Auditorium del Turismo

Mario Costa

 dall'inaugurazione ad oggi

 

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Lo spettacolo è stato annullato per motivi di salute dell'attore Pippo Franco


Pippo Franco

in

L'OCCASIONE FA L'UOMO RAGNO

Strafalcioni, cartelli, scritte sui muri e altri capolavori di umorismo involontario

tratto dall'omonimo libro

di

Pippo Franco e Antonio Di Stefano

Se un anonimo genio dell'umorismo aggiunge alla scritta "Dio c'è" la frase "...o ce fa?", trasformando una dichiarazione di fede in una battuta fulminante, se sui giornali di annunci economici c'è gente che vuole acquistare "Fucile da caccia per uso familiare" o che vuole vendere "Bellissimo ciondolo che apparteneva al defunto mio suocero", non c'è da stupirsi: la realtà è piena di imprese e affermazioni strampalate che fanno sbellicare dal ridere. L'umorismo si annida nei luoghi più inaspettati. Lo si può incontrare sul muro di un bagno ("Ho voglia di fare niente e voglio farlo qua"), nelle parole di un professore ("Leggi forte ma piano"), nei cartelli promozionali dei negozi ("Con 5 euro chiavi a domicilio") o sull'imballo di una cassaforte ("Fragile"). Ma nessun problema: ovunque ci sia da ridere arriva la più efficiente coppia di autori di stupidari, Pippo Franco e Antonio Di Stefano. 

Ancora una volta i due hanno setacciato l'Italia in lungo e in largo, collezionando titoli di giornali, annunci di vario genere, strafalcioni di medici, pazienti e farmacisti, papere quotidiane di gente comune, lapsus di professori, il lato comico dei cognomi e i necrologi capaci di strappare un sorriso. "L'occasione fa l'uomo ragno" è lo stupidario definitivo, in grado di divertire e di stupire, in un crescendo irresistibile di meravigliose sciocchezze.


Il naso della comicità italiana 
Franco Pippo è nato a Roma il 2 settembre 1940
Fondamentalmente, la figura di Pippo Franco, così stabile all'interno del Bagaglino, è un tutt'uno con quest'ultimo. La comicità è la stessa e lo spettacolo, farcito da diversi ingredienti (una buona dose di satira sociale come ai tempi della commedia all'italiana, parecchi vips televisivi, una spruzzata di gossip e frecciatine, un cast variopinto campionato fra i più grandi mattatori del palcoscenico e la soubrette di turno con la giusta fregola erotica) è il massimo che la satira italiana televisiva possa offrire agli spettatori. E lui ci è dentro da oltre vent'anni!!!

Artista poliedrico, da attore comico a cantante fino a presentatore televisivo italiano. Esordì al cinema nella pellicola di Mario Mattoli Appuntamento a Ischia (1960) con Antonella Lualdi, Linda Christian, Domenico Modugno e un lungo cast di cantanti e attori che avevano alle loro spalle il varietà. Dopo aver recitato per Dino Risi ne Il giovane normale (1969), incontra Mariano Laurenti che ne sancirà la fama come interprete ironico, facendolo recitare in pellicole come: Zingara (1969), Mazzabubù… quante corna stanno quaggiù? (1971), il cult Quel gran pezzo della Ubalda tutta nuda e tutta calda (1972), Furto di sera bel colpo si spera (1974), Patroclooo! E il soldato Camillone, grande grosso e trescone (1974), ma soprattutto Due strani papà (1983), divertentissima pellicola con i cantanti Viola Valentino e Franco Califano come interpreti.
Ma non solo Laurenti nella sua filmografia, grandi opportunità gli sono state offerte anche da Luigi Magni in Nell'anno del Signore (1970), La via dei babbuini (1974) e Arrivano i bersaglieri (1980). Discreto anche il suo successo come cantante dove si è fatto notare per canzonette come: “Isotta” (1977), “Mi scappa la pipì papà” (1979), “Che fico” (1982) e “Chi chi chi co co co” (1983) che però sono balzate ai primi posti della classifica italiana. Dopo essere apparso in Basta guardarla (1971) di Luciano Salce, pellicola che doveva rendere omaggio a Maria Grazia Buccella, ed essere stato diretto da Billy Wilder in Che cosa è successo tra mio padre e tua madre? (1972), e dopo Sergio Corbucci, Pasquale Festa Campanile, Sergio Martino a cambiare per il resto dei suoi giorni la sua carriera arriva Pier Francesco Pingitore che lo dirigerà in una dozzina di pellicole dalle commedie peplum Remo e Romolo – Storia di due figli di una lupa (1976) e Nerone (1976) alla satira di Ciao Marziano (1980). Entrando in quella sfera di attori che faranno poi parte della Compagnia del Bagaglino: Enrico Montesano, Gabriella Ferri, Oreste Lionello, Lino Toffolo, Luciana Turina, Leo Gullotta e Isabella Biagini. 

Vi è poi una grottesca leggenda metropolitana su Pippo Franco, che fra l’altro è un assiduo frequentatore di salotti esoterici. Secondo alcuni il vero Pippo Franco sarebbe morto nei primi anni Ottanta, assassinato da un agricoltore a cui stava rubando delle mandorle. Nel mentre che un quotidiano si apprestava a pubblicare la notizia (fra l’altro documentata fotograficamente), la Rai ha istituito velocemente un concorso per trovarne il sosia. Quindi, il Pippo Franco attuale sarebbe dunque un certo Salatino Fulvio Franco. Ma queste sono solo leggende…
In televisione, porta con il Bagaglino varie riviste satiriche, tutte dirette da Pier Francesco Pingitore - da Biberon (1987) a E io pago (2007) – e tutte fatte al Salone Margherita di Roma, che verranno trasmesse prima dalla RAI e poi successivamente da Mediaset. Ha inoltre condotto trasmissioni di barzellette come La sai l’ultima?, senza dimenticare che è stato co-protagonista di miniserie come Tre stelle (1999), La casa delle beffe (2000) e Di che peccato sei? (2007). L’unica esperienza registica della sua carriera è la pellicola La gatta da pelare (1981) con Janet Agren e Daniela Poggi, storia di un cartoonist geloso dello psichiatra dal quale è in cura la moglie che si trova invischiato proprio nell’omicidio di costui.
Nel 2006, intraprese persino la carriera politica candidandosi per il Senato nella lista della Democrazia Cristiana per le Autonomie come capolista nella circoscrizione Lazio, ma nonostante il sostegno di Giulio Andreotti, il partito di Pippo Franco ottenne solo lo 0,6 % delle preferenze, risultando non eletto. È anche autore del saggio “Pensieri per vivere”. Pippo Franco è la maschera col nasone che ha ben descritto e portato in scena scandali, politiche, ipocondrie di una contemporanea e italianissima nazione, con un salto dalla commedia sexy anni ’70 stile Giovannona coscialunga alla perfezione recitativa che gli si deve a quella straordinaria scuola che è il varietà. Anche se non è stato votato alle ultime elezioni, noi sappiamo benissimo che preferisce fare il buffone. Perché la sua buffoneria è già un atto politico di per sé. 

Auditorium Mario Costa / ingresso € 10