rendessero conto della situazione e cercassero soluzioni idonee per noi ma…ancora niente.

Stiamo attualmente scaricando le merci su via roma, in contravvenzione alle ordinanze comunali che dispongono il divieto di transito per i mezzi di portata superiore a 35 quintali in tutto il centro storico, dovendo poi faticosamente attraversare tutta la piazza con le merci, anche deperibili, come ieri anche sotto la pioggia… I trasportatori ormai minacciano di non scaricare più , in quanto esposti al rischio di multe e anche di perdita dei punti della patente, essendo in contravvenzione…”

 BASTA!!!

DOMANI GIOVEDì 22 GENNAIO CI TROVERETE CHIUSI!

ATTUEREMO UNA SERRATA PER ANDARE DAL SINDACO A CHIEDERE SPIEGAZIONI SULLE LORO INTENZIONI…

NELLO SCUSARCI PER IL DISAGIO CHE VI PROCUREREMO, INVITIAMO ANCHE VOI A VENIRE ALLE ORE 10.00 DAVANTI AL COMUNE DI SEZZE  PER SOSTENERCI

SICURI DEL VOSTRO SOSTEGNO…VI ASPETTIAMO!!!

Alfa market

Famiglia Ceccano

Tutti i dipendenti

Pedoni e automobilisti di Sezze

Aprile 2002                                                                                                                      di Ignazio Romano

Come cambiano i tempi! A Sezze i nostri nonni, di ritorno dalle terre, lasciavano nella stalla i cavalli o i muli utilizzati per trainare i carretti che a quei tempi erano gli unici mezzi di trasporto. Le famiglie più agiate avevano la stalla a piano terra o nel cortile del palazzo, mentre l'abitazione si trovava ai piani superiori. Per tutti gli altri era normale avere carretto e mulo vicini al letto, nell'unica camera disponibile. Oggi non vediamo più cavalli nel paese se non alle feste o alla processione del venerdì santo. La stessa cosa vale per i carretti, sostituiti da automobili e furgoni. Sono questi ora ad invadere le piazze, i cortili, i vicoli più stretti fino a dove si riesce ad entrare. I sezzesi, nel tempo, non hanno perso l'abitudine di tenersi stretti i loro mezzi di trasporto. Costi quel che costi!

Ed il prezzo da pagare è un paese sigillato dall'asfalto che ricopre gran parte delle antiche pavimentazioni; un paese dove spesso diventa arduo percorrere a piedi anche i vicoli del centro storico; un paese con le vie intasate da un traffico che in percentuale è superiore a quello di una metropoli ma, paradossalmente, un paese sempre più abbandonato per l'impossibilità di trovare un posteggio. Chi si trova in auto impreca, sbuffa e strombazza, perché non riesce ad andare avanti; chi va a piedi se la prende con le auto, perché impediscono di attraversare, perché sono un pericolo per i bambini, perché non ti lasciano respirare.

Servono marciapiedi e zone pedonali, attraversamenti sicuri e controlli della viabilità, parcheggi fuori del paese per auto e bus, chiusura al traffico dei vicoli con larghezza inferiore ai tre metri e delle piazze storiche senza che questo impedisca la mobilità di cose e persone. Sia che voi siete pedoni o automobilisti, se vi sta a cuore la vivibilità del nostro paese quello che occorre è un cambiamento radicale della mentalità. 

Tutti sono interessati alla rinascita culturale di Sezze, ogni settore sano deve fare la sua parte, e se è la comunità a deciderlo gli amministratori non potranno che seguire.                               

Nuovo Piano Urbanistico