Movimento politico

 

PARTITO SOCIALISTA

INSIEME VERSO L'EUROPA

PARTITO SOCIALISTA - SEZZE

www.fedsocialistilatina.wordpress.com

Ufficio Stampa Partito Socialista Sezze

 

 


4 marzo 2012
Proposte Agorà 
Niente Cultura, niente Sviluppo   La dittatura dell'incuria


9 febbraio 2012 

    Un marchio che una grande città come Sezze merita

comunicato stampa  

A Sezze si fa sempre un gran parlare di prodotti tipici, di storia e cultura. Tutti concetti validi il quanto Sezze ben si presta ad un progetto di ampio respiro che ne vada ad esaltare la sua storia millenaria, le tradizioni, il turismo e quindi la crescita economica del paese. Nello scrivere questa breve introduzione stiamo pensando alla creazione di un marchio locale che vada ad abbracciare tutta la filiera produttiva, dall’agricoltura alla cucina. Le potenzialità di Sezze non sono solo i prodotti tipici locali, ma anche il modo in cui vengono cucinati. Un buon carciofo, o una buona farina non fanno un buon piatto se non li sai cucinare. Ecco a Sezze sappiamo anche cucinare, e lo sappiamo fare molto bene. Allora perché non farne un punto di forza? L’idea consiste nel fare un’associazione di produttori di prodotti tipici di Sezze, che come scopo si propongano di ritrovare, riscoprire tutte le ricette tipiche. Il lavoro di ricerca deve interessare tutto il paese: gli anziani, le scuole, l’associazioni, i singoli cittadini, insomma il cuore pulsante del nostro sistema sociale.

Per ciascuna ricetta dovrà essere individuata una preparazione standard, basata su ricerche storiche e gustative condivise da tutti gli appartenenti. Si potrebbe utilizzare come marchio la semplice locuzione "Alla Sezzese" da affiancare poi successivamente alle diverse ricette riscoperte e standardizzare (Zuppa di Pane Alla Sezzese, Crostatine di Visciole Alla Sezzese, Carciofi Alla Sezzese etc.). Ben inteso, questo marchio non ha un riconoscimento europeo tipo il DOP, STG o IGT, ma ha sempre una valenza di marketing su cui investire risorse ed energie perché è una scommessa che i setini fanno sulla loro storia, sulle tradizioni e sui prodotti locali in modo da creare un sistema di valorizzazione della nostra cucina. Il marchio andrebbe promosso sia in un contesto locale che su contenitori giornalistici web o associazionistici, potenzialmente fruibili da appassionati di cucina locale a diffusione più ampia, pensiamo a Roma per esempio.  Avendo un marchio e puntando su di esso si va a caratterizzare il paese  rispetto agli altri per il turismo enogastronomico.

I singoli esercenti associati, esporrebbero il marchio elaborato al di fuori del proprio esercizio durante tutto l'anno attestandosi come ristoranti tipici. Standardizzato il metodo di produzione si andranno a creare anche accordi con piccoli produttori che forniscano le materie prime ai ristoratori, aumentando gli effetti positivi e le ricadute del progetto sull'indotto comunale.

Tornando al marchio, più viene pubblicizzato, più successo avrà la cucina “Alla Sezzese”, più materie prime serviranno e quindi aumenterà la richiesta di prodotti della nostra terra. Non si punta quindi alla produzione di massa ma ad una produzione di nicchia e di qualità.

I prodotti cotti possono poi essere venduti anche in altri paesi con il marchio “Alla Sezzese”, quindi i consumatori potranno gustare la nostra cucina anche nelle loro città. È intuitivo che questa produzione potrebbe aprire nuovi sbocchi per i produttori locali.

Lucidi Lidano – Partito Socialista Italiano, Progetto Agorà


10 gennaio 2012 

Anche a Sezze il quoziente familiare e una politica a favore delle giovani coppie

comunicato stampa

L’elezioni sono alle porte e cadono in un periodo di forte incertezza e crisi.  Riteniamo doveroso quindi esprimere un altro punto programmatico che vorremmo sottoporre al giudizio elettorale: il quoziente familiare applicato a livello comunale. Come si sa questo quoziente fa molto discutere a livello nazionale ma può essere applicato, per quanto di competenza, anche a livello locale. 

Si tratta di rimodulare le tariffe e il prezzo dei servizi locali secondo la dimensione della famiglia del contribuente, più figli si hanno meno si paga. Politiche di questo tipo sono applicate già in altri comuni, per esempio a Parma. Il quoziente familiare determinerà una riduzione della tariffa tanto maggiore quanti più saranno i componenti della famiglia e i carichi assistenziali che essa assorbe. Seguendo la strada di altri enti locali non si andrà a modificare la struttura dell’ISEE, ma se ne vanno a migliorare gli effetti. 

Nella sostanza si tratta di far pagare di meno le tariffe locali a quelle famiglie che hanno più figli, o hanno a carico persone disabili o anziane non autosufficienti. 

Noi proponiamo inoltre che una parte di questa rimodulazione sia legata alla presenza di bambini al primo anno d’età. Le giovani coppie in un momento di forte crisi economica hanno sempre più problemi a mandare avanti una famiglia soprattutto poi quando c’è la presenza di un bambino piccolo. Pappette, pannolini, visite mediche e tanto altro rappresentano un budget di spesa molto elevato. Pagare di meno i servizi locali quando hai un bambino piccolo è cosa doverosa per un ente che vuole essere solidale con le giovani generazioni. 

Con poche migliaia di euro poi, visto il livello di natalità di Sezze, si potrebbe sterilizzare il probabile aumento dell’Iva sul latte artificiale, autentico salasso per quelle mamme che non possono allattare dal seno. Riteniamo ingiusto un aumento delle tasse sui bebè. Anche per questo sarebbe importante favorire la creazione di un gruppo di acquisto solidale anche per l’acquisto di latte artificiale a prezzi molto più contenuti di quelli odierni. Sono aspetti che possono rientrare nella competenza di un ente locale, e crediamo che il tema della famiglia debba essere messo al centro della prossima amministrazione comunale.

Lucidi Lidano – Partito Socialista Italiano, Progetto Agorà


10 dicembre 2011 

Basta chiedere, i cittadini attendono risposte

comunicato stampa

La politica ora deve dare risposte senza chiedere più tasse ai cittadini e all’imprese.
L’IMU, la nuova imposta sugli immobili, che ingloba anche la vecchia ICI sulla prima casa, era prevista nella legge sul federalismo fiscale. Oggi la novità è che viene anticipata e si applica anche sulla prima casa. 
La situazione è talmente complicata, la crisi di liquidità è a livelli altissimi, che ci domandiamo se il Comune vuole applicare l’aliquota standard, ridurla al minimo o aumentarla al massimo. Certo la manovra lacrime e sangue di Monti è appena agli inizi del percorso parlamentare, ma sarebbe meglio specificare da subito le direttive locali. Riteniamo infatti che per venire incontro ai cittadini l’amministrazione comunale non debba aumentare le tasse locali, anzi dovrebbe fare uno sforzo per diminuirle o quanto meno non aumentarle (vertenza Dondi, SPL e autovelox permettendo). È da quando è stata varata la legge sul federalismo fiscale che abbiamo messo in guardia la politica locale. Sezze in provincia si colloca al 29° posto in termini di redditi Irpef, siamo tra i più poveri a livello provinciale e i giovani se ne vanno perché il proprio paese non offre loro serie prospettive di vita. Ora i nodi vengono al pettine. Per avere le risorse, visto la riduzione dei trasferimenti statali, bisogna spremere ancora di più i cittadini o migliorare l’efficienza amministrativa evitando gli sprechi? Noi pensiamo che i cittadini stanno pagando troppe tasse e non si possono chiedere altri sacrifici senza dare nulla in cambio. È la politica che ora deve dare risposte, assumersi le proprie responsabilità e affrontare i problemi e non mettere la testa sotto la sabbia.
Consideriamo un grave danno non avere una zona artigianale attrezzata su cui concentrare gli investimenti. Molte aziende di Sezze si sono trasferite nei paesi limitrofi, e lì pagheranno l’IMU con un grave danno per le casse del nostro comune, soldi di cittadini setini che rimpinguano le casse di altri comuni, assurdo! Bisogna invertire questa imbarazzante situazione, questo immobilismo amministrativo, investendo su un grande progetto di rilancio economico. Se non riusciamo ad attrarre investimenti da fuori e permettiamo all’aziende del posto di andarsene per non morire asfissiate, non possiamo poi lamentarci. Anche a Sezze è arrivato il tempo delle riforme e delle scelte coraggiose. È inesorabilmente arrivato il tempo di riprogettare il paese dalle sue fondamenta.
Riteniamo inoltre una gravissima miopia non avere da più tre anni un assessore al bilancio. Ma come è possibile che in piena crisi finanziaria Sezze si conceda il lusso di non avere un assessore preposto a gestire le risorse locali? 
Lucidi Lidano – Partito Socialista Italiano, Progetto Agorà


11 novembre 2011 

Altro che turismo, i tesori sono nascosti

comunicato stampa

Rivalutare i tesori dimenticati e nascosti dalla routine quotidiana in paesi ricchi di storia e tradizioni, costituisce un passaggio fondamentale nella costruzione di un patrimonio capace di creare un motore attrattivo per un movimento turistico importante e in grado di generare un indotto economico consistente. E’ di questo avviso il Progetto Agorà che spiega i suoi intenti attraverso le parole dell’Avv. Lidano Valleriani: “Prendo spunto da un esempio setino che è quello situato di fronte alla piccola piazza di Santa Chiara lungo Via Cavour: qui è possibile osservare le antiche mura ciclopiche (scoperte a seguito dei bombardamenti alleati durante la seconda guerra mondiale) la cui area sottostante è però “aggredita” dalle vetture che lì vengono lasciate in sosta in una sorta di parcheggio selvaggio dove, fino a qualche anno fa, era possibile addirittura trovare indicazioni di entrata ed uscita scritte su cartoni posti sopra cassette di legno o di plastica”.

Nello specifico Valleriani suggerisce: “Proviamo solo ad immaginare quell’area sottostante le antiche mura definitivamente libera dai parcheggi e pensiamo a quanto quel luogo potrebbe essere più bello se chi di dovere si preoccupasse di rivalutarlo ripulendolo dalle erbacce e dallo sporco esistente, magari creando anche un’illuminazione adeguata che nelle ore notturne ne esalti il valore archeologico e architettonico, fornendo a chi osserva (cittadini e turisti) anche qualche indicazione storica con apposita cartellonistica che illustri quest’opera architettonica millenaria e ricordi che quel luogo è stato scenario dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. 

Proviamo insieme solo ad immaginare la poesia del luogo così sistemato (o con altre idee sicuramente migliori delle mie) unita alla rivalutazione anche della piazza Santa Chiara dove si trovava la piccola chiesa che faceva parte del Monastero delle Clarisse: sarebbe sicuramente un intervento a favore di un bene archeologico che ci appartiene più di una poco elegante area di sosta delle vetture. 

Ritengo che questo, come tanti altri tesori nascosti negli angoli di Sezze, adeguatamente rivalutati, pubblicizzati ed uniti in un percorso storico-culturale, possano insieme rappresentare un volano attrattivo per i turisti; in un momento come questo di grave crisi economica, tentare anche così di incrementare il flusso di persone che vengono a visitare il nostro paese, non può che essere benefico per il commercio locale”.

Per questo il Progetto Agorà ha intenzione di intraprendere uno studio dei punti da valorizzare che daranno vita ad un quaderno di idee per rivitalizzare l’attrattività di un paese che ha dimenticato la sua vocazione turistica.


8 novembre 2011 

Progetto Agorà, tra le istituzioni e i giovani

comunicato stampa

“Si fa sempre un gran parlare delle questione giovanile, spesso solo per riempirsi la bocca di buoni propositi ma nulla più. Il tema a Sezze è centrale”. Così esordisce Lidano Lucidi del Progetto Agorà - Partito Socialista Italiano, e continua: “Tantissimi ragazzi lasciano le loro famiglie perché la politica locale non li valorizza, non crea occasioni di lavoro. Se poi pensiamo che il piano regolatore è vecchio di 40 anni è anche difficile per una giovane coppia trovare casa. Ma anche i ragazzi non possono solo lamentarsi ed aspettare Godot. Essere giovani non è sinonimo di innovazione, è quindi l’ora dell’olio di gomito e di misurarsi con se stessi e la società”. A proposito del rapporto giovani istituzioni, Lucidi specifica: “L’ente locale deve dare loro gli strumenti per crescere perché ci sono molte persone che hanno bisogno solo di un’opportunità per dimostrare il proprio valore”. 

Dalle parole ai fatti e dalle idee alle proposte, lo stesso rappresentante del Progetto Agora del PSI setino continua: “Riteniamo che un buona proposta sia quella della Comunità Giovanile, uno strumento disciplinato a livello regionale. Essa è un insieme di giovani aggregati stabilmente che promuovono la crescita sociale, economica e culturale della popolazione giovanile. Qui si possono svolgere attività sportive, ricreative, sociali, ambientali, culturali, turistiche, artigianali, artistiche e di formazione professionale. Aspetto importante è che queste comunità possono essere promosse sia dagli enti pubblici che da associazioni di ragazzi. La novità di fondo è proprio questa: se non agisce il Comune possono agire direttamente le nuove generazioni. Inoltre la Regione concede finanziamenti fino a 160.000 euro che possono essere utilizzati anche per il recupero, il riadattamento e la sistemazione di edifici e strutture pubbliche e private da destinarsi a sede di comunità giovanili. 

Uno spazio autogestito, svincolato da clientele, dove i giovani possano far emergere tutte le loro potenzialità, e a Sezze ci sono moltissimi ragazzi che hanno enormi capacità, ma che non le vedono riconosciute e valorizzate”. Quindi la conclusione di Lucidi: “Con una buona programmazione il progetto comunità si può integrare con il piano regionale a favore dei giovani. La comunità giovanile è quindi una sfida che i ragazzi lanciano non solo all’immobilismo amministrativo di questo paese, ma anche a se stessi, perché devono dimostrare di essere loro stessi artefici del proprio destino e non altri”.


30 ottobre 2011 

Il fattore paura

di Lidano Lucidi

Un appello a puntare in ciò che riteniamo veramente giusto

In politica sempre più spesso il fattore paura è la discriminante decisiva per vincere l’elezioni. Alla base di questo concetto c’è l’assunto secondo il quale si prendono voti non in base alle proprie idee, ma perché il mio oppositore farà molti più danni di me una volta al Governo. Data la nostra realtà locale questa risulta essere la migliore strategia cui ricorrere. In una società che ha una percezione della politica non proprio lusinghiera, è molto facile che una politica concentrata contro l’avversario risulti alla fine quella vincente.

Bastano due o tre slogan ad effetto ed il gioco è fatto. Perché perdere tempo ad elaborare progetti, basta accusare l’avversario di ogni male che per inerzia aumentano le mie quotazioni. Chi oggi governa è pronto a rinnovare le stesse stanche promesse elettorali. Ma oggi abbiamo bisogno di questo? 

La necessità di costruire una nuova classe dirigente è un processo ormai non più rinviabile.

Chi oggi saprà meglio aprire il suo partito o movimento, chi meglio saprà cogliere le dinamiche sociali, chi baserà la sua azione programmatica non in base all’avversario bensì alle sue idee, potrà costruire un qualcosa di buono in questo travagliato paese.

La paura del domani, la paura di perdere o non trovare un lavoro, la paura di esprimere le proprie idee, stanno ingessando la politica italiana, e non gli permettono di crescere, di evolversi. Quanti giovani hanno paura di mettere su una famiglia? Quanti giovani chinano il capo per paura? Tantissimi. La paura del futuro condiziona la nostra vita, figuriamoci l’orizzonte politico.

Abbiamo bisogno di un sussulto d’orgoglio, abbiamo bisogno di unirci in ciò che si crede, non in ciò dove è più conveniente stare.   

Sezze può decollare e svilupparsi notevolmente se ognuno vince la sfida con la propria paura interna. Non è più tempo del wait and see (aspettiamo e vediamo che succede), è tempo dell’impegno assiduo per emergere da questa palude in cui la politica si è impantanata da tempo. Una politica arroccata dentro il palazzo tutta dedita a fare i conti con la calcolatrice e poco propensa a progettare un paese nuovo, ricco vivace culturalmente e socialmente.

Insomma non più un paese immobile ma dinamico.


21 ottobre 2011 

Spl, quale futuro?

Direttivo Partito Socialista - Progetto Agorà  

La segreteria del PD di Sezze, dopo aver comunicato la virtuosità del bilancio comunale,  dovrebbe ora rispondere nello specifico su alcune questioni di fondamentale importanza per il futuro. In primo luogo su come intende recuperare i milioni di euro che la SPL vanta sui crediti Tarsu verso i cittadini. Crediti talmente elevati da poter compromettere l’esistenza stessa della società. Se sul piano strettamente economico i ricavi a ruolo coprono i costi, è vero pure che sul piano finanziario qualche problema c’è. Altro dato da mettere in risalto è la gestione dell’autovelox. Dato che il Comune è soccombente su ogni ricorso, quante migliaia di euro deve sborsare ancora? L’autovelox a Sezze ha fatto scuola ……in negativo.  Ed ancora: come mai dopo quasi tre anni manca l’assessore al bilancio? E come intende rispondere al federalismo fiscale visto che a livello provinciale siamo tra gli ultimi posti in termini di ricchezza? Sulla questione Dondi sicuramente si aprirà un contenzioso.  Visto che nel verbale della Conferenza dei Capigruppo del 18/07/2011 il Sindaco affermava che Acqualatina si sarebbe fatta carico, pagandoli, di tutti i danni derivanti dalla risoluzione del contratto, e considerato che invece ora si nega di voler entrare in Acqualatina, allora chi pagherà gli eventuali danni? 

Sono state accantonate prudenzialmente delle risorse?


22 settembre 2011 

Figli di un immobilismo pauroso

di Lidano Lucidi  

Crisi del sistema politico, crisi del sistema economico, crisi dei consumi, crisi di stato; insomma crisi.  Dovunque ci giriamo non sentiamo parlare di altro. L’ennesimo cambio di rotta dove la politica ragiona più per slogan che per cose concrete. I titoli di Stato vanno a picco e il distacco tra il palazzo e la gente è ormai enorme. Di tutte le chiacchiere da scienziati però alla gente frega poco, di questo avviso Lidano Lucidi che specifica: “Quando viene a fatica arrivare a fine mese, quando non si hanno prospettive per il futuro, quando l’estremismo prende il sopravvento sul ragionamento, allora a rischiare è il paese nella sua interezza. Ernesto Galli, della Loggia, in un bel editoriale “Conservatori e immobilisti” parlava di un problema strutturale italiano: un blocco eterogeneo, diversificato e stratificato di conservatori che fanno dell’immobilismo la propria arma di guerra. 

A mio avviso ha pienamente ragione. Non solo, perché mi guardo intorno e la prospettiva a livello locale non cambia. Nemmeno Sezze si sottrae alla regola che per conservare occorre essere immobili”. Il ragionamento dell’esponente del PS spiega: “Le riforme o le opere che erano state promesse sono rimaste lettera morta, buone per il prossimo programma elettorale in quanto ancora irrealizzate. Ero piccolo e sentivo parlare della piscina comunale, sono grande, il Sindaco attuale annunciava la realizzazione della piscina; sono passati anni, l’anno prossimo si vota di nuovo e la piscina non c’è. Ero piccolo e sentivo dire che Sezze ha grandi potenzialità turistiche. È a un’ora da Roma e tre da Napoli, il mare a mezz’ora e la montagna dietro le spalle mi dicevano. Sono grande e non è stato costruito un albergo, un campeggio, ma sentivo e sento tutt’oggi ripetere la stessa storiella buona ogni volta che il voto si avvicina. Sono nato nel mito del carciofo setino, sono grande, e spesso mangio carciofi  coltivati da altre parti, altri si fregiano dei marchi di qualità ma non noi. Noi ci facciamo la sagra e conserviamo un mito inossidabile che nel pratico non serve a nessuno”. Ciò constatato, la conclusione è drastica ma realistica: “Sezze è un paese che non cresce più da tempo, che ha perso la sua identità. 

Un paese che deve reinventarsi. Non possiamo permetterci l’immobilismo perché saremmo cannibalizzati da altri comuni. Il federalismo fiscale e le manovre economiche appena approvate non danno scampo, o ci si muove o saremo noi che dovremo riprendere le famose valige e andare da qualche altra parte. Sezze non può e non deve essere più un paese dormitorio. Se la politica non lo capisce, se continua a guardarsi l’ombelico, le conseguenze, anche a breve, saranno devastanti; ben più di quello che si pensa”.


9 settembre 2011 

Progetto Agora

Anche i nuovi adulti hanno diritto ad un futuro

di Lidano Lucidi

Il Progetto Agora, secondo Lidano Lucidi, sarà una sorta di angolo informativo delle opportunità rivolte ai giovani. Nei giorni scorsi il Ministero della Gioventù, in collaborazione con l’ABI e l’INPS, ha presentato il progetto “Diritto al Futuro”. Nel programma sono previsti mutui per giovani lavoratori precari, prestiti d’onore e bonus per i genitori svantaggiati contrattualmente.

Le nuove generazioni stanno pagando un prezzo salatissimo ed è giusto che quando ci sono misure che vanno nella direzione di aiutare i ragazzi se ne dia la massima diffusione al di là delle appartenenze politiche. È previsto un fondo per permettere a 10 mila giovani coppie, i cui introiti sono per il 50% composti da reddito da lavoro precario, di accedere a un mutuo di ammontare massimo di 200 mila euro per l’acquisto della prima casa che non superi i 90mq. Un altro fondo, erogato dagli istituti di credito che aderiscono all’iniziativa, sono stati messi a disposizione per studenti tra i 18 e i 40 anni iscritti a corsi e master universitari. 

Si tratta di un credito annuale che va dai 3.000 ai 5.000 euro la cui restituzione si calcola a partire dal trentesimo mese di erogazione dell’ultima rata di finanziamento, dilazionabile dai 3 ai 15 anni. Infine un fondo, gestito dall’Inps, che sarà utilizzato per erogare 5.000 euro a quelle aziende che assumeranno un genitore svantaggiato contrattualmente ed economicamente, privo di un contratto a tempo indeterminato. Un’azione che vuole venire incontro alle esigenze delle giovani famiglie. Facciamo appello a che gli enti preposti diano adeguato risalto all’iniziativa che sicuramente merita di essere divulgata. 

Anche noi ci impegneremo a darne risalto. Abbiamo creato una pagina facebook “progetto agorà” e una mail dedicata progetto-agora@libero.it

Per superare questo stato di cose tutti devono collaborare, nel rispetto delle loro funzioni. Per quanto riguarda Sezze poi il problema è molto accentuato visto che intere generazioni stanno abbandonando il nostro paese, scontando non solo le problematiche nazionali, ma anche quelle locali in cui la classe politica non riesce a creare le condizioni affinché i ragazzi non siano costretti ad abbandonare il proprio paese natale. Tutto ciò decretando di fatto il fallimento del paese stesso.


28 giugno 2011 

Fondi per salvare i siti archeologici setini

di Lidano Lucidi

Prendiamo spunto dall’intervento del Presidente Italia Futura Montezemolo per rilanciare l’idea di finanziare la cultura con il 5 per mille. Nell’ultimo convegno della sua fondazione Montezemolo ha avanzato la sua proposta di inserire la possibilità di un 5 per mille dell’Irpef esplicitamente dedicato all’intervento culturale e paesaggistico. Proposta condivisibile, che avevamo avanzato qualche mese fa, con la possibilità di creare un’associazione ONLUS che tra i vari progetti preveda proprio la difesa dei beni archeologici. Inoltre la nostra proposta è immediatamente operativa senza aspettare alcun intervento legislativo. 

Con lo strumento del 5 per mille i cittadini potrebbero scegliere quale monumento recuperare, e con la propria dichiarazione dei redditi investire su di esso. Ribadiamo che Sezze è un tesoro di storia, archeologia, natura, ma l’amministrazione comunale ha fatto poco o nulla per tutelare questi beni. Spesso poi i danni fatti sono irreparabili, pensiamo alle mura poligonali, a Riparo Roberto, all’antica via setina, le ville romane e tanto altro. L’amministrazione non ha mai voluto veramente coinvolgere l’associazioni del luogo in una visione organica della tutela dei beni archeologici e della cultura. Basta pensare che la consulta dell’associazioni è ferma al palo da diversi mesi e nulla lascia presagire una ripresa dell’attività. Ritornando alla questione rilanciata dalla Fondazione Italia Futura, un altro vantaggio di non poco conto è che il Comune potrà vedere finanziate iniziative senza mettere in gioco un centesimo, e senza intaccare il patto di stabilità. Un problema di cui si dovrà tener conto sono proprio i conti pubblici, visto che il federalismo fiscale impone di creare ricchezza a Sezze, ma come è ben noto a Sezze manca da oltre 3 anni l’assessore al bilancio.


6 giugno 2011 

Studio sulla situazione demografica setina

di Lidano Lucidi

L’arrivo di immigrati, l’invecchiamento della popolazione merito anche dell’aumentare dell’età media e dell’attesa di vita nel terzo millennio, la fuga di cervelli con sempre più giovani che varcano i confini nazionali alla ricerca di una sistemazione per il loro futuro; sono questi solo tre dei molteplici fattori che incidono in una trasformazione demografica profonda dell’Italia. In questo contesto Sezze non fa certo eccezione ed anzi accentua alcuni fattori. A sottolinearlo è Lidano Lucidi, che dati alla mano (www.comuni-italiani.it) evidenzia: “Che la società setina sia cambiata profondamente con il trascorrere degli anni è un dato sotto gli occhi di tutti. Un paese poco ospitale per i giovani che hanno intenzione di vivere e farsi una famiglia nel proprio paese. Un paese che fa scappare le proprie imprese che sono costrette ad investire in altri posti, magari estremamente vicini come nel caso di Sermoneta. 

Del resto a Sezze manca un’area attrezzata per poter sviluppare l’aziende. Se qualcuno pensava che questo non potesse avere ripercussioni sul sistema sociale del paese, sulla sua composizione e sul suo sviluppo,si sbagliava di grosso. Infatti siamo diventati un paese dormitorio, la cui composizione sociale è stravolta dall’arrivo di migliaia di cittadini stranieri tale da farci diventare il primo paese in provincia con la percentuale più alta di cittadini stranieri; un dato che si assesta all’11,5%”.  Entrando nello specifico dei numeri Lucidi sottolinea: “Parliamo di dati ufficiali, e se solo pensiamo ai clandestini o ai comunitari che non sono iscritti all’anagrafe, la percentuale è di gran lunga superiore. Comunque attenendoci ai dati ufficiali emerge anche che siamo al 29° posto, su 33 Comuni, con il reddito medio più alto. Tradotto siamo tra i più poveri a livello provinciale. I primi in termini di stranieri e tra gli ultimi in termini di reddito, e con il federalismo alle porte sono dolori. La mancanza passata e presente di un progetto paese porta inevitabilmente a queste conseguenze. 

Di fronte a questi dati emergono una serie di considerazioni. L’aspetto più evidente è che molti ragazzi, spesso laureati, abbandonano Sezze e vanno a vivere fuori e questi sono rimpiazzati dall’arrivo di cittadini stranieri. Quello che è palese senza leggere le statistiche è avvalorato dalle statistiche stesse. Prendiamo come punto di riferimento il periodo che va dal 2005 al 2009. La popolazione residente totale è passata da 22.924 a 24.546 unità con un aumento del 7%. La popolazione straniera è passata, dai dati ufficiali, da 1.179 a 2.812 unità con un aumento del 139%, e quella non straniera ha subito una variazione negativa dello 0,05% scendendo da 21.745 a 21.734 unità”. La chiosa è dunque una legittima considerazione:  “La popolazione di sezzesi è quindi diminuita e ciò vuol dire solo una cosa: molti ragazzi di Sezze se ne vanno a vivere fuori perché il paese in cui sono nati non offre loro prospettive serie di vita. Questi sono i dati incontrovertibili così come sono innegabili le ripercussioni sociali sul territorio. Se qualcuno le nega, è ovvio che sia nel torto. 

Cambia la composizione sociale della popolazione, cambiano le esigenze, i bisogni e le necessità, a fronte di una scarsa politica d’integrazione e di una politica per lo sviluppo del territorio. Se pensiamo che con questo tasso di crescita nel 2014 avremo un paese composto al 24% da cittadini stranieri, diventa centrale ridisegnare le prospettive del paese. Non è assolutamente questione di propaganda politica, è questione sociale di assoluta priorità, anche perché il federalismo fiscale ci spinge a creare sempre più ricchezza sul territorio, pena la scarsità di risorse finanziarie per poter garantire la sicurezza pubblica, i servizi sociali, i trasporti ed altro. Sezze è in grado di rispondere alle future sfide che ha davanti? Allo stato attuale sembra proprio di no, e il motivo è che il problemi non si affrontano, si cerca di risolverli semplicemente ignorandoli”.

Tabella 1: Residenti nel Comune di Sezze – Periodo 2005/2009

anno

Totale  popolazione

Popolazione residente al netto degli stranieri

Stranieri residenti

2005

22.924

21.745

1.179

2006

22.971

21.700

1.271

2007

23.852

21.732

2.120

2008

24.279

21.672

2.607

2009

24.546

21.734

2.812

Tabella 2: Variazione i termini assoluti residenti Comune di Sezze – Periodo 2005/2009

anno

Variazione

popolazione

stranieri

Variazione

popolazione totale

Variazione

popolazione senza

stranieri

dal 2005 al 2006

92

47

-45

dal 2006 al 2007

849

881

32

dal 2007 al 2008

487

427

-60

dal 2008 al 2009

205

267

62

Tabella 3: Variazione i termini percentuali residenti Comune di Sezze – Periodo 2005/2009

anno

Variazione

popolazione

stranieri

Variazione

popolazione totale

Variazione

popolazione senza

stranieri

dal 2005 al 2006

8%

0,21%

0,21%

dal 2006 al 2007

67%

3,84%

-0,15%

dal 2007 al 2008

23%

1,79%

0,28%

dal 2008 al 2009

8%

1,10%

-0,29%


30 aprile 2011 

Sezze non è un'isola felice

di Lidano Lucidi

Ma siamo sicuri che viviamo nel paese del bengodi dove tutto va bene, dove non ci sono problemi, dove i cittadini possono dormire a casa propria con le finestre aperte tanto è sicuro questo paese? Cosa deve succedere per far capire al primo cittadino che Sezze non è un’isola felice ma un paese con il problema della sicurezza? Risse, furti su tutto il territorio anche in pieno giorno, bottiglie incendiarie, atti di vandalismo sono sempre più frequenti. Prendere coscienza che il problema esiste vuol dire prendere lo stesso di petto cercando di risolverlo, ignorarlo vuol dire aggravarlo. Sezze qualche giorno fa è andata sui giornali per la processione, in questi giorni per l’incendio al centro commerciale Le Fontane. Chi ha fatto la passerella il venerdì santo dovrebbe fare anche una passeggiata la notte al centro storico, a Sezze Scalo o a Suso dove sono state frequenti ronde spontanee di cittadini che difendono le loro abitazioni. Essere sicuri a casa propria è un diritto fondamentale e chi ha promesso in campagna elettorale che avrebbe cambiato il paese deve rispettare quanto detto, almeno che la battaglia sulla sicurezza e la legalità si fa semplicemente ignorando il problema. 


13 aprile 2011 

Sezze, il paese delle mille contraddizioni

di Lidano Lucidi  

Sezze è un paese dalle mille contraddizioni, un paese in cui si cerca di accontentare un po’ tutti accontentandone poi un minima parte, e questo sia perché la coperta è sempre più corta, e sia perché molte politiche sono in aperto contrasto tra loro. Prendiamo il piano regolatore, l’agricoltura e la turbogas. Sono passati molti anni da quando il Comune di Sezze ha dato il benestare a questa operazione, e a quanto pare anche su questo tema si sa poco o nulla. Come si può parlare di piano regolatore partecipato quando si cerca di far passere in sordina il fatto che il nostro paese potrebbe essere interessato alla costruzione di un metanodotto e centrale di smistamento di una centrale turbogas? Sezze Scalo invece di essere motore dello sviluppo sociale ed economico sarebbe interessata ad una mera servitù avendo nulla o poco più in cambio. È questo che si vuole per questo importante quartiere? Dove sono finite le promesse fatte in campagna elettorale? Programmare un territorio non è solo far costruire case, è anche armonizzare le politiche di sviluppo. Si parla di agricoltura, di contributi agli agricoltori, ci si tinge a lustro per la sagra del carciofo e contemporaneamente si vuole costruire una centrale turbogas togliendo di fatto terra all’agricoltura. Tutte le scelte sono legittime, ma occorre decidere in fretta che paese si vuole da qui ai prossimi anni evitando politiche in contraddizione tra loro. Sezze, ricadendo nel distretto agroindustriale e in quello chimico farmaceutico potrebbe sfruttare l’agricoltura in altro modo, dai farmer market alle reti d’impresa, dal biopharming allo sviluppo del Monte Amiata che deve rimanere un bene pubblico al servizio di tutti. L’amministrazione comunale a quanto pare vuole vendere il Monte Amiata ai privati, non si sta attrezzando per fare i farmer market, e punta tutto solo sulla Sagra del Carciofo. Ma gli altri giorni dell’anno che si fa? Ed ancora, com’è possibile che dopo quasi tre anni manchi l’assessore al bilancio? Di quale investimenti parliamo se manca l’assessore preposto ad indirizzare le casse del comune? Sarebbe il caso di farla finita con la politica dell’effimero, per passare ad una politica che orienti lo sviluppo economico e sociale senza farsela dettare dai dirigenti.


29 marzo 2011 

Quale politica per il futuro di Sezze?

di Lidano Lucidi  

Le ultime riforme, federalismo municipale e servizi pubblici locali, devono spingere la politica locale ad aprire un grande dibattito sul futuro del nostro paese. Che Sezze assomigli sempre più ad un paese dormitorio, ad un paese che non offre grandi prospettive ai giovani, è un dato palese. Per rilanciare il territorio non occorrono slogan o piccole politiche clientelari, piuttosto occorre un grande progetto di rinnovamento del sistema paese. Un dato deve farci riflettere, in base al federalismo municipale una parte del gettito Irpef prodotto dal territorio viene rigirato su di esso, ergo più reddito e lavoro si crea sul posto e più risorse ha il paese per portare avanti la macchina amministrativa. 

Sezze in provincia si colloca al 29° posto in termini di redditi Irpef, siamo tra i più poveri a livello provinciale. Con il federalismo alle porte si rischia di avere pochissime risorse a disposizione, allora invece di piangersi addosso bisogna tirare fuori gli attributi e rilanciare il paese. Mettere la testa sotto la sabbia non serve a nulla, così come non serve a nulla parlare di agricoltura o turismo se poi non si ha un progetto di lungo periodo dietro le spalle. Basta vedere quanto male sono conservati i beni archeologici presenti sul nostro territorio, spesso in preda ai vandali come lo sfregio al Riparo Roberto, giusto per citarne uno. 

Un patrimonio da tutelare con cura e da farsi vanto, coperto dalla vernice, uno scandalo! Una vergogna per un paese ricco di storia come il nostro. E poi parliamo di turismo. Se per turismo s’intende solo la sagra del carciofo o la processione allora c’è qualcosa che non quadra.

La tendenza è la valorizzazione della realtà locale, e non si può accusare nessuno dei tagli se poi localmente non si riesce a mantenere l’aziende del luogo. Molte aziende di Sezze hanno aperto capannoni a Sermoneta. Ma è possibile che a Sezze non si riesce a creare e dotare di servizi una zona dove ubicare gli investimenti produttivi con tutti i crismi del caso? 

Se non riusciamo ad attrarre investimenti da fuori e permettiamo all’aziende del posto di andarsene per non morire asfissiate, non possiamo poi lamentarci. Anche a Sezze è arrivato il tempo delle riforme e delle scelte coraggiose. È inesorabilmente arrivato il tempo di riprogettare il paese dalle sue fondamenta.


11 gennaio 2011 

Lidano Lucidi: una nuova opportunità per le onlus

Apprendiamo con favore un’importante novità: il no profit, grazie alla riforma dei contratti di credito ai consumatori, entra da protagonista nella disciplina del microcredito. Le Onlus possono finanziare progetti di micro finanza, facendo sì che si esca dal circuito bancario o dei fondi pubblici per arrivare ad una gestione diretta dell’associazionismo. Cosa può significare questo per Sezze? Associazioni e privati, come piccole banche che scommettono sull’idee, che finanziano le famiglie in difficoltà, e soprattutto i giovani. Ragazzi che vorrebbero investire su se stessi o mettere su famiglia, ma che non possono avere un finanziamento perché disoccupati o precari. Oppure pensiamo a quelle famiglie che devono sostenere spese impreviste come quelle sanitarie, o spese periodiche come il salasso annuale dell’acquisto dei libri di scuola. Potrebbe essere creata una Onlus gestita direttamente dall’associazioni locali, una sorta di associazione delle associazioni, che faccia sintesi dei tanti progetti in circolazione e che sappia anche intervenire sulle sacche sociali in difficoltà economica. Dato da non sottovalutare è che possono essere presi finanziamenti anche dall’esterno e non dai classici canali che man mano si stanno restringendo. 

I cittadini residenti e non, potrebbero destinare il 5 per mille delle proprie imposte su un’Onlus locale che vada a finanziare progetti per Sezze. Spesso poi, i privati o l’aziende fanno delle donazioni o piccole sponsorizzazioni. In questo modo è possibile detrarle/dedurre anche dall’imposte, con un duplice obiettivo: finanziare il futuro del nostro paese e pagare meno tasse. Altro vantaggio di non poco conto è che il Comune, qualora non volesse partecipare direttamente, ma dovrebbe e potrebbe farlo, vedrà finanziate iniziative senza mettere in gioco un centesimo, e senza intaccare il patto di stabilità. Tra l’altro non intervenendo a favore di questa o quella attività economica non si avrebbero problemi legati alle norme europee di aiuti all’imprese. Anzi, tra le iniziative dell’Unione Europea rientra il lancio di uno strumento europeo di microfinanziamento per l'occupazione e l'integrazione sociale, il Progress Microfinance Facility. Sintetizzando: una scommessa di Sezze per Sezze.


28 dicembre 2010

Lidano Lucidi

Il ritiro delle dimissioni da parte del sindaco sono una farsa politica

Dalla riduzione della cifra politica allo stravolgimento della stessa. Una farsa politica sulla pelle dei cittadini. In perfetto stile politichese per dire: ho scherzato! Il Sindaco si era dimesso perché politicamente il suo progetto si stava stravolgendo, ebbene ora fa finta di imbarcare in maggioranza l’UDC, quando lo stesso partito c’era già dentro. I partiti che l’hanno sostenuto e fatto vincere al primo turno, spremuti come limoni per poi essere scalzati alla prima occasione. 

Un sindaco che blocca i binari della ferrovia per protestare contro la chiusura dell’ospedale per poi cadere nel silenzio assordante e non partecipare neanche ad incontri pubblici organizzati da quel partito, l’IDV, che gli ha garantito la poltrona al primo turno. Il rilancio del piano regolatore, l’ennesimo fumo agli occhi dei cittadini. Se questa amministrazione lo vuole davvero deve spiegare in primo luogo perché ancora non l’ha ancora fatto, e in secondo luogo rinunciare ad ogni idea di imbastire accordi di programma, uno strumento micidiale per fare promesse elettorali. L’amministrazione deve dire cosa vuole fare della raccolta dei rifiuti. Secondo il nuovo regolamento, la SPL potrebbe non essere più l’ente che gestisce i rifiuti. 

Che si vuole fare? Tutto tace. Si può continuare all’infinito, ma non si può far ricadere sugli altri le proprie responsabilità. Il PD, quel favoloso soggetto politico che doveva essere il progetto faro della sinistra europea ridotto ad elemosinare un accordo con Fini o Casini per poter mantenere il proprio potere. E mentre si continuano a pagare conti salati sull’autovelox, mentre si dilapidano risorse, mentre centinai di giovani lasciano il paese lasciando un vuoto sociale non colmabile a breve, il sindaco scambia la festività del natale per il pesce d’aprile.


23 dicembre 2010

Quale futuro si prospetta per Sezze?

E’ una domanda alla quale una certa classe politica direbbe “e mica dipende solo da noi, dipende dalla globalizzazione, della provincia, della regione, ecc., ecc.” Prendendosi beffa delle potenzialità della nostra cultura e del nostro territorio; è uno schiaffo all’intelligenza ed alla laboriosità dei Setini.

E’ quanto afferma Consoli Alessandro, esponente del PS di Sezze che aggiunge: “a scuola ci hanno insegnato che ad ogni nostra azione corrisponde un effetto e quindi una scelta sbagliata oggi si ripercuote sulla società nel tempo; proprio così cari concittadini, oggi paghiamo le scelte scellerate fatte precedentemente da alcune amministrazioni che non hanno saputo ben amministrare il territorio, programmare il suo sviluppo economico e distribuire diligentemente i copiosi trasferimenti degli enti al fine di ottenere uno sviluppo armonico della nostra città”.

Tuttavia oggi non è più tollerabile seguire quella via, oggi bisogna guardare avanti, ben oltre il proprio naso; c’è bisogno di delegare a  persone più competenti il compito di risollevare un’economia disastrata che non riesce a creare ormai da tempo posti di lavoro.

Ci siamo dimenticati la tanto decantata “vocazione agricola” del nostro territorio che per quanto tale è rimasta nei tempi sempre la stessa, anzi è regredita sensibilmente, salve piccole eccezioni, penalizzata da un mercato ortofrutticolo mai realizzato, dalla inesistenza di un polo agrario formativo e dalla mancanza di una piattaforma logistica ottimale per la distribuzione delle merci; la conseguenza di ciò è che è mancato sia lo sviluppo agricolo che quello industriale con il risultato che tutti i comuni a noi limitrofi hanno una loro realtà industriale che inquina anche il nostro territorio.

Tuttavia oggi abbiamo ancora uno strumento a nostra disposizione in grado di rilanciare il paese, si tratta del piano regolatore generale.

Il piano regolatore è lo strumento più importante per progettare il futuro di ogni paese,  consente lo sviluppo armonico della città definendo  ad esempio le aree edificabili da quelle adibite a spazio pubblico e ricreativo, ma consente, soprattutto, di stabilire delle regole chiare per coloro che intendo fare impresa, evitano le continue deroghe e varianti, che sono delle distorsioni create dalla politica che non decide, e che tiene continuamente in scacco i propri cittadini con scelte personalistiche e clientelari.

Ancora una volta la nostra classe dirigente è in ritardo e non riesce a  decidere, nel frattempo le nostre imprese perdono in competitività o peggio ancora trasferiscono le loro attività produttive in altri comuni limitrofi più attrezzati; nel contempo noi cittadini ci ritroviamo ad abitare in zone popolose prive di servizi che paghiamo comunque anche senza usufruirne.

Oggi assistiamo esattamente a questo, a distanza di anni riecco la politica del “ tira a campà”, assistiamo sempre agli stessi provvedimenti estemporanei, a incentivi fini a se stessi, a varianti urbanistiche e quant’altro.


10 novembre 2010

Enzo Ricci: Come cambiano gli equilibri nel Consiglio Comunale

Come cambiano gli equilibri nel Consiglio Comunale di Sezze a distanza di circa tre anni e mezzo dalle ultime elezioni? Tanto. Questo è il parere del segretario comunale del PS, Enzo Ricci che afferma: “Dopo tante ambiguità, mezze parole, tatticismi esasperati, in consiglio comunale, dopo il voto del riequilibrio di bilancio, c’è chiarezza. La maggioranza è diventata “bulgara”. Il PD e l’UDC hanno raggiunto quota 70%, un ottimo risultato se si considera che il PD contava all’inizio della legislatura neanche il 30% e l’UDC allora all’opposizione otteneva circa i1 3%. Qualche cosa sicuramente è successa e sta ancora succedendo, o meglio qualcuno sta truccando le carte”. E nello specifico Ricci continua: “Può essere che la giunta, organo di programmazione e di indirizzo, abbia ben scelto i dirigenti che ben hanno gestito tanto da meritarsi il voto del 70% del consiglio comunale, quale organo di controllo? Allora all’esterno non dovrebbe apparire quello che appare. 

Un paese alla perpetua ricerca di una propria identità di un proprio sviluppo ormai non più agricolo. Il rilancio dell’artigianato e dell’industria pure chimere, onnipresenti in tutti i programmi elettorali e destinate a rimanerci. Una depurazione da paese terremotato. A quattro anni dal finanziamento del depuratore l’amministrazione delibera la realizzazione di un depuratore mobile, e neanche di sua iniziativa. Che vergogna! Roba da tendopoli, e intanto i cittadini hanno continuato a pagare salate bollette di depurazione. La decongestione del traffico e la riqualificazione dei quartieri della periferia è diventato solo un problema di rotonde e di muri a sasso. La sicurezza è sempre un problema di autogestione della zona colpita da furti e poi basta stare in casa entro le 20,00 “forse” risolve. Non è tutto ma quanto basta per capire che ne la giunta e nei dirigenti stanno operando bene.  

E allora come mai in consiglio comunale cresce il consenso? È possibile che molti consiglieri, ormai senza partito, ragionano al meglio per se stessi. Stanno in maggioranza per coltivare meglio il loro personale elettorato. Qualcuno dovrà pure assumersi le responsabilità di tutto questo. Indicativa è anche la presa di posizione dell’IDV e Rifondazione Comunista, che denunciano quello che noi avevamo già denunciato da tempo: la morte della politica voluta scientificamente da chi vuole solo tenere stretta la poltrona. Eppure nelle scorse elezioni quella che fu l’Unione denunciava l’esperienza civica, la mancanza dei partiti, la mancanza di linearità politica. Il sindaco ha voluto estromettere i partiti, in quanto titolari di interessi generali. Esclusi dalla dialettica politica per mantenere una cappa di piombo che ormai asfissia il paese”. Tali dichiarazioni convergono poi nella conclusione: “La nostra proposta è di rimettere al centro le istituzioni partitiche per operare e fare per Sezze, e non per qualche singolo cittadino, fosse pure consigliere comunale. Dunque non il partito per il partito, ma la politica contro l’antipolitica che quest’amministrazione sta perpetrando”.


11 ottobre 2010

A Sermoneta le mense a chilometri zero mentre a Sezze, proposte su Farmer Market e Gruppi d’Acquisto Solidale restano nel cassetto

di Lidano Lucidi

Sermoneta punta sulle mense a chilometri zero per favorire la produzione locale e la genuinità dei prodotti con un occhio di riguardo al contenimento dei costi. Tale idea verte sugli stessi cardini di una idea analoga che a Sezze, chissà perché,  non è riuscita a fare breccia. A tornarci su, spiegandone le peculiarità è Lidano Lucidi: “Prendiamo spunto dall’iniziativa del Comune di Sermoneta, Mense a chilometri zero, per rilanciare una nostra vecchia proposta in ambito agricolo: l’istituzione dei farmer market, ovvero mercati in cui i produttori locali possono vendere direttamente al consumatore i propri prodotti. Oltre alla possibilità per i cittadini di risparmiare sul prezzo degli alimenti, si avrebbe anche la certezza della provenienza delle merci. Come Partito Socialista di Sezze, avevamo anche proposto la creazione di GAS (gruppi d’acquisto solidale) per fare in modo di aiutare gli agricoltori in difficoltà, soprattutto con la Gerit Equitalia. Dietro garanzia che gli acquisti presso la propria azienda vadano a sanare i debiti pregressi, e dietro la certezza della bontà del prodotto, si possono concentrare gli acquisti su un’azienda locale in difficoltà economica in modo da aiutarla ad assolvere i propri debiti. 

Tutto ciò è legale, lecito, e di grande impatto sociale, perché è compito di una comunità aiutare famiglie ed imprese in difficoltà e non lasciarle sole al proprio destino. Diciamo di più, un gruppo d’acquisto potrebbe essere anche istituito tra gli agricoltori stessi, in modo di abbattere i costi nella fornitura di mezzi tecnici come i fertilizzanti, i concimi, le macchine agricole. Sezze poi potrebbe essere punto di riferimento comprensoriale, coinvolgendo anche le altre realtà limitrofe. Potrebbe essere individuato uno spazio a Sezze Scalo, in modo da essere facilmente raggiungibile anche dalle famiglie non residenti provenienti dai borghi e dai paesi limitrofi. Pensiamo a un mercato settimanale dove comprare prodotti del luogo, di facile ed immediata attuazione e senza bisogno di investimenti faraonici. Andremo ad intaccare la tendenza secondo la quale molte risorse di Sezze vengono spese fuori, mentre ben poco da fuori entra a Sezze. Lo sviluppo del paese passa per la pianura, che deve essere vista come un’occasione e non come una zavorra, capace di attrarre risorse economiche non solo locali, ma anche e soprattutto di fuori. Ecco perché riteniamo strategica l’ubicazione del mercato del contadino allo Scalo”.


16 aprile 2010

Degrado a Sezze Scalo

Nel terzo millennio l’uguaglianza tra cittadini dovrebbe essere un dato più che assodato. Tutti quelli che pagano le tasse è giusto che ricevano ugualmente gli stessi servizi; ma nel comune di Sezze non accade esattamente così. Ad affermarlo è Alessandro Consoli esponente del Partito Socialista locale che denuncia una sorta di classismo nei confronti dei cittadini, secondo il quale le zone comunali verrebbero suddivise in base ai voti, e in virtù di ciò, insisterebbero sempre su di esse quelle poche opere di riqualificazione urbana e di controllo del territorio: “Le zone periferiche del paese vengono abbandonate a se stesse, ignorate dall’amministrazione comunale che non si preoccupa nemmeno di farle controllare dalla locale polizia municipale. E’ il caso di una strada di Sezze Scalo che da via Sicilia congiunge via Casa di Piano unendo la zona pedemontana con la pianura. Questa strada sta diventando una discarica a cielo aperto, la sua sede stradale sta per essere completamente chiusa dalla vegetazione e i cartelli stradali inghiottiti dai rovi; solo i trattori che la percorrono di rado fanno si che la vegetazione assuma una forma a tunnel permettendo il passaggio delle auto”. 

La dissonanza è forte poiché nota Consoli: “Nel frattempo nel centro storico spuntano vasi con fiori spumeggianti e ringhiere in ferro battuto di grande pregio, mentre a Sezze Scalo non vi è nemmeno un parco pubblico decente per far giocare i nostri bambini; non è casuale infatti che i luoghi di ritrovo dei ragazzi di Sezze Scalo siano la stazione ferroviaria e qualche bar a ridosso della pericolosa 156. L’unica grande innovazione dell’amministrazione Campoli, l’autovelox, era stata elaborata con la scusa della sicurezza stradale. Dopo aver messo le mani in tasca ai cittadini solo per fare cassa, dopo aver esposto ad un gravissimo rischio finanziario il Comune, visto che è stato condannato sulla questione, dopo aver aperto un problema serissimo verso chi le multe le ha già pagate, ebbene dopo questo disastro amministrativo, i soldi incassati illegalmente non vengono neanche spesi laddove se ne avverte il bisogno. Si continua con la politica dell’effimero, senza bussola, e senza affrontare le vere emergenze del paese. Al limite belle parole, ma nulla più”. Eppure, mai come adesso, Sezze Scalo, che è la frazione più popolosa e anche la più degradata di tutto il comune di Sezze, viene ignorata e soprattutto viene sottovalutata la sua utilità strategica. I socialisti di Sezze chiedono con forza di considerare tutti i cittadini allo stesso modo, e che l’azione amministrativa produca effetti sempre, non solo sotto campagna elettorale.


9 aprile 2010

Analisi del momento politico setino
Sezze avrebbe bisogno di una spinta innovatrice e propulsiva, sia per rispondere alle imminenti riforme governative, riguardanti in primo luogo il federalismo fiscale, sia per arrestare un lento e doloroso declino che ormai è evidente a tutti. Assistiamo invece ad un immobilismo amministrativo volto solo a garantire le singole posizioni di potere invece che i cittadini nel complesso. 

La sanità, lo sviluppo economico, la sicurezza sono temi centrali che attendono risposte ormai da tre anni. Mentre si organizzano ronde per fermare lo stillicidio di furti nelle abitazioni perché le istituzioni non sono in grado di garantire la sicurezza, mentre migliaia di cittadini lasciano il paese per lavorare perché Sezze non è in grado di creare un posto di lavoro, mentre l’anarchia della viabilità imperversa sovrana, la maggioranza si interroga se cambiare questo o quell’assessore. 

Ma sono queste le priorità del paese? Noi pensiamo proprio di no. Pensiamo che sia giunta l’ora di decidere che paese vogliamo, perché non abbiamo più un’identità economica e sociale. Il voler essere tutto (agricolo, turistico, commerciale, artigianale, industriale ed altro), porta ad essere nulla, al più un paese dormitorio. Infatti l’unica grande innovazione di questa legislatura è stato l’autovelox, strumento buono solo a fare cassa sulle spalle dei cittadini. 

C’è l’urgenza di ridefinire il ruolo della SPL, che oggi è uno strumento atto a foraggiare il clientelismo invece che strumento in grado di creare un plusvalore sul territorio. Il Partito Socialista questo immobilismo lo aveva denunciato già da tempo, ed ora più che mai è intenzionato a lavorare  alla costruzione di una valida e reale alternativa all’attuale amministrazione, che procede solo per spot elettorali senza interventi reali e definitivi. Pensiamo solo alla rotonda, o pseudo tale, dell’incrocio di Monte Trevi, nata sotto elezioni per poi essere lasciata in uno stato di degrado, tra l’altro pericoloso per la sicurezza degli automobilisti.

Direttivo del Partito Socialista Italiano – Sezione di Sezze


13 gennaio 2010

La Piattaforma Logistica Integrata
Storia dell' “Intermodale di Latina Scalo”
Sembra opportuno rifare brevemente la storia di questa struttura, realizzata nell’area del dismesso stabilimento dello Zuccherificio a Latina Scalo. 
Lo Zuccherificio è stato la prima industria sorta nell’Agro Pontino. L’edificio, uno dei pochi in stile razionalista a Latina, è tra i più significativi tra quelli di fondazione; entrato in funzione nel 1936, contribuì allo sviluppo dell’agricoltura, utilizzando le barbabietole coltivate nell’Agro.
In conseguenza della crisi del settore, la produzione fu interrotta a metà degli anni ’80.
Essendo nelle vicinanze della stazione ferroviaria e collegata con la linea Roma – Napoli, si progettò un suo riuso per farne un centro di scambio intermodale. 
Nel 1995 fu inaugurata, con grandi aspettative di sviluppo, la “Piattaforma logistica integrata”, realizzata con un finanziamento della Comunità Europea, di circa 25 miliardi di lire. 
Nell’anno 2000 inizia la gestione della SLM (Società per la logistica merci S. p. A.), partecipata al 94% del Comune di Latina; tale società porta le infrastrutture dal 20% al 70% del completamento, e si procura alcuni contratti per lo smistamento dei container raccogliendo inizialmente l’interesse di imprese di trasporto e spedizione quali il corriere Eurointernational (partner ufficiale di DHL Express) e Hangartner. 
Ma il Centro Intermodale si può dire che non sia mai realmente decollato; nel corso di questi ultimi anni esso ha “vivacchiato alla meno peggio”, limitandosi ad una attività di smistamento ridottissima, tanto che nel 2003 la Regione Lazio ha stanziato 7 milioni di Euro per rilanciare la struttura.
Di tutto ciò si ha una testimonianza negli atti ufficiali della Società che gestisce la struttura, in primo luogo i bilanci, dai quali si evince chiaramente la pochezza dell’attività. 
Per fare un solo esempio, nel bilancio di esercizio per l’anno 2007, alla voce “ricavi” appare l’importo di € 393.418, importo paragonabile ai ricavi di una piccola Impresa; solo che una qualunque impresa privata avrebbe cercato di limitare le spese al massimo al fine di ottenere un guadagno; non la SLM, la quale a fronte dei suddetti ricavi, ha dovuto affrontare spese tali da dover chiudere il bilancio con un passivo di € 702.540. 
Ci chiediamo se sia questo “l’importante giro di affari” di cui parlavano allora alcuni organi di stampa.
Ebbene con tali dati SLM (e quindi il Comune di Latina), anziché prendere atto del totale fallimento dell’impresa, ha continuato pervicacemente a cercare ancora il salvataggio, insistendo in una politica disastrosa per le casse comunali (e quindi per le tasche dei cittadini); si calcola che dal 2004 ad oggi da parte del Comune di Latina sono stati versati alla SLM oltre 3 milioni di Euro.
Infatti oltre al passivo di gestione, SLM in questi anni ha continuato a mantenere un organico costituito da 4 impiegati (che sarebbe anche accettabile), e da un Consiglio di Amministrazione (5 membri, oltre il Presidente), un Amministratore Delegato e un Collegio sindacale; tutto ciò per un costo annuo che si aggira attorno ai 240.000 Euro. 
Tutti i dati sopra riportati sono tratti dalla relazione di bilancio al 31 dicembre 2007, facilmente consultabili sul sito web della società, oltre che da vari comunicati pubblicati dalla Società. 
Ma il colpo di grazia alla struttura, già praticamente inutilizzata, si ha a metà del 2008, quando le Ferrovie dello Stato chiudono il terminal gestito da SLF Srl (società partecipata da SLM per il 49% e CEMAT per il 51%), impedendo ai treni merci di raggiungere l’Intermodale; le conseguenze si vedranno nel 2009, quando sia CEMAT (dall’inizio dello stesso anno), sia HANGARTNER (dal giugno 2009) abbandonano l’Intermodale, aggravando fino alle estreme conseguenze, una crisi persistente sin dalla sua istituzione.
Oggi, per chi passa da Via delle Industrie, i piazzali appaiono desolatamente vuoti e non si scorge il benché minimo segno di attività.
Ancora una volta SLM e Comune di Latina hanno fatto finta di non accorgersi della situazione e l’Assessore comunale al Bilancio, Marco Gatto è stato inviato in missione a Roma per contattare il Ministro dei Trasporti ed Infrastrutture, Altero Matteoli. Si diceva che fosse pronto un piano di salvataggio da 1,3 milioni di euro, in parte finanziato dal Comune. 
Nell’Assemblea dei Soci del 18 settembre scorso viene nominato un nuovo Consiglio di Amministrazione, il quale avrebbe dovuto provvedere al rilancio della struttura. 
L’Assemblea ha deciso di inserire nella gestione dell’Intermodale la PLAIA ZERO Srl, società operante nel settore della logistica e del beverage; inoltre grande rilievo è stato dato, nei comunicati della società che gestisce la struttura, alla riduzione del numero (da 7 a 5) dei componenti e degli emolumenti per il Consiglio di Amministrazione della società stessa.
Da allora ad oggi non è successo niente ed i piazzali continuano a restare vuoti.
In tanti si comincia a pensare ad alternative credibili per l’utilizzo dell’ex Zuccherificio. 
Occorre considerare, però, che un cambio della destinazione e dell’attività provocherebbe l’obbligo della restituzione alla Comunità Europea dei finanziamenti da questa concessi per la realizzazione della struttura; un bel guaio provocato dalla assoluta carenza di programmazione degli interventi e dalla macroscopica mancanza di responsabilità degli amministratori comunali.
Pertanto, dal momento che, con l’esperienza fatta per circa quindici anni, è assolutamente poco credibile continuare un’attività inutile e costosissima, si potrebbero tentare strade che siano compatibili con la destinazione per la quale la struttura ha ottenuto i finanziamenti della Comunità Europea; per fare ciò sembra necessario aprire un dibattito, al fine di ricercare e trovare una soluzione al problema.


22 ottobre 2009

Il segretario Lucidi interviene sulle primarie del PD  

il segretario Lucidi sulle Primarie del PD Interveniamo in merito alle primarie del Partito Democratico, per togliere qualsiasi dubbio sulla neutralità del partito Socialista in merito alla partecipazione alle primarie prossime venture. Riteniamo giusto e corretto che a votare per i democratici sia solo chi crede a quel progetto, che tra l’altro si è già espresso a livello di tesserati. I socialisti non parteggiano per nessuno, rispettano in primo luogo i tesserati del PD e lasciamo a loro e ai simpatizzanti il compito di scegliersi il segretario. Sono le regole elementari della politica, che vogliamo rispettare fino in fondo e deprechiamo comportamenti di soggetti esterni al PD che vorrebbero, pur essendo esterni allo stesso Partito Democratico, alterare il giudizio di chi a quel partito crede. Ne vale la credibilità della politica stessa. Ai futuri organi dirigenziali del PD auguriamo anticipatamente buon lavoro.


19 ottobre 2009

Alessandro Consoli sui prezzi dei prodotti agricoli

Ci risiamo. Mentre i prezzi alla produzione crollano in media del 16%, assistiamo ad un aumento del costo al consumo per gli alimentari dello 0,9%, con aumenti record come nel caso delle carote che sono aumentate del 1100%. E’ ora di dire basta a questo stillicidio continuo sugli agricoltori, bisogna intervenire con politiche che proteggano i nostri agricoltori dalla continua erosione del loro reddito. E’ di questo avviso Alessandro Consoli che spiega: “Noi del  Partito Socialista di Sezze ci chiediamo cosa stiano facendo a riguardo le associazioni di categoria e il delegato alle politiche agricole del Comune di Sezze. Ma soprattutto, il Comune di Sezze ha nel suo programma interventi a favore del comparto agricolo?  Non meno di un anno fa ci preoccupammo di questo problema ma venimmo ignorati da tutti, tranne qualche eccezione, come se l’allarme fosse ingiustificato e non sarebbero servite misure a riguardo. Noi invece crediamo che qualcosa si debba fare, ad esempio siamo convinti che servano risorse per attuare questa benedetta filiera corta, oppure che vada incentivata l’aggregazione tra gli agricoltori e che ci sia un sistema informativo efficiente che consenta di diversificare le culture evitando che ci sia un’eccessiva concorrenza all’interno degli stessi agricoltori”. 

Prosegue infatti Consoli: “Continuiamo a ritenere i farmer market un utile strumento che avvantaggerebbe sia gli agricoltori che i consumatori. Non abbiamo bisogno di grandi strutture, anzi è vero l’opposto. Il mercato del contadino è un normale mercato, dove invece di vendere abbigliamento si vendono prodotti della nostra terra, di provenienza certa e non di chissà quale parte del mondo. Non abbiamo bisogno di nuovo cemento, di ristrutturare edifici. Si potrebbe pensare addirittura di fare due mercati la settimana, una a Sezze Scalo e l’altro a Sezze. Riteniamo inoltre che la presenza sul nostro territorio di un distretto agro alimentare, debba spingere gli attori in questione ad integrarsi, e un ruolo importante lo potrebbe avere il Comune, che potrebbe essere centrale nel processo di riqualificazione dell’agricoltura attraverso la formazione degli operatori.  Speriamo che qualcuno si degni di dare delle risposte agli agricoltori setini, sempre che ce ne sia rimasto qualcuno in giro”.


9 ottobre 2009

Lidano Lucidi in mezzo al botta e risposta Moscardelli - Grassucci

Scusate l’intrusione tra la botta e la risposta, ma visto che si parla di socialismo vorrei esprime anch’io un mio pensiero, e lo faccio da notoria pulce con la tosse.

Credo che il socialismo sia l’unica risposta ai popolari. Essere i socialisti vuol dire pensarla in modo molto diverso dai moderati. È una questione culturale, è una questione di approccio ai problemi. Sulla scuola, sulla laicità dello Stato, sul lavoro e sull’evoluzione del mercato del lavoro stesso, abbiamo approcci diversi. Che poi i socialisti a livello europeo non godano di ottima salute è indubbio, ma appena dieci anni fa governavano in lungo e largo l’Europa, ma già allora in Italia bisognava andare oltre. Allora la domanda è: superare il socialismo, o aggiornarlo? Io sono per l’aggiornamento dello stesso, ed essendo fan del New Labour di Tony Blair, ripartirei proprio dalla società sfidando i moderati sul piano culturale, sul piano delle libertà individuali, sulla libertà economica, sulla libertà religiosa.

A New York, qualche mese fa, mi capitò tra le mani il New York Times che il terza pagina a caratteri cubitali riportava questo titolo: “Obama, pig socialist”, ovvero “Obama maiale socialista”. È l’accusa che i repubblicani fanno al Presidente per via della sua riforma sanitaria che vuole estendere a quante più persone possibili il diritto di essere curati, anche senza assicurazione privata. In tutto il mondo socialismo è sinonimo di stare dalla parte dei più deboli.

Posto questo concetto, si può parlare di tutto, del contenitore, del nome del contenitore, ma è fondamentale partire dal concetto che la sinistra riformista è una sinistra socialista.

Però nel dibattito congressuale ha ragione Franceschini, il PD nasce per essere qualcosa di diverso da quello che ha in mente Bersani, che dice di voler recuperare le radici socialiste. Nasce per essere un partito di centrosinistra, non da una sintesi politica, ma forzando le leggi elettorali, e modificando il regolamento sulla par condicio insieme al PDL. Se fossi democratico voterei Franceschini.


7 ottobre 2009

Lidano Lucidi sul tema energetico: Turbogas o Nucleare?

La prossima manifestazione ad Aprilia contro la costruzione della centrale turbogas, oltre a vederci favorevoli, ci fa porre alcune domande di ordine generale sul tema energia. Ad intervenire sull’argomento è il Segretario Provinciale del Partito Socialista Lidano Lucidi: “Il Partito Socialista è da sempre una forza riformista aperta allo sviluppo tecnologico, ma nonostante tutto oggi abbiamo forti difficoltà a seguire la discussione sulla questione energetica in Provincia di Latina. 

Rileviamo una contraddizione tra quando si afferma di voler tornare al nucleare per poter uscire dalla dipendenza dei combustibili fossili, e poi si vogliono costruire le centrali turbogas. O il gas è diventato una risorsa rinnovabile o nucleare, oppure questa impostazione è in palese contrasto con ciò che si vuole fare. A volte a livello propagandistico si è detto che il ritorno al nucleare è strategico perché ci leva dal ricatto petrolifero dei paesi arabi. Ma perché il gas che impiegheremo nelle turbogas e che compriamo da Gheddafi, dittatore e mercante di immigrati clandestini, è più nobile? Ops, dimenticavamo che si chiama real politik.

In secondo luogo ancora non riusciamo a rispondere ad una precisa domanda: ma perché in un territorio ristretto, rientrante nel distretto agroalimentare, si vogliono costruire tutte queste centrali? Tra il detto e non detto qui stiamo parlando di due centrali turbogas (Aprilia, Mazzocchio), un termovalorizzatore (Montello), una  centrale nucleare (Sabotino) ed altro. 

Qualcuno ha deciso che dobbiamo sfamare la fame di energia dell’intera nazione? Perché concentrare un numero abnorme di centrali in pochi chilometri quadrati, quando esiste nello stesso territorio un distretto agro-alimentare? Per impiantare nuove industrie, e crediamo che l’industria agro-alimentare sia importantissima sul territorio, occorrono politiche industriali non in aperto contrasto tra loro, altrimenti avremo servitù di altri e disoccupazione, un binomio cui vorremmo fare a meno.


10 settembre 2009

Turbogas: una minaccia per il parco dei Monti Ausoni

Siamo particolarmente felici dell’esito dell’assemblea pubblica sul Parco dei Monti Ausoni che abbiamo tenuto a Sonnino, in particolare di aver riacceso il dibattito nel merito del progetto. Cogliamo l’occasione anche per ringraziare il Commissario del Parco Onorato Mazzarrino per essere stato presente e per averci dato la disponibilità di continuare su questa lunghezza d’onda, ovvero favorire il rapporto tra l’istituzioni e i cittadini. Un confronto che vogliamo che si sviluppi in mezzo la gente e non nelle segrete stanze della politica. A tornare sul tema del Parco dei Monti Ausoni è il Segretario Provinciale del Partito Socialista Lidano Lucidi. Nel merito riteniamo utile non la contrapposizione tra favorevoli e contrari tipo guelfi e ghibellini. Il parco è un ente che esiste e non si tratta d’impedire che nasca, si tratta di migliorare il progetto. Il nostro scopo è quello di cambiare in meglio il progetto, potenziare i punti positivi e depotenziare quelli negativi, ed è proprio per questo che organizzeremo altri incontri pubblici in cui ci confronteremo con i politici, l’associazioni e i cittadini. Nel prossimo incontro oltre che del Parco, porteremo al centro dell’attenzione anche il progetto della turbogas di Mazzocchio, che se verrà costruita si troverà a ridosso del Parco stesso, danneggiando tutti, sia i favorevoli che i contrari, come i cacciatori a cui chiediamo di unirsi a noi per evitare la costruzione della centrale. La mancanza di visione del territorio, la mancanza di coordinamento tra l’istituzioni fa molti danni, anche quello di veder nascere a fianco di un parco naturale una centrale a turbogas, che per assurdo si troverà vicino anche ad un altro Parco, quello Nazionale del Circeo, per di più in piena zona agricola. Un contraddizione bella e buona, che il Partito Socialista vuole denunciare e portare a conoscenza dei cittadini.


27 agosto 2009

Lidano Lucidi: A sinistra con... Giancarlo Fini 

Era quasi un battuta, una sorta di tormentone senza rima quello di candidare Fini come leader della sinistra, ma dopo le ultime uscite converrebbe proprio pensarci. L’unica opposizione credibile al Governo viene proprio dal Governo stesso. Allora vista la situazione corrente converrebbe quasi entrare tutti in maggioranza e fare opposizione dall’interno.

È mai possibile che parole chiare e nette su una questione spinosa come il fine vita, “Sul biotestamento decide il Parlamento e non il Vaticano”, debbano essere pronunciate da un leader come Fini mentre gran parte della sinistra si è inginocchiata alle gerarchie ecclesiastiche in cerca di benedizione? Silente, assente, costantemente alla ricerca del voto moderato, con leader azzoppati e buoni per tutte le stagioni. E’ questo oggi quello che resta del centro sinistra. Un movimento che parla ai sindacati e non agli operai, che parla a Confindustria e non agli imprenditori. Costantemente alla ricerca di uomini e non di idee, di alchimie politiche e di slogan, con l’idea che basti cambiare nome per rinnovarsi. 

Imprigionato nella logica delle rette parallele, che per definizione non possono incontrarsi, dell’inseguire contemporaneamente Di Pietro, Casini e quel che resta della sinistra extraparlamentare, si è abdicato completamente ad avere un progetto di paese, di sviluppo, di veder nascere una sinistra liberale del tutto nuova. Allo stato attuale in campo ci sono solo contenitori politici, tali sono a mio avviso il Partito Democratico e Sinistra e Libertà, e non progetti. Nixon negli States lanciò la culture war (guerra culturale) che inaugurò il dominio repubblicano sui democratici per molti anni. Proprio quello che servirebbe all’opposizione italiana, un progetto culturale, un’identità, un’idea di comunità. Di questo passo basterà poco a Fini per diventare leader della sinistra, si cosparga il capo di cenere e dica una parola chiara a favore della scuola pubblica e contro i finanziamenti statali a quella privata e probabilmente avrà il mio voto. Dai Gianfranco sei tutti noi.


31 luglio 2009

Lidano Lucidi raccoglie la proposta di Pannone

La proposta di Giuseppe Pannone, di una conferenza intercomunale per decidere sulla questione nucleare in provincia di Latina, è piaciuta al segretario del Partito Socialista della Federazione provinciale, Lidano Lucidi che afferma: “La proposta di Giuseppe Pannone di una conferenza intercomunale che decida la strategia da adottare sulla questione nucleare, ed energetica in generale è condivisibile. È importante aprire una discussione su questi temi, un dibattito legato alle nuove tecnologie, alle potenzialità delle rinnovabili, al risparmio energetico. Quest’ultimo aspetto viene spesso trascurato. Si parla sempre più spesso di creare nuova energia senza curarsi di quella che si spreca”. Il discorso di Lidano Lucidi però spazia anche sul piano generale del discorso energetico in provincia: “A parte il dato generale, noi socialisti vogliamo mettere in risalto come sul nostro territorio ci sono molti progetti energetici in corso, come se la provincia di Latina dovesse sfamare la fame energetica dell’Italia intera. 

Tra il detto e non detto stiamo parlando di due centrali turbogas (Aprilia, Mazzocchio), di un termovalorizzatore, di una centrale nucleare, il tutto in un fazzoletto di terra. Adesso nessuno vuole salire sulle barricate a prescindere, sarebbe ora di seppellire definitivamente il tempo delle prese di posizione ideologiche, ma non possiamo non domandarci il perché tutto su un territorio. L’impatto che queste centrali avranno non riguarderanno solo il comune che le ospiterà, ma anche quelli limitrofi ed oltre. Allora perché non coinvolgere tutti i comuni nella discussione? Perché non aprire a livello politico un forte discussione su questi temi tenendo presente i progressi che la tecnologia ha fatto in questi anni? La green economy è un settore su cui puntare con decisione. Non si tratta di riempirsi la bocca di paroloni anglosassoni, si tratta di avere una visione di territorio e dello sviluppo economico dello stesso. Proprio questo punto non possiamo sottovalutare l’impatto che avrà il federalismo fiscale sui bilanci dei comuni e di come essi dovranno reperire risorse finanziarie. Tale visione però la si può costruire solo coinvolgendo l’istituzioni, la politica, la scienza, il mondo imprenditoriale e associazionistico, i singoli cittadini. Sperando che l’appello di Pannone non cada nel vuoto, è auspicabile che la politica sappia dare dimostrazione di ragionare sui problemi e non di litigare per partito preso”.


21 luglio 2009

Ottimizzare le potenzialità delle leggi regionali sull’edilizia

È positivo che dopo aver criticato quasi a prescindere il Governo sul piano casa, ora molti esponenti del centro sinistra apprezzano la legge regionale sul piano stesso. I socialisti, viste le potenzialità economiche dell’edilizia, ritenevano sbagliato lasciare campo al PDL su questo tema, e già in campagna elettorale avevano lanciato l’idea di guardare anche alle modifiche del regolamento FESR ed integrarle con i piani edili degli enti locali. Il nuovo regolamento europeo infatti può essere utilizzato per cofinanziare piani di enti locali per il miglioramento dell’efficienza energetica, e tanto altro ancora legato al mondo dell’edilizia, con la creazione di migliaia di posti di lavoro. In questo modo si permette ad imprese e famiglie anche un risparmio di circa il 20% sulla bolletta energetica.

Tornando al dato politico riteniamo oggi che la sfida è tra chi vuole innovare e chi vuole conservare, quindi il centro destra andrebbe sfidato proprio sul piano delle riforme, dell’innovazione politica, economica e sociale. Basta stare a rimorchio di temi ed argomentazioni che vengono dall’altra parte. Il centro sinistra se vuole ritornare ad essere credibile e vincente deve parlare meno di contenitori e più di contenuti. A livello locale le ultime elezioni hanno dimostrato che chi lavora sul territorio con serietà, chi sta sulla pratica e non sulla teoria, i risultati li ottiene come è successo ad Aprilia.

Il Partito Socialista è sicuro che se si spostasse il dibattito politico su tematiche concrete emergerebbero nel centro destra tutte le contraddizioni interne, dato anche il rallentamento della scellerata corsa al bipartitismo, autentico mostro politico. Solo così l’area può essere allargata anche a movimenti e partiti che stanno fuori il vecchio schema di centro sinistra, permettendo tra l’altro una chiarificazione politica interna che non può essere più rimandata.


4 giugno 2009

Appello al voto

Sono il Segretario del Partito Socialista di Latina, non sono candidato a queste elezioni, quindi l’appello che rivolgo non riguarda la mia persona, ma il partito che ho l’onore di dirigere. Se il mio partito dovesse raggiungere il quorum, non avrò la possibilità di sedermi in consiglio provinciale, e questo non mi dispiace. Non perché non abbia l’ambizione di essere eletto, ma perché credo nel mio partito, nelle persone che lo compongono. Mi fido dei miei candidati, e non ho bisogno di sedermi io su una poltrona per vedere soddisfatti i miei propositi. Siamo un partito serio che ha dell’idee. Non viviamo personalismi all’interno, marciamo tutti nella stessa direzione, quindi chi avrà l’onore di sedersi in Via Costa rappresenterà il programma del Partito Socialista. Per loro, per le nostre idee chiedo il supporto.

Distretti industriali

Crediamo nel rilancio dei distretti industriali attraverso il coinvolgimento dell’Università locale. Valorizzare i distretti vuol dire metterli a sistema con le realtà che li circondano, in particolar modo con gli enti di formazione, in primo luogo l’Università. Vi sembra normale che abbiamo due distretti e non abbiamo le facoltà che formino studenti in questi settori? La formazione universitaria e non, deve inoltre coinvolgere le aziende locali per evitare di sfornare specialisti con qualifiche non spendibili sul territorio. Lasciare la propria città, i propri affetti, deve essere una libera scelta delle persone e non una necessità. Per far ciò potrebbero essere sottoscritti protocolli d’intesa specifici, coinvolgendo anche gli studenti in prima persona. I giovani devono assumersi la responsabilità di decidere del proprio futuro.

Commercio equo e solidale per sostenere i nostri agricoltori

L’agricoltura nostrana mostra segni di sofferenza già da tempo. I nostri agricoltori possono essere aiutati, non elargendo aiuti a pioggia o facendo promesse da marinaio, bensì dirottando gli acquisti sui prodotti del nostro territorio. Prediligere negli acquisti frutta, verdura, carne, latticini di produttori locali. Parliamo del commercio equo e solidale, ovvero l’acquisto di beni da chi versa in uno stato di difficoltà, in modo da poterlo aiutare a risollevare le sorti della sua azienda. Tutte le mense che servono gli istituti sul territorio, pensiamo per esempio a quelle scolastiche o ospedaliere, dovrebbero utilizzare i prodotti del luogo, dietro l’impegno di pagarli prezzi ragionevoli. Siamo sicuri che, con la mediazione delle istituzioni locali che possono svolgere un ruolo di primissimo piano, si può trovare il prezzo d’equilibrio che soddisfi entrambe le parti. Inoltre si risparmierebbe sul costo dei trasporto visto che la merce viene prodotta in zona.

Turismo

Crediamo nel rilancio del turismo coinvolgendo nella gestione tutte le realtà territoriali direttamente nella gestione della cosa pubblica. In Provincia vengono molti turisti ma non circolano al loro interno. Chi sta a mare rimane a mare, chi va in montagna rimane in montagna. Occorre invece creare un circuito turistico in cui i turisti possono scoprire le bellezze del nostro territorio. I visitatori vanno attratti durante tutto l’anno e non solo l’estate.

Cinema

Crediamo che il nostro territorio sia un set cinematografico all’aperto, e per questo vogliamo legare la promozione turistica al mondo del cinema. Gli aspetti che potrebbero rendere fattibile questo concetto sono due: la vicinanza territoriale a Cinecittà e il probabile utilizzo della leva fiscale per rilanciare i film italiani che in termini di produzione muovono 330 milioni di euro. Territorialmente molti luoghi si prestino a ciò, abbiamo il mare e la montagna, la natura e la storia, la vicinanza a due grandi città Roma e Napoli, insomma siamo nelle condizioni di poter far bene. Oltre l'aspetto prettamente promozionale legato al turismo, notevoli risorse potrebbero essere generate dall'indotto.

Edilizia

Vogliamo utilizzare i fondi FESR per promuovere l’edilizia privata e far risparmiare alle famiglie almeno il 20% sulla bolletta energetica. Con questi fondi vogliamo promuovere l’imprese edili che lavorano con i materiali bio, la nuova frontiere dell’edilizia. Da Bruxelles infatti, per combattere la crisi economica, è stato modificato il regolamento FESR, che ha allargato le casistiche per finanziare i piani per l’edilizia abitativa. Pertanto il FESR può essere utilizzato per cofinanziare piani di enti locali per il miglioramento dell’efficienza energetica, finanziando per esempio l'installazione della doppia vetratura, la sostituzione di vecchie caldaie con altre più efficienti dal punto di vista energetico, e tanto altro ancora. Si creeranno migliai di posti di lavoro in provincia.

Istruzione

Vogliamo garantire a tutti il diritto allo studio. Se eletti i nostri rappresentanti presenteranno il progetto per il microcredito/finanza etica sull’istruzione. Un sistema che garantisce a tutti il diritto allo studio, anche alle famiglie meno abbienti.

Come socialisti l’estate scorsa abbiamo sostenuto l’iniziativa dell’ALI (Associazione Librai Italiani aderente alla Confcommercio) che ha lanciato una campagna di raccolta firme, per ottenere la detrazione fiscale delle spese in libri per l'istruzione e la formazione dei giovani. A livello fiscale infatti è possibile detrarre la spesa per la palestra o per il veterinario mentre non è possibile detrarre o dedurre il costo dei libri dei testi scolastici di ogni ordine e grado. Se mi voglio fare il culetto bello, snello e sodo posso scaricarmi dalle tasse questi costi, se voglio acquistare un libro no.

Energia

Siamo contro la costruzione delle centrali turgobas di Mazzocchio e Aprilia. Ci siamo sempre battuti affinché queste non vengano costruite. Sono incompatibili con il territorio, inutili in quanto abbiamo un surplus energetico, nocive per la salute.

Siamo contro il ritorno al nucleare. Mentre l’Italia decide di guardare all’atomo, l’America di Bush cominciava ad investire sull’idrogeno. Già, Bush prima di Obama, stava pensando a sistemi energetici alternativi al nucleare e al petrolio. E diciamo tutto. La nostra posizione però non è ambigua come quella di molti, che dicono no al nucleare a Latina, però si da qualche altra parte. Noi diciamo no, punto e basta, mentre diciamo sì all’energia alternative, e alla proposta del nostro candidato Presidente Guidi di costruire un distretto sull’energie rinnovabili.

Sicurezza stradale

Siamo per gli autovelox ma usati con discrezione e non come strumenti per rimpinguare le casse degli enti locali. Ci sono dei limiti di velocità semplicemente assurdi. Tratti a 40/50 Km/h sono ridicoli. Aumentiamo i limiti, usiamo gli autovelox ma gli incassi delle multe vadano alla sicurezza delle strade, che troppo spesso sono sporche, piene di buche, poco o nulla illuminate. Pagare sì, ma ci vogliono anche i servizi.

Acqua

Sull’acqua avremo da dire tanto, ma diciamo solo una cosa, noi sottoscriviamo fino all’ultima parola quanto detto e proposto dal nostro candidato presidente Domenico Guidi. Con lui abbiamo la certezza di difendere gli interessi della collettività. In tutti questi anni si è battuto senza ambiguità contro Acqualatina, contro le sue inefficienze, prepotenze, ed esosità delle prestazioni. Il nostro programma sull’acqua si chiama Memmo Guidi.

Per queste ragioni chiedo di barrare il simbolo del Partito Socialista.


3 giugno 2009

Fondamentale la difesa del diritto all’istruzione

L’aumento dell’inflazione, il non recupero del fiscal drag, una tassa occulta che divora il reddito delle famiglie, rendono il reddito dei cittadini sempre più esiguo. Ci soffermiamo sull’esosità dell’istruzione che noi socialisti vogliamo pubblica ed aperta a chiunque. Riteniamo il diritto ad essere istruiti un bene fondamentale di ogni cittadino. A lanciare le proposte del Partito Socialista sul diritto all’istruzione è il Segretario Provinciale Lidano Lucidi: “Per evitare che il diritto allo studio rimanga solo un punto di principio senza applicazione pratica, proponiamo, per aiutare gli studenti più bisognosi, di creare un fondo per microprestiti per il diritto all'istruzione. La provincia, in convenzione con gli enti di credito, si accolla il tasso d’interesse rendendo a tasso zero il finanziamento per gli studenti. 

Con questo prestito gli studenti potranno pagare le tasse universitarie, acquistare i libri di testo, iscriversi a corsi di formazione e master, pagando a rate e senza interessi. Esperienze del genere sono molto frequenti negli altri paesi europei e anche in Italia si possono annoverare esperienze simili come il Protocollo d’Intesa del 2007 tra l’Abi e il Governo, l’iniziativa Diamogli Credito, o l’esperienze di alcune province italiane tra cui Milano. Per garantire  poi che a tutti sia garantito il diritto all’istruzione si può utilizzare lo strumento del microcredito. Con il costo della vita in continuo aumento, e i salari che crescono a rallentatore, anche l'aumento di prezzo dei libri di testo può rappresentare un problema. Dare la possibilità alle famiglie più bisognose di acquistare i libri di scuola concedendo dei microprestiti senza garanzia, permetterà anche a chi è in difficoltà economica di poter istruire i propri figli e  sperare di costruire per essi un futuro migliore. Tra le prime azioni che metteremo in campo in Consiglio provinciale sarà proprio quella di garantire il diritto all’istruzione a tutti, anche a chi non ha le possibilità economiche.


1 giugno 2009

Il Segretario Lidano Lucidi alza la voce

Invece che di pettegolezzi, la politica nazionale guardi all’Europa.

Il FESR permette finanziamenti per l’edilizia e il risparmio energetico

Il dibattito politico nazionale ormai da settimane è incentrato sui pettegolezzi e sulla vita privata del premier. Perdendo completamente di vista il momento che l’Europa sta vivendo, prospettando opportunità interessanti. A sottolineare l’importanza di un legame effettivo tra l’Europa e il livello locale è il Segretario dei Socialisti Lidano Lucidi. “Per combattere la crisi economica, da Bruxelles è stato modificato il regolamento FESR, che ha allargato le casistiche per finanziare i piani per l’edilizia abitativa. Pertanto il FESR può essere utilizzato per cofinanziare piani di enti locali per il miglioramento dell’efficienza energetica, finanziando per esempio l'installazione della doppia vetratura, la sostituzione di vecchie caldaie con altre più efficienti dal punto di vista energetico, e tanto altro ancora. L’edilizia è un settore importantissimo. La ripresa di questo settore comporterà la creazione di migliaia di posti di lavoro in provincia dando ossigeno ad un’economia a dir poco fiacca. Teniamo anche presente che tra qualche mese avremo le prime direttive governative e regionali sul piano casa. Le cose possono tranquillamente andare di pari passo. Per questo il Partito Socialista ritiene che bisogna cogliere queste opportunità spostando le proprie priorità e ripianificando i programmi operativi locali per finanziare azioni in questo campo. Da non sottovalutare anche il processo di semplificazione amministrativa delle operazioni. Meno burocrazia per imprese e famiglie, un vantaggio per l’economia e l’ambiente. 

L’Europa ci da queste opportunità, sta alla politica locale coglierne le potenzialità. I cittadini e l’imprese devono sapere che per il Partito Socialista sarà una priorità assoluta fare in modo che anche il nostro territorio possa beneficiare di questi fondi, tenendo ben presente che come dimostrato da uno studio dell’Enea, le famiglie possono risparmiare più del 20% sulla bolletta energetica, se si migliora l’efficienza energetica. Dati cui vale la pena riflettere, più posti di lavoro, più ricchezza per l’imprese, riduzione secca della bolletta energetica delle famiglie.”


18 maggio 2009

Proposte programmatiche per lo sviluppo dell'associazionismo

L’associazionismo è una ricchezza che va incoraggiata e supportata in ogni modo. Spesso le associazioni si sostituiscono alle istituzioni dove queste sono latitanti, pensiamo alle molte organizzazioni di volontariato che attraverso lo sforzo di ogni singolo associato aiutano le persone indigenti, o quanti volontariamente difendono il proprio territorio dall’inquinamento o dall’abusivismo. Il mondo dell’associazionismo non può essere supportato solo a parole, ci vogliono fatti concreti e programmi seri e circostanziati. Proprio per queste ragioni riteniamo assurdo che il Comune di Sezze inviti i cittadini a versare il 5 per mille all’ente comunale. 

Il Partito Socialista è impegnato affinché queste risorse siano destinate all’associazioni locali o alla ricerca scientifica. Gli enti pubblici dovrebbero dare più risorse all’associazioni che meritano, e non togliere quelle poche risorse che hanno o che potrebbero avere. Nostro impegno sarà anche quello di rivedere il metodo di attribuzione delle risorse nei bandi della legge regionale 32/1978 (attività di promozione culturale) così come modificata dalla legge regionale 17/2007. 

Non riteniamo giusto che nei bandi il 60% dei fondi venga gestito dagli enti locali, e solo il 40% dall’associazioni. Noi vogliamo che le risorse siano destinate solo in minima parte agli enti locali e più all’associazioni. Su questo aspetto condurremo un’azione politica per far capire che in moltissimi casi liberando l’energie di singole o gruppi  di persone si possono ottenere risultati significativi. 

Pensiamo per esempio al ruolo che il mondo associazionistico può dare nel rilancio del turismo del territorio. Bisogna dare spazio alle persone e favorire i progetti che prevedono la creazione di lavoro. Abbiamo un territorio fantastico, ricco di storia e di natura, tradotto siamo un set cinematografico all’aperto. Abbiamo Cinecittà a due passi, se ci si crede veramente il nostro territorio, esteso anche a livello provinciale, potrebbe ospitare la creazione di molte pellicole. 

Quanto posti di lavoro si creerebbero? Tanti. Basta uscire dal torpore programmatico e rilanciare sul capitale umano, sui giovani talenti, sull’associazioni che tante idee e progetti hanno. Soprattutto in un momento di crisi economica poi, è importante garantire a tutti l’accesso al credito. Le banche infatti chiedono garanzie che pochi possono dare, e in molti (giovani, disoccupati, anziani, padri e madri di famiglia) rimangono fuori dal circuito finanziario. 

Per alcuni, nei casi più disperati, si spalancano le porte dell’usura, una piaga che deve essere debellata dalla faccia della terra. A livello nazionale, così come a livello regionale esiste uno strumento ancora poco utilizzato ma dalle grandi potenzialità: il microcredito. Secondo il nostro modo di vedere le associazioni possono svolgere un ruolo fondamentale anche per quanto riguarda la gestione del microcredito.

Con il microcredito si possono finanziare i progetti più disparati, ma soprattutto si può dare la possibilità a chi è economicamente svantaggiato di poter investire su se stesso, di determinare e non di essere determinato.

I sodalizi possono porsi da filtro tra richiesta ed erogazione, ovviamente senza responsabilità di sorta, in quanto vivendo a contatto con la realtà possono meglio individuare le sacche di disagio sociale, così da adempiere al meglio agli obiettivi della finanza etica. Con il microcredito anche i disoccupati, i cittadini meno ambienti, possono coltivare i propri sogni, possono esercitare il diritto di avere una vita migliore.

L’associazioni di Sezze devono anche avere l’ambizione di mettere in campo una progettazione europea: di persone in gamba e volenterose ce ne sono molte. Ed è proprio questo il momento di agire, proprio nell’anno europeo della creatività e dell’innovazione.

Da ultimo ma non meno importante proponiamo la creazione di un’Associazione Onlus dell’Associazioni di Sezze. Fondando questa nuova associazione si avranno notevolissimi vantaggi, in primo luogo quello di unire le forze. Il nuovo ente potrà proporre alcuni progetti e chiedere che vengano adottati. Questi progetti potranno essere adottati sia da privati che dall’aziende. I privati potranno detrarre dalle proprie tasse il 19% delle donazioni fatte, l’aziende potranno dedurre dalla propria base imponibile quanto erogato all’Onlus. 

È evidente che se dai la possibilità di poter detrarre o dedurre dal reddito le donazioni che vengono fatte, cosa che nella stragrande maggioranza dei casi non viene fatta, il mondo dell’associazionismo setino avrà l’indubbio vantaggio di ricevere una quantità di denaro sicuramente maggiore di quello attuale.


18 maggio 2009

Un aperitivo con le associazioni

Il Partito Socialista di Sezze invita l’associazioni  e i singoli cittadini alla manifestazione: Un aperitivo con l’associazioni, che si terrà venerdì 22 maggio alle 18:30 presso il Bar Special Coffe, per intenderci il baretto della macchia.

Sarà un momento di confronto ed ascolto reciproco. Abbiamo diverse idee progetti che vorremmo sottoporre alla Vostra attenzione. Progetti concreti per rilanciare lo sviluppo associazionistico, sociale, culturale ed economico del paese.

Nei prossimi giorni Vi invieremo anticipatamente il nostro programma.

Vi ringraziamo anticipatamente.

Enzo Ricci segretario e candidato consigliere provinciale del Partito Socialista di Sezze


14 maggio 2009

Il 5 per mille resti alle associazioni e non al Comune

Il segretario Enzo Ricci definisce inopportuna la scelta del Comune

Una campagna pubblicitaria intrapresa dal Comune di Sezze, invita i cittadini a destinare il 5 per mille delle proprie imposte al Comune stesso, affermando che queste risorse saranno utilizzate per progetti sociali. Tale posizione, per una serie di ragioni, appare assurda. Il 5 per mille nasce per aiutare gli enti di volontariato o gli enti per la ricerca scientifica; enti che spesso e volentieri si sostituiscono ad uno Stato frequentemente inefficiente e latitante. La richiesta del Comune quindi, pur lecita e legittima, appare inappropriata nel caso specifico. Il Partito Socialista per bocca del suo Segretario locale, nonché candidato al collegio provinciale, Vincenzo Ricci, interviene per esprimere il disappunto dei socialisti e invita i cittadini a finanziare le associazioni.

L’ente locale dovrebbe invitare i cittadini di Sezze a destinare queste risorse alle associazioni che meritano di più, come quelle che si occupano della lotta contro il cancro o contro le malattie in genere, o a quelle che danno assistenza alle persone in difficoltà. Per non far torto a nessuno, non le menzioniamo ma ci sono associazioni locali che meriterebbero ben oltre il 5 per mille. Il Comune di Sezze invece vuole partecipare alla suddivisione di questa magra torta. Non ne capiamo il senso. Perché sottrarre queste risorse (parliamo al massimo di poche miglia di euro) anche alle associazioni di Sezze? 

Il Comune potrebbe tranquillamente tagliare qualche spreco al suo interno ed ottenere un risultato di gran lunga maggiore. Ma è normale pagare le tasse allo Stato, e poi quando lo Stato dà la possibilità di scegliere a chi destinare parte delle proprie tasse, c’è qualche ente pubblico che vuole partecipare alla spartizione? A questi enti non sono sufficienti i milioni e milioni di euro che hanno a disposizione grazie alla spremitura dei contribuenti? Il Partito Socialista invita invece i cittadini di Sezze a destinare il 5 per mille alle associazioni che di più e meglio operano sul territorio, oppure a destinarli alla ricerca scientifica che contribuisce a salvare la vita delle persone. Agli enti pubblici diciamo di utilizzare al meglio le risorse che hanno, e di lasciare in pace chi volontariamente mette a disposizione della collettività il proprio tempo e le proprie energie.”


5 maggio 2009

Ciarmatore lascia il PD, le ragioni della scelta

Lino Ciarmatore lascia il PD, adesso è ufficiale. La voce che girava da qualche giorno nell’ambiente politico di Roccagorga, trova adesso conferma nelle parole dello stesso Ciarmatore che afferma: “Con la nascita del PD avevo creduto nel rinnovamento della politica per l’affermazione in Italia, finalmente, di un grande partito riformista. La delusione però è stata cocente. All’interno del PD convivono, in realtà, due partiti; gli ex Margherita da una parte e gli ex DS dall’altra. Ogni decisione deve sempre essere mediata tra le due componenti, spesso con prese di posizione che non soddisfano né l’una, né l’altra. Insomma non esiste un partito unitario e coeso che possa generare entusiasmo e quindi consenso. Per questo lascio ogni incarico all’interno del PD e, da vecchio socialista, rientro nel mio vecchio partito. Il Partito Socialista è stato, da sempre, la mia vera casa politica ed è da qui che continuerò a contribuire, nel mio piccolo, all’affermazione delle aspettative riformiste di cui il Paese ha tanto bisogno”. Lo stesso Ciarmatore prosegue: “Le perenni indecisioni sulle cose da fare tipiche del PD determinano sconcerto e disaffezione tra gli elettori. Non ultima la questione delle elezioni Europee. Ad un mese da questa consultazione elettorale ancora non si riesce a sapere quale sia la collocazione del PD all’interno del Parlamento Europeo; c’è chi si vorrebbe iscrivere al gruppo Socialista e chi a quello dei Popolari, chi addirittura si inventa un nuovo gruppo. Praticamente una situazione di confusione e sbando totale. Perfino le tanto decantate primarie, che dovrebbero rappresentare un momento di alta espressione democratica, si rivelano una prova di forza tra il concorrente ex DS e quello ex Margherita al solo scopo di permettere l’affermazione del candidato di riferimento. Alla faccia della partecipazione e del coinvolgimento della società civile. Non si è riusciti a mettersi d’accordo neanche sul nome del candidato alla carica di Presidente della provincia. Dopo tante ipotesi e varie candidature respinte al mittente, si è dovuto ricorrere ad un nome istituzionale venuto da Roma, un nome appena sufficiente a tacitare le velleità dei singoli capirioni locali”. A tal proposito conclude l’esponente rocchigiano: “Il candidato forte lo avevamo già in casa ed era il capogruppo PD alla provincia; il nome di Domenico Guidi avrebbe accontentato tutti gli elettori di centro sinistra, ma probabilmente, essendo Guidi un indipendente in quel partito, non riusciva a mettere d’accordo le due fazioni politiche del PD. Pertanto, per i tanti motivi suesposti, ho deciso di appoggiare il programma della lista “PROVINCIA FUTURA” del candidato GUIDI, l’unica vera opposizione in provincia alla giunta Cusani in questi anni di fallimento del centro-destra. Tra le tante iniziative intraprese, come ad esempio le sue battaglie a favore delle gente contro la privatizzazione dell’acqua ed a favore della salute di tutti con il rifiuto della Turbogas ad Aprilia, è stato l’unico ad interpretare i sentimenti popolari”.


29 aprile 2009

La Federazione Provinciale a favore dell’Onorevole Battilocchio

La Federazione Provinciale del Partito Socialista nel suo processo di rilancio programmatico e politico, darà il suo apporto al comitato giovanile under 30, che si sta costituendo a sostegno della candidatura dell’Onorevole Alessandro Battilocchio, che, con i suoi trent’anni, è il parlamentare uscente più giovane eletto a Strasburgo. Un socialista europeo, una risorsa giovane e preparata, un elemento fondante della nuova classe politica che la sinistra è chiamata a ricostruire. I socialisti, per non cadere nella politica del nuovismo dove i giovani spesso sono spesso utili idioti di disegni a loro estranei, ritengono meritevole non l’età, ma l’azione politica che Battilocchio ha impostato in questi anni, soprattutto per l’impegno profuso alle tematiche che riguardano le giovani generazioni. 

Tra le sue battaglie ricordiamo l'abolizione dei costi fissi di ricarica per la telefonia mobile, lo sviluppo e la realizzazione della regolamentazione del nuovo programma Erasmus Mundus, nonché l'incessante sostegno alle politiche ed azioni in favore dei giovani precari. Ha poi organizzato decine di altre iniziative che hanno visto protagonisti nel cuore delle istituzioni europee, grazie ai programmi ed ai concorsi dedicati alle scuole e alle università, studenti provenienti da tutte le regioni italiane. Quello che sta nascendo è un comitato dinamico, giovanile, innovativo, che affronti la campagna elettorale con uno spirito moderno, parlando un linguaggio comprensibile anche a chi voterà per la prima volta. Un comitato aperto a tutti coloro che vorranno portare il loro contributo con idee, passioni e capacità. Il comitato sta organizzando il 15, 16 e 17 maggio a Tolfa, comune della provincia di Roma, un meeting, dove i giovani possono elaborare progetti di stampo europeo, conoscersi ed affrontare i temi della globalizzazione ed integrazione europea. Di notevole importanza sarà anche la condivisione dell’esperienza maturata in questi anni all’interno dei movimenti giovanili del Partito Socialista Europeo.  


7 aprile 2009

Lucidi ribadisce il sostegno a Domenico Guidi

In riferimento agli ultimi articoli di stampa sulla composizione della coalizione di centro sinistra, il Partito Socialista interviene per ribadire la sua posizione. La scelta del candidato Presidente Provinciale spetta alla federazione locale, che in assemblea con convinzione ed entusiasmo ha scelto di appoggiare Domenico Guidi. Lo ribadisce a chiare lettere il presidente provinciale della Federazione di Latina del PS, Lidano Lucidi: “Continuiamo a ritenere Guidi persona valida, preparata e meritoria di questo riconoscimento per il grande lavoro che ha svolto in questi anni. La conoscenza e la visibilità che Guidi ha sul territorio, oltre la sua impostazione politico programmatica, ci spingono a spenderci per sostenere la sua figura. Oltre ai temi dell’acqua e dei rifiuti, siamo impegnati ad elaborare proposte per il rilancio economico del territorio, perché vediamo la disoccupazione come un dramma cui destinare la gran parte della nostra energia per contrastarla. Il Partito Socialista è convinto che per far rinascere il centro sinistra, renderlo competitivo per la vittoria in Provincia di Latina, per dotarlo di una prospettiva stabile, occorre ridare voce ai territori, alle sezioni locali, ai militanti e simpatizzanti. Questo processo noi lo abbiamo aperto da mesi, e non è stato di certo dettato dalle scadenze elettorali, è una linea politica interna di cui andiamo orgogliosi. Fin dal congresso di nascita del Partito Socialista ci siamo dati una semplice regola: che la linea politica e le scelte non spettavano al Segretario o al Direttivo ma a tutti i militanti.  Convinti di questo abbiamo aperto il partito alla discussione, e abbiamo deciso la linea politica, che ripeto ci vede e ci vedrà sostenitori di Guidi”.


2 marzo 2009

Tasse in aumento e servizi che latitano

Si susseguono iniziative di cittadini che cercano di risolvere da soli alcuni problemi che le istituzioni dovrebbero risolvere loro. Nel momento in cui per ammissione dello stesso Governo la pressione fiscale raggiunge livelli record, dato che andrà sicuramente ad aumentare data la flessione del prodotto interno lordo, i servizi che i cittadini ricevono continuano a latitare. Ricordiamo che le famiglie e l’imprese pagano le tasse per ottenere in cambio servizi efficienti. Pagare tanto per ottenere poco non è da paese civile, è questa la denuncia del Segretario del Partito Socialista Lidano Lucidi:

Si apprende in provincia di famiglie che si autotassano per poter fare la manutenzione su strade ridotte a colabrodo, di commercianti che puliscono da soli le strade. Paghiamo di più l’acqua, i rifiuti, per ricevere servizi di bassa qualità. Le famiglie che si organizzano da sole per sopperire alle mancanze del sistema sanitario ormai non fanno più notizia. 

Vedere sottratta una parte della ricchezza prodotta e ottenere in cambio servizi scadenti è profondamente ingiusto. Perché pagare per poi provvedere da soli a garantire i diritti che come cittadini ci spettano? Non da ultimo s’inserisce l’iniziativa dell’Associazione Vittime della Strada che hanno deciso di formare ronde per arginare le morti da incidenti stradali. L’iniziativa è lodevole, però va denunciata la mancanza delle istituzioni, incapaci sempre più spesso di dare risposte al legittimo bisogno di sicurezza. Pagare è giusto, ma è altrettanto giusto ricevere in cambio servizi efficienti per ciò che si è pagato.”


23 febbraio 2009

Migrazione al PD di Mancini e Faticoni

Interveniamo per chiarire la posizione del Partito Socialista in merito all’entrata di Mancini e Faticoni nel Pd. L’entrata dei due è una scelta personale, legittima e rispettabile, ma non riguarda il Partito Socialista. Per Mancini poi si tratta di un ritorno a casa, dal Pci, Pds, Ds, Sdi, Ps,e ora Pd, che già ci aveva comunicato molti mesi fa, quindi nulla di nuovo. Il chiarimento arriva dal Segretario Provinciale Lidano Lucidi, che continua: "La linea politica dei socialisti è chiara e anche banale: perseguiamo l’obiettivo di costruire un partito chiaramente socialdemocratico che si opponga al centro destra. Non entriamo nel merito della crisi del Pd a livello nazionale, però l’idea che un partito possa rappresentare tutto e il suo contrario, si sta rilevando un’impresa ardua se non impossibile. In Europa la sinistra è socialista e si oppone ai popolari con programmi alternativi, in Italia invece succede il contrario. 

La sinistra deve capire una volta per tutte che il centro è rappresentato dal Pdl e qualsiasi tentativo di conquistare quell’elettorato è fallito e fallirà, mentre gli elettori di sinistra o si rifugiano nell’astensionismo o votano Lega, e fanno bene. Il centro destra è talmente forte che si sta scegliendo l’opposizione che più gli fa comodo, e questo perché dall’altra parte non c’è un forza progressista vigorosa. Proprio per queste ragioni ci auguriamo che da oggi in poi non si assista a dichiarazioni tipo i socialisti del Pd, che potrebbero far innervosire i socialisti del Pdl. Chiariamo una cosa una volta per tutte, i socialisti, quelli che hanno firmatario il manifesto di Madrid del Pse, sono rappresentati dal Partito Socialista che non si arrende all’idea che in Italia non possa trovare spazio un partito laico, libertario e socialdemocratico opposto ai conservatori. Questo schema siamo impegnati a riproporlo anche in provincia di Latina, partendo proprio dai problemi locali come la gestione di Acqualatina, un carrozzone che da servizi scadenti e se li fa pagare profumatamente, la crisi occupazionale, l’istruzione, l’infrastrutture, la difesa dell’ambiente, la gestione dei rifiuti secondo il punto di vista che possono essere una risorsa per tutti e non per pochi."


21 febbraio 2009

La politica davanti alla crisi economica

La crisi economia è sotto gli occhi di tutti e sta assumendo connotati veramente preoccupanti. Proprio per questo motivo la politica più che denunciare le difficoltà deve prospettare soluzioni. Le famiglie chiedono un futuro di benessere, le imprese prospettive di sviluppo, di certo non chiedono di ricordargli quotidianamente che le cose non vanno per il verso giusto, lo sanno già. Il ruolo dei partiti è di mettere sul tappeto proposte, una visione di sviluppo del territorio, in sintesi risposte chiare. Ad esprimere la proposta socialista è il Segretario Provinciale Lidano Lucidi: “Il Partito Socialista proprio in questo spirito ritiene che una robusta crescita economia possa essere garantita dal potenziamento dei distretti industriali presenti sul territorio, quello chimico-farmaceutico e quello agro-industriale. Valorizzare i distretti vuol dire metterli a sistema con le realtà che li circondano, in particolar modo con gli enti di formazione, in primo luogo l’Università. La formazione universitaria e non, deve coinvolgere le aziende locali per evitare di sfornare specialisti con qualifiche non spendibili sul territorio. Lasciare la propria città, i propri affetti, deve essere una libera scelta delle persone e non una necessità. Per far ciò potrebbero essere sottoscritti protocolli d’intesa specifici, coinvolgendo anche gli studenti in prima persona. I giovani devono assumersi la responsabilità di decidere del proprio futuro. I distretti industriali hanno senso e possono creare effetti positivi soprattutto in termini di produzione di ricchezza se affrontano anche il problema del credito, ma non a livello di singola azienda bensì di gruppi d’aziende. L’aggregazione e la sintesi degli interessi se ben fatta è un valore aggiunto. Il bando sui distretti della regione Lazio, così come gli ultimi sviluppi legislativi in tema di fiscalità degli stessi, possono essere strumenti validi solo se tutti marciano nella stessa direzione. Bisogna inoltre uscire dalla logica secondo la quale più finanziamenti ci sono più bella figura si fa, per passare all’idea della qualità degli interventi. Se il consenso politico si misura nei voti, il consenso degli interventi economici dovrebbe essere misurato in termini di posti di lavoro creati”.


18 febbraio 2009

Il segretario della Federazione di Latina, Lidano Lucidi, appoggia la candidatura di Domenico Guidi alla presidenza della Provincia

Il Partito Socialista ha impostato la sua attività non solo sul piano politico, ma anche culturale. Riteniamo infatti che per contrastare il centro destra occorra mettere in campo un chiaro programma elettorale e sociale del tutto alternativo in ogni singolo aspetto. Siamo impegnati nella ricostruzione del centro sinistra del tutto diverso dal Pdl e dai suoi alleati. Solo così la sinistra potrà recuperare quel voto che si sta rifugiando giustamente nell’astensionismo. È quindi con favore che apprendiamo la candidatura a Presidente della Provincia di Domenico Guidi. A spiegare le ragioni della scelta è il Segretario Provinciale del Partito Socialista Lidano Lucidi. "I motivi che ci spingono ad affermare ciò risiedono nel fatto che Guidi, in tutti questi anni, si è sempre contrapposto alle politiche del centro destra, che va da Azione Sociale della Mussolini all’Udc di Forte. Non possiamo che appoggiare le battaglie che Memmo Guidi ha condotto, e continua a condurre, contro Acqualatina e per l’acqua pubblica, sui rifiuti, sulla tutela dell’ambiente in generale, per la difesa dell’occupazione. Bisogna inchiodare chi governa il territorio alle sue responsabilità, visto che governa non solo la Provincia ma anche in moltissimi comuni. Avranno o no qualche responsabilità sulla crisi occupazionale, sulla gestione dell’acqua, sulla crisi agricola e ambientale del nostro territorio? Riteniamo la coerenza e la costanza dell’impegno politico di Guidi un valore aggiunto per l’area di sinistra, un punto di forza". Lo stesso Lucidi prosegue: "Bisogna ritrovare le ragioni nell’essere veramente alternativi alla destra, sia a livello locale che nazionale, e per farlo occorre essere chiari nei messaggi, nei programmi e negli uomini. È proprio la mancanza di un forte Partito Socialista come esiste in tutta Europa, che permette al centro destra di egemonizzare la vita amministrativa, culturale e sociale. Inseguire l’agenda politica del Pdl sta portando all’estinzione della sinistra, è ora di invertire la rotta. I socialisti sono impegnati per la costruzione di un progetto politico duraturo, aperto alle istanze della società, che sappia riaccendere l’entusiasmo della base di sinistra che sta vivendo un periodo di sfiducia e sbandamento."


17 gennaio 2009

Commercio equo e solidale per sostenere i nostri agricoltori

L’agricoltura nostrana mostra segni di sofferenza già da tempo. Il Partito Socialista, nel suo autentico spirito riformista, non vuole solo criticare, ma vuole anche mettere in campo proposte.  Il segretario provinciale Lucidi infatti si esprime proprio in questo senso: “I nostri agricoltori possono essere aiutati, non elargendo aiuti a pioggia o facendo promesse da marinaio, bensì dirottando gli acquisti sui prodotti del nostro territorio. Prediligere negli acquisti frutta, verdura, carne, latticini di produttori locali. Una sorta di rivisitazione in salsa pontina del concetto del commercio equo e solidale, ovvero l’acquisto di beni da chi versa in uno stato di difficoltà, in modo da poterlo aiutare a risollevare le sorti della sua azienda. Tutte le mense che servono gli istituti sul territorio, pensiamo per esempio a quelle scolastiche o ospedaliere, dovrebbero utilizzare i prodotti del luogo, dietro l’impegno di pagarli prezzi ragionevoli. Siamo sicuri che, con la mediazione delle istituzioni locali che possono svolgere un ruolo di primissimo piano, si può trovare il prezzo d’equilibrio che soddisfi entrambe le parti. Inoltre si risparmierebbe sul costo dei trasporto visto che la merce viene prodotta in zona. Non possiamo assistere passivamente al disfacimento del comparto agricolo. Le istituzioni, data la gravità della crisi in atto, non possono ragionare con lo stesso approccio tenuto finora. Gli ultimi sviluppi legislativi poi, ci consegnano due strumenti che possono essere impiegati allo scopo: i gruppi di acquisto solidali e i farmer market. Se utilizzati in simbiosi e in modo sistemico, questi strumenti hanno la capacità di dirottare risorse finanziarie verso le aziende pontine. Da ultimo, ma non meno importante, è la certezza della provenienza delle merci”.


5 gennaio 2009

Lidano Lucidi “Sulla questione aeroporto sto con Marrazzo ma anche con Alemanno”

Il destino dello scalo internazionale di Fiumicino non è una vicenda che ci può lasciare indifferenti. Un suo ridimensionamento non sarà nocivo solo per Roma, ma per tutta la Regione Lazio, e fino a prova contraria Latina fa parte di essa. Ad intervenire di nuovo sulla questione è il Segretario del Partito Socialista Lidano Lucidi. Spesso si parla di rilanciare il turismo in quanto possibile volano di sviluppo del territorio, tesi di cui sono convinto sostenitore. La domanda però che bisogna porsi è: se Malpensa viene preferita a Fiumicino, il flusso turistico, sarà più indirizzato verso le mete del nord o verso quelle del centro? Se calano le presenze turistiche a Roma, quanti posti di lavoro dei pontini che lavorano nella capitale saranno a rischio? Senza tener conto che a livello locale avremo sempre più difficoltà a sostenere una qualsivoglia progetto teso ad intercettare nuovi turisti. 

Non dimentichiamo poi. che all’articolo 10 del disegno di legge sul federalismo fiscale, in riferimento all’autonomia tributaria degli enti locali, si porta come esempio proprio il turismo. Per i viaggi internazionali saremo costretti a dirigersi sovente al nord, e a questo punto il territorio non sarà appetibile per investimenti esteri, in quanto male collegato con le rotte extra nazionali. Nella sostanza lo sviluppo di Fiumicino è anche il nostro sviluppo. Il nuovo aeroporto della Regione Lazio non verrà costruito a Latina e questo è un gravissimo handicap per la competitività territoriale, ora sottodimensionale lo scalo romano sarebbe un ulteriore danno. Proprio per questo voglio esprimere il massimo apprezzamento a Marrazzo e Alemanno che stanno difendendo, almeno in questo frangente, gli interessi anche del nostro territorio.


5 gennaio 2009

Il segretario Lucidi: “Intervenire in soccorso di Fiumicino”

È scoppiata la guerra tra Malpensa e Fiumicino, che poi è Lufthansa contro Air France. La compagnia svizzera predilige Malpensa, mentre quella francese decisamente Fiumicino. Quello che si nota è che il Partito trasversale del Nord (Lega, Pd, e Pdl), con in testa il Penati (PD) e la Moratti (Pdl), sta facendo forti pressioni affinché si scelga  Lufthansa, e quindi Malpensa. Si pensa addirittura al Malpensa Day. E noi cosa facciamo? E questo l’interrogativo che si pone il Segretario del Partito Socialista Lidano Lucidi. “Ci stiamo avviando a subire un federalismo a misura del Nord con garanzie per la Sicilia e Roma Capitale, un’inondazione di centrali elettriche che servono solo ad altri, ed ora dobbiamo subire supinamente le pressioni del Partito del Nord? La politica locale, dopo aver subito lo smacco della mancata costruzione dell’aeroporto, deve fare pressioni a tutti i livelli, per far in modo, non solo che Fiumicino venga salvato, ma che la Provincia di Latina venga messa a sistema con lo scalo internazionale della Capitale. 

Non un territorio avulso allo sviluppo, ma parte integrante di investimenti, localizzazione di servizi e lavoro. Se si lancia il Malpensa Day dobbiamo rispondere con lo stesso vigore. La deindustrializzazione che stiamo subendo ha come causa anche la mancanza di infrastrutture. Immaginiamo ora un sottodimensionamento di Fiumicino. Per troppi anni abbiamo subito supinamente le scelte che vengono calate dall’alto, è il tempo che la politica locale, senza distinguo di colore, si faccia sentire. Dobbiamo batterci sia per un nostro aeroporto, sia per difendere quello internazionale di Roma. Il Partito Socialista lancia lo stesso appello che hanno lanciato al Nord. Al Presidente della Provincia, ai Sindaci del territorio, ai partiti politici, alle imprese, alle associazioni dei consumatori, ai sindacati, ai semplici cittadini chiediamo di unirci tutti insieme per difendere lo scalo internazionale di Fiumicino, e chiedere alla nuova Alitalia, maggiori  investimenti cui possa beneficiare anche il nostro territorio”.


1 gennaio 2009

Il momento della GREEN ECONOMY

C’è speranza, basta crederci e lavorare per superare le difficoltà. Il nostro territorio ha le potenzialità per uscire fuori dalla crisi, ma per farlo bisogna anticipare i tempi, esseri audaci nell’idee, insomma proporre e non subire passivamente l’andamento ciclico dell’economia. Il Partito Socialista non ha nessuna voglia di seguire la politica del lamento, piuttosto vuole aprire un dibattito su quale sarà il futuro assetto economico del nostro territorio. Di una cosa infatti siamo sicuri, non sarà più come prima.

È questo il pensiero del Partito Socialista espresso per bocca del Segretario Provinciale Lidano Lucidi. “I cicli economici tendono sempre più ad accorciarsi per via dello sviluppo tecnologico. Dopo la rivoluzione informatica sembra arrivato il momento della green economy, l’economia verde. I cambiamenti climatici, la fame d’energia mondiale, la paurosa oscillazione del prezzo del petrolio, hanno gettato le basi per un nuova rivoluzione economica e sociale. Si prevede la creazione di milioni di posti di lavoro in tutto il mondo. Il Partito Socialista ritiene che occorre creare fin da subito le condizioni affinché il nostro territorio sappia recepire i milioni di euro di investimenti che da qui ai prossimi anni saranno messi in campo. Siamo rimasti paurosamente indietro nello sviluppo della tecnologia informatica, non possiamo permetterci di rimanere indietro anche in questo settore. È necessario un forte investimento in formazione, in particolar modo per gli energy manager, stringendo accordi tra enti locali, università, sindacati e datori di lavoro. In secondo luogo bisogna ripensare l’assetto territoriale non come luogo in cui costruire centrali opposte alla green economy, pensiamo alle turbogas, ma come attrattori di investimenti nel settore ambientale. Quando si parla di rivoluzione verde ci si riferisce a tutti i settori, nessuno escluso. Pensiamo alle infrastrutture verdi, ai nuovi edifici sostenibili che daranno nuova linfa al settore dell’edilizia, al riciclaggio, alle fonti rinnovabili, al settore dei servizi, al ruolo che potrà svolgere l’agricoltura. Non possiamo permetterci di restare fuori.


29 dicembre 2008

Turbogas, Aprilia docet

Il tema turbogas è fondamentale per le sorti del nostro territorio, talmente importante che noi socialisti non ci sentiamo per nulla rassicurati dalle prese di posizione da parte del Presidente della Regione Lazio Marrazzo e da quelle di Onorevoli, Senatori, Assessori, insomma i pezzi grossi della politica locale e nazionale. Il Partito Socialista di Sezze, con il Segretario Provinciale Lidano Lucidi, interviene nuovamente sulla spinosa questione della centrale di Mazzocchio. “La domanda che ci poniamo da tempo, e continuiamo a porci, è sempre la stessa: come mai tutti si dicono contrari e poi le probabilità che questa centrale nasca aumentano di giorno in giorno? 

Aprilia docet in questo senso.

Dobbiamo tenere alta la guardia, non farsi né illusioni, né cadere in un pessimismo cosmico dicendo: tanto non possiamo farci nulla. Sul tavolo c’è l’assetto del territorio. Che senso ha parlare di agricoltura di qualità, di distretti agroindustriali, di rilancio del turismo se la centrale turbogas dovesse nascere? In queste vicende occorre fare quadrato indipendentemente dai colori politici. La politica, se ancora ha un senso, deve parlare con chiarezza e portare le istanze del territorio fino in fondo senza lasciarsi distrarre da puerili calcoli politici. La Regione è governata dal centro sinistra, il Governo centrale dal centro destra, nessuno si può sentire escluso o al di sopra delle parti. Il Partito Socialista continuerà a tenere alta la guardia, e si sentirà rassicurato solo quando alle parole e alle prese di posizione faranno seguito fatti concreti.


21 dicembre 2008

PS SEZZE, che il 2009 porti i FARMER MARCKET

Con l’approvazione della legge che regola il mercato del contadino, avvenuta lunedì 15 dicembre, la Regione Lazio lancia definitivamente i Farmer Market dettandone le regole generali e promuovendo incentivi per la loro attuazione. Ciò costituisce motivo di soddisfazione per il Partito Socialista  che ha creduto in questo progetto sollecitando più volte la comunità locale, proponendo la nascita di un convegno tematico e auspicando una convergenza con le altre forze politiche del paese che però non hanno aderito forse distratte da altre questioni. Oggi l’apprezzamento su questo progetto avviene anche da parte dell’amministrazione comunale e da qualche consigliere dell’opposizione. Questa in sintesi la valutazione della segreteria del PS di Sezze: “L’avvio del nuovo corso, conciso con la nascita di commissioni tematiche all’interno del partito, ha liberato risorse e idee a tutto vantaggio della collettività, riportando il partito al centro dell’attività politica come strumento di dialogo con la popolazione; infatti a questo servirà il Convegno sui Farmer Market che si terrà nei primi giorni del nuovo anno”. Dalla commissione ambiente,  Ciavolella tiene a precisare: “Il funzionamento dei Farmer Market è legato al conseguimento del risparmio e al miglioramento della  qualità dei prodotti; il risparmio si ottiene accorciando la filiera con il contatto diretto produttore-consumatore, e la qualità sarà la naturale conseguenza della vendita  degli  imprenditori  agricoli  nei  mercati  della  propria  zona  che garantirà  quindi al consumatore, un prodotto fresco, di qualità e del territorio”. Questi sono da sempre gli obbiettivi dei Farmer Market fin dalla loro nascita che avvenne in California  negli anni ’90 e il loro raggiungimento è tanto semplice quanto più semplici sono le regole che ne stabiliscono le modalità d’attuazione. Inoltre, gli fa eco Alerssandro Consoli: “Un altro beneficio che i Farmer Market porterebbero nel nostro territorio, è costituito dalla possibilità di chiudere il ciclo economico all’interno della provincia di Latina evitando, attraverso l’acquisto di prodotti non locali, di finanziare un’impresa estera il cui profitto non ricadrà direttamente nel nostro territorio. In poche parole la maggiore redditività dei produttori locali ricadrà in termini di benefici economici sul territorio di appartenenza attraverso l’acquisto di beni e servizi e creando così le condizioni per la realizzazione di un  progetto più grande e strutturale dei Farmer Market che è quello dell’ Autosufficienza Globale di Filiera, una sorta di indipendenza economica multisettoriale che consente un aumento della domanda interna locale”.


21 dicembre 2008 

PS LATINA, Riaprire il dibattito sull’orario di lavoro

Ora che il Parlamento Europeo ha respinto la possibilità di portare l’orario di lavoro nei paesi Ue fino a 65 ore, e che voci di stampa dicono come il Governo abbia messo all’ordine del giorno la proposta della settimana corta, occorre approfondire se ci sono le condizioni per usare lo strumento dell’orario di lavoro come elemento che possa essere utilizzato per uscire dalle secche in cui siamo. A lanciare un ragionamento in merito sulla questione è il segretario Provinciale del Partito Socialista Lidano Lucidi: “ Soprattutto sul nostro territorio è auspicabile l’apertura di un dibattito in tal senso perché la deindustrializzazione in atto pone un problema di tenuta sociale ed economica anche alla luce della bozza Calderoli sul federalismo. I singoli enti locali non hanno di certo potere legislativo, ma possono fare da filtro alle proposte che dovessero giungere sul tavolo, anche perché l’esperienza dovrebbe aver insegnato a tutti che le scelte calate sono destinate a fallire. Visto che nel Governo comincia a serpeggiare l’idea che la riduzione del tempo di lavoro può essere una misura di contenimento della perdita di lavoro, e vista la proposta di Bonanni della CISL dell’utilizzo dei contratti di solidarietà, la politica locale non può restare a guardare. Tra le altre cose quando si parla di produttività del lavoro non occorre concentrarsi solo sul fattore capitale, occorre riportare al centro dell’attenzione il fattore lavoro, e noi socialisti diciamo con forza che culturalmente bisogna riportare il fattore lavoro umano al centro della questione. Potrebbe essere il nostro territorio un laboratorio economico e sociale in cui le nuove tendenze governative e sindacali, se confermate, possano essere meglio recepite. Sarebbe quindi auspicabile che si aprisse un forum provinciale che metta all’ordine del giorno l’argomento tempo e che sappia convogliare quante più idee programmatiche prendendo da esempio in primo luogo la Germania”.


16 dicembre 2008 

IL 18 DICEMBRE A SEZZE L’EURODEPUTATO BATTILOCCHIO

La Federazione provinciale del Partito Socialista incontrerà il 18 dicembre a Sezze l’eurodeputato Alessandro Battilocchio che con i suoi 31 anni e più giovane politico dell’Europarlamento. Sarà occasione di discussione e confronto su molte tematiche, dal Manifesto di Madrid del Partito Socialista Europeo che vede come unico partito firmatario in Italia il Partito Socialista, della sua intensa attività politica internazionale al fianco del popolo Saharawi in lotta per l'indipendenza dal Marocco e della difesa dei bambini dallo sfruttamento, impegno che gli ha valso il riconoscimento di difensore dell’infanzia da parte dell’Unicef. Abbiamo voluto fortemente e reciprocamente questo incontro perché siamo convinti che in un mondo sempre più globalizzato, in cui le crisi vengono affrontate di concerto con gli altri paesi e non in senso autarchico, si sente sempre più il bisogno di lavorare per una grande casa che sappia accogliere le istanze e gli ideali del popolo della sinistra europea e mondiale. Noi socialisti questa casa l’abbiamo già ed è il PSE e l’Internazionale Socialista uniche forze transnazionali capaci di dare un senso alla parola sinistra. Questo vuoto in Italia si sente sempre più, giorno dopo giorno. Si sente cioè la necessità di lavorare per costruire una forza di sinistra socialista e progressista ancorata saldamente nel Partito Socialista Europeo che sappia contrastare efficacemente le forze centriste e di destra che governano in Italia. Una forza presente in tutto il mondo e che solo in Italia ci si ostina a non volere, ad andare oltre, e ancora non si capisce bene dove. La normalizzazione della sinistra italiana passa attraverso il riconoscimento di questo dato di fatto, dato che se non verrà affrontato sarà cause di incessanti sconfitte nei confronti delle forze conservatrici. L’incontro sarà anche occasione di analisi dell’attività svolta dall’Onorevole Battilocchio come membro delle Commissioni Sviluppo e Cooperazione, Trasporti e Turismo.


14 dicembre 2008

Governo contro i giovani

Il governo ha tolto il versamento dei contributi al Servizio Civile

Si è parlato e sparlato al lungo sull’aumento dell’Iva a Sky, mentre sta passando in sordina un articolo di legge che svantaggia e di molto le nuove generazioni. A lanciare una riflessione in merito è il Segretario Provinciale del Partito Socialista Lidano Lucidi: “Con D.L. 29/11/08, n. 85 è stata introdotta una norma che grida vendetta soprattutto da parte dei giovani vere vittime sacrificali del sistema oggi vigente. All'articolo 4 il Governo ha abolito l'obbligo della contribuzione pensionistica da parte del Fondo nazionale per il Servizio Civile a decorrere dal 1° gennaio 2009. I periodi di Servizio Civile Nazionale che verranno prestati dal 1° gennaio 2009 sono riscattabili, in tutto o in parte, a domanda del volontario e su contribuzione individuale, da versare in un'unica soluzione o in 120 rate mensili senza l'applicazione degli interessi di rateizzazione. 

Tradotto vuol dire i che ai volontari civili non verranno pagati i contributi, se vogliono vedere riconosciuto questo diritto li devono versare di tasca propria. Siamo all’assurdo, io lavoro da dipendente, perché si possono fare pure voli pindarici di diritto del lavoro ma di questo si tratta, e i contributi me li devo pagare solo. In un paese anormale come l’Italia questo è normale, come potrebbe essere diverso. Fiumi d’inchiostro per parlare di un privilegio del più grande magnate televisivo mondiale, primo sponsor di Bush, e che ai ragazzi italiani impiegati nel servizio civile non vengono pagati i contributi di questo non parla nessuno. La tragedia per le nuove generazioni sarà proprio la pensione, molti avranno un vitalizio ridicolo rispetto al lavoro svolto e ora, ad alcuni, quei pochi contributi non gli vengono versati. Aggiungiamo anche che lo Stato quando deve pagare i suoi fornitori richiede all’imprese il Documento Unico di Regolarità Contributiva per vedere se esse hanno versato i contributi ai propri dipendenti, mentre a parti inverse esso stesso si esonera dal pagamento degli oneri contributivi, l’ennesima disparità quando s’invertono le parti.


6 dicembre 2008

Non solo ammortizzatori sociali per uscire dalla crisi

Il pensiero del Segretario provinciale del Partito Socialista Lidano Lucidi

La situazione economica è drammatica e sotto gli occhi di tutti. Non per questo il dibattito da sviluppare può riguardare esclusivamente gli ammortizzatori sociali. Di sicuro è un tema fondamentale, ma oggi più che mai abbiamo bisogno di cominciare a dare risposte serie per uscire dalla crisi. Ad auspicare un dibattito serrato sulle questioni economiche provinciali è il Segretario provinciale del Partito Socialista Lidano Lucidi: “E’ auspicabile che la prossima campagna elettorale diventi terreno di confronto tra le diverse proposte che le forze politiche vogliono dare per rilanciare l’economia del territorio. È inutile piangersi addosso, occorre la proposta per uscire dalle secche. La cronica mancanza di infrastrutture deve essere colmata con un programma serio e realistico d’investimenti, mettendo anche in piedi le infrastrutture per rilanciare il settore dei servizi. Connessioni internet sempre più veloci, sistemi wi-fi per permettere di sviluppare il settore terziario e il tele lavoro devono essere messe al centro del programma d’investimento infrastrutturale. Molta economia viaggia sul web, non solo sulle strade. Il settore industriale è in crisi da diverso tempo, ma non basta la denuncia occorre capire i limiti e per cercare di superarli. Di sicuro si scontano i bassissimi investimenti in ricerca e sviluppo. Noi socialisti riteniamo che sia fondamentale legare il mondo imprenditoriale e sindacale al mondo della formazione e dell’università. I progetti di formazione devono essere mirati a creare figure altamente specializzate come per esempio gli energy manager o gli internet marketing manager, e puntare molto sulla conoscenza delle lingue. Abbiamo bisogno di puntare alto, essere aggressivi anche nei mercati esteri, ma questo lo si può fare se si creano le condizioni di avere esperti nel settore del commercio estero e quindi padroni delle lingue. Riteniamo anche importante sfruttare il concetto di life long learnig autentica risorsa formativa troppo spessa snobbata dall’istituzioni. Sfruttare la vicinanza di Cinecittà per rilanciare il turismo e far attecchire nel nostro territorio l’industria cinematografica, puntare su una politica del turismo che abbracci tutte le realtà provinciali e non solo piccole porzioni, una politica agricola che sappia cogliere le eccellenze di prodotto per i grandi mercati e che sappia diversificare gli introiti proprio nello spirito del nuovo Piano di Sviluppo Rurale, semplificare l’accesso al credito per le piccole e medie imprese, semplificazione della vita amministrativa sfruttando a pieno le nuove tecnologie, sono solo alcuni punti su il Partito Socialista si batterà nella prossima campagna elettorale”.


2 dicembre 2008

Il Partito Socialista aderisce alla manifestazione No Turbogas del 14 dicembre a Pontinia

Il Partito Socialista esprime il massimo appoggio alla manifestazione contro la Turbogas che si terrà a Pontina il 14 dicembre. A prendere posizione è il Segretario provinciale del Partito Socialista Lidano Lucidi: “Quello che è successo ad Aprilia qualche giorno fa deve far riflettere sulla determinazione con la quale si sta andando avanti. Se a questa determinazione non si oppone un’altra della stessa intensità, se la politica invece di nicchiare sui problemi non decide di affrontarli di petto, allora essa non ha più senso. La mancanza di una visione complessiva di sviluppo sta portando a palesi contraddizioni. Infatti se da un lato agli agricoltori viene data la possibilità di espandere la propria attività con i fondi del PSR, dall’altro gli si vogliono espropriare le terre o ridurre il valore dei prodotti per via dell’immissione dell’atmosfera di polveri sottili. Dal prodotto DOC al prodotto DOI (d’origine inquinata). Che senso ha allora parlare dei prodotti tipici della zona? Che senso ha sbandierare finanziamenti per il distretto agroalimentare quando nel bel mezzo di questo nasceranno ben due turbogas e forse un termovalorizzatore? Ci rendiamo conto che a poche centinaia di metri esiste un Parco Nazionale?” Conclude infatti Lidano Lucidi: “ Se fossimo su scherzi a parte forse verrebbe voglia di sorridere, ma siccome questa non è fantascienza allora c’è di che essere preoccupati. Il 14 noi saremo in piazza per sostenere le ragioni dei cittadini, degli agricoltori, di tutti quei ragazzi che si stanno spendendo per difendere il territorio dove siamo nati e dove vivono e vivranno i nostri figli e nipoti”.


26 novembre 2008

Farmer Market, presto il Convegno proposto dai Socialisti

La scorsa settimana, una delegazione del Partito Socialista costituita da Pino Ciavolella e Consoli Alessandro, è stata ricevuta dal Sindaco di Sezze dott. Andrea Campoli per approfondire il tema relativo ai Farmer Market che ricordiamo, sono dei mercati dove i produttori vendono direttamente al consumatore finale senza l’ausilio di intermediari, la cui istituzione risale al  novembre 2007 con il decreto legge numero 20. Visti i dati che indicano un periodo di recessione anche per il 2009 questo strumento può da un lato favorire una riduzione del prezzo dei prodotti alimentari e dall’altra favorire la vendita dei prodotti locali a vantaggio dei produttori nostrani. L’incontro si è svolto in un clima cordiale e le parti hanno evidenziato una convergenza totale sull’argomento in questione che rientra quindi nei piani dell’amministrazione comunale. Il Sindaco ha accolto favorevolmente la proposta dei Socialisti di organizzare al più presto un convegno sul tema in oggetto, in modo da spiegare a tutti i produttori locali le specifiche relative al progetto di filiera corta. A tal proposito si è convenuto che, con l’ausilio dell’Assessore all’agricoltura e all’innovazione Lisi Patrizio, si metta in moto la macchia organizzativa per definire i modi e i termini del Convegno sui Farmer Market. La Segreteria del Partito Socialista esprime soddisfazione per il risultato ottenuto anche se si tratta soltanto di un primo passo.


5 novembre 2008

Enzo Ricci: La maggioranza ha un atteggiamento intollerabile

Si può vincere senza giocare? Quello che in teoria è impossibile, nella pratica potrebbe succedere. L’opposizione, nonostante i continui litigi e distinguo al suo interno, senza colpo ferire potrebbe diventare maggioranza e non per suoi meriti ma perché la maggioranza attuale sta facendo di tutto per permetterlo. Abbiamo l’impressione di una navigazione a vista, e il paese non può permetterselo. In un periodo in cui la crisi economica morde le famiglie, in un momento in cui i cittadini chiedono risposte forti ai tanti problemi che li affliggono, l’amministrazione in carica  non riesce a dare quelle risposte che ci si attende. È passato più di un anno dalla vittoria elettorale, un anno di certo non caratterizzato dal dinamismo amministrativo. Con la politica Veltroniana di feste, sagre, teatri e concerti non si va lontano, i problemi sono altri e ben più profondi. L’aver scientificamente preteso che la politica si fa solo con l’amministrazione si rivelerà un boomerang con cui prima o poi si dovrà fare i conti. Si è passati dalla stagione delle primarie in cui si sbandierava la partecipazione dei cittadini, in cui si chiedeva l’apertura dei partiti alla società civile al superamento dei partiti stessi, all’autoreferenzialità totale degli amministratori, troppo presi dal ruolo che stanno ricoprendo da estromettere il Partito in cui sono tesserati da qualsiasi discussione di qualsivoglia questione sul tavolo. Una situazione che il Partito Socialista non intende più tollerare. Confondere critiche che vogliono essere costruttive in critiche distruttive è un errore di miopia che amministratori di lungo corso non possono e non debbono permettersi soprattutto oggi che la sinistra ha perso completamente la bussola, dal nazionale fino al locale. Le polemiche sul funzionamento delle commissioni, sui Dirigenti dell’Ente, sulla mancanza di un minimo coordinamento tra le forze politiche sono segnali di un malessere profondo, che ostinatamente si continua ad ignorare.   Con quale spirito si affronteranno temi come il nuovo PRG, il depuratore, l’eco-centro, la turbogas, i rifiuti e l’ordine pubblico? Sarà sempre l’opposizione a dettare temi e tempi? Una buona maggioranza e un buon capitano dovrebbero capire il momento di voltare pagina sul metodo dell’azione amministrativa, prima che si apra una frattura insanabile con i cittadini i quali hanno dimostrato nelle ultime tornate elettorali  di condannare la maggioranza uscente  spostandosi politicamente a destra. Mettere per l’ennesima volta la testa sotto la sabbia è imperdonabile. Gli altri aspettino pure che si riapra il mercato delle vacche per le prossime elezioni provinciali. Intanto noi socialisti ci tiriamo fuori, escludendo una nostra partecipazione in questa amministrazione, dopo aver reiteratamente richiesto l’istituzione di un tavolo di concertazione tra i partiti in essa rappresentati. Auguriamo al Sindaco le migliori fortune amministrative per Sezze e auspichiamo, in un prossimo futuro, quell’apertura al dialogo, alla provocazione, alla spinta di idee, alla ricerca, al confronto, tra quei partiti che, come noi, ritengano che l’approfondimento e il dibattito siano fasi ineludibili per una corretta applicazione del programma elettorale che i cittadini hanno voluto e votato.


20 ottobre 2008

Una raccolta firma per leggi in favore delle famiglie

Il Partito Socialista che è uscito fuori dal Congresso di Montecatini è un partito che ha deciso di portare fino in fondo le proprie battaglie politiche, sociali e culturali. Un partito, per dirla alla Saragat, che non crede nel destino cinico e baro. Non un partito finto che guarda se stesso con la faccia rivolta indietro ma un partito nuovo che guarda al futuro”. Con queste parole il Segretario Provinciale del Partito Socialista di Latina Lidano Lucidi lancia l’iniziativa della raccolta firme sulle quattro proposte di legge popolare dei socialisti. E prosegue: “Vogliamo cogliere l’opportunità di stare fuori dal Parlamento per ripartire dai problemi delle persone. Non vogliamo essere retorici, vogliamo essere concreti. Ripartire dal basso vuol dire essere dalla parte del cittadino. Proprio per questo nelle prossime settimane ci impegneremo fino in fondo per assecondare l’iniziativa dell’ottimo Segretario nazionale Riccardo Nencini nel raccogliere le firme per le quattro proposte di legge d’iniziativa popolare socialiste: caro tariffe, Pacs, assemblea costituente e precariato. 

Tra le quattro quella che più abbiamo a cuore è contro il caro bollette. Le famiglie sono falcidiate dai questi costi, pensiamo ai costi dell’acqua, della luce, del gas o del telefono. A questo proposito la presente proposta di legge si propone di eliminare alcuni costi inclusi in modo ingiustificato nelle bollette inviate alle famiglie dai gestori e dalle aziende esercenti pubblici servizi e di tutelare i consumatori rispetto ad alcune modalità di pagamento che favoriscono sempre le aziende e mai i cittadini. Non tutti sanno che attraverso semplici meccanismi è possibile contenere le tariffe. Basta pensare che la legislazione vigente prevede che si pagano le imposte sulle imposte, come l’Iva che viene calcolata anche su un’imposta erariale. Tasse su tasse, semplicemente ridicolo. I socialisti sono determinati a portare in Parlamento questa legge che mette fine a questa presa in giro ai danni dei cittadini”.


20 ottobre 2008

La Provincia di Latina sfamerà la fame energetica italiana

Nel dibattito che si sta sviluppando sul tema dell’energia non riusciamo a capire alcuni aspetti. A commentare è il Segretario Provinciale del Partito Socialista Lidano Lucidi: “Il Partito Socialista è da sempre una forza riformista, aperta allo sviluppo tecnologico, civile e culturale del paese, ma nonostante tutto oggi abbiamo forti difficoltà a seguire la discussione sulla questione energetica in Provincia di Latina. Si rileva una contraddizione tra quando si afferma di voler tornare al nucleare per poter uscire dalla dipendenza dei combustibili fossili, e poi si vogliono costruire le centrali turbogas. O il gas è diventato una risorsa rinnovabile o nucleare, oppure questa impostazione è in palese contrasto con ciò che si vuole fare. In secondo luogo ancora non riusciamo a rispondere ad una precisa domanda: ma perché in un territorio ristretto, rientrante nel distretto agroalimentare, si vogliono costruire tutte queste centrali? Tra il detto e non detto qui stiamo parlando di due centrali turbogas (Aprilia, Mazzocchio), un termovalorizzatore (Montello), una  centrale nucleare (Sabotino) ed altro. Qualcuno ha deciso che dobbiamo sfamare la fame di energia dell’intera nazione? Se è così si abbia il coraggio di dirlo. In una Regione che è autosufficiente in termini di produzione di energia, si vuole aumentare la produzione e concentrarla in pochi chilometri quadrati. Abbiamo almeno il diritto di sapere del perché di queste scelte? Tra l’altro non si è tenuto conto delle ricadute economiche che questi impianti avranno sul territorio. Mentre si presentano i progetti per il Piano di Sviluppo Rurale, mentre si lancia il distretto agroalimentare, si costruiscono le turbogas. C’è qualcosa che non quadra. Si rischia di gettare a mare tempo e soldi in progetti che sono in palese contrasto tra di loro. Si deve molto riflettere su questo anche perché nell’impostazione federale dello Stato l’aspetto della generazione del reddito è molto più importante che in passato. Ignorarlo sarebbe deleterio e potrà avere conseguenze disastrose per le casse degli enti locali che certo non stanno brillando. Ma l’aspetto che più fa sorridere, nello specifico delle centrali turbogas, è che mentre tutti si dicono contrari, Presidente di Regione e Provincia, Sindaci, associazioni e semplici cittadini, i progetti vanno avanti spediti. Ma l’Italia non era una Repubblica democratica in cui il potere è in mano al popolo che lo esercita nei modi previsti dalla legge?


27 settembre 2008

La sicurezza è un problema anche di cultura

Dedicare Trentatre piazze a Falcone e Borsellino

Le pagine dei giornali e i servizi dei telegiornali della nostra provincia sono continuamente pieni di fatti di cronaca che narrano di criminalità e che comunque ledono la sensazione di sicurezza dei cittadini. Ad intervenire in merito è Lidano Lucidi, segretario della Federazione di Latina del Partito Socialista: “Il problema sicurezza in provincia di Latina risulta evidente. Fatti criminosi si susseguono velocemente e ogni tentativo di minimizzazione va respinto con forza. La nostra provincia non è un’isola felice, non è indenne da un sistema criminale organizzato. Se da un lato occorre fermezza nel contrastare la criminalità, dall’altro bisogna puntare molto sulla cultura della legalità. La sola azione di polizia non basta ad arginare il fenomeno, bisogna mettere in campo anche l’opzione culturale. È scolpita nella mente di tutti la reazione che ebbero i palermitani dopo le stragi di Capaci e Via D’Amelio. Un movimento popolare spontaneo si ribellò alla prepotenza della criminalità organizzata e qualche risultato si è ottenuto. Si creò un substrato culturale che rifiutava l’idea che la mafia poteva fare ciò che voleva. Purtroppo quella forza dirompente si è molto affievolita visto un sistema che tende più a valorizzare qualche velina o qualche becero pettegolezzo rosa piuttosto che spendere parole o scritti contro la criminalità organizzata. A tanti giovani, eroi come Falcone o Borsellino, non dicono nulla forse perché non hanno militato o non militano in serie A. Noi socialisti riteniamo che un segnale di sensibilizzazione delle coscienze potrebbe essere quello di dedicare alla memoria di Falcone e Borsellino 33 piazze della provincia, una per ogni comune. In ogni comune una piazza dedicata a chi ha perso la vita per servire lo Stato, un piccolo gesto da parte delle istituzioni locali per sensibilizzare le coscienze, per ricordare ogni giorno chi ha perso la vita per garantire a tutti un vita libera da prepotenze”.


27 settembre 2008

Bonus bebè e latte per bambini scontato

Il Partito Socialista Federazione di Latina esprime apprezzamento per l’intervento dell’Assessore ai Servizi Sociali della Regione Lazio Anna Salomone Coppotelli che ha stanziato 5 milioni di euro per l’istituzione del bonus bebè di 500 euro per ogni figlio nato nel 2008. Possono presentare domanda al comune di residenza le donne che risiedono da almeno un anno nel territorio laziale, i requisiti richiesti sono la nascita o l'adozione dal 1 gennaio al 31 dicembre 2008 e l'indicatore della situazione economica (ISEE) inferiore o uguale a 20mila euro. Le domande di contributo devono essere presentate dalle donne aventi diritto al comune di residenza entro il 30 ottobre per le nascite avvenute nel periodo compreso tra il 1 gennaio e il 30 settembre 2008, entro il 31 gennaio 2009 per le nascite avvenute nel periodo compreso tra il 1 ottobre e il 31 dicembre 2008.

A commentare l’iniziativa è il segretario provinciale Lidano Lucidi: “È un segnale che va nella direzione giusta, ovvero un sostegno al reddito delle famiglie falcidiate dalla crisi economica e da un aumento scellerato dei prezzi. La priorità del Partito Socialista  è la difesa delle fasce deboli della popolazione e tra queste ci sono senz’altro le giovani coppie. Continuando di questo passo mettere al mondo un bambino diverrà roba per pochi. Latte, pannolini, pappette, visite mediche e tanto altro rappresentano un costo vergognosamente alto. Il Partito Socialista in difesa del diritto delle giovani coppie di mettere su famiglia propone alle istituzioni locali, Regione, Provincia e singoli Comuni di porsi come intermediari nell’acquisto del latte per i bambini cui vogliamo denunciare l’eccessivo costo. Gli strumenti possono essere diversi, dai Gruppi di Acquisto Solidali (GAS) ad una gara d’appalto. L’obiettivo è quello di ottenere sconti sul prezzo dato che si acquisteranno quantità importanti. È legge del mercato che chi acquista grosse quantità otterrà un prezzo minore rispetto a chi ne acquista modiche quantità. Il latte scontato verrà distribuito alle giovani coppie bisognose. Stessa cosa potrebbe essere applicata per i prodotti dell’infanzia in genere. Avere un bambino sta diventando quasi un lusso, situazione di cui vorremmo fare volentieri a meno”.


26 settembre 2008

Nasce a Bassiano il Coordinamento dei Monti Lepini

Giovanni Cacciotti eletto Presidente del Coordinamento Lepino

Il congresso del Partito Socialista in Provincia di Latina sancisce la nascita di una nuova forza politica che vuole partecipare alla ricostruzione dell’area riformista. Il Partito Socialista nasce forte se nasce libero, libero di riflettere sulla società italiana e sulle sue mutazioni, per questo è importante cercare di dare risposte a una serie di problematiche che affliggono i cittadini sia a livello nazionale che provinciale a partire dalla sanità, l’ambiente, il problema dell’acqua, l’occupazione, la scuola, ai rapporti più stretti con i cittadini. C’è un’area geografica precisa, quella dei Monti Lepini, che fa parte della provincia di Latina, ma che comprende dei paesi accomunati da caratteristiche e tematiche specifiche, comuni tra loro. Per questo si è pensato a dar vita ad un Coordinamento dei Monti Lepini del Partito Socialista, il cui responsabile sarà, da Bassiano, Giovanni Cacciotti, il quale spiega: “L’aspetto più importante è che se vogliamo rinascere dobbiamo avere bene in mente l’obiettivo verso cui tendere, quello cioè di rilanciare la proposta riformista e socialista che appare oggi più che mai indispensabile, una prospettiva per la quale vale la pena di lottare. Dobbiamo dare un contributo per realizzare un partito audacemente nuovo e aperto che faccia dei cittadini gli attori protagonisti delle scelte che contano. Nella presente situazione di stallo politico,  il nostro Partito  in forza dei propri ideali, è tenuto a prendere l’iniziativa per portare l’Italia fuori da questo bipartitismo di ghiaccio. Un sistema politico in cui i rappresentanti del popolo non sono votati bensì nominati è un sistema politico finto e poco adatto ad ascoltare il territorio. In cima alla nostra agenda c’è lo sviluppo economico e la lotta alla disoccupazione. Diciamo si all’acqua pubblica, alla raccolta differenziata, ad una scuola che sappia essere in primo luogo educatrice di vita. L’arroganza e la maleducazione con cui spesso gli studenti trattano gli insegnanti, con la convivenza di genitori sempre pronti a difenderli, è vergognoso. Troppi bambini crescono viziati e capricciosi, troppi adolescenti ignoranti e violenti, convinti che tutto sia lecito”. Gli fa eco il segretario provinciale Lidano Lucidi: “ Il Partito Socialista vuole essere promotore dando vita insieme ciascuno con la propria identità  a un’unica area riformista aperta alla società civile, ai movimenti e alle realtà del territorio. Quest’area riformista  si può costruire solo a partire dal basso intorno a un programma comune e a dei leader credibili, scelti sul territorio e non imposti dall’alto. Bisognerebbe iniziare a costruirla a livello locale, fin dalle prossime elezioni amministrative, provinciali e regionali per giungere ad un’area delle Solidarietà e dei riformismi. Nascerebbe così un soggetto politico nuovo, non la solita coalizione elettorale, radicato nel territorio, ispirato ai valori e agli ideali del socialismo europeo. Si tratta dunque di intraprendere un lungo cammino sia politico che culturale per far rinascere in Italia un’area riformista veramente capace di contrapporre un’agenda credibile ai governi del centro destra”.


24 settembre 2008

Lidano Lucidi: Attenzione alla riforma elettorale

Molte riforme in cantiere potrebbero mutare profondamente il panorama politico, introducendo modifiche che andrebbero a sovvertire sostanzialmente gli assetti anche a livello locale. Conscio di un tale orizzonte, a prendere posizione è il segretario provinciale della federazione di Latina del Partito Socialista, Lidano Lucidi: “Il progetto di Roma Città Metropolitana, la Commissione Attali in salsa romana, la riforma del sistema elettorale per l’europee, potrebbero sconvolgere il quadro istituzionale nazionale e con esso anche gli assetti politici provinciali. Se poi aggiungiamo la bozza Calderoni e il fatto che l’elaborazione degli studi di settore avverrà su base comunale e regionale in quadro è completo. Le carte potrebbero essere sparigliate e la politica locale non può di certo restare a guardare, o meglio non può di certo rimanere inerte mentre in altre stanze si ridisegna il quadro istituzionale. Sovente si parla di una Regione Lazio senza la capitale d’Italia. Potrebbe essere questo un vantaggio per la nostra provincia?  Noi pensiamo di sì, però occorre stare attenti. Infatti mentre è a tutti evidente che la Provincia di Latina è stata sempre considerata sia al più un’appendice di Roma dall’altra parte bisogna preparasi a questo ipotetico distacco perché se si lascia alla politica romana l’esclusiva su questo tema potremmo avere cattive sorprese. Roma oggi ingoia la maggior parte delle risorse e politicamente la fa da padrona. Possiamo lasciargli l’iniziativa? Decisamente no. Di fronte a questo scenario le suddivisioni giuste e legittime tra i partiti dovrebbero finire e dovrebbe essere creata una nostra commissione per le riforme, come dire una sorta di commissione Attali questa volta in salsa pontina. È necessario anche accentuare il dialogo con la provincia di Frosinone proprio nell’ottica del disposto dell’articolo 132 della Costituzione. Da ultimo poi si inserisce in questo contesto la questione della legge elettorale europea che vedendo l’abolizione delle preferenze permetterà alle segreterie di partito la scelta dei nominati a Strasburgo, un meccanismo che ricorda tanto il sistema di voto nell’isola dei famosi o del grande fratello. Peccato veramente che si scambi il sistema elettorale per un reality show. Dato quindi che saranno due o tre segretari di partito che decideranno chi dovrà andare in Europa, alla faccia della democrazia, non abbiamo dubbio che per l’ennesima volta la politica romana avrà la meglio sulla politica provinciale. L’auspicio è che le imminenti elezioni provinciali siano il momento di un confronto programmatico anche su questo tema, e c’è da augurarsi che indipendentemente dall’appartenenza politica si sappia difendere all’unisono il nostro territorio.


Lidano Lucidi sulla questione Turbogas

22 settembre 2008

Il ministro Prestigiacomo ha deciso lo scioglimento della Commissione Nazionale Aia che aveva il compito di deliberare sulla costruzione della centrale turbogas a Mazzocchio. Appresala notizia, in molti hanno pensato ad una passo avanti del comitato antiturbogas. Non è di questa opinione il socialista Lidano Lucidi: “A ben vedere la notizia dello scioglimento della commissione nazionale Aia deciso dal ministro Prestigiacomo non è una buona notizia, e questo perché secondo le notizie diffuse dalla stampa il motivo dello scioglimento sarebbe la lentezza della commissione. Se questa è la ragione vuol dire che si vuole accelerare l’iter di costruzione della centrale turbogas. Non c’è da stare tranquilli, anzi è vero l’opposto. E’ il momento di unire gli sforzi per contrastare questo progetto, la politica deve difendere il suo territorio altrimenti è inutile. Ora non è il tempo delle polemiche o di tardive prese di posizione, è il tempo dell’impegno collettivo. Come affermato in più di un’occasione noi socialisti siamo contrari alla costruzione di questa centrale e daremo il nostro incondizionato aiuto a chi si vorrà opporsi dentro e fuori l’istituzioni al turbo progetto, anche perché ancora nessuno ci spiega i benefici che avremo. Non pagheremo più la bolletta elettrica? Certo che no, infatti l’energia non serve  per soddisfare il nostro bisogno energetico, serve ad altri comuni in altre regioni. Quando cominceranno i lavori e l’attività agricole che ricadono nel territorio interessato si fermeranno. Chi ripagherà il danno della mancata produzione? Sarà forse l’Acea Electrabel che distribuirà ai cittadini parte degli utili che produrrà in compensazione di questo blocco? Non crediamo. Nel momento in cui la Regione prepara un bando sui distretti e il nostro territorio rientra in quello agroalimentare, nel momento che gli agricoltori hanno progettato investimenti sulle linee del Piano di Sviluppo Rurale, c’è la reale possibilità che nasca una turbogas. Una contraddizione  bella e buona. Soldi e tempo buttati al vento in un momento in cui i soldi non ci sono e il tempo è finito. Poi ancora non capiamo una questione, com’è possibile che il ritorno al nucleare viene giustificato dicendo che bisogna uscire dalla dipendenza dei combustibili fossili e poi si costruisce una centrale a combustibile fossile? Siamo forse su scherzi a parte?”.


Lidano Lucidi sulla Vicenda Alitalia

20 settembre 2008

La vicenda Alitalia impazza al centro di un rincorrersi di notizie che narrano di trattative tra un governo che ha usato tale argomento in campagna elettorale e i sindacati. In merito alla vicenda, delle ultime trattative fallite, interviene il segretario provinciale del Partito Socialista della Federazione di Latina, Lidano Lucidi: “È proprio vero che il mondo sta cambiando velocemente, ma che cambiava al contrario è una novità assoluta. Le persone normali festeggiano quando trovano un lavoro e non quando lo perdono. È un po’ come uno studente che festeggia il fatto di essere stato bocciato ad un esame, un fatto bizzarro oltre che innaturale. Di fronte ad un sistema economico nazionale ed internazionale in recessione, cosa hanno da applaudire i dipendenti Alitalia alla notizia del ritiro dell’offerta del CAI e quindi al probabile fallimento del loro datore di lavoro? È uno sberleffo verso chi è disoccupato, uno sberleffo di tanti operai che quotidianamente rischiano il posto di lavoro e qui ne abbiamo tanti. Le responsabilità sono tante di tutti e anche datate, nessuno può ergersi a verginella soprattutto chi ha governato dal 2001al 2006, ma vedere festeggiamenti di fronte ad una catastrofe sociale e sindacale per dirla come il segretario della UIL è pazzesco. Essere contenti di perdere la propria occupazione quando ci sono migliaia di famiglie che non arrivano a fine mese è sconcertante. I cittadini contribuenti hanno contribuito a ripianare i debiti di Alitalia e a mantenere gli indegni privilegi della casta volante. Venissero nelle nostre fabbriche, a lavorare da precari per meno di mille euro al mese, li aspettiamo. Negli ultimi mesi in provincia abbiamo assistito ad uno stillicidio tra licenziamenti, mobilità e cassa integrazione, tante famiglie stritolate dal caro vita e dalla perdita del lavoro senza prospettiva immediata di trovarne un altro. Pettinicchio, Pfizer, Gambro, Janssen,  Good Year e ci scusiamo di non aver citato altre realtà, sono la punta di un processo recessivo ben più profondo e complesso di quello che appare. A questi lavoratori va il nostro pensiero, a loro rivolgiamo il nostro impegno quotidiano per migliorare le cose, e non verso chi festeggia  il fallimento della propria azienda abituati al fatto che a pagare è sempre Pantalone. Ai tanti piccoli imprenditori che si spaccano la schiena dalla mattina alla sera vanno le nostre attenzioni. Al Governo chiediamo anche di mettere lo stesso impegno nel salvare le tante piccole e medie aziende del nostro territorio che soffrono molto di più dei vari Colaninno o Benetton della crisi economica e sociale che stiamo attraversando”.


Centrosinistra in coma profondo

Il segretario del PS di Sezze Enzo Ricci 

4 settembre 2008

Si sta aprendo una nuova stagione politica e sono in pochi ad accorgersene. E quei pochi sono schierati soprattutto nel centrodestra. Questa l’analisi di Enzo Ricci, segretario del Partito Socialista di Sezze che continua: “Concitata sembra l’azione messa in campo da Rinaldo Ceccano e pochi altri, tutta tesa ad eliminare pesi ingombranti, perché auto referenziali e quindi non funzionali alla realizzazione del partito unico che Berlusconi e Fini vogliono fortemente al varo entro il 2008.
Stanno preparando con sagace trasformismo una forte squadra pronta ad affrontare le ormai imminenti campagne elettorali per le provinciali e soprattutto per le europee, tappa importante che, secondo le loro intenzioni, forti dei loro sondaggi, dovrebbero sancire il risultato storico per Sezze e cioè la maggioranza assoluta: la soglia del 51% con un unico partito. Tutto appare allo stato delle cose ineludibile. Al momento la vecchia e logora Unione non ci sembra affatto in grado di arginare questa ipotesi. Il PD, che del centrosinistra è il partito di maggioranza relativa, non ha la necessaria umiltà per ammetterlo, impegnato com’è, almeno fino ad ora, in una campagna acquisti verso gli altri partiti di sinistra o di centro con l’arrogante e presuntuosa azione che tende più alla scelta dei“personaggi” piuttosto che all’integrazione o alla sinergia delle diverse culture.
Pertanto, l’invito che i socialisti suggeriscono è quello di mettere in campo e rapidamente, una strategia diversa, favorendo l’apertura di un laboratorio tra quelle forze politiche di sinistra che per la prossima campagna elettorale per le provinciali ed europee avranno o vorranno avere un ruolo attivo e competitivo. La posta in gioco è, addirittura, la rappresentanza di Sezze in Consiglio Provinciale che allo stato non è per niente sicura. Per ovviare a ciò, bisogna che il Sindaco si lasci aiutare da un rilanciato dialogo tra i Partiti e Movimenti del centrosinistra, anche da quelli non rappresentati in Consiglio Comunale. Del resto gli amministratori sono stati eletti dal popolo in liste di partiti. La coalizione uscita vincitrice deve rispettare totalmente il volere del corpo elettorale.
Non venga ritenuta questa nostra affermazione retorica o peggio ancora banale, perché è in atto un tentativo di ostruzionismo dell’azione amministrativa da parte di alcuni consiglieri che, senza guida politica, rappresentano la minoranza della maggioranza e, dunque, lo stallo o peggio lo stravolgimento del programma elettorale. Ogni Partito risponda,quindi, dell’operato dei propri consiglieri. I Partiti si riapproprino del loro ruolo di guida politica del paese.
Il Partito Socialista guarda con attenzione a tutto ciò che sta avvenendo nel centrosinistra setino: la scomparsa dell’UDEUR ed il relativo passaggio dei consiglieri all’IDV mentre alle ultime politiche hanno invitato a votare il PD, la crisi d’identità politica dichiarata da numerosi candidati nella lista del PD alle ultime amministrative, la dichiarazione di voto a favore del PD da parte della lista civica Tutti per Sezze alle recenti elezioni politiche, la cancellazione della sigla SDI che aveva accompagnato la coalizione capitanata da Campoli e che oggi, dopo la celebrazione del 1° Congresso svoltosi i primi giorni di luglio a Montecatini ha preso il nome di Partito Socialista cui hanno aderito molte altre sigle socialiste oltre allo SDI, il congresso di Chianciano che ha decretato una netta spaccatura in Rifondazione Comunista, gran parte di Sinistra Democratica che parla di Socialismo del XX1° Secolo e ancora una gran parte del PD che sente l’esigenza di formare un’Associazione di nome RED. A questo punto riteniamo che possa bastare e se qualcuno continua a ritenere tutto ciò normale,sicuramente sottovaluta il fermento politico in atto pregno di rinnovamenti. Noi ribadiamo l’esigenza di un confronto tra quei partiti che avvertono la necessità di creare una forte area Socialista-Riformista-Ambientalista , perché questa coalizione deve governare Sezze e noi vogliamo che lo faccia veramente e bene”. 


Presidio Ospedaliero Goretti, l’intervento di Antonio Signore

3 settembre 2008

Antonio Signore, esponente della Federazione di Latina del  Partito Socialista, già assessore alla sanità della Regione Lazio, interviene sulle prospettive del presidio ospedaliero Santa Maria Goretti di Latina: “La notizia dell’avvio del DEA di 2° livello presso il presidio ospedaliero “Goretti” di Latina, nelle condizioni ben delineate anche  da responsabili  organi di stampa, genera perplessità a non finire e da il senso del modo in cui si procede nella organizzazione della sanità pontina, in assenza di piena consapevolezza di ciò che dovrebbe discendere in termini operativi, di personale e di attrezzature, dalle scelte strategiche operate non poco tempo fa. In siffatta situazione diventa sempre più urgente che partiti ed organizzazioni sindacali sappiano in maniera forte riprendere il loro ruolo e diano un contributo ad uscir fuori da improvvisazioni che non sono possibili in un settore tanto delicato come quello della organizzazione sanitaria”.


Lettera aperta al Ministro Calderoli

2 settembre 2008

Spett.Le Ministro Calderoli

Le scrivo in merito alla riforma federalista che Lei sta preparando. Premetto che non sono qui a giudicare nel merito, bensì a chiederLe di esonerare dalla stessa alcuni comuni in cui verrà costruita una centrale turbogas, mi riferisco alle centrali di Aprilia e Pontinia ambedue in provincia di Latina.

Vengo a spiegare i motivi della richiesta. Il principio ispiratore della sua riforma federalista si basa su una semplice formula: più reddito produce un territorio, più risorse economiche gestirà. Lo scopo è quello di stimolare gli amministratori locali a fare di più e meglio di quello che ora stanno facendo.

Dato questo concetto, mi chiedo: ma se in un comune viene costruita una centrale elettrica e per farlo vengono espropriati terreni agricoli destinati alla coltivazione, e qui mi riferisco in particolare ai comuni di Sezze e Pontinia, non si compromette la loro capacità di produrre reddito? Se la risposta, come io penso, è affermativa, una volta che la sua riforma entrerà in funzione, gli stessi enti avranno meno risorse finanziare da gestire e a rimetterci saranno ancora una volta i cittadini. L’aziende agricole del luogo, avendo i territori smembrati o chiuderanno oppure  ridimensioneranno di molto la propria attività alimentando la disoccupazione. La invito anche a riflettere sull’impatto che questa centrale potrà avere sulla qualità dei prodotti nostrani andando a colpire anche altre aziende a chilometri di distanza alimentando l’identico ciclo vizioso. Tra l’altro Lei ben sa come molti organi di stampa esteri non vedono l’ora di mettere in cattiva luce l’Italia, per questo intuirà i timori dell’aziende che esportano i prodotti agricoli del luogo.

Se conviene su questo allora i paesi interessati devono avere un regime finanziario diverso in quanto per produrre energia elettrica che utilizzeranno altri comuni in altre regioni d’Italia si ridurrà la loro capacità economica e quindi, secondo la formula di cui sopra, i mezzi finanziari che avranno a diposizione. Le sembra giusto?

Essendo Lei un esponente di un partito che ha fatto della difesa del territorio una sua peculiarità genetica capirà subito le situazioni di disagio che si potranno verificare. I sindaci, per mancanza di risorse, saranno costretti a tagliare i servizi che erogano ai loro cittadini e non per demeriti propri, dovranno farlo a prescindere. Cosa fare per ovviare a tale inconveniente? Delle due l’una: o si esonerano questi territori dalla riforma oppure lo Stato italiano si dovrà accollare il costo dei servizi che i sindaci saranno costretti a tagliare per mancanze di risorse. Se in condizioni normali questi comuni potevano accettare la sfida federalista essendo ora mutilati nelle loro capacità non potranno farlo.Certo di una sua riflessione in merito colgo l’occasione per porgerLe i miei migliori saluti.

Latina, 01 Settembre 2008

Segretario Provinciale Partito Socialista

Federazione di Latina

               Lucidi Lidano


Economia Partecipata

26 agosto 2008

La Federazione di Latina è al lavoro per elaborare una proposta per il progetto regionale di Economia Partecipata

Il Partito Socialista della federazione di Latina ha avviato un dibattito interno al fine di elaborare proposte per il progetto regionale Economia Partecipata. A commentare i primi spunti programmatici elaborati dagli iscritti e simpatizzanti è il segretario provinciale Lidano Lucidi: "I progetti più gettonati sono quelli relativi all’ambiente, alla scuola e all’economia. Tra le tante proposte una in particolare vogliamo portare all’attenzione, e cioè quella di creare un fondo speciale per agevolare le attività commerciali che si impegnano a distribuire prodotti sfusi in modo che le famiglie possano risparmiare sul prezzo d’acquisto. Secondo alcune stime il peso delle confezioni incide in misura importante sul prezzo di vendita, ultima in ordine di tempo quella della Coldiretti che afferma come gli imballaggi pesino fino al 30% sul prezzo industriale di vendita degli alimenti. Sempre più famiglie arrivano con difficoltà a fine mese e risparmiare sulla spesa deve essere al priorità assoluta delle istituzioni. Non basta sbandierare ai quattro venti che ci vuole più concorrenza, anche lo Stato deve fare la sua parte soprattutto in un momento di fortissima crisi economica ed occupazionale. Se da una lato noi socialisti auspichiamo la diffusione capillare dei farmer market, dall’altro crediamo che si possa risparmiare sui beni di prima necessità diffondendo la vendita dei prodotti sfusi attraverso appositi dispenser. Esempi del genere sono sempre più frequenti, dai detersivi al latte alla spina, ma in alcune realtà anche caffé, cereali, pasta, riso, caramelle, legumi, spezie, frutta secca. Altro vantaggio non trascurabile è che avremo una riduzione dell’impatto ambientale che si potrà tradurre in un ulteriore beneficio per le famiglie secondo l’equazione: meno rifiuti si producono meno le famiglie dovranno pagare per smaltirli. Riteniamo importante incentivare le attività commerciali su questo tipo di vendita, in modo che le famiglie avranno la possibilità di risparmiare acquistando la quantità di cui hanno veramente bisogno e non quantità maggiori che poi spesso finiscono nella spazzatura perché inutilizzate, un po’ come succede per le confezioni delle medicine".


Agevolazioni fiscali per le spese di istruzione

14 agosto 2008 > Lidano Lucidi

Settembre è ormai alle porte e con esso anche il ritorno a scuola per l’inizio del nuovo anno scolastico. Se ciò per i ragazzi significa fine delle vacanze, per le famiglie invece vuol dire sobbarcarsi un’ingente spesa per l’acquisto dei libri di testo, in un capitolo di uscita assai incidente nel budget degli italiani. Proprio quello della spesa per i libri poi, come fa notare il segretario provinciale del Partito Socialista Lidano Lucidi, resta un capitolo del tutto estraneo da possibili agevolazioni fiscali: “Che l’Italia sia un paese dalle mille contraddizioni non avevamo dubbi, ma alcune di queste sfiorano il ridicolo. A livello fiscale infatti è possibile detrarre la spesa per la palestra o per il veterinario mentre non è possibile detrarre o dedurre il costo dei libri dei testi scolastici di ogni ordine e grado. Si fa un gran parlare di rilancio dell’Università, di investimenti in ricerca e sviluppo, parole vuote e senza significato se pensiamo che le famiglie hanno agevolazioni fiscali per curare Fuffi o per modellare i glutei dei familiari, ma non hanno nessun beneficio fiscale nell’acquisto dei libri scolastici”. L’ALI (Associazione Librai Italiani aderente alla Confcommercio) ha lanciato una campagna di raccolta firme, nelle librerie sparse sull’intero territorio nazionale, per ottenere la detrazione fiscale delle spese in libri per l'istruzione e la formazione dei giovani e a tal proposito lo stesso Lucidi conferma: “Di fronte ai tagli che la finanziaria ha destinato alla scuola, noi socialisti appoggiamo in pieno tale iniziativa che va nella direzione giusta a nostro modo di vedere. Tende a rendere l’istruzione meno onerosa in modo da dare ai cittadini la possibilità di istruirsi e costruirsi un futuro migliore. La possibilità di poter detrarre dalla propria dichiarazione dei redditi il costo dei libri scolastici renderà infatti meno salato il costo dell’istruzione. Riteniamo che a tutti, indipendentemente dalle possibilità economiche, debba essere data la possibilità di studiare e di migliorarsi, sarà poi l’impegno di ognuno ci metterà che ne determinerà la sorte e non di certo le condizioni economiche di partenza. Per questo chiediamo ai cittadini, in primo luogo agli studenti ed insegnati, di appoggiare la raccolta firme dell’ALI, mentre alle forze politiche che oggi siedono i Parlamento, di considerare l’istruzione un bene fondamentale che deve essere oggetto da parte delle istituzioni di investimento continuo, altrimenti avremo sempre più un popolo dai glutei scolpiti e da un cervello atrofizzato”.  


Farmer Market contro il carovita dei prodotti alimentari

11 agosto 2008 > Lidano Lucidi

Secondo l’ultime rilevazioni Istat l'indice nazionale dei prezzi al consumo relativo al mese di luglio 2008 ha raggiunto il 4,1%, un record negli ultimi tempi. A destare particolare preoccupazione sono gli alimentari. Pane, pasta, cereali fanno registrare aumenti record che stanno falcidiando l’incerto reddito delle famiglie. Su questo stato di fatto, interviene il segretario provinciale di Latina del Partito Socialista, Lidano Lucidi: “Visto che per stessa ammissione del Presidente del Consiglio l’economia è ferma e quindi occorre fare dei sacrifici (ma fino adesso cosa abbiamo fatto?), allora noi socialisti ci domandiamo cosa fare per cercare di difendere il potere d’acquisto delle famiglie. Partendo dal presupposto che le dinamiche nazionali e internazionali lasciano poco spazio d’azione agli attori locali, riteniamo che l’esperienza dei farmer market, ovvero mercati in cui i produttori possono vendere direttamente al consumatore i propri prodotti, sia un’ottima iniziativa per arginare gli effetti distruttivi dell’inflazione. A beneficiarne saranno anche gli agricoltori locali che di certo non si stanno arricchendo, i generi alimentari continuano a crescere in modo sostenuto al dettaglio mentre i prezzi all’origine delle materie prime sono in flessione o stabili. Tagliando la filiera e risparmiando sulle spese di trasporto, con benefici non solo per il portafoglio ma anche per l’ambiente, i consumatori potranno acquistare i prodotti alimentari a condizioni più vantaggiose. In questo modo si asseconda anche l’obiettivo del Piano di Sviluppo Rurale 2007/2013 che vede nella rivisitazione della filiera produttiva un suo obiettivo. Importante è anche la certezza della provenienza delle merci, in quanto molte volte si mangiano prodotti esteri spacciati per prodotti locali. Esperienze del genere si stanno moltiplicando anche con l’utilizzo dei Gruppi d’Acquisto Solidali (GAS). Auspichiamo che tutti gli attori economici pongano in essere una politica che guardi non solo al valore nominale del reddito ma anche a quello reale, due milioni di lire pari ad euro 1.032,91 avevano un valore reale diverso e questo perché il prezzo delle merci era più basso. I socialisti difendono il potere d’acquisto delle famiglie per questo riteniamo importante che esperienze come i farmer market, come i Gas vengano incentivate in quanto validi strumenti contro il carovita”.


Il turismo è una leva per il rilancio economico locale

2 agosto 2008 > Lidano Lucidi

La situazione economica della provincia di Latina continua a stallare in una situazione critica per cui pare difficile trovare una leva di risollevamento. Tale analisi, condivisa trasversalmente dalle forze politiche del territorio, viene approfondita dal segretario provinciale del Partito Socialista, Lidano Lucidi che osserva: “L’acuirsi della crisi ci spinge a domandarci come può la nostra provincia uscire da questo stato comatoso. Di fronte ad un mondo globalizzato molto non dipende da noi, però è anche giusto che gli attori locali ci mettano del proprio, così vogliamo porre l’accento sul settore turistico che potrebbe rappresentare un volano  per lo sviluppo del territorio. Per far ciò però occorre uscire da una pigrizia mentale tutta italiana che parte dal presupposto che siccome siamo il paese più bello del mondo, in automatico molti turisti verranno da noi. Non è più così, prima lo capiamo e meglio è. È cambiato il mondo e con esso il turismo. Per quanto concerne il nostro territorio ci vuole una programmazione integrata che vada dal mare alla montagna, dal Parco Nazionale del Circeo ai siti archeologici presenti sul territorio, passando per i circuiti enogastronomici. In ogni struttura ricettiva, in ogni sagra, in ogni stazione ferroviaria, dovrebbe essere presente una guida provinciale degli eventi, l’elenco delle guide turistiche in modo che i turisti abbiano la possibilità di conoscere quanti più luoghi possibile. Puntare sull’afflusso di  turisti extraregionali e stranieri è necessario, ma per ottenere ciò si abbisogna di un piano di promozione turistico che varchi i confini regionali”. Da un’indagine condotta dal Centro Studi sul Turismo della Camera di Commercio durante la manifestazione Bit Milano 2007 ben il 75,4% del campione intervistato ha risposto di conoscere poco o per niente la provincia di Latina. Proprio per questo, ancora Lucidi sottolinea: “Far conoscere il nostro territorio, la nostra storia è una priorità assoluta, e in questo possiamo sfruttare anche le nostre caratteristiche territoriali. Siamo un set a cielo aperto e abbiamo Cinecittà a due passi, perché non promuovere il nostro territorio come set cinematografico? Avremo una pubblicità  perenne sia nazionale che internazionale oltre ad un notevole indotto. Dobbiamo porre in essere una politica economica aggressiva e non di rimessa, i turisti devono essere cercati uno ad uno. Per rilanciare il comparto turistico è opportuno anche sfruttare al meglio la nuova stagione dei fondi strutturali 2007-2013 e lo stesso Piano di Sviluppo Rurale. Quello che bisogna evitare è un’azione confusa e scoordinata.  Nel contempo anche il sistema formazione deve fare la sua parte, e l’università e gli enti di formazione devono essere messi al centro di un’azione formativa di alto livello”.


Enzo Ricci riflette sulla situazione politica setina

27 luglio 2008  

La cronaca della politica locale francamente, offre uno scenario desolante. E’ veramente così o qualcuno ha interesse che vada così? Questa la riflessione di Enzo Ricci e di tutta le segreteria del PS Sezze. Proprio Ricci specifica: “A noi risulta che l’amministrazione Campoli, in attuazione del suo programma elettorale, ha in cantiere temi determinanti al progresso socio-economico dell’intera città. 1) La realizzazione di un nuovo impianto di depurazione finanziato per quattro milioni di euro su poco più di cinque milioni occorrenti dalla Regione Lazio.  Se solo pensiamo che se avesse vinto il centrodestra avrebbe potenziato quello esistente, con le sole risorse del bilancio comunale, con un danno irreparabile per la popolosissima zona dei Casali, senza peraltro risolvere il problema per l’intera cittadinanza. 2) La realizzazione di un ECO-CENTRO, vale a dire un centro di raccolta di rifiuti per un primo differenziato anche questo finanziato dalla Regione Lazio. Questo impianto porterà occupazione, almeno altre venti unità lavorative, e risparmio sulle bollette dei cittadini. 3) L’approvazione del piano territoriale paesaggistico, con le osservazioni presentate dal Comune e da privati cittadini,il quale permetterà di togliere molti di quei vincoli che inutilmente ma inesorabilmente ad oggi hanno limitato lo sviluppo di intere zone del nostro territorio. 4) E, finalmente, un nuovo Piano Regolatore ormai in dirittura di arrivo, almeno, rispetto agli indirizzi di sviluppo dell’intero territorio per i futuri trenta anni”. Dunque, chi vuole far pensare che questa è un’amministrazione che se ne sta con le mani in mano è un tendenzioso e bugiardo. Chi, invece, volesse che gli obiettivi si realizzassero in tempi più brevi, merita tutta la nostra considerazione di Socialisti e di amministratori, visto che l’assessore socialista Maurizi è impegnato in prima linea con la delega all’Ambiente e all’Urbanistica. I Socialisti ritengono dunque che sia ora, finalmente, di aprire un dialogo a tutto campo con la minoranza in amministrazione. Gli interessi in campo sono e dovranno essere talmente oggettivi, che tutti dovranno concorrere a produrre proposte e soluzioni sulle opere citate e su tante altre in programma ( la riqualificazione dei quartieri e del centro storico, la video sorveglianza dei punti nevralgici del paese, il recupero del patrimonio comunale, l’abbattimento dei livelli e degli usi civici che tanto condizionano lo sviluppo del patrimonio di moltissimi cittadini, ecc…). Conclude dunque Ricci: “Sezze merita che  Campoli sia supportato da una giunta di maggiore qualità tanto da meritare un’autonomia d’intervento tale da lasciare al Sindaco il ruolo di coordinamento e di rappresentanza; da un gruppo consigliare più tonico e coeso, che gli consenta maggiore e migliore tempestività sulle scelte da fare. Solo così sarà possibile affrontare i grandi temi del paese, aprendosi al dialogo con una minoranza che dovrà dimostrare altrettanta disponibilità, perché è sui risultati ottenuti che si misurerà il consenso della gente. Una minoranza guidata  da un gruppo importante che un po’ rappresenta una parte di storia recente della politica di questo paese, magari espressa in un fronte diverso da quello attuale. E’ importante, invece, mettere da parte i livori e i risentimenti e lavorare esclusivamente a servizio della collettività. Tutti per Sezze, dunque, perchè i meriti li prenderà tanto chi farà che chi avrà permesso di fare. E’ vero che la visibilità delle forze politiche porta inesorabilmente a rappresentare un partito sugli altri; ma è altrettanto vero che il corpo elettorale è tutt’altro che stupido e ha saputo e saprà misurare tutte le azioni che si vorranno sviluppare”.


No della Regione alla centrale Turbogas a Mazzocchio

20 luglio 2008  

La Regione Lazio ha espresso giudizio contrario alla costruzione di una centrale Turbogas a Mazzocchio. A commentare con favore la presa di posizione dell’ente, è il segretario provinciale del Partito Socialista, Lidano Lucidi che già nei giorni scorsi aveva sostenuto una tale posizione: “Esprimiamo soddisfazione per la decisione della Regione. È un dato estremamente positivo, anche se bisogna sempre stare attenti e vigili, e noi socialisti lo saremo. Rimangono infatti in piedi altre questioni dirompenti per il nostro territorio, la turbogas di Aprilia, il termovalorizzatore, la centrale nucleare. Questa vicenda, pone con forza un dato imbarazzante che deve far riflettere, la mancanza di una seppur minima programmazione degli interventi. Governo centrale, Regione Lazio, Provincia di Latina, singoli comuni, sembrano enti a se stanti. Bisogna lavorare di concerto e non da separati in casa”. Ribadisce infatti lo stesso Lucidi: “Si rischia la concentrazione in pochissimi chilometri quadrati di una serie di centrali che possono soddisfare una buona parte della domanda energetica nazionale. Perché tutto ciò in provincia di Latina? E se sacrificio deve essere, quali sono i sacrifici delle altre province italiane? E i benefici dei cittadini? Non pagheremo più la bolletta della corrente? Non pagheremo più lo smaltimento dei rifiuti? Domande legittime cui non segue una risposta. Vogliamo inoltre mettere in risalto come questi interventi mal si conciliano con la presenza di un parco nazionale, di uno splendido mare, dei Monti Lepini, o ancora di un distretto agro alimentare. Una contraddizione in termini. Così facendo si rischia di bruciare tempo e risorse, perché mentre da un lato partono i bandi per il piano di sviluppo rurale, dall’altro si propone l’esproprio di terre agricole per costruire queste centrali, il caso Mazzocchio è emblematico in tal senso. Auspichiamo un confronto serrato tra istituzioni su quello che dovrà essere questa provincia che ha tanti problemi, e di certo questo modus operandi non aiuterà a farla uscire da una crisi che assume giorno per giorno caratteri sempre più preoccupanti”.



Sezze per un commercio equo e solidale

18 luglio 2008

Negli anni passati il commercio equo e solidale è stato utilizzato per cercare di sollevare le condizioni di villaggi ubicati nei paesi sottosviluppati. Con le dovute proporzioni anche la situazione dell’Italia in questo periodo non appare rosea ed è per questo che Lidano Lucidi individua proprio nel commercio equo e solidale una possibile soluzione: “Ad oggi credo che questo stesso strumento possa essere utilizzato su scala generale per cercare di risollevare il destino dell’imprese agricole del territorio. Gli ultimi sviluppi legislativi ci consegnano due strumenti che possono essere impiegati allo scopo: i gruppi di acquisto solidali (G.A.S.) e i farmer market. Se utilizzati in simbiosi e in modo sistemico, questi strumenti hanno la capacità di dirottare risorse finanziarie verso le aziende agricole nostrane che si trovano a fronteggiare uno stato di crisi di cui al momento non si vede una semplice via d’uscita. La concorrenza spietata e spesso sleale di alcuni paesi, l’aumento del prezzo dei concimi e del carburante ed altro ancora, hanno inchiodato molte aziende. Dato questo contesto, al fine di aiutare i nostri produttori, si possono dirottare i consumi verso le produzioni dell’aziende del luogo, utilizzando i gruppi d’acquisto solidali, che sono associazioni formate da consumatori create per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari per poi distribuirli tra le proprie famiglie”. Continua lo stesso Lucidi: “I Gas possono essere anche utilizzati per altri acquisti come per esempio il latte artificiale, pensiamo a quanto una famiglia deve spendere per l’allattamento dei figli, un salasso. E poi ci si lamenta che non si procrea più. In secondo luogo occorre incentivare un utilizzo più intensivo dei farmer market su ampia scala, e Sezze, può diventare punto di riferimento comprensoriale. I farmer market sono dei mercati in cui i produttori possono vendere direttamente al consumatore i propri prodotti. Tagliando la filiera si ha il doppio beneficio di risparmiare sulle spese di trasporto e di vendere ad un prezzo maggiorato rispetto ai mercati generali. Nello stesso tempo ad avvantaggiarsene saranno anche i consumatori, che disporranno della facoltà di acquistare merce a un prezzo di mercato più basso. Da ultimo, ma non meno importante, è la certezza della provenienza delle merci, in quanto molte volte si mangiano prodotti esteri spacciati per prodotti locali”.


La candidatura di Fazzone a presidente della Regione Lazio

15 luglio 2008

La presa di posizione di molti esponenti del Pdl/Forza Italia sulla candidatura a presidente della Regione Lazio del Senatore Fazzone, s’inquadra in un problema complessivo di rappresentanza della Provincia di Latina. Questa la presa di posizione del segretario provinciale del Partito Socialista Lidano Lucidi che spiega: “Indipendentemente dai colori politici, il territorio pontino è considerato al più una mera appendice di Roma. Scelte calate dall’alto, investimenti che non arrivano mai, una ripartizione delle risorse che vedono Roma città e Roma provincia sempre nella parte del leone. A rimetterci sono proprio le altre province e in particolar modo quella di Latina. Le vicende energetiche di questi giorni, la scelta dei candidati alla Camera e al Senato, un sistema elettorale per l’elezione dei rappresentanti regionali che favorisce Roma in modo sproporzionato, fanno da tappo alla politica territoriale.” Il Partito Socialista ritiene che questa problematica vada affrontata mettendo al centro  il rilancio della politica provinciale rispetto a quella romana e lo stesso Lucidi continua: “La questione è di fondamentale importanza, una provincia stretta e lunga è oggettivamente difficile da governare anche perchè molti si sentono lontani da Latina intesa come istituzione figuriamoci da Roma. Il tutto è ancora più urgente data la crisi economica che ha aspetti dirompenti sul tessuto sociale”.

Il Partito Socialista riflette sullo stato delle cose, visto anche i progetti di Roma città metropolitana, oppure ancora dei progetti governativi sul federalismo. “Sappiamo però che è un tema che tocca tutti e non un partito grande o piccolo che sia - conclude il segretario provinciale - per questo sarebbe opportuno in alcuni casi abbandonare gli steccati politici e guardare più all’interesse generale di questa zona. Il sistema provincia deve essere ridiscusso complessivamente attraverso un confronto serrato tra le varie forze politiche e gli altri attori sociali. Mancano le infrastrutture, l’università presenti sono sedi distaccate, e tanto altro ancora. Scontiamo ritardi cronici, e questo ci deve spingere a fare sistema. Auspichiamo che in vista dell’elezioni provinciali, e soprattutto regionali, che tutti tengano a mente gli errori commessi in passato”.


PSI Sezze contro la Turbogas

10 luglio 2008

Il Partito Socialista di Sezze esprime tutto il suo dissenso sulla nascita della centrale turbogas di Pontinia che interessa anche il territorio di Sezze, cui alcuni cittadini potrebbero vedere espropriata la propria terra. La costruzione di questa centrale avrebbe conseguenze disastrose per il nostro territorio. I danni che questo impianto provocherà sono diversi, dall’utilizzo di una grande mole di acqua, già ci sono molti problemi sulla sua gestione visto che molte famiglie spesso rimangono a secco ci mancava solo la turbogas che ne utilizzerà una quantità industriale, all’impatto che potrà avere sull’agricoltura, sul turismo, sulla perdita di valore dei terreni, oltre naturalmente l’impatto ambientale. Di benefici che la collettività potrà avere come compensazione poi neanche se ne parla. Siamo contrari a queste decisioni prese dall’alto perché se è vero che la politica è fatta anche dei sì, è altrettanto vero che non può essere una politica dei sì a prescindere. L’utilizzo poi di combustibili fossili nel momento in cui il loro prezzo tende a lievitare giorno per giorno, pone anche dei seri interrogativi sui benefici che questa centrale potrà portare alle tasche dei cittadini. Il Ministro Scaiola annuncia il ritorno al nucleare per uscire dalla dipendenza dai combustibili fossili, e a Mazzocchio invece si discute di costruire una centrale a combustile fossile. Ma ci stanno prendendo per i fondelli? Come già sottolineato dal segretario provinciale Lucidi Lidano,  in pochi chilometri quadrati potrebbe essere ubicate due centrali turbogas, una centrale nucleare, un termovalorizzatore. Il tutto rasenta il ridicolo, visto che manca anche una seppur minima programmazione.  I socialisti di Sezze, preoccupati dello stato dell’arte, porteranno fino in fondo la loro battaglia, ed appoggeranno tutte quelle iniziative tese ad evitare che questa centrale nasca.


Apertura della stagione congressuale

24 giugno 2008

La sezione del Partito Socialista di Sezze, che ha visto negli ultimi tempi una crescita partecipativa che ha reso il partito più forte e dinamico, in vista dell’imminente apertura della stagione congressuale, interviene per porre l’accento sulla propria strategia di azione. In particolare, una nota congiunta dei membri componenti del direttivo esplica: “ Proprio mentre notiamo come emerga sempre più distintamente la questione socialista (molti si definiscono socialisti e vogliono costruire il socialismo del XXI° secolo e il Pd che discute sull’adesione al partito socialista europeo e quindi sul suo essere o meno socialisti),  noi vogliamo intraprendere una linea politica che sappia sempre dare il nostro punto di vista sulle singole questioni. Consci di una stagione politica spesso avulsa alle reali esigenze dei cittadini, desideriamo avviare un cammino progettuale che sia quanto più partecipato ed attento alle problematiche del territorio. Consideriamo un errore strategico l’arroccamento su posizioni ideologiche o di potere in quanto effimere e poco consone a migliorare la vita dei cittadini.

Tante problematiche non sono state affrontate nella speranza che prima o poi una soluzione sarebbe arrivata. È un errore mettere la polvere sotto il tappeto.  Sezze ha bisogno di un’azione politica forte, di una strategia di medio e lungo periodo che sappia far uscire il paese dalle secche in cui si trova. Tanti sono i problemi sul tavolo e tanti ne nasceranno in futuro e di certo non si può navigare a vista. Noi socialisti riteniamo necessario un cambio di marcia, attraverso l’apertura di una nuova fase politica che sappia capire meglio il malcontento generale al fine di porre rimedio alle tante questioni in cui quotidianamente i setini s’imbattono.

Per quanto ci riguarda il nuovo direttivo che verrà designato a breve lavorerà per l’unità di quanti da sempre si considerano socialisti o che si riconoscono in quegli ideali, ben sapendo che tanto dobbiamo fare e soprattutto dimostrare. Non è più tempo di divisioni, di distinguo: è il tempo di unirsi dietro un progetto politico che sappia guardare esclusivamente alle esigenze collettive. Il Partito Socialista non è un partito solo dei tesserati. Al contrario, i socialisti pensano e metteranno in campo un partito aperto al confronto con le altre forze politiche e sociali, pensando anche ad un laboratorio da riempire di contenuti in cui possano trovare spazio quanti vogliano spezzare l’immobilismo politico regnante.”


Lidano Lucidi designato Segretario comunale del PS

25 marzo 2008  

Continua in maniera concreta il processo di rinnovamento e rafforzamento in seno al PS. Chiara testimonianza di questo è che nei giorni scorsi il Partito Socialista di Sezze ha preso importanti decisioni per continuare l’opera intrapresa per la costruzione nel territorio di un partito del socialismo europeo. Conclusa la fase del tesseramento, con notevolissimo successo e riscontro numerico, gli iscritti hanno deciso all’unanimità di designare alla carica di segretario cittadino Lidano Lucidi che commenta così la nomina. “Questo attestato di stima e fiducia nei miei confronti mi inorgoglisce considerato soprattutto il delicatissimo momento che stiamo vivendo. La grave crisi in cui versano le famiglie, la disoccupazione imperante in particolare sul nostro territorio, pongono la politica di fronte alle proprie responsabilità. La scomposizione e ricomposizione del quadro politico porta in dote molte incognite ed una sola certezza: per costruire un partito veramente moderno che sappia dare risposte alle reali esigenze dei cittadini non occorre guardare il proprio ombelico. Il processo costituente del PS non solo ha visto la ricomposizione della diaspora socialista, in particolare Sdi e Nuovo Psi, ma anche l’apporto significativo di una parte di ex Ds come Angius con il suo movimento Democrazia e Socialismo, o ancora l’Associazione per La Rosa nel Pugno di Turci, oltre numerose altre componenti. Questa unione di forze fa si che il Partito Socialista possa essere costruito su nuovi basi e con rinnovato vigore. Su queste premesse considero fondamentale la nascita nell’alveo socialista, del movimento giovanile Zapatero ahora in onore del leader socialista spagnolo tanto apprezzato dalle giovani generazioni e non. I ragazzi, tesserati e non, hanno la fiducia totale del partito tutto, e già hanno sviluppato moltissimi progetti che verranno messi in essere nei mesi a seguire. Lo stesso Lucidi sottolinea come tra gli intenti primari del Partito Socialista ci sia quello di essere l’espressione della gente: “È opportuno riannodare quel filo diretto tra politica e cittadini, cercando di capire fino in fondo le mutevoli condizioni sociali ed economiche. Quello che desideriamo realizzare non è un partito di nicchia ma un sodalizio agganciato al Partito Socialista Europeo e al suo programma di Oporto che vede nella lotta alla disoccupazione e nell’affermazione del principio della laicità dello Stato e dei diritti civili pietre angolari dell’azione politica. Vogliamo porre in essere un partito che si nutre partecipazione e scambio di idee senza pregiudiziali.  Guidare questo processo più che un onere è un onore.”


Cambiare il sistema di nomina degli scrutatori

La proposta di Antonio Cicciarelli e Donatella Tomei

4 marzo 2008  

Il meccanismo per la nomina degli scrutatori elettorali non sembra attualmente seguire una logica valida e a farlo notare è il Partito Socialista di Sezze che oltre al suo disappunto propone un metodo alternativo, volto a favorire le persone che si trovano in difficoltà economica, nell’ottica tipizzante del pensiero socialista che tende sempre  a favorire e ricercare iniziative di soccorso sociale. Il sistema con cui vengono scelti gli scrutatori è uno degli aspetti che senza dubbio oggi manifesta il malcostume politico italiano riguardo la legge elettorale come specifica l’esponente del PS Sezze, Antonio Cicciarelli: “Secondo l’articolo 9 della legge 270/2005 gli scrutatori vengono selezionati dalla Commissione Elettorale scegliendoli tra i nominativi compresi nell’albo degli scrutatori in numero pari a quello occorrente. Questo metodo, provocando di fatto una mercificazione del ruolo degli scrutatori, lede quel minimo di moralità che la politica ancora forse detiene, in quanto nei fatti si assiste ad una spartizione dei posti a tavolino. In questo modo si lede il precetto fondamentale di moralità e correttezza che deve improntare sempre due fasi della politica, quella formativa delle idee e quella operativa, affinché il pragmatismo della politica non si confonda con l’opportunismo politico. Se cambiamento deve essere, allora che non sia solo cambiamento di facciata.”. A rendere noti i margini della proposta è invece Donatella Tomei: “Come Partito Socialista, proponiamo un sistema alternativo di nomina degli scrutatori. La nostra proposta parte anche dalla constatazione della gravissima crisi finanziaria che stiamo vivendo. Si è innescato un meccanismo che vede il ceto medio sempre più povero, e i poveri sempre più poveri. Data questa innegabile realtà, proponiamo che si crei un’apposita sezione nell’albo degli scrutatori in cui troveranno iscritti i disoccupati, i cassaintegrati, i lavoratori in mobilità, i lavoratori precari, insomma chiunque soffra un disagio economico. Nella sostanza, visto che la legge prevede la chiamata nominale, troviamo giusto che vengano individuate quelle persone che hanno difficoltà economiche. In prima istanza, e con sorteggio pubblico, gli scrutatori dovrebbero essere scelti tra queste persone e solo se insufficienti a ricoprire i ruoli da assegnare, attingere anche alla sezione ordinaria. Come Partito Socialista pensiamo che ogni singolo ente pubblico deve favorire una più equa redistribuzione della ricchezza e in ogni modo la crescita economica dei meno abbienti. Siamo convinti sostenitori di questo metodo sia perché troviamo vergognoso l’attuale sistema di selezione, sia perché riteniamo giusto che a guadagnare siano le persone che hanno difficoltà economiche e non chi non ha di questi problemi.”. Questa stessa proposta, partita dalla sezione di Sezze, è stata avanzata a tutti i livelli politici, locali e nazionali, ai circoli socialisti, ed trovando immediatamente consensi e adesioni.


Iniziativa per finanziamenti ai giovani

21 febbraio 2008  

Ancora una concreta iniziativa per il Partito Socialista di Sezze che nei giorni scorsi ha inviato una lettera alle banche presenti sul territorio e all’Assessore per le politiche giovanili, con la richiesta di impegnarsi a dare la massima diffusione della presenza di fondi agevolati per i giovani studenti. A spiegare il progetto è Lidano Lucidi: “Con l’iniziativa denominata Diamogli Credito, i giovani potranno presentare domanda a una banca convenzionata e ottenere un prestito fino a 6.000 euro senza bisogno di una busta paga né della firma dei genitori o di un garante. I beneficiari delle iniziative sono gli studenti universitari o post-universitari con età compresa tra i 18 e i 35 anni, che corrispondano a determinati requisiti di merito. Le risorse stanziate possono essere impiegate per pagare le tasse universitarie, partecipare al programma Erasmus, iscriversi a un master post-universitario, acquistare un computer portatile con connessione wi-fi, pagare le spese connesse alla locazione per i fuori sede, e a Sezze ci sono moltissimi studenti che vivono fuori. Come Partito Socialista siamo convinti che in Italia basterebbe introdurre il concetto della meritocrazia per poter cambiare le cose, e questa iniziativa va nella giusta direzione in quanto molti ragazzi hanno talento ma limitate possibilità economiche, vuoi perché disoccupati, precari o di famiglia poco abbiente. L’istruzione è un diritto costituzionalmente riconosciuto, e troviamo inaccettabile l’eccessiva onerosità delle tasse scolastiche, dei libri, degli affitti per gli studenti. La scuola non può essere dei ricchi. Il nostro appello è che gli enti preposti diano adeguato risalto all’iniziativa anche perché il fondo diverrà operativo entro febbraio e le risorse sono limitate. Abbiamo sollecitato anche le banche, qualora ancora non l’avessero fatto, a porre in essere quanto previsto dal Protocollo d’Intesa del 19.12.2007 tra l’Abi e il Governo. Anche noi come partito Socialista ci impegneremo a dare la massima diffusione, anche per evitare che i sezzesi pagano le tasse e poi i finanziamenti li prendono gli altri”.


Partito Socialista Italiano, un secolo di storia d'Italia

5 gennaio 2008 

Le origini del movimento socialista in Italia
In Italia la crescita del movimento operaio si delinea sulla fine del XIX secolo. Le prime organizzazioni di lavoratori sono le società di mutuo soccorso e le cooperative di tradizione mazziniana e a fine solidaristico. La presenza in Italia di Bakunin dal 1864 al 1867 dà impulso all'anarchismo. L'episodio anarchico di propaganda più noto è quello del 1877 (un gruppo di anarchici tentò di far sollevare i contadini del Matese). La strategia insurrezionale fallisce mentre riscuote molto successo il partito Socialdemocratico nelle elezioni del 1877. I primi a sostenere la necessità di incanalare le energie rivoluzionarie in un'organizzazione partitica sono Bignami e Gnocchi-Viani con la rivista " La Plebe" al quale poi si affiancano le "Lettere aperte agli amici di Romagna", dove si denuncia il carattere settario del movimento anarchico e l'astensionismo elettorale. Nel 1881 Andrea Costa organizza il Partito Socialista Rivoluzionario di Romagna, che sosteneva, fra l'altro, le lotte dei lavoratori, l'agitazione per riforme economiche e politiche, la partecipazione alle elezioni amministrative e politiche. Il partito di Costa incontra grandi difficoltà anche se riesce ad essere eletto alla Camera come primo deputato socialista. Alle elezioni del 1882 si presenta il Partito Operaio Italiano ma senza successo. Frattanto il movimento operaio si organizza in forme più complesse: Federazioni di mestiere, Camere di lavoro, etc. Le Camere di Lavoro si trasformano in organizzazioni autonome e divengono il punto di aggregazione a livello cittadino di tutti i lavoratori.

Il Partito dalla nascita all'avvento della Repubblica


1892: fondazione del partito
Su queste basi nel 1892 nasce a Genova il Partito dei Lavoratori Italiani che fonda in sé l'esperienza del Partito Operaio Italiano nato nel 1882 a Milano, la Lega Socialista Milanese - d'ispirazione riformista, fondata nel 1889 per iniziativa di Turati - e molte leghe e movimenti italiani che si rifanno al socialismo di ispirazione marxista. Tra i promotori della formazione del PSI ci sono Filippo Turati, Claudio Treves, Leonida Bissolati, Ghisleri, Ferri, tutti provenienti dall'esperienza del Positivismo. Turati è erede del radicalismo democratico; nel 1885 si era unito con la rivoluzionaria Anna Kuliscioff; conosce le opere di Marx ed Engels, fu attratto dalla socialdemocrazia tedesca e dalle associazioni operaie lombarde. Turati considera il Socialismo non dal punto di vista insurrezionale, ma come un'ideale da calare nelle specifiche situazioni storiche. È nel 1893 che il Partito Socialista si dà un'autonomia e un nome ufficiale (Congresso di Reggio Emilia). Nell'ottobre del 1894 il partito venne sciolto per decreto a causa della repressione crispina. In contrapposizione alla repressione vi fu un'alleanza democratico-socialista alle elezioni del 1895.

1912: la scissione del PSRI di Bissolati
Il congresso straordinario, convocato a Reggio Emilia, inasprisce le divisioni che attraversano il Partito riguardo all'impresa di Libia. Trionfa la corrente massimalista di Benito Mussolini e si sancisce l'espulsione di una delle aree riformiste, capeggiata da Bonomi e Bissolati. Quest'ultimo, nel 1911 si era recato al Quirinale per le consultazioni susseguenti la crisi del Governo Luzzatti, causando il malcontento del resto del partito, compreso quello di Turati, esponente di spicco dell'altra corrente riformista. Bissolati e i suoi danno vita al Partito Socialista Riformista Italiano (PSRI).

1914: la crisi dell'interventismo
Allo scoppio della Prima guerra mondiale il partito sviluppò un forte impegno per la neutralità dell'Italia, ma con forti spaccature al suo interno che troveranno un punto di mediazione nella formula "né aderire né sabotare" di Costantino Lazzari.
A partire dagli anni venti, con l'emergere del Partito Nazionale Fascista, le diverse anime del movimento socialista si mossero separatamente dando vita a tre differenti partiti.


La scissione dei comunisti (1921), quella riformista (1922) e la clandestinità
Nel 1921 si tiene a Livorno il XVII congresso del partito. Dopo giorni di dibattito serrato, i massimalisti unitari di Serrati raccolgono 89.028 voti, i comunisti puri 58.783, e i riformisti concentrazionisti 14.695. I comunisti di Bordiga e Gramsci escono dal congresso e fondano il Partito Comunista d'Italia, con lo scopo di aderire ai 14 punti dell'Internazionale. Lenin, infatti, aveva invitato il PSI a conformarsi ai dettami e ad espellere la corrente riformista di Turati, Treves e Prampolini, ricevendo il diniego da parte di Giacinto Menotti Serrati che non intendeva affatto rompere con alcune delle voci più autorevoli (sia pur minoritarie) del partito.

Nell'estate del 1922 Filippo Turati, senza rispettare la disciplina del partito, si reca da Vittorio Emanuele III per le rituali consultazioni per risolvere la crisi di governo. Tuttavia non fu possibile raggiungere un accordo con Giolitti, ed il re diede l'incarico a Facta. Per aver violato il divieto di collaborazione con i partiti borghesi, la corrente riformista viene espulsa, ad ottobre, nei giorni che precedono la Marcia su Roma di Benito Mussolini. Turati e i suoi danno vita al Partito Socialista Unitario, il cui segretario, Giacomo Matteotti, sarà rapito ed ucciso dai fascisti il 10 giugno 1924. Tra il 1925 e il 1926 Mussolini vieta i partiti e costringe all'esilio o al confino i socialisti. È proprio durante l'esilio che, nel 1930, in Francia, avviene la riunificazione tra i riformisti di Turati ed i massimalisti, guidati dal giovane Pietro Nenni.

La rinascita (1943); tra la Resistenza e la Repubblica
Il 22 agosto 1943 nasce a Roma il Partito Socialista di Unità Proletaria (PSIUP) che raggruppa una parte consistente di personalità influenti della sinistra italiana antifascista, come il futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini, lo scrittore Ignazio Silone e l'intellettuale Lelio Basso. A diventare segretario del partito è il romagnolo Pietro Nenni.
Il PSIUP durante la Resistenza partecipa attivamente al Comitato di Liberazione Nazionale e si avvicina in particolare al Partito Comunista Italiano, con una politica di unità d'azione volta a modificare le istituzioni in senso socialista. Questa politica, osteggiata dalla destra del partito guidata da Giuseppe Saragat, è in buona parte legata alla preoccupazione che divisioni interne alla classe operaia possano favorire l'ascesa di movimenti di destra autoritaria, come era avvenuto nel primo dopoguerra con il fascismo.


In occasione del referendum istituzionale del 2 giugno del 1946, il PSIUP è uno dei partiti più impegnati sul fronte repubblicano, al punto da venire identificato come "il partito della Repubblica".

Dalla Costituente al centro-sinistra


La scissione socialdemocratica
Il 10 gennaio 1947 il PSIUP riprende la denominazione di Partito Socialista Italiano (PSI). Il cambio di nome avviene nel contesto della scissione della corrente socialdemocratica guidata da Giuseppe Saragat (scissione di palazzo Barberini), il quale darà vita al Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI), e marcherà una profonda distanza dai comunisti (ormai definitivamente agganciati allo stalinismo sovietico). Il PSI invece, proseguirà sulla strada delle intese con il PCI, e con quest'ultimo deciderà anche di fare un fronte comune, il Fronte Democratico Popolare, in vista delle elezioni dell'aprile 1948. Questa posizione "unitaria" dei due partiti della sinistra italiana, l'anno successivo farà però perdere la corrente della nuova destra del partito socialista, capeggiata da Giuseppe Romita, che nel dicembre 1949 si unirà a una parte dei socialisti democratici usciti dal PSLI -perché in polemica con il suo eccessivo "centrismo"- dando vita a un nuovo partito che prenderà il nome di Partito Socialista Unitario (PSU).

Nel maggio 1951 Il PSLI e il PSU si fonderanno nel Partito Socialista - Sezione Italiana dell'Internazionale Socialista (PS-SIIS), che nel gennaio 1952 diventerà Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI).
Dopo la sconfitta elettorale del 1948, la lista del Fronte Democratico Popolare non verrà più riproposta, ma il PSI resta alleato col PCI, all'opposizione, per ancora molti anni, ed insieme conducono la battaglia contro la c.d. legge truffa.

I primi governi di centro-sinistra: il "centro-sinistra organico" [modifica]
Una svolta importante nella storia del PSI è costituita dal Congresso di Venezia del 1957, quando, in seguito anche all'invasione sovietica dell'Ungheria, che porta ad una rottura col PCI, il partito comincia a guardare favorevolmente all'alleanza con i moderati della Democrazia Cristiana: si rafforza il nesso socialismo-democrazia e il PSI abbandona i legami con il blocco sovietico.

Il PSI condurrà comunque una forte battaglia al fianco del PCI contro il Governo Tambroni

Nel 1963 il PSI entra definitivamente al Governo, con l'esecutivo guidato da Aldo Moro. Con questo, però, il Partito viene segnato da una nuova spaccatura: la corrente di sinistra esce dal partito e nel gennaio del 1964 dà vita a un nuovo Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP).

La breve esperienza del PSI-PSDI Unificati
Il 30 ottobre 1966 il PSI e il PSDI, dopo alcuni anni di comune presenza all'interno dei governi di centro-sinistra, si riunificano nel PSI-PSDI Unificati.

Ma l'unità dura meno di due anni. La componente socialista del PSI-PSDI Unificati il 28 ottobre 1968 riprenderà la denominazione di Partito Socialista Italiano (PSI), mentre la componente socialdemocratica nel luglio 1969 prenderà il nome di Partito Socialista Unitario (PSU), che nel febbraio 1971 ridiventerà Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI).

Tutti questi passaggi e queste scissioni danno un'idea del travaglio politico del PSI di quegli anni, periodo nel quale convivono nel Partito due anime: una tendente a una maggiore coesione con il PCI su ideali che si ispirano a Karl Marx e un'altra tendente a perseguire una politica di riforme progressive che non mettano in discussione l'assetto sostanziale del sistema. All'epoca tra le fila socialiste la posizione largamente maggioritaria era quella della sinistra, tendente ad intensificare i legami con i comunisti, mentre i cosiddetti "autonomisti", sostenitori delle riforme progressive (e quindi più vicini ad un'idea di tipo socialdemocratico), si trovavano in minoranza.

PARTITO SOCIALISTA