Maria Drigo

espone

 


maria drigo espone

dal 19 al 31 maggio 2014 nei locali del "Chichibio", corso Garibaldi, 43  - Sermoneta


 

frammenti di tempo e di mare

La mostra aperta dal 22 al 29 marzo 2003 nei locali "Prendas", viale Umberto I, 15  -Latina

nautilus

mostra d'arte di Maria Drigo

Sabato 22 marzo u.s., alle ore 18.00, presso l’esercizio commerciale “Prendas” di Viale Umberto I n° 15 di Latina, è stata inaugurata una mostra artistica della setina Maria Drigo che, una volta compiuti i suoi studi di indirizzo artistico, si è voluta dedicare “corpo ed anima” alla raccolta di “frammenti” marini per poterne poi ricavare una sbalorditiva serie di oggetti artistici che sarebbe riduttivo e limitato definire  soltanto come pezzi di un banale hobby personale. In effetti tutto il minuto e svariato materiale ( sabbie più o meno vulcaniche, conchiglie di mare, pezzi di legno o di metallo vario – talvolta arrugginito o roso dal tempo - …),  hanno ricevuto tramite un paziente e laborioso, nonché artistico, lavoro compositivo una nobile veste di opera veramente artistica.

   

Riprendendo la frase dell’invito della mostra, composta da Maria Teresa Accatino, esperta d’arte “Il mare lavora, ammorbidisce, cancella, trasforma le cose in insolite rarità, creazioni inconsapevoli che tu componi in abachi ordinati, come tesori di civiltà remote.Esalti l’elegante unicità della casuale sopravvivenza di un piccolo fiore colorato. Incidi arcani graffiti su sassi piatti di cotto, come frammenti superstiti di antichi palazzi affacciati su spiagge di conchiglie sgretolate. Tracci misteriosi segni su sabbie pastose di deserti immaginari. Un percorso compositivo, nel tempo, un fantastico scavo di luoghi segreti e affascinanti enigmatici e intriganti come l’intimo sentimento che li crea”.  

 

 

 

 

 

 

 

La mostra è stata presentata ed abbondantemente “spiegata” all’atto della sua apertura da Lucia Viglianti, poliedrica e fantasiosa artista di Sezze, che ha voluto presenziare a tale evento non solo per la sua arte ma anche per il fatto di essere legata da parentela con Maria Drigo. Dalle parole di presentazione veniamo quindi a sapere che nel lavoro dell’artista setina oggi arrivano a noi dei frammenti, dei “ciottoli”, impregnati di millenari rimandi mitologici, simbolici e letterari. Tali frammenti rimandano ancor più alle due parole che connotano il titolo della mostra, nel loro aspetto squisitamente fisico: “il mare”- in cui i ciottoli si sono perduti - che li ha levigati fra le onde, e “il tempo”, nel cui lento scorrere sono stati addolciti - dalle stesse onde marine - gli spigoli dei minuti frammenti. La loro provenienza, città e strumenti ormai indivisibili, le storie iniziali di ogni ciottolo, sono perduti per sempre nell’oblio del mare e del tempo.

 

Con grande semplicità e rigore, essenziali connotati del lavoro di Maria Drigo,viene integralmente restituito il gusto serio del gioco e del lavoro di immaginazione e di fantasia, unitamente legati al percorso di formazione di studio del disegno, della pittura e della scenografia, che assumono nell’insieme il valore di componenti essenziali per la creazione d’arte. Si tratta cioè di riuscire a mostrare altri mondi visivi e tattili, possibili, tramite l’istinto e l’intuito fantastico sostenuti dalla scienza delle forme. Il lavoro compositivo quindi si inserisce senz’altro in quel grande movimento dell’arte informale, iniziato nei primi anni del ‘900 e caratterizzato dall’abolizione dei confini delle tecniche artistiche, mirando alla compenetrazione di tutte le arti, nella necessità di evocare nuove immagini, anche attraverso un “objet trouvé”, alterando l’equilibrio razionale della comunicazione estetica.

A questo punto Maria raccoglie e recupera, attraverso un altro sguardo posato su oggetti ignorati  - o considerati perlopiù “inutili” - , sempre però provati da caratteri indelebili. L’artista inoltre riordina, allinea,  “gioca” con le forme dei ciottoli, restituiti dal mare come naufraghi ruderi erranti… li ridisegna, li risistema in quadri, incorniciandoli cioè in piccole storie, narrate su tabule rase di sabbia, marcate anch’esse da altre tracce: legni, vetri…lasciati lì dallo stesso mare.

Nel lavoro di Maria inoltre “il tempo” si intravede nella lenta e precisa meditazione, durante la quale i ciottoli vengono isolati e trasformati in “segni”, in visive componenti narrative, in cui solo lo scorrere del tempo, come prima lo scorrere dell’acqua, lascia che le storie si possano alfine manifestare allo sguardo contemplativo di chi le sa apprezzare. L’operazione artistica è semplice e colta allo stesso tempo, mai però superbamente ostentata, con viaggi immaginari verso altri luoghi (…come in quasi tutti quei lavori ispirati ai misteriosi cerchi sul grano), senza essere mai aggravata da parodie e superflue citazioni.

L’originalità dell’opera di Maria sta nel suo esprimere l’amore per la natura, di cui ne avverte e il richiamo e l’intimo equilibrio.

Sarebbe però più giusto affermare il suo essere “essa stessa” natura, nel suo richiamato gioco armonioso ed ondulatorio, dentro la quale Maria raccoglie e decifra amorosamente quei semplici ciottoli, nell’andamento e nel respiro ritmico della poesia, composta di pause e di vuoti, come una sorta di incantata e candida partitura musicale che, a ben “guardare” con le orecchie e ad ascoltare” con gli occhi, l’attento visitatore potrà apprezzare nei suoi lavori.

 

  La mostra è rimasta aperta dal 22 al 29 marzo 2003 nei locali "Prendas", viale Umberto I, 15  -Latina- 0773/418094

articolo di Carlo Luigi ABBENDA