Ufficio
Stampa Partito Socialista Sezze
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4
marzo 2012
Proposte Agorà
Niente
Cultura, niente Sviluppo
La
dittatura dell'incuria
9
febbraio 2012
Un marchio che una grande città come Sezze merita
comunicato
stampa
A
Sezze si fa sempre un gran parlare di prodotti tipici, di storia
e cultura. Tutti concetti validi il quanto Sezze ben si presta
ad un progetto di ampio respiro che ne vada ad esaltare la sua
storia millenaria, le tradizioni, il turismo e quindi la
crescita economica del paese. Nello scrivere questa breve
introduzione stiamo pensando alla creazione di un marchio
locale che vada ad abbracciare tutta la filiera produttiva,
dall’agricoltura alla cucina. Le potenzialità di Sezze non
sono solo i prodotti tipici locali, ma anche il modo in cui
vengono cucinati. Un buon carciofo, o una buona farina non fanno
un buon piatto se non li sai cucinare. Ecco a Sezze sappiamo
anche cucinare, e lo sappiamo fare molto bene. Allora perché
non farne un punto di forza? L’idea consiste nel fare un’associazione di produttori di prodotti
tipici di Sezze, che
come scopo si propongano di ritrovare, riscoprire tutte le
ricette tipiche. Il lavoro di ricerca deve interessare tutto il
paese: gli anziani, le scuole, l’associazioni, i singoli
cittadini, insomma il cuore pulsante del nostro sistema sociale.
Per
ciascuna ricetta dovrà essere individuata una preparazione
standard, basata su ricerche storiche e gustative condivise da
tutti gli appartenenti. Si potrebbe utilizzare come marchio la
semplice locuzione "Alla
Sezzese" da affiancare poi successivamente alle diverse
ricette riscoperte e standardizzare (Zuppa di Pane Alla Sezzese,
Crostatine di Visciole Alla Sezzese, Carciofi Alla Sezzese
etc.). Ben inteso, questo marchio non ha un riconoscimento
europeo tipo il DOP, STG o IGT, ma ha sempre una valenza di
marketing su cui investire risorse ed energie perché è una
scommessa che i setini fanno sulla loro storia, sulle tradizioni
e sui prodotti locali in modo da creare un sistema di
valorizzazione della nostra cucina. Il marchio andrebbe promosso
sia in un contesto locale che su contenitori giornalistici web o
associazionistici, potenzialmente fruibili da appassionati di
cucina locale a diffusione più ampia, pensiamo a Roma per
esempio. Avendo un
marchio e puntando su di esso si va a caratterizzare il paese
rispetto agli altri per il turismo enogastronomico.
I
singoli esercenti associati, esporrebbero il marchio elaborato
al di fuori del proprio esercizio durante tutto l'anno
attestandosi come ristoranti
tipici. Standardizzato il metodo di produzione si andranno a
creare anche accordi con piccoli produttori che forniscano le
materie prime ai ristoratori, aumentando gli effetti positivi e
le ricadute del progetto sull'indotto comunale.
Tornando
al marchio, più viene pubblicizzato, più successo avrà la
cucina “Alla Sezzese”, più materie prime serviranno e
quindi aumenterà la richiesta di prodotti della nostra terra.
Non si punta quindi alla produzione di massa ma ad una
produzione di nicchia e di qualità.
I
prodotti cotti possono poi essere venduti anche in altri paesi
con il marchio “Alla Sezzese”, quindi i consumatori potranno
gustare la nostra cucina anche nelle loro città. È intuitivo
che questa produzione potrebbe aprire nuovi sbocchi per i
produttori locali.
Lucidi Lidano – Partito Socialista Italiano, Progetto Agorà
10
gennaio 2012
Anche a Sezze il quoziente familiare e una politica a favore delle
giovani coppie
comunicato
stampa
L’elezioni
sono alle porte e cadono in un periodo di forte incertezza e
crisi. Riteniamo doveroso quindi esprimere un altro punto
programmatico che vorremmo sottoporre al giudizio elettorale: il
quoziente familiare applicato a livello comunale. Come si sa
questo quoziente fa molto discutere a livello nazionale ma può
essere applicato, per quanto di competenza, anche a livello
locale.
Si
tratta di rimodulare le tariffe e il prezzo dei servizi locali
secondo la dimensione della famiglia del contribuente, più
figli si hanno meno si paga. Politiche di questo tipo sono
applicate già in altri comuni, per esempio a Parma. Il
quoziente familiare determinerà una riduzione della tariffa
tanto maggiore quanti più saranno i componenti della famiglia e
i carichi assistenziali che essa assorbe. Seguendo la strada di
altri enti locali non si andrà a modificare la struttura
dell’ISEE, ma se ne vanno a migliorare gli effetti.
Nella
sostanza si tratta di far pagare di meno le tariffe locali a
quelle famiglie che hanno più figli, o hanno a carico persone
disabili o anziane non autosufficienti.
Noi
proponiamo inoltre che una parte di questa rimodulazione sia
legata alla presenza di bambini al primo anno d’età. Le
giovani coppie in un momento di forte crisi economica hanno
sempre più problemi a mandare avanti una famiglia soprattutto
poi quando c’è la presenza di un bambino piccolo. Pappette,
pannolini, visite mediche e tanto altro rappresentano un budget
di spesa molto elevato. Pagare di meno i servizi locali quando
hai un bambino piccolo è cosa doverosa per un ente che vuole
essere solidale con le giovani generazioni.
Con
poche migliaia di euro poi, visto il livello di natalità di
Sezze, si potrebbe sterilizzare il probabile aumento dell’Iva
sul latte artificiale, autentico salasso per quelle mamme che
non possono allattare dal seno. Riteniamo ingiusto un aumento
delle tasse sui bebè. Anche per questo sarebbe importante
favorire la creazione di un gruppo di acquisto solidale anche
per l’acquisto di latte artificiale a prezzi molto più
contenuti di quelli odierni. Sono aspetti che possono rientrare
nella competenza di un ente locale, e crediamo che il tema della
famiglia debba essere messo al centro della prossima
amministrazione comunale.
Lucidi Lidano – Partito Socialista Italiano, Progetto Agorà
10
dicembre 2011
Basta
chiedere, i cittadini attendono risposte
comunicato
stampa
La politica ora deve dare risposte senza chiedere più tasse ai cittadini e all’imprese.
L’IMU, la nuova imposta sugli immobili, che ingloba anche la vecchia ICI sulla prima casa, era prevista nella legge sul federalismo fiscale. Oggi la novità è che viene anticipata e si applica anche sulla prima casa.
La situazione è talmente complicata, la crisi di liquidità è a livelli altissimi, che ci domandiamo se il Comune vuole applicare l’aliquota standard, ridurla al minimo o aumentarla al massimo. Certo la manovra lacrime e sangue di Monti è appena agli inizi del percorso parlamentare, ma sarebbe meglio specificare da subito le direttive locali. Riteniamo infatti che per venire incontro ai cittadini l’amministrazione comunale non debba aumentare le tasse locali, anzi dovrebbe fare uno sforzo per diminuirle o quanto meno non aumentarle (vertenza Dondi, SPL e autovelox permettendo). È da quando è stata varata la legge sul federalismo fiscale che abbiamo messo in guardia la politica locale. Sezze in provincia si colloca al 29° posto in termini di redditi Irpef, siamo tra i più poveri a livello provinciale e i giovani se ne vanno perché il proprio paese non offre loro serie prospettive di vita. Ora i nodi vengono al pettine. Per avere le risorse, visto la riduzione dei trasferimenti statali, bisogna spremere ancora di più i cittadini o migliorare l’efficienza amministrativa evitando gli sprechi? Noi pensiamo che i cittadini stanno pagando troppe tasse e non si possono chiedere altri sacrifici senza dare nulla in cambio. È la politica che ora deve dare risposte, assumersi le proprie responsabilità e affrontare i problemi e non mettere la testa sotto la sabbia.
Consideriamo un grave danno non avere una zona artigianale attrezzata su cui concentrare gli investimenti. Molte aziende di Sezze si sono trasferite nei paesi limitrofi, e lì pagheranno l’IMU con un grave danno per le casse del nostro comune, soldi di cittadini setini che rimpinguano le casse di altri comuni, assurdo! Bisogna invertire questa imbarazzante situazione, questo immobilismo amministrativo, investendo su un grande progetto di rilancio economico. Se non riusciamo ad attrarre investimenti da fuori e permettiamo all’aziende del posto di andarsene per non morire asfissiate, non possiamo poi lamentarci. Anche a Sezze è arrivato il tempo delle riforme e delle scelte coraggiose. È inesorabilmente arrivato il tempo di riprogettare il paese dalle sue fondamenta.
Riteniamo inoltre una gravissima miopia non avere da più tre anni un assessore al bilancio. Ma come è possibile che in piena crisi finanziaria Sezze si conceda il lusso di non avere un assessore preposto a gestire le risorse locali?
Lucidi Lidano – Partito Socialista Italiano, Progetto Agorà
11
novembre 2011
Altro
che turismo, i tesori sono nascosti
comunicato
stampa
Rivalutare
i tesori dimenticati e nascosti dalla routine quotidiana in
paesi ricchi di storia e tradizioni, costituisce un passaggio
fondamentale nella costruzione di un patrimonio capace di creare
un motore attrattivo per un movimento turistico importante e in
grado di generare un indotto economico consistente. E’ di
questo avviso il Progetto Agorà che spiega i suoi intenti
attraverso le parole dell’Avv. Lidano Valleriani: “Prendo
spunto da un esempio setino che è quello situato di fronte alla
piccola piazza di Santa Chiara lungo Via Cavour: qui è
possibile osservare le antiche mura ciclopiche (scoperte a
seguito dei bombardamenti alleati durante la seconda guerra
mondiale) la cui area sottostante è però “aggredita” dalle
vetture che lì vengono lasciate in sosta in una sorta di
parcheggio selvaggio dove, fino a qualche anno fa, era possibile
addirittura trovare indicazioni di entrata ed uscita scritte su
cartoni posti sopra cassette di legno o di plastica”.
Nello
specifico Valleriani suggerisce: “Proviamo solo ad immaginare
quell’area sottostante le antiche mura definitivamente libera
dai parcheggi e pensiamo a quanto quel luogo potrebbe essere più
bello se chi di dovere si preoccupasse di rivalutarlo
ripulendolo dalle erbacce e dallo sporco esistente, magari
creando anche un’illuminazione adeguata che nelle ore notturne
ne esalti il valore archeologico e architettonico, fornendo a
chi osserva (cittadini e turisti) anche qualche indicazione
storica con apposita cartellonistica che illustri quest’opera
architettonica millenaria e ricordi che quel luogo è stato
scenario dei bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Proviamo
insieme solo ad immaginare la poesia del luogo così sistemato
(o con altre idee sicuramente migliori delle mie) unita alla
rivalutazione anche della piazza Santa Chiara dove si trovava la
piccola chiesa che faceva parte del Monastero delle Clarisse:
sarebbe sicuramente un intervento a favore di un bene
archeologico che ci appartiene più di una poco elegante area di
sosta delle vetture.
Ritengo
che questo, come tanti altri tesori nascosti negli angoli di
Sezze, adeguatamente rivalutati, pubblicizzati ed uniti in un
percorso storico-culturale, possano insieme rappresentare un
volano attrattivo per i turisti; in un momento come questo di
grave crisi economica, tentare anche così di incrementare il
flusso di persone che vengono a visitare il nostro paese, non può
che essere benefico per il commercio locale”.
Per
questo il Progetto Agorà ha intenzione di intraprendere uno
studio dei punti da valorizzare che daranno vita ad un quaderno
di idee per rivitalizzare l’attrattività di un paese che ha
dimenticato la sua vocazione turistica.
8
novembre 2011
Progetto
Agorà, tra le istituzioni e i giovani
comunicato
stampa
“Si
fa sempre un gran parlare delle questione giovanile, spesso solo
per riempirsi la bocca di buoni propositi ma nulla più. Il tema
a Sezze è centrale”. Così esordisce Lidano Lucidi del
Progetto Agorà - Partito Socialista Italiano, e continua:
“Tantissimi ragazzi lasciano le loro famiglie perché la
politica locale non li valorizza, non crea occasioni di lavoro.
Se poi pensiamo che il piano regolatore è vecchio di 40 anni è
anche difficile per una giovane coppia trovare casa. Ma anche i
ragazzi non possono solo lamentarsi ed aspettare Godot. Essere
giovani non è sinonimo di innovazione, è quindi l’ora
dell’olio di gomito e di misurarsi con se stessi e la società”.
A proposito del rapporto giovani istituzioni, Lucidi specifica:
“L’ente locale deve dare loro gli strumenti per crescere
perché ci sono molte persone che hanno bisogno solo di
un’opportunità per dimostrare il proprio valore”.
Dalle
parole ai fatti e dalle idee alle proposte, lo stesso
rappresentante del Progetto Agora del PSI setino continua:
“Riteniamo che un buona proposta sia quella della Comunità
Giovanile, uno strumento disciplinato a livello regionale. Essa
è un insieme di giovani aggregati stabilmente che promuovono la
crescita sociale, economica e culturale della popolazione
giovanile. Qui si possono svolgere attività sportive,
ricreative, sociali, ambientali, culturali, turistiche,
artigianali, artistiche e di formazione professionale. Aspetto
importante è che queste comunità possono essere promosse sia
dagli enti pubblici che da associazioni di ragazzi. La novità
di fondo è proprio questa: se non agisce il Comune possono
agire direttamente le nuove generazioni. Inoltre la Regione
concede finanziamenti fino a 160.000 euro che possono essere
utilizzati anche per il recupero, il riadattamento e la
sistemazione di edifici e strutture pubbliche e private da
destinarsi a sede di comunità giovanili.
Uno
spazio autogestito, svincolato da clientele, dove i giovani
possano far emergere tutte le loro potenzialità, e a Sezze ci
sono moltissimi ragazzi che hanno enormi capacità, ma che non
le vedono riconosciute e valorizzate”. Quindi la conclusione
di Lucidi: “Con una buona programmazione il progetto comunità
si può integrare con il piano regionale a favore dei giovani.
La comunità giovanile è quindi una sfida che i ragazzi
lanciano non solo all’immobilismo amministrativo di questo
paese, ma anche a se stessi, perché devono dimostrare di essere
loro stessi artefici del proprio destino e non altri”.
30
ottobre 2011
Il
fattore paura
di
Lidano Lucidi
Un
appello a puntare in ciò che riteniamo veramente giusto
In
politica sempre più spesso il fattore paura è la discriminante
decisiva per vincere l’elezioni. Alla base di questo concetto
c’è l’assunto secondo il quale si prendono voti non in base
alle proprie idee, ma perché il mio oppositore farà molti più
danni di me una volta al Governo. Data la nostra realtà locale
questa risulta essere la migliore strategia cui ricorrere. In
una società che ha una percezione della politica non proprio
lusinghiera, è molto facile che una politica concentrata contro
l’avversario risulti alla fine quella vincente.
Bastano
due o tre slogan ad effetto ed il gioco è fatto. Perché
perdere tempo ad elaborare progetti, basta accusare
l’avversario di ogni male che per inerzia aumentano le mie
quotazioni. Chi oggi governa è pronto a rinnovare le stesse
stanche promesse elettorali. Ma oggi abbiamo bisogno di questo?
La
necessità di costruire una nuova classe dirigente è un
processo ormai non più rinviabile.
Chi
oggi saprà meglio aprire il suo partito o movimento, chi meglio
saprà cogliere le dinamiche sociali, chi baserà la sua azione
programmatica non in base all’avversario bensì alle sue idee,
potrà costruire un qualcosa di buono in questo travagliato
paese.
La
paura del domani, la paura di perdere o non trovare un lavoro,
la paura di esprimere le proprie idee, stanno ingessando la
politica italiana, e non gli permettono di crescere, di
evolversi. Quanti giovani hanno paura di mettere su una
famiglia? Quanti giovani chinano il capo per paura? Tantissimi.
La paura del futuro condiziona la nostra vita, figuriamoci
l’orizzonte politico.
Abbiamo
bisogno di un sussulto d’orgoglio, abbiamo bisogno di unirci
in ciò che si crede, non in ciò dove è più conveniente stare.
Sezze
può decollare e svilupparsi notevolmente se ognuno vince la
sfida con la propria paura interna. Non è più tempo del wait
and see (aspettiamo e vediamo che succede), è tempo
dell’impegno assiduo per emergere da questa palude in cui la
politica si è impantanata da tempo. Una politica arroccata
dentro il palazzo tutta dedita a fare i conti con la
calcolatrice e poco propensa a progettare un paese nuovo, ricco
vivace culturalmente e socialmente.
Insomma
non più un paese immobile ma dinamico.
21
ottobre 2011
Spl,
quale futuro?
Direttivo
Partito Socialista - Progetto Agorà
La
segreteria del PD di Sezze, dopo aver comunicato la virtuosità
del bilancio comunale, dovrebbe
ora rispondere nello specifico su alcune questioni di
fondamentale importanza per il futuro. In primo luogo su come
intende recuperare i milioni di euro che la SPL vanta sui
crediti Tarsu verso i cittadini. Crediti talmente elevati da
poter compromettere l’esistenza stessa della società. Se sul
piano strettamente economico i ricavi a ruolo coprono i costi,
è vero pure che sul piano finanziario qualche problema c’è.
Altro dato da mettere in risalto è la gestione
dell’autovelox. Dato che il Comune è soccombente su ogni
ricorso, quante migliaia di euro deve sborsare ancora?
L’autovelox a Sezze ha fatto scuola ……in negativo. Ed ancora: come mai dopo quasi tre anni manca l’assessore
al bilancio? E come intende rispondere al federalismo fiscale
visto che a livello provinciale siamo tra gli ultimi posti in
termini di ricchezza? Sulla questione Dondi sicuramente si aprirà
un contenzioso. Visto
che nel verbale della Conferenza dei Capigruppo del 18/07/2011
il Sindaco affermava che Acqualatina si sarebbe fatta carico,
pagandoli, di tutti i danni derivanti dalla risoluzione del
contratto, e considerato che invece ora si nega di voler entrare
in Acqualatina, allora chi pagherà gli eventuali danni?
Sono
state accantonate prudenzialmente delle risorse?
22
settembre 2011
Figli
di un immobilismo pauroso
di
Lidano Lucidi
Crisi
del sistema politico, crisi del sistema economico, crisi dei
consumi, crisi di stato; insomma crisi. Dovunque ci
giriamo non sentiamo parlare di altro. L’ennesimo cambio di
rotta dove la politica ragiona più per slogan che per cose
concrete. I titoli di Stato vanno a picco e il distacco tra il
palazzo e la gente è ormai enorme. Di tutte le chiacchiere da
scienziati però alla gente frega poco, di questo avviso Lidano
Lucidi che specifica: “Quando viene a fatica arrivare a fine
mese, quando non si hanno prospettive per il futuro, quando
l’estremismo prende il sopravvento sul ragionamento, allora a
rischiare è il paese nella sua interezza. Ernesto Galli, della
Loggia, in un bel editoriale “Conservatori e immobilisti”
parlava di un problema strutturale italiano: un blocco
eterogeneo, diversificato e stratificato di conservatori che
fanno dell’immobilismo la propria arma di guerra.
A
mio avviso ha pienamente ragione. Non solo, perché mi guardo
intorno e la prospettiva a livello locale non cambia. Nemmeno
Sezze si sottrae alla regola che per conservare occorre essere
immobili”. Il ragionamento dell’esponente del PS spiega:
“Le riforme o le opere che erano state promesse sono rimaste
lettera morta, buone per il prossimo programma elettorale in
quanto ancora irrealizzate. Ero piccolo e sentivo parlare della
piscina comunale, sono grande, il Sindaco attuale annunciava la
realizzazione della piscina; sono passati anni, l’anno
prossimo si vota di nuovo e la piscina non c’è. Ero piccolo e
sentivo dire che Sezze ha grandi potenzialità turistiche. È a
un’ora da Roma e tre da Napoli, il mare a mezz’ora e la
montagna dietro le spalle mi dicevano. Sono grande e non è
stato costruito un albergo, un campeggio, ma sentivo e sento
tutt’oggi ripetere la stessa storiella buona ogni volta che il
voto si avvicina. Sono nato nel mito del carciofo setino, sono
grande, e spesso mangio carciofi
coltivati da altre parti, altri si fregiano dei marchi di
qualità ma non noi. Noi ci facciamo la sagra e conserviamo un
mito inossidabile che nel pratico non serve a nessuno”. Ciò
constatato, la conclusione è drastica ma realistica: “Sezze
è un paese che non cresce più da tempo, che ha perso la sua
identità.
Un
paese che deve reinventarsi. Non possiamo permetterci
l’immobilismo perché saremmo cannibalizzati da altri comuni.
Il federalismo fiscale e le manovre economiche appena approvate
non danno scampo, o ci si muove o saremo noi che dovremo
riprendere le famose valige e andare da qualche altra parte. Sezze
non può e non deve essere più un paese dormitorio. Se la
politica non lo capisce, se continua a guardarsi l’ombelico,
le conseguenze, anche a breve, saranno devastanti; ben più di
quello che si pensa”.
9
settembre 2011
Progetto
Agora
Anche
i nuovi adulti hanno diritto ad un futuro
di
Lidano Lucidi
Il
Progetto Agora, secondo Lidano Lucidi, sarà una sorta di angolo
informativo delle opportunità rivolte ai giovani. Nei
giorni scorsi il Ministero della Gioventù, in collaborazione
con l’ABI e l’INPS, ha presentato il progetto “Diritto al
Futuro”. Nel programma sono previsti mutui per giovani
lavoratori precari, prestiti d’onore e bonus per i genitori
svantaggiati contrattualmente.
Le
nuove generazioni stanno pagando un prezzo salatissimo ed è
giusto che quando ci sono misure che vanno nella direzione di
aiutare i ragazzi se ne dia la massima diffusione al di là
delle appartenenze politiche. È previsto un fondo per
permettere a 10 mila giovani coppie, i cui introiti sono per il
50% composti da reddito da lavoro precario, di accedere a un
mutuo di ammontare massimo di 200 mila euro per l’acquisto
della prima casa che non superi i 90mq. Un altro fondo, erogato
dagli istituti di credito che aderiscono all’iniziativa, sono
stati messi a disposizione per studenti tra i 18 e i 40 anni
iscritti a corsi e master universitari.
Si
tratta di un credito annuale che va dai 3.000 ai 5.000 euro la
cui restituzione si calcola a partire dal trentesimo mese di
erogazione dell’ultima rata di finanziamento, dilazionabile
dai 3 ai 15 anni. Infine un fondo, gestito dall’Inps, che sarà
utilizzato per erogare 5.000 euro a quelle aziende che
assumeranno un genitore svantaggiato contrattualmente ed
economicamente, privo di un contratto a tempo indeterminato.
Un’azione che vuole venire incontro alle esigenze delle
giovani famiglie. Facciamo appello a che gli enti preposti diano
adeguato risalto all’iniziativa che sicuramente merita di
essere divulgata.
Anche
noi ci impegneremo a darne risalto. Abbiamo creato una pagina
facebook “progetto agorà” e una mail dedicata
progetto-agora@libero.it
Per
superare questo stato di cose tutti devono collaborare, nel
rispetto delle loro funzioni. Per quanto riguarda Sezze poi il
problema è molto accentuato visto che intere generazioni stanno
abbandonando il nostro paese, scontando non solo le
problematiche nazionali, ma anche quelle locali in cui la classe
politica non riesce a creare le condizioni affinché i ragazzi
non siano costretti ad abbandonare il proprio paese natale.
Tutto ciò decretando di fatto il fallimento del paese stesso.
28
giugno 2011
Fondi
per salvare i siti archeologici setini
di
Lidano Lucidi
Prendiamo
spunto dall’intervento del Presidente Italia Futura
Montezemolo per rilanciare l’idea di finanziare la cultura con
il 5 per mille. Nell’ultimo convegno della sua
fondazione Montezemolo ha avanzato la sua proposta di inserire
la possibilità di un 5 per mille dell’Irpef esplicitamente
dedicato all’intervento culturale e paesaggistico. Proposta
condivisibile, che avevamo avanzato qualche mese fa, con la
possibilità di creare un’associazione ONLUS che tra i vari
progetti preveda proprio la difesa dei beni archeologici.
Inoltre la nostra proposta è immediatamente operativa senza
aspettare alcun intervento legislativo.
Con
lo strumento del 5 per mille i cittadini potrebbero scegliere
quale monumento recuperare, e con la propria dichiarazione dei
redditi investire su di esso. Ribadiamo che Sezze è un tesoro
di storia, archeologia, natura, ma l’amministrazione comunale
ha fatto poco o nulla per tutelare questi beni. Spesso poi i
danni fatti sono irreparabili, pensiamo alle mura poligonali,
a Riparo Roberto, all’antica via setina, le ville romane e
tanto altro. L’amministrazione non ha mai voluto veramente
coinvolgere l’associazioni del luogo in una visione organica
della tutela dei beni archeologici e della cultura. Basta
pensare che la consulta dell’associazioni è ferma al palo da
diversi mesi e nulla lascia presagire una ripresa dell’attività.
Ritornando alla questione rilanciata dalla Fondazione Italia
Futura, un altro vantaggio di non poco conto è che il Comune
potrà vedere finanziate iniziative senza mettere in gioco un
centesimo, e senza intaccare il patto di stabilità. Un problema
di cui si dovrà tener conto sono proprio i conti pubblici,
visto che il federalismo fiscale impone di creare ricchezza a
Sezze, ma come è ben noto a Sezze manca da oltre 3 anni
l’assessore al bilancio.
6
giugno 2011
Studio
sulla situazione demografica setina
di
Lidano Lucidi
L’arrivo
di immigrati, l’invecchiamento della popolazione merito anche
dell’aumentare dell’età media e dell’attesa di vita nel
terzo millennio, la fuga di cervelli con sempre più giovani che
varcano i confini nazionali alla ricerca di una sistemazione per
il loro futuro; sono questi solo tre dei molteplici fattori che
incidono in una trasformazione demografica profonda
dell’Italia. In questo contesto Sezze non fa certo eccezione
ed anzi accentua alcuni fattori. A sottolinearlo è Lidano
Lucidi, che dati alla mano (www.comuni-italiani.it) evidenzia:
“Che la società setina sia cambiata profondamente con il
trascorrere degli anni è un dato sotto gli occhi di tutti. Un
paese poco ospitale per i giovani che hanno intenzione di vivere
e farsi una famiglia nel proprio paese. Un paese che fa scappare
le proprie imprese che sono costrette ad investire in altri
posti, magari estremamente vicini come nel caso di Sermoneta.
Del
resto a Sezze manca un’area attrezzata per poter sviluppare
l’aziende. Se qualcuno pensava che questo non potesse avere
ripercussioni sul sistema sociale del paese, sulla sua
composizione e sul suo sviluppo,si sbagliava di grosso. Infatti
siamo diventati un paese dormitorio, la cui composizione sociale
è stravolta dall’arrivo di migliaia di cittadini stranieri
tale da farci diventare il primo paese in provincia con la
percentuale più alta di cittadini stranieri; un dato che si
assesta all’11,5%”. Entrando
nello specifico dei numeri Lucidi sottolinea: “Parliamo di
dati ufficiali, e se solo pensiamo ai clandestini o ai
comunitari che non sono iscritti all’anagrafe, la percentuale
è di gran lunga superiore. Comunque attenendoci ai dati
ufficiali emerge anche che siamo al 29° posto, su 33 Comuni,
con il reddito medio più alto. Tradotto siamo tra i più poveri
a livello provinciale. I primi in termini di stranieri e tra gli
ultimi in termini di reddito, e con il federalismo alle porte
sono dolori. La mancanza passata e presente di un progetto paese
porta inevitabilmente a queste conseguenze.
Di
fronte a questi dati emergono una serie di considerazioni.
L’aspetto più evidente è che molti ragazzi, spesso laureati,
abbandonano Sezze e vanno a vivere fuori e questi sono
rimpiazzati dall’arrivo di cittadini stranieri. Quello che è
palese senza leggere le statistiche è avvalorato dalle
statistiche stesse. Prendiamo come punto di riferimento il
periodo che va dal 2005 al 2009. La popolazione residente totale
è passata da 22.924 a 24.546 unità con un aumento del 7%. La
popolazione straniera è passata, dai dati ufficiali, da 1.179 a
2.812 unità con un aumento del 139%,
e quella non straniera ha subito una variazione negativa dello
0,05% scendendo da 21.745 a 21.734 unità”. La chiosa è
dunque una legittima considerazione: “La
popolazione di sezzesi è quindi diminuita e ciò vuol dire solo
una cosa: molti ragazzi di Sezze se ne vanno a vivere fuori
perché il paese in cui sono nati non offre loro prospettive
serie di vita. Questi sono i dati incontrovertibili così come
sono innegabili le ripercussioni sociali sul territorio. Se
qualcuno le nega, è ovvio che sia nel torto.
Cambia
la composizione sociale della popolazione, cambiano le esigenze,
i bisogni e le necessità, a fronte di una scarsa politica
d’integrazione e di una politica per lo sviluppo del
territorio. Se pensiamo che con questo tasso di crescita nel
2014 avremo un paese composto al 24% da cittadini stranieri,
diventa centrale ridisegnare le prospettive del paese. Non è
assolutamente questione di propaganda politica, è questione
sociale di assoluta priorità, anche perché il federalismo
fiscale ci spinge a creare sempre più ricchezza sul territorio,
pena la scarsità di risorse finanziarie per poter garantire la
sicurezza pubblica, i servizi sociali, i trasporti ed altro.
Sezze è in grado di rispondere alle future sfide che ha
davanti? Allo stato attuale sembra proprio di no, e il motivo è
che il problemi non si affrontano, si cerca di risolverli
semplicemente ignorandoli”.
Tabella
1: Residenti nel Comune di Sezze – Periodo 2005/2009
anno
|
Totale
popolazione
|
Popolazione
residente al netto degli stranieri
|
Stranieri
residenti
|
2005
|
22.924
|
21.745
|
1.179
|
2006
|
22.971
|
21.700
|
1.271
|
2007
|
23.852
|
21.732
|
2.120
|
2008
|
24.279
|
21.672
|
2.607
|
2009
|
24.546
|
21.734
|
2.812
|
Tabella
2: Variazione i termini assoluti residenti Comune di Sezze –
Periodo 2005/2009
anno
|
Variazione
popolazione
stranieri
|
Variazione
popolazione
totale
|
Variazione
popolazione
senza
stranieri
|
dal
2005 al 2006
|
92
|
47
|
-45
|
dal
2006 al 2007
|
849
|
881
|
32
|
dal
2007 al 2008
|
487
|
427
|
-60
|
dal
2008 al 2009
|
205
|
267
|
62
|
Tabella
3: Variazione i termini percentuali residenti Comune di Sezze
– Periodo 2005/2009
anno
|
Variazione
popolazione
stranieri
|
Variazione
popolazione
totale
|
Variazione
popolazione
senza
stranieri
|
dal
2005 al 2006
|
8%
|
0,21%
|
0,21%
|
dal
2006 al 2007
|
67%
|
3,84%
|
-0,15%
|
dal
2007 al 2008
|
23%
|
1,79%
|
0,28%
|
dal
2008 al 2009
|
8%
|
1,10%
|
-0,29%
|
30
aprile 2011
Sezze
non è un'isola felice
di
Lidano Lucidi
Ma
siamo sicuri che viviamo nel paese del bengodi dove tutto va
bene, dove non ci sono problemi, dove i cittadini possono
dormire a casa propria con le finestre aperte tanto è sicuro
questo paese? Cosa deve succedere per far capire al primo
cittadino che Sezze non è un’isola felice ma un paese con il
problema della sicurezza? Risse, furti su tutto il territorio
anche in pieno giorno, bottiglie incendiarie, atti di vandalismo
sono sempre più frequenti. Prendere coscienza che il problema
esiste vuol dire prendere lo stesso di petto cercando di
risolverlo, ignorarlo vuol dire aggravarlo. Sezze qualche giorno
fa è andata sui giornali per la processione, in questi giorni
per l’incendio al centro commerciale Le Fontane. Chi ha fatto
la passerella il venerdì santo dovrebbe fare anche una
passeggiata la notte al centro storico, a Sezze Scalo o a Suso
dove sono state frequenti ronde spontanee di cittadini che
difendono le loro abitazioni. Essere sicuri a casa propria è un
diritto fondamentale e chi ha promesso in campagna elettorale
che avrebbe cambiato il paese deve rispettare quanto detto,
almeno che la battaglia sulla sicurezza e la legalità si fa
semplicemente ignorando il problema.
13
aprile 2011
Sezze,
il paese delle mille contraddizioni
di
Lidano Lucidi
Sezze
è un paese dalle mille contraddizioni, un paese in cui si cerca
di accontentare un po’ tutti accontentandone poi un minima
parte, e questo sia perché la coperta è sempre più corta, e
sia perché molte politiche sono in aperto contrasto tra loro.
Prendiamo il piano regolatore, l’agricoltura e la turbogas.
Sono passati molti anni da quando il Comune di Sezze ha dato il
benestare a questa operazione, e a quanto pare anche su questo
tema si sa poco o nulla. Come si può parlare di piano
regolatore partecipato quando si cerca di far passere in sordina
il fatto che il nostro paese potrebbe essere interessato alla
costruzione di un metanodotto e centrale di smistamento di una
centrale turbogas? Sezze Scalo invece di essere motore dello
sviluppo sociale ed economico sarebbe interessata ad una mera
servitù avendo nulla o poco più in cambio. È questo che si
vuole per questo importante quartiere? Dove sono finite le
promesse fatte in campagna elettorale? Programmare un territorio
non è solo far costruire case, è anche armonizzare le
politiche di sviluppo. Si parla di agricoltura, di contributi
agli agricoltori, ci si tinge a lustro per la sagra del carciofo
e contemporaneamente si vuole costruire una centrale turbogas
togliendo di fatto terra all’agricoltura. Tutte le scelte sono
legittime, ma occorre decidere in fretta che paese si vuole da
qui ai prossimi anni evitando politiche in contraddizione tra
loro. Sezze, ricadendo nel distretto agroindustriale e in quello
chimico farmaceutico potrebbe sfruttare l’agricoltura in altro
modo, dai farmer market alle reti d’impresa, dal biopharming
allo sviluppo del Monte Amiata che deve rimanere un bene
pubblico al servizio di tutti. L’amministrazione comunale a
quanto pare vuole vendere il Monte Amiata ai privati, non si sta
attrezzando per fare i farmer market, e punta tutto solo sulla
Sagra del Carciofo. Ma gli altri giorni dell’anno che si fa?
Ed ancora, com’è possibile che dopo quasi tre anni manchi
l’assessore al bilancio? Di quale investimenti parliamo se
manca l’assessore preposto ad indirizzare le casse del comune?
Sarebbe il caso di farla finita con la politica dell’effimero,
per passare ad una politica che orienti lo sviluppo economico e
sociale senza farsela dettare dai dirigenti.
29
marzo 2011
Quale
politica per il futuro di Sezze?
di
Lidano Lucidi
Le
ultime riforme, federalismo municipale e servizi pubblici
locali, devono spingere la politica locale ad aprire un grande
dibattito sul futuro del nostro paese. Che Sezze assomigli
sempre più ad un paese dormitorio, ad un paese che non offre
grandi prospettive ai giovani, è un dato palese. Per rilanciare
il territorio non occorrono slogan o piccole politiche
clientelari, piuttosto occorre un grande progetto di
rinnovamento del sistema paese. Un dato deve farci riflettere,
in base al federalismo municipale una parte del gettito Irpef
prodotto dal territorio viene rigirato su di esso, ergo più
reddito e lavoro si crea sul posto e più risorse ha il paese
per portare avanti la macchina amministrativa.
Sezze
in provincia si colloca al 29° posto in termini di redditi
Irpef, siamo tra i più poveri a livello provinciale.
Con il federalismo alle porte si rischia di avere pochissime
risorse a disposizione, allora invece di piangersi addosso
bisogna tirare fuori gli attributi e rilanciare il paese.
Mettere la testa sotto la sabbia non serve
a nulla, così come non serve a nulla parlare di agricoltura o
turismo se poi non si ha un progetto di lungo periodo dietro le
spalle. Basta vedere quanto male sono conservati i beni
archeologici presenti sul nostro territorio, spesso in preda ai
vandali come lo sfregio al Riparo Roberto, giusto per citarne
uno.
Un
patrimonio da tutelare con cura e da farsi vanto, coperto dalla
vernice, uno scandalo! Una vergogna per un paese
ricco di storia come il nostro. E poi parliamo di turismo. Se
per turismo s’intende solo la sagra del carciofo o la
processione allora c’è qualcosa che non quadra.
La
tendenza è la valorizzazione della realtà locale, e non si può
accusare nessuno dei tagli se poi localmente non si riesce a
mantenere l’aziende del luogo. Molte aziende di Sezze hanno
aperto capannoni a Sermoneta. Ma è possibile che a Sezze non si
riesce a creare e dotare di servizi una zona dove ubicare gli
investimenti produttivi con tutti i crismi del caso?
Se
non riusciamo ad attrarre investimenti da fuori e permettiamo
all’aziende del posto di andarsene per non morire asfissiate,
non possiamo poi lamentarci. Anche a Sezze è arrivato il tempo
delle riforme e delle scelte coraggiose. È inesorabilmente
arrivato il tempo di riprogettare il paese dalle sue
fondamenta.
11
gennaio 2011
Lidano
Lucidi: una nuova opportunità per le onlus
Apprendiamo
con favore un’importante novità: il no profit, grazie alla
riforma dei contratti di credito ai consumatori, entra da
protagonista nella disciplina del microcredito. Le Onlus possono
finanziare progetti di micro finanza, facendo sì che si esca
dal circuito bancario o dei fondi pubblici per arrivare ad una
gestione diretta dell’associazionismo. Cosa può significare
questo per Sezze? Associazioni e privati, come piccole banche
che scommettono sull’idee, che finanziano le famiglie in
difficoltà, e soprattutto i giovani. Ragazzi che vorrebbero
investire su se stessi o mettere su famiglia, ma che non possono
avere un finanziamento perché disoccupati o precari. Oppure
pensiamo a quelle famiglie che devono sostenere spese impreviste
come quelle sanitarie, o spese periodiche come il salasso
annuale dell’acquisto dei libri di scuola. Potrebbe essere
creata una Onlus gestita direttamente dall’associazioni
locali, una sorta di associazione delle associazioni, che faccia
sintesi dei tanti progetti in circolazione e che sappia anche
intervenire sulle sacche sociali in difficoltà economica. Dato
da non sottovalutare è che possono essere presi finanziamenti
anche dall’esterno e non dai classici canali che man mano si
stanno restringendo.
I
cittadini residenti e non, potrebbero destinare il 5 per mille
delle proprie imposte su un’Onlus locale che vada a finanziare
progetti per Sezze. Spesso poi, i privati o l’aziende fanno
delle donazioni o piccole sponsorizzazioni. In questo modo è
possibile detrarle/dedurre anche dall’imposte, con un duplice
obiettivo: finanziare il futuro del nostro paese e pagare meno
tasse. Altro vantaggio di non poco conto è che il Comune,
qualora non volesse partecipare direttamente, ma dovrebbe e
potrebbe farlo, vedrà finanziate iniziative senza mettere in
gioco un centesimo, e senza intaccare il patto di stabilità.
Tra l’altro non intervenendo a favore di questa o quella
attività economica non si avrebbero problemi legati alle norme
europee di aiuti all’imprese. Anzi, tra le iniziative
dell’Unione Europea rientra il lancio di uno strumento europeo
di microfinanziamento per l'occupazione e l'integrazione
sociale, il Progress Microfinance Facility. Sintetizzando: una
scommessa di Sezze per Sezze.
28
dicembre 2010
Lidano
Lucidi:
Il
ritiro delle dimissioni da parte del sindaco sono una farsa
politica
Dalla
riduzione della cifra politica allo stravolgimento della stessa.
Una farsa politica sulla pelle dei cittadini. In perfetto stile
politichese per dire: ho scherzato! Il Sindaco si era dimesso
perché politicamente il suo progetto si stava stravolgendo,
ebbene ora fa finta di imbarcare in maggioranza l’UDC, quando
lo stesso partito c’era già dentro. I partiti che l’hanno
sostenuto e fatto vincere al primo turno, spremuti come limoni
per poi essere scalzati alla prima occasione.
Un
sindaco che blocca i binari della ferrovia per protestare contro
la chiusura dell’ospedale per poi cadere nel silenzio
assordante e non partecipare neanche ad incontri pubblici
organizzati da quel partito, l’IDV, che gli ha garantito la
poltrona al primo turno. Il rilancio del piano regolatore,
l’ennesimo fumo agli occhi dei cittadini. Se questa
amministrazione lo vuole davvero deve spiegare in primo luogo
perché ancora non l’ha ancora fatto, e in secondo luogo
rinunciare ad ogni idea di imbastire accordi di programma, uno
strumento micidiale per fare promesse elettorali.
L’amministrazione deve dire cosa vuole fare della raccolta dei
rifiuti. Secondo il nuovo regolamento, la SPL potrebbe non
essere più l’ente che gestisce i rifiuti.
Che
si vuole fare? Tutto tace. Si può continuare all’infinito, ma
non si può far ricadere sugli altri le proprie responsabilità.
Il PD, quel favoloso soggetto politico che doveva essere il
progetto faro della sinistra europea ridotto ad elemosinare un
accordo con Fini o Casini per poter mantenere il proprio potere.
E mentre si continuano a pagare conti salati sull’autovelox,
mentre si dilapidano risorse, mentre centinai di giovani
lasciano il paese lasciando un vuoto sociale non colmabile a
breve, il sindaco scambia la festività del natale per il pesce
d’aprile.
23
dicembre 2010
Quale
futuro si prospetta per Sezze?
E’ una domanda alla quale una certa classe
politica direbbe “e mica dipende solo da noi, dipende dalla
globalizzazione, della provincia, della regione, ecc., ecc.” Prendendosi
beffa delle potenzialità della nostra cultura e del nostro
territorio; è uno schiaffo all’intelligenza ed alla
laboriosità dei Setini.
E’ quanto afferma Consoli Alessandro,
esponente del PS di Sezze che aggiunge: “a scuola ci hanno
insegnato che ad ogni nostra azione corrisponde un effetto e
quindi una scelta sbagliata oggi si ripercuote sulla società
nel tempo; proprio così cari concittadini, oggi paghiamo le
scelte scellerate fatte precedentemente da alcune
amministrazioni che non hanno saputo ben amministrare il
territorio, programmare il suo sviluppo economico e distribuire
diligentemente i copiosi trasferimenti degli enti al fine di
ottenere uno sviluppo armonico della nostra città”.
Tuttavia oggi non è più tollerabile seguire
quella via, oggi bisogna guardare avanti, ben oltre il proprio
naso; c’è bisogno di delegare a
persone più competenti il compito di risollevare
un’economia disastrata che non riesce a creare ormai da tempo
posti di lavoro.
Ci siamo dimenticati la tanto decantata
“vocazione agricola” del nostro territorio che per quanto
tale è rimasta nei tempi sempre la stessa, anzi è regredita
sensibilmente, salve piccole eccezioni, penalizzata da un
mercato ortofrutticolo mai realizzato, dalla inesistenza di un
polo agrario formativo e dalla mancanza di una piattaforma
logistica ottimale per la distribuzione delle merci; la
conseguenza di ciò è che è mancato sia lo sviluppo agricolo
che quello industriale con il risultato che tutti i comuni a noi
limitrofi hanno una loro realtà industriale che inquina anche
il nostro territorio.
Tuttavia oggi abbiamo ancora uno strumento a
nostra disposizione in grado di rilanciare il paese, si tratta
del piano regolatore generale.
Il piano regolatore è lo strumento più
importante per progettare il futuro di ogni paese, consente
lo sviluppo armonico della città definendo
ad esempio le aree edificabili da quelle adibite a spazio
pubblico e ricreativo, ma consente, soprattutto, di stabilire
delle regole chiare per coloro che intendo fare impresa, evitano
le continue deroghe e varianti, che sono delle distorsioni
create dalla politica che non decide, e che tiene continuamente
in scacco i propri cittadini con scelte personalistiche e
clientelari.
Ancora una volta la nostra classe dirigente è in
ritardo e non riesce a decidere,
nel frattempo le nostre imprese perdono in competitività o
peggio ancora trasferiscono le loro attività produttive in
altri comuni limitrofi più attrezzati; nel contempo noi
cittadini ci ritroviamo ad abitare in zone popolose prive di
servizi che paghiamo comunque anche senza usufruirne.
Oggi assistiamo esattamente a questo, a distanza
di anni riecco la politica del “ tira a campà”, assistiamo
sempre agli stessi provvedimenti estemporanei, a incentivi fini
a se stessi, a varianti urbanistiche e quant’altro.
10
novembre 2010
Enzo
Ricci: Come cambiano gli equilibri nel Consiglio Comunale
Come
cambiano gli equilibri nel Consiglio Comunale di Sezze a
distanza di circa tre anni e mezzo dalle ultime elezioni? Tanto.
Questo è il parere del segretario comunale del PS, Enzo Ricci
che afferma: “Dopo tante ambiguità, mezze parole, tatticismi
esasperati, in consiglio comunale, dopo il voto del riequilibrio
di bilancio, c’è chiarezza. La maggioranza è diventata
“bulgara”. Il PD e l’UDC hanno raggiunto quota 70%, un
ottimo risultato se si considera che il PD contava all’inizio
della legislatura neanche il 30% e l’UDC allora
all’opposizione otteneva circa i1 3%. Qualche cosa sicuramente
è successa e sta ancora succedendo, o meglio qualcuno sta
truccando le carte”. E nello specifico Ricci continua: “Può
essere che la giunta, organo di programmazione e di indirizzo,
abbia ben scelto i dirigenti che ben hanno gestito tanto da
meritarsi il voto del 70% del consiglio comunale, quale organo
di controllo? Allora all’esterno non dovrebbe apparire quello
che appare.
Un
paese alla perpetua ricerca di una propria identità di un
proprio sviluppo ormai non più agricolo. Il rilancio
dell’artigianato e dell’industria pure chimere, onnipresenti
in tutti i programmi elettorali e destinate a rimanerci. Una
depurazione da paese terremotato. A quattro anni dal
finanziamento del depuratore l’amministrazione delibera la
realizzazione di un depuratore mobile, e neanche di sua
iniziativa. Che vergogna! Roba da tendopoli, e intanto i
cittadini hanno continuato a pagare salate bollette di
depurazione. La decongestione del traffico e la riqualificazione
dei quartieri della periferia è diventato solo un problema di
rotonde e di muri a sasso. La sicurezza è sempre un problema di
autogestione della zona colpita da furti e poi basta stare in
casa entro le 20,00 “forse” risolve. Non è tutto ma quanto
basta per capire che ne la giunta e nei dirigenti stanno
operando bene.
E
allora come mai in consiglio comunale cresce il consenso? È
possibile che molti consiglieri, ormai senza partito, ragionano
al meglio per se stessi. Stanno in maggioranza per coltivare
meglio il loro personale elettorato. Qualcuno dovrà pure
assumersi le responsabilità di tutto questo. Indicativa è
anche la presa di posizione dell’IDV e Rifondazione Comunista,
che denunciano quello che noi avevamo già denunciato da tempo:
la morte della politica voluta scientificamente da chi vuole
solo tenere stretta la poltrona. Eppure nelle scorse elezioni
quella che fu l’Unione denunciava l’esperienza civica, la
mancanza dei partiti, la mancanza di linearità politica. Il
sindaco ha voluto estromettere i partiti, in quanto titolari di
interessi generali. Esclusi dalla dialettica politica per
mantenere una cappa di piombo che ormai asfissia il paese”.
Tali dichiarazioni convergono poi nella conclusione: “La
nostra proposta è di rimettere al centro le istituzioni
partitiche per operare e fare per Sezze, e non per qualche
singolo cittadino, fosse pure consigliere comunale. Dunque non
il partito per il partito, ma la politica contro
l’antipolitica che quest’amministrazione sta perpetrando”.
11
ottobre 2010
A
Sermoneta le mense a chilometri zero mentre a Sezze, proposte su
Farmer Market e Gruppi d’Acquisto Solidale restano nel
cassetto
di
Lidano Lucidi
Sermoneta
punta sulle mense a chilometri zero per favorire la produzione
locale e la genuinità dei prodotti con un occhio di riguardo al
contenimento dei costi. Tale idea verte sugli stessi cardini di
una idea analoga che a Sezze, chissà perché,
non è riuscita a fare breccia. A tornarci su,
spiegandone le peculiarità è Lidano Lucidi: “Prendiamo spunto dall’iniziativa del Comune di Sermoneta, Mense a
chilometri zero, per rilanciare una nostra vecchia proposta in
ambito agricolo: l’istituzione dei farmer
market, ovvero mercati in cui i produttori locali possono
vendere direttamente al consumatore i propri prodotti. Oltre
alla possibilità per i cittadini di risparmiare sul prezzo
degli alimenti, si avrebbe anche la certezza della provenienza
delle merci. Come Partito Socialista di Sezze, avevamo anche
proposto la creazione di GAS (gruppi d’acquisto solidale) per
fare in modo di aiutare gli agricoltori in difficoltà,
soprattutto con la Gerit Equitalia. Dietro garanzia che gli
acquisti presso la propria azienda vadano a sanare i debiti
pregressi, e dietro la certezza della bontà del prodotto, si
possono concentrare gli acquisti su un’azienda locale in
difficoltà economica in modo da aiutarla ad assolvere i propri
debiti.
Tutto ciò è legale, lecito, e di grande impatto sociale, perché è
compito di una comunità aiutare famiglie ed imprese in
difficoltà e non lasciarle sole al proprio destino. Diciamo di
più, un gruppo d’acquisto potrebbe essere anche istituito tra
gli agricoltori stessi, in modo di abbattere i costi nella
fornitura di mezzi tecnici come i fertilizzanti, i concimi, le
macchine agricole. Sezze poi potrebbe essere punto di
riferimento comprensoriale, coinvolgendo anche le altre realtà
limitrofe. Potrebbe essere individuato uno spazio a Sezze Scalo,
in modo da essere facilmente raggiungibile anche dalle famiglie
non residenti provenienti dai borghi e dai paesi limitrofi.
Pensiamo a un mercato settimanale dove comprare prodotti del luogo, di facile ed
immediata attuazione e senza bisogno di investimenti faraonici.
Andremo ad intaccare la tendenza secondo la quale molte risorse
di Sezze vengono spese fuori, mentre ben poco da fuori entra a
Sezze. Lo sviluppo del paese passa per la pianura, che deve
essere vista come un’occasione e non come una zavorra, capace
di attrarre risorse economiche non solo locali, ma anche e
soprattutto di fuori. Ecco perché riteniamo strategica
l’ubicazione del mercato del contadino allo Scalo”.
16
aprile 2010
Degrado
a Sezze Scalo
Nel
terzo millennio l’uguaglianza tra cittadini dovrebbe essere un
dato più che assodato. Tutti quelli che pagano le tasse è
giusto che ricevano ugualmente gli stessi servizi; ma nel comune
di Sezze non accade esattamente così. Ad affermarlo è
Alessandro Consoli esponente del Partito Socialista locale che
denuncia una sorta di classismo nei confronti dei cittadini,
secondo il quale le zone comunali verrebbero suddivise in base
ai voti, e in virtù di ciò, insisterebbero sempre su di esse
quelle poche opere di riqualificazione urbana e di controllo del
territorio: “Le zone periferiche del paese vengono abbandonate
a se stesse, ignorate dall’amministrazione comunale che non si
preoccupa nemmeno di farle controllare dalla locale polizia
municipale. E’ il caso di una strada di Sezze Scalo che da via
Sicilia congiunge via Casa di Piano unendo la zona pedemontana
con la pianura. Questa strada sta diventando una discarica a
cielo aperto, la sua sede stradale sta per essere completamente
chiusa dalla vegetazione e i cartelli stradali inghiottiti dai
rovi; solo i trattori che la percorrono di rado fanno si che la
vegetazione assuma una forma a tunnel permettendo il passaggio
delle auto”.
La
dissonanza è forte poiché nota Consoli: “Nel frattempo nel
centro storico spuntano vasi con fiori spumeggianti e ringhiere
in ferro battuto di grande pregio, mentre a Sezze Scalo non vi
è nemmeno un parco pubblico decente per far giocare i nostri
bambini; non è casuale infatti che i luoghi di ritrovo dei
ragazzi di Sezze Scalo siano la stazione ferroviaria e qualche
bar a ridosso della pericolosa 156. L’unica grande innovazione
dell’amministrazione Campoli, l’autovelox, era stata
elaborata con la scusa della sicurezza stradale. Dopo aver messo
le mani in tasca ai cittadini solo per fare cassa, dopo aver
esposto ad un gravissimo rischio finanziario il Comune, visto
che è stato condannato sulla questione, dopo aver aperto un
problema serissimo verso chi le multe le ha già pagate, ebbene
dopo questo disastro amministrativo, i soldi incassati
illegalmente non vengono neanche spesi laddove se ne avverte il
bisogno. Si continua con la politica dell’effimero, senza
bussola, e senza affrontare le vere emergenze del paese. Al
limite belle parole, ma nulla più”. Eppure, mai come adesso,
Sezze Scalo, che è la frazione più popolosa e anche la più
degradata di tutto il comune di Sezze, viene ignorata e
soprattutto viene sottovalutata la sua utilità strategica. I
socialisti di Sezze chiedono con forza di considerare tutti i
cittadini allo stesso modo, e che l’azione amministrativa
produca effetti sempre, non solo sotto campagna elettorale.
9
aprile 2010
Analisi
del momento politico setino
Sezze avrebbe bisogno di una
spinta innovatrice e propulsiva, sia per rispondere alle
imminenti riforme governative, riguardanti in primo luogo il
federalismo fiscale, sia per arrestare un lento e doloroso
declino che ormai è evidente a tutti. Assistiamo invece ad un
immobilismo amministrativo volto solo a garantire le singole
posizioni di potere invece che i cittadini nel complesso.
La
sanità, lo sviluppo economico, la sicurezza sono temi
centrali che attendono risposte ormai da tre anni. Mentre si
organizzano ronde per fermare lo stillicidio di furti nelle
abitazioni perché le istituzioni non sono in grado di garantire
la sicurezza, mentre migliaia di cittadini lasciano il paese per
lavorare perché Sezze non è in grado di creare un posto di
lavoro, mentre l’anarchia della viabilità imperversa sovrana,
la maggioranza si interroga se cambiare questo o
quell’assessore.
Ma
sono queste le priorità del paese? Noi pensiamo proprio di
no. Pensiamo che sia giunta l’ora di decidere che paese
vogliamo, perché non abbiamo più un’identità economica e
sociale. Il voler essere tutto (agricolo, turistico,
commerciale, artigianale, industriale ed altro), porta ad essere
nulla, al più un paese dormitorio. Infatti l’unica grande
innovazione di questa legislatura è stato l’autovelox,
strumento buono solo a fare cassa sulle spalle dei
cittadini.
C’è
l’urgenza di ridefinire il ruolo della SPL, che oggi è
uno strumento atto a foraggiare il clientelismo invece che
strumento in grado di creare un plusvalore sul territorio. Il
Partito Socialista questo immobilismo lo aveva denunciato già
da tempo, ed ora più che mai è intenzionato a lavorare alla
costruzione di una valida e reale alternativa all’attuale
amministrazione, che procede solo per spot elettorali senza
interventi reali e definitivi. Pensiamo solo alla rotonda, o
pseudo tale, dell’incrocio di Monte Trevi, nata sotto elezioni
per poi essere lasciata in uno stato di degrado, tra l’altro
pericoloso per la sicurezza degli automobilisti.
Direttivo
del Partito Socialista Italiano – Sezione di Sezze
13
gennaio 2010
La
Piattaforma Logistica Integrata
Storia dell' “Intermodale di Latina Scalo”
Sembra opportuno rifare brevemente la storia di questa struttura, realizzata nell’area del dismesso stabilimento dello Zuccherificio a Latina Scalo.
Lo Zuccherificio è stato la prima industria sorta nell’Agro Pontino. L’edificio, uno dei pochi in stile razionalista a Latina, è tra i più significativi tra quelli di fondazione; entrato in funzione nel 1936, contribuì allo sviluppo dell’agricoltura, utilizzando le barbabietole coltivate nell’Agro.
In conseguenza della crisi del settore, la produzione fu interrotta a metà degli anni ’80.
Essendo nelle vicinanze della stazione ferroviaria e collegata con la linea Roma – Napoli, si progettò un suo riuso per farne un centro di scambio intermodale.
Nel 1995 fu inaugurata, con grandi aspettative di sviluppo, la “Piattaforma logistica integrata”, realizzata con un finanziamento della Comunità Europea, di circa 25 miliardi di lire.
Nell’anno 2000 inizia la gestione della SLM (Società per la logistica merci S. p. A.), partecipata al 94% del Comune di Latina; tale società porta le infrastrutture dal 20% al 70% del completamento, e si procura alcuni contratti per lo smistamento dei container raccogliendo inizialmente l’interesse di imprese di trasporto e spedizione quali il corriere Eurointernational (partner ufficiale di DHL Express) e Hangartner.
Ma il Centro Intermodale si può dire che non sia mai realmente decollato; nel corso di questi ultimi anni esso ha “vivacchiato alla meno peggio”, limitandosi ad una attività di smistamento ridottissima, tanto che nel 2003 la Regione Lazio ha stanziato 7 milioni di Euro per rilanciare la struttura.
Di tutto ciò si ha una testimonianza negli atti ufficiali della Società che gestisce la struttura, in primo luogo i bilanci, dai quali si evince chiaramente la pochezza dell’attività.
Per fare un solo esempio, nel bilancio di esercizio per l’anno 2007, alla voce “ricavi” appare l’importo di € 393.418, importo paragonabile ai ricavi di una piccola Impresa; solo che una qualunque impresa privata avrebbe cercato di limitare le spese al massimo al fine di ottenere un guadagno; non la SLM, la quale a fronte dei suddetti ricavi, ha dovuto affrontare spese tali da dover chiudere il bilancio con un passivo di € 702.540.
Ci chiediamo se sia questo “l’importante giro di affari” di cui parlavano allora alcuni organi di stampa.
Ebbene con tali dati SLM (e quindi il Comune di Latina), anziché prendere atto del totale fallimento dell’impresa, ha continuato pervicacemente a cercare ancora il salvataggio, insistendo in una politica disastrosa per le casse comunali (e quindi per le tasche dei cittadini); si calcola che dal 2004 ad oggi da parte del Comune di Latina sono stati versati alla SLM oltre 3 milioni di Euro.
Infatti oltre al passivo di gestione, SLM in questi anni ha continuato a mantenere un organico costituito da 4 impiegati (che sarebbe anche accettabile), e da un Consiglio di Amministrazione (5 membri, oltre il Presidente), un Amministratore Delegato e un Collegio sindacale; tutto ciò per un costo annuo che si aggira attorno ai 240.000 Euro.
Tutti i dati sopra riportati sono tratti dalla relazione di bilancio al 31 dicembre 2007, facilmente consultabili sul sito web della società, oltre che da vari comunicati pubblicati dalla Società.
Ma il colpo di grazia alla struttura, già praticamente inutilizzata, si ha a metà del 2008, quando le Ferrovie dello Stato chiudono il terminal gestito da SLF Srl (società partecipata da SLM per il 49% e CEMAT per il 51%), impedendo ai treni merci di raggiungere l’Intermodale; le conseguenze si vedranno nel 2009, quando sia CEMAT (dall’inizio dello stesso anno), sia HANGARTNER (dal giugno 2009) abbandonano l’Intermodale, aggravando fino alle estreme conseguenze, una crisi persistente sin dalla sua istituzione.
Oggi, per chi passa da Via delle Industrie, i piazzali appaiono desolatamente vuoti e non si scorge il benché minimo segno di attività.
Ancora una volta SLM e Comune di Latina hanno fatto finta di non accorgersi della situazione e l’Assessore comunale al Bilancio, Marco Gatto è stato inviato in missione a Roma per contattare il Ministro dei Trasporti ed Infrastrutture, Altero Matteoli. Si diceva che fosse pronto un piano di salvataggio da 1,3 milioni di euro, in parte finanziato dal Comune.
Nell’Assemblea dei Soci del 18 settembre scorso viene nominato un nuovo Consiglio di Amministrazione, il quale avrebbe dovuto provvedere al rilancio della struttura.
L’Assemblea ha deciso di inserire nella gestione dell’Intermodale la PLAIA ZERO Srl, società operante nel settore della logistica e del beverage; inoltre grande rilievo è stato dato, nei comunicati della società che gestisce la struttura, alla riduzione del numero (da 7 a 5) dei componenti e degli emolumenti per il Consiglio di Amministrazione della società stessa.
Da allora ad oggi non è successo niente ed i piazzali continuano a restare vuoti.
In tanti si comincia a pensare ad alternative credibili per l’utilizzo dell’ex Zuccherificio.
Occorre considerare, però, che un cambio della destinazione e dell’attività provocherebbe l’obbligo della restituzione alla Comunità Europea dei finanziamenti da questa concessi per la realizzazione della struttura; un bel guaio provocato dalla assoluta carenza di programmazione degli interventi e dalla macroscopica mancanza di responsabilità degli amministratori comunali.
Pertanto, dal momento che, con l’esperienza fatta per circa quindici anni, è assolutamente poco credibile continuare un’attività inutile e costosissima, si potrebbero tentare strade che siano compatibili con la destinazione per la quale la struttura ha ottenuto i finanziamenti della Comunità Europea; per fare ciò sembra necessario aprire un dibattito, al fine di ricercare e trovare una soluzione al problema.
22
ottobre 2009
Il
segretario Lucidi interviene sulle primarie del PD
il segretario Lucidi sulle Primarie del PD Interveniamo in merito alle primarie del Partito Democratico, per togliere qualsiasi dubbio sulla neutralità del partito Socialista in merito alla partecipazione alle primarie prossime venture. Riteniamo giusto e corretto che a votare per i democratici sia solo chi crede a quel progetto, che tra l’altro si è già espresso a livello di tesserati. I socialisti non parteggiano per nessuno, rispettano in primo luogo i tesserati del PD e lasciamo a loro e ai simpatizzanti il compito di scegliersi il segretario. Sono le regole elementari della politica, che vogliamo rispettare fino in fondo e deprechiamo comportamenti di soggetti esterni al PD che vorrebbero, pur essendo esterni allo stesso Partito Democratico, alterare il giudizio di chi a quel partito crede. Ne vale la credibilità della politica stessa. Ai futuri organi dirigenziali del PD auguriamo anticipatamente buon lavoro.
19
ottobre 2009
Alessandro
Consoli sui prezzi dei prodotti agricoli
Ci
risiamo. Mentre i prezzi alla produzione crollano in media del
16%, assistiamo ad un aumento del costo al consumo per gli
alimentari dello 0,9%, con aumenti record come nel caso delle
carote che sono aumentate del 1100%. E’ ora di dire basta a
questo stillicidio continuo sugli agricoltori, bisogna
intervenire con politiche che proteggano i nostri agricoltori
dalla continua erosione del loro reddito. E’ di questo avviso
Alessandro Consoli che spiega: “Noi del
Partito Socialista di Sezze ci chiediamo cosa stiano
facendo a riguardo le associazioni di categoria e il delegato
alle politiche agricole del Comune di Sezze. Ma soprattutto, il
Comune di Sezze ha nel suo programma interventi a favore del
comparto agricolo? Non
meno di un anno fa ci preoccupammo di questo problema ma venimmo
ignorati da tutti, tranne qualche eccezione, come se l’allarme
fosse ingiustificato e non sarebbero servite misure a riguardo.
Noi invece crediamo che qualcosa si debba fare, ad esempio siamo
convinti che servano risorse per attuare questa benedetta
filiera corta, oppure che vada incentivata l’aggregazione tra
gli agricoltori e che ci sia un sistema informativo efficiente
che consenta di diversificare le culture evitando che ci sia
un’eccessiva concorrenza all’interno degli stessi
agricoltori”.
Prosegue
infatti Consoli: “Continuiamo a ritenere i farmer market un
utile strumento che avvantaggerebbe sia gli agricoltori che i
consumatori. Non abbiamo bisogno di grandi strutture, anzi è
vero l’opposto. Il mercato del contadino è un normale
mercato, dove invece di vendere abbigliamento si vendono
prodotti della nostra terra, di provenienza certa e non di chissà
quale parte del mondo. Non abbiamo bisogno di nuovo cemento, di
ristrutturare edifici. Si potrebbe pensare addirittura di fare
due mercati la settimana, una a Sezze Scalo e l’altro a Sezze.
Riteniamo inoltre che la presenza sul nostro territorio di un
distretto agro alimentare, debba spingere gli attori in
questione ad integrarsi, e un ruolo importante lo potrebbe avere
il Comune, che potrebbe essere centrale nel processo di
riqualificazione dell’agricoltura attraverso la formazione
degli operatori. Speriamo
che qualcuno si degni di dare delle risposte agli agricoltori
setini, sempre che ce ne sia rimasto qualcuno in giro”.
9
ottobre 2009
Lidano
Lucidi in mezzo al
botta e risposta Moscardelli - Grassucci
Scusate
l’intrusione tra la botta e la risposta, ma visto che si parla
di socialismo vorrei esprime anch’io un mio pensiero, e lo
faccio da notoria pulce con la tosse.
Credo
che il socialismo sia l’unica risposta ai popolari. Essere i
socialisti vuol dire pensarla in modo molto diverso dai
moderati. È una questione culturale, è una questione di
approccio ai problemi. Sulla scuola, sulla laicità dello Stato,
sul lavoro e sull’evoluzione del mercato del lavoro stesso,
abbiamo approcci diversi. Che poi i socialisti a livello europeo
non godano di ottima salute è indubbio, ma appena dieci anni fa
governavano in lungo e largo l’Europa, ma già allora in
Italia bisognava andare oltre. Allora la domanda è: superare il
socialismo, o aggiornarlo? Io sono per l’aggiornamento dello
stesso, ed essendo fan del New Labour di Tony Blair, ripartirei
proprio dalla società sfidando i moderati sul piano culturale,
sul piano delle libertà individuali, sulla libertà economica,
sulla libertà religiosa.
A
New York, qualche mese fa, mi capitò tra le mani il New York
Times che il terza pagina a caratteri cubitali riportava questo
titolo: “Obama, pig socialist”, ovvero “Obama maiale
socialista”. È l’accusa che i repubblicani fanno al
Presidente per via della sua riforma sanitaria che vuole
estendere a quante più persone possibili il diritto di essere
curati, anche senza assicurazione privata. In tutto il mondo
socialismo è sinonimo di stare dalla parte dei più deboli.
Posto
questo concetto, si può parlare di tutto, del contenitore, del
nome del contenitore, ma è fondamentale partire dal concetto
che la sinistra riformista è una sinistra socialista.
Però
nel dibattito congressuale ha ragione Franceschini, il PD nasce
per essere qualcosa di diverso da quello che ha in mente Bersani,
che dice di voler recuperare le radici socialiste. Nasce per
essere un partito di centrosinistra, non da una sintesi
politica, ma forzando le leggi elettorali, e modificando il
regolamento sulla par condicio insieme al PDL. Se fossi
democratico voterei Franceschini.
7
ottobre 2009
Lidano
Lucidi sul tema energetico: Turbogas o Nucleare?
La
prossima manifestazione ad Aprilia contro la costruzione della
centrale turbogas, oltre a vederci favorevoli, ci fa porre
alcune domande di ordine generale sul tema energia. Ad
intervenire sull’argomento è il Segretario Provinciale del
Partito Socialista Lidano Lucidi: “Il Partito Socialista è da sempre una forza
riformista aperta allo sviluppo tecnologico, ma nonostante tutto
oggi abbiamo forti difficoltà a seguire la discussione sulla
questione energetica in Provincia di Latina.
Rileviamo
una contraddizione tra quando si afferma di voler tornare al
nucleare per poter uscire dalla dipendenza dei combustibili
fossili, e poi si vogliono costruire le centrali turbogas. O il
gas è diventato una risorsa rinnovabile o nucleare, oppure
questa impostazione è in palese contrasto con ciò che si vuole
fare. A volte
a livello propagandistico si è detto che il ritorno al nucleare
è strategico perché ci leva dal ricatto petrolifero dei paesi
arabi. Ma perché il gas che impiegheremo nelle turbogas e che
compriamo da Gheddafi, dittatore e mercante di immigrati
clandestini, è più nobile? Ops, dimenticavamo che si chiama
real politik.
In
secondo luogo ancora non riusciamo a rispondere ad una precisa
domanda: ma perché in un territorio ristretto, rientrante nel
distretto agroalimentare, si vogliono costruire tutte queste
centrali? Tra il detto e non detto qui stiamo parlando di due
centrali turbogas (Aprilia, Mazzocchio), un termovalorizzatore
(Montello), una centrale
nucleare (Sabotino) ed altro.
Qualcuno
ha deciso che dobbiamo sfamare la fame di energia dell’intera
nazione? Perché concentrare un numero abnorme di centrali in
pochi chilometri quadrati, quando esiste nello stesso territorio
un distretto agro-alimentare? Per impiantare nuove industrie, e
crediamo che l’industria agro-alimentare sia importantissima
sul territorio, occorrono politiche industriali non in aperto
contrasto tra loro, altrimenti avremo servitù di altri e
disoccupazione, un binomio cui vorremmo fare a meno.
10
settembre 2009
Turbogas:
una minaccia per il parco dei Monti Ausoni
Siamo particolarmente felici dell’esito
dell’assemblea pubblica sul Parco dei Monti Ausoni che abbiamo
tenuto a Sonnino, in particolare di aver riacceso il dibattito
nel merito del progetto. Cogliamo l’occasione anche per
ringraziare il Commissario del Parco Onorato Mazzarrino per
essere stato presente e per averci dato la disponibilità di
continuare su questa lunghezza d’onda, ovvero favorire il
rapporto tra l’istituzioni e i cittadini. Un confronto che
vogliamo che si sviluppi in mezzo la gente e non nelle segrete
stanze della politica. A tornare sul tema del Parco dei Monti
Ausoni è il Segretario Provinciale del Partito Socialista
Lidano Lucidi. Nel merito riteniamo utile non la
contrapposizione tra favorevoli e contrari tipo guelfi e
ghibellini. Il parco è un ente che esiste e non si tratta
d’impedire che nasca, si tratta di migliorare il progetto. Il
nostro scopo è quello di cambiare in meglio il progetto,
potenziare i punti positivi e depotenziare quelli negativi, ed
è proprio per questo che organizzeremo altri incontri pubblici
in cui ci confronteremo con i politici, l’associazioni e i
cittadini. Nel prossimo incontro oltre che del Parco, porteremo
al centro dell’attenzione anche il progetto della turbogas di
Mazzocchio, che se verrà costruita si troverà a ridosso del
Parco stesso, danneggiando tutti, sia i favorevoli che i
contrari, come i cacciatori a cui chiediamo di unirsi a noi per
evitare la costruzione della centrale. La mancanza di visione
del territorio, la mancanza di coordinamento tra l’istituzioni
fa molti danni, anche quello di veder nascere a fianco di un
parco naturale una centrale a turbogas, che per assurdo si
troverà vicino anche ad un altro Parco, quello Nazionale del
Circeo, per di più in piena zona agricola. Un contraddizione
bella e buona, che il Partito Socialista vuole denunciare e
portare a conoscenza dei cittadini.
27
agosto 2009
Lidano
Lucidi: A sinistra con... Giancarlo Fini
Era
quasi un battuta, una sorta di tormentone senza rima quello di
candidare Fini come leader della sinistra, ma dopo le ultime
uscite converrebbe proprio pensarci. L’unica opposizione
credibile al Governo viene proprio dal Governo stesso. Allora
vista la situazione corrente converrebbe quasi entrare tutti in
maggioranza e fare opposizione dall’interno.
È
mai possibile che parole chiare e nette su una questione spinosa
come il fine vita, “Sul biotestamento decide il Parlamento e
non il Vaticano”, debbano essere pronunciate da un leader come
Fini mentre gran parte della sinistra si è inginocchiata alle
gerarchie ecclesiastiche in cerca di benedizione? Silente,
assente, costantemente alla ricerca del voto moderato, con
leader azzoppati e buoni per tutte le stagioni. E’ questo oggi
quello che resta del centro sinistra. Un movimento che parla ai
sindacati e non agli operai, che parla a Confindustria e non
agli imprenditori. Costantemente alla ricerca di uomini e non di
idee, di alchimie politiche e di slogan, con l’idea che basti
cambiare nome per rinnovarsi.
Imprigionato
nella logica delle rette parallele, che per definizione non
possono incontrarsi, dell’inseguire contemporaneamente Di
Pietro, Casini e quel che resta della sinistra
extraparlamentare, si è abdicato completamente ad avere un
progetto di paese, di sviluppo, di veder nascere una sinistra
liberale del tutto nuova. Allo stato attuale in campo ci sono
solo contenitori politici, tali sono a mio avviso il Partito
Democratico e Sinistra e Libertà, e non progetti. Nixon negli
States lanciò la culture war (guerra culturale) che inaugurò
il dominio repubblicano sui democratici per molti anni. Proprio
quello che servirebbe all’opposizione italiana, un progetto
culturale, un’identità, un’idea di comunità. Di questo
passo basterà poco a Fini per diventare leader della sinistra,
si cosparga il capo di cenere e dica una parola chiara a favore
della scuola pubblica e contro i finanziamenti statali a quella
privata e probabilmente avrà il mio voto. Dai Gianfranco sei
tutti noi.
31
luglio 2009
Lidano
Lucidi raccoglie la proposta di Pannone
La
proposta di Giuseppe Pannone, di una conferenza intercomunale
per decidere sulla questione nucleare in provincia di Latina, è
piaciuta al segretario del Partito Socialista della Federazione
provinciale, Lidano Lucidi che afferma: “La
proposta di Giuseppe Pannone di una conferenza intercomunale che
decida la strategia da adottare sulla questione nucleare, ed
energetica in generale è condivisibile. È importante aprire
una discussione su questi temi, un dibattito legato alle nuove
tecnologie, alle potenzialità delle rinnovabili, al risparmio
energetico. Quest’ultimo aspetto viene spesso trascurato. Si
parla sempre più spesso di creare nuova energia senza curarsi
di quella che si spreca”. Il discorso di Lidano Lucidi però
spazia anche sul piano generale del discorso energetico in
provincia: “A parte il
dato generale, noi socialisti vogliamo mettere in risalto come
sul nostro territorio ci sono molti progetti energetici in
corso, come se la provincia di Latina dovesse sfamare la fame
energetica dell’Italia intera.
Tra
il detto e non detto stiamo parlando di due centrali turbogas (Aprilia,
Mazzocchio), di un termovalorizzatore, di una centrale nucleare,
il tutto in un fazzoletto di terra. Adesso nessuno vuole salire
sulle barricate a prescindere, sarebbe ora di seppellire
definitivamente il tempo delle prese di posizione ideologiche,
ma non possiamo non domandarci il perché tutto su un
territorio. L’impatto che queste centrali avranno non
riguarderanno solo il comune che le ospiterà, ma anche quelli
limitrofi ed oltre. Allora perché non coinvolgere tutti i
comuni nella discussione? Perché non aprire a livello politico
un forte discussione su questi temi tenendo presente i progressi
che la tecnologia ha fatto in questi anni? La green economy è
un settore su cui puntare con decisione. Non si tratta di
riempirsi la bocca di paroloni anglosassoni, si tratta di avere
una visione di territorio e dello sviluppo economico dello
stesso. Proprio questo punto non possiamo sottovalutare
l’impatto che avrà il federalismo fiscale sui bilanci dei
comuni e di come essi dovranno reperire risorse finanziarie.
Tale visione però la si può costruire solo coinvolgendo
l’istituzioni, la politica, la scienza, il mondo
imprenditoriale e associazionistico, i singoli cittadini.
Sperando che l’appello di Pannone non cada nel vuoto, è
auspicabile che la politica sappia dare dimostrazione di
ragionare sui problemi e non di litigare per partito preso”.
21
luglio 2009
Ottimizzare le potenzialità
delle leggi regionali sull’edilizia
È
positivo che dopo aver criticato quasi a prescindere il Governo
sul piano casa, ora molti esponenti del centro sinistra
apprezzano la legge regionale sul piano stesso. I socialisti,
viste le potenzialità economiche dell’edilizia, ritenevano
sbagliato lasciare campo al PDL su questo tema, e già in
campagna elettorale avevano lanciato l’idea di guardare anche
alle modifiche del regolamento FESR ed integrarle con i piani
edili degli enti locali. Il nuovo regolamento europeo infatti può
essere utilizzato per cofinanziare piani di enti locali per il
miglioramento dell’efficienza energetica, e tanto altro ancora
legato al mondo dell’edilizia, con la creazione di migliaia di
posti di lavoro. In questo modo si permette ad imprese e
famiglie anche un risparmio di circa il 20% sulla bolletta
energetica.
Tornando
al dato politico riteniamo oggi che la sfida è tra chi vuole
innovare e chi vuole conservare, quindi il centro destra
andrebbe sfidato proprio sul piano delle riforme,
dell’innovazione politica, economica e sociale. Basta stare a
rimorchio di temi ed argomentazioni che vengono dall’altra
parte. Il centro sinistra se vuole ritornare ad essere credibile
e vincente deve parlare meno di contenitori e più di contenuti.
A livello locale le ultime elezioni hanno dimostrato che chi
lavora sul territorio con serietà, chi sta sulla pratica e non
sulla teoria, i risultati li ottiene come è successo ad Aprilia.
Il
Partito Socialista è sicuro che se si spostasse il dibattito
politico su tematiche concrete emergerebbero nel centro destra
tutte le contraddizioni interne, dato anche il rallentamento
della scellerata corsa al bipartitismo, autentico mostro
politico. Solo così l’area può essere allargata anche a
movimenti e partiti che stanno fuori il vecchio schema di centro
sinistra, permettendo tra l’altro una chiarificazione politica
interna che non può essere più rimandata.
4
giugno
2009
Appello
al voto
Sono
il Segretario del Partito Socialista di Latina, non sono
candidato a queste elezioni, quindi l’appello che rivolgo non
riguarda la mia persona, ma il partito che ho l’onore di
dirigere. Se il mio partito dovesse raggiungere il quorum, non
avrò la possibilità di sedermi in consiglio provinciale, e
questo non mi dispiace. Non perché non abbia l’ambizione di
essere eletto, ma perché credo nel mio partito, nelle persone
che lo compongono. Mi fido dei miei candidati, e non ho bisogno
di sedermi io su una poltrona per vedere soddisfatti i miei
propositi. Siamo un partito serio che ha dell’idee. Non
viviamo personalismi all’interno, marciamo tutti nella stessa
direzione, quindi chi avrà l’onore di sedersi in Via Costa
rappresenterà il programma del Partito Socialista. Per loro,
per le nostre idee chiedo il supporto.
Distretti
industriali
Crediamo
nel rilancio dei distretti industriali attraverso il
coinvolgimento dell’Università locale. Valorizzare i
distretti vuol dire metterli a sistema con le realtà che li
circondano, in particolar modo con gli enti di formazione, in
primo luogo l’Università. Vi sembra normale che abbiamo due
distretti e non abbiamo le facoltà che formino studenti in
questi settori? La formazione universitaria e non, deve inoltre
coinvolgere le aziende locali per evitare di sfornare
specialisti con qualifiche non spendibili sul territorio.
Lasciare la propria città, i propri affetti, deve essere una
libera scelta delle persone e non una necessità. Per far ciò
potrebbero essere sottoscritti protocolli d’intesa specifici,
coinvolgendo anche gli studenti in prima persona. I giovani
devono assumersi la responsabilità di decidere del proprio
futuro.
Commercio
equo e solidale per sostenere i nostri agricoltori
L’agricoltura
nostrana mostra segni di sofferenza già da tempo. I nostri
agricoltori possono essere aiutati, non elargendo aiuti a
pioggia o facendo promesse da marinaio, bensì dirottando gli
acquisti sui prodotti del nostro territorio. Prediligere negli
acquisti frutta, verdura, carne, latticini di produttori locali.
Parliamo del commercio equo e solidale, ovvero l’acquisto di
beni da chi versa in uno stato di difficoltà, in modo da
poterlo aiutare a risollevare le sorti della sua azienda. Tutte
le mense che servono gli istituti sul territorio, pensiamo per
esempio a quelle scolastiche o ospedaliere, dovrebbero
utilizzare i prodotti del luogo, dietro l’impegno di pagarli
prezzi ragionevoli. Siamo sicuri che, con la mediazione delle
istituzioni locali che possono svolgere un ruolo di primissimo
piano, si può trovare il prezzo d’equilibrio che soddisfi
entrambe le parti. Inoltre si risparmierebbe sul costo dei
trasporto visto che la merce viene prodotta in zona.
Turismo
Crediamo
nel rilancio del turismo coinvolgendo nella gestione tutte le
realtà territoriali direttamente nella gestione della cosa
pubblica. In Provincia vengono molti turisti ma non circolano al
loro interno. Chi sta a mare rimane a mare, chi va in montagna
rimane in montagna. Occorre invece creare un circuito turistico
in cui i turisti possono scoprire le bellezze del nostro
territorio. I visitatori vanno attratti durante tutto l’anno e
non solo l’estate.
Cinema
Crediamo
che il nostro territorio sia un set cinematografico
all’aperto, e per questo vogliamo legare la promozione
turistica al mondo del cinema. Gli aspetti che potrebbero
rendere fattibile questo concetto sono due: la vicinanza
territoriale a Cinecittà e il probabile utilizzo della leva
fiscale per rilanciare i film italiani che in termini di
produzione muovono 330 milioni di euro. Territorialmente molti
luoghi si prestino a ciò, abbiamo il mare e la montagna, la
natura e la storia, la vicinanza a due grandi città Roma e
Napoli, insomma siamo nelle condizioni di poter far bene. Oltre
l'aspetto prettamente promozionale legato al turismo, notevoli
risorse potrebbero essere generate dall'indotto.
Edilizia
Vogliamo
utilizzare i fondi FESR per promuovere l’edilizia privata e
far risparmiare alle famiglie almeno il 20% sulla bolletta
energetica. Con questi fondi vogliamo promuovere l’imprese
edili che lavorano con i materiali bio, la nuova frontiere
dell’edilizia. Da Bruxelles infatti, per combattere la crisi
economica, è stato modificato il regolamento FESR, che ha
allargato le casistiche per finanziare i piani per l’edilizia
abitativa. Pertanto il FESR può essere utilizzato per
cofinanziare piani di enti locali per il miglioramento
dell’efficienza energetica, finanziando per esempio
l'installazione della doppia vetratura, la sostituzione di
vecchie caldaie con altre più efficienti dal punto di vista
energetico, e tanto altro ancora. Si creeranno migliai di posti
di lavoro in provincia.
Istruzione
Vogliamo
garantire a tutti il diritto allo studio. Se eletti i nostri
rappresentanti presenteranno il progetto per il
microcredito/finanza etica sull’istruzione. Un sistema che
garantisce a tutti il diritto allo studio, anche alle famiglie
meno abbienti.
Come
socialisti l’estate scorsa abbiamo sostenuto l’iniziativa
dell’ALI (Associazione Librai Italiani aderente alla
Confcommercio) che ha lanciato una campagna di raccolta firme,
per ottenere la detrazione fiscale delle spese in libri per
l'istruzione e la formazione dei giovani. A livello fiscale
infatti è possibile detrarre la spesa per la palestra o per il
veterinario mentre non è possibile detrarre o dedurre il costo
dei libri dei testi scolastici di ogni ordine e grado. Se mi
voglio fare il culetto bello, snello e sodo posso scaricarmi
dalle tasse questi costi, se voglio acquistare un libro no.
Energia
Siamo
contro la costruzione delle centrali turgobas di Mazzocchio e
Aprilia. Ci siamo sempre battuti affinché queste non vengano
costruite. Sono incompatibili con il territorio, inutili in
quanto abbiamo un surplus energetico, nocive per la salute.
Siamo
contro il ritorno al nucleare. Mentre l’Italia decide di
guardare all’atomo, l’America di Bush cominciava ad
investire sull’idrogeno. Già, Bush prima di Obama, stava
pensando a sistemi energetici alternativi al nucleare e al
petrolio. E diciamo tutto. La nostra posizione però non è
ambigua come quella di molti, che dicono no al nucleare a
Latina, però si da qualche altra parte. Noi diciamo no, punto e
basta, mentre diciamo sì all’energia alternative, e alla
proposta del nostro candidato Presidente Guidi di costruire un
distretto sull’energie rinnovabili.
Sicurezza
stradale
Siamo
per gli autovelox ma usati con discrezione e non come strumenti
per rimpinguare le casse degli enti locali. Ci sono dei limiti
di velocità semplicemente assurdi. Tratti a 40/50 Km/h sono
ridicoli. Aumentiamo i limiti, usiamo gli autovelox ma gli
incassi delle multe vadano alla sicurezza delle strade, che
troppo spesso sono sporche, piene di buche, poco o nulla
illuminate. Pagare sì, ma ci vogliono anche i servizi.
Acqua
Sull’acqua
avremo da dire tanto, ma diciamo solo una cosa, noi
sottoscriviamo fino all’ultima parola quanto detto e proposto
dal nostro candidato presidente Domenico Guidi. Con lui abbiamo
la certezza di difendere gli interessi della collettività. In
tutti questi anni si è battuto senza ambiguità contro
Acqualatina, contro le sue inefficienze, prepotenze, ed esosità
delle prestazioni. Il nostro programma sull’acqua si chiama
Memmo Guidi.
Per
queste ragioni chiedo di barrare il simbolo del Partito
Socialista.
3
giugno
2009
Fondamentale
la difesa del diritto all’istruzione
L’aumento
dell’inflazione, il non recupero del fiscal drag, una tassa
occulta che divora il reddito delle famiglie, rendono il reddito
dei cittadini sempre più esiguo. Ci soffermiamo sull’esosità
dell’istruzione che noi socialisti vogliamo pubblica ed aperta
a chiunque. Riteniamo il diritto ad essere istruiti un bene
fondamentale di ogni cittadino. A lanciare le proposte del
Partito Socialista sul diritto all’istruzione è il Segretario
Provinciale Lidano Lucidi: “Per evitare che il diritto allo
studio rimanga solo un punto di principio senza applicazione
pratica, proponiamo, per aiutare gli studenti più bisognosi, di
creare un fondo per microprestiti per il diritto all'istruzione.
La provincia, in convenzione con gli enti di credito, si accolla
il tasso d’interesse rendendo a tasso zero il finanziamento
per gli studenti.
Con
questo prestito gli studenti potranno pagare le tasse
universitarie, acquistare i libri di testo, iscriversi a corsi
di formazione e master, pagando a rate e senza interessi.
Esperienze del genere sono molto frequenti negli altri paesi
europei e anche in Italia si possono annoverare esperienze
simili come il Protocollo d’Intesa del 2007 tra l’Abi e il
Governo, l’iniziativa Diamogli Credito, o l’esperienze di
alcune province italiane tra cui Milano. Per garantire
poi che a tutti sia garantito il diritto all’istruzione
si può utilizzare lo strumento del microcredito. Con il costo
della vita in continuo aumento, e i salari che crescono a
rallentatore, anche l'aumento di prezzo dei libri di testo può
rappresentare un problema. Dare la possibilità alle famiglie più
bisognose di acquistare i libri di scuola concedendo dei
microprestiti senza garanzia, permetterà anche a chi è in
difficoltà economica di poter istruire i propri figli e sperare
di costruire per essi un futuro migliore. Tra le prime azioni
che metteremo in campo in Consiglio provinciale sarà proprio
quella di garantire il diritto all’istruzione a tutti, anche a
chi non ha le possibilità economiche.
1
giugno
2009
Il Segretario Lidano Lucidi alza la voce:
Invece che di pettegolezzi, la politica nazionale
guardi all’Europa.
Il FESR permette finanziamenti per l’edilizia e il
risparmio energetico
Il
dibattito politico nazionale ormai da settimane è incentrato
sui pettegolezzi e sulla vita privata del premier. Perdendo
completamente di vista il momento che l’Europa sta vivendo,
prospettando opportunità interessanti. A sottolineare
l’importanza di un legame effettivo tra l’Europa e il
livello locale è il Segretario dei Socialisti Lidano Lucidi.
“Per combattere la crisi economica, da Bruxelles è stato
modificato il regolamento FESR, che ha allargato le casistiche
per finanziare i piani per l’edilizia abitativa. Pertanto il
FESR può essere utilizzato per cofinanziare piani di enti
locali per il miglioramento dell’efficienza energetica,
finanziando per esempio l'installazione della doppia vetratura,
la sostituzione di vecchie caldaie con altre più efficienti dal
punto di vista energetico, e tanto altro ancora. L’edilizia è
un settore importantissimo. La ripresa di questo settore
comporterà la creazione di migliaia di posti di lavoro in
provincia dando ossigeno ad un’economia a dir poco fiacca.
Teniamo anche presente che tra qualche mese avremo le prime
direttive governative e regionali sul piano casa. Le cose
possono tranquillamente andare di pari passo. Per questo il
Partito Socialista ritiene che bisogna cogliere queste
opportunità spostando le proprie priorità e ripianificando i
programmi operativi locali per finanziare azioni in questo
campo. Da non sottovalutare anche il processo di semplificazione
amministrativa delle operazioni. Meno burocrazia per imprese e
famiglie, un vantaggio per l’economia e l’ambiente.
L’Europa
ci da queste opportunità, sta alla politica locale coglierne le
potenzialità. I cittadini e l’imprese devono sapere che per
il Partito Socialista sarà una priorità assoluta fare in modo
che anche il nostro territorio possa beneficiare di questi
fondi, tenendo ben presente che come dimostrato da uno studio
dell’Enea, le famiglie possono risparmiare più del 20% sulla
bolletta energetica, se si migliora l’efficienza energetica.
Dati cui vale la pena riflettere, più posti di lavoro, più
ricchezza per l’imprese, riduzione secca della bolletta
energetica delle famiglie.”
18
maggio 2009
Proposte
programmatiche per lo sviluppo dell'associazionismo
L’associazionismo
è una ricchezza che va incoraggiata e supportata in ogni modo.
Spesso le associazioni si sostituiscono alle istituzioni dove
queste sono latitanti, pensiamo alle molte organizzazioni di
volontariato che attraverso lo sforzo di ogni singolo associato
aiutano le persone indigenti, o quanti volontariamente difendono
il proprio territorio dall’inquinamento o dall’abusivismo.
Il mondo dell’associazionismo non può essere supportato solo
a parole, ci vogliono fatti concreti e programmi seri e
circostanziati. Proprio per queste ragioni riteniamo assurdo che
il Comune di Sezze inviti i cittadini a versare il 5 per mille
all’ente comunale.
Il
Partito Socialista è impegnato affinché queste risorse siano
destinate all’associazioni locali o alla ricerca scientifica.
Gli enti pubblici dovrebbero dare più risorse
all’associazioni che meritano, e non togliere quelle poche
risorse che hanno o che potrebbero avere.
Nostro impegno sarà anche quello di rivedere il metodo di
attribuzione delle risorse nei bandi della legge regionale
32/1978 (attività di promozione culturale) così come
modificata dalla legge regionale 17/2007.
Non
riteniamo giusto che nei bandi il 60% dei fondi venga gestito
dagli enti locali, e solo il 40% dall’associazioni. Noi
vogliamo che le risorse siano destinate solo in minima parte
agli enti locali e più all’associazioni. Su questo aspetto
condurremo un’azione politica per far capire che in moltissimi
casi liberando l’energie di singole o gruppi
di persone si possono ottenere risultati
significativi.
Pensiamo
per esempio al ruolo che il mondo associazionistico può dare
nel rilancio del turismo del territorio. Bisogna dare spazio
alle persone e favorire i progetti che prevedono la creazione di
lavoro. Abbiamo un territorio fantastico, ricco di storia e di
natura, tradotto siamo un set cinematografico all’aperto.
Abbiamo Cinecittà a due passi, se ci si crede veramente il
nostro territorio, esteso anche a livello provinciale, potrebbe
ospitare la creazione di molte pellicole.
Quanto
posti di lavoro si creerebbero? Tanti. Basta uscire dal torpore
programmatico e rilanciare sul capitale umano, sui giovani
talenti, sull’associazioni che tante idee e progetti hanno.
Soprattutto in un momento di crisi economica poi, è importante
garantire a tutti l’accesso al credito. Le banche infatti
chiedono garanzie che pochi possono dare, e in molti (giovani,
disoccupati, anziani, padri e madri di famiglia) rimangono fuori
dal circuito finanziario.
Per
alcuni, nei casi più disperati, si spalancano le porte
dell’usura, una piaga che deve essere debellata dalla faccia
della terra. A livello nazionale, così come a livello regionale
esiste uno strumento ancora poco utilizzato ma dalle grandi
potenzialità: il microcredito.
Secondo il nostro modo di vedere le associazioni possono
svolgere un ruolo fondamentale anche per quanto riguarda la
gestione del microcredito.
Con
il microcredito si possono finanziare i progetti più disparati,
ma soprattutto si può dare la possibilità a chi è
economicamente svantaggiato di poter investire su se stesso, di
determinare e non di essere determinato.
I
sodalizi possono porsi da filtro tra richiesta ed erogazione,
ovviamente senza responsabilità di sorta, in quanto vivendo a
contatto con la realtà possono meglio individuare le sacche di
disagio sociale, così da adempiere al meglio agli obiettivi
della finanza etica. Con il microcredito anche i disoccupati, i
cittadini meno ambienti, possono coltivare i propri sogni,
possono esercitare il diritto di avere una vita migliore.
L’associazioni
di Sezze devono anche avere l’ambizione di mettere in campo
una progettazione europea: di persone in gamba e volenterose ce
ne sono molte. Ed è proprio questo il momento di agire, proprio
nell’anno europeo della
creatività e dell’innovazione.
Da
ultimo ma non meno importante proponiamo la creazione di un’Associazione
Onlus dell’Associazioni di Sezze. Fondando questa nuova
associazione si avranno notevolissimi vantaggi, in primo luogo
quello di unire le forze. Il nuovo ente potrà proporre alcuni
progetti e chiedere che vengano adottati. Questi progetti
potranno essere adottati sia da privati che dall’aziende. I
privati potranno detrarre dalle proprie tasse il 19% delle
donazioni fatte, l’aziende potranno dedurre dalla propria base
imponibile quanto erogato all’Onlus.
È
evidente che se dai la possibilità di poter detrarre o dedurre
dal reddito le donazioni che vengono fatte, cosa che nella
stragrande maggioranza dei casi non viene fatta, il mondo
dell’associazionismo setino avrà l’indubbio vantaggio di
ricevere una quantità di denaro sicuramente maggiore di quello
attuale.
18
maggio 2009
Un
aperitivo con le associazioni
Il
Partito Socialista di Sezze invita l’associazioni
e i singoli cittadini alla manifestazione: Un
aperitivo con l’associazioni, che si terrà venerdì
22 maggio
alle 18:30 presso il Bar Special Coffe,
per intenderci il baretto della macchia.
Sarà
un momento di confronto ed ascolto reciproco. Abbiamo diverse
idee progetti che vorremmo sottoporre alla Vostra attenzione.
Progetti concreti per rilanciare lo sviluppo associazionistico,
sociale, culturale ed economico del paese.
Nei
prossimi giorni Vi invieremo anticipatamente il nostro
programma.
Vi
ringraziamo anticipatamente.
Enzo
Ricci segretario e candidato consigliere provinciale del Partito
Socialista di Sezze
14
maggio 2009
Il 5 per mille resti alle associazioni e
non al Comune
Il
segretario Enzo Ricci
definisce
inopportuna la scelta del
Comune
Una
campagna pubblicitaria intrapresa dal Comune di Sezze, invita i
cittadini a destinare il 5 per mille delle proprie imposte al
Comune stesso, affermando che queste risorse saranno utilizzate
per progetti sociali. Tale posizione, per una serie di ragioni,
appare assurda. Il 5 per mille nasce per aiutare gli enti di
volontariato o gli enti per la ricerca scientifica; enti che
spesso e volentieri si sostituiscono ad uno Stato frequentemente
inefficiente e latitante. La richiesta del Comune quindi, pur
lecita e legittima, appare inappropriata nel caso specifico. Il
Partito Socialista per bocca del suo Segretario locale, nonché
candidato al collegio provinciale, Vincenzo Ricci, interviene
per esprimere il disappunto dei socialisti e invita i cittadini
a finanziare le associazioni.
“L’ente
locale dovrebbe invitare i cittadini di Sezze a destinare queste
risorse alle associazioni che meritano di più, come quelle che
si occupano della lotta contro il cancro o contro le malattie in
genere, o a quelle che danno assistenza alle persone in
difficoltà. Per non far torto a nessuno, non le menzioniamo ma
ci sono associazioni locali che meriterebbero ben oltre il 5 per
mille. Il Comune di Sezze invece vuole partecipare alla
suddivisione di questa magra torta. Non ne capiamo il senso.
Perché sottrarre queste risorse (parliamo al massimo di poche
miglia di euro) anche alle associazioni di Sezze?
Il Comune
potrebbe tranquillamente tagliare qualche spreco al suo interno
ed ottenere un risultato di gran lunga maggiore. Ma è normale
pagare le tasse allo Stato, e poi quando lo Stato dà la
possibilità di scegliere a chi destinare parte delle proprie
tasse, c’è qualche ente pubblico che vuole partecipare alla
spartizione? A questi enti non sono sufficienti i milioni e
milioni di euro che hanno a disposizione grazie alla spremitura
dei contribuenti? Il Partito Socialista invita invece i
cittadini di Sezze a destinare il 5 per mille alle associazioni
che di più e meglio operano sul territorio, oppure a destinarli
alla ricerca scientifica che contribuisce a salvare la vita
delle persone. Agli enti pubblici diciamo di utilizzare al
meglio le risorse che hanno, e di lasciare in pace chi
volontariamente mette a disposizione della collettività il
proprio tempo e le proprie energie.”
5 maggio 2009
Ciarmatore lascia
il PD, le ragioni della scelta
Lino
Ciarmatore lascia il PD, adesso è ufficiale. La voce che girava
da qualche giorno nell’ambiente politico di Roccagorga, trova
adesso conferma nelle parole dello stesso Ciarmatore che
afferma: “Con la nascita del PD avevo creduto nel rinnovamento
della politica per l’affermazione in Italia, finalmente, di un
grande partito riformista. La delusione però è stata cocente.
All’interno del PD convivono, in realtà, due partiti; gli ex
Margherita da una parte e gli ex DS dall’altra. Ogni decisione
deve sempre essere mediata tra le due componenti, spesso con
prese di posizione che non soddisfano né l’una, né
l’altra. Insomma non esiste un partito unitario e coeso che
possa generare entusiasmo e quindi consenso. Per questo lascio
ogni incarico all’interno del PD e, da vecchio socialista,
rientro nel mio vecchio partito. Il Partito
Socialista è stato, da sempre, la mia vera casa politica ed
è da qui che continuerò a contribuire, nel mio piccolo,
all’affermazione delle aspettative riformiste di cui il Paese
ha tanto bisogno”. Lo stesso Ciarmatore prosegue: “Le
perenni indecisioni sulle cose da fare tipiche del PD
determinano sconcerto e disaffezione tra gli elettori. Non
ultima la questione delle elezioni Europee. Ad un mese da questa
consultazione elettorale ancora non si riesce a sapere quale sia
la collocazione del PD all’interno del Parlamento Europeo;
c’è chi si vorrebbe iscrivere al gruppo Socialista e chi a
quello dei Popolari, chi addirittura si inventa un nuovo gruppo.
Praticamente una situazione di confusione e sbando totale.
Perfino le tanto decantate primarie, che dovrebbero
rappresentare un momento di alta espressione democratica, si
rivelano una prova di forza tra il concorrente ex DS e quello ex
Margherita al solo scopo di permettere l’affermazione del
candidato di riferimento. Alla faccia della partecipazione e del
coinvolgimento della società civile. Non si è riusciti a
mettersi d’accordo neanche sul nome del candidato alla carica
di Presidente della provincia. Dopo tante ipotesi e varie
candidature respinte al mittente, si è dovuto ricorrere ad un
nome istituzionale venuto da Roma, un nome appena sufficiente a
tacitare le velleità dei singoli capirioni locali”. A tal
proposito conclude l’esponente rocchigiano: “Il candidato
forte lo avevamo già in casa ed era il capogruppo PD alla
provincia; il nome di Domenico Guidi avrebbe accontentato tutti
gli elettori di centro sinistra, ma probabilmente, essendo Guidi
un indipendente in quel partito, non riusciva a mettere
d’accordo le due fazioni politiche del PD. Pertanto, per i
tanti motivi suesposti, ho deciso di appoggiare il programma
della lista “PROVINCIA FUTURA” del candidato GUIDI,
l’unica vera opposizione in provincia alla giunta Cusani in
questi anni di fallimento del centro-destra. Tra le tante
iniziative intraprese, come ad esempio le sue battaglie a favore
delle gente contro la privatizzazione dell’acqua ed a favore
della salute di tutti con il rifiuto della Turbogas ad Aprilia,
è stato l’unico ad interpretare i sentimenti popolari”.
29 aprile 2009
La Federazione Provinciale a favore dell’Onorevole
Battilocchio
La Federazione Provinciale del Partito Socialista nel suo processo di rilancio programmatico e politico, darà il suo apporto al comitato giovanile under 30, che si sta costituendo a sostegno della candidatura dell’Onorevole Alessandro Battilocchio, che, con i suoi trent’anni, è il parlamentare uscente più giovane eletto a Strasburgo. Un socialista europeo, una risorsa giovane e preparata, un elemento fondante della nuova classe politica che la sinistra è chiamata a ricostruire. I socialisti, per non cadere nella politica del nuovismo dove i giovani spesso sono spesso utili idioti di disegni a loro estranei, ritengono meritevole non l’età, ma l’azione politica che Battilocchio ha impostato in questi anni, soprattutto per l’impegno profuso alle tematiche che riguardano le giovani generazioni.
Tra le sue battaglie ricordiamo l'abolizione dei costi fissi di ricarica per la telefonia mobile, lo sviluppo e la realizzazione della regolamentazione del nuovo programma Erasmus Mundus, nonché l'incessante sostegno alle politiche ed azioni in favore dei giovani precari. Ha poi organizzato decine di altre iniziative che hanno visto protagonisti nel cuore delle istituzioni europee, grazie ai programmi ed ai concorsi dedicati alle scuole e alle università, studenti provenienti da tutte le regioni italiane. Quello che sta nascendo è un comitato dinamico, giovanile, innovativo, che affronti la campagna elettorale con uno spirito moderno, parlando un linguaggio comprensibile anche a chi voterà per la prima volta. Un comitato aperto a tutti coloro che vorranno portare il loro contributo con idee, passioni e capacità. Il comitato sta organizzando il 15, 16 e 17 maggio a Tolfa, comune della provincia di Roma, un meeting, dove i giovani possono elaborare progetti di stampo europeo, conoscersi ed affrontare i temi della globalizzazione ed integrazione europea. Di notevole importanza sarà anche la condivisione dell’esperienza maturata in questi anni all’interno dei movimenti giovanili del Partito Socialista Europeo.
7 aprile 2009
Lucidi
ribadisce il sostegno a Domenico Guidi
In
riferimento agli ultimi articoli di stampa sulla composizione
della coalizione di centro sinistra, il Partito Socialista
interviene per ribadire la sua posizione. La scelta del
candidato Presidente Provinciale spetta alla federazione locale,
che in assemblea con convinzione ed entusiasmo ha scelto di
appoggiare Domenico Guidi. Lo ribadisce a chiare lettere il
presidente provinciale della Federazione di Latina del PS,
Lidano Lucidi: “Continuiamo a ritenere Guidi persona valida, preparata e meritoria di
questo riconoscimento per il grande lavoro che ha svolto in
questi anni. La conoscenza e la visibilità che Guidi ha sul
territorio, oltre la sua impostazione politico programmatica, ci
spingono a spenderci per sostenere la sua figura. Oltre ai temi
dell’acqua e dei rifiuti, siamo impegnati ad elaborare
proposte per il rilancio economico del territorio, perché
vediamo la disoccupazione come un dramma cui destinare la gran
parte della nostra energia per contrastarla. Il Partito
Socialista è convinto che per far rinascere il centro sinistra,
renderlo competitivo per la vittoria in Provincia di Latina, per
dotarlo di una prospettiva stabile, occorre ridare voce ai
territori, alle sezioni locali, ai militanti e simpatizzanti.
Questo processo noi lo abbiamo aperto da mesi, e non è stato di
certo dettato dalle scadenze elettorali, è una linea politica
interna di cui andiamo orgogliosi. Fin dal congresso di nascita
del Partito Socialista ci siamo dati una semplice regola: che la
linea politica e le scelte non spettavano al Segretario o al
Direttivo ma a tutti i militanti. Convinti
di questo abbiamo aperto il partito alla discussione, e abbiamo
deciso la linea politica, che ripeto ci vede e ci vedrà
sostenitori di Guidi”.
2 marzo 2009
Tasse
in aumento e servizi che latitano
Si
susseguono iniziative di cittadini che cercano di risolvere da
soli alcuni problemi che le istituzioni dovrebbero risolvere
loro. Nel momento in cui per ammissione dello stesso Governo la
pressione fiscale raggiunge livelli record, dato che andrà
sicuramente ad aumentare data la flessione del prodotto interno
lordo, i servizi che i cittadini ricevono continuano a latitare.
Ricordiamo che le famiglie e l’imprese pagano le tasse per
ottenere in cambio servizi efficienti. Pagare tanto per ottenere
poco non è da paese civile, è questa la denuncia del
Segretario del Partito Socialista Lidano Lucidi:
“Si apprende in provincia di famiglie che si autotassano per poter fare
la manutenzione su strade ridotte a colabrodo, di commercianti
che puliscono da soli le strade. Paghiamo di più l’acqua, i
rifiuti, per ricevere servizi di bassa qualità. Le famiglie che
si organizzano da sole per sopperire alle mancanze del sistema
sanitario ormai non fanno più notizia.
Vedere sottratta una parte della ricchezza prodotta e ottenere in cambio
servizi scadenti è profondamente ingiusto. Perché pagare per
poi provvedere da soli a garantire i diritti che come cittadini
ci spettano? Non da ultimo s’inserisce l’iniziativa
dell’Associazione Vittime della Strada che hanno deciso di
formare ronde per arginare le morti da incidenti stradali.
L’iniziativa è lodevole, però va denunciata la mancanza
delle istituzioni, incapaci sempre più spesso di dare risposte
al legittimo bisogno di sicurezza. Pagare è giusto, ma è
altrettanto giusto ricevere in cambio servizi efficienti per ciò
che si è pagato.”
23
febbraio 2009
Migrazione
al PD di Mancini e Faticoni
Interveniamo
per chiarire la posizione del Partito Socialista in merito
all’entrata di Mancini e Faticoni nel Pd. L’entrata dei due
è una scelta personale, legittima e rispettabile, ma non
riguarda il Partito Socialista. Per Mancini poi si tratta di un
ritorno a casa, dal Pci, Pds, Ds, Sdi, Ps,e ora Pd, che già ci
aveva comunicato molti mesi fa, quindi nulla di nuovo. Il
chiarimento arriva dal Segretario Provinciale Lidano Lucidi, che
continua: "La linea politica dei socialisti è chiara e
anche banale: perseguiamo l’obiettivo di costruire un partito
chiaramente socialdemocratico che si opponga al centro destra.
Non entriamo nel merito della crisi del Pd a livello nazionale,
però l’idea che un partito possa rappresentare tutto e il suo
contrario, si sta rilevando un’impresa ardua se non
impossibile. In Europa la sinistra è socialista e si oppone ai
popolari con programmi alternativi, in Italia invece succede il
contrario.
La
sinistra deve capire una volta per tutte che il centro è
rappresentato dal Pdl e qualsiasi tentativo di conquistare
quell’elettorato è fallito e fallirà, mentre gli elettori di
sinistra o si rifugiano nell’astensionismo o votano Lega, e
fanno bene. Il centro destra è talmente forte che si sta
scegliendo l’opposizione che più gli fa comodo, e questo
perché dall’altra parte non c’è un forza progressista
vigorosa. Proprio per queste ragioni ci auguriamo che da oggi in
poi non si assista a dichiarazioni tipo i socialisti del Pd, che
potrebbero far innervosire i socialisti del Pdl. Chiariamo una
cosa una volta per tutte, i socialisti, quelli che hanno
firmatario il manifesto di Madrid del Pse, sono rappresentati
dal Partito Socialista che non si arrende all’idea che in
Italia non possa trovare spazio un partito laico, libertario e
socialdemocratico opposto ai conservatori. Questo schema siamo
impegnati a riproporlo anche in provincia di Latina, partendo
proprio dai problemi locali come la gestione di Acqualatina, un
carrozzone che da servizi scadenti e se li fa pagare
profumatamente, la crisi occupazionale, l’istruzione,
l’infrastrutture, la difesa dell’ambiente, la gestione dei
rifiuti secondo il punto di vista che possono essere una risorsa
per tutti e non per pochi."
21
febbraio 2009
La
politica davanti alla crisi economica
La
crisi economia è sotto gli occhi di tutti e sta assumendo
connotati veramente preoccupanti. Proprio per questo motivo la
politica più che denunciare le difficoltà deve prospettare
soluzioni. Le famiglie chiedono un futuro di benessere, le
imprese prospettive di sviluppo, di certo non chiedono di
ricordargli quotidianamente che le cose non vanno per il verso
giusto, lo sanno già. Il ruolo dei partiti è di mettere sul
tappeto proposte, una visione di sviluppo del territorio, in
sintesi risposte chiare. Ad esprimere la proposta socialista è
il Segretario Provinciale Lidano Lucidi: “Il Partito
Socialista proprio in questo spirito ritiene che una robusta
crescita economia possa essere garantita dal potenziamento dei
distretti industriali presenti sul territorio, quello
chimico-farmaceutico e quello agro-industriale. Valorizzare i
distretti vuol dire metterli a sistema con le realtà che li
circondano, in particolar modo con gli enti di formazione, in
primo luogo l’Università. La formazione universitaria e non,
deve coinvolgere le aziende locali per evitare di sfornare
specialisti con qualifiche non spendibili sul territorio.
Lasciare la propria città, i propri affetti, deve essere una
libera scelta delle persone e non una necessità. Per far ciò
potrebbero essere sottoscritti protocolli d’intesa specifici,
coinvolgendo anche gli studenti in prima persona. I giovani
devono assumersi la responsabilità di decidere del proprio
futuro. I distretti industriali hanno senso e possono creare
effetti positivi soprattutto in termini di produzione di
ricchezza se affrontano anche il problema del credito, ma non a
livello di singola azienda bensì di gruppi d’aziende.
L’aggregazione e la sintesi degli interessi se ben fatta è un
valore aggiunto. Il bando sui distretti della regione Lazio, così
come gli ultimi sviluppi legislativi in tema di fiscalità degli
stessi, possono essere strumenti validi solo se tutti marciano
nella stessa direzione. Bisogna inoltre uscire dalla logica
secondo la quale più finanziamenti ci sono più bella figura si
fa, per passare all’idea della qualità degli interventi. Se
il consenso politico si misura nei voti, il consenso degli
interventi economici dovrebbe essere misurato in termini di
posti di lavoro creati”.
18
febbraio 2009
Il
segretario della Federazione di Latina, Lidano Lucidi, appoggia
la candidatura di Domenico Guidi alla presidenza della Provincia
Il
Partito Socialista ha impostato la sua attività non solo sul
piano politico, ma anche culturale. Riteniamo infatti che per
contrastare il centro destra occorra mettere in campo un chiaro
programma elettorale e sociale del tutto alternativo in ogni
singolo aspetto. Siamo impegnati nella ricostruzione del centro
sinistra del tutto diverso dal Pdl e dai suoi alleati. Solo
così la sinistra potrà recuperare quel voto che si sta
rifugiando giustamente nell’astensionismo. È quindi con
favore che apprendiamo la candidatura a Presidente della
Provincia di Domenico Guidi. A spiegare le ragioni della scelta
è il Segretario Provinciale del Partito Socialista Lidano
Lucidi. "I motivi che ci spingono ad affermare ciò
risiedono nel fatto che Guidi, in tutti questi anni, si è
sempre contrapposto alle politiche del centro destra, che va da
Azione Sociale della Mussolini all’Udc di Forte. Non possiamo
che appoggiare le battaglie che Memmo Guidi ha condotto, e
continua a condurre, contro Acqualatina e per l’acqua
pubblica, sui rifiuti, sulla tutela dell’ambiente in generale,
per la difesa dell’occupazione. Bisogna inchiodare chi governa
il territorio alle sue responsabilità, visto che governa non
solo la Provincia ma anche in moltissimi comuni. Avranno o no
qualche responsabilità sulla crisi occupazionale, sulla
gestione dell’acqua, sulla crisi agricola e ambientale del
nostro territorio? Riteniamo la coerenza e la costanza dell’impegno
politico di Guidi un valore aggiunto per l’area di sinistra,
un punto di forza". Lo stesso Lucidi prosegue: "Bisogna
ritrovare le ragioni nell’essere veramente alternativi alla
destra, sia a livello locale che nazionale, e per farlo occorre
essere chiari nei messaggi, nei programmi e negli uomini. È
proprio la mancanza di un forte Partito Socialista come esiste
in tutta Europa, che permette al centro destra di egemonizzare
la vita amministrativa, culturale e sociale. Inseguire l’agenda
politica del Pdl sta portando all’estinzione della sinistra,
è ora di invertire la rotta. I socialisti sono impegnati per la
costruzione di un progetto politico duraturo, aperto alle
istanze della società, che sappia riaccendere l’entusiasmo
della base di sinistra che sta vivendo un periodo di sfiducia e
sbandamento."
17
gennaio 2009
Commercio
equo e solidale per sostenere i nostri agricoltori
L’agricoltura
nostrana mostra segni di sofferenza già da tempo. Il Partito
Socialista, nel suo autentico spirito riformista, non vuole solo
criticare, ma vuole anche mettere in campo proposte. Il
segretario provinciale Lucidi infatti si esprime proprio in
questo senso: “I nostri agricoltori possono essere aiutati,
non elargendo aiuti a pioggia o facendo promesse da marinaio,
bensì dirottando gli acquisti sui prodotti del nostro
territorio. Prediligere negli acquisti frutta, verdura, carne,
latticini di produttori locali. Una sorta di rivisitazione in
salsa pontina del concetto del commercio equo e solidale, ovvero
l’acquisto di beni da chi versa in uno stato di difficoltà,
in modo da poterlo aiutare a risollevare le sorti della sua
azienda. Tutte le mense che servono gli istituti sul territorio,
pensiamo per esempio a quelle scolastiche o ospedaliere,
dovrebbero utilizzare i prodotti del luogo, dietro l’impegno
di pagarli prezzi ragionevoli. Siamo sicuri che, con la
mediazione delle istituzioni locali che possono svolgere un
ruolo di primissimo piano, si può trovare il prezzo
d’equilibrio che soddisfi entrambe le parti. Inoltre si
risparmierebbe sul costo dei trasporto visto che la merce viene
prodotta in zona. Non possiamo assistere passivamente al
disfacimento del comparto agricolo. Le istituzioni, data la
gravità della crisi in atto, non possono ragionare con lo
stesso approccio tenuto finora. Gli ultimi sviluppi legislativi
poi, ci consegnano due strumenti che possono essere impiegati
allo scopo: i gruppi di acquisto solidali e i farmer market. Se
utilizzati in simbiosi e in modo sistemico, questi strumenti
hanno la capacità di dirottare risorse finanziarie verso le
aziende pontine. Da ultimo, ma non meno importante, è la
certezza della provenienza delle merci”.
5
gennaio 2009
Lidano
Lucidi “Sulla questione aeroporto sto con Marrazzo ma anche
con Alemanno”
Il
destino dello scalo internazionale di Fiumicino non è una
vicenda che ci può lasciare indifferenti. Un suo
ridimensionamento non sarà nocivo solo per Roma, ma per tutta
la Regione Lazio, e fino a prova contraria Latina fa parte di
essa. Ad intervenire di nuovo sulla questione è il Segretario
del Partito Socialista Lidano Lucidi. Spesso
si parla di rilanciare il turismo in quanto possibile volano di
sviluppo del territorio, tesi di cui sono convinto sostenitore.
La domanda però che bisogna porsi è: se Malpensa viene
preferita a Fiumicino, il flusso turistico, sarà più
indirizzato verso le mete del nord o verso quelle del centro? Se
calano le presenze turistiche a Roma, quanti posti di lavoro dei
pontini che lavorano nella capitale saranno a rischio? Senza
tener conto che a livello locale avremo sempre più difficoltà
a sostenere una qualsivoglia progetto teso ad intercettare nuovi
turisti.
Non
dimentichiamo poi. che all’articolo 10 del disegno di legge
sul federalismo fiscale, in riferimento all’autonomia
tributaria degli enti locali, si porta come esempio proprio il
turismo. Per i viaggi internazionali saremo costretti a
dirigersi sovente al nord, e a questo punto il territorio non
sarà appetibile per investimenti esteri, in quanto male
collegato con le rotte extra nazionali. Nella
sostanza lo sviluppo di Fiumicino è anche il nostro sviluppo.
Il nuovo aeroporto della Regione Lazio non verrà costruito a
Latina e questo è un gravissimo handicap per la competitività
territoriale, ora sottodimensionale lo scalo romano sarebbe un
ulteriore danno. Proprio per questo
voglio esprimere il massimo apprezzamento a Marrazzo e Alemanno
che stanno difendendo, almeno in questo frangente, gli interessi
anche del nostro territorio.
5
gennaio 2009
Il
segretario Lucidi: “Intervenire in soccorso di Fiumicino”
È
scoppiata la guerra tra Malpensa e Fiumicino, che poi è
Lufthansa contro Air France. La compagnia svizzera predilige
Malpensa, mentre quella francese decisamente Fiumicino. Quello
che si nota è che il Partito trasversale del Nord (Lega, Pd, e
Pdl), con in testa il Penati (PD) e la Moratti (Pdl), sta
facendo forti pressioni affinché si scelga
Lufthansa, e quindi Malpensa. Si pensa addirittura al
Malpensa Day. E noi cosa facciamo? E questo l’interrogativo
che si pone il Segretario del Partito Socialista Lidano Lucidi.
“Ci stiamo avviando a subire un federalismo a misura del Nord
con garanzie per la Sicilia e Roma Capitale, un’inondazione di
centrali elettriche che servono solo ad altri, ed ora dobbiamo
subire supinamente le pressioni del Partito del Nord? La
politica locale, dopo aver subito lo smacco della mancata
costruzione dell’aeroporto, deve fare pressioni a tutti i
livelli, per far in modo, non solo che Fiumicino venga salvato,
ma che la Provincia di Latina venga messa a sistema con lo scalo
internazionale della Capitale.
Non
un territorio avulso allo sviluppo, ma parte integrante di
investimenti, localizzazione di servizi e lavoro. Se si lancia
il Malpensa Day dobbiamo rispondere con lo stesso vigore. La
deindustrializzazione che stiamo subendo ha come causa anche la
mancanza di infrastrutture. Immaginiamo ora un
sottodimensionamento di Fiumicino. Per troppi anni abbiamo
subito supinamente le scelte che vengono calate dall’alto, è
il tempo che la politica locale, senza distinguo di colore, si
faccia sentire. Dobbiamo batterci sia per un nostro aeroporto,
sia per difendere quello internazionale di Roma. Il Partito
Socialista lancia lo stesso appello che hanno lanciato al Nord.
Al Presidente della Provincia, ai Sindaci del territorio, ai
partiti politici, alle imprese, alle associazioni dei
consumatori, ai sindacati, ai semplici cittadini chiediamo di
unirci tutti insieme per difendere lo scalo internazionale di
Fiumicino, e chiedere alla nuova Alitalia, maggiori investimenti cui possa beneficiare anche il nostro
territorio”.
1
gennaio 2009
Il
momento della GREEN ECONOMY
C’è
speranza, basta crederci e lavorare per superare le difficoltà.
Il nostro territorio ha le potenzialità per uscire fuori dalla
crisi, ma per farlo bisogna anticipare i tempi, esseri audaci
nell’idee, insomma proporre e non subire passivamente
l’andamento ciclico dell’economia. Il Partito Socialista non
ha nessuna voglia di seguire la politica del lamento, piuttosto
vuole aprire un dibattito su quale sarà il futuro assetto
economico del nostro territorio. Di una cosa infatti siamo
sicuri, non sarà più come prima.
È
questo il pensiero del Partito Socialista espresso per bocca del
Segretario Provinciale Lidano Lucidi. “I cicli
economici tendono sempre più ad accorciarsi per via dello
sviluppo tecnologico. Dopo la rivoluzione informatica sembra
arrivato il momento della green economy, l’economia verde. I
cambiamenti climatici, la fame d’energia mondiale, la paurosa
oscillazione del prezzo del petrolio, hanno gettato le basi per
un nuova rivoluzione economica e sociale. Si prevede la
creazione di milioni di posti di lavoro in tutto il mondo. Il
Partito Socialista ritiene che occorre creare fin da subito le
condizioni affinché il nostro territorio sappia recepire i
milioni di euro di investimenti che da qui ai prossimi anni
saranno messi in campo. Siamo rimasti paurosamente indietro
nello sviluppo della tecnologia informatica, non possiamo
permetterci di rimanere indietro anche in questo settore. È
necessario un forte investimento in formazione, in particolar
modo per gli energy manager, stringendo accordi tra enti locali,
università, sindacati e datori di lavoro. In secondo luogo
bisogna ripensare l’assetto territoriale non come luogo in cui
costruire centrali opposte alla green economy, pensiamo alle
turbogas, ma come attrattori di investimenti nel settore
ambientale. Quando si parla di rivoluzione verde ci si riferisce
a tutti i settori, nessuno escluso. Pensiamo alle infrastrutture
verdi, ai nuovi edifici sostenibili che daranno nuova linfa al
settore dell’edilizia, al riciclaggio, alle fonti rinnovabili,
al settore dei servizi, al ruolo che potrà svolgere
l’agricoltura. Non possiamo permetterci di restare fuori.
29
dicembre 2008
Turbogas,
Aprilia
docet
Il
tema turbogas è fondamentale per le sorti del nostro
territorio, talmente importante che noi socialisti non ci
sentiamo per nulla rassicurati dalle prese di posizione da parte
del Presidente della Regione Lazio Marrazzo e da quelle di
Onorevoli, Senatori, Assessori, insomma i pezzi grossi della
politica locale e nazionale. Il Partito Socialista di Sezze, con
il Segretario Provinciale Lidano Lucidi, interviene nuovamente
sulla spinosa questione della centrale di Mazzocchio. “La
domanda che ci poniamo da tempo, e continuiamo a porci, è
sempre la stessa: come mai tutti si dicono contrari e poi le
probabilità che questa centrale nasca aumentano di giorno in
giorno?
Aprilia
docet in questo senso.
Dobbiamo
tenere alta la guardia, non farsi né illusioni, né cadere in
un pessimismo cosmico dicendo: tanto non possiamo farci nulla.
Sul tavolo c’è l’assetto del territorio. Che senso ha
parlare di agricoltura di qualità, di distretti agroindustriali,
di rilancio del turismo se la centrale turbogas dovesse nascere?
In queste vicende occorre fare quadrato indipendentemente dai
colori politici. La politica, se ancora ha un senso, deve
parlare con chiarezza e portare le istanze del territorio fino
in fondo senza lasciarsi distrarre da puerili calcoli politici.
La Regione è governata dal centro sinistra, il Governo centrale
dal centro destra, nessuno si può sentire escluso o al di sopra
delle parti. Il Partito Socialista continuerà a tenere alta la
guardia, e si sentirà rassicurato solo quando alle parole e
alle prese di posizione faranno seguito fatti concreti.
21
dicembre 2008
PS SEZZE, che il 2009 porti i FARMER MARCKET
Con
l’approvazione della legge che regola il mercato del
contadino, avvenuta lunedì 15 dicembre, la Regione Lazio lancia
definitivamente i Farmer Market dettandone le regole generali e
promuovendo incentivi per la loro attuazione. Ciò costituisce
motivo di soddisfazione per il Partito Socialista
che ha creduto in questo progetto sollecitando più volte
la comunità locale, proponendo la nascita di un convegno
tematico e auspicando una convergenza con le altre forze
politiche del paese che però non hanno aderito forse distratte
da altre questioni. Oggi l’apprezzamento su questo progetto
avviene anche da parte dell’amministrazione comunale e da
qualche consigliere dell’opposizione. Questa in sintesi la
valutazione della segreteria del PS di Sezze: “L’avvio del
nuovo corso, conciso con la nascita di commissioni tematiche
all’interno del partito, ha liberato risorse e idee a tutto
vantaggio della collettività, riportando il partito al centro
dell’attività politica come strumento di dialogo con la
popolazione; infatti a questo servirà il Convegno sui Farmer
Market che si terrà nei primi giorni del nuovo anno”. Dalla
commissione ambiente, Ciavolella
tiene a precisare: “Il funzionamento dei Farmer Market è
legato al conseguimento del risparmio e al miglioramento della qualità
dei prodotti; il risparmio si ottiene accorciando la filiera con
il contatto diretto produttore-consumatore, e la qualità sarà
la naturale conseguenza della vendita
degli imprenditori agricoli
nei mercati
della propria
zona che
garantirà quindi
al consumatore, un prodotto fresco, di qualità e del
territorio”. Questi sono da sempre gli obbiettivi dei Farmer
Market fin dalla loro nascita che avvenne in California
negli anni ’90 e il loro raggiungimento è tanto
semplice quanto più semplici sono le regole che ne stabiliscono
le modalità d’attuazione. Inoltre, gli fa eco Alerssandro
Consoli: “Un altro beneficio che i Farmer Market porterebbero
nel nostro territorio, è costituito dalla possibilità di
chiudere il ciclo economico all’interno della provincia di
Latina evitando, attraverso l’acquisto di prodotti non locali,
di finanziare un’impresa estera il cui profitto non ricadrà
direttamente nel nostro territorio. In poche parole la maggiore
redditività dei produttori locali ricadrà in termini di
benefici economici sul territorio di appartenenza attraverso
l’acquisto di beni e servizi e creando così le condizioni per
la realizzazione di un progetto
più grande e strutturale dei Farmer Market che è quello
dell’ Autosufficienza Globale di Filiera, una sorta di
indipendenza economica multisettoriale che consente un aumento
della domanda interna locale”.
21
dicembre 2008
PS
LATINA, Riaprire il dibattito sull’orario di lavoro
Ora
che il Parlamento Europeo ha respinto la possibilità di portare
l’orario di lavoro nei paesi Ue fino a 65 ore, e che voci di
stampa dicono come il Governo abbia messo all’ordine del
giorno la proposta della settimana corta, occorre
approfondire se ci sono le condizioni per usare lo strumento
dell’orario di lavoro come elemento che possa essere
utilizzato per uscire dalle secche in cui siamo. A lanciare un
ragionamento in merito sulla questione è il segretario
Provinciale del Partito Socialista Lidano Lucidi: “
Soprattutto sul nostro territorio è auspicabile l’apertura di
un dibattito in tal senso perché la deindustrializzazione in
atto pone un problema di tenuta sociale ed economica anche alla
luce della bozza Calderoli sul federalismo. I singoli enti
locali non hanno di certo potere legislativo, ma possono fare da
filtro alle proposte che dovessero giungere sul tavolo, anche
perché l’esperienza dovrebbe aver insegnato a tutti che le
scelte calate sono destinate a fallire. Visto che nel Governo
comincia a serpeggiare l’idea che la riduzione del tempo di
lavoro può essere una misura di contenimento della perdita di
lavoro, e vista la proposta di Bonanni della CISL
dell’utilizzo dei contratti di solidarietà, la politica
locale non può restare a guardare. Tra le altre cose quando si
parla di produttività del lavoro non occorre concentrarsi solo
sul fattore capitale, occorre riportare al centro
dell’attenzione il fattore lavoro, e noi socialisti diciamo
con forza che culturalmente bisogna riportare il fattore lavoro
umano al centro della questione. Potrebbe essere il nostro
territorio un laboratorio economico e sociale in cui le nuove
tendenze governative e sindacali, se confermate, possano essere
meglio recepite. Sarebbe quindi auspicabile che si aprisse un
forum provinciale che metta all’ordine del giorno
l’argomento tempo e che sappia convogliare quante più idee
programmatiche prendendo da esempio in primo luogo la
Germania”.
16
dicembre 2008
IL
18 DICEMBRE A
SEZZE L’EURODEPUTATO BATTILOCCHIO
La
Federazione provinciale del Partito Socialista incontrerà il 18
dicembre a Sezze l’eurodeputato Alessandro Battilocchio che
con i suoi 31 anni e più giovane politico
dell’Europarlamento. Sarà occasione di discussione e
confronto su molte tematiche, dal Manifesto di Madrid del
Partito Socialista Europeo che vede come unico partito
firmatario in Italia il Partito Socialista, della sua intensa
attività politica internazionale al fianco del popolo Saharawi
in lotta per l'indipendenza dal Marocco e della difesa dei
bambini dallo sfruttamento, impegno che gli ha valso il
riconoscimento di difensore dell’infanzia da parte dell’Unicef.
Abbiamo voluto fortemente e reciprocamente questo incontro perché
siamo convinti che in un mondo sempre più globalizzato, in cui
le crisi vengono affrontate di concerto con gli altri paesi e
non in senso autarchico, si sente sempre più il bisogno di
lavorare per una grande casa che sappia accogliere le istanze e
gli ideali del popolo della sinistra europea e mondiale. Noi
socialisti questa casa l’abbiamo già ed è il PSE e
l’Internazionale Socialista uniche forze transnazionali capaci
di dare un senso alla parola sinistra. Questo vuoto in Italia si
sente sempre più, giorno dopo giorno. Si sente cioè la
necessità di lavorare per costruire una forza di sinistra
socialista e progressista ancorata saldamente nel Partito
Socialista Europeo che sappia contrastare efficacemente le forze
centriste e di destra che governano in Italia. Una forza
presente in tutto il mondo e che solo in Italia ci si ostina a
non volere, ad andare oltre, e ancora non si capisce bene dove.
La normalizzazione della sinistra italiana passa attraverso il
riconoscimento di questo dato di fatto, dato che se non verrà
affrontato sarà cause di incessanti sconfitte nei confronti
delle forze conservatrici. L’incontro sarà anche occasione di
analisi dell’attività svolta dall’Onorevole Battilocchio
come membro delle Commissioni Sviluppo e Cooperazione, Trasporti
e Turismo.
14
dicembre 2008
Governo
contro i giovani
Il
governo ha tolto il versamento dei contributi al Servizio Civile
Si
è parlato e sparlato al lungo sull’aumento dell’Iva a Sky,
mentre sta passando in sordina un articolo di legge che
svantaggia e di molto le nuove generazioni. A lanciare una
riflessione in merito è il Segretario Provinciale del Partito
Socialista Lidano Lucidi: “Con D.L. 29/11/08, n. 85 è
stata introdotta una norma che grida vendetta soprattutto da
parte dei giovani vere vittime sacrificali del sistema oggi
vigente. All'articolo 4 il Governo ha abolito l'obbligo della
contribuzione pensionistica da parte del Fondo nazionale per il
Servizio Civile a decorrere dal 1° gennaio 2009. I periodi di
Servizio Civile Nazionale che verranno prestati dal 1° gennaio
2009 sono riscattabili, in tutto o in parte, a domanda del
volontario e su contribuzione individuale, da versare in
un'unica soluzione o in 120 rate mensili senza l'applicazione
degli interessi di rateizzazione.
Tradotto
vuol dire i che ai volontari civili non verranno pagati i
contributi, se vogliono vedere riconosciuto questo diritto
li devono versare di tasca propria. Siamo all’assurdo, io
lavoro da dipendente, perché si possono fare pure voli
pindarici di diritto del lavoro ma di questo si tratta, e i
contributi me li devo pagare solo. In un paese anormale come
l’Italia questo è normale, come potrebbe essere diverso.
Fiumi d’inchiostro per parlare di un privilegio del più
grande magnate televisivo mondiale, primo sponsor di Bush, e che
ai ragazzi italiani impiegati nel servizio civile non vengono
pagati i contributi di questo non parla nessuno. La tragedia per
le nuove generazioni sarà proprio la pensione, molti avranno un
vitalizio ridicolo rispetto al lavoro svolto e ora, ad alcuni,
quei pochi contributi non gli vengono versati. Aggiungiamo anche
che lo Stato quando deve pagare i suoi fornitori richiede
all’imprese il Documento Unico di Regolarità Contributiva per
vedere se esse hanno versato i contributi ai propri dipendenti,
mentre a parti inverse esso stesso si esonera dal pagamento
degli oneri contributivi, l’ennesima disparità quando
s’invertono le parti.
6
dicembre 2008
Non
solo ammortizzatori sociali per uscire dalla crisi
Il
pensiero del Segretario provinciale del Partito Socialista
Lidano Lucidi
La
situazione economica è drammatica e sotto gli occhi di tutti.
Non per questo il dibattito da sviluppare può riguardare
esclusivamente gli ammortizzatori sociali. Di sicuro è un tema
fondamentale, ma oggi più che mai abbiamo bisogno di cominciare
a dare risposte serie per uscire dalla crisi. Ad auspicare un
dibattito serrato sulle questioni economiche provinciali è il
Segretario provinciale del Partito Socialista Lidano Lucidi:
“E’ auspicabile che la prossima campagna elettorale diventi terreno di
confronto tra le diverse proposte che le forze politiche
vogliono dare per rilanciare l’economia del territorio. È
inutile piangersi addosso, occorre la proposta per uscire dalle
secche. La cronica mancanza di infrastrutture deve essere
colmata con un programma serio e realistico d’investimenti, mettendo
anche in piedi le infrastrutture per rilanciare il settore dei
servizi. Connessioni internet sempre più veloci, sistemi wi-fi
per permettere di sviluppare il settore terziario e il tele
lavoro devono essere messe al centro del programma
d’investimento infrastrutturale. Molta economia viaggia sul
web, non solo sulle strade. Il settore industriale è in crisi
da diverso tempo, ma non basta la denuncia occorre capire i
limiti e per cercare di superarli. Di sicuro si scontano i
bassissimi investimenti in ricerca e sviluppo. Noi socialisti
riteniamo che sia fondamentale legare il mondo imprenditoriale e
sindacale al mondo della formazione e dell’università. I
progetti di formazione devono essere mirati a creare figure
altamente specializzate come per esempio gli energy manager o
gli internet marketing manager, e puntare molto sulla conoscenza
delle lingue. Abbiamo bisogno di puntare alto, essere aggressivi
anche nei mercati esteri, ma questo lo si può fare se si creano
le condizioni di avere esperti nel settore del commercio estero
e quindi padroni delle lingue. Riteniamo anche importante
sfruttare il concetto di life long learnig autentica risorsa
formativa troppo spessa snobbata dall’istituzioni. Sfruttare
la vicinanza di Cinecittà per rilanciare il turismo e far
attecchire nel nostro territorio l’industria cinematografica,
puntare su una politica del turismo che abbracci tutte le realtà
provinciali e non solo piccole porzioni, una politica agricola
che sappia cogliere le eccellenze di prodotto per i grandi
mercati e che sappia diversificare gli introiti proprio nello
spirito del nuovo Piano di Sviluppo Rurale, semplificare
l’accesso al credito per le piccole e medie imprese,
semplificazione della vita amministrativa sfruttando a pieno le
nuove tecnologie, sono solo alcuni punti su il Partito
Socialista si batterà nella prossima campagna elettorale”.
2
dicembre 2008
Il
Partito Socialista aderisce alla manifestazione No Turbogas del
14 dicembre a Pontinia
Il Partito Socialista esprime il massimo appoggio
alla manifestazione contro la Turbogas che si terrà a Pontina
il 14 dicembre. A prendere posizione è il Segretario
provinciale del Partito Socialista Lidano Lucidi: “Quello che
è successo ad Aprilia qualche giorno fa deve far riflettere
sulla determinazione con la quale si sta andando avanti. Se a
questa determinazione non si oppone un’altra della stessa
intensità, se la politica invece di nicchiare sui problemi non
decide di affrontarli di petto, allora essa non ha più senso.
La mancanza di una visione complessiva di sviluppo sta portando
a palesi contraddizioni. Infatti se da un lato agli agricoltori
viene data la possibilità di espandere la propria attività con
i fondi del PSR, dall’altro gli si vogliono espropriare le
terre o ridurre il valore dei prodotti per via dell’immissione
dell’atmosfera di polveri sottili. Dal prodotto DOC al
prodotto DOI (d’origine inquinata). Che senso ha allora
parlare dei prodotti tipici della zona? Che senso ha sbandierare
finanziamenti per il distretto agroalimentare quando nel bel
mezzo di questo nasceranno ben due turbogas e forse un
termovalorizzatore? Ci rendiamo conto che a poche centinaia di
metri esiste un Parco Nazionale?” Conclude infatti Lidano
Lucidi: “ Se fossimo su scherzi a parte forse verrebbe voglia
di sorridere, ma siccome questa non è fantascienza allora c’è
di che essere preoccupati. Il 14 noi saremo in piazza per
sostenere le ragioni dei cittadini, degli agricoltori, di tutti
quei ragazzi che si stanno spendendo per difendere il territorio
dove siamo nati e dove vivono e vivranno i nostri figli e
nipoti”.
26
novembre 2008
Farmer
Market, presto il Convegno proposto dai Socialisti
La
scorsa settimana, una delegazione del Partito Socialista
costituita da Pino Ciavolella e Consoli Alessandro, è stata
ricevuta dal Sindaco di Sezze dott. Andrea Campoli per
approfondire il tema relativo ai Farmer Market che ricordiamo,
sono dei mercati dove i produttori vendono direttamente al
consumatore finale senza l’ausilio di intermediari, la cui istituzione risale al novembre
2007 con il decreto legge numero 20. Visti i dati che indicano
un periodo di recessione anche per il 2009 questo strumento può
da un lato favorire una riduzione del prezzo dei prodotti
alimentari e dall’altra favorire la vendita dei prodotti
locali a vantaggio dei produttori nostrani. L’incontro si è
svolto in un clima cordiale e le parti hanno evidenziato una
convergenza totale sull’argomento in questione che rientra
quindi nei piani dell’amministrazione comunale. Il Sindaco ha
accolto favorevolmente la proposta dei Socialisti di organizzare
al più presto un convegno sul tema in oggetto, in modo da
spiegare a tutti i produttori locali le specifiche relative al
progetto di filiera corta. A tal proposito si è convenuto che,
con l’ausilio dell’Assessore all’agricoltura e
all’innovazione Lisi Patrizio, si metta in moto la macchia
organizzativa per definire i modi e i termini del Convegno sui
Farmer Market. La Segreteria del Partito Socialista esprime
soddisfazione per il risultato ottenuto anche se si tratta
soltanto di un primo passo.
5
novembre 2008
Enzo
Ricci: La maggioranza ha un atteggiamento intollerabile
Si può vincere
senza giocare? Quello che in teoria è impossibile, nella
pratica potrebbe succedere. L’opposizione, nonostante i
continui litigi e distinguo al suo interno, senza colpo ferire
potrebbe diventare maggioranza e non per suoi meriti ma perché
la maggioranza attuale sta facendo di tutto per permetterlo.
Abbiamo l’impressione di una navigazione a vista, e il paese
non può permetterselo. In un periodo in cui la crisi economica
morde le famiglie, in un momento in cui i cittadini chiedono
risposte forti ai tanti problemi che li affliggono,
l’amministrazione in carica
non riesce a dare quelle risposte che ci si attende. È
passato più di un anno dalla vittoria elettorale, un anno di
certo non caratterizzato dal dinamismo amministrativo. Con la
politica Veltroniana di feste, sagre, teatri e concerti non si
va lontano, i problemi sono altri e ben più profondi. L’aver
scientificamente preteso che la politica si fa solo con
l’amministrazione si rivelerà un boomerang con cui prima o
poi si dovrà fare i conti. Si è passati dalla stagione delle
primarie in cui si sbandierava la partecipazione dei cittadini,
in cui si chiedeva l’apertura dei partiti alla società civile
al superamento dei partiti stessi, all’autoreferenzialità
totale degli amministratori, troppo presi dal ruolo che stanno
ricoprendo da estromettere il Partito in cui sono tesserati da
qualsiasi discussione di qualsivoglia questione sul tavolo. Una
situazione che il Partito Socialista non intende più tollerare.
Confondere critiche che vogliono essere costruttive in critiche
distruttive è un errore di miopia che amministratori di lungo
corso non possono e non debbono permettersi soprattutto oggi che
la sinistra ha perso completamente la bussola, dal nazionale
fino al locale. Le polemiche sul funzionamento delle
commissioni, sui Dirigenti dell’Ente, sulla mancanza di un
minimo coordinamento tra le forze politiche sono segnali di un
malessere profondo, che ostinatamente si continua ad ignorare. Con quale spirito
si affronteranno temi come il nuovo PRG, il depuratore,
l’eco-centro, la turbogas, i rifiuti e l’ordine pubblico?
Sarà sempre l’opposizione a dettare temi e tempi? Una buona
maggioranza e un buon capitano dovrebbero capire il momento di
voltare pagina sul metodo dell’azione amministrativa, prima
che si apra una frattura insanabile con i cittadini i quali
hanno dimostrato nelle ultime tornate elettorali di
condannare la maggioranza uscente
spostandosi politicamente a destra. Mettere per
l’ennesima volta la testa sotto la sabbia è imperdonabile.
Gli altri aspettino pure che si riapra il mercato delle vacche
per le prossime elezioni provinciali. Intanto noi socialisti ci
tiriamo fuori, escludendo una nostra partecipazione in questa
amministrazione, dopo aver reiteratamente richiesto
l’istituzione di un tavolo di concertazione tra i partiti in
essa rappresentati. Auguriamo al Sindaco le migliori fortune
amministrative per Sezze e auspichiamo, in un prossimo futuro,
quell’apertura al dialogo, alla provocazione, alla spinta di
idee, alla ricerca, al confronto, tra quei partiti che, come
noi, ritengano che l’approfondimento e il dibattito siano fasi
ineludibili per una corretta applicazione del programma
elettorale che i cittadini hanno voluto e votato.
20
ottobre 2008
Una
raccolta firma per leggi in favore delle famiglie
“Il
Partito Socialista che è uscito fuori dal Congresso di
Montecatini è un partito che ha deciso di portare fino in fondo
le proprie battaglie politiche, sociali e culturali. Un partito,
per dirla alla Saragat, che non crede nel destino cinico e baro.
Non un partito finto che guarda se stesso con la faccia rivolta
indietro ma un partito nuovo che guarda al futuro”. Con
queste parole il Segretario Provinciale del Partito Socialista
di Latina Lidano Lucidi lancia l’iniziativa della raccolta
firme sulle quattro proposte di legge popolare dei socialisti. E
prosegue: “Vogliamo
cogliere l’opportunità di stare fuori dal Parlamento per
ripartire dai problemi delle persone. Non vogliamo essere
retorici, vogliamo essere concreti. Ripartire dal basso vuol
dire essere dalla parte del cittadino. Proprio per questo nelle
prossime settimane ci impegneremo fino in fondo per assecondare
l’iniziativa dell’ottimo Segretario nazionale Riccardo
Nencini nel raccogliere le firme per le quattro proposte di
legge d’iniziativa popolare socialiste: caro tariffe, Pacs,
assemblea costituente e precariato.
Tra
le quattro quella che più abbiamo a cuore è contro il caro
bollette. Le famiglie sono falcidiate dai questi costi, pensiamo
ai costi dell’acqua, della luce, del gas o del telefono. A
questo proposito la presente proposta di legge si propone di
eliminare alcuni costi inclusi in modo ingiustificato nelle
bollette inviate alle famiglie dai gestori e dalle aziende
esercenti pubblici servizi e di tutelare i consumatori rispetto
ad alcune modalità di pagamento che favoriscono sempre le
aziende e mai i cittadini. Non tutti sanno che attraverso
semplici meccanismi è possibile contenere le tariffe. Basta
pensare che la legislazione vigente prevede che si pagano le
imposte sulle imposte, come l’Iva che viene calcolata anche su
un’imposta erariale. Tasse su tasse, semplicemente ridicolo. I
socialisti sono determinati a portare in Parlamento questa legge
che mette fine a questa presa in giro ai danni dei cittadini”.
20
ottobre 2008
La
Provincia di Latina sfamerà la fame energetica italiana
Nel
dibattito che si sta sviluppando sul tema dell’energia non
riusciamo a capire alcuni aspetti. A
commentare è il Segretario Provinciale del Partito Socialista Lidano
Lucidi: “Il Partito Socialista è da sempre una forza
riformista, aperta allo sviluppo tecnologico, civile e culturale
del paese, ma nonostante tutto oggi abbiamo forti difficoltà a
seguire la discussione sulla questione energetica in Provincia
di Latina. Si rileva una contraddizione tra quando si afferma di
voler tornare al nucleare per poter uscire dalla dipendenza dei
combustibili fossili, e poi si vogliono costruire le centrali
turbogas. O il gas è diventato una risorsa rinnovabile o
nucleare, oppure questa impostazione è in palese contrasto con
ciò che si vuole fare. In secondo luogo ancora non riusciamo a
rispondere ad una precisa domanda: ma perché in un territorio
ristretto, rientrante nel distretto agroalimentare, si vogliono
costruire tutte queste centrali? Tra il detto e non detto qui
stiamo parlando di due centrali turbogas (Aprilia, Mazzocchio),
un termovalorizzatore (Montello), una
centrale nucleare (Sabotino) ed altro. Qualcuno ha deciso
che dobbiamo sfamare la fame di energia dell’intera nazione?
Se è così si abbia il coraggio di dirlo. In una Regione che è
autosufficiente in termini di produzione di energia, si vuole
aumentare la produzione e concentrarla in pochi chilometri
quadrati. Abbiamo almeno il diritto di sapere del perché di
queste scelte? Tra l’altro non si è tenuto conto delle
ricadute economiche che questi impianti avranno sul territorio.
Mentre si presentano i progetti per il Piano di Sviluppo Rurale,
mentre si lancia il distretto agroalimentare, si costruiscono le
turbogas. C’è qualcosa che non quadra. Si rischia di gettare
a mare tempo e soldi in progetti che sono in palese contrasto
tra di loro. Si deve molto riflettere su questo anche perché
nell’impostazione federale dello Stato l’aspetto della
generazione del reddito è molto più importante che in passato.
Ignorarlo sarebbe deleterio e potrà avere conseguenze
disastrose per le casse degli enti locali che certo non stanno
brillando. Ma l’aspetto che più fa sorridere, nello specifico
delle centrali turbogas, è che mentre tutti si dicono contrari,
Presidente di Regione e Provincia, Sindaci, associazioni e
semplici cittadini, i progetti vanno avanti spediti. Ma
l’Italia non era una Repubblica democratica in cui il potere
è in mano al popolo che lo esercita nei modi previsti dalla
legge?
27
settembre 2008
La
sicurezza è un problema anche di cultura
Dedicare
Trentatre piazze a Falcone e Borsellino
Le
pagine dei giornali e i servizi dei telegiornali della nostra
provincia sono continuamente pieni di fatti di cronaca che
narrano di criminalità e che comunque ledono la sensazione di
sicurezza dei cittadini. Ad intervenire in merito è Lidano
Lucidi, segretario della Federazione di Latina del Partito
Socialista: “Il problema
sicurezza in provincia di Latina risulta evidente. Fatti
criminosi si susseguono velocemente e ogni tentativo di
minimizzazione va respinto con forza. La nostra provincia non è
un’isola felice, non è indenne da un sistema criminale
organizzato. Se da un lato occorre fermezza nel contrastare la
criminalità, dall’altro bisogna puntare molto sulla cultura
della legalità. La sola azione di polizia non basta ad arginare
il fenomeno, bisogna mettere in campo anche l’opzione
culturale. È scolpita nella mente di tutti la reazione che
ebbero i palermitani dopo le stragi di Capaci e Via D’Amelio.
Un movimento popolare spontaneo si ribellò alla prepotenza
della criminalità organizzata e qualche risultato si è
ottenuto. Si creò un substrato culturale che rifiutava l’idea
che la mafia poteva fare ciò che voleva. Purtroppo quella forza
dirompente si è molto affievolita visto un sistema che tende più
a valorizzare qualche velina o qualche becero pettegolezzo rosa
piuttosto che spendere parole o scritti contro la criminalità
organizzata. A tanti giovani, eroi come Falcone o Borsellino,
non dicono nulla forse perché non hanno militato o non militano
in serie A. Noi socialisti riteniamo che un segnale di
sensibilizzazione delle coscienze potrebbe essere quello di
dedicare alla memoria di Falcone e Borsellino 33 piazze della
provincia, una per ogni comune. In ogni comune una piazza
dedicata a chi ha perso la vita per servire lo Stato, un piccolo
gesto da parte delle istituzioni locali per sensibilizzare le
coscienze, per ricordare ogni giorno chi ha perso la vita per
garantire a tutti un vita libera da prepotenze”.
27
settembre 2008
Bonus
bebè e latte per bambini scontato
Il
Partito Socialista Federazione di Latina esprime apprezzamento
per l’intervento dell’Assessore ai Servizi Sociali della
Regione Lazio Anna Salomone Coppotelli che ha stanziato 5
milioni di euro per l’istituzione del bonus bebè di 500 euro
per ogni figlio nato nel 2008. Possono presentare domanda
al comune di residenza le
donne che risiedono da almeno un anno nel territorio
laziale, i requisiti richiesti sono la nascita o l'adozione dal
1 gennaio al 31 dicembre 2008 e l'indicatore della situazione
economica (ISEE) inferiore o uguale a 20mila euro. Le domande di
contributo devono essere presentate dalle donne aventi diritto
al comune di residenza entro il 30 ottobre per le nascite
avvenute nel periodo compreso tra il 1 gennaio e il 30 settembre
2008, entro il 31 gennaio 2009 per le nascite avvenute nel
periodo compreso tra il 1 ottobre e il 31 dicembre 2008.
A
commentare l’iniziativa è il segretario provinciale Lidano
Lucidi: “È un segnale che va nella direzione giusta,
ovvero un sostegno al reddito delle famiglie falcidiate dalla
crisi economica e da un aumento scellerato dei prezzi. La
priorità del Partito Socialista è
la difesa delle fasce deboli della popolazione e tra queste ci
sono senz’altro le giovani coppie. Continuando di questo passo
mettere al mondo un bambino diverrà roba per pochi. Latte,
pannolini, pappette, visite mediche e tanto altro rappresentano
un costo vergognosamente alto. Il Partito Socialista in difesa
del diritto delle giovani coppie di mettere su famiglia propone alle
istituzioni locali, Regione, Provincia e singoli Comuni di porsi
come intermediari nell’acquisto del latte per i bambini cui
vogliamo denunciare l’eccessivo costo. Gli strumenti possono
essere diversi, dai Gruppi di Acquisto Solidali (GAS) ad una
gara d’appalto. L’obiettivo è quello di ottenere sconti sul
prezzo dato che si acquisteranno quantità importanti. È legge
del mercato che chi acquista grosse quantità otterrà un prezzo
minore rispetto a chi ne acquista modiche quantità. Il latte
scontato verrà distribuito alle giovani coppie bisognose.
Stessa cosa potrebbe essere applicata per i prodotti
dell’infanzia in genere. Avere un bambino sta diventando quasi
un lusso, situazione di cui vorremmo fare volentieri a meno”.
26
settembre 2008
Nasce
a Bassiano il Coordinamento dei Monti Lepini
Giovanni
Cacciotti eletto Presidente del Coordinamento Lepino
Il
congresso del Partito Socialista in Provincia di Latina sancisce
la nascita di una nuova forza politica che vuole partecipare
alla ricostruzione dell’area riformista. Il Partito Socialista
nasce forte se nasce libero, libero di riflettere sulla società
italiana e sulle sue mutazioni, per questo è importante cercare
di dare risposte a una serie di problematiche che affliggono i
cittadini sia a livello nazionale che provinciale a partire
dalla sanità, l’ambiente, il problema dell’acqua,
l’occupazione, la scuola, ai rapporti più stretti con i
cittadini. C’è un’area geografica precisa, quella dei Monti
Lepini, che fa parte della provincia di Latina, ma che comprende
dei paesi accomunati da caratteristiche e tematiche specifiche,
comuni tra loro. Per questo si è pensato a dar vita ad un
Coordinamento dei Monti Lepini del Partito Socialista, il cui
responsabile sarà, da Bassiano, Giovanni Cacciotti, il quale
spiega: “L’aspetto più
importante è che se vogliamo rinascere dobbiamo avere bene in
mente l’obiettivo verso cui tendere, quello cioè di
rilanciare la proposta riformista e socialista che appare oggi
più che mai indispensabile, una prospettiva per la quale vale
la pena di lottare. Dobbiamo dare un contributo per realizzare
un partito audacemente nuovo e aperto che faccia dei cittadini
gli attori protagonisti delle scelte che contano. Nella presente
situazione di stallo politico,
il nostro Partito in
forza dei propri ideali, è tenuto a prendere l’iniziativa per
portare l’Italia fuori da questo bipartitismo di ghiaccio. Un
sistema politico in cui i rappresentanti del popolo non sono
votati bensì nominati è un sistema politico finto e poco
adatto ad ascoltare il territorio. In cima alla nostra agenda
c’è lo sviluppo economico e la lotta alla disoccupazione.
Diciamo si all’acqua pubblica, alla raccolta differenziata, ad
una scuola che sappia essere in primo luogo educatrice di vita.
L’arroganza e la maleducazione con cui spesso gli studenti
trattano gli insegnanti, con la convivenza di genitori sempre
pronti a difenderli, è vergognoso. Troppi bambini crescono
viziati e capricciosi, troppi adolescenti ignoranti e violenti,
convinti che tutto sia lecito”. Gli fa eco il segretario
provinciale Lidano Lucidi:
“ Il Partito Socialista vuole essere promotore dando vita
insieme ciascuno con la propria identità
a un’unica area riformista aperta alla società civile,
ai movimenti e alle realtà del territorio. Quest’area
riformista si può
costruire solo a partire dal basso intorno a un programma comune
e a dei leader credibili, scelti sul territorio e non imposti
dall’alto. Bisognerebbe iniziare a costruirla a livello
locale, fin dalle prossime elezioni amministrative, provinciali
e regionali per giungere ad un’area delle Solidarietà e dei
riformismi. Nascerebbe così un soggetto politico nuovo, non la
solita coalizione elettorale, radicato nel territorio, ispirato
ai valori e agli ideali del socialismo europeo. Si tratta dunque
di intraprendere un lungo cammino sia politico che culturale per
far rinascere in Italia un’area riformista veramente capace di
contrapporre un’agenda credibile ai governi del centro destra”.
24
settembre 2008
Lidano
Lucidi: “Attenzione
alla riforma elettorale”
Molte riforme in cantiere potrebbero
mutare profondamente il panorama politico, introducendo
modifiche che andrebbero a sovvertire sostanzialmente gli
assetti anche a livello locale. Conscio di un tale orizzonte, a
prendere posizione è il segretario provinciale della
federazione di Latina del Partito Socialista, Lidano Lucidi:
“Il progetto di Roma Città Metropolitana, la Commissione
Attali in salsa romana, la riforma del sistema elettorale per
l’europee, potrebbero sconvolgere il quadro istituzionale
nazionale e con esso anche gli assetti politici provinciali. Se
poi aggiungiamo la bozza Calderoni e il fatto che
l’elaborazione degli studi di settore avverrà su base
comunale e regionale in quadro è completo. Le carte potrebbero
essere sparigliate e la politica locale non può di certo
restare a guardare, o meglio non può di certo rimanere inerte
mentre in altre stanze si ridisegna il quadro istituzionale.
Sovente si parla di una Regione Lazio senza la capitale
d’Italia. Potrebbe essere questo un vantaggio per la nostra
provincia? Noi
pensiamo di sì, però occorre stare attenti. Infatti mentre è
a tutti evidente che la Provincia di Latina è stata sempre
considerata sia al più un’appendice di Roma dall’altra
parte bisogna preparasi a questo ipotetico distacco perché se
si lascia alla politica romana l’esclusiva su questo tema
potremmo avere cattive sorprese. Roma oggi ingoia la maggior
parte delle risorse e politicamente la fa da padrona. Possiamo
lasciargli l’iniziativa? Decisamente no.
Di fronte a questo scenario le
suddivisioni giuste e legittime tra i partiti dovrebbero finire
e dovrebbe essere creata una nostra commissione per le riforme,
come dire una sorta di commissione Attali questa volta in salsa
pontina. È necessario anche accentuare il dialogo con la
provincia di Frosinone proprio nell’ottica del disposto
dell’articolo 132 della Costituzione. Da ultimo poi si
inserisce in questo contesto la questione della legge elettorale
europea che vedendo l’abolizione delle preferenze permetterà
alle segreterie di partito la scelta dei nominati a Strasburgo,
un meccanismo che ricorda tanto il sistema di voto nell’isola
dei famosi o del grande fratello. Peccato veramente che si
scambi il sistema elettorale per un reality show. Dato quindi
che saranno due o tre segretari di partito che decideranno chi
dovrà andare in Europa, alla faccia della democrazia, non
abbiamo dubbio che per l’ennesima volta la politica romana avrà
la meglio sulla politica provinciale. L’auspicio è che le
imminenti elezioni provinciali siano il momento di un confronto
programmatico anche su questo tema, e c’è da augurarsi che
indipendentemente dall’appartenenza politica si sappia
difendere all’unisono il nostro territorio.
Lidano
Lucidi sulla questione
Turbogas
22
settembre 2008
Il
ministro Prestigiacomo ha deciso lo scioglimento della
Commissione Nazionale Aia che aveva il compito di deliberare
sulla costruzione della centrale turbogas a Mazzocchio.
Appresala notizia, in molti hanno pensato ad una passo avanti
del comitato antiturbogas. Non è di questa opinione il
socialista Lidano Lucidi: “A ben vedere la notizia dello
scioglimento della commissione nazionale Aia deciso dal ministro
Prestigiacomo non è una buona notizia, e questo perché secondo
le notizie diffuse dalla stampa il motivo dello scioglimento
sarebbe la lentezza della commissione. Se questa è la ragione
vuol dire che si vuole accelerare l’iter di costruzione della
centrale turbogas. Non c’è da stare tranquilli, anzi è vero
l’opposto. E’ il momento di unire gli sforzi per contrastare
questo progetto, la politica deve difendere il suo territorio
altrimenti è inutile. Ora non è il tempo delle polemiche o di
tardive prese di posizione, è il tempo dell’impegno
collettivo. Come affermato in più di un’occasione noi
socialisti siamo contrari alla costruzione di questa centrale e
daremo il nostro incondizionato aiuto a chi si vorrà opporsi
dentro e fuori l’istituzioni al turbo progetto, anche perché
ancora nessuno ci spiega i benefici che avremo. Non pagheremo più
la bolletta elettrica? Certo che no, infatti l’energia non
serve per
soddisfare il nostro bisogno energetico, serve ad altri comuni
in altre regioni. Quando cominceranno i lavori e l’attività
agricole che ricadono nel territorio interessato si fermeranno.
Chi ripagherà il danno della mancata produzione? Sarà forse
l’Acea Electrabel che distribuirà ai cittadini parte degli
utili che produrrà in compensazione di questo blocco? Non
crediamo. Nel momento in cui la Regione prepara un bando sui
distretti e il nostro territorio rientra in quello
agroalimentare, nel momento che gli agricoltori hanno progettato
investimenti sulle linee del Piano di Sviluppo Rurale, c’è la
reale possibilità che nasca una turbogas. Una contraddizione
bella e buona. Soldi e tempo buttati al vento in un
momento in cui i soldi non ci sono e il tempo è finito. Poi
ancora non capiamo una questione, com’è possibile che il
ritorno al nucleare viene giustificato dicendo che bisogna
uscire dalla dipendenza dei combustibili fossili e poi si
costruisce una centrale a combustibile fossile? Siamo forse su
scherzi a parte?”.
Lidano
Lucidi sulla Vicenda Alitalia
20
settembre 2008
La
vicenda Alitalia impazza al centro di un rincorrersi di notizie
che narrano di trattative tra un governo che ha usato tale
argomento in campagna elettorale e i sindacati. In merito alla
vicenda, delle ultime trattative fallite, interviene il
segretario provinciale del Partito Socialista della Federazione
di Latina, Lidano Lucidi: “È proprio vero che il mondo sta
cambiando velocemente, ma che cambiava al contrario è una novità
assoluta. Le persone normali festeggiano quando trovano un
lavoro e non quando lo perdono. È un po’ come uno studente
che festeggia il fatto di essere stato bocciato ad un esame, un
fatto bizzarro oltre che innaturale. Di fronte ad un sistema
economico nazionale ed internazionale in recessione, cosa hanno
da applaudire i dipendenti Alitalia alla notizia del ritiro
dell’offerta del CAI e quindi al probabile fallimento del loro
datore di lavoro? È uno sberleffo verso chi è disoccupato, uno
sberleffo di tanti operai che quotidianamente rischiano il posto
di lavoro e qui ne abbiamo tanti. Le responsabilità sono tante
di tutti e anche datate, nessuno può ergersi a verginella
soprattutto chi ha governato dal 2001al 2006, ma vedere
festeggiamenti di fronte ad una catastrofe sociale e sindacale
per dirla come il segretario della UIL è pazzesco. Essere
contenti di perdere la propria occupazione quando ci sono
migliaia di famiglie che non arrivano a fine mese è
sconcertante. I cittadini contribuenti hanno contribuito a
ripianare i debiti di Alitalia e a mantenere gli indegni
privilegi della casta volante. Venissero nelle nostre fabbriche,
a lavorare da precari per meno di mille euro al mese, li
aspettiamo. Negli ultimi mesi in provincia abbiamo assistito ad
uno stillicidio tra licenziamenti, mobilità e cassa
integrazione, tante famiglie stritolate dal caro vita e dalla
perdita del lavoro senza prospettiva immediata di trovarne un
altro. Pettinicchio, Pfizer, Gambro, Janssen,
Good Year e ci scusiamo di non aver citato altre realtà,
sono la punta di un processo recessivo ben più profondo e
complesso di quello che appare. A questi lavoratori va il nostro
pensiero, a loro rivolgiamo il nostro impegno quotidiano per
migliorare le cose, e non verso chi festeggia
il fallimento della propria azienda abituati al fatto che
a pagare è sempre Pantalone. Ai tanti piccoli imprenditori che
si spaccano la schiena dalla mattina alla sera vanno le nostre
attenzioni. Al Governo chiediamo anche di mettere lo stesso
impegno nel salvare le tante piccole e medie aziende del nostro
territorio che soffrono molto di più dei vari Colaninno o
Benetton della crisi economica e sociale che stiamo
attraversando”.
Centrosinistra
in coma profondo
Il segretario del PS di Sezze
Enzo Ricci
4
settembre 2008
Si sta aprendo una nuova stagione politica e sono in pochi ad accorgersene. E quei pochi sono schierati soprattutto nel centrodestra. Questa l’analisi di Enzo Ricci, segretario del Partito Socialista di Sezze che continua: “Concitata sembra l’azione messa in campo da Rinaldo Ceccano e pochi altri, tutta tesa ad eliminare pesi ingombranti, perché auto referenziali e quindi non funzionali alla realizzazione del partito unico che Berlusconi e Fini vogliono fortemente al varo entro il 2008.
Stanno preparando con sagace trasformismo una forte squadra pronta ad affrontare le ormai imminenti campagne elettorali per le provinciali e soprattutto per le europee, tappa importante che, secondo le loro intenzioni, forti dei loro sondaggi, dovrebbero sancire il risultato storico per Sezze e cioè la maggioranza assoluta: la soglia del 51% con un unico partito. Tutto appare allo stato delle cose ineludibile. Al momento la vecchia e logora Unione non ci sembra affatto in grado di arginare questa ipotesi. Il PD, che del centrosinistra è il partito di maggioranza relativa, non ha la necessaria umiltà per ammetterlo, impegnato com’è, almeno fino ad ora, in una campagna acquisti verso gli altri partiti di sinistra o di centro con l’arrogante e presuntuosa azione che tende più alla scelta dei“personaggi” piuttosto che all’integrazione o alla sinergia delle diverse culture.
Pertanto, l’invito che i socialisti suggeriscono è quello di mettere in campo e rapidamente, una strategia diversa, favorendo l’apertura di un laboratorio tra quelle forze politiche di sinistra che per la prossima campagna elettorale per le provinciali ed europee avranno o vorranno avere un ruolo attivo e competitivo. La posta in gioco è, addirittura, la rappresentanza di Sezze in Consiglio Provinciale che allo stato non è per niente sicura. Per ovviare a ciò, bisogna che il Sindaco si lasci aiutare da un rilanciato dialogo tra i Partiti e Movimenti del centrosinistra, anche da quelli non rappresentati in Consiglio Comunale. Del resto gli amministratori sono stati eletti dal popolo in liste di partiti. La coalizione uscita vincitrice deve rispettare totalmente il volere del corpo elettorale.
Non venga ritenuta questa nostra affermazione retorica o peggio ancora banale, perché è in atto un tentativo di ostruzionismo dell’azione amministrativa da parte di alcuni consiglieri che, senza guida politica, rappresentano la minoranza della maggioranza e, dunque, lo stallo o peggio lo stravolgimento del programma elettorale. Ogni Partito risponda,quindi, dell’operato dei propri consiglieri. I Partiti si riapproprino del loro ruolo di guida politica del paese.
Il Partito Socialista guarda con attenzione a tutto ciò che sta avvenendo nel centrosinistra
setino: la scomparsa dell’UDEUR ed il relativo passaggio dei consiglieri all’IDV mentre alle ultime politiche hanno invitato a votare il PD, la crisi d’identità politica dichiarata da numerosi candidati nella lista del PD alle ultime amministrative, la dichiarazione di voto a favore del PD da parte della lista civica Tutti per Sezze alle recenti elezioni politiche, la cancellazione della sigla SDI che aveva accompagnato la coalizione capitanata da Campoli e che oggi, dopo la celebrazione del 1° Congresso svoltosi i primi giorni di luglio a Montecatini ha preso il nome di Partito Socialista cui hanno aderito molte altre sigle socialiste oltre allo SDI, il congresso di Chianciano che ha decretato una netta spaccatura in Rifondazione Comunista, gran parte di Sinistra Democratica che parla di Socialismo del XX1° Secolo e ancora una gran parte del PD che sente l’esigenza di formare un’Associazione di nome RED. A questo punto riteniamo che possa bastare e se qualcuno continua a ritenere tutto ciò normale,sicuramente sottovaluta il fermento politico in atto pregno di rinnovamenti. Noi ribadiamo l’esigenza di un confronto tra quei partiti che avvertono la necessità di creare una forte area Socialista-Riformista-Ambientalista , perché questa coalizione deve governare Sezze e noi vogliamo che lo faccia veramente e bene”.
Presidio
Ospedaliero Goretti, l’intervento di Antonio Signore
3
settembre 2008
Antonio
Signore, esponente della Federazione di Latina del
Partito Socialista, già assessore alla sanità della
Regione Lazio, interviene sulle prospettive del presidio
ospedaliero Santa Maria Goretti di Latina: “La notizia dell’avvio del DEA di 2°
livello presso il presidio ospedaliero “Goretti”
di Latina, nelle condizioni ben delineate anche da
responsabili organi di stampa, genera perplessità a non
finire e da il senso del modo in cui si procede nella
organizzazione della sanità pontina,
in assenza di piena consapevolezza di ciò che dovrebbe
discendere in termini operativi, di personale e di attrezzature,
dalle scelte strategiche operate non poco tempo fa. In siffatta
situazione diventa sempre più urgente che partiti ed
organizzazioni sindacali sappiano in
maniera forte riprendere il loro ruolo e diano un contributo ad
uscir fuori da improvvisazioni che non sono possibili in un
settore tanto delicato come quello della organizzazione
sanitaria”.
Lettera
aperta al Ministro Calderoli
2
settembre 2008
Spett.Le
Ministro Calderoli
Le
scrivo in merito alla riforma federalista che Lei sta
preparando. Premetto che non sono qui a giudicare nel merito,
bensì a chiederLe di esonerare dalla stessa alcuni comuni in
cui verrà costruita una centrale turbogas, mi riferisco alle
centrali di Aprilia e Pontinia ambedue in provincia di Latina.
Vengo
a spiegare i motivi della richiesta. Il principio ispiratore
della sua riforma federalista si basa su una semplice formula:
più reddito produce un territorio, più risorse economiche
gestirà. Lo scopo è quello di stimolare gli amministratori
locali a fare di più e meglio di quello che ora stanno facendo.
Dato
questo concetto, mi chiedo: ma se in un comune viene costruita
una centrale elettrica e per farlo vengono espropriati terreni
agricoli destinati alla coltivazione, e qui mi riferisco in
particolare ai comuni di Sezze e Pontinia, non si compromette la
loro capacità di produrre reddito? Se la risposta, come io
penso, è affermativa, una volta che la sua riforma entrerà in
funzione, gli stessi enti avranno meno risorse finanziare da
gestire e a rimetterci saranno ancora una volta i cittadini.
L’aziende agricole del luogo, avendo i territori smembrati o
chiuderanno oppure ridimensioneranno
di molto la propria attività alimentando la disoccupazione. La
invito anche a riflettere sull’impatto che questa centrale
potrà avere sulla qualità dei prodotti nostrani andando a
colpire anche altre aziende a chilometri di distanza alimentando
l’identico ciclo vizioso. Tra l’altro Lei ben sa come molti
organi di stampa esteri non vedono l’ora di mettere in cattiva
luce l’Italia, per questo intuirà i timori dell’aziende che
esportano i prodotti agricoli del luogo.
Se
conviene su questo allora i paesi interessati devono avere un
regime finanziario diverso in quanto per produrre energia
elettrica che utilizzeranno altri comuni in altre regioni
d’Italia si ridurrà la loro capacità economica e quindi,
secondo la formula di cui sopra, i mezzi finanziari che avranno
a diposizione. Le sembra giusto?
Essendo
Lei un esponente di un partito che ha fatto della difesa del
territorio una sua peculiarità genetica capirà subito le
situazioni di disagio che si potranno verificare. I sindaci, per
mancanza di risorse, saranno costretti a tagliare i servizi che
erogano ai loro cittadini e non per demeriti propri, dovranno
farlo a prescindere. Cosa fare per
ovviare a tale inconveniente? Delle due l’una: o si esonerano
questi territori dalla riforma oppure lo Stato italiano si dovrà
accollare il costo dei servizi che i sindaci saranno costretti a
tagliare per mancanze di risorse. Se in condizioni normali
questi comuni potevano accettare la sfida federalista essendo
ora mutilati nelle loro capacità non potranno farlo.Certo di
una sua riflessione in merito colgo l’occasione per porgerLe i
miei migliori saluti.
Latina,
01 Settembre 2008
Segretario
Provinciale Partito Socialista
Federazione
di Latina
Lucidi Lidano
Economia
Partecipata
26
agosto 2008
La
Federazione di Latina è al lavoro per elaborare una proposta
per il progetto regionale di Economia Partecipata
Il
Partito Socialista della federazione di Latina ha avviato un
dibattito interno al fine di elaborare proposte per il progetto
regionale Economia Partecipata. A commentare i primi spunti
programmatici elaborati dagli iscritti e simpatizzanti è il
segretario provinciale Lidano Lucidi: "I progetti più
gettonati sono quelli relativi all’ambiente, alla scuola e all’economia.
Tra le tante proposte una in particolare vogliamo portare all’attenzione,
e cioè quella di creare un fondo speciale per agevolare le
attività commerciali che si impegnano a distribuire prodotti
sfusi in modo che le famiglie possano risparmiare sul prezzo d’acquisto.
Secondo alcune stime il peso delle confezioni incide in misura
importante sul prezzo di vendita, ultima in ordine di tempo
quella della Coldiretti che afferma come gli imballaggi pesino
fino al 30% sul prezzo industriale di vendita degli alimenti.
Sempre più famiglie arrivano con difficoltà a fine mese e
risparmiare sulla spesa deve essere al priorità assoluta delle
istituzioni. Non basta sbandierare ai quattro venti che ci vuole
più concorrenza, anche lo Stato deve fare la sua parte
soprattutto in un momento di fortissima crisi economica ed
occupazionale. Se da una lato noi socialisti auspichiamo la
diffusione capillare dei farmer market, dall’altro crediamo
che si possa risparmiare sui beni di prima necessità
diffondendo la vendita dei prodotti sfusi attraverso appositi
dispenser. Esempi del genere sono sempre più frequenti, dai
detersivi al latte alla spina, ma in alcune realtà anche caffé,
cereali, pasta, riso, caramelle, legumi, spezie, frutta secca.
Altro vantaggio non trascurabile è che avremo una riduzione
dell’impatto ambientale che si potrà tradurre in un ulteriore
beneficio per le famiglie secondo l’equazione: meno rifiuti si
producono meno le famiglie dovranno pagare per smaltirli.
Riteniamo importante incentivare le attività commerciali su
questo tipo di vendita, in modo che le famiglie avranno la
possibilità di risparmiare acquistando la quantità di cui
hanno veramente bisogno e non quantità maggiori che poi spesso
finiscono nella spazzatura perché inutilizzate, un po’ come
succede per le confezioni delle medicine".
Agevolazioni
fiscali per le spese di istruzione
14
agosto 2008
>
Lidano Lucidi
Settembre
è ormai alle porte e con esso anche il ritorno a scuola per
l’inizio del nuovo anno scolastico. Se ciò per i ragazzi
significa fine delle vacanze, per le famiglie invece vuol dire
sobbarcarsi un’ingente spesa per l’acquisto dei libri di
testo, in un capitolo di uscita assai incidente nel budget degli
italiani. Proprio quello della spesa per i libri poi, come fa
notare il segretario provinciale del Partito Socialista Lidano
Lucidi, resta un capitolo del tutto estraneo da possibili
agevolazioni fiscali: “Che l’Italia sia un paese dalle mille contraddizioni non avevamo
dubbi, ma alcune di queste sfiorano il ridicolo. A livello
fiscale infatti è possibile detrarre la spesa per la palestra o
per il veterinario mentre non è possibile detrarre o dedurre il
costo dei libri dei testi scolastici di ogni ordine e grado. Si
fa un gran parlare di rilancio dell’Università, di
investimenti in ricerca e sviluppo, parole vuote e senza
significato se pensiamo che le famiglie hanno agevolazioni
fiscali per curare Fuffi o per modellare i glutei dei familiari,
ma non hanno nessun beneficio fiscale nell’acquisto dei libri
scolastici”. L’ALI (Associazione Librai Italiani
aderente alla Confcommercio) ha lanciato una campagna di
raccolta firme, nelle librerie sparse sull’intero territorio
nazionale, per ottenere la detrazione fiscale delle spese in
libri per l'istruzione e la formazione dei giovani e a tal
proposito lo stesso Lucidi conferma: “Di
fronte ai tagli che la finanziaria ha destinato alla scuola, noi
socialisti appoggiamo in pieno tale iniziativa che va nella
direzione giusta a nostro modo di vedere. Tende a rendere
l’istruzione meno onerosa in modo da dare ai cittadini la
possibilità di istruirsi e costruirsi un futuro migliore. La
possibilità di poter detrarre dalla propria dichiarazione dei
redditi il costo dei libri scolastici renderà infatti meno
salato il costo dell’istruzione. Riteniamo che a tutti,
indipendentemente dalle possibilità economiche, debba essere
data la possibilità di studiare e di migliorarsi, sarà poi
l’impegno di ognuno ci metterà che ne determinerà la sorte e
non di certo le condizioni economiche di partenza. Per questo
chiediamo ai cittadini, in primo luogo agli studenti ed
insegnati, di appoggiare la raccolta firme dell’ALI, mentre
alle forze politiche che oggi siedono i Parlamento, di
considerare l’istruzione un bene fondamentale che deve essere
oggetto da parte delle istituzioni di investimento continuo,
altrimenti avremo sempre più un popolo dai glutei scolpiti e da
un cervello atrofizzato”.
Farmer Market contro il carovita dei prodotti alimentari
11
agosto 2008
>
Lidano Lucidi
Secondo
l’ultime rilevazioni Istat l'indice nazionale dei prezzi al
consumo relativo al mese di luglio 2008 ha raggiunto il 4,1%, un
record negli ultimi tempi. A destare particolare preoccupazione
sono gli alimentari. Pane, pasta, cereali fanno registrare
aumenti record che stanno falcidiando l’incerto reddito delle
famiglie. Su questo stato di fatto, interviene il segretario
provinciale di Latina del Partito Socialista, Lidano
Lucidi: “Visto che per stessa ammissione del Presidente del Consiglio
l’economia è ferma e quindi occorre fare dei sacrifici (ma
fino adesso cosa abbiamo fatto?), allora noi socialisti ci
domandiamo cosa fare per cercare di difendere il potere
d’acquisto delle famiglie. Partendo dal presupposto che le
dinamiche nazionali e internazionali lasciano poco spazio
d’azione agli attori locali, riteniamo che l’esperienza dei
farmer market, ovvero mercati
in cui i produttori possono vendere direttamente al consumatore
i propri prodotti, sia un’ottima iniziativa per arginare gli
effetti distruttivi dell’inflazione. A beneficiarne saranno
anche gli agricoltori locali che di certo non si stanno
arricchendo, i generi alimentari continuano a crescere in modo
sostenuto al dettaglio mentre i prezzi all’origine delle
materie prime sono in flessione o stabili. Tagliando la filiera
e risparmiando sulle spese di trasporto, con benefici non solo
per il portafoglio ma anche per l’ambiente, i consumatori
potranno acquistare i prodotti alimentari a condizioni più
vantaggiose. In questo modo si asseconda anche l’obiettivo del
Piano di Sviluppo Rurale 2007/2013 che vede nella rivisitazione
della filiera produttiva un suo obiettivo. Importante è anche
la certezza della provenienza delle merci, in quanto molte volte
si mangiano prodotti esteri spacciati per prodotti locali.
Esperienze del genere si stanno moltiplicando anche con
l’utilizzo dei Gruppi d’Acquisto Solidali (GAS). Auspichiamo
che tutti gli attori economici pongano in essere una politica
che guardi non solo al valore nominale del reddito ma anche a
quello reale, due milioni di lire pari ad euro 1.032,91 avevano
un valore reale diverso e questo perché il prezzo delle merci
era più basso. I socialisti difendono il potere d’acquisto
delle famiglie per questo riteniamo importante che esperienze
come i farmer market, come i Gas vengano incentivate in quanto
validi strumenti contro il carovita”.
Il turismo è una leva per il rilancio economico locale
2
agosto 2008
>
Lidano Lucidi
La
situazione economica della provincia di Latina continua a
stallare in una situazione critica per cui pare difficile
trovare una leva di risollevamento. Tale analisi, condivisa
trasversalmente dalle forze politiche del territorio, viene
approfondita dal segretario provinciale del Partito Socialista,
Lidano Lucidi che osserva: “L’acuirsi
della crisi ci spinge a domandarci come può la nostra provincia
uscire da questo stato comatoso. Di fronte ad un mondo
globalizzato molto non dipende da noi, però è anche giusto che
gli attori locali ci mettano del proprio, così vogliamo porre
l’accento sul settore turistico che potrebbe rappresentare un
volano per lo
sviluppo del territorio. Per far ciò però occorre uscire da
una pigrizia mentale tutta italiana che parte dal presupposto
che siccome siamo il paese più bello del mondo, in automatico
molti turisti verranno da noi. Non è più così, prima lo
capiamo e meglio è. È cambiato il mondo e con esso il turismo.
Per quanto concerne il nostro territorio ci vuole una
programmazione integrata che vada dal mare alla montagna, dal
Parco Nazionale del Circeo ai siti archeologici presenti sul
territorio, passando per i circuiti enogastronomici. In ogni
struttura ricettiva, in ogni sagra, in ogni stazione
ferroviaria, dovrebbe essere presente una guida provinciale
degli eventi, l’elenco delle guide turistiche in modo che i
turisti abbiano la possibilità di conoscere quanti più luoghi
possibile. Puntare sull’afflusso di
turisti extraregionali e stranieri è necessario, ma per
ottenere ciò si abbisogna di un piano di promozione turistico
che varchi i confini regionali”. Da un’indagine condotta
dal Centro Studi sul Turismo della Camera di Commercio durante
la manifestazione Bit Milano 2007 ben il 75,4% del campione
intervistato ha risposto di conoscere poco o per niente la
provincia di Latina. Proprio per questo, ancora Lucidi
sottolinea: “Far
conoscere il nostro territorio, la nostra storia è una priorità
assoluta, e in questo possiamo sfruttare anche le nostre
caratteristiche territoriali. Siamo un set a cielo aperto e
abbiamo Cinecittà a due passi, perché non promuovere il nostro
territorio come set cinematografico? Avremo una pubblicità
perenne sia nazionale che internazionale oltre ad un
notevole indotto. Dobbiamo porre in essere una politica
economica aggressiva e non di rimessa, i turisti devono essere
cercati uno ad uno. Per rilanciare il comparto turistico è
opportuno anche sfruttare al meglio la nuova stagione dei fondi
strutturali 2007-2013 e lo stesso Piano di Sviluppo Rurale.
Quello che bisogna evitare è un’azione confusa e scoordinata.
Nel contempo anche il sistema formazione deve fare la sua
parte, e l’università e gli enti di formazione devono essere
messi al centro di un’azione formativa di alto livello”.
Enzo
Ricci riflette sulla situazione politica setina
27
luglio 2008
La
cronaca della politica locale francamente, offre uno scenario
desolante. E’ veramente così o qualcuno ha interesse che vada
così? Questa la riflessione di Enzo Ricci e di tutta le
segreteria del PS Sezze. Proprio Ricci specifica: “A
noi risulta che l’amministrazione Campoli, in attuazione del
suo programma elettorale, ha in cantiere temi determinanti al
progresso socio-economico dell’intera città. 1) La
realizzazione di un nuovo impianto di depurazione finanziato per
quattro milioni di euro su poco più di cinque milioni
occorrenti dalla Regione Lazio. Se solo pensiamo che se avesse vinto il centrodestra avrebbe
potenziato quello esistente, con le sole risorse del bilancio
comunale, con un danno irreparabile per la popolosissima zona
dei Casali, senza peraltro risolvere il problema per l’intera
cittadinanza. 2) La realizzazione di un ECO-CENTRO, vale a dire
un centro di raccolta di rifiuti per un primo differenziato
anche questo finanziato dalla Regione Lazio. Questo impianto
porterà occupazione, almeno altre venti unità lavorative, e
risparmio sulle bollette dei cittadini. 3) L’approvazione del
piano territoriale paesaggistico, con le osservazioni presentate
dal Comune e da privati cittadini,il quale permetterà di
togliere molti di quei vincoli che inutilmente ma
inesorabilmente ad oggi hanno limitato lo sviluppo di intere
zone del nostro territorio. 4) E, finalmente, un nuovo Piano
Regolatore ormai in dirittura di arrivo, almeno, rispetto agli
indirizzi di sviluppo dell’intero territorio per i futuri
trenta anni”. Dunque, chi vuole far pensare che questa è
un’amministrazione che se ne sta con le mani in mano è un
tendenzioso e bugiardo. Chi, invece, volesse che gli obiettivi
si realizzassero in tempi più brevi, merita tutta la nostra
considerazione di Socialisti e di amministratori, visto che
l’assessore socialista Maurizi è impegnato in prima linea con
la delega all’Ambiente e all’Urbanistica. I Socialisti
ritengono dunque che sia ora, finalmente, di aprire un dialogo a
tutto campo con la minoranza in amministrazione. Gli interessi
in campo sono e dovranno essere talmente oggettivi, che tutti
dovranno concorrere a produrre proposte e soluzioni sulle opere
citate e su tante altre in programma ( la riqualificazione dei
quartieri e del centro storico, la video sorveglianza dei punti
nevralgici del paese, il recupero del patrimonio comunale,
l’abbattimento dei livelli e degli usi civici che tanto
condizionano lo sviluppo del patrimonio di moltissimi cittadini,
ecc…). Conclude dunque Ricci: “Sezze
merita che Campoli
sia supportato da una giunta di maggiore qualità tanto da
meritare un’autonomia d’intervento tale da lasciare al
Sindaco il ruolo di coordinamento e di rappresentanza; da un
gruppo consigliare più tonico e coeso, che gli consenta
maggiore e migliore tempestività sulle scelte da fare. Solo così
sarà possibile affrontare i grandi temi del paese, aprendosi al
dialogo con una minoranza che dovrà dimostrare altrettanta
disponibilità, perché è sui risultati ottenuti che si misurerà
il consenso della gente. Una minoranza guidata
da un gruppo importante che un po’ rappresenta una
parte di storia recente della politica di questo paese, magari
espressa in un fronte diverso da quello attuale. E’
importante, invece, mettere da parte i livori e i risentimenti e
lavorare esclusivamente a servizio della collettività. Tutti
per Sezze, dunque, perchè i meriti li prenderà tanto chi farà
che chi avrà permesso di fare. E’ vero che la visibilità
delle forze politiche porta inesorabilmente a rappresentare un
partito sugli altri; ma è altrettanto vero che il corpo
elettorale è tutt’altro che stupido e ha saputo e saprà
misurare tutte le azioni che si vorranno sviluppare”.
No
della Regione alla centrale Turbogas a Mazzocchio
20
luglio 2008
La
Regione Lazio ha espresso giudizio contrario alla costruzione di
una centrale Turbogas a Mazzocchio. A commentare con favore la
presa di posizione dell’ente, è il segretario provinciale del
Partito Socialista, Lidano Lucidi che già nei giorni scorsi
aveva sostenuto una tale posizione: “Esprimiamo
soddisfazione per la decisione della Regione. È un dato
estremamente positivo, anche se bisogna sempre stare attenti e
vigili, e noi socialisti lo saremo. Rimangono infatti in piedi
altre questioni dirompenti per il nostro territorio, la turbogas
di Aprilia, il termovalorizzatore, la centrale nucleare. Questa
vicenda, pone con forza un dato imbarazzante che deve far
riflettere, la mancanza di una seppur minima programmazione
degli interventi. Governo centrale, Regione Lazio, Provincia di
Latina, singoli comuni, sembrano enti a se stanti. Bisogna
lavorare di concerto e non da separati in casa”. Ribadisce
infatti lo stesso Lucidi: “Si
rischia la concentrazione in pochissimi chilometri quadrati di
una serie di centrali che possono soddisfare una buona parte
della domanda energetica nazionale. Perché tutto ciò in
provincia di Latina? E se sacrificio deve essere, quali sono i
sacrifici delle altre province italiane? E i benefici dei
cittadini? Non pagheremo più la bolletta della corrente? Non
pagheremo più lo smaltimento dei rifiuti? Domande legittime cui
non segue una risposta. Vogliamo inoltre mettere in risalto come
questi interventi mal si conciliano con la presenza di un parco
nazionale, di uno splendido mare, dei Monti Lepini, o ancora di
un distretto agro alimentare. Una contraddizione in termini. Così
facendo si rischia di bruciare tempo e risorse, perché mentre
da un lato partono i bandi per il piano di sviluppo rurale,
dall’altro si propone l’esproprio di terre agricole per
costruire queste centrali, il caso Mazzocchio è emblematico in
tal senso. Auspichiamo un confronto serrato tra istituzioni su
quello che dovrà essere questa provincia che ha tanti problemi,
e di certo questo modus operandi non aiuterà a farla uscire da
una crisi che assume giorno per giorno caratteri sempre più
preoccupanti”.
Sezze
per un commercio equo e solidale
18
luglio 2008
Negli
anni passati il commercio equo e solidale è stato utilizzato
per cercare di sollevare le condizioni di villaggi ubicati nei
paesi sottosviluppati. Con le dovute proporzioni anche la
situazione dell’Italia in questo periodo non appare rosea ed
è per questo che Lidano Lucidi individua proprio nel commercio
equo e solidale una possibile soluzione: “Ad
oggi credo che questo stesso strumento possa essere utilizzato
su scala generale per cercare di risollevare il destino
dell’imprese agricole del territorio. Gli ultimi sviluppi
legislativi ci consegnano due strumenti che possono essere
impiegati allo scopo: i gruppi di acquisto solidali (G.A.S.) e i
farmer market. Se utilizzati in simbiosi e in modo sistemico,
questi strumenti hanno la capacità di dirottare risorse
finanziarie verso le aziende agricole nostrane che si trovano a
fronteggiare uno stato di crisi di cui al momento non si vede
una semplice via d’uscita. La concorrenza spietata e spesso
sleale di alcuni paesi, l’aumento del prezzo dei concimi e del
carburante ed altro ancora, hanno inchiodato molte aziende. Dato
questo contesto, al fine di aiutare i nostri produttori, si
possono dirottare i consumi verso le produzioni dell’aziende
del luogo, utilizzando i gruppi d’acquisto solidali, che sono
associazioni formate da consumatori create per acquistare
all’ingrosso prodotti alimentari per poi distribuirli tra le
proprie famiglie”. Continua lo stesso Lucidi: “I
Gas possono essere anche utilizzati per altri acquisti come per
esempio il latte artificiale, pensiamo a quanto una famiglia
deve spendere per l’allattamento dei figli, un salasso. E poi
ci si lamenta che non si procrea più. In secondo luogo occorre
incentivare un utilizzo più intensivo dei farmer market su
ampia scala, e Sezze, può diventare punto di riferimento
comprensoriale. I farmer market sono dei mercati in cui i
produttori possono vendere direttamente al consumatore i propri
prodotti. Tagliando la filiera si ha il doppio beneficio di
risparmiare sulle spese di trasporto e di vendere ad un prezzo
maggiorato rispetto ai mercati generali. Nello stesso tempo ad
avvantaggiarsene saranno anche i consumatori, che disporranno
della facoltà di acquistare merce a un prezzo di mercato più
basso. Da ultimo, ma non meno importante, è la certezza della
provenienza delle merci, in quanto molte volte si mangiano
prodotti esteri spacciati per prodotti locali”.
La
candidatura di Fazzone a presidente della Regione Lazio
15
luglio 2008
La
presa di posizione di molti esponenti del Pdl/Forza Italia sulla
candidatura a presidente della Regione Lazio del Senatore
Fazzone, s’inquadra in un problema complessivo di
rappresentanza della Provincia di Latina. Questa la presa di
posizione del segretario provinciale del Partito Socialista
Lidano Lucidi che spiega: “Indipendentemente
dai colori politici, il territorio pontino è considerato al più
una mera appendice di Roma. Scelte calate dall’alto,
investimenti che non arrivano mai, una ripartizione delle
risorse che vedono Roma città e Roma provincia sempre nella
parte del leone. A rimetterci sono proprio le altre province e
in particolar modo quella di Latina. Le vicende energetiche di
questi giorni, la scelta dei candidati alla Camera e al Senato,
un sistema elettorale per l’elezione dei rappresentanti
regionali che favorisce Roma in modo sproporzionato, fanno da
tappo alla politica territoriale.” Il Partito Socialista
ritiene che questa problematica vada affrontata mettendo al
centro il rilancio della politica provinciale rispetto a quella
romana e lo stesso Lucidi continua: “La
questione è di fondamentale importanza, una provincia stretta e
lunga è oggettivamente difficile da governare anche perchè
molti si sentono lontani da Latina intesa come istituzione
figuriamoci da Roma. Il tutto è ancora più urgente data la
crisi economica che ha aspetti dirompenti sul tessuto sociale”.
Il
Partito Socialista riflette sullo stato delle cose, visto anche
i progetti di Roma città metropolitana, oppure ancora dei
progetti governativi sul federalismo. “Sappiamo
però che è un tema che tocca tutti e non un partito grande o
piccolo che sia - conclude il segretario provinciale
- per questo sarebbe opportuno in alcuni casi abbandonare gli
steccati politici e guardare più all’interesse generale di
questa zona. Il sistema provincia deve essere ridiscusso
complessivamente attraverso un confronto serrato tra le varie
forze politiche e gli altri attori sociali. Mancano le
infrastrutture, l’università presenti sono sedi distaccate, e
tanto altro ancora. Scontiamo ritardi cronici, e questo ci deve
spingere a fare sistema. Auspichiamo che in vista
dell’elezioni provinciali, e soprattutto regionali, che tutti
tengano a mente gli errori commessi in passato”.
PSI
Sezze contro la Turbogas
10
luglio 2008
Il
Partito Socialista di Sezze esprime tutto il suo dissenso sulla
nascita della centrale turbogas di Pontinia che interessa anche
il territorio di Sezze, cui alcuni cittadini potrebbero vedere
espropriata la propria terra. La costruzione di questa centrale
avrebbe conseguenze disastrose per il nostro territorio. I danni
che questo impianto provocherà sono diversi, dall’utilizzo di
una grande mole di acqua, già ci sono molti problemi sulla sua
gestione visto che molte famiglie spesso rimangono a secco ci
mancava solo la turbogas che ne utilizzerà una quantità industriale,
all’impatto che potrà avere sull’agricoltura, sul turismo,
sulla perdita di valore dei terreni, oltre naturalmente
l’impatto ambientale. Di benefici che la collettività potrà
avere come compensazione poi neanche se ne parla. Siamo contrari
a queste decisioni prese dall’alto perché se è vero che la
politica è fatta anche dei sì, è altrettanto vero che non può
essere una politica dei sì a prescindere. L’utilizzo poi di
combustibili fossili nel momento in cui il loro prezzo tende a
lievitare giorno per giorno, pone anche dei seri interrogativi
sui benefici che questa centrale potrà portare alle tasche dei
cittadini. Il Ministro Scaiola annuncia il ritorno al nucleare
per uscire dalla dipendenza dai combustibili fossili, e a
Mazzocchio invece si discute di costruire una centrale a
combustile fossile. Ma ci stanno prendendo per i fondelli? Come
già sottolineato dal segretario provinciale Lucidi Lidano,
in pochi chilometri quadrati potrebbe essere ubicate due
centrali turbogas, una centrale nucleare, un termovalorizzatore.
Il tutto rasenta il ridicolo, visto che manca anche una seppur
minima programmazione. I
socialisti di Sezze, preoccupati dello stato dell’arte,
porteranno fino in fondo la loro battaglia, ed appoggeranno
tutte quelle iniziative tese ad evitare che questa centrale
nasca.
Apertura
della stagione congressuale
24
giugno 2008
La
sezione del Partito Socialista di Sezze, che ha visto negli
ultimi tempi una crescita partecipativa che ha reso il partito
più forte e dinamico, in vista dell’imminente apertura della
stagione congressuale, interviene per porre l’accento sulla
propria strategia di azione. In particolare, una nota congiunta
dei membri componenti del direttivo esplica: “
Proprio mentre notiamo come emerga sempre più distintamente la
questione socialista (molti si definiscono socialisti e vogliono
costruire il socialismo del XXI° secolo e il Pd che discute
sull’adesione al partito socialista europeo e quindi sul suo
essere o meno socialisti), noi
vogliamo intraprendere una linea politica che sappia sempre dare
il nostro punto di vista sulle singole questioni. Consci di una
stagione politica spesso avulsa alle reali esigenze dei
cittadini, desideriamo avviare un cammino progettuale che sia
quanto più partecipato ed attento alle problematiche del
territorio. Consideriamo un errore strategico l’arroccamento
su posizioni ideologiche o di potere in quanto effimere e poco
consone a migliorare la vita dei cittadini.
Tante problematiche non sono
state affrontate nella speranza che prima o poi una soluzione
sarebbe arrivata. È un errore mettere la polvere sotto il
tappeto. Sezze ha
bisogno di un’azione politica forte, di una strategia di medio
e lungo periodo che sappia far uscire il paese dalle secche in
cui si trova. Tanti sono i problemi sul tavolo e tanti ne
nasceranno in futuro e di certo non si può navigare a vista.
Noi socialisti riteniamo necessario un cambio di marcia,
attraverso l’apertura di una nuova fase politica che sappia
capire meglio il malcontento generale al fine di porre rimedio
alle tante questioni in cui quotidianamente i setini
s’imbattono.
Per quanto ci riguarda il
nuovo direttivo che verrà designato a breve lavorerà per
l’unità di quanti da sempre si considerano socialisti o che
si riconoscono in quegli ideali, ben sapendo che tanto dobbiamo
fare e soprattutto dimostrare. Non è più tempo di divisioni,
di distinguo: è il tempo di unirsi dietro un progetto politico
che sappia guardare esclusivamente alle esigenze collettive. Il
Partito Socialista non è un partito solo dei tesserati. Al
contrario, i socialisti pensano e metteranno in campo un partito
aperto al confronto con le altre forze politiche e sociali,
pensando anche ad un laboratorio da riempire di contenuti in cui
possano trovare spazio quanti vogliano spezzare l’immobilismo
politico regnante.”
Lidano
Lucidi designato Segretario comunale del PS
25
marzo 2008
Continua
in maniera concreta il processo di rinnovamento e rafforzamento
in seno al PS. Chiara testimonianza di questo è che nei giorni
scorsi il Partito Socialista di Sezze ha preso importanti
decisioni per continuare l’opera intrapresa per la costruzione
nel territorio di un partito del socialismo europeo. Conclusa la
fase del tesseramento, con notevolissimo successo e riscontro
numerico, gli iscritti hanno deciso all’unanimità di
designare alla carica di segretario cittadino Lidano
Lucidi che commenta così la nomina. “Questo
attestato di stima e fiducia nei miei confronti mi inorgoglisce
considerato soprattutto il delicatissimo momento che stiamo
vivendo. La grave crisi in cui versano le famiglie, la
disoccupazione imperante in particolare sul nostro territorio,
pongono la politica di fronte alle proprie responsabilità. La
scomposizione e ricomposizione del quadro politico porta in dote
molte incognite ed una sola certezza: per costruire un partito
veramente moderno che sappia dare risposte alle reali esigenze
dei cittadini non occorre guardare il proprio ombelico. Il
processo costituente del PS non solo ha visto la ricomposizione
della diaspora socialista, in particolare Sdi e Nuovo Psi, ma
anche l’apporto significativo di una parte di ex Ds come
Angius con il suo movimento Democrazia e Socialismo, o ancora
l’Associazione per La Rosa nel Pugno di Turci, oltre numerose
altre componenti. Questa unione di forze fa si che il Partito
Socialista possa essere costruito su nuovi basi e con rinnovato
vigore. Su queste premesse considero fondamentale la nascita
nell’alveo socialista, del movimento giovanile Zapatero ahora
in onore del leader socialista spagnolo tanto apprezzato dalle
giovani generazioni e non. I ragazzi, tesserati e non, hanno la
fiducia totale del partito tutto, e già hanno sviluppato
moltissimi progetti che verranno messi in essere nei mesi a
seguire. Lo stesso Lucidi sottolinea come tra gli intenti
primari del Partito Socialista ci sia quello di essere
l’espressione della gente: “È
opportuno riannodare quel filo diretto tra politica e cittadini,
cercando di capire fino in fondo le mutevoli condizioni sociali
ed economiche. Quello che desideriamo realizzare non è un
partito di nicchia ma un sodalizio agganciato al Partito
Socialista Europeo e al suo programma di Oporto che vede nella
lotta alla disoccupazione e nell’affermazione del principio
della laicità dello Stato e dei diritti civili pietre angolari
dell’azione politica. Vogliamo porre in essere un partito che
si nutre partecipazione e scambio di idee senza pregiudiziali.
Guidare questo
processo più che un onere è un onore.”
Cambiare
il sistema di nomina degli scrutatori
La
proposta di Antonio Cicciarelli e Donatella Tomei
4
marzo 2008
Il
meccanismo per la nomina degli scrutatori elettorali non sembra
attualmente seguire una logica valida e a farlo notare è il
Partito Socialista di Sezze che oltre al suo disappunto propone
un metodo alternativo, volto a favorire le persone che si
trovano in difficoltà economica, nell’ottica tipizzante del
pensiero socialista che tende sempre
a favorire e ricercare iniziative di soccorso sociale. Il
sistema con cui vengono scelti gli scrutatori è uno degli
aspetti che senza dubbio oggi manifesta il malcostume politico
italiano riguardo la legge elettorale come specifica
l’esponente del PS Sezze, Antonio
Cicciarelli: “Secondo
l’articolo 9 della legge 270/2005 gli scrutatori vengono
selezionati dalla Commissione Elettorale scegliendoli tra i
nominativi compresi nell’albo degli scrutatori in numero pari
a quello occorrente. Questo metodo, provocando di fatto una
mercificazione del ruolo degli scrutatori, lede quel minimo di
moralità che la politica ancora forse detiene, in quanto nei
fatti si assiste ad una spartizione dei posti a tavolino. In
questo modo si lede il precetto fondamentale di moralità e
correttezza che deve improntare sempre due fasi della politica,
quella formativa delle idee e quella operativa, affinché il
pragmatismo della politica non si confonda con l’opportunismo
politico. Se cambiamento deve essere, allora che non sia solo
cambiamento di facciata.”. A rendere noti i margini della
proposta è invece Donatella
Tomei: “Come Partito
Socialista, proponiamo un sistema alternativo di nomina degli
scrutatori. La nostra proposta parte anche dalla constatazione
della gravissima crisi finanziaria che stiamo vivendo. Si è
innescato un meccanismo che vede il ceto medio sempre più
povero, e i poveri sempre più poveri. Data questa innegabile
realtà, proponiamo che si crei un’apposita sezione
nell’albo degli scrutatori in cui troveranno iscritti i
disoccupati, i cassaintegrati, i lavoratori in mobilità, i
lavoratori precari, insomma chiunque soffra un disagio
economico. Nella sostanza, visto che la legge prevede la
chiamata nominale, troviamo giusto che vengano individuate
quelle persone che hanno difficoltà economiche. In prima
istanza, e con sorteggio pubblico, gli scrutatori dovrebbero
essere scelti tra queste persone e solo se insufficienti a
ricoprire i ruoli da assegnare, attingere anche alla sezione
ordinaria. Come Partito Socialista pensiamo che ogni singolo
ente pubblico deve favorire una più equa redistribuzione della
ricchezza e in ogni modo la crescita economica dei meno
abbienti. Siamo convinti sostenitori di questo metodo sia perché
troviamo vergognoso l’attuale sistema di selezione, sia perché
riteniamo giusto che a guadagnare siano le persone che hanno
difficoltà economiche e non chi non ha di questi problemi.”.
Questa stessa proposta, partita dalla sezione di Sezze, è stata
avanzata a tutti i livelli politici, locali e nazionali, ai
circoli socialisti, ed trovando immediatamente consensi e
adesioni.
Iniziativa
per finanziamenti ai giovani
21
febbraio 2008
Ancora una concreta iniziativa per il Partito Socialista di Sezze che nei giorni scorsi ha inviato una lettera alle banche presenti sul territorio e all’Assessore per le politiche giovanili, con la richiesta di impegnarsi a dare la massima diffusione della presenza di fondi agevolati per i giovani studenti. A spiegare il progetto è Lidano Lucidi: “Con l’iniziativa denominata Diamogli Credito, i giovani potranno presentare domanda a una banca convenzionata e ottenere un prestito fino a 6.000 euro senza bisogno di una busta paga né della firma dei genitori o di un garante. I beneficiari delle iniziative sono gli studenti universitari o post-universitari con età compresa tra i 18 e i 35 anni, che corrispondano a determinati requisiti di merito. Le risorse stanziate possono essere impiegate per pagare le tasse universitarie, partecipare al programma Erasmus, iscriversi a un master post-universitario, acquistare un computer portatile con connessione wi-fi, pagare le spese connesse alla locazione per i fuori sede, e a Sezze ci sono moltissimi studenti che vivono fuori. Come Partito Socialista siamo convinti che in Italia basterebbe introdurre il concetto della meritocrazia per poter cambiare le cose, e questa iniziativa va nella giusta direzione in quanto molti ragazzi hanno talento ma limitate possibilità economiche, vuoi perché disoccupati, precari o di famiglia poco abbiente. L’istruzione è un diritto costituzionalmente riconosciuto, e troviamo inaccettabile l’eccessiva onerosità delle tasse scolastiche, dei libri, degli affitti per gli studenti. La scuola non può essere dei ricchi. Il nostro appello è che gli enti preposti diano adeguato risalto all’iniziativa anche perché il fondo diverrà operativo entro febbraio e le risorse sono limitate. Abbiamo sollecitato anche le banche, qualora ancora non l’avessero fatto, a porre in essere quanto previsto dal Protocollo d’Intesa del 19.12.2007 tra l’Abi e il Governo. Anche noi come partito Socialista ci impegneremo a dare la massima diffusione, anche per evitare che i sezzesi pagano le tasse e poi i finanziamenti li prendono gli altri”.
Partito Socialista Italiano,
un
secolo di storia d'Italia
5
gennaio 2008
Le origini del movimento socialista in Italia
In Italia la crescita del movimento operaio si delinea sulla fine del XIX secolo. Le prime organizzazioni di lavoratori sono le società di mutuo soccorso e le cooperative di tradizione mazziniana e a fine solidaristico. La presenza in Italia di Bakunin dal 1864 al 1867 dà impulso all'anarchismo. L'episodio anarchico di propaganda più noto è quello del 1877 (un gruppo di anarchici tentò di far sollevare i contadini del Matese). La strategia insurrezionale fallisce mentre riscuote molto successo il partito Socialdemocratico nelle elezioni del 1877. I primi a sostenere la necessità di incanalare le energie rivoluzionarie in un'organizzazione partitica sono Bignami e Gnocchi-Viani con la rivista " La Plebe" al quale poi si affiancano le "Lettere aperte agli amici di Romagna", dove si denuncia il carattere settario del movimento anarchico e l'astensionismo elettorale. Nel 1881 Andrea Costa organizza il Partito Socialista Rivoluzionario di Romagna, che sosteneva, fra l'altro, le lotte dei lavoratori, l'agitazione per riforme economiche e politiche, la partecipazione alle elezioni amministrative e politiche. Il partito di Costa incontra grandi difficoltà anche se riesce ad essere eletto alla Camera come primo deputato socialista. Alle elezioni del 1882 si presenta il Partito Operaio Italiano ma senza successo. Frattanto il movimento operaio si organizza in forme più complesse: Federazioni di mestiere, Camere di lavoro, etc. Le Camere di Lavoro si trasformano in organizzazioni autonome e divengono il punto di aggregazione a livello cittadino di tutti i lavoratori.
Il Partito dalla nascita all'avvento della Repubblica
1892: fondazione del partito
Su queste basi nel 1892 nasce a Genova il Partito dei Lavoratori Italiani che fonda in sé l'esperienza del Partito Operaio Italiano nato nel 1882 a Milano, la Lega Socialista Milanese - d'ispirazione riformista, fondata nel 1889 per iniziativa di Turati - e molte leghe e movimenti italiani che si rifanno al socialismo di ispirazione marxista. Tra i promotori della formazione del PSI ci sono Filippo Turati, Claudio Treves, Leonida Bissolati, Ghisleri, Ferri, tutti provenienti dall'esperienza del Positivismo. Turati è erede del radicalismo democratico; nel 1885 si era unito con la rivoluzionaria Anna Kuliscioff; conosce le opere di Marx ed Engels, fu attratto dalla socialdemocrazia tedesca e dalle associazioni operaie lombarde. Turati considera il Socialismo non dal punto di vista insurrezionale, ma come un'ideale da calare nelle specifiche situazioni storiche. È nel 1893 che il Partito Socialista si dà un'autonomia e un nome ufficiale (Congresso di Reggio Emilia). Nell'ottobre del 1894 il partito venne sciolto per decreto a causa della repressione crispina. In contrapposizione alla repressione vi fu un'alleanza democratico-socialista alle elezioni del 1895.
1912: la scissione del PSRI di Bissolati
Il congresso straordinario, convocato a Reggio Emilia, inasprisce le divisioni che attraversano il Partito riguardo all'impresa di Libia. Trionfa la corrente massimalista di Benito Mussolini e si sancisce l'espulsione di una delle aree riformiste, capeggiata da Bonomi e Bissolati. Quest'ultimo, nel 1911 si era recato al Quirinale per le consultazioni susseguenti la crisi del Governo Luzzatti, causando il malcontento del resto del partito, compreso quello di Turati, esponente di spicco dell'altra corrente riformista. Bissolati e i suoi danno vita al Partito Socialista Riformista Italiano (PSRI).
1914: la crisi dell'interventismo
Allo scoppio della Prima guerra mondiale il partito sviluppò un forte impegno per la neutralità dell'Italia, ma con forti spaccature al suo interno che troveranno un punto di mediazione nella formula "né aderire né sabotare" di Costantino
Lazzari.
A partire dagli anni venti, con l'emergere del Partito Nazionale Fascista, le diverse anime del movimento socialista si mossero separatamente dando vita a tre differenti partiti.
La scissione dei comunisti (1921), quella riformista (1922) e la clandestinità
Nel 1921 si tiene a Livorno il XVII congresso del partito. Dopo giorni di dibattito serrato, i massimalisti unitari di Serrati raccolgono 89.028 voti, i comunisti puri 58.783, e i riformisti concentrazionisti 14.695. I comunisti di Bordiga e Gramsci escono dal congresso e fondano il Partito Comunista d'Italia, con lo scopo di aderire ai 14 punti dell'Internazionale. Lenin, infatti, aveva invitato il PSI a conformarsi ai dettami e ad espellere la corrente riformista di Turati, Treves e Prampolini, ricevendo il diniego da parte di Giacinto Menotti Serrati che non intendeva affatto rompere con alcune delle voci più autorevoli (sia pur minoritarie) del partito.
Nell'estate del 1922 Filippo Turati, senza rispettare la disciplina del partito, si reca da Vittorio Emanuele III per le rituali consultazioni per risolvere la crisi di governo. Tuttavia non fu possibile raggiungere un accordo con Giolitti, ed il re diede l'incarico a Facta. Per aver violato il divieto di collaborazione con i partiti borghesi, la corrente riformista viene espulsa, ad ottobre, nei giorni che precedono la Marcia su Roma di Benito Mussolini. Turati e i suoi danno vita al Partito Socialista Unitario, il cui segretario, Giacomo Matteotti, sarà rapito ed ucciso dai fascisti il 10 giugno 1924. Tra il 1925 e il 1926 Mussolini vieta i partiti e costringe all'esilio o al confino i socialisti. È proprio durante l'esilio che, nel 1930, in Francia, avviene la riunificazione tra i riformisti di Turati ed i massimalisti, guidati dal giovane Pietro Nenni.
La rinascita (1943); tra la Resistenza e la Repubblica
Il 22 agosto 1943 nasce a Roma il Partito Socialista di Unità Proletaria (PSIUP) che raggruppa una parte consistente di personalità influenti della sinistra italiana antifascista, come il futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini, lo scrittore Ignazio Silone e l'intellettuale Lelio Basso. A diventare segretario del partito è il romagnolo Pietro
Nenni.
Il PSIUP durante la Resistenza partecipa attivamente al Comitato di Liberazione Nazionale e si avvicina in particolare al Partito Comunista Italiano, con una politica di unità d'azione volta a modificare le istituzioni in senso socialista. Questa politica, osteggiata dalla destra del partito guidata da Giuseppe Saragat, è in buona parte legata alla preoccupazione che divisioni interne alla classe operaia possano favorire l'ascesa di movimenti di destra autoritaria, come era avvenuto nel primo dopoguerra con il fascismo.
In occasione del referendum istituzionale del 2 giugno del 1946, il PSIUP è uno dei partiti più impegnati sul fronte repubblicano, al punto da venire identificato come "il partito della Repubblica".
Dalla Costituente al centro-sinistra
La scissione socialdemocratica
Il 10 gennaio 1947 il PSIUP riprende la denominazione di Partito Socialista Italiano (PSI). Il cambio di nome avviene nel contesto della scissione della corrente socialdemocratica guidata da Giuseppe Saragat (scissione di palazzo Barberini), il quale darà vita al Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI), e marcherà una profonda distanza dai comunisti (ormai definitivamente agganciati allo stalinismo sovietico). Il PSI invece, proseguirà sulla strada delle intese con il PCI, e con quest'ultimo deciderà anche di fare un fronte comune, il Fronte Democratico Popolare, in vista delle elezioni dell'aprile 1948. Questa posizione "unitaria" dei due partiti della sinistra italiana, l'anno successivo farà però perdere la corrente della nuova destra del partito socialista, capeggiata da Giuseppe Romita, che nel dicembre 1949 si unirà a una parte dei socialisti democratici usciti dal PSLI -perché in polemica con il suo eccessivo "centrismo"- dando vita a un nuovo partito che prenderà il nome di Partito Socialista Unitario (PSU).
Nel maggio 1951 Il PSLI e il PSU si fonderanno nel Partito Socialista - Sezione Italiana dell'Internazionale Socialista (PS-SIIS), che nel gennaio 1952 diventerà Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI).
Dopo la sconfitta elettorale del 1948, la lista del Fronte Democratico Popolare non verrà più riproposta, ma il PSI resta alleato col PCI, all'opposizione, per ancora molti anni, ed insieme conducono la battaglia contro la c.d. legge truffa.
I primi governi di centro-sinistra: il "centro-sinistra organico" [modifica]
Una svolta importante nella storia del PSI è costituita dal Congresso di Venezia del 1957, quando, in seguito anche all'invasione sovietica dell'Ungheria, che porta ad una rottura col PCI, il partito comincia a guardare favorevolmente all'alleanza con i moderati della Democrazia Cristiana: si rafforza il nesso socialismo-democrazia e il PSI abbandona i legami con il blocco sovietico.
Il PSI condurrà comunque una forte battaglia al fianco del PCI contro il Governo Tambroni
Nel 1963 il PSI entra definitivamente al Governo, con l'esecutivo guidato da Aldo Moro. Con questo, però, il Partito viene segnato da una nuova spaccatura: la corrente di sinistra esce dal partito e nel gennaio del 1964 dà vita a un nuovo Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP).
La breve esperienza del PSI-PSDI Unificati
Il 30 ottobre 1966 il PSI e il PSDI, dopo alcuni anni di comune presenza all'interno dei governi di centro-sinistra, si riunificano nel PSI-PSDI Unificati.
Ma l'unità dura meno di due anni. La componente socialista del PSI-PSDI Unificati il 28 ottobre 1968 riprenderà la denominazione di Partito Socialista Italiano (PSI), mentre la componente socialdemocratica nel luglio 1969 prenderà il nome di Partito Socialista Unitario (PSU), che nel febbraio 1971 ridiventerà Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI).
Tutti questi passaggi e queste scissioni danno un'idea del travaglio politico del PSI di quegli anni, periodo nel quale convivono nel Partito due anime: una tendente a una maggiore coesione con il PCI su ideali che si ispirano a Karl Marx e un'altra tendente a perseguire una politica di riforme progressive che non mettano in discussione l'assetto sostanziale del sistema. All'epoca tra le fila socialiste la posizione largamente maggioritaria era quella della sinistra, tendente ad intensificare i legami con i comunisti, mentre i cosiddetti "autonomisti", sostenitori delle riforme progressive (e quindi più vicini ad un'idea di tipo socialdemocratico), si trovavano in minoranza.
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