Daniele Nardi

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Daniele Nardi presenta il film


INVERNO 2015/2016:

Nanga Parbat, Daniele Nardi conclude la sua spedizione

 Comunicato stampa n.5 del 08/02/2016

CHILAS, Pakistan – “Sono venute a mancare sempre più le condizioni concordate inizialmente con il team, per cui ho deciso di chiudere la spedizione al Nanga Parbat”. Daniele Nardi ha lasciato sabato 6 febbraio il campo base ed è ora sulla strada per Islamabad. 

“Speravo in una finestra di bel tempo tra il 5 ed il 7 febbraio – spiega Nardi - ed avevo pensato di salire su in alto per finire la fase di acclimatazione dormendo a Campo 3 e andando poco più su. Purtroppo la finestra che si prospettava invece di aprirsi si è chiusa. E’ stato un lavoro duro per me vincere due incidenti e fissare le corde fino ai 6700 metri di Campo 3. Mi ero ripromesso di non arrivare a fine spedizione devastato come l’anno scorso dopo 3 mesi di tentativi. So che è un peccato andare via, ma penso che in questo momento ed in questa situazione per me sia la cosa migliore”.

Il bel tempo inoltre è ancora lontano, almeno secondo le previsioni dei meteorologi che ad oggi non prevedono una finestra di meteo favorevole per giorni sufficienti a tentare la cima.

“La cosa che più mi dispiace – conclude Nardi - non è tanto la prima invernale, ma quella di non poter dare lustro all’alta bandiera dei Diritti Umani facendola sventolare da lassù. In molti ci hanno creduto e mi dispiace averli delusi. Per tre anni ho tentato di fare qualcosa di nuovo, per questo ero disposto a molto, la vetta viene dopo, è il viaggio e l’esperienza che ne deriva che sono importanti. Auguro ad ognuno di raggiungere le proprie mete”.

Valentina d'Angella
Ufficio Stampa
Mob: +39 349 4255106
Mail: ufficiostampa@danielenardi.org
Sito: www.danielenardi.org


Nanga Parbat: team uniti sulla via Kinshofer. Nardi e Bielecki salgono, un incidente li ferma a 5800 metri

 Comunicato stampa n.3

CHILAS, Pakistan – Daniele Nardi, Alex Txikon, Ali Sadpara, Adam Bielecki e Jacek Tcech hanno deciso di collaborare per attrezzare con le corde fisse la via Kinshofer. L’accordo tra i due team è stato preso visto che entrambi vogliono salire dalla stessa via, e visto che i due polacchi hanno abbandonato l’idea di tentare la salita in stile alpino. Ieri Nardi e Bielecki si trovavano a 5800 metri sotto le Rocce Kinshofer quando Bielecki è caduto in parete, facendo un volo di 80 metri. Per via dell’incidente i due sono ridiscesi al campo base.

Nei giorni scorsi Nardi, Txikon e Sadpara avevano portato il materiale necessario sulla montagna. Lunedì mattina Nardi, Bielecki e Tcech sono saliti a campo 1, con l’idea di recuperare quanto lasciato da Txikon e Sadpara al campo deposito di 5700 metri e continuare ad attrezzare la via fino al campo 2. Dovevano quindi fissare le corde fino alle Rocce Kinshofer, che si trovano tra 5950 metri e 6150 metri.

Lunedì stesso Tcech è tornato indietro da 5400 metri, dopo aver lasciato l’attrezzatura che aveva portato con sé, mentre Nardi e Bielecki hanno continuato.

“Mancavano 200 metri per arrivare sotto le rocce Kinshofer e altri 200 metri per arrivare sotto il campo 2 – spiega Nardi -. Siamo stati molto veloci a salire anche con il carico pesante sulle spalle. Abbiamo depositato il materiale in eccesso a 5700 metri ed abbiamo iniziato a scalare: Adam saliva da primo, avevamo con noi 400 metri di corde, ha attraversato un canale di ghiaccio facendo sosta a circa 5800 metri. Ho sentito che fissava un chiodo da roccia e l'ho visto fare la manovra di ancoraggio, poi è successo qualcosa ed è caduto. È volato per circa 80 metri. Durante il volo improvviso non ho potuto far altro che ancorare al meglio la sua corda al mio imbrago e poi attendere la botta. Ho fatto un rapido calcolo, ero sicuro che le due viti da ghiaccio infilate nel ghiaccio duro avrebbero retto lo strattone. Fortunatamente la caduta è avvenuta sul pendio libero da rocce affioranti. Ho approntato una sicurezza fino alla sosta precedente. Se si fosse rotto qualcosa per me non sarebbe stato per niente facile portarlo giù, fortunatamente la caduta gli ha procurato solo delle escoriazioni e perdita di materiale da scalata. Eravamo quasi arrivati al tratto più facile e per un attimo Adam ha anche pensato di continuare, io non ho avuto dubbi invece e siamo ridiscesi prima al campo 1 e poi al campo base, dove l’ho medicato. Durante la discesa Adam sorridendo mi ha ringraziato. E' stato un momento duro che abbiamo superato insieme. Oggi ci aspettano i festeggiamenti.”

Nardi e Bielecki hanno incontrato Txikon e Sadpara a campo 1, da dove questi ultimi avrebbero dato il cambio sulla montagna verso campo 2. La via Kinshofer quest’anno presenta molto ghiaccio e poca neve ed è in condizioni più difficili rispetto all’anno scorso. Nei prossimi giorni decideranno come proseguire.


Daniele Nardi torna al Nanga Parbat

Sarà un nuovo inverno al Nanga Parbat per Daniele Nardi. L’alpinista laziale partirà il 24 dicembre per la sua quarta spedizione invernale sull’ottomila pakistano. Suoi compagni di avventura saranno Alex Txikon, Ferran Latorre, Ali Sadpara e Janusz Golab: il team internazionale tenterà la salita dalla via Kinshofer, sul versante Diamir.

"Dei suoi 4 compagni di spedizione, Daniele Nardi conosce bene Alex Txikon, insieme a cui lo scorso settembre ha aperto una nuova via al Thalay Sagar, e Ali Sadpara. Con loro due l’anno scorso ha condiviso il suo tentativo più importante di salita al Nanga Parbat arrivando a 7830 metri di altitudine: una quota che quest’anno tenteranno di superare per raggiungere gli 8126 metri del punto più alto della montagna, l’unico 8000 insieme al K2 a non essere ancora mai stato salito nella stagione più fredda dell’anno. Con loro questa volta ci saranno anche lo spagnolo Ferran Latorre e il polacco Janusz Golab.

"Questa spedizione per me è un ritorno al senso più genuino e autentico dell’alpinismo - spiega Nardi -: scalare quella montagna per un sogno intimo con il quale la competizione non ha niente a che fare. Ho scelto di mettere in secondo piano la ricerca tecnica e l’eco mediatico, perché l’essenza dell’alpinismo è questa: vivere una grande avventura scalando una montagna, seguire una passione che nella vita ti spinge a perseverare e a lottare. Riecheggia spesso la definizione degli alpinisti di Lionel Terray come i “conquistatori dell’inutile”, ma per me non è così. Per me l’alpinismo diventa utile anche agli altri, alle giovani generazioni, quando acquista un valore simbolico e insegna che allenandosi e facendo sacrifici, le vette possono essere raggiunte, dove con vette si intendono i propri sogni e le proprie speranze. È il messaggio che cerco di dare ai ragazzi delle scuole in cui porto la mia esperienza ed è questo il senso del mio ritorno per il quarto anno. Voglio dire che, anche se naturalmente arrivare in cima al Nanga Parbat per la prima volta in inverno, va da sé, sarebbe un’impresa storica dal punto di vista alpinistico, ci sono anche altre motivazioni che mi spingono a partire. Per me il Nanga Parbat oltre che l’obiettivo alpinistico rappresenta quel messaggio, che in quanto Ambasciatore dei Diritti Umani, mi sta molto a cuore portare avanti”.

Daniele Nardi è Ambasciatore dei Diritti Umani nel mondo e sostiene progetti di solidarietà in Nepal e in Pakistan. Come nelle precedenti spedizioni se arriverà sulla vetta del Nanga Parbat farà sventolare l’Alta Bandiera dei Diritti Umani firmata da oltre 20.000 studenti incontrati nelle scuole del Lazio. Con l’Associazione Arte e Cultura per i Diritti Umani Onlus, promuove infatti la campagna mondiale “Gioventù per i Diritti Umani”, che ha lo scopo di far conoscere ai giovani di tutto il mondo i 30 articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani in modo che diventino validi sostenitori della tolleranza e della pace.

Valentina d'Angella
Ufficio Stampa
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Daniele Nardi verso la vetta

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Giovedì 12 marzo 2015, domani assalto alla vetta del Nanga Parbat a 8126 metri.  

Daniele, Alex ed Ali sono arrivati a Campo 4, a 7200 metri. Questa notte, alle 2:00 locali, partiranno da C4 con la forte convinzione di poter arrivare in vetta al Nanga Parbat (8126 m). Se il meteo sarà clemente Daniele, Alex ed Ali raggiungeranno il loro sogno tra le ore 12:00 e le ore 14:00 di domani (orario locale).
“Oggi è stata una giornata dura ma molto bella – ha affermato Daniele non appena arrivato a Campo 4 -. Durante tutto il percorso di scalata il vento è stato clemente ed abbiamo potuto raggiungere Campo 4 a 7200 metri. Non era scontato che riuscissimo percorrere facilmente la via”.
Domani è previsto bel tempo con venti deboli che potrebbero favorire l’impresa di Daniele, Alex ed Ali. Sarebbe la prima volta nella storia che degli alpinisti riescono ad arrivare in vetta al Nanga Parbat in stagione invernale. Ci vorranno circa 12 ore di scalata per arrivare dai 7200 metri del C4 agli 8126 della vetta. Per sabato e domenica è previsto un ritorno del brutto tempo. Il team dovrà essere molto veloce nella salita e nella immediata discesa.
Muhammad, che li ha accompagnati fino a Campo 3, sta scendendo verso il Campo Base come previsto. 


In volo verso il Nanga Parbat a 8.126 m  

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Sabato 27 dicembre 2015 alle ore 15:20 Daniele Nardi ed il suo team è partito dall’aeroporto di Fiumicino direzione Pakistan per tentare la scalata invernale degli 8.126 metri

Un ultimo controllo ai bagagli, più di 250 chilogrammi di attrezzatura utile per arrivare in vetta. Comprate decine e decine di barrette energetiche per sopperire al cibo assente durante i giorni della scalata. Abbandonato il cellulare, che rimarrà a casa per più di due mesi. Consegnate le chiavi dell’automobile, superflua nelle strade malmesse del Pakistan.

Daniele Nardi, nella foto prima della partenza da Roma, stacca così dalla realtà quotidiana e si immerge totalmente nella sua avventura: Nanga Parbat 2015.

“L’ultimo giorno prima della partenza – afferma Daniele Nardi a pochi minuti dal volo – ci si concentra sull’attrezzatura. Mentalmente ripercorri ciò che accadrà una volta arrivati in Pakistan. Riapri tutti i bauli, riordini l’attrezzatura, fotografi tutto affinché uno abbia la certezza di ciò che deve arrivare. Ultimi ritocchi ai bagagli: un fornellino in più e un altro paio di guanti possono essere utili a quelle temperature (- 60 gradi centigradi). Chiusi i bauli si chiude un capitolo importante di mesi di preparazione. Si deve solamente prendere il volo ed arrivare ai piedi del Nanga Parbat per iniziare a scalare”.

Daniele Nardi, insieme a Roberto Delle Monache (alpinista – assistente alle riprese) e Federico Santini (Videomaker)  arriveranno con volo diretto a Jeddah (Arabia Saudita) per poi ripartire domani mattina (domenica 28 dicembre) per Islamabad. Una volta arrivati nella capitale pakistana sono previsti alcuni spostamenti in jeep per poi arrivare al Campo Base il primo gennaio 2015 dopo aver camminato per quattro giorni nei sentieri stretti ai piedi del Nanga Parbat.

“Arrivati al Campo Base per il primo giorno del nuovo anno – afferma Daniele Nardi – ci prenderemo due settimane per far abituare il nostro corpo alle basse temperature e all’altitudine (circa 4.000 metri sopra il livello del mare). Dal quattordici/quindici di gennaio saremo pronti per il tentativo di scalata. A quel punto non ci resta che attendere una finestra sufficientemente ampia di bel tempo per poter iniziare la vera e propria scalata alla vetta”.

Daniele ed il suo team partono consapevoli che, ad oggi, il meteo sul Nanga Parbat è piuttosto positivo. Proprio mentre stanno partendo lì, ad 8.126 metri, il tempo è incredibilmente buono e favorevole per un eventuale tentativo. Tutto il gruppo, quindi, è piuttosto fiducioso per il clima che potrebbero trovare. Infatti, fino ad ora, c’è stato un dicembre bello. Una notizia che fa ben sperare Daniele e tutti i compagni. Ad oggi, però, nessuno potrà prevedere come sarà il meteo fra venti giorni sul Nanga Parbat.

“Le sensazioni sono molto buone – afferma Daniele a Fiumicino mentre imbarca gli ultimi bagagli firmati Salewa -. Mi sono allenato bene, il fisico ha risposto ottimamente ai carichi di lavoro. Quest’anno, a differenza dei due precedenti tentativi, ho curato molto di più l’alimentazione e la respirazione. Se a tutto ciò aggiungiamo le notizie positive che ci giungono dal meteo e il fatto che questa volta ho un team di professionisti di alto spessore che mi affiancherà nel tentativo di questa impresa, non posso che partire consapevole delle nostre forze e con uno spirito altamente positivo”.  

Oltre all’attrezzatura tecnica indispensabile alla scalata, Daniele porterà con se 3 bidoni pieni di scarpe donati da Guido Saccardi ai bambini pakistani, l’Alta Bandiera dei Diritti Umani ed il gagliardetto del CAI di Tivoli che ha voluto salutare Daniele ed il suo team prima della partenza.

Daniele Nardi, Roberto Delle Monache e Federico Santini in Pakistan troveranno Elisabeth Revol e Tomek Mackiewicz con cui completeranno il gruppo di spedizione che tenterà la scalata invernale del Nanga Parbat.


Spedizione Nanga Parbat 2015
- Daniele Nardi - Alpinista / capo spedizione
- Roberto Delle Monache - Alpinista assistente alle riprese
- Tomek Mackiewicz – Alpinista
- Elisabeth Revol - Alpinista
- Federico Santini – Videomaker

 

PS: per rimanere sempre aggiornati sulle novità di Daniele Nardi durante i suoi tentativi di scalata visitate il sito www.danielenardi.org nella sezione Diario di Bordo o cliccate “Mi Piace” nella pagina Facebook “Daniele Nardi”


Martedì 3 novembre 2009                                                                 Auditorium Mario Costa

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