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SEZZE CHE SCOMPARE |
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Sezze, 9 giugno 2013 di Vittorio Del Duca e Ignazio Romano La
storia del viale dei Cappuccini
e di come il paesaggio setino è stato stravolto nell'ultimo secolo,
ignorando l'Articolo 9 della Costituzione Italiana che recita: "La Repubblica
promuove lo sviluppo e la ricerca scientifica e tecnica. Nella foto sotto, scattata nel 1903 da Oreste Prosperi (primo fotografo setino), uno straordinario documento in cui, proprio come era accaduto a Edward Lear nel 1841 e ancora prima a Edward Dodwell nel 1801, Sezze incanta l'osservatore e si lascia ritrarre dolcemente adagiato sulla collina ornata da alberi. Gli alberi raccontano la storia e gli olmi di via dei Cappuccini non sono un eccezione. Questa via anticamente iniziava da Porta Pascibella e conduceva alla Macchia, fino al convento cinquecentesco dei frati Cappuccini realizzato su una donazione della gentilizia famiglia Pilorci. Tantissimi i frati che percorrevano questo viale, non solo Cappuccini ma anche i vicini padri conventuali di San Bartolomeo ed i frati Zoccolanti di S. Maria delle Grazie, che periodicamente risalivano a Sezze per le provviste, passando per il “monticiglio”. Questi frati ispirarono i sezzesi sul nome del viale, e quando qualcuno all’inizio del novecento tentò di stravolgere la tradizione e la storia cambiandone il nome con quello del patriota anticlericale Felice Cavallotti,quasi una provocazione per i religiosi, i sezzesi preferirono ricordarlo così, come l’avevano sempre chiamato: il viale dei Cappuccini. Si racconta anche di un signorotto locale che usava sfoggiare lungo questo viale le sue lussuose carrozze trainate da leggiadri cavalli con gli zoccoli in oro. Un fatto riprovevole, e certamente in contrasto con le regole di povertà dei frati, ma soprattutto con quella, non dettata dalle regole, della popolazione che non riusciva a sopperire alle più elementari necessità. Questo viale fuori porta, ma allo stesso tempo così vicino al paese, era la passeggiata preferita dei nostri padri, era il luogo dove trovare refrigerio nelle afose giornate estive. I giovani vi si ritrovavano volentieri, potevano “vedere” le ragazze, accompagnate dai genitori o da qualche anziana zia come si usava un tempo, ma quanti sguardi languidi e quanti amori sono sbocciati all’ombra degli olmi nella passeggiata dei Cappuccini! Ecco gli anni 60, il boom economico, la popolazione aumenta di pari passo con il “nuovo”, ed il centro storico non riesce a contenerla. L’impellente necessità di nuove abitazioni coglie tutti di sorpresa ed impreparati anche ad una minima programmazione del territorio, che peraltro a Sezze è sempre venuta meno. Quei filari di olmi trovarono così la loro fine, il terreno che occupavano da secoli fu sbancato per costruire le palazzine INA Casa, le case per i lavoratori, soprattutto della classe impiegatizia riunita nella coop. De Magistris, e poi via via tutte le altre, ancora oggi esistenti. Scompaiono anche le capanne nei pressi del viale, nelle case si butta tutto ciò che è vecchio, giunge il “ moplen” le cucine di “formica”, i primi televisori “Admiral”, le radioline a transistor, i registratori “Geloso” a bobina, i cioccolatini “Ferrero” con le figurine dei calciatori, e tante altre cose della modernità che avanza. Ai sezzesi però mancava quel viale alberato ed ombroso cui erano tanto affezionati, così gli olmi furono in gran parte ripiantati, ma passarono diversi anni prima di ritornare alti. Sono cresciuti con noi, con la nostra generazione, ed ora sono stati abbattuti per sempre, per far posto ad un marciapiede largo ed assolato con cui avrebbero potuto invece integrarsi e convivere a vantaggio nostro e dell’ambiente. Erano piante con meno di cinquant’anni d’età, quindi ancora adolescenti se consideriamo la loro aspettativa di vita di 500 anni. Il progetto del marciapiede prevede il reimpianto di alberature diversi dagli olmi, forse per timore della cosiddetta “grafiosi, ma su nove piante abbattute ne verranno ripiantate poco meno della metà, a giudicare dai fori di piantumazione predisposti sul marciapiede. Di seguito una serie di riproduzioni a cominicare da quella di Edward Dodwell, viaggiatore Irlandese che tra il 1801 e il 1806 ha realizzato tra la Grecia e l'Italia un lavoro di ricerca di cui fanno parte 127 tavole. Qui sotto, la tavola 115 è l'unica in cui Dodwell riproduce un intero paese. Non è stato nel tempo l'unico ammiratore del nostro paese, ed ancora oggi la vista dalle Piagge Marine può dare forti emozioni a chi ama Sezze e il bello. Sotto
la riproduzione di Edward
Lear immortale lo stesso panorama di Sezze nel
1841 Sotto la foto di Oreste Prosperi del 1903 ricolorata per l'occasione Sotto lo stesso panorama in una cartolina degli anni '30 del '900 ricolorata per l'occasione Sotto veduta dalle Piagge Marine in una cartolina degli anni '50 ricolorata per l'occasione Una mia foto del 2005 in cui la veduta di Sezze dalle Piagge Marine continua ad incantare CELTIS AUSTRALIS Sarebbe ideale per via dei Cappuccini dove il terreno, sbancato negli anni 60 per la costruzione delle palazzine ha perso quasi del tutto la “cotica” di terra . Altro nome dato alla specie è bagolaro, per via delle sue bacche dolci, oppure romiglia o lodogno. Nel meridione è anche conosciuto come "albero dei rosari" perchè i semi dei suoi frutti, venivano forati e infilati per ottenere collane e corone da rosario. Non è una pianta propriamente autoctona come gli olmi, ma una specie diffusa e naturalizzata in quanto di origine euro mediterranea, con baricentro orientale. Attecchisce facilmente ovunque ed il suo areale si estende all'Europa meridionale, all'Africa settentrionale, alla Spagna e alla Francia meridionale; nei climi supramediterranei vegeta nella penisola balcanica e dall'Anatolia raggiunge il Kashmir. E’ una specie longeva e può vivere 500-600 anni, ma come tutte le ulmacee non ha una crescita veloce; per la sua adattabilità anche a periodi di forte siccità viene coltivata e impiegata nei rimboschimenti, ma soprattutto nelle alberature stradali perchè resiste bene alle potature, all'inquinamento, al gelo, e fa molta ombra senza provocare alcun tipo di allergia. Può raggiungere i 25 metri di altezza. Non è da confondere con l’altra specie, il celtis occidentalis, pianta tipica dell’America settentrionale . Sezze, 28 maggio 2013 riprese fatte giovedì 23 maggio dal gruppo In Difesa dei Beni Archeologici in via dei Cappuccini Perché la memoria, così come la partecipazione, non è mai un optional per nessuna comunità civile...
Sezze, 24 maggio 2013 comunicato del gruppo In Difesa dei Beni Archeologici Sezze,
e gli alberi perduti Evidentemente un marciapiede vale molto più della vita di nove alberi, tanto secondo il Comune verranno ripiantate nuove essenze arboree. Come se un albero valesse l’altro. Quegli olmi di Viale dei Cappuccini avevano un significato molto importante per i sezzesi, erano portatori di storia e di affetti, ma anche risorse straordinarie per produrre beni immateriali essenziali: l’ ossigeno vitale, l’ombra preziosa in tanti giorni di caldo intenso, la loro bellezza per farci stare bene e vivere meglio. Sezze, 23 maggio 2013 di Ignazio Romano, Rita Palombi, Vittorio Del Duca Via dei Cappuccini, scempio compiuto Oggi, 23 maggio 2013, di buonora e sotto la pioggia in poche ore sono stati abbattuti tutti e nove gli olmi che ornavano il lato destro dell'ex viale dei Cappuccini. Sotto alcune immagini dello scempio. Sezze, 21 maggio 2013 comunicato del gruppo In Difesa dei Beni Archeologici Taglio degli olmi, scelta politica "In Difesa dei Beni Archeologici" si riserva ulteriori azioni di verifica Il
giorno 20 maggio 2013, alle ore 10:00, il perito incaricato dal Comune
di Sezze si è recato in viale dei Cappuccini, ovvero sul cantiere
aperto per la realizzazione del marciapiede. Sezze, 18 maggio 2013 di Ignazio Romano Quella
"Arrogante voglia di essere cittadini attivi" la risposta al comunicato stampa del Comune di Sezze Ieri sera i componenti del gruppo "In Difesa dei Beni Archeologici" si sono incontrati per discutere della decisione presa dal Comune di Sezze di tagliare i nove olmi posti sul lato destro del viale dei Cappuccini per realizzare un marciapiede. È stato letto il comunicato stampa del Comune in cui l'assessore all'Ambiente Pietro Bernabei annuncia la decisione della "maggioranza Campoli... compatta e convinta" per il taglio dei suddetti olmi. Premesso che il gruppo "In Difesa dei Beni Archeologici" resta contrario al taglio degli alberi, abbiamo notato come, nel comunicato stampa, tra i più lunghi mai prodotti da questo Ente, si citano presunte malattie come la "grafiosi dell'olmo" e sofferenze generiche degli alberi in questione ma non le perizie che lo attestano ed i permessi che ne autorizzano il taglio. In oltre si cita la verifica, costituita dal rendering cartaceo, chiesta dal sindaco al tecnico comunale a causa della nostra segnalazione, ma sia la verifica cartacea che il progetto del marciapiede continuano a non essere resi pubblici. Nel comunicato si parla di una più ampia progettualità in senso generico ma non si citano né gli studi di fattibilità né quelli per il piano traffico per dare agli interventi un significato organico, condiviso e comprensibile dalla cittadinanza. Tutto questo andava fatto prima di aprire i cantieri, e di tempo ce n'era, visto che parliamo di un progetto pronto dal 2009. Insomma, colpevoli di aver bloccato per un mese i lavori con la nostra "arrogante voglia di essere cittadini attivi", restiamo del parere che gli olmi del viale dei Cappuccini possono essere salvati da un progetto basato su studi di fattibilità ed inserito in una più ampia programmazione che include un piano traffico e, perché no, anche se non espressamente richiesto dalla legge, come ci ha ricordato il nostro sindaco Campoli, da una partecipazione più ampia di quella rappresentata dagli amministratori comunali. Un comunicato stampa deludente, che non ci convince, dove veniamo citati ma non ascoltati. Così, il percorso del nostro progetto di "Valorizzazione dei Beni Culturali di Sezze" è sempre più in salita, e la consapevolezza che i tesori del nostro territorio sono l'ambiente e la storia resta sempre più una prerogativa che appartiene al mondo del volontariato, e difficilmente potrà prevalere su "maggioranze... compatte e convinte" che ritengono il taglio di nove olmi un bene per la collettività. Nella foto del 1950 (riportata sotto) si capisce tutto quello che si è perso e dimenticato negli ultimi sessant'anni. E si capisce anche il perché i sezzesi amavano particolarmente passeggiare ai Cappuccini, tanto da immortalare il luogo nelle cartoline che da Sezze partivano per portare i saluti nel mondo: è semplice, i sezzesi amavano la passeggiata dei Cappuccini perché lungo quel viale si poteva godere della frescura degli alberi secolari, che presto hanno dovuto lasciare il posto ai palazzoni stile metropoli degli anni 60' ed oggi vengono cancellati completamente dal progetto del Comune (riportato sotto la foto) che ignora completamente il senso originario del luogo. Sezze, 16 maggio 2013 di Roberto Vallecoccia Alberi monumentali: il Castagno "pensatore" "Sono molto preoccupato per i miei amici Olmi giù in città" Il Castagno pensatore, innestato con la specie conosciuta con il nome di inseto, è una pianta che si trova sul territorio di Sezze, al riparo da atti insensati che stanno decimando il patrimonio del territorio, non si tratta assolutamente di un fotoritocco, anzi, dovrà entrare assolutamente nel registro di cui ogni Comune si deve dotare come dice la Legge 10/2013. L'uomo che piantava gli alberi
Sezze, 15 maggio 2013 di Ignazio Romano Storie di ordinaria “democrazia decadente” Il 21 aprile scorso il Vice Sindaco, nonché assessore ai Lavori Pubblici, Nino Zeppieri, annuncia l’imminente inizio dei lavori di riqualificazione di Via dei Cappuccini. Nell’articolo pubblicato sul quotidiano La Provincia, in sintesi, si legge che con il finanziamento regionale di 150.000 euro verrà realizzato sul lato destro del viale un marciapiede, previa rimozione dei lampioni e degli alberi esistenti da sostituire con un sistema di illuminazione e piante più idonee, per congiungere Piazza Ferro di Cavallo con il centro commerciale di Via Variante e la zona verde dei Cappuccini. Nel comunicato stampa successivo, pubblicato sempre sul quotidiano La Provincia il 24 aprile, Sergio Di Raimo, Giovanni Bernasconi e Paolo Rizzo, riferendosi al comunicato di Zeppieri, ringraziano il Senatore Claudio Moscardelli per il finanziamento sottolineando l’importanza che l’opera rappresenta per il paese. Ma i lavori, appena iniziati, vengono temporaneamente interrotti dal Sindaco Campoli che vuole verificare la segnalazione arrivata dai volontari del gruppo “In Difesa dei Beni Archeologici”. I volontari sono contrari al taglio indiscriminato dei nove olmi, e chiedono delle verifiche per capire se è possibile salvarne almeno una parte. In oltre si contesta la mancata presentazione pubblica del progetto, cosa che avrebbe evitato il fermo dei lavori facendo riflettere per tempo sulla vera funzione di quel marciapiede che, atteso da molti anni, secondo la maggior parte delle persone doveva essere realizzato sulla sinistra del viale e soprattutto con lo scopo di collegare l’Istituto di Scuola Superiore.
In queste tre settimane si sono susseguiti una serie di sopralluoghi, una Commissione Urbanistica, una riunione di maggioranza e molti altri incontri tra gli amministratori ed i cittadini interessati a proporre soluzioni alternative a quelle scritte nel progetto del Comune di Sezze. E invece a distanza di venti, venticinque giorni tutti sono rimasti della propria opinione: da una parte i volontari, sostenuti dall’assessore all’Urbanistica Maurizio Baratta, dai consigliere Ernesto Di Pastina, Antonia Brandolini e Serafino Di Palma, che hanno chiesto di modificare l’opera e salvare gli olmi; dall’altra il Sindaco, il Vice Sindaco, il Presidente del Consiglio e il resto della maggioranza convinti che il progetto va realizzato senza alcuna modifica. Vicenda seguita molto anche dai giornali e sui social networks, che nonostante tutto è destinata a finire senza trovare una soluzione condivisa, tra chi da una parte pensa agli alberi come un patrimonio da conservare comunque, e chi dall’altra vede solo piante malate che impediscono lo sviluppo urbano. Si assiste così ad un processo democratico con i tempi sbagliati, e per questo sterile, destinato a lasciare divisi i cittadini, che vedono recisa la voglia di partecipazione, dagli amministratori, che invece lamentano una delegittimazione della loro funzione. Di sicuro nel mezzo c’è “Pericle” con il suo “universale sentimento di ciò che è giusto e di buon senso” ancora una volta disatteso. Storie di una democrazia decadente, con molte figure isolate nei loro compartimenti stagno, ambienti saturi di certezze e privi di interpreti capaci di realizzare un dialogo risolutivo per il bene della comunità. Segue una sequenza di immagini aeree del viale dei Cappuccini con i 9 olmi da abbattere. La vendetta degli alberi
Sezze, 14 maggio 2013 di Roberto Vallecoccia Alberi monumentali: la Quercia aliena "ibrido" Diamo voce alla Legge 10/2013 iniziando a censire i nostri alberi La Quercus Aliena “ibrido” si trova vicino alla chiesa di Santa Maria delle Grazie all'interno del cimitero di Sezze. E’ una pianta monumentale rara, sempreverde, alta circa 30 metri e con una chioma larga altrettanto. Il suo fusto ha una circonferenza di 7,10 metri con una crescita media annua stimata in circa 21 millimetri. Si ritiene che la sua età sia di 340 anni, potendo far risalire la sua nascita intorno all’anno 1673.
Grazie alla sensibilità dei nostri
Amministratori la Quercus Aliena di Santa Maria delle Grazie sarà
la
prima pianta a far parte del Catasto alberi. Sezze, 9 maggio 2013 di
Ignazio Romano Gruppo di Cooperazione nato nel settembre del 2004 La vicenda degli olmi del viale dei Cappuccini sta assumendo proporzioni inattese. Dopo la nostra segnalazione a difesa degli olmi, ed il blocco dei lavori voluto dal Sindaco per la realizzazione del progetto "Recupero immagine urbana e realizzazione del marciapiede in Via Cappuccini”, si sono innescate una serie di carambole politico-amministrative a dir poco ridicole. Fatto salvo l'impegno del Sindaco Campoli, che ci ha convocati per domani nel suo ufficio, dell'assessore Baratta e di alcuni consiglieri, l'arroganza politico-amministrativa di taluni soggetti dell'Ente Comunale si è palesata a cominciare dalla mancata presentazione in pubblico del progetto, per finire oggi con il mancato riconoscimento del gruppo di volontari "In Difesa dei Beni Archeologici", addirittura apostrofati con il poco simpatico e oramai desueto appellativo dialettale "ma quiscsi chi su". La prima cosa che mi viene da dire è che noi siamo i cittadini di Sezze, magari le persone più sensibili e disinteressate, che impegnano il loro tempo libero per amore del proprio paese, quei cittadini per cui voi amministratori state lavorando e di cui dovete tener conto nel vostro operato. Questi soggetti politico-amministrativi che non hanno mai presentato alla cittadinanza il progetto in questione, che non hanno mai richiesto pareri agli Enti superiori, sono quelli che vogliono a tutti i costi il taglio degli olmi senza ascoltare nessuno. Per inciso, nel progetto preliminare, e fino al 2010 il taglio non era previsto. Oggi è assolutamente necessario per realizzare il marciapiede. C'è qualcosa che non torna. Ma è a questi soggetti che vorrei ricordare che il gruppo di volontari che coopera sotto il nome di "In Difesa dei Beni Archeologici" e che dal 2012 sta lavorando ad un progetto ambizioso denominato "Valorizzazione dei Beni Culturali di Sezze", aperto a tutti, a cui collaborano numerosi professionisti e per cui abbiamo ricevuto il Patrocinio del Comune di Sezze ed il plauso dalla Soprintendenza, si è formato nel settembre del 2004 per denunciare alla Procura della Repubblica alcuni lavori di dubbia utilità pubblica sul tracciato del Via Setina. Nel sottostante riquadro arancione, a beneficio di tutti quelli cha hanno la memoria corta, riporto le informazioni su quello che è stato l'atto di nascita del gruppo di cooperazione denominato "In Difesa dei Beni Archeologici" Come dire: "non tutti i mali vengono per nuocere". Concludo dicendo che, oggi l'attenzione degli amministratori di Sezze nei confronti di quello che sempre più spesso viene chiamato "il tesoro d'Italia", ovvero il patrimonio storico e paesaggistico, è molto cresciuta. Nonostante tutto occorre sottolineare che ancora non si riesce a fare quel salto di qualità che sancisce come bene primario del nostro paese non il cemento, ma bensì la nostra storia ed il nostro ambiente naturale. E non sono sufficienti le belle parole spese ai convegni, e neppure le numerose manifestazioni popolari in cui si ripete in continuazione il concetto di storia e ambiente, occorrono atti amministrativi che lo attestano.
Gli olmi della discordia Riunione di maggioranza o incontro con i volontari prima di decidere Sezze, 4 maggio 2013 di
Ignazio Romano Il gruppo "In difesa dei Beni Archeologici" a cui aderiscono Legambiente, Coldiretti, Con-Tatto e Setina Civitas, ha realizzato una relazione tecnica curata dagli architetti Giuseppe Viglianti, Massimiliano Spagnoli e Rita Palombi. "Convinti che il BUON SENSO ha un valore inestimabile e che il DIALOGO è l’unico mezzo per esercitarlo, ci rendiamo disponibili per un confronto aperto sulla questione ed alleghiamo la nostra relazione tecnica in cui vengono esposte le soluzioni che consentirebbero di salvare gli olmi e renderebbero l'opera funzionale all'ISISS Pacifici e De Magistris".
SEZZE, 6 maggio 2013 Egr. Signor Sindaco del COMUNE DI SEZZE Dott. Andrea Campolic/o Via Diaz, 104018 Sezze (LT) Oggetto:
Richiesta URGENTE di adeguamento del progetto denominato “Recupero immagine urbana e realizzazione del marciapiede in Via Cappuccini”
Si rimane in attesa di un Vostro riscontro, da inoltrare al referente:
Commissione Urbanistica sulla questione degli Olmi in via dei Cappuccini Sezze, 29 Aprile 2013 di Rita Palombi
Di recupero di immagine non
c'è traccia, vista la scelta di rinunciare a 9 olmi dell'età
approssimativa di 80 anni, alti 12 metri; Lavori di riqualificazione del viale dei Cappuccini, impariamo a condividere i progetti con i cittadini Sezze, 25 aprile 2013 di Ignazio Romano Ieri pomeriggio il gruppo In Difesa dei Beni Archeologici, insieme all'assessore Maurizio Baratta, ha svolto un sopralluogo nel viale dei Cappuccini dove sono appena iniziati i lavori di riqualificazione della zona, ed in particolare quelli per la realizzazione di un marciapiede che collegherà i Cappuccini a Ferro di Cavallo. L'opera è attesa da tempo e consentirà finalmente agli studenti e agli insegnati dell'ISISS Pacifici e De Magistris di raggiungere la scuola senza essere costretti ad invadere la via carrabile. La preoccupazione dei volontari, che apprezzano e capiscono la funzionalità dell'opera, è quella legata alla sostituzione degli alberi, così come previsto dal progetto, con piante adatte all'intervento. Il sopralluogo verrà ripetuto domani (26 aprile) con un esperto agronomo per capire se la sostituzione degli alberi è veramente necessaria, o se è possibile mantenere tutte o una parte degli alberi esistenti. Il Sindaco per ora ha sospeso il taglio delle piante in attesa di capire meglio cosa fare. Un'atmosfera di dialogo sereno apprezzato da tutti, a cui si può solo fare un appunto: "Come mai ancora non si riesce a coinvolgere per tempo i cittadini nei processi di riqualificazione che diventano pubblici solo attraverso i comunicati stampa, e perché non approfittare di quel movimento di volontariato costruttivo, come il gruppo In Difesa dei Beni Archeologici, per condividere i progetti pubblici fin dalla loro ideazione." |
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Questa piccola ricerca sugli alberi, di tipo scolastica, risale a soli tre anni fa. Nel 2003, con l'intenzione di esaltare le scelte positive fatte dai miei concittadini in materia di urbanistica, ed orgoglioso del fatto che nel mio paese ci fossero così tante specie arboree con una storia importante da raccontare, sono andato a documentarmi sulle origini dell'Olivo del Fico e dell'Ippocastano. Oggi, 22 gennaio 2006, lo stato delle cose è già profondamente cambiato, e la mia fotografia è quella di una comunità che non ha più rispetto per la storia. Mentre il viale d'accesso al paese, di tipo napoleonico, con i suoi Ippocastani è scomparso, gli Olivi negli orti lo faranno ben presto, e solo la natura ribelle del Fico gli permetterà di sopravvivere a questa generazione scellerata. di Ignazio Romano |
L’ambiente:
un bene prezioso da sempre per l'uomo Tra
le piante arboree presenti nel territori del comune di Sezze, che più
sono legate alla tradizione ed al paesaggio, ci piace ricordare: l’Olivo,
che ricopre le pendici della collina setina fin su gli orti, a lambire
le mura poligonali chiuse attorno al centro storico; il Fico, che
cresce spontaneo ovunque, ed in particolare dove sono presenti
formazioni rocciose che raccolgono acqua piovana, caratterizza il
territorio collinare; l’Ippocastano, che accoglie i visitatori
all’ingresso del paese con la loro maestosa chioma, a costeggiare il
parco della Rimembranza. Si, un parco, all’interno del centro abitato,
bello, grande, segno del rispetto e dell’importanza che da sempre la
natura gode a Sezze. Ed il visitatore ne resta sorpreso, inebriato da
tanto verde tra gli spazi angusti di un paese di collina, Sezze. Dell’Olivo,
albero longevo sempreverde, sappiamo che è originario del Pamir
e del Turkestan. Si è diffuso nelle regioni mediterranee
nell’antichità trovando le giuste condizioni climatiche.Già nel V
secolo a.C. era considerato dai Greci un dono della dea Minerva, per il
potere nutritivo e terapeutico del suo olio. Nel passato l’infuso di
foglie veniva utilizzato per aumentare la diuresi, abbassare la febbre e
regolare la pressione sanguigna. La scienza odierna ha accertato che
l’olio d’Oliva combatte l’arteriosclerosi, previene i calcoli
biliari e contribuisce allo sviluppo scheletrico. Del Fico
sappiamo che le sue origini si trovano in Asia occidentale e che
nel bacino del mediterraneo è tra gli alberi più diffusi. Il suo nome
è presente sull’Antico Testamento come simbolo di abbondanza e legato
alla Terra Promessa. I Romani e i Greci apprezzavano molto il gusto
dolce del frutto e le sue proprietà digestive e lassative. Mentre il
decotto era usato per alleviare la gola irritata e la tosse, il lattice
biancastro contenuto nei rami giovani e nelle foglie veniva usato,
sfruttando le sue caratteristiche aggressive, per estirpare calli e
verruche. L’Ippocastano è un albero originario dei Balcani e del Caucaso, il suo nome (letteralmente Castagna di Cavallo) deve le origini all’uso che i turchi facevano dei semi somministrandoli ai cavalli affetti da tosse. Giunse in Francia e in Italia nel XVII secolo, utilizzato come pianta ornamentale per giardini e parchi pubblici, proprio come oggi nei nostri viali. La chioma folta e uniforme, l’altezza che può raggiungere i 30 metri e le sue foglie grandi, fanno dell’Ippocastano un albero maestoso in grado di cambiare l’aspetto al paesaggio. I semi, simili alle castagne, sono di colore marrone-rossiccio, e sono contenuti in ricci verdi in numero di due o tre. Mentre i fiori, bianchi o rosa, danno un aspetto unico a questa pianta bella e diversa in ogni stagione. Anche per l’Ippocastano la tradizione ne ha sfruttato nel passato ogni principio attivo benefico. |
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...ci hanno educati così... Sezze, 25 novembre 2005 di
Ignazio Romano Tutto ciò è possibile, nel nostro ordinamento, solo quando una serie di fattori si combinano sciaguratamente. I fattori sono: incapacità politica e mancanza di etica nella classe dirigenziale; assenza di un sistema imprenditoriale capace di reagire; inadeguata promozione culturale delle forme di volontariato; disinteresse del cittadino verso la cosa pubblica. Nessuno escluso. Così, mentre la qualità della vita nel paese scende, quello a cui si assiste a Sezze è la mancanza di coesione tra la gente e la perdita di valori, anche quei valori umani che, venuti meno, rendono il “terreno fertile” a quanti intendono trarre profitti personali a danno della comunità. Messa da parte la coerenza, a questo punto ogni persona pensa di poter essere più furba dell’altra, e non si accorge di contribuire così al degrado del paese. Il risultato sarà un debito spaventoso che i nostri figli ed i nostri nipoti si ritroveranno come "eredità". Grazie sezzesi |
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Dalla festa dell'albero a quella del cartellone pubblicitario Asfalto nei vicoli fin dentro le case, muri di cemento ovunque esista un dislivello ed ora pali di ghisa al posto degli alberi: Sezze provincia di New York? Sezze, 20 novembre 2005 di Ignazio Romano Da piccoli ci hanno educati a rispettare la Natura, e per questo ci hanno portato a piantare gli alberi e ci hanno insegnato quanto sono preziosi per la vita. Da piccoli ci hanno educati ai valori della Libertà e della Democrazia, e per questo ci hanno portato al Monumento, dove una grande statua di bronzo ricorda (è bene ricordarlo) quanti hanno dato la loro giovane vita affinché noi potessimo avere un paese in cui la Natura la Libertà e la Democrazia fossero i valori fondamentali della convivenza sociale. Ci hanno educati così, ricordate? Non so se quanto ci hanno insegnato fosse profondamente giusto, ma certamente ho sempre avuto la sensazione di essere libero di esprimere la mia opinione. L'opinione di un Cittadino che, rispettando le regole, ha il diritto ed il dovere di vedere rispettati, in quello che sente essere il "suo paese", i principi fondamentali della convivenza. Questo è quanto ci hanno insegnato. Non so se i vari Lidano, Carlo, Pino, Giovanni, Antonio, Francesco, Vincenzo ecc. se lo ricordano. Cosa stiamo insegnando ai nostri giovani? Che la natura da fastidio ed al posto degli alberi è meglio piantare cartelloni pubblicitari? Che la libertà è quella di fare ciò che più ci conviene? Che la democrazia è un sistema autoritario che scende dall'alto e non ammette dialogo? Quando a "DEMOCRAZIA" (governo del popolo, è bene ricordarlo) nell'estremo tentativo di ottenere un dialogo, il Cittadino deve ricorrere all'aggiunta della parola partecipata... senza per altro ottenere alcuna risposta da chi governa... c'è qualcosa che non va. A Sezze il divario esistente tra chi amministra la cosa pubblica ed il Cittadino da tempo non permette più un sano sviluppo sociale. E questo perché in chi governa prevale la convinzione di avere dei privilegi e non il dubbio imposto dai doveri. Ma oggi il divario sociale è diventato un abisso, ed io, e tanti con me, sentono il rischio di non riuscire più a dare ai giovani la possibilità di un paese in cui credere in sani principi. Vorrei ricordare ai vari Lidano, Carlo, Pino, Giovanni, Antonio, Francesco, Vincenzo ecc. le parole di uno dei padri fondatori della Democrazia. E questo nella speranza che possa insegnare ad altri quello che a me è stato insegnato. “Qui
ad Atene noi facciamo così. Il nostro governo favorisce i molti invece
dei pochi per questo è detto Democrazia. Un Cittadino ateniese non
trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private.
Ma in nessun caso si occupa delle pubbliche faccende per risolvere le sue
questioni private. Qui
ad Atene noi facciamo così, ci è stato insegnato a rispettare i
magistrati e c'è stato insegnato a rispettare le leggi, anche quelle
leggi non scritte la cui sanzione risiede soltanto nell'universale
sentimento di ciò che è giusto e di buon senso.
La nostra città è aperta ed è per questo che noi non cacciamo mai uno
straniero. Qui ad Atene noi facciamo così"
.…. Pericle,
495 a.C. padre della Democrazia |