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CAPITOLO PRIMO
LE POTENZIALITA’ DEL TERRITORIO SETINO
1.1 Cenni Storici
Il nome Setia si fa risalire per etimologia a “setis”, le setole del bianco mantello del leone Nemeo.
La leggenda narra che Ercole, accompagnato dal mitico leone, dopo aver sconfitto i Lestrigoni, che abitavano presso Formia, giunse su questo colle dove fondò la città.
Per questo motivo lo stemma di Sezze è un leone bianco, in campo azzurro, che regge tra le zampe una cornucopia ricolma di frutti con su scritto “Setia plena bonis gerit albi signa leonis” (Sezze piena di beni porta l’insegna del bianco leone).
Al di là del mito, è certo che questo territorio fu abitato fin dalla preistoria: lo dimostrano alcuni reperti di varia natura, custoditi nell’Antiquarium comunale e, a Roma, nel Museo “Pigorini” della Preistoria e Protostoria del Lazio.
Probabilmente la città fu assalita, nel 490 a.C, dall’esercito dei Volsci, guidato dal patrizio romano ribelle Coriolano, nella guerra che aveva scatenato contro la patria.
Tuttavia, vista l’importanza strategica della città, a ridosso della via Pedemontana e della via Appia, le strade che collegavano Roma con le città e i popoli a meridione, Sezze fu conquistata dai Romani diventandone una colonia nel 382 a.C.
Ciò è rilevato, ancora oggi, dalle presenza di massicce mura poligonali, che costituivano una difesa ai tentativi di penetrazione volsca.
Nel 956, avvalendosi dell’amministrazione papale, si organizzò come libero comune dandosi usi e leggi proprie, fino a quando non fu conquistata dalle truppe della famiglia Caetani.
La città subì, per 12 anni, da questa famiglia, continui saccheggi finchè, la stessa, non fu cacciata da una rivolta popolare.
La pianura di Sezze fu al centro di un episodio di bonifica rimasto nelle cronache. L’opera fu condotta da Lidano D’Antena, un frate che, probabilmente tra il 1070 e il 1090, risanò una parte dell’acquitrino. Il monaco è considerato tutt’oggi il protettore del paese.
Durante il Medioevo il territorio visse un periodo di tranquillità, anche se fu coinvolto in alcune controversie con i paesi vicini per
ragioni legate all’impantanamento dei territori di pianura e per questioni di confine con i paesi collinari.
Nel 1656 la popolazione setina fu dimezzata sia a causa della peste che colpì l’Italia, sia per le continue scorrerie delle truppe spagnole e austriache.
1.2 Sezze città pontina dei Monti Lepini
Sezze, è situata in zona collinare ad un’altitudine di 319 metri sul livello del mare. Per la sua posizione geografica, gode di un clima mite d’inverno e fresco d’estate. Il paese si affaccia a sud sulla Pianura Pontina, mentre è protetta a nord dai Lepini e dista dal capoluogo di provincia, Latina, solo 19 Km.
La cittadina ha subito, nell’ultimo decennio, un forte incremento demografico tanto da guadagnare il titolo di “capitale” dei Lepini.
Fino a qualche anno fa il territorio setino era un paese essenzialmente agricolo ed ancora oggi l’agricoltura resta una delle attività più importanti.
Oltre all’agricoltura anche l’artigianato contribuisce all’economia del paese: esso rappresenta il 20% del prodotto interno lordo del comprensorio lepino-ausono, con 10 mila imprese nell’intera provincia e circa 2 mila dislocate sui Monti Lepini.
Per quanto riguarda il turismo, Sezze così come molti comuni dell’area lepina, presenta una vocazione alla breve residenzialità.
Ciò è determinato dal fatto che esistono delle difficoltà oggettive come, per esempio, la mancanza di strutture ricettive o la scarsa accessibilità dell’area che ne impediscono il decollo.
Eppure la città è dotata di un patrimonio artistico, storico e naturale che, se ben valorizzato e messo a sistema, può costituire una forte componente di attrazione dei flussi turistici.
Infatti, per la sua posizione di cerniera tra la Pianura Pontina e il Parco dei Monti Lepini ha le potenzialità per divenire crocevia e punto di incontro di un territorio immensamente ricco, che costituisce un mix formidabile di risorse naturali ed ambientali.
La città sorge su uno dei sistemi collinari che si distaccano dal Monte Semprevisa , la cima più alta dell’area dei Monti Lepini, caratterizzata da fitte zone boschive.
La frequenza di questi luoghi ha consentito la creazione di itinerari turistico-ricreativi per attività di escursioni e trekking in mezzo alla natura.
Sezze, pur costituendo una sorta di “giardino”, non manca di collegamenti stradali e ferroviari, elementi logistici necessari per poter divenire tappa-destinazione all’interno di numerosi tour storico-artistici, culturali e di svago.Il territorio setino si contraddistingue anche per la presenza di luoghi di notevole importanza storica, archeologica ed artistica.
La struttura della città è fortemente caratterizzata da uno stile architettonico medievale, con la presenza di un reticolo viario che tende a convergere, attraverso successivi circuiti, verso l’acropoli del paese.
Case addossate, vicoli e gradinate, arredi in pietra, scale esterne, cimase qualche bifora continuano a ricordare un gusto architettonico che sempre più tende a scomparire sotto le continue modifiche odierne.
Le attrattive naturali del Parco dei Lepini e le antiche bellezze storiche costituiscono solo una parte del potenziale turistico di questa città.
“I prodotti gastronomici, le tradizioni e i locali tipici di questo territorio sembrano possedere le caratteristiche adatte ad essere rilanciati in chiave turistica, soprattutto in un momento storico come questo di accentuata sensibilità nei confronti dell’enogastronomia”. (Progetto S.T.I.LE, pag. 25)
I turisti, in particolare quelli stranieri, sono sempre più alla ricerca di vacanze da trascorrere in aree rurali, in ambienti salubri e tranquilli e mostrano una propensione verso il consumo di prodotti agroalimentari locali.
“…Occorre indagare quello che un sistema locale esprime in termini di potenziale di sviluppo, sia da un punto di vista economico-produttivo, sia da un punto di vista socio-culturale. Il territorio, pertanto, dovrebbe essere valorizzato come sistema complesso, da inquadrare in una dimensione globale altamente concorrenziale e da gestire e sviluppare secondo una prospettiva di coordinamento integrato di tutti i soggetti (istituzionali, imprenditoriali e sociali) e di tutte le risorse che lo compongono; il tutto al fine di sostenere attività mirate e finalizzate all’attrazione di investimenti esterni ed esteri”. (M. Castellett, pag. 132)
1.3 Sezze: incontro tra antiche e nuove tradizioni
Il territorio setino si contraddistingue per una forte tradizione popolare che crea, conserva, tramanda e rinnova la vita sociale e culturale della collettività stessa.
Molti sono gli eventi del paese che si svolgono prevalentemente in occasione di ricorrenze religiose, anche se spesso il carattere religioso si intreccia con il pagano.
Negli ultimi decenni, inoltre, per iniziativa dei comuni o di associazioni-comitati, si sono sviluppate rassegne estive, sagre e manifestazioni per ricorrenze storiche a carattere prevalentemente laico.
Le feste di paese sono dei veri viaggi nel tempo, alla ricerca del significato antico di tradizioni e riti umili che si tramandano di padre in figlio.
“Negli ultimi tempi è emersa, anche da parte della cosiddetta società metropolitana, l’esigenza del recupero di un rapporto più consapevole con la Storia ed il Territorio”. (F.Solli, pag. 5).
Si tratta del fenomeno della “memoria ritrovata”, inteso come riscoperta delle radici, del folklore, delle abitudini, delle tradizioni, dell’interesse per l’architettura degli edifici rurali e del paesaggio.
Per queste ragioni si spiega lo sviluppo del turismo culturale che rappresenta una proposta alternativa a quello di massa, rapido, standardizzato e tendente alla superficialità della conoscenza.
“Esiste, oggi, una domanda in crescita di turismo dell’autenticità ed è a questo tipo di domanda che il nostro territorio può offrire una risposta soddisfacente”. (F. Di Sauro, pag 6)
Il turista “dell’autentico” vuole allontanarsi dalla quotidianità troppo frenetica, per immergersi in esperienze nuove, tipiche e più genuine. Le manifestazioni e gli eventi possono assumere, dunque, un’importanza strategica notevole allo sviluppo del turismo collinare. Il territorio setino, come tutto il comprensorio dei Lepini, ha le potenzialità per rispondere al meglio a questa nuova domanda, offrendo un insieme di attività culturali e didattiche basate sui temi dell’ecologia, dell’enogastronomia e del significato della tradizione locale. Tuttavia, a volte, emerge nei singoli attori, sia pubblici che privati, un desiderio di protagonismo che spesso si sottrae al confronto e denota uno spirito eccessivamente chiuso.
E’ necessario, invece, maturare una mentalità capace di fare sistema: solo unendo forze e risorse si potrà vincere la battaglia per il turismo.
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2.1.1 La Processione del Venerdì Santo.
La Passione del Venerdì Santo è la rievocazione storica in costume dei più significativi episodi del Vecchio e Nuovo Testamento, oltre che della vera e propria passione di Gesù Cristo e trae le sue origini da una tradizione medievale.
L’evento, riproposto nel 1933 dall'avvocato Filiberto Gigli che curò la stesura dei testi la regia e la drammatizzazione, si svolge per i vicoli del centro storico del paese.
La rappresentazione riscontrò un grande successo soprattutto negli anni ‘40, tanto da comparire sulla stampa nazionale ed internazionale e nel 1950 fu proposta a Roma, in occasione del Giubileo, in via dei Fori Imperiali.
Dagli anni ‘30 ad oggi l’evento viene curato dall’Associazione della Passione di Cristo, membro permanente del Consiglio dell’Europassione.
Quest’organismo, infatti, è stato istituito dal Parlamento Europeo nel 1992, riunendo tutte le maggiori associazioni che, in ogni singolo Paese, si occupano delle manifestazioni per la rievocazione della Passione di Cristo e Sezze figura come capofila di tutti i paesi italiani componenti del Consiglio dell’Europassione.
Annualmente si svolge un Convegno ospitato in uno dei Paesi membri dell’organo europeo e nel 2003 Sezze è stato il primo centro italiano ad essere sede di questo appuntamento.
Il fascino della manifestazione sta nell’essere espressione di una cultura popolare che mostra la profonda religiosità del popolo setino e, al contempo, una tradizione religiosa che accomuna la cittadina ad altri paesi del mondo.
Tuttavia si riscontra la mancanza di una pianificazione completa di interventi e di idee che possano favorire la crescita economica del turismo religioso, legata alla Sacra Rappresentazione.
A tal proposito nel 1999 l’Associazione della Passione di Cristo aveva presentato all’Amministrazione Comunale un progetto, senza averne risposta alcuna. Si tratta della realizzazione della “Passione” non più sotto forma di processione, ma come rappresentazione scenica fissa da tenersi, durante tutto l’anno, al Teatro Sacro Italiano (Anfiteatro) di fronte a migliaia di spettatori paganti.
La struttura, infatti, era stata progettata negli anni ’50 per accogliere l’evento sacro sfruttandone economicamente l’immagine ma, tutto ciò non ebbe più seguito a causa della mancanza di mezzi tecnici e di risorse finanziare.
L’obiettivo del progetto è di creare un movimento turistico facilmente controllabile, così come accade già in altri paesi
europei quali Spagna, Francia e Germania, che porterebbe alle casse comunali e a quelle dell’associazione notevoli benefici.
Le entrate economiche, derivanti dalla gestione del turismo religioso legate alla rappresentazione teatrale della Passione, potrebbero garantire, oltre alla Processione del Venerdì Santo nel rispetto della tradizione, l’adeguamento architettonico del percorso cittadino rendendo così un beneficio tangibile a tutto il paese.
Il miglioramento delle incongruenze architettoniche del centro storico, restituirebbero un aspetto più consono alla cittadina durante le manifestazioni della tradizione.
Tutto questo farebbe sentire e “vedere” al visitatore un grande senso di civiltà ed attaccamento al proprio territorio.
2.1.2 La Sagra del Carciofo
La Sagra del Carciofo è nata negli anni settanta per far conoscere e valorizzare un prodotto contadino
setino.
“La Sagra è un esempio di specializzazione produttiva, tipica della modernità, che a partire dagli anni ’50-60, ha caratterizzato ogni comunità e paese, trasformando prodotti, un tempo limitati al consumo locale, in emblemi d’eccellenza rendendoli rinomati e diffusi anche in un’area più ampia, a volte anche nazionale”. (A. Riccio, www.setino.it, 01/04/2006)
Il carciofo rappresenta, infatti, la trasformazione dell’assetto agrario che si è avviato in questo territorio nel secondo dopoguerra ed è il simbolo dello sviluppo locale che ha consentito il decollo di un distretto agro-alimentare
lepino.
La manifestazione, giunta alla 37° edizione, si svolge per tre giornate consecutive, generalmente nella seconda metà di aprile e l’organizzazione è curata dall’Amministrazione Comunale e dalle Cooperative agricole locali.
Negli ultimi anni alla preparazione dell’evento hanno aderito anche diverse Associazioni Culturali e autonomi cittadini, che indossano costumi antichi e allestiscono propri angoli, suggerendo una nuova chiave di realizzazione della festa più coinvolgente e partecipata.
Questa manifestazione setina si contraddistingue per il fatto di essere una festa diffusa, cioè distribuita nei vicoli e nelle piazzette del centro storico, rievocando le feste di vicinato, ma allo stesso tempo, un appuntamento enogastronomico importante per promuovere la produzione agricola locale.
Nel 2001, infatti, il carciofo romanesco coltivato in alcune zone del Lazio, tra cui le campagne di Sezze e
Priverno, ha ottenuto dal Ministero delle Politiche Agricole il riconoscimento
del marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta) che spetta solo a 530 prodotti in tutta Europa: l’Italia è seconda solo alla Francia con 105 varietà di cibi, tra cui il carciofo
setino. Da ciò si comprende l’importanza che questa coltura ha per la nostra zona.
Da trentasette anni, però, si celebra una festa che ha il pregio di ridare, sia pure per un giorno, vita al paese, grazie soprattutto all’azione dei volontari, ma che solo in parte promuove l’agricoltura.
Quest’ultima rimane solo un aspetto marginale della sagra stessa: un mercato agro-alimentare, che tutti promettono e nessuno realizza, tanto da provocare un calo nella produzione dei carciofi.
Nello stesso convegno “il sistema agricolo: evoluzione imprenditoriale”, tenutosi nell’aprile 2005 in occasione della 36° edizione dell’evento, sono emersi dati allarmanti: la produzione di carciofi è diminuita, nell’anno 2005, passando da 15 milioni a 3 milioni con solo 100 ettari di terreno coltivati.
Gli stessi braccianti spiegano che non c’è redditività nel coltivare carciofi: chi li coltiva è già molto anziano, mentre i giovani agricoltori preferiscono colture meno impegnative e con guadagni maggiori.
Dati questi che fanno pensare ad una terra sempre più "sterile" ed un mercato inesistente.
La fiera, inoltre, è affidata ad una organizzazione di tipo estemporaneo: le iniziative di singoli restano senza coordinazione, le energie si disperdono, i benefici sono impalpabili e cresce il malcontento sia tra i commercianti, che vedono sfuggire occasioni di guadagno, sia tra quei cittadini che vedono sfiorire il proprio paese.
Da più parti si chiede di sfruttare meglio le risorse della città, creando un programma, un piano organizzativo per la promozione delle attività locali e un Comitato di Gestione con il compito di progettare ogni evento, lasciando al Comune la direzione e l’approvazione dei progetti stessi, in modo da poter scegliere attentamente ogni aspetto logistico per tempo.
La Sagra, poi, non è stata mai dotata di un Logo per il riconoscimento di Fiera Tipica, che la renderebbe più visibile e consentirebbe di accedere ai finanziamenti regionali previsti per la realizzazione di queste manifestazioni.
“Una Sagra che non promuove il carciofo, che non promuove il mercato agricolo di Sezze, non promuove neppure i contadini che sono rimasti legati a questo prodotto”. (I. Romano, www.setino.it, 09/05/2004)
Fin quando non si creeranno le basi per l’attuazione di un mercato che da senso al marchio IGP, i produttori locali continueranno a mantenere bassa la coltivazione dei carciofi.
La sagra, quindi, riacquisterà il suo significato originale solo se le istituzioni si impegneranno a sostenere, durante l'anno, la coltivazione di questa coltura incentivando i produttori, dando loro prospettive di guadagno adeguate e soluzioni di mercato che garantiranno un incremento della produzione.
2.1.3 L’Estate Setina
L’Estate Setina nasce alla fine degli anni settanta sulla scia dell’estate romana e raccoglie le manifestazioni culturali del paese che si svolgono nei mesi di luglio ed agosto.
In particolare essa trae origine da un progetto presentato dal Comune di Sezze nel 1978, rispondendo alle linee programmatiche previste dalle leggi regionali n. 285/’77, sull’occupazione giovanile e n. 32/’78 relativa ad attività di promozione culturale.
Dal 1978 ad oggi l’evento ha subito profondi cambiamenti: ogni anno il programma viene arricchito con iniziative che appartengono alla tradizione locale e alle realtà limitrofe e vengono organizzate dall’Amministrazione Comunale e da alcune Associazioni Culturali del territorio.
Alcune di queste attività sono comunque ricorrenti e prevedono:
· rassegna cinematografica;
· rassegna musicale;
· rassegna teatrale;
· feste patronali (San Lidano e San Carlo, SS. Sebastiano e Rocco );
· Sagra della Zuppa di Pane e Fagioli.
Quest’ ultima, in particolare, è organizzata da oltre dieci anni dall’associazione “Noi di Suso”, con i patrocini del Comune di Sezze, Provincia di Latina, APT di Latina, CCCIAA di Latina, XIII Comunità Montana, Pro-Loco del Comune di Sezze e La Compagnia Dei Lepini, ed insieme alla Sagra del Carciofo e alla Sacra Rappresentazione, contribuisce a tenere vive le tradizioni e le usanze della cittadina.
L’allestimento della fiera è migliorato di anno in anno, riscuotendo un crescente successo anche in ambito provinciale e regionale.
L’evento si svolge in tre giornate con l’apertura di stand gastronomici dei piatti tipici locali ed è finalizzata a far conoscere le abitudini, gli usi e i costumi di una volta, attraverso mostre di cartoline, documenti antichi e giochi della tradizione popolare.
Riguardo alle feste patronali, invece, la più rilevante è quella in onore di San Lidano e San Carlo, organizzata dalla Parrocchia di Santa Maria con il patrocinio del Comune di Sezze ed in collaborazione con l’Associazione “Centro Studi San Carlo da Sezze”.
Il programma per i festeggiamenti dei patroni prevede, in genere, l’esercizio di funzioni religiose (celebrazioni eucaristiche e processione per le vie del paese) ma anche spettacoli teatrali, di musica e danza.
In occasione dell’evento la cittadina e la sua Diocesi hanno ospitato spesso personalità di grande spicco del mondo ecclesiastico, che con la loro presenza hanno contribuito a rendere questo giorno particolarmente solenne per il popolo setino.
2.2 Le problematiche organizzative degli eventi
La struttura organizzativa degli eventi della cittadina di Sezze è affidata, prevalentemente, all’Amministrazione comunale e all’azione volontaria delle Associazioni locali.
Esistono, tuttavia, delle problematiche oggettive che, in parte, caratterizzano tutti i comuni che appartengono all’area dei Monti Lepini ed in parte contraddistinguono, in modo specifico, il comune setino, limitandone lo sviluppo e la notorietà.
Primo elemento da segnalare è la scarsa accessibilità al territorio dei Lepini.
L’area dei Monti Lepini può raccogliere flussi di visitatori provenienti da Roma e comuni limitrofi e da Napoli e Caserta.
Tuttavia la viabilità inadeguata rende il raggiungimento di queste località problematico e poco agevole, muovendo altrove buona parte della popolazione turistica circostante e perdendo un potenziale mercato che potrebbe assumere dimensioni ancora superiori.
Gli stessi comuni dell’area lepina, d’altra parte, risultano mal collegati alla Riviera di Ulisse che rappresenta, soprattutto nel periodo estivo, un bacino turistico strategico.
Le singole località del territorio, messe in comunicazione tra loro da una serie di strade provinciali e comunali, essendo territori collinari ed appenninici, non facilitano rapidi spostamenti automobilistici.
Per quanto riguarda il comune di Sezze sarebbe opportuno realizzare un piano urbanistico che, oltre a fermare il decadimento degli edifici storici, monumenti di epoca romana ed elementi architettonici, metta in atto una serie di interventi volti a contenere il flusso di automobili, con la realizzazione di parcheggi.
Il problema della viabilità del paese è particolarmente sentito proprio durante lo svolgimento delle manifestazioni principali, ostacolando la buona riuscita degli stessi, poiché i turisti hanno difficoltà nel trovare un parcheggio.
Una delle proposte fatte è stata quella di utilizzare navette collocate in punti strategici della periferia della città, in modo che il visitatore possa avere una fruizione dell’evento più gradevole e serena.
Non va dimenticata la segnaletica turistica: confusa, in pessimo stato di manutenzione, mancante o poco visibile.
L’insufficiente capacità ricettiva alberghiera di Sezze, costituisce sicuramente uno degli ostacoli maggiori per lo sviluppo della domanda turistica.
Sono presenti solo tre alberghi di cui, due a due stelle ed uno a quattro. La poca consistenza numerica o assenza delle strutture ricettive a 4 stelle, che potrebbero fungere da richiamo per una clientela internazionale, assicurando un comfort simile a quello di casa propria, limita anche lo sviluppo di attività d’incontro e di cultura.
La dotazione alberghiera, quindi, non offre servizi sufficienti e richiede al turista un adattamento rispetto a quelle che possono essere le sue aspettative.
Tuttavia la riqualificazione delle strutture ricettive deve essere accompagnata da incentivi e finanziamenti, anche se spesso gli operatori nel comparto lamentano della mancanza di una politica comune e unitaria, pianificata e coordinata dall’ente pubblico per sfruttare appieno le potenzialità del territorio.
La stessa offerta ricettiva extralberghiera, costituita da agriturismi, bed &breakfast, campeggi, ostelli, affittacamere, non garantisce livelli quantitativi accettabili e, talvolta, non assicura le comodità sufficienti per una perfetta commercializzazione.
Va poi considerato anche un altro aspetto, quello della cosiddetta ospitalità “sommersa”, fatta di appartamenti e di seconde case. I frequentatori abituali di questa zona provengono da località metropolitane circostanti, che ogni anno tornano nello stesso alloggio.
Spesso nelle zone dove il turismo non rappresenta l’attività principale, esiste un atteggiamento negativo nei confronti degli
ospiti, che vengono considerati elementi di disturbo: la scarsa sensibilità per il turismo contraddistingue, infatti, la gran parte delle aree montane e collinari.
La mancanza di un adeguata accoglienza del turista può provocare un passaparola negativo.
Sarebbe necessaria, quindi, una campagna di sensibilizzazione rivolta agli operatori privati, ai responsabili pubblici e ai residenti per rendere più facile l’accettazione del movimento escursionistico e dei visitatori.
2.3. Pubblicizzazione ed informazione degli eventi
Nei comuni che fanno parte dell’area dei Monti Lepini la pubblicizzazione degli eventi e la diffusione del materiale informativo è fornita dai pochi uffici informazioni presenti sul territorio. Attualmente le pro-loco sono l’unico riferimento per i turisti che necessitano di informazioni, materiale illustrativo e di assistenza.
Ciò costituisce un grosso limite per il territorio, che pur essendo dotato di elementi di attrattiva, manca di notorietà.
Nello specifico, la pro-loco del comune di Sezze, sebbene partecipi all’organizzazione degli eventi, non ha sede fisica e dunque non svolge del tutto quelle mansioni necessarie per una buona informazione e comunicazione turistica.
Durante lo svolgimento dei principali avvenimenti setini, infatti, il turista si trova il più delle volte spaesato e confuso: non sa quale sarà il programma della manifestazione e, allo stesso tempo, non sa dove andare o cosa fare. Un esempio è proprio la Sagra del Carciofo; la manifestazione si svolge, prevalentemente nel centro storico del paese, dove piazze e vicoli vengono allestiti con stand gastronomici e vendita di prodotti tipici. Per l’occasione, inoltre, sono aperti al pubblico alcuni edifici di grande importanza storica e, per guidare il turista, si provvede a indirizzare, con una segnaletica temporanea, il percorso da seguire. Tuttavia non ci sono guide preposte ad illustrare la storia e le bellezze della cittadina, le origini e il significato degli stessi eventi, operatori turistici che possono suggerire il ristorante più rinomato, o i punti vendita dove si possono trovare i prodotti tipici del territorio che vale la pena acquistare.
Generalmente sono proprio le associazioni locali, quelle particolarmente sensibili al problema, che si improvvisano, per un giorno, come guide per essere un punto di riferimento.
Un esempio è l’Associazione Centro Studi San Carlo da Sezze che organizza tutto l’anno visite guidate in favore di istituti
scolastici, associazioni, o di pellegrini, per far conoscere le opere e il pensiero del santo e, allo stesso tempo, promuovere l’immagine della città.
Durante la Sagra del Carciofo, la Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo e la festa patronale di San Lidano e San Carlo, si tiene l’apertura straordinaria del museo-casa natale di San Carlo, dando così, l’opportunità ai turisti ed ai residenti di visitarlo.
Sulla stima dei biglietti venduti dal Centro Studi, nella Sagra del Carciofo e nella Sacra Rappresentazione di Cristo, si attesta un numero di presenze di circa 5.000 nel biennio 2004/2006.
Nel 2004, inoltre, l’associazione partecipò alla trasmissione televisiva di Raiuno “La prova del Cuoco”, occasione in cui venne pubblicizzata anche la Sagra del Carciofo ed il rinomato prodotto setino.
Nello specifico, tale evento viene promossa dall’Ente Comunale con i più svariati mezzi di comunicazione: sito web, tv, radio e articoli su giornali locali.
La diffusione di manifesti viene svolta, prevalentemente, nella provincia di Latina coprendo i paesi limitrofi e le zone di Aprilia, Pontinia, Sabaudia, San Felice e Terracina.
Nel biennio 2004/2006 sono stati distribuiti tra i 226/320 depliant circa.
In base alle stime fatte dalla pro-loco la manifestazione ha contato più o meno 11.000 presenze, concentrate soprattutto nella giornata di domenica.
Nel 2005, in particolare, si è parlato di un successo di presenze: 14.000 i piatti assegnati, registrati circa 2.500 autoveicoli nel parcheggio situato alla periferia della città, venduti tutti i carciofi dalle quattro cooperative di produttori presenti, consegnati alle Associazioni 9.300 carciofi, contro i 7.900 del 2004, mentre per il 2006 si parla di una distribuzione pari a 10.550.
Sembra opportuno richiamare l’attenzione sul fatto che a differenza delle associazioni locali, il numero degli esercenti che partecipano all’evento si riduce ad un numero pari a sette, tra bar e pizzerie. Si tratta di quei commercianti che sono collocati al centro del paese dove si svolge l’intera manifestazione.
In genere, nella giornata del sabato, i turisti si lamentano della mancanza di indicazioni su dove pernottare e del fatto che sono pochi i locali pubblici aperti.
Di recente la sagra è stata promossa anche con convegni tematici, come quello proposto nel 2006 dalla Compagnia dei Lepini, a cui hanno partecipato esponenti del mondo accademico, imprenditoriale, della Camera di Commercio, della Provincia e della XIII e XVII Comunità Montana.
Si è tenuta, inoltre, una “pre-sagra” ospitata nella città di Latina con stand espositivi dei carciofi e degustazione dei prodotti tipici, a cura delle cooperative, delle aziende agricole di Sezze e di alcune associazioni.
Sicuramente un ruolo fondamentale nella pubblicizzazione degli eventi di tutto il territorio dei Lepini è ricoperto dalla Compagnia dei Lepini.
Parte dell’attività di promozione viene svolta attraverso gli strumenti cosiddetti “redazionali”, con quotidiani e periodici, come la rivista mensile “I Lepini”, che viene distribuita su tutto il territorio provinciale.
L’utilizzo della stampa, infatti, rende più agevole la memorizzazione del messaggio, disponendo favorevolmente il potenziale turista o escursionista verso le aree turistiche in oggetto.
La Compagnia si avvale anche di un sito web, in cui sono riportate la storia dei comuni che fanno parte del territorio, le informazioni geografiche e turistiche, l’elenco delle manifestazioni e degli eventi locali, delle strutture ricettive, dei prodotti tipici e così via.
Altro esempio di attività promozionale svolta dalle associazioni locali è quella fatta da “Noi di Suso”, in occasione della Sagra della Zuppa di Pane e Fagioli. Nel 2001 la manifestazione è stata protagonista della trasmissione di Raiuno“Linea Verde”, da cui ne scaturì un articolo sulla stampa nazionale “Il Corriere della Sera”.
Dal 2004 al 2006 il numero dei visitatori si è attestato intorno alle 7/8 mila presenze e si è verificato un aumento degli escursionisti provenienti soprattutto dalle zone di Roma ed Aprilia.
Quest’incremento è stato determinato da un’attività di promozione più capillare condotta nel 2006 con manifesti e opuscoli tematici, diffusi dai vari sponsor e con la distribuzione di circa 10.000 brochure per tutta la fascia costiera della provincia di Latina.
Durante la Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo, patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, oltre all’uso dei principali mezzi di comunicazione e all’ausilio della Regione Lazio, si ricorre anche alla partecipazione di attori noti del panorama televisivo e cinematografico .
Nell’edizione del 2004 e del 2005, la cittadina ha ospitato Franco Oppini, che ha recitato nel ruolo di Pilato, Nadia Rinaldi e Marina Tagliaferri; nel 2006, invece, Vanessa Gravina, nel ruolo di Procula, ed Edoardo Siravo, nel quadro di “Giuseppe e il Faraone, gli allievi dell’Accademia Nazionale di Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma e gli allievi della Scuola di Teatro “Menandro” di Roma.
La Pro-loco del Comune di Sezze, ha rilevato, negli ultimi 2 anni, una presenza di circa 10.000 persone.
Da quanto detto si evince che l’attività di pubblicizzazione degli eventi svolta dall’Ente Comunale, dalla Compagnia dei Lepini e dalle associazioni locali riesce ad attirare un numero di persone abbastanza consistente.
Tuttavia si tratta di un flusso turistico che si concentra solo in occasione di queste manifestazioni, mentre nel resto dell’anno il paese vive una situazione di completa staticità.
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CAPITOLO TERZO
LA VIA DELLO SVILUPPO TURISTICO
3.1 La gestione turistica del territorio setino
Il movimento turistico che caratterizza il comune di Sezze rappresenta volumi estremamente limitati, come precedentemente detto, a causa soprattutto dell’insufficiente capacità ricettiva del territorio.
Gli operatori turistici, pur lamentandosi della mancanza di posti letto in grado di ospitare un bacino di utenza maggiore, ritengono poco proficuo investire nella costruzione di alberghi nel territorio setino.
Gli imprenditori locali considerano più vantaggioso puntare ad un mercato rivolto agli escursionisti, aumentando le manifestazioni e sagre nei mesi della stagione invernale per far rivivere il paese nei fine settimana.
Altri mirano al turismo culturale, legato ad itinerari storico-artistici, visite a musei e mostre d’arte.
Il flusso di visitatori nella cittadina di Sezze, infatti, è costituito prevalentemente da escursionisti che si muovono alla ricerca di luoghi interessanti per trascorrere un week-end all’insegna della natura, dell’arte, dello sport e della buona cucina.
Clienti di questa zona, come già evidenziato, sono anche i cosiddetti “frequentatori abituali” che ogni anno ritornano nello stesso alloggio spinti da due motivazioni principali: l’enogastronomia e l’elevata qualità dell’ambiente naturale.
I nuovi turisti, in genere, hanno avuto modo di conoscere per la prima volta questa località grazie al passaparola di amici o parenti.
Sarebbe opportuno, inizialmente, consolidare la clientela fedele rinnovando le motivazioni che stanno alla base del suo ritorno aumentando l’insieme delle opportunità presenti sul territorio. Un cliente fedele può diventare un promoter dell’area a costo zero.
Nello stesso progetto S.T.I.LE. emerge l’esigenza di incrementare l’escursionismo, di consolidare il segmento del turista di ritorno e di attirare nuova clientela utilizzando le attrattive già esistenti.
A tal proposito sarebbe efficace rinnovare l’immagine del luogo, facendolo percepire più allegro; l’idea complessiva che si ha della cittadina di Sezze è quella di tranquillità e routine, con pochi spazi dedicati allo svago.
Vista la mancanza di investimenti rivolti alla creazione di strutture come cinema, discoteche o pub, si dovrebbero cercare delle forme
di intrattenimento alternative in grado anche di destagionalizzare il flusso turistico.
La Trademark Italia, ideatrice di S.T.I.LE, aveva pensato ad un sotto-progetto finalizzato a “differenziare l’area dei Lepini selezionando e promuovendo solamente quelle manifestazioni che abbiano un forte appeal e rappresentino, oltre alle tradizioni locali, anche elementi di unicità e di caratterizzazione”. (Progetto
S.T.I.LE, pag. 101).
Le sagre, quindi, sono considerate come opportunità per fare turismo e, allo stesso tempo, per comprare a prezzo più basso.
Attuare nel centro storico del paese, durante il fine settimana, un “mercatino” dei prodotti tipici, delle produzioni agricole e artigianali, contribuirebbe a ravvivare i vicoli e le piazze del paese, attirando non solo un target più maturo, ma anche un pubblico giovanile che si sposta alla ricerca di nuove occasioni.
Questa proposta diventerebbe una replica costante di quella che è la Sagra del Carciofo, o la Sagra della Zuppa di Pane e Fagioli, che si svolgono solo una volta l’anno, rafforzando le presenze in bassa stagione e nei week-end, ed accrescendo il beneficio economico delle imprese e dei commercianti locali.
Si potrebbero organizzare delle navette che conducano il turista nei locali caratteristici per coinvolgere quei ristoratori che, trovandosi nelle zone più interne della campagna setina raggiungibile solo con mezzi di trasporto, spesso lamentano di una non partecipazione ai vantaggi derivanti da questi eventi. In tal modo il mix di buona cucina e natura diventerebbe uno strumento efficace di pubblicizzazione del territorio.
Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione e la sensibilità per l’enogastronomia: sempre più persone viaggiano alla ricerca di sapori unici e momenti degustativi e, la stessa Camera di Commercio di Latina ha supportato la nascita e lo sviluppo di un circuito enogastronomico dei Monti Lepini, identificando i ristoranti e le trattorie tipiche attraverso il marchio di qualità “Club del Gusto”.
Osterie, enoteche, pasticcerie e gelaterie sono elementi di richiamo che contribuiscono a costruire la qualità e l’immagine di un’area turistica. Però la maggior parte degli operatori del settore, presenti nel comune setino, difficilmente mette in atto azioni di marketing finalizzate ad espandere l’apprezzamento per i propri prodotti gastronomici.
Mancano anche iniziative volte a migliorare il servizio e l’accoglienza, e si denota in alcuni degli imprenditori locali uno scarso spirito commerciale diffuso, preferendo azioni individuali e spontanee.
Sarebbe opportuno realizzare un corso di formazione volto a stimolare e motivare i partecipanti ad ottimizzare la qualità, intesa come capacità di far sentire il turista a casa propria, calandolo in un’atmosfera confortevole e calda.
Organizzare nella piazza principale del paese una giornata dedicata alla premiazione “del piatto dell’anno”, contribuirebbe a stimolare l’intraprendenza e la competizione degli operatori turistici attraverso iniziative poco costose, coinvolgendo i ristoranti e le trattorie locali che per l’occasione sarebbero protagonisti di una vera e propria gara culinaria.
La sponsorizzazione dell’offerta enogastronomica migliorerebbe proponendo delle serate a tema in cui presentare i piatti tradizionali tipici, attraverso l’utilizzo di menu turistici.
Inoltre, durante lo svolgimento dei principali eventi le aziende del luogo potrebbero allestire degli stand dove distribuire al turista delle piccole confezioni di prodotti commercializzati a prezzi più convenienti.
Anche le manifestazioni sportive, che in genere si svolgono durante l’Estate Setina, sarebbero uno strumento efficace per accrescere le opportunità di animazione e di svago.
Sezze è dotata di campi da tennis e di una palestra dove poter svolgere tornei di pallavolo e basket. La spettacolarizzazione di questi eventi, attraverso l’organizzazione di gare tra più comuni o partite miste tra professionisti e dilettanti, accrescerebbe la notorietà del paese.
Lo sviluppo del prodotto sportivo è uno degli strumenti in grado di rinnovare e qualificare l’immagine di un territorio.
Molte località utilizzano come formula vincente il binomio vacanza- attività fisica per destagionalizzare la propria offerta turistica.
Questo fenomeno, infatti, è in forte crescita: sempre più persone richiedono un soggiorno o una vacanza “ad hoc” per praticare la propria attività preferita.
Nel settembre del 2006 si è tenuta una prima manifestazione dedicata all’attività sportiva con l’organizzazione di escursioni sul Monte Sempreviva.
Lo sviluppo di eventi con risonanza nazionale consentirebbe ad accrescere la notorietà dell’area: ci sono percorsi di trekking a piedi già attivi e funzionanti, altri in fase di realizzazione.
Saranno necessari, però, degli interventi volti al miglioramento delle attuali condizioni di fruizioni della rete sentieristica, che dovrà essere ampliata, sviluppando percorsi collegati tra loro.
Dovranno essere messe in atto anche delle misure volte a perfezionare la tipologia della segnaletica, rendendola coerente con le caratteristiche dei percorsi.
La speleologia rappresenta, inoltre, un’altra attrazione dell’area dei Monti Lepini, dove esistono diverse grotte, già esplorate da gruppi di appassionati, che contribuirebbero a incentivare questa forma di turismo.
Partecipare ad iniziative dedicate all’ambiente e alla natura sarebbe una proposta interessante da rivolgere anche agli studenti attraverso l’organizzazione di escursioni, fatte sui sentieri già esistenti.
L’approccio dei giovani con l’ambiente rappresenterebbe un’esperienza diretta con il contesto naturale e sociale dell’area, finalizzato alla salvaguardia dei valori naturali e culturali dei luoghi.
Lungo il percorso si potrebbero creare anche delle aree sosta adibite a pic-nic e distribuire ai ragazzi dei “cestini”. La composizione dovrebbe essere standard e contenere una selezione di prodotti locali e bevande. Questa idea creerebbe opportunità commerciali per le aziende del territorio, che userebbero l’iniziativa come strumento promozionale e di lancio dei nuovi prodotti.
Per attirare anche gli appassionati di arte, storia ed archeologia, si potrebbe allestire una piccola fiera dell’antiquariato, da tenersi per esempio due volte al mese, coniugandolo con l’apertura di quegli edifici che in genere sono aperti al pubblico solo per poche occasioni e del museo comunale, creando una sorta di circuito museale.
Lo scorso 12 gennaio è stata inaugurata la sede dell’Associazione della Passione di Cristo che dovrebbe diventare presto un museo, unico nel suo genere in Italia, in cui esporre costumi, armature e materiale d'archivio, legati all’evento della Sacra Rappresentazione.
Si tratta di un progetto che è stato appoggiato non solo dalle forze politiche locali, ma anche regionali e nazionali, riconoscendo nell’evento un momento importante per la crescita culturale ed economica dell'intera fascia dei Lepini.
Oggi sta nascendo un nuovo modo di concepire il museo, “considerato non più come luogo di conservazione e custodia dei beni dell’antichità e delle opere d’arte, ma come luogo di culto e di riserva in location”. (Progetto
S.T.I.LE. pag. 134).
Il visitatore non si accontenta di trovare una semplice esposizione di opere d’arte, ma vuole vivere un’esperienza di tipo sociale o ludica.
Per soddisfare le nuove esigenze dei clienti, è necessario che in questo la cultura si trasformi in spettacolo.
L’utilizzo di un programma multivisione, immergendo il visitatore nella storia del paese sarebbe un modo per suscitare emozioni e
far sì che l’esperienza rimanga impressa nella mente e nel cuore del cliente come esperienza unica.
Attraverso la realizzazione del museo virtuale, si possono riprodurre mondi scomparsi rendendoli fruibili in ogni momento, garantendo un elevato coinvolgimento sensoriale.
Attualmente, in Italia, gli Istituti Scolastici (in particolare della scuola dell’obbligo) sono i principali fruitori di questi luoghi di cultura.
Si tratta di un’utenza preziosa, che va non solo tutelata ma incentivata e potenziata.
L’applicazione delle tecnologie informatiche rappresenterebbe uno strumento efficace capace di attirare maggiormente i cosiddetti “turisti scolastici”.
La creazione di un punto vendita, inoltre, completerebbe l’offerta museale, offrendo al turista un servizio aggiuntivo attraverso:
· cartoline (del museo, o dei vari beni architettonici della cittadina);
· libri, pubblicazioni (d’arte e di storia, o descrizione delle tradizioni e degli eventi tipici della cultura locale);
· stampe, manifesti e calendari che riproducono le attrattive esposte nel museo, le bellezze paesaggistiche, o i piatti tipici);
· videocassette, diapositive o DVD (come quello della Sacra Rappresentazione che raccoglie l'edizione 2006);
· gadgets, souvenir, oggettistica e riproduzioni inerenti il museo.
L’ottimizzazione di quelle che sono le risorse storiche e artistiche, consentirebbe di attrarre anche il target dei “pellegrini” che rappresenta una quota di domanda turistica aggiuntiva rispetto a quella già esistente.
Si potrebbero organizzare delle visite guidate seguendo l’itinerario già proposto dal Centro Studi San Carlo, che prevede come tappa le chiese principali del paese, l’Antiquarium Comunale e la casa natale di alcuni personaggi illustri, integrandolo con la nuova sede dell’Associazione della Passione di Cristo.
I gruppi di passaggio in tour, in genere, possono rappresentare un altro target importante per l’area, soprattutto per la destagionalizzazione del movimento turistico.
L’obiettivo sarebbe quello di creare un pacchetto turistico ben articolato da inserire all’interno di più ampi tour culturali, provenienti per esempio da Roma, o come completamento della vacanza sulla costa.
La costa Pontina, dal golfo di Gaeta fino ai lidi di Latina, è uno dei maggiori bacini turistici italiani. Una buona parte dei visitatori che soggiornano qui nel periodo estivo si dedica spesso ad escursioni nell’entroterra.
Tuttavia solo una piccola parte conosce il ricco patrimonio storico, culturale e naturalistico di Sezze.
Esiste perciò una domanda potenziale altissima, anche se solo escursionistica, che attualmente non viene quasi per nulla sfruttata.
“Questo perché, oltre ad un'area balneare ricca di opportunità, il turista balneare con interessi culturali si limita, nella maggior parte dei casi, a visitare le località più note, evitando escursioni a musei ed a siti culturali della zona, salvo poche eccezioni favorite dalla loro posizione”. (Progetto
S.T.I.LE. pag. 55)
E’ necessario avviare una serie di iniziative promozionali, che facciano conoscere ed invoglino questa clientela a visitare il paese setino.
Si dovrebbero individuare quegli alberghi della costa interessati a proporre dei circuiti tematici in bus, da svolgersi in una giornata che prevedano la visita guidata alla cittadina, ai suoi monumenti e al circuito museale suddetto, oppure offrire una giornata dedicata a ripercorrere la storia dei personaggi famosi visitando i luoghi della loro vita.
Il tutto sarebbe completato con la degustazione di prodotti eno-gastronomici nei ristoranti locali.
Per accrescere l’interesse dei turisti balneari si potrebbero creare, inoltre, degli eventi di natura culturale come, concerti, concorsi letterari, rassegne cinematografiche, mostre fotografia o rievocazioni storiche in cui far partecipare direttamente gli stessi ospiti.
3.2 Le associazioni culturali come promotrici dello sviluppo locale
Lo scorso 26 settembre 2006 presso l’aula consiliare del Comune di Sezze è stata istituita la “Consulta delle Associazioni”, a cui hanno aderito 35 associazioni sulle 68 esistenti.
Di una consulta, in realtà, se n’era parlato già nel lontano 2002, quando l’Ente comunale aveva avviato i lavori nel tentativo di ricucire i rapporti con il mondo associativo, che chiedeva agli amministratori la garanzia di una maggiore trasparenza organizzativa degli eventi.
Il ritardo per la costituzione di questo organo è stato determinato dalla paura delle associazioni storiche di dare ad esso, poteri poco controllabili che in qualche modo avrebbe potuto modificare gli equilibri esistenti.
“La Consulta delle Associazioni” prevede di coinvolgere e rendere partecipe, della vita culturale del paese, tutte le componenti attive. Questo momento civico deve essere sfruttato adeguatamente dalle associazioni. Coordinare risorse umane, capacità e idee per giungere a soluzioni efficaci non è semplice. Imprenditori, commercianti e l’intera cittadinanza devono farsi carico del momento difficile: l’obbiettivo è ridare fiducia alle istituzioni per rilanciare l’aspetto socio-culturale della cittadina”. (I. Romano, www.setino.it, giugno 2002)
Il nuovo organismo comunale, quindi, ha il compito di creare un collegamento con le istituzioni, favorendo l’unione all’interno delle varie parti sociali. Ridurre la frammentazione esistente, rappresenta il punto di partenza per dare vita ad una nuova mentalità nel territorio.
Per troppo tempo è prevalso nelle stesse associazioni un atteggiamento individualistico, una scarsa volontà di condividere progetti ed idee e di considerare, erroneamente, quegli eventi tipici del paese un modo per emergere come singoli e non come momenti per promuovere la cultura e lo sviluppo sociale.
Il Direttivo coordinerà ogni attività e sarà garante sull’orientamento dei progetti che avranno il patrocinio dalla Consulta, solo se in linea con l’obiettivo prefissato, che si concretizza nel momento in cui le esigenze del singolo coincidono con quelle della comunità.
Per prima cosa l’elemento su cui intervenire è l’apporto umano. Cultura, costumi e mentalità degli abitanti nel tempo si sono distaccati dal sentimento di appartenenza territoriale, impoverendosi di passioni, rispetto, senso civico e capacità creative.
Le associazioni, invece, dovranno migliorare la qualità della loro produzione culturale coinvolgendo l’intera cittadina nei programmi, svolgendo il compito di “collante sociale”. Le istituzione, d’altra parte, dovranno seguire adeguatamente i progetti ritenuti meritevoli, mentre gli imprenditori ed i commercianti dovranno trovare, all’interno di queste iniziative, gli spazi più idonei per far crescere le proprie attività.
Oggi, infatti, i territori più competitivi sono proprio quelli capaci di fare sistema attraverso accordi tra tutti i soggetti partecipi allo sviluppo locale.
Una logica che, purtroppo, ancora trova difficoltà ad inserirsi nei nostri paesi, ma che ha fatto la fortuna di alcuni sistemi chiamati Toscana, Umbria, Marche, dove la politica, senza rinunciare al proprio ruolo guida, ha ceduto il passo all’interesse comune e al servizio dei cittadini.
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CONCLUSIONI
Sezze, come cittadina del territorio dei Monti Lepini, dispone delle risorse ambientali, storiche, artistiche e logistiche per poter diventare tappa-destinazione all’interno di numerosi tour culturali e di svago.
Il paese, caratterizzato da una forte tradizione popolare, si contraddistingue anche per un numero di eventi abbastanza consistente, distribuiti secondo un calendario prevalentemente stagionale.
Tuttavia, si è detto che le manifestazioni che rappresentano un’opportunità per promuovere il territorio sono: la Processione del Venerdì Santo, la Sagra del Carciofo e l’Estate Setina.
Quest’ultimi, infatti, possono assumere un’importanza strategica notevole per lo sviluppo del turismo collinare, visto il crescente interesse per le tradizioni, il folklore, l’enogastronomia e la qualità della vita.
Generalmente quando si parla di turismo culturale lo si intende legato ai grandi bacini d’arte; oggi, invece, è in aumento la domanda che va alla ricerca di beni culturali minori e le sagre o gli appuntamenti locali rappresentano elementi di unicità e caratterizzazione.
Sezze offre beni e prodotti di qualità, ma anche aree piene di tradizioni viventi, che possono costituire beni d’attrazione turistica e culturale, soprattutto quelli a carattere etnoantropologico, archeologico e artistico, e pertanto vanno valorizzati.
L’insieme di questi elementi può diventare occasione di richiamo per poter conoscere un luogo poco noto ed apprezzato, associando cibi stagionali ad eventi festivi inediti, paesaggi lepini e intensi sapori locali, che rappresentano il cuore di una cultura.
Abbiamo evidenziato, però, come lo sviluppo e la notorietà delle principali manifestazioni setine siano limitati dalla presenza di alcune problematiche oggettive: viabilità inadeguata, mancanza di un piano urbanistico finalizzato a rivalorizzare il centro storico e a contenere il flusso di automobili, una segnaletica turistica poco visibile e in decadenza, ma soprattutto l’insufficiente capacità ricettiva alberghiera.
Nello specifico, poi, si è rilevata l’assenza di una pianificazione completa di interventi ed idee che possano favorire la crescita economica del turismo religioso, legata alla Sacra Rappresentazione, o la capacità marginale della Sagra del Carciofo di promuovere il mercato agro-alimentare setino e di avere un Logo che possa contraddistinguerla come Fiera Tipica.
E’ sempre meno vero che, una località che gode di un’ottima posizione geografica o di uno straordinario patrimonio culturale si sviluppi a prescindere dalla qualità dei servizi, dall’organizzazione del territorio, dalla capacità di offrire stimoli significativi al visitatore.
I territori più competitivi, infatti, sono proprio quelli capaci di offrire, come unico insieme, attrattive naturali, culturali e quei servizi che lo rendono fruibile.
E’ la capacità di fare sistema attraverso l’accordo di tutti i soggetti partecipi allo sviluppo locale che fa la ricchezza di una località.
Altro aspetto che si è sottolineato è la mancanza di un Comitato di Gestione che abbia il compito di progettare ogni evento e la poca sensibilità per il turismo, tipica di un territorio che presenta una vocazione agricola e artigianale, che danneggia la sua immagine ospitale.
Non va dimenticato anche la scarsa consistenza di investimenti da parte degli imprenditori locali, che spesso sono poco ottimisti sullo sviluppo turistico dell’area.
Quindi, solo se l’insieme dell’offerta di servizi funziona si stabiliscono le condizioni per un successo del turismo. Tuttavia sono soprattutto la qualità dell’ospitalità e la capacità di fare sistema i fattori determinanti dello sviluppo integrato dell’area.
Qualcosa, comunque, sta cambiando.
Molto è stato fatto e si continua a fare grazie ai finanziamenti stanziati per il progetto S.T.I.L.E che nel turismo ha individuato l’opportunità per rilanciare l’economia locale, attraverso la creazione di un sistema integrato.
L’obiettivo è quello di trasformare il sistema locale dei Lepini in un prodotto turistico che valorizzi l’ambiente, la storia, la cultura, le produzione tipiche del territorio, le manifestazioni e gli eventi.
Un prodotto turistico che deve differenziarsi da quello costiero/balneare, ma al contempo, lo completa, contribuendo ad attirare l’attenzione di questo mercato.
Inoltre, lo scorso 26 settembre è stata istituita la Consulta delle Associazioni un organo previsto dallo Statuto Comunale, che ha come primo obiettivo quello di essere un’interfaccia tra le associazioni e le istituzioni, con il compito di migliorare i rapporti tra le numerose realtà esistenti e facilitarne il dialogo con l’Amministrazione Comunale.
Il nuovo organismo può essere il punto di riferimento che mancava, lo strumento con cui costruire quella coscienza comune necessaria al processo di sviluppo sociale e culturale di cui il paese ha bisogno.
Dando vita alla Consulta le associazioni hanno già dimostrato la loro disponibilità a lavorare in tal senso, iniziando a modificare la mentalità esistente.
Proprio in questi giorni le associazioni che hanno aderito al nuovo organo stanno lavorando alla realizzazione di nuovi progetti legati alla Sacra Rappresentazione, Sagra del Carciofo e Carnevale Setino.
Esistono, tuttavia, sul territorio setino anche delle carenze legate ad una poca formazione professionale.
Mancano figure sia a livello intermedio, cioè persone capaci di esercitare, in modo ottimale, mansioni a contatto diretto con il pubblico, sia a livello più elevato, dirigenti, specialisti e tecnici del settore.
Si devono creare professionalità capaci di far uscire la cittadina di Sezze dall’anonimato, nel quale rischia di restare, e contribuire a portare il turismo in quei settori dove non si è ampiamente sviluppato.
Di conseguenza la crescita turistica dell’area favorirà l’evolversi di un indotto, portando dei benefici a molte attività legate ad essa, come l’artigianato, il commercio e l’agricoltura e produrrà anche un aumento dell’ occupazione giovanile.
In conclusione è necessario acquisire la consapevolezza che lo sviluppo economico di questa cittadina dipende principalmente:
· dagli investimenti pubblici e privati che possono costituire delle risorse economiche considerevoli per potenziare le strutture e la formazione;
· dalla volontà delle persone stesse di collaborare attivamente portando innovazione e promozione continua.
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BIBLIOGRAFIA
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Intervista al presidente dell’Associazione Culturale “Centro Studi San Carlo da Sezze”, il Sig. Giuseppe Oppo
Intervista al presidente dell’Associazione Culturale “Noi di Suso”, il Sig. Pietro Mastrantoni
Intervista Associazione Culturale “Setina Civitas”, il Sig. Ignazio Romano
Intervista al Direttore Artistico della Sacra Rappresentazione, Dott. Piero Formicuccia
Intervista al Direttore della Compagnia dei Lepini, Dott. Fabrizio Di Sauro
Intervista al Presidente del CNA di Latina, Enzo Vaccarella, dalla rivista “I Lepini”, mensile della XIII e della XVIII Comunità Montane dei Monti Lepini, a cura della Compagnia dei Lepini, anno III n. 8- settembre 2006, pag. 31.
Intervista “Pro-loco” di Sezze
Intervista al Responsabile dell’Ufficio ”Settori Produttivi” del Comune di Sezze, Dott. Francesco Petrianni
Intervista alla Sig.ra Pernasili Anna Rita, Aiuto Bibliotecaria presso la Biblioteca e Centro promozione Culturale del Comune di Sezze
Intervista al Sig. Perticaroli Maurizio, Istruttore Culturale presso la Biblioteca e Centro promozione Culturale del Comune di Sezze
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XIII Comunità Montana Dei Monti Lepini, Progetto S.T.I.LE, pp. 25, 55, 96, 97,101,134, 178
Ufficio Commercio del Comune di Sezze, dati inerenti la Sagra del Carciofo nel biennio 2004/2006
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