Foto di Sezze a cura di Ignazio Romano

 Ho riassunto alcune nozioni essenziali di fotografia in fase di ripresa, studiando gli articoli delle maggiori riviste specializzate. Ho trovato maggiori vantaggi così che leggendo libri e manuali spesso "fumosi". Questi brevi studi non vogliono assolutamente  essere esaurienti in materia, ma una base da dove partire, per una discussione tra amici, prima di impugnare la macchina fotografica.

 

 

Siti consigliati

Diaframma 64

abc della fotografia

storia della fotografia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa sezione verrà ulteriormente ampliata con chiarimenti e descrizioni più dettagliate su temi specifici richiesti dai visitatori del Portale. Sono graditi eventuali approfondimenti che appassionati di fotografia  e amici volessero farmi pervenire.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                      

  L' ESPOSIZIONE  

  ESPOSIZIONE NEL COLORE

  L' ESPOSIMETRO

  LA COPPIA E.V.

  LUCE E CONTROLUCE

  L' IMPORTANZA DEL DIAFRAMMA

  LUCE NATURALE E ARTIFICIALE

  FILTRI PRINCIPALI

 

L'ESPOSIZIONE

(PROGRESSO FOTOGRAFICO  Novembre '91  pag 56)

 LA PELLICOLA 

L' esposizione è sempre riferita a un determinato tipo di pellicola, conoscere le   caratteristiche della pellicola adottata è indispensabile.

Le pellicole attuali , per quanto tecnologicamente avanzate, sono lontane dalle possibilità visive del nostro occhio che si adatta facilmente alle diverse condizioni di luce. La risposta della pellicola è descritta dalla sua curva caratteristica  che si compone di:

Il velo, causato da eccessivo invecchiamento o da un trattamento errato.

Il piede, indica la soglia minima per l'annerimento.

Il tratto rettilineo, l'annerimento progressivo man mano che si aumenta la dose di luce.

La spalla, rappresenta il valore massimo ed indica la sovraesposizione.

Calcolare la giusta esposizione significa trovare la coppia diaframma / tempo che consente alla pellicola di esprimere le sue caratteristiche, cadendo nel tratto rettilineo  del diagramma.

 L'ESPOSIMETRO 

Considerando solo gli esposimetri incorporati TTL (normalmente usati nelle macchine fotografiche) e quindi la misurazione della luce riflessa, c'è da tener conto di questi fattori:

Per valutare l' esposizione esatta di un soggetto è spesso necessaria la misurazione SPOT della luce, che corrisponde alla misura circoscritta a una zona specifica della scena.

Indipendentemente dalla tecnca di rilevazione esposimetrica prescelta, è indispensabile

 ricordare che la coppia diaframma / tempo suggerita dall' esposimetro è ideale per la riproduzione di un soggetto di tono neutro che rifletta il 18% della luce da cui è colpito.

Per riprodurre soggetti bianchi o molto chiari è necessario sovra-esporre da 1 a 2 stop mentre per riprodurre soggetti neri o scuri è necessario sottoesporre da 1 a 2 stop.

 TEMPO DI ESPOSIZIONE 

Entro certi tempi l'annerimento della pellicola è proporzionale alle quantità di luce che la colpisce, ma superata una certa soglia si verifica l' effetto di Non reciprocità; ovvero la pellicola non risponde più proporzionalmente ed è necessaria una correzione additiva sui tempi. (nel caso di una Kodak gold 100  a 1 sec. di esposizione occorre uno stop in più )

 APERTURA DI DIAFRAMMA 

Teniamo conto del fatto che mentre con diaframma aperto si ha una scarsa profondità di campo e diversi fenomeni di aberrazioni, viceversa con diaframma chiuso si verificano effetti di diffrazione che diminuiscono la nitidità dell' immagine.

Si preferiscono dunque aperture medie, comprese tra  f/4 e f/16 quando le condizioni di ripresa lo consentono.

ESPOSIZIONE NEL COLORE

(TUTTI FOTOGRAFI Luglio-Agosto '90  pag 10)

 LATITUDINE DI POSA 

Nel materiale a colori la latitudine di posa è ridotta rispetto al B/N ma è maggiore per il negativo rispetto alla diapositiva.

La latitudine di posa (LDP) è l' ampiezza espressa in stop della porzione di curva caratteristica della pellicola, che permette di riprodurre fedelmente il soggetto dalle alte luci alle ombre.

Cioè la LDP rappresenta la capacità massima, come intervallo di intensità di luce, registrabile correttamente.

 CAMPO DI LUMINANZA 

Misurando, con esposimetro a luce riflessa, le zone più luminose e quelle più scure del soggetto,si ottengono due diverse letture:

la loro differenza espressa in stop rappresenta il campo di luminanza del soggetto (CLS).

Se il CLS è uguale o inferiore alla LDP con una esposizione media si riuscirà a riprodurre fedelmente il soggetto; mentre se il CLS è superiore alla LDP si dovranno sacrificare o le zone più scure o quelle più chiare.

 NEGATIVO O DIAPOSITIVA 

Si hanno normalmente CLS pari a 7 stop, ma si può arrivare sino a 10 stop, oppure scendere  a 3 stop. a secondo delle condizioni di luce.

Nel caso del B/N non ci sono problemi, ma nel colore i tempi per il trattamento della pellicola sono fissi perché vincolati al bilanciamento cromatico.

Il negativo a colori copre circa 7 stop, cioè si può sottoesporre di due stop e avere ancora spazio per le ombre; si può sovra-esporre di 3 stop e avere ancora spazio per le luci.

Si ha quindi una LDP superiore a 6 stop.

Mentre nella diapositiva la LDP si restringe a 3-4 stop.

  L' ESPOSIMETRO 

Si deve tener conto che l' esposimetro ha una sua sensibilità spettrale , e non risponde ugualmente a tutti i colori. Si capisce che non solo le pellicole devono avere una certa sensibilità spettrale per riprodurre fedelmente il soggetto, ma anche l' esposimetro deve rispondere allo stesso modo.

Occorrerà effettuare la lettura sui diversi colori del soggetto, il verde risponde in maniera simile al cartoncino grigio che ci dà la misura più esatta, riflettendo circa il 18% della luce che lo colpisce.

Per questo occorre fare più attenzione usando dei filtri.

ESPOSIMETRO

(FOTOGRAFARE Luglio '90  pag 86)

 TTL 

Il più affidabile è quello incorporato alle reflex, cioè TTL(Through the lens), ovvero attraverso l' obiettivo, questo legge solo la luce che andrà a incidere sul negativo.

Esso è costituito da un elemento fotosensibile tipo CDS (solfuro di Cadmio) ora quasi in disuso, oppure GPD (Gallium foto diode) che dà una equilibrata risposta cromatica, poi abbiamo SPD (Silicon foto diode ) che è caratterizzato da una elevata sensibilità e immediatezza di risposta

( Adottato dalla CANON  T90 ) .

Nasce negli anni '60 e per prima l’esposimetro TTL fa la sua comparsa nella Pentax Spotmatic che però utilizzando un sistema di misura Spot, che venne subito accantonato per far posto a esposimetri TTL con misura integrata, più affidabili.

L' esposimetro incorporato legge la luce riflessa , dunque la sua valutazione è fortemente condizionata dal grado di riflettenza del soggetto.

L' esposimetro è tarato con un grigio che riflette il 18% della luce incidente, di ciò bisogna tener conto quando si effettua la misura.

Se il soggetto è bianco o molto chiaro il suo grado di riflettenza è superiore al 18% dunque

l' esposimetro tenderà a sottoesporre, occorrerà aumentare da 1 a 2 stop il valore di esposizione per avere una riproduzione esatta del soggetto.

Se il soggetto è nero o molto scuro il suo grado di riflettenza sarà inferiore al 18% dunque l'esposimetro tenderà a sovresporre la scena, occorrerà quindi diminuire l' esposizione da 1 a 2 stop per avere una fotografia corretta.  

LA COPPIA EV

(FOTOGRAFARE Gennaio '90  pag 90)

 VALORE DI ESPOSIZIONE 

Il valore di esposizione si ricava dalla formula :  EV= 3,322 lg (f2/t )

EV dipende dal sistema fotocamera / obiettivo e dalle diverse combinazioni tempo / diaframma, all'aumentare del valore numerico di EV corrispondono esposizioni sempre più piccole; è importante notare come a valori medi di EV corrispondono un maggior numero di coppie f / t , mentre per valori estremi si hanno meno combinazioni, sino ad arrivare a una sola. (Vedi tabella E.V. ) Ora noi abbiamo esposimetri che coprono sino a 20 Livelli di luminosità, dove ogni livello è il doppio del precedente. Al di sopra e al di sotto di questi livelli l'esposimetro non funziona. L'accoppiamento tra i livelli di luminosità misurabili dall' esposimetro e i valori EV del sistema fotocamera / obiettivo, non è fisso, ma si sposta al variare della sensibilità della pellicola. Raddoppiando la sensibilità il campo di misura dell' esposimetro si sposta di un posto verso i più alti valori di EV  della fotocamera. A valori di esposizione numerici alti corrisponde una più piccola esposizione e un livello di luminosità alto.        A valori di esposizione numerici bassi corrisponde una più elevata esposizione e un livello di luminosità basso.

CONSIDERANDO IL CAMPO DI MISURA DELLA  T 90  SI  HANNO I VALORI ESPOSTI IN TABELLA

25 ISO  da  -2  a  +18        50 ISO  da  -1  a  +19         100 ISO  da  0  a  +20          400 ISO  da  +2  a   +22

VALORI DI ESPOSIZIONE  EV

1.0

- 5

- 4

- 3

- 2

- 1

 0

 1

 2

 3

 4

 5

 6

 7

 8

 9

 10

 11

1.4

- 4

- 3

- 2

- 1

 0

 1

 2

 3

 4

 5

 6

 7

 8

 9

 10

 11

 12

2.0

- 3

- 2

- 1

 0

 1

 2

 3

 4

 5

 6

 7

 8

 9

 10

 11

 12

 13

2.8

- 2

- 1

 0

 1

 2

 3

 4

 5

 6

 7

 8  

 9

 10

 11

 12

 13

 14

4.0

- 1

 0

 1

 2

 3

 4

 5

 6

 7

 8

 9

 10

 11

 12

 13

 14

 15

5.6

- 0

 1

 2

 3

 4

 5

 6

 7

 8

 9

 10

 11

 12

 13

 14

 15

 16

8.0

 1

 2

 3

 4

 5

 6

 7

 8

 9

 10

 11

 12

 13

 14

 15

 16

 17

11

 2

 3

 4

 5

 6

 7

 8

 9

 10

 11

 12

 13

 14

 15

 16

 17

 18

16

 3

 4

 5

 6

 7

 8

 9

 10

 11

 12

 13

 14

 15

 16

 17

 18

 19

22

 4

 5

 6

 7

 8

 9

 10

 11

 12

 13

 14

 15

 16

 17

 18

 19

 20

32

 5

 6

 7

 8

 9

 10

 11

 12

 13

 14

 15

 16

 17

 18

 19

 20

 21

 

30

15

8

4

2

1

1/2

1/4

1/8

1/15

1/30

1/60

1/125

1/250

1/500

1000

2000

LUCE E CONTROLUCE

(FOTOGRAFARE Agosto '90  pag 51)

LA VALUTAZIONE

E' molto importante valutare la luce in tutte le sue componenti, anche la direzione è importante sapendo che gli effetti sulla pellicola sono più marcati che a occhio nudo.

Con luce frontale si hanno colori brillanti ma l'immagine risulterà piatta.

Con luce laterale il soggetto inizia a diventare tridimensionale e si formano piccole ombre.

Sempre spostando la luce di lato alcuni dettagli si perdono nelle zone in ombra e l'immagine assume un effetto sempre più marcato.

Portando la luce alle spalle del soggetto si ha il controluce e con esso le tante difficoltà di ripresa dovute al fatto che si devono riprendere zone di luce forte insieme a zone di ombra.

Conoscendo la limitata latitudine di posa delle pellicole a colori si deve scegliere se sacrificare le luci o le ombre, oppure, scegliendo una lettura media, tagliare gli estremi del campo di luminanza del soggetto.

Il controluce classico è la Silhouette, dove si è scelto un'immagine in cui si distinguono solo i contorni del soggetto, esponendo per le alte luci e a volte riducendo di 1 o 2 stop  l'esposizione per accentuare l’effetto.

Ma se si vuole che siano leggibili sia i dettagli dello sfondo che quelli del soggetto, ci sono diversi metodi per venire incontro ai limiti imposti dalla pellicola usata:

si possono schiarire le ombre del soggetto con un pannello riflettente, oppure, usando un flash e calcolando la luce per lo sfondo, sottoesponendo il soggetto di 1 o 2 stop in modo da rendere naturale la scena.

Soggetti trasparenti come getti d'acqua oppure i capelli di una ragazza, si possono riprendere in controluce ma cercando di procurargli uno sfondo scuro.

L'IMPORTANZA DEL DIAFRAMMA

(TUTTI FOTOGRAFI  Luglio - Agosto '90  pag 122)

USO DEL DIAFRAMMA

L' influenza del diaframma sui risultati fotografici è determinante.

Dal valore della sua apertura dipende sia la qualità di luce che arriva sulla pellicola che l'estensione della nitidezza in termini di profondità di campo.

Come pure, entro certi limiti, la qualità della resa ottica in termini di risolvenza, uniformità di immagine, contrasto generale e microcontrasto.

E' sempre bene, quando si ricerca la qualità dell' immagine, scegliere con cura l' apertura del diaframma che come prima funzione ha quella di combinarsi con il tempo di posa per dare la giusta esposizione.

D'altra parte è anche vero che ai fini della densità dell'immagine, una qualunque apertura va bene se compensata opportunamente dal giusto tempo di posa.

Ma per la riuscita di una foto non basta che la sua esposizione sia giusta.

La funzione del diaframma è importante per regolare la profondità di campo che aumenta con valori chiusi, mentre diminuisce con valori aperti, ed è essenziale ai fini della resa ottica.

La profondità di campo rappresenta quella zona prima e dopo il piano di messa a fuoco che risulta nitida; essa è sempre maggiore dietro al punto di messa a fuoco, con eccezione nella macro-fotografia dove è pressochè uguale sia davanti che dietro, oltre a essere ridottissima.

Lavorando con diaframma troppo chiuso  f/16 , f/22  si rischia di perdere i dettagli dell’immagine, dovuto all'effetto di diffrazione dei raggi che attraversano il diaframma.

Mentre con diaframma troppo aperto f/2.8 , f/1.8 si va incotro ad altri tipi di aberrazione dovute alla qualità dell' obiettivo usato.

Alla profondità di campo corrisponde sul piano della pellicola la profondità di fuoco, cioè lo spazio entro il cui può muoversi il piano dell'immagine senza perdite apparenti di nitidezza.

Questo è importante solo nelle riprese macro, dove le distanze sono brevi.

Al rapporto di riproduzione 1:1 per esempio, si ha che la profondità di campo e la profondità di fuoco hanno un'estenzione uguale.

Anche la profondità di fuoco aumenta se si chiude il diaframma , ma diminuisce se si aumenta la distanza di ripresa ed aumenta con le focali più lunghe.

LUCE NATURALE E ARTIFICIALE

(FOTOGRAFARE  Maggio '90 )

   NATURA DELLA LUCE

La luce è la materia prima della fotografia , essa può essere calda o fredda, morbida o dura, naturale o artificiale, concentrata o diffusa e la pellicola è in grado di apprezzare ogni variazione.

La luce visibile è composta da lunghezze d'onda che vanno da 400 a 700 nano metri, si può scomporre utilizzando un prisma, e sfruttando il fenomeno dell' indice di rifrazione specifico caratteristico di ogni lunghezza d'onda, avremo così, subito dopo la zona  U.V. :

a 400 nm c'è il violetto, a 450 nm il blù, a 550 nm il verde, a 600 nm il giallo, a 650 nm l' arancio e a 700 nm il rosso che confina con l' infrarosso.             

Ora sappiamo che il materiale sensibile che ricopre le pellicole si basa su un sistema di rivelazione del colore composto da tre strati, rispettivamente: il rosso , il verde, e il blù.

A questi colori la pellicola è particolarmente sensibile, e si possono verificare fastidiose dominanti se la luce è particolarmente ricca di uno di essi rispetto agli altri due.

In oltre le pellicole sono tarate a 5600 gradi Kelvin, che è la misura adottata per indicare la temperatura di colore, quindi verrà giudicato bianco assoluto solo il colore che si trova a la temperatura di colore di 5600 K.

Il sole è la sorgente più equilibrata di luce, ma il cielo deve essere limpido, infatti se ci sono le nuvole, queste trattengono la componente rossa e la luce che filtra avrà una dominante blù, come nelle ombre d'estate dovuta invece alla particolare dominante della luce del cielo.

Mentre al tramonto il pulviscolo atmosferico assorbe la componente blù e la luce ha una dominante rossa.

 LUCE ARTIFICIALE

La luce delle lampade a incandescenza è rossastra, calda; mentre si hanno diverse dominanti per quelle al Neon, fredda, che vanno dal verde al blù. Il flash emette luce a 5600 K, quasi bianca con una lievissima dominante fredda che si può correggere, come nel caso delle ombre d'estate, con un filtro Skylight (luce del cielo).

  Queste differenze il nostro occhio non le avverte, compensando continuamente la luce che arriva, ma sono visibilissime in fotografia a meno che non si adottano correttivi.

Per valori di temperatura di colore che tendono a scendere verso i 1400 K si avranno dominanti rosse, mentre per valori che tendono a salire verso i 12000 K si avranno dominanti blù.

FILTRI PRINCIPALI

(FOTOGRAFARE Marzo e Aprile '90  pag 62 e 66 )

 SKYLIGHT

Letteralmente luce del cielo, e infatti questo filtro si usa per riscaldare i colori di una scena illuminata solo dalla luce del cielo che, ricca di radiazioni blu, manca di rosso e verde, dando alla foto una sensazione sgradevole che si accentua nelle zone in ombra che non sono colpite direttamente dalla luce del sole.

Le pellicole, che rispondono ai tre colori fondamentali, ROSSO, VERDE e BLU', danno

origine a una dominante blù che è molto evidente sul bianco, sul grigio e sulle ombre

disegnate, l'immagine si raffredda mentre tutti icolori si desaturano.

Per raggiungere l'equilibrio dei tre colori fondamentali, basta usare il filtro Skylight che è leggermente rosato, ed elimina anche i raggi U.V. e il velo atmosferico.

Lo si può usare sempre per scaldare i colori ed ha un buon effetto anche con il flash che tende ad avere una lieve dominante blù.

 POLARIZZATORE

Quando la luce colpisce un determinato oggetto vibra in tutte le direzioni. In alcuni casi la luce che colpisce un oggetto  inizia a vibrare solo su un piano, questa luce viene vista come un riflesso e non ci permette più di vedere i dettagli della scena.

In fotografia si verrà a creare una zona di sovraesposizione.

Tante piccole zone di riflessi desaturano i colori del soggetto.

Il Polarizzatore oltre a eliminare i riflessi più evidenti da superfici non metalliche, sui vetri, dalle superfici lucide, sull' acqua,sulle superfici bagnate ecc., satura i colori eliminando tutti i microriflessi dall' immagine.

I colori saranno enfatizzati, e un po' irreali, diminuendo la scala tonale all'interno di uno stesso colore, si avrà quindi una foto più contrastata.

Per essere efficace è bene non puntare il Polarizzatore verso il sole oppure in direzione

opposta, i risultati migliori si hanno lavorando con il sole a 90°.

Con il Polarizzatore si possono anche aumentare i riflessi invece che eliminarli.

(L' ASSORBIMENTO DI QUESTO FILTRO E' DI  1 o 2  stop)