SEZZESE

anno 2012

18 dicembre 2012

di Raffaele Imbrogno

L’isola/mento

Per valutare quanto una zona di territorio sia più o meno collegata con il resto di una regione geografica basta valutare la qualità delle sue arterie di comunicazione. Ora il tratto di ferrovia  che collega il nostro paese a Roma (ma anche Napoli) negli ultimi anni ha subito un tracollo negativo in termini di quantità e qualità dei servizi. Basta parlare con uno/una dei/delle tanti/e pendolari che abitano a Sezze per vedere a quale odissea quotidiana è sottoposto/a. Treni quasi sempre in ritardo se non soppressi, condizioni di viaggio ridicoli e con livelli igienici paurosi. Il tutto confrontato al costante aumento dei biglietti e abbonamenti fa disperare. 

Poi ci sono le condizioni della S.S. 148, la cosiddetta Pontina: strada regina per incidenti, buche, manto stradale fatiscente. Una strada percorsa sempre da più auto visto che negli ultimi anni molte famiglie e persone hanno abbandonato Roma per trasferirsi a Pomezia, Aprilia, Latina, … nella speranza di trovare condizioni di costi economici più abbordabili. Bene possiamo dire che nella nostra provincia (che era destinata a confluire con Frosinone ma la casta dei politici di professione ha fermato tutto per il momento così da garantire stipendi inutili ai tanti burocrati ....) è bella che isolata dalla Capitale ed anche da Napoli. 

Non è isolata dalla Camorra visto il suo progressivo e costante diffondersi in zona con acquisti di terreni, fabbricati, hotel, … tutto. A questo isolamento provinciale noi setini, per non farci mancare nulla, sommiamo anche quello del nostro paese dal resto della provincia. Isolati due volte. Isolati al quadrato. Alzatevi la mattina e cercate di raggiungere Latina, se non siete provvisti di mezzi propri è molto dura. I mezzi COTRAL sono assurdamente fatiscenti. Si rompono come se niente fosse. In modo pericoloso (quando partono) affrontano la salita (o discesa dipende dalla direzione ma il risultato non cambia) delle Coste. Ma più delle volte e soprattutto negli orari più sensibili per lavoratori e studenti non partono. 

Allora come siamo messi in una società che si dice sempre più Glocale (brutto neologismo che mi ricorda lontanamente dei servizi igienici, ma forse è colpa della mia mente malata!?) sempre più bisognosa di collegare il proprio Locale (territorio, prodotti, cultura, cittadini) al Globale dell’attuale mondo che ci circonda? Male molto male. Siamo a margini di una provincia ai margini. Sarebbe necessario urgente uno studio sulla situazione dei collegamenti del nostro Paese al resto della provincia, della regione e della nazione almeno e dei suoi flussi di spostamento principali. Sarebbe necessaria una azione popolare e politica per mettere al centro delle esigenze della popolazione setina le possibilità di scambio con il resto del territorio circostante. Una forte richiesta di migliorare le strutture e infrastrutture che consentono di muoversi. 

Poi dovremmo migliorare le nostre strade (piene fin troppo di buche), evitare il diffondersi dell’occupazione del paese da parte delle auto: parcheggi selvaggi, mai controllati soprattutto nelle vie di accesso al centro del paese: il nostro biglietto da visita. Ma basta salire per Sant’Andrea e se riuscite a salire e/o scendere  tranquillamente ritenetevi fortunati.

Insomma possiamo fare qualcosa per uscire da questo agonizzante isolamento o no?


10 dicembre 2012

di Franco Abbenda

Flash mob '62 a Ferro di Cavallo

Flash mob (dall'inglese flash: lampo, inteso come cosa rapida, improvvisa, e mob: folla) è un termine coniato nel 2003 per indicare una riunione, che si dissolve nel giro di poco tempo, di un gruppo di persone in uno spazio pubblico, con la finalità comune di mettere in pratica un'azione insolita (da Wikipedia).

“Che ne dici di provare a radunare i sezzesi nati nel 1962, per provare a ritrovarci tutti insieme, ormai 50enni, magari solo per fare una foto a Ferro di Cavallo” ?

Convocati solo con un passaparola, molti cinquantenni hanno risposto all’appello, sabato 8 dicembre 2012 alle 12,00.

Ripensando agli anni della nostra infanzia, ed a Sezze degli anni 60/70, ecco una carrellata di immagini sfocate e di ricordi (al maschile) che sarà difficile dimenticare.

Qualcuna delle amiche presenti al flash mob ‘62 potrebbe provare a scriverla anche al femminile…

Noi che…1962 + 50 = 2012 >

Noi che…

> la foto col cavallino da Bucciarelli o da Fernando

> grembiule con fiocco e le minestrine cattive all’asilo di Via Annia

> il '68 dai banchi di Iª elementare, alle scuole Rappini o Pitti

>  i quaderni ed i gessetti da Tetto, da Maria Teresa o da Nanda

> le bacchettate sulle mani dai maestri…ed il resto dai nostri genitori

> a suigli, a zuppì, a chiapparella, a giggiolorima ecc. ma sempre pe' la via

> chierichetti con la “cotta” per la benedizione pasquale delle case

> a lécine, a sciuscèlle o a ficorappizze pe' la Vallicella…co’ tutta la puzza

> le pallette di sabbia con l'elastico alla Fiera

> i pantaloncini corti all'inglese per la Prima Comunione

> l'inaugurazione delle Scuole Elementari di Piagge Marine

> le figurine calciatori da Giggiotto o da Ernesto, giocate a scoppitto e a “ppà

 > al Cinema con 120 lire, oggi due film e le nocchie da Valeria

 > il cono gelato dalla finestrella laterale del Bar di Aristide

 > a cavallo dei leoni in Piazza IV Novembre

> la visita all'ossario sotto al “Muro della terra

> a pallone tra le poche macchine parcheggiate davanti a San Pietro

> il Super Santos molto meglio del Supertele

> a stoppa “di giornaletti

> a carambola o a bazzica al Bar da Guido Bozambo

 > la legna per i falò del Venerdì Santo

> gli scherzi ad Antonio il sacrestano

> le medie alle Pacifici De Magistris o alle Caio Titinio

> le prime partite di calcio con le porte vere all'Anfiteatro

> Luigi Di Rosa e Sezze al Telegiornale

> la pallacanestro al campo scoperto dietro ai Cappuccini

> dietro ai Cappuccini i primi baci, noi ormai cresciuti


27 novembre 2012

di Ignazio Romano

Setino, ovvero mettere insieme i sezzesi

Ecco la passione che alimenta uno spazio dove l'unico profitto è quello ideale 

Domani questo sito compie dodici anni, ed in tutto questo tempo nessuno può negare che la costanza e la coerenza, anche nel dare spazio a pensieri che non condivido, sono stati alla base di un percorso democratico seguito con più di 780.000 visite dagli amici di tutto il mondo sulle pagine internet di www.setino.it.

Dodici anni di costanza nel proporre in diversi ambiti il concetto che sta alla base del successo di ogni comunità, ovvero la coesione, a Sezze raggiungibile solo con un cambiamento di mentalità. Dodici anni di coerenza nell'indicare a tutti i livelli la sola via praticabile per migliorare la qualità della vita, quella dove l'interesse diventa comune anche nella diversità, salvaguardando il rispetto reciproco, attraverso un percorso di partecipazione. Eppure, a fronte di un pensiero chiaro come la luce del sole, molte sono state le forze avverse. 

La cosa non deve meravigliare in un paese dove negli anni sono state buttate via troppe opportunità, ma soprattutto dove è mancato il rispetto per le vocazioni naturali del territorio. Vocazioni come l'agricoltura e il turismo di cui si parla sempre, per le quali c'è stato anche chi si è battuto con passione, ma che alla fine hanno lasciato il posto a più facili vie di sviluppo che nel tempo hanno logorato e sfinito un paese che oggi rischia di perdere la sua identità.

La colpa "di chi" ora non ci interessa. Io penso che "non è mai troppo tardi" e che è tempo di dare a Sezze e ai sezzesi una nuova opportunità, partendo da un progetto chiaro, condiviso e che vede nella partecipazione attiva il suo elemento di forza. Le stesse parole però le abbiamo già sentite e continuiamo a sentirle a copertura di progetti vuoti che già in passato si sono rivelati dei fallimenti.

Questo perché non si è rispettato il principio fondante della partecipazione e della condivisione del processo che porta a modificare positivamente la mentalità di un luogo: partire dal basso.

Anche questa non è certo una mia scoperta, però finora tutti i progetti (vedi STILe) che correttamente prevedevano di partire dal basso, in pratica sono stati calati dall'alto. E proprio da li che ci sono stati gli errori, le aberrazioni di una gestione arrogante del processo di sviluppo.

In passato la mia proposta si è chiamata "Consulta delle Associazioni", che però manteneva il peccato originale, ovvero partiva dall'alto. 

Oggi la nuova proposta, che punta a valorizzare quelle vocazioni del territorio finora solo sognate, si chiama "In difesa dei Beni Archeologici" un gruppo formato da cinque associazioni di Sezze: Circolo Lepini Legambiente  -  A.P.S. Cammino  -  Circolo Culturale Setina Civitas - Coldiretti Sezze  -  Associazione Culturale CON-TATTO.

Questo gruppo ha presentato al Comune di Sezze il progetto "Valorizzazione dei Beni Culturali di Sezze" pubblicando un Manifesto con cui si chiede l'adesione a persone, associazioni e enti che intendono condividere l'obiettivo di realizzare uno strumento capace di dare a questo territorio la possibilità di uno sviluppo sostenibile, ovvero uno sviluppo che lega, in un rapporto di interdipendenza, la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali alla dimensione economica, sociale ed istituzionale. 

Un progetto ambizioso, che ha già raccolto il Patrocinio del Comune di Sezze ed ha messo insieme appassionati, associazioni e figure professionali che si sono rese disponibili per dare il proprio contributo a un'impresa ideale che può cambiare le sorti del paese.

Il disegno qui riportato è di Edward Dodwell, viaggiatore Irlandese che agli inizi del 1800 ha realizzato tra la Grecia e l'Italia un lavoro di ricerca di cui fanno parte 127 tavole. Qui sotto, la tavola 115 è l'unica in cui Dodwell riproduce un intero paese. Non è stato nel tempo l'unico ammiratore del nostro paese, ed ancora oggi la vista dalle Piagge Marine può dare forti emozioni a chi ama Sezze e il bello.


25 novembre 2012

di Raffaele Imbrogno

Un paese sponsorizzato?

Avrei dovuto capirlo prima. Già dalle varie feste della birra che negli ultimi anni senza avere una tradizione locale si sono diffuse nel nostro paese. Invece no. Sono proprio un testone e/o stupido cronico chissà?! Oggi però ne ho avuto la certezza estrema. Sezze è un paese sponsorizzato da una famosa marca di birra. La stessa che organizza il “terzo tempo” delle partite della nostra nazionale di Rugby. Devo dire che non me lo aspettavo proprio, ma dopo aver fatto negli ultimi due giorni lunghe passeggiate per il centro storico e non solo, grazie al bel tempo di questo stupendo novembre, non ho più dubbi. Vi suggerisco, per averne anche voi piacevole conferma, di passeggiare lungo Via Piagge Marine e già all’altezza del presso delle scuole elementari se vi affacciate verso la scuola potrete vedere molte bottiglie di birra della famosa marca sponsor poste a mo di suggerimento commerciale. Be, un dubbio mi sovviene: non è molto corretto porre queste bottiglie sul prato di una scuola per bimbi di 6-10 anni ma la legge del mercato non conosce ostacoli. Ma non si ferma qui questa penetrante campagna di sponsorizzazione, dopotutto il marketing sociale e politico è la nuova frontiera del saper vendere. Lungo i viali che ho percorso ed in vicinanza dei bar (suppongo luoghi eletti a collettori di questa campagna) molte altre presenze di queste belle bottiglie posate sui marciapiedi, sui bordi delle finestre, vicino le auto, lungo i prati del Monumento. Una campagna veramente capillare e ben orchestrata. Mi chiedo se almeno a livello di entrate delle pingue casse comunali, questo comporti una voce positiva. Spero proprio di si. Non voglio e non posso pensare che questo possa dipendere dalla maleducazione di noi abitanti setini di nazionalità italiano o no e/o da incuria di chi dovrebbe ripulire il nostro habitat. No è solo che siamo un Paese sponsorizzato. Certo.


21 novembre 2012

 ricevo da Orazio Mercuri e pubblico

A tutti gli studenti dell'ISISS Pacifici e De Magistris di Sezze

Seconda lettera aperta ai nostri figli

…stand up for your rights!”

Cari studenti,

il Comitato dei genitori intende condividere con voi alcune semplici considerazioni sulla proposta di occupazione da voi avanzata.

1-   Condividiamo con voi le critiche alle politiche di austerità e di tagli che stanno colpendo la scuola pubblica;

2-   Apprezziamo il comportamento da voi tenuto fino ad oggi anche nella gestione della difficile situazione interna della nostra scuola;

3-   Crediamo però che la comprensione dei problemi, soprattutto di quelli più complessi come le politiche della scuola, richieda forme e modalità di discussione e di informazione non fattibili in situazioni di massa caotica;

4-   Vi proponiamo di condividere con docenti e genitori forme di cogestione per l’approfondimento delle tematiche della scuola che stanno a cuore a tutti noi;

5-   Non crediamo che, dati i gravi problemi interni in via di soluzione proprio in questi giorni decisivi, sia il caso ora di creare  una situazione difficilmente gestibile come l’occupazione della scuola che potrebbe facilmente essere strumentalizzata da coloro che non condividono ciò che tutti noi, con grande impegno e correttezza, stiamo facendo in questi giorni.

Vi invitiamo pertanto a prevedere altre forme di confronto e partecipazione, restando a disposizione per un confronto, supporto e dialogo.

Vi invitiamo con i vostri genitori e i vostri docenti  a partecipare all’assemblea che come comitato dei genitori abbiamo convocato per venerdì 23 p.v. alle ore 16,30 presso l’aula magna della scuola.

Sezze, 18 novembre 2012                                                                IL COMITATO DEI GENITORI


11 novembre 2012

 di Orazio Mercuri

Lettera aperta al Sindaco. Anti Antipolitica, ovvero Polis

Caro Sindaco,

non sono assolutamente d’accordo, almeno nelle condizioni ambientali date, con la scelta di azzerare le indennità ai consiglieri, alla giunta e a se stesso.

So che, soprattutto in questo momento, l’affermazione che faccio non liscia certo il pelo all’ondata della cosiddetta antipolitica, oggi tanto di moda. Ma, come dire, sarà forse perché ho sempre avuto poca fiducia nelle ondate “rivoluzionarie”. Non mi hanno mai entusiasmato. Infatti, a quei governanti se ne sostituiranno, ovviamente, degli altri. Ma, ragionare di “categoria” di governanti equivale a ragionare in modo impersonale e, spesso, è proprio quando costruiamo le “categorie” che diamo rifugio e spazio a furbi, a volti oscuri, a eminenze grigie. E, altrettanto spesso, sono proprio costoro che, guarda caso, prendono in mano le leve del comando. E tutto continua a perpetuarsi. Perfino l’illusione: quella che sia avvenuto il cambiamento. Sono perfettamente conscio del meccanismo che governa il potere e che rende ricattabili e quindi innocui proprio chi ha voglia di cambiare e di bonificare. È proprio grazie a questa consapevolezza che penso che il cambiamento non ce lo potranno mai consegnare i megacontenitori (seppur importanti e anch’essi valutabili in base alle regole che si danno, alla capacità che dimostrano saperle rispettare e al programma di governo che presentano), ma le singole persone che all’interno di questi operano. E siccome sono le persone, innanzi tutto, che dobbiamo valutare per la loro serietà, competenza e moralità e, non meno importante, per la loro autonomia economica, non possiamo esporle al ricatto.

La politica è anche principi e simboli. Per questo affermo che va tenuto salvo il principio che chi governa venga messo nelle condizioni di avere un’autonomia economica attraverso un adeguato e ragionevole compenso. Le cronache ci hanno raccontato abbondantemente che chi vuol rubare non si accontenta ne di 400,00 € ne di 1000,00 ne di 10.000,00 ne di 100.000,00. Li considera semplicemente un acconto, poi …

Quindi, chi ha assunto un ruolo di governo, se ha un lavoro o una professione che, a suo parere, lo remunera già in modo adeguato secondo le sue aspettative, bene, porti al minimo i suoi compensi. I cittadini, soprattutto in questo momento di crisi economica, apprezzeranno questa sensibilità. Ma si lasci attivo il principio dell'autonomia economica ricevendo un compenso, ad esempio, di € 1,00. Chi pensa poi di dover dedicare, addirittura, completamente il suo tempo alla gestione della cosa pubblica e, per ciò, non potrà avere alcuna fonte di reddito alternativa, non può essere lasciato alla mercé di persone senza scrupoli che, qualora dovessero avvertire un momento di difficoltà del rappresentante del popolo, si pongano magari come benefattori salvo poi presentare il conto che, ovviamente, graverà sulle tasche dei cittadini.  In questo caso il compenso è una tutela e dovrebbe essere obbligatoriamente percepito a meno che l’eletto non dimostri, in modo chiaro e trasparente, come sostiene se e la sua eventuale famiglia. Le risposte naturalmente possono andare dalla questua alla vincita al superenalotto. L’importante è che tutto, una buona volta, sia trasparente e venga reso pubblico. Come, del resto, avviene nei Paese evoluti e rispettosi dei cittadini.

Invito pertanto a ripensare questa scelta e, con coscienza e parsimonia, ricalibrarla. Se vogliamo effettivamente tutelare le risorse che dei contribuenti, chi ha responsabilità di governo della cosa pubblica, va risolutamente controllato ma, altrettanto risolutamente, protetto. Che l’antipolitica si sbracci pure, ma che i simboli, i principi, i pilastri della democrazia vengano difesi.

Con affetto e rispetto.


2 novembre 2012

 di Raffaele Imbrogno

Cosa stiamo diventando, o cosa siamo già diventati ….

Negli ultimi mesi per lavoro ho passato lunghi periodi in giro per l’Europa, alternando brevi soggiorni a casa. Leggevo, grazie alla stampa ed alla rete, quasi tutte le notizie relative a Sezze. Ho letto della triste questione dello sfruttamento di poveri rifugiati politici, che credevano di trovare nelle nostre terre un trattamento umano e venivano accuditi come bestie. Molto triste. Ho letto di diversi casi di delinquenza nel centro cittadino e nelle periferie: furti, risse, accoltellamenti... Cose che non possono lasciare tranquilli. 

Poi nel giro di due giorni la nostra cittadina è assurta alle cronache televisive locali e nazionali. Prima con un servizio televisivo sulla gestione personalistica di una azienda pubblica: l’Astral; servizio in gran parte incentrato su Sezze e che ha preso spunto da questo episodio per parlare della oramai insostenibile situazione della morale pubblica e delle profonde storture del rapporto tra politica ed economia. Infine, il gravissimo episodio di sangue dell’altra sera relativo ad un duplice omicidio per un regolamento di conti tra bande dedite allo spaccio di droga nel nostro territorio. Fatti e tematiche tra loro distanti (forse) ma che convergono nel dare una immagine di Sezze molto preoccupante. 

Elementi sufficienti per mettere in allerta e sollecitare profonde riflessioni tra le forze politiche, la società civile, le singole menti. Gli elementi appena tracciati (chi scrive non ha la pretesa di essere un sociologo e non ha ricerche da presentare e se ne scusa), mettono in crisi la visione di una cittadina tranquilla, operosa, con un suo tessuto produttivo sano e vispa da un punto di vista culturale. Tutte le presunte elite del nostro paese si devono sentire sotto accusa e devono, se ancora hanno voglia di sentirsi tali, accelerare (se mai è partito) un serio processo di esame su cosa stiamo diventando o siamo già diventati. 

Spero che queste elite non si siano accontentate in questi anni solo di piazzare i propri rampolli in posti statali e para statali ed abbiamo ancora la voglia di giocare il proprio ruolo nell’agorà del nostro paese. Tanti sono stati i segnali di un progressivo declino di Sezze: contrazione dell’occupazione, abbandono degli studi da sempre più giovani, qualità della vita per le vie del nostro territorio, progressive vendite di fette importanti delle terre setine a soggetti economici dalla reputazione poco cristallina, imprenditori edili nati sullo sfruttamento della massa di stranieri a disposizione ed adesso compressi dalla crisi del settore edile, … Basta poco per rendersene conto di persona. Basta alzarsi presto la mattina ed andare a prendere inesistenti pullman del COTRAL, che dovrebbero portare i nostri giovani e chi lavoro presso le sedi delle loro attività. Basta prendere un treno e salire/scendere alla locale Stazione dello Scalo (un vero ingresso del nostro paese) per rimare atterriti. Molte sono state in questi anni le cose abbandonate ad uno “sviluppo” selvaggio. 

Quanti siamo nel nostro territorio? E chi lo sa. Quanti residenti ci sono provenienti da altre nazioni e come vivono? Cosa fanno nel nostro territorio? Dove vivono o dormono? Siamo in grado di capire le dinamiche di questo incontro tra diverse culture o si aspetta l’ennesimo caso di violenza? Si vuole prevenire o si lascia il tutto al solo controllo poliziesco (se mai esiste) del territorio? Sarebbe rasserenante sapere che qualcuno sta pensando a questo coacervo di problemi. Ma dal mio parziale osservatorio non recepisco nessun segnale. Che sia sordo io? Lo spero, ma allora invito chi si sta muovendo ad alzare la voce a farsi sentire a mandare chiari segnali, ad organizzare incontri, riflessioni, documenti su quanto sta accadendo. Che si rendano pubblici dati, che si smascherino soggetti che illegalmente si stanno arricchendo sulle spalle di soggetti deboli, di chi sta prosciugando ed avvilendo il paese. 

Che non si pensi sempre e solo a fogne e cose del genere. Che le tante Associazioni Culturali escano dal loro sistema auto referenziato e diano immagine, voce e corpi alle contraddizioni che il paese sta vivendo in modo autistico. Il Sindaco di Sezze ha detto in una intervista che si deve riflettere. Un buon inizio! Speravo che qualche cosa fosse già chiaro e si stesse già in qualche modo agendo. Ma se qualcosa ancora non c’è non è più rimandabile e non può essere solo responsabilità dell’apparto amministrativo-politico di Sezze (che responsabilità ha in ogni caso, visto che è quello chiamato in prima battuta a dettare le linee di governo del nostro territorio). Bisogna che ognuno esca dal proprio torpore anestetico e si faccia disponibile per momenti di incontro / confronto e poi che si sia coerenti nell’agire quotidiano. 

Se vogliamo ridare a questo paese un momento di riscatto da una mediocrità ammorbante bisogna che ognuno cerchi di dare le sue eventuali eccellenze in ogni campo del comune agire. Si deve ricreare uno spazio pubblico vero, articolato, essenziale per un vero vivere in comunità. Bisogna rompere le tante ragnatele che sono state posizionate nei nostri vicoli, rompere una omertà acefala e aprire un vero confronto dove ognuno partendo dalle proprie colpe e responsabilità si dia una smossa prima che sia troppo tardi.


18 ottobre 2012

 lettera di Alessandro Luccone al Sindaco di Sezze Andrea Campoli
Ora la Dondi stacca l'acqua anche in autunno

Caro Sindaco, le scrivo per l’ennesima volta per segnalare la carenza di acqua nella zona Via San Bartolomeo fornita dalla linea di via cappuccini di cui lei conosce molto bene le problematiche.Le ricordo che ci abitano 4 famiglie di cui una composta da due disabili anziani e una famiglia con due bambini.La sera costantemente, adesso anche in periodo autunnale/invernale si eseguono manovre per cui l’acqua viene staccata la sera e ricollegata la mattina seguente.
Andiamo sempre peggio in quanto le ore di fornitura diventano sempre meno, prima la staccavano alle 22 e riattaccavano alle 5.00 adesso la staccano alle 21.30 e la ricollegano alle 6.30.

Io la mattina mi alzo alle 5 per andare a lavorare e la sera rientro tardi dal lavoro cosa devo fare: devo cambiare comune di residenza?Lavoro fuori regione, per anni ho lavorato fuori paese (Pomezia, Roma, Latina) ora lavoro tra la Toscana e la Campania, ma sono sempre residente e Sezze perché ci sono nato, ci sono nati i miei figli e ci voglio rimanere. Le tasse come IMU, TARSU, e la famosa  addizionale comunale che si dice lei voglia aumentare, le pago regolarmente al Comune di Sezze.

Lei è stato votato con forte maggioranza anche a fronte degli impegni che ha preso e ha fatto capire vuole portare avanti nella lotta al disservizio DONDI: e io l’ho votata a fronte di questi impegni che pensavo volesse portare avanti seriamente. Mi dica lei se è veramente il caso che lasci il paese, per pagare le tasse in un altra città dove ci sono servizi più efficienti, oppure se un giorno sarà possibile avere anche a Sezze un servizio pubblico che si rispetti.


16 ottobre 2012

 comunicato
Canusìa apre il corso di Ballo Popolare a Latina Scalo 

Per il terzo anno consecutivo il gruppo di ricerca sulle tradizioni popolari Canusìa terrà a Latina Scalo un corso di ballo popolare. Si potranno conoscere ed apprezzare la pizzica, la tammurriata, il saltarello ed altre danze che accompagnavano un tempo (ma in molti casi anche oggi) i momenti di festa e di incontro familiare. La musica e il ballo, infatti, erano importanti per cementare i rapporti all'interno di una comunità ed attraverso essi nascevano amori, amicizie e soprattutto momenti di inebriante allegria. E proprio nel segno della riscoperta di queste tradizioni il corso illustrerà le modalità e la tecnica di alcuni esempi di danza popolare. Durante le lezioni e appositi incontri si descriveranno i contesti dove si celebrano le feste e le occasioni di ballo, anche attraverso l’ausilio di audio-visivi. I corsi saranno tenuti da Anna Maria Giorgi, danzatrice dall’età di 4 anni, che si occupa stabilmente dal 2006 di danze e musica popolare. Le lezioni si terranno presso i locali dell’Associazione di Promozione Sociale Nova Urbs (via del Pioppeto 17 Latina Scalo) tutti i lunedì e martedì dalle 19:30 alle 21:00. Per chi volesse provare è possibile effettuare una lezione gratuita. Inizio corsi 29 ottobre. 
Per informazioni è possibile contattare i numeri 3495942219 e 3481316268 oppure inviare una mail a canusia@alice.it    www.canusia.it 


11 ottobre 2012

 lettera di Annalisa Savelli al Sindaco di Sezze Andrea Campoli
"Tariffe mensa scolastica, vergogna del paese"!

Salve signor Sindaco, sono Annalisa Savelli, mamma di due bimbi Filippo e Lorenzo di 5 e 2 anni.
Ho visto e letto le nuove tariffe per la mensa scolastica e le dico che sono la vergogna di questo paese. Ho un ISEE superiore di poco a 12.000 €  e con queste regole mi devo accollare il pagamento della mensa anche per i figli degli altri.
Caro sindaco, non si tratta degli 80 € (anzi 160 visto che ho due figli) ma del principio che avete scelto. Io e mio marito siamo lavoratori dipendenti con buste paga già abbastanza alleggerite dalle tasse dello stato italiano.
Quelle tasse penso dovrebbero servire per avere dei servizi che, però, né lo stato né il comune di Sezze ci fornisce: in questo paese non ci sono asili e scuole curate, non ci sono impianti sportivi, non ci sono strade decenti, e adesso abbiamo saputo che neanche l'acqua è buona, e che i contadini hanno annaffiato con acqua inquinata batteriologicamente.
Ora Lei, signor Sindaco, e la sua giunta, pretendete che chi lavora deve pagare la retta della mensa a chi non lavora, e anche a chi lavora ma in nero, perché qui ci conosciamo tutti.

Penso che tra un po' pretenderete che anche l'immondizia e l'acqua vengano pagate in base all'ISEE e dunque con gli stessi criteri.
Se lo faccia dire, è vergognoso.

L'assistenza la dovrebbe fare l'Ente con le tasse che i cittadini già pagano profumatamente!
Voglio solo ringraziare la PRESIDE ANNA GIORGI che ci ha permesso il pranzo al sacco, perché le ripeto, dovrebbe essere lo Stato o l'Ente ad accollarsi le spese per i bisognosi e non le famiglie con reddito medio.

VERGOGNATEVI!!!!!!!!!!!! e MI VERGOGNO PURE IO CHE IL VOTO VE LO HO DATO......

MAMMA, ANNALISA SAVELLI


5 ottobre 2012

 lettera di Alessandro Luccone
"CAMBIATE  QUESTO PAESE"!
Storia dei diritti conquistati dai padri e oggi persi dai i figli
Con la presente voglio ringraziare il sindaco di Sezze dell'interessamento sulla questione COTRAL che sta privando gli studenti adolescenti residenti a Sezze del diritto allo studio e sta calpestando e cancellando le lotte e gli scioperi dei loro padri negli anni 80, allora anche essi minorenni e studenti pendolari. 
Sono state proteste dure con blocchi stradali e giornate intere passate negli uffici dell'allora sindaco Alessandro Di Trapano, il quale la mattina si recava a Sant'Andrea a cercare di mediare per risolvere il problema e poi andava in caserma a tirare fuori quei ragazzi allora definiti teste calde, solo perché avevano esagerato con le proteste. 
Di certo oggi quei diritti conquistati con le lotte sono stati  cancellati con il silenzio, ma non è solo questo il punto. Nessuno ha il coraggio di dire che la mattina quei pochi  autobus che passano arrivano a Sant'Andrea stracarichi di stranieri comunitari o extracomunitari, i quali  per la maggior parte delle volte sono privi di biglietto, cosa dimostrata in occasione dei rari controlli quando è possibile assistere alla scena del fuggi fuggi non appena vengono aperte le porte.A me non va giù che a mio figlio, che paga in anticipo la corsa, a causa di persone che non pagano il biglietto venga detto dall'autista che non è possibile salire perché l'autobus è troppo pieno. Qualcuno ha il coraggio di dirlo?  O tutti lo pensano ma non lo dicono per paura di essere definiti razzisti? Se è  questo il problema lo faccio io, posso dirlo a chiare lettere. Sono diventato intollerante ai soprusi e alla negazione dei diritti.A questi ragazzi voglio dire di scendere in piazza e di farsi sentire con ogni mezzo lecito. 
Ne va del vostro futuro. Non voglio dover dire ai miei figli "lasciate questo paese" come hanno fatto altri, ma bensì "CAMBIATE  QUESTO PAESE"!


29 settembre 2012 

lettera aperta

Trasporti pubblici assenti, genitori in allarme

Salve, sono un genitore di un adolescente che frequenta il primo anno delle scuole superiori  presso l'istituto agrario di Borgo Piave a Latina ( tecnico chimico). 

Con la presente volevo inoltrare formale reclamo relativo al mancato collegamento mattutino inerente la tratta SEZZE-LATINA nella fascia orario che va dalle ore 7 alle ore 7.40

benché nei tabulati inerenti gli orari sia ben riportata la presenza di circa sei autobus da Sezze per Latina, ( 6.55, 7.00, 7.15 , 7.30 , 7.40 )   sono diversi giorni che i collegamenti sono completamente assenti, addirittura questa mattina c'è stato solo il pullman delle ore 7.40 da dove a Sezze Scalo alcuni alunni  sono dovuti scendere in quanto il mezzo era troppo carico, e tra le altre cose si configura già un reato di abbandono di minori.

Le famiglie pagano regolarmente gli abbonamenti e regolarmente il servizio non viene svolto.

La presente lettera di reclamo è stata inoltrata per conoscenza anche al sindaco di Sezze il quale spero voglia anche egli prendere i provvedimenti del caso.


7 settembre 2012 

Lettera del Comune di Sezze alle Associazioni


30 luglio 2012 

lettera aperta

Lettera aperta indirizzata al Sindaco di Sezze
Mi rivolgo direttamente a lei (Sig. Sindaco) perché non so più  a chi rivolgermi.
E' da più di un mese che segnalo una copiosa perdita di acqua in zona Crocemoschitto in Via Bassiano 222 (vedi foto). Quando lei si batteva per il caso Dondi - Acqua Latina da me usciva un fiume di acqua.
Il paradosso e che i miei rubinetti di giorno continuano ad essere a secco, mentre la perdita gorgheggia acqua. Mi auguro che Lei prenda in considerazione questa mia, non vorrei far intervenire anche qui striscia. Vorrei che il mio paese andasse in tv per far vedere le sue bellezze e non per mettere in mostra un altro lato brutto.
Cordiali saluti (foto e lettera di Eugenio Cantarelli)


28 aprile 2012 

Poesia di Francesco Cardarello che ha partecipato alla terza edizione del concorso "Sezze in dialetto"

LETTERA A SEZZE

Paese méo cà succèsso? Nun t’ariconosco più!

Da mpò de témpo, me pare, nun sì più tu!

M’arecordo angora l’addomenéca addùmano

 quanno ieva agl’ianfiteatro a vedè giocà Sezze,

ch’orgoglio iri pè mì,

era fiero deglio spettacolo che divi agli furastieri,

ma nò mò, schitto ieri!

E degli campi da tennis dapò? ti arecurdi?,

iri famosa pè gl’ internazionagli femminigli!

Tutto a finito.

Ancora mò a aspettà cà ì raggiustavi!

E degli Monumento dapò ne volemo parlà?

Alloco ì me so mparato a giocà!

Ogni dì me deverteva e a ogni pizzo era n’èmozione!

 E nvece mò?

Mò c’aremasto schitto cà lampione!

Ch’era beglio vedè tutti quigli vecchiotti asseduti alloco n’gima agli muretto a fero de cavaglio,

a sopportà lo friddo e a sopportà lo callo,

sempre a guardà tutta la gente che passava e tu, bene o e malo, sapivi cà l’ aggiudicava.

Pè nun parlà delle commari che ‘ncuntravi pè gli vicoletti,

cò le sedicciole,

 tutte ‘ncerchio a spettegolà

 e dapò  de corsa a fazze confessà!

T’addommannaveno tutte le  dì ‘’…a chi su figlio tu?’’

 e tu lesto a risponnece

 ‘’…ma ch’alladdommannate a fà cà lo sapete meglio ù!’’

A proposito, né sé, me steva a scordà!

Attecchia a mì, sinti stà cosa qua!

Tenavamo i miglioro ‘spetalo, c’invidiaveno tutti,

Quanta gente veniva a nasce da Tì,

e invece mò?

Mò se po’ solo morì!

Queste sò schitto certe cose de tante che te volaria dice,

ma è meglio che me fermo, cà la volgarità nn me s’addice!

Schitto nà cosa permittimela e la finisco adecco.

Cerca de ‘nte rovenà le urdime cose che t’ao aremaste

 e repenza alle cose che te so ditto

 ch’a a tornà ‘ndietro se fa sempre fitto!

Accommè che se dice? Meglio tardi che mai?

Allora Sezze mea arisbigliate

 cà ì orgoglio degli monti lepini, se lo ù, areturnerai!


4 febbraio 2012 

Ignazio Romano

Visita pastorale di Mons. Calabresi all'ospedale di Sezze (anno 1969)

Chi si riconosce?  >> scrivi  info@setino.it

Contributo dell'Archivio capitolare della cattedrale di Sezze in merito alle due foto qui pubblicate: 

"Quella a colori si riferisce all'accoglienza ufficiale tributata a Mons. Ubaldo Calabresi in comune il 5 ottobre 1969: in luglio era appena stato eletto arcivescovo titolare di Fondi e nunzio apostolico (accanto a lui l'altro sezzese arcivescovo in quegli anni, Mons. Ippolito Rotoli); la foto in bianco e nero si riferisce, invece, alla sua visita agli ammalati e al personale dell'ospedale civile di Sezze, effettuata l'8 ottobre seguente, il giorno prima di partire per il Sudan, il paese in cui era stato accreditato come nunzio".


In piedi a sinistra: Angelo Di Pastina (consigliere CdA ospedale) con suo figlio Ernesto Carlo

con il camice a sinistra dot Alessandro Pontecorvi, Giuseppe Di Trapano (presidente CdA ospedale)

a seguire dot Lidano Fontana, dot. Vincenzo D'Ettorre e al centro Mons. Ubaldo Calabresi

a destra del Monsignore dot. Massimo Russo, Renata Marignetti (ostetrica) dot. Mario Carlesimo

accovacciati da sinistra dot. Angelo Giorgi, Amerigo Ciarlo (anestesista)

in piedi a destra Damiano Di Raimo (segretario CdA ospedale)
Grazie a Antonio Di Bella (nipote di Ubaldo Calabresi) per la foto e grazie a Ernesto Carlo Di Pastina (l'unico bambino nella foto) per le informazioni sulla foto stessa.

Mons. Ubaldo Calabresi nella casa del Padre

a cura di Ernesto Carlo Di Pastina - Centro Studi San Carlo da Sezze 

Nella foto sotto risalente ai primi anni '60 Mons. Ippolito Rotoli (ultimo a destra) al ricevimento in onore di Mons. Ubaldo Calabresi; insieme con il Sindaco di Sezze Sante Perciballe.
A Sezze – dove era nato il 2 gennaio del 1925, terzo di cinque figli – era conosciuto semplicemente come "don Ubaldo": forse perché aveva conservato quella semplicità e capacità di "stare vicino" alla gente che è virtù indispensabile di un buon pastore e, in fondo, caratteristica fondamentale di ogni cristiano. Con tratto signorile, quasi aristocratico, mons. Ubaldo Calabresi, arcivescovo titolare di Fondi e nunzio apostolico, ha vissuto gli ultimi anni della sua esistenza, riconsegnata a Dio Padre nella mattinata del 14 giugno u.s. in una clinica romana, dove si trovava da pochi giorni.
Grazie alla sua famiglia aveva ricevuto un’ottima educazione umana e cristiana, culminata nella scelta di dedicare la sua vita a Dio. In questa decisione venne sostenuto ed incoraggiato da mons. Giovanni Battista Carissimo, arciprete della cattedrale, e da mons. Vincenzo Venditti, parroco di S.Angelo: due preti di Sezze, diversissimi per carattere, formazione e ministero, eppure così inscindibilmente legati alla storia personale di Ubaldo Calabresi e di tutta la città di Sezze.
Il suo servizio alla Chiesa e alla Santa Sede era iniziato presto: dopo i primi studi umanistico – letterari compiuti nel Seminario interdiocesano di Sezze, era passato a quello Romano (Minore e Maggiore), dove aveva potuto proseguire gli studi di filosofia e di teologia, integrati e coronati da quelli in diritto, conseguendo la laurea in utroque iure presso la Pontificia Università Lateranense, e – ricevuta il 27 marzo 1948, nella cappella della Madonna della Fiducia del Pontificio Seminario Romano Maggiore, l’ordinazione presbiterale – agli studi di perfezionamento presso la Pontificia Accademia Ecclesiastica.
Pronto ormai per il servizio diplomatico – anche se non aveva mai smesso di dedicarsi alla cura pastorale "diretta", a Roma e a Sezze – intervenne direttamente Paolo VI per fugare qualche resistenza da parte del suo vescovo di allora, che non voleva privarsi della sua opera in diocesi: il papa gli fece scrivere che il sacrificio di don Ubaldo sarebbe stato ricompensato dal bene della Chiesa universale.
Cooptato - nel 1953 – tra i membri della Segreteria di Stato della Santa Sede, le autorità vaticane, ben presto, intuirono le sue notevoli doti e capacità diplomatiche.
Dopo un primo incarico in Nicaragua, inizia la "gavetta" in Argentina, ove è segretario della Nunziatura apostolica per qualche anno: tra l’altro, gli muore tra le braccia il nunzio, l’arcivescovo Mario Zanin, una esperienza che don Ubaldo non dimenticherà mai; trasferito a Leopoldville, è addetto alla Nunziatura apostolica del Congo Belga e del Ruanda Urundi: qui è spettatore di tragici avvenimenti e corre, per primo, sul luogo della strage dei militari italiani. Nel 1965 nuova destinazione, questa volta in Europa: uditore in Belgio, passa poi, nel 1968, nella delegazione apostolica degli Stati Uniti d’America.
Dopo un’attività così varia e dopo aver dato ottima prova di sé, la Santa Sede ritenne giunto il momento di offrire a don Ubaldo più ampie opportunità, riconoscendone la prudenza, il lavoro assiduo e disinteressato, la capacità di fine mediatore.
Il 3 luglio del 1969 – ad appena 44 anni – Paolo VI lo nomina arcivescovo titolare di Fondi e delegato apostolico nella regione del Mar Rosso: nel giro di appena due anni è il secondo sezzese ad essere nominato arcivescovo, dopo mons. Ippolito Rotoli, pro-nunzio in Etiopia. S.E. Rev.ma mons. Ubaldo Calabresi ricevette così l’ordinazione episcopale dal cardinale segretario di Stato Jean Villot il 28 settembre di quello stesso anno, nella cappella della Madonna della Fiducia del Pontificio Seminario Romano Maggiore. 
Cumulando il precedente incarico diplomatico, mons. Calabresi diviene anche – il 29 aprile 1972 – pro-nunzio apostolico in Sudan: sia qui che nella regione del Mar Rosso visita comunità cristiane sperdute, dove da decenni non si celebrava l’Eucarestia.
Il 1978 segna una svolta nella sua attività: la Santa Sede lo invia in America Latina; dapprima nunzio apostolico in Venezuela (5 gennaio 1978), passa poi in Argentina (23 luglio 1981), prestigiosa nunziatura che mantiene per vent’anni. Mons. Calabresi si trova a dover gestire avvenimenti tragici e tumultuosi e a tessere, nel nascondimento, la "ricucitura" di gravi crisi diplomatiche (quella tra il Cile e l’Argentina e tra quest’ultima e il Regno Unito di Gran Bretagna), che dimostrano la sua grande capacità di mediazione e di pacificazione.
Rientrato a Roma al compimento del 75° anno di età, nel 2001, resta a disposizione della Santa Sede per le problematiche riguardanti le Chiese e le nazioni dell’ America Latina, di cui ha acquisito una conoscenza non comune; una malattia gravemente debilitante – cui non sono estranee le fatiche subite nel suo lungo servizio diplomatico in sedi e paesi disagiati e dal clima poco mite per un europeo – ne mina poco a poco il fisico.
Mons. Ubaldo Calabresi è stato insignito di diverse decorazioni, tra le quali l’Ordine del Nilo Bianco e del Nilo Azzurro, concessagli dal Sudan, e l’Orden del Libertador conferitagli dall’Argentina.
Il momento più sentito e vissuto con commozione dai sezzesi, quando il 3 dicembre 2001 il Consiglio Comunale di Sezze, con votazione unanime, in un’aula consiliare gremita all’inverosimile, alla presenza delle autorità civili, militari e religiose, conferiva a don Ubaldo la Cittadinanza Benemerita nella considerazione che, nei suoi lunghi anni di servizio diplomatico, come rappresentante della Santa Sede, aveva messo a frutto le doti caratteristiche del suo essere setino autentico, nella prudenza, amicizia e schiettezza.
Il carissimo "don Ubaldo", come affettuosamente noi sezzesi amiamo a chiamarlo, continua in se, anche oggi nella gloria dei cieli, l’amore per la Chiesa e per i popoli del mondo con cui, in questi ultimi anni, vari figli della nostra terra hanno legato indissolubilmente il loro nome, don Ubaldo che non ha mai risparmiato fatiche, sudore, amore, per le genti affidate alle sue cure, don Ubaldo rimasto indissolubilmente legato alla sua Sezze come i suoi concittadini a lui.
Grazie "don Ubaldo". 

SEZZESE - anno 2012