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Il Vescovo a Sezze |
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Ottobre-Novembre
2003
Nelle immagini Mons. G. Petrocchi durante la sua visita nell'aula consiliare di Piazza De Magistris Dal
6 al 12 ottobre 2003 Mons. G. Petrocchi darà
inizio alla Visita Pastorale nella comunità setina, intrattenendosi
innanzitutto presso la parrocchia cattedrale di Santa Maria. Nel corso
di tale visita sono previsti i seguenti appuntamenti: Programma
della Visita Pastorale di S.E. Mons. Giuseppe Petrocchi Lunedì 6 ottobreOre 18.00: Santa Messa di apertura della visita pastorale. Martedì
7 ottobre Ore 15.30: Visita del Vescovo ad alcuni malati, distribuzione dell’Eucarestia. Ore 18.30: Visita del Vescovo agli operatori della locale caserma dei carabinieri. Ore 21.00: Incontro del Vescovo con le autorità cittadine ( Sindaco Dr Lidano Zarra, assessori e consiglio comunale ) e con gli esponenti delle associazioni cittadine. Mercoledì
8 ottobre Ore 09.30: Visita del Vescovo agli alunni del liceo classico, scientifico, pedagogico e di ragioneria. Ore 11.00: Visita del Vescovo agli alunni delle elementari del “Bambin Gesù”. Giovedì
9 ottobre: ore 21.00: Il Vescovo, presso la sala parrocchiale di Santa Maria, incontra gli operatori pastorali parrocchiali (catechisti, Caritas, consiglio pastorale e degli affari economici). Venerdì
10 ottobre: ore 21.00: Il Vescovo, presso la sala parrocchiale, incontra i soci dell’Azione Cattolica ( giovanissimi, giovani, giovani-adulti, adulti). Sabato
11 ottobre: ore 15.30: Il Vescovo, presso la sala parrocchiale, incontra i ragazzi dell’Azione Cattolica (ACR). Ore 16.30: Il Vescovo, in chiesa, inaugura l’anno catechistico, incontrando i ragazzi iscritti ed i loro genitori. Domenica
12 ottobre: ore 10.30: Chiusura della visita pastorale con una Santa Messa presieduta dal Vescovo. A seguire un momento di festa per tutti.
Il Sindaco di Sezze, Dr. Lidano Zarra, da il benvenuto al Vescovo della diocesi |
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VESCOVO DIOCESANO Sua Eccellenza Mons. GIUSEPPE PETROCCHI Nato: ad Ascoli Piceno il 19 agosto 1948 Ordinato Sacerdote: il 14 settembre 1973 Consacrato Vescovo: 18 settembre 1998 Ingresso in Diocesi: 20 ottobre 1998 Residenza: Via Sezze, 16 - Latina 04100 Che cos'è la Visita Pastorale: di Anselmo Mazzer, arciprete parroco della cattedrale di Santa Maria di Sezze La Visita Pastorale è un'azione apostolica, è un evento di grazia che riflette in qualche modo l'immagine di quella singolarissima e del tutto meravigliosa Visita, per mezzo della quale "Il Pastore Sommo" (1 Pt. 5,4), il Vescovo delle nostre anime (1 Pt. 2,5) Gesù Cristo ha visitato e redento il suo popolo (Lc. 1,68). |
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ANTE OMNIA CARITAS articolo di Carlo Luigi ABBENDA Come sempre indispensabile, dal mio amico Carlo escono pezzi della nostra storia a me sconosciuti, e per questo voglio ringraziarlo. Lo Stemma:
Attraverso lo stemma araldico, Sua Eccellenza Monsignor Giuseppe
Petrocchi indica il suo programma di vita e di apostolato,
centrato sul mistero della carità. Essa ha nella santissima
Trinità il principio, il fondamento e il fine ultimo; in Cristo
l'attuazione salvifica piena e definitiva; in Maria e nella
Chiesa, animate dallo Spirito Santo il centro di accoglienza e
di irradiazione. |
SEZZE,
7 Ottobre 2003:
il Vescovo riceve in dono dal Presidente della locale sezione AVIS,
Ubaldo Brandolini, un libro dal titolo emblematico - ORIENTARE
ALLA CITTADINANZA E ALLA SOLIDARIETA'
Biografia
di mons. Giuseppe PETROCCHI
vescovo di Latina - Terracina – Sezze e Priverno Giuseppe Petrocchi , attuale vescovo diocesano, in visita in questo periodo nel territorio delle parrocchie di Sezze, è nato a Venagrande di Ascoli Piceno il 19.08.1948. Portò
a termine gli studi medi e superiori presso il Seminario Vescovile di
Ascoli Piceno e quindi, trasferitosi a Roma, ultimò gli studi presso il
Seminario Romano Maggiore. Venne
ordinato sacerdote il 13.09.1973 da mons. Marcello Morgante, allora
vescovo di Ascoli Piceno. Appena
dopo l’ordinazione presbiterale venne nominato responsabile diocesano
della pastorale giovanile, incarico che svolse fino al 1975, anno in cui
assunse la carica di direttore del Centro Diocesano Vocazioni, alla cui
guida rimase per ben dieci anni. In
seguito fu anche membro del Consiglio pastorale diocesano e
collaboratore del Consultorio familiare di ispirazione cristiana. Tra
tutti questi impegni ebbe la responsabilità di alcune piccole
parrocchie: fu parroco prima di Cerreto di Venarotta (1980-1985) e poi
di Trisungo (1985-1998). Nel
febbraio del 1998 venne trasferito ad Ascoli Piceno, nella parrocchia
dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Notevole fu anche il suo impegno di
caporedattore del Bollettino Diocesano di Ascoli Piceno e quello di
animatore principale del Movimento dei “Focolari”, al cui cammino di
fede è particolarmente legato. Di
notevole entità, oltre la citata attività pastorale, è stata la sua
preparazione scientifica: ·
Presso la Pontifica Università Lateranense di Roma conseguì il
baccellierato in Filosofia e la licenza in Teologia Dogmatica; ·
Presso l’Università Statale di Macerata conseguì la laurea in
Filosofia. ·
Presso l’Università Statale “La Sapienza” di Roma ha
conseguito la laurea in Psicologia. ·
presso il Liceo Scientifico di Ascoli Piceno è’ stato docente
di Religione Cattolica; ·
presso la Sezione Magistrale del Liceo Classico Statale di Ascoli
Piceno è stato invece insegnante di Filosofia; ·
presso la Scuola Diocesana è stato professore per la formazione
dei laici.
Il Sindaco ed il Presidente del Consiglio donano al Vescovo i simboli della cultura setina Mons.
G. PETROCCHI è stato
eletto Vescovo della diocesi di Latina-Terracina-Sezze e Priverno il 27
giugno 1998, subentrando al vescovo dimissionario mons. Domenico PECILE.
L’ordinazione
episcopale vera e propria fu celebrata nella Basilica di San Francesco
di Ascoli Piceno il 20.09.1998 sotto la guida presidenziale da mons.
Silvano Montevecchi. In effetti la nuova curia si va sempre più espandendo, anche in termini urbanistici , e si sta accentrando presso la Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù. IL
VOLTO ATTUALE DELLA DIOCESI
Tra
i dati statistici della Diocesi, da una rivelazione abbastanza
recente, possiamo notare che il territorio diocesano insiste su 1369
kmq. ed abbraccia ben 17 comuni (distinti in 5 foranie che raggruppano a
loro volta ben 84 parrocchie).I sacerdoti diocesani residenti sono circa
80, i catechisti circa 800 (1 su ogni 332 abitanti).È una realtà
confortante che a tutt'oggi non esista più una frammentarietà di
diocesi, ma un'unica realtà ecclesiale, che col tempo va sempre più
fondendosi e si rende omogenea nella nuova realtà della gente pontina. Questa
nuova realtà non è nata da un improvviso colpo di spugna sulla storia,
ma dal rispetto delle persone e delle singole realtà locali che restano
ancorate alle proprie radici: ognuna con originali ricchezze spirituali
, senza alcun spirito campanilistico. Mons.
Petrocchi ripete spesso : “Saper Ascoltare per Capire”. Subito
dopo la notizia della nomina vescovile mons. Petrocchi, tra
l’altro, rilasciò la seguente dichiarazione: “
Un grazie di cuore va ai miei genitori che sono stati i primi insuperati
maestri di umanità e di fede cristiana. Tra coloro che hanno avuto un
ruolo fondamentale nella mia storia vorrei citare mons. Marcello
Morgante ( vescovo di Ascoli Piceno ) che mi invitò a lasciare tutto e
subito per seguire Colui che è Verità, Vita e Via: di quella scelta
non mi sono mai pentito”. Stralciando
alcune frasi significative dal saluto ufficiale alla sua diocesi
possiamo meglio capire gli “intenti/intendimenti” dell’allora neo
eletto vescovo, ancor più validi oggi giacché sta ultimando la sue
visite pastorali :
“…VI
SONO GIA’ ACCANTO…” “
Ecc.za Revma ( mons. Domenico Pecile), fratelli
e sorelle tutti, Ho
accettato, in spirito di incondizionata disponibilità, la nomina a
Vescovo di codesta venerabile diocesi
spinto solo dal desiderio di servire la Chiesa, sapendo di poter contare
sulla forza della grazia, che soccorre la nostra debolezza… Esprimo
innanzitutto commossa riconoscenza e filiale obbedienza al Sommo
Pontefice… Avverto
la responsabilità e l’onore di essere chiamato a
far parte della vostra famiglia ecclesiale… E’ nel nome del Signore, crocifisso e risorto, che “getterò la reti” nell’adempimento del ministero episcopale… Desidero
entrare con grande rispetto, umiltà e stima…
nel segno della continuità e della cordiale solidarietà… Dopo
i particolari saluti al suo predecessore Pecile, a tutti i sacerdoti
diocesani, a tutti i Religiosi e Religiose ed a tutti quelli che
seguivano un itinerario vocazionale, il neo vescovo così parlò alle
Associazioni: “…
Nel rispetto delle identità di ciascun carisma, cercheremo di comporre
la legittima diversità in una sempre più armoniosa e sinfonica
comunione, per contribuire, insieme, all’edificazione dell’unico
Corpo di Cristo…”
A
tutte le famiglie invece disse: “A
voi…cellule fondamentali della Chiesa e della società, vorrei
assicurare una speciale vicinanza ed attenzione: …a voi genitori…
consideratemi “alleato” nella impegnativa ed entusiasmante impresa
di educare i figli…” Ai
giovani, ai ragazzi, ai bambini così parlò: “…
Siete già nel mio animo. Vi considero un tesoro da custodire e
valorizzare. Farò tutto ciò che posso per essere con voi…affinché
la novità di cui siete portatori fruttifichi…” “…Faccio
affidamento sulla vostra amicizia schietta e generosa…” Verso
gli anziani, invece, così si espresse: “
…Agli anziani ,che recano un patrimonio di saggezza, …il mio
apprezzamento convinto e la fiducia che l’esperienza da voi maturata
…possa essere riconosciuta …e consegnata, come dono prezioso, alla
nuove generazioni…” Verso
gli ammalati ed ai poveri emarginati il vescovo espresse parole di
notevole commozione: “…Carissimi
ammalati, che completate nella vostra carne ciò che manca ai patimenti
di Cristo…Voi siete, a speciale titolo, le braccia innalzate della
Chiesa verso Dio, il Quale ascolta
sempre la voce del dolore…” “…la
carità di Cristo ci spinga …a condividere la situazione di marginalità,
di sofferenza e di povertà: …ogni persona toccata dalla sofferenza
possa trovare nella nostra Chiesa una casa accogliente e fraterna…”
Un
saluto deferente ed ossequioso alle Autorità Civili e Militari: “…Dichiaro
la disponibilità a collaborare…nella promozione del bene comune…” Al
mondo culturale-politico-economico e sociale volle sottolineare: “…agli
operatori…vorrei offrire il mio apporto nella sincera tensione a
costruire un ambiente…nel quale ciascuno, in quanto uomo, possa
diventare sempre più uomo…(cfr Giovanni Paolo II, Discorso all’Unesco)…” Ricordiamo che il saluto ufficiale riportò continuamente parole di pace,sia all’inizio …”Il Dio della Pace sia con tutti voi” (Rom. 15,32) che alla fine “…Il Dio della Speranza vi riempia di gioia e pace nella fede, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo” (Rom. 15,13). |
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Intervento del Presidente della provincia di Latina, Dr. Paride Martella SEZZE - TERRACINA - PRIVERNO…e LATINA Storia di fraternità cristiana e di… “rivalità diocesane” Dalle origini cristiane ai nostri giorni… Le primitive tre città di Sezze, Terracina e Priverno , sorelle e rivali nello sviluppo mitologico e storico, accolsero il seme del cristianesimo già dalla venuta dei primi apostoli in Italia. Gli Atti degli Apostoli (28,15) ci tramandano l'arrivo di San Paolo e di San Luca al Foro di Appio ed alle Tre Taberne, in cui vennero loro incontro i primi proseliti romani. San Paolo, partito da Pozzuoli alla volta di Roma, sbarcò molto probabilmente a Terracina (Anxur), in cui propagò la nuova dottrina. Una pia tradizione vuole che sant'Epafrodito, amico di San Paolo, sia stato il primo vescovo della città. Anche il nome di San Pietro appare pur indirettamente legato a Terracina: un'altra leggenda dice, difatti, che Simon Mago, autore della disputa con l'apostolo, non morì ad Ariccia ma a Terracina, dove si era rifugiato presso amici. Monsignor Palombella, vescovo di Sezze verso il 1750, in una storia della diocesi di Sezze, era riuscito a dimostrare che lo stesso sant'Epafrodito era stato il primo vescovo di Sezze: secondo questa affermazione Sezze e Terracina sarebbero state veramente unite tra loro sin dalla fondazione delle prime loro diocesi. La prima notizia sicura di un vescovo privernate la si trova nel Liber Pontificalis che menziona il vescovo Bonifacio, cioè colui che nel 769 aveva sottoscritto gli atti del Concilio Lateranense. Tornando alle prime notizie storiche sui vescovadi cittadini la cattedralità di Sezze, secondo il Ciammarucone , è storicamente datata all'anno 649, epoca in cui si trovano intervenuti nei Concilii i vescovi setini. Nel 1217 papa Onofrio III, con la bolla «Ortatur Nos», confermando l'antichità e lo stato di unione tra le tre diocesi sorelle di Terracina, Sezze e Priverno, stabilì che le stesse restassero unite in perpetuo tra loro anche per ragioni di patrimonio di Mensa. Siccome Terracina si vantava fieramente di essere stata la prima diocesi in terra pontina, e di dover per questo avere una preminenza sulle altre vicine, insorse Sezze a rivendicare pari antichità e dignità giuridica.Più tardi infatti, nel 1702, insorse una controversia tra le due diocesi per la sede di consacrazione degli olii santi.La popolazione setina postulò tale cerimonia nella sua chiesa cattedrale non in forza di un privilegio consuetudinario ma in qualità di cattedra vescovile «ab immemori constituta».Portando la decisione alla Sacra Rota il ricorso dei Setini fu ritenuto non probativo per un vizio formale.Insorse a questo punto il cardinale Corradini a sanare l'errore e nello stesso tempo scrisse il «De Ecclesia et Civitate Setina» per provare la causa della cattedrale setina. Stretta di Mano con il consigliere GiovanBattista Giorgi, Presidente del consiglio uscente A sostegno del Corradini, e ad emendare alcuni errori formali della sua opera , l'amico Domenico Giorgi scrisse la famosa «De Cathedra episcopali Setiae civitatis in Latio» per affrontare il giudizio risolutivo del papa Benedetto XIII . Ci vollero ben tre documenti pontifici per risolvere l'intricata questione dei vescovadi ma alla fine di tutto lo stesso papa, con la bolla «Super Universas» del 10 settembre 1725, riconfermè 1'unione delle due diocesi ed unì «aeque principaliter» la chiesa privernate, di cui enumerò gli antichi vescovi. Anche la Sacra Rota, annullando le precedenti decisioni, confermò il giudizio del papa con proprio decreto «Coram Olivatio» del 1768 . Da quella data le tre diocesi pontine rimasero sempre unite tra di loro con un solo vescovo, anche se con tre curie diverse nelle tre sedi, ognuna con tutti i rispettivi archivi ed uffici . Nel
1957, dietro
richiesta del vescovo mons. Emilio Pizzoni (1951-1966), recentemente
scomparso, con apposito decreto concistoriale, furono riunite le tre
curie in una sola, la cui sede diventa Terracina, con facoltà di
nominare un solo vicario generale.Il decreto lascia alle altre curie
solo la facoltà del disbrigo di alcune pratiche correnti, ma non tocca
il privilegio della cattedralità delle chiese consorelle. Il
12 settembre 1967 un successivo decreto concistoriale – denominato
“Quo Aptius” - rimodifica
il volto della diocesi e, sotto la guida di mons. Pintonello, alle tre
diocesi pontine fu annessa Latina ( proveniente dalla
diocesi di Velletri ) per farla divenire sede centrale di una nuova
diocesi chiamata Terracina, Latina, Priverno e Sezze. “…Ad haec
omnia perficienda … Henricum Pintonello, Archiepscopum-Episcopum
Terracinensem-Latiniensem,
Privernensem et Setinum…”. Il decreto
aggiunge solamente nuovi territori alla precedente situazione giuridica. IL
VOLTO ATTUALE DELLA DIOCESI Attualmente
la nostra diocesi è governata da Mons. Giuseppe PETROCCHI. Giuseppe Petrocchi , attuale vescovo diocesano, è nato a Venagrande di Ascoli Piceno il 19.08.1948. E’ stato eletto Vescovo della diocesi di Latina-Terracina-Sezze e Priverno il 27 giugno 1998, subentrando al vescovo dimissionario mons. Domenico PECILE. L’ordinazione episcopale vera e propria fu celebrata nella Basilica di San Francesco di Ascoli Piceno il 20.09.1998 sotto la guida presidenziale da mons. Silvano Montevecchi.L’ingresso nella nostra Diocesi avvenne presso la cattedrale di San Marco di Latina, alle ore 17,00 di domenica 18.10.1998, con la relativa presa di possesso della sua carica episcopale. Nella sua alacre attività pastorale mons. Petrocchi ha promosso un cammino di Chiesa Diocesana tutto finalizzato alla costruzione di una nuova curia, intesa non tanto come centro giuridico e presbiterale bensì come “…Casa di tutti e Scuola di Comunione…”, “…Cuore Pulsante della Chiesa pontina” “…Centro di coordinamento e di animazione pastorale per l’intera diocesi”, “…Luogo di ritrovo per quanti sono aperti al confronto e alla ricerca dei valori umani e cristiani”, “…Sede della Caritas Diocesana…” ( NDR: Lo Stemma episcopale di mons. Petrocchi recita appositamente: “Ante omnia Caritas” – prima di tutto…La Carità “ ).In effetti la nuova curia si va sempre più espandendo, anche in termini urbanistici , e si sta accentrando presso la Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù. 6 ottobre, Cattedrale di S.Maria: il Vescovo Petrocchi concelebra con Don Anselmo Mazzer Tra i dati
statistici della Diocesi, da una rivelazione abbastanza recente,
possiamo notare che il territorio diocesano insiste su 1369 kmq. ed
abbraccia ben 17 comuni (distinti in 5 foranie che raggruppano a loro
volta ben 84 parrocchie).I sacerdoti diocesani residenti sono circa 80,
i catechisti circa 800 (1 su ogni 332 abitanti).È una realtà
confortante che a tutt'oggi non esista più una frammentarietà di
diocesi, ma un'unica realtà ecclesiale, che col tempo va sempre più
fondendosi e si rende omogenea nella nuova realtà della gente pontina. Questa nuova
realtà non è nata da un improvviso colpo di spugna sulla storia, ma
dal rispetto delle persone e delle singole realtà locali che restano
ancorate alle proprie radici: ognuna con originali ricchezze spirituali
, senza alcun spirito campanilistico. di
Carlo Luigi
ABBENDA |