sabato 9 gennaio 2016 - ore 21,00
Auditorium Mario Costa
Le
Colonne presentano il "Tributo a Fabrizio De André"
Per
il segno che c'è rimasto
quattordicesima
edizione

info
3339507343 - ingresso
10 € - prevendite presso i seguenti esercizi:
Cartolibreria Pitti in via Roma
- DIGI Frame in
via S. Carlo - Foto Ottica Zema via Cappuccini
Sabato 9 gennaio, alle ore 21, presso l’Auditorium
Costa, si ripeterà l’omaggio musicale che Sezze dedica ininterrottamente da 14 anni allo scomparso cantautore genovese Fabrizio De André, manifestazione inserita nel programma degli eventi culturali del Natale setino 2015.
Per questa quattordicesima edizione, tornerà in scena al Costa la coverband
“Il Testamento di Faber”, già brillante protagonista dell’edizione 2014.
Il gruppo, attivo dal 2005 e formato da una decina di musicisti professionisti, ripropone con talento e passione il vasto repertorio di De André, con arrangiamenti che riportano fedelmente le sonorità e l’atmosfera dei concerti dal vivo dell’ultima tournée del 1998.
Nella prima parte del concerto sarà eseguito interamente l’album
Crêuza de mä, inciso da De André con il supporto di Mauro Pagani nel 1984. L’LP, subito in classifica tra i più venduti in Italia ed accolto con entusiasmo anche dalla critica musicale, è considerato il capostipite di un nuovo genere musicale, la world music.
Ancor oggi rappresenta, a distanza di più di 30 anni dalla sua uscita, un riuscitissimo ed inimitabile unicum, capace di coniugare una musicalità quasi d’altri tempi, con arrangiamenti prettamente mediterranei, a storie di personaggi mitici e reali, canzoni tutte scritte da un Fabrizio in vena di autore nell’antico idioma genovese.
Nel seguito della serata, oltre a qualche piacevole intermezzo a sorpresa, ci sarà spazio per molte altre canzoni del più classico repertorio deandreano.
I biglietti d’ingresso (10€) saranno disponibili presso la CARTOLIBRERIA PITTI, FOTO OTTICA ZEMA e DIGI FRAME. Come negli anni precedenti, una parte dell’incasso della serata sarà devoluta ad associazioni impegnate in attività umanitarie di tipo sociale, ancora da individuare.
Partecipare
al Tributo è sempre un gran batticuore
di Chiara Mancini
Partecipare
al Tributo è sempre un gran batticuore. È come darsi appuntamento,
ogni anno, con un caro vecchio amico, di quelli veri e rari,
d’infanzia, che è partito per un lungo viaggio e non si può
incontrare tutte le volte che se ne ha il desiderio. Quelle persone che
con il loro modo di fare ti entrano dentro e lasciano indelebile la loro
impronta, non se ne vanno più. L’unico incontro possibile è quindi
atteso con ansia, gioia, ma anche con quel timore reverenziale che si
prova quando si tiene immensamente a una cosa e si teme di restarne
delusi. L’attesa è sfibrante, ma elettrizzante e alla fine non lascia
quasi mai l’amaro in bocca.
Ascoltare
i brani di De Andrè dal vivo - a maggior ragione se a rendergli onore
sono artisti eccellenti come i componenti del Testamento di Faber – è
un brivido che si ripete ad ogni nota, sempre uguale a se stesso: sempre
intenso, profondo. Un ribollire di viscere che ridono, soffrono di
nostalgia, si incazzano. Che, insomma, detto in parole povere, si
emozionano di un’emozione che è difficile trovare nelle parole e
nelle musiche dei colleghi di Faber, di ieri e di oggi (con le dovute
eccezioni, chiaramente!).
Anche
questa volta (mi sono persa solo un paio di edizioni, credo) ho deciso
di partecipare. Ed è stata una decisione consapevole, tutt’altro che
casuale.
La scelta di eseguire interamente “Crêuza De Mä” mi ha fatto
felice: è uno dei miei album preferiti di De Andrè (se non quello che
amo di più in assoluto) e non nascondo che in certi momenti ho ceduto a
qualche lacrimuccia di commozione (penso per esempio all’arrangiamento
di “Da a me riva” di cui, aimè, non ho mai capito come si scrive il
titolo). È stata una scelta rischiosa ma coraggiosa, che sono contenta
si sia rivelata vincente.
Ho
tanto apprezzato anche Lucia Viglianti, che con la sua bella voce e
l’emozione sincera che un po’ la tradiva mi ha subito proiettato
nella Genova di Faber, tra le sue parole, lungo i suoi vicoli e in mezzo
alla sua gente. Insomma: una prima parte per me davvero coinvolgente,
forte. Mi è piaciuta un po’ meno la seconda – e per seconda intendo
da dopo l’omaggio a Pasolini fino alla fine. Ineccepibile il gruppo:
ho esordito dicendo che sono dei “mostri” di bravura e ascoltarli a
distanza di due anni è stato comunque un piacere. Ma riascoltare gli
stessi pezzi di due anni fa, con una scaletta più o meno simile, non mi
ha convinto del tutto. Avrei preferito, insomma, ascoltare anche canzoni
diverse rispetto a quelle già magistralmente proposte nel 2014.
Quest’ultimo pensiero non vuole essere una critica gratuita.
Non
voglio essere fraintesa e mi scuso in anticipo se posso essere
interpretata male. È solo un piccolo “appunto” di una ignorante del
campo, di una semplice spettatrice che condivide con Franco e gli
organizzatori dell’iniziativa una grande passione per una bella
persona oltre che per un artista eccezionale. È un mio pensiero e
sicuramente (per fortuna!) diverse persone la penseranno in maniera
opposta alla mia.
Sono
convinta che gli amici debbano essere elogiati, ma anche messi al
corrente quando qualcosa convince poco. L’ho fatto, quindi, in buona
fede, sperando di dare nel mio piccolo un contributo, magari
insignificante, per puntare a fare sempre meglio. Detto questo, credo
che chi si sia perso il Tributo di due anni fa, e quindi non ha potuto
fare un confronto, se ne sia tornato a casa euforico e soddisfatto.
A
mio modesto parere il Tributo è un evento a cui Sezze non deve
rinunciare per nessuna ragione al mondo. È ricco di qualità e
organizzato da persone che amano quello che fanno. Ogni anno cresce e,
sono convinta, continuerà a farlo per tanto, tantissimo tempo ancora.
Io non mancherò di certo! Grazie perché ad ogni Gennaio restituite la
voce a Faber.
Al prossimo anno (già non vedo l’ora) e tanti complimenti per il
lavoro, l’impegno, la passione e il sacrificio. Continuate così.
Il Testamento di Faber in concerto.
Crêuzä de ma, 30 anni e non sentirli
Un gruppo nato nel 2005
Un lungo percorso per capire a fondo il mondo di Fabrizio De Andrè.
Il Testamento di Faber
nasce nel Dicembre 2005 dalla passione per Fabrizio De André di Pino Vecchioni, batterista e fondatore del gruppo. Ha coinvolto una decina di colleghi musicisti, ed insieme hanno lavorato alla preparazione dei brani per il primo concerto, tenutosi a Gennaio 2006. Il Testamento di Faber cerca di riproporre fedelmente gli arrangiamenti e le atmosfere che il cantautore genovese creava soprattutto nei concerti. Dal 2006 è iniziato un percorso, che ha portato il Testamento di Faber ad esibirsi dal vivo in numerosi concerti con un crescendo costante di consensi. Alcuni di questi sono stati particolarmente significativi ed importanti, ad esempio il concerto del 23 febbraio 2008, tenutosi al Teatro Tognazzi di Velletri (RM), in cui, con grande successo di pubblico, il gruppo ha riportato in scena, il Tour di De Andrè “Anime Salve”, riproponendo a dieci anni di distanza, l’intera scaletta del concerto al Teatro Brancaccio di Roma, del 13 e 14 Febbraio 1998.
IL
TESTAMENTO DI FABER
GIORGIO PEDE
PINO VECCHIONI
SIMONE “federicuccio” TALONE
GIAMPIERO GOTTI
GIANLUCA SIMONELLI
DAVIDE GROTTELLI
CARLO TRENTA
ALDO PERRIS
CRISTINA PICCA
CRISTINA GRECO |
voce
batteria
percussioni
chitarra
chitarra, mandolino, bouzouki. fisarmonica
fiati
tastiere
basso
violino
voce |
prima
parte
Crêuza de mä
Jamín-a
Sidún
Sinàn Capudàn Pascià
 pittima
 duménega
D'ä mê riva
intervallo
Una
storia sbagliata eseguita
da Roberto Caetani e Massimiliano Porcelli
seconda
parte
Dolcenera
Khorakhané
Le acciughe fanno il pallone
Ho visto Nina volare
Un giudice
La canzone di Marinella
Amico fragile Don
Raffaé
Bocca di rosa
Il testamento di Tito
Geordie
Via del Campo
IL pescatore bis Fiume
Sand Creek Volta
la carta |
Ringraziamenti:
All'Amministrazione Comunale di Sezze, per il Patrocinio.
All'Associazione LE COLONNE, come organizzatrice dell’evento.
Agli amici Amici Sponsor.
A Marco Abbenda per il poster dell’evento, bello e particolare nella sua originalità.
A Pietro Paletta per le riprese video e ad Ignazio Romano per le fotografie.
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Le voci del
14° Tributo De André di Sezze
7 febbraio 2016 - Franco Abbenda
Anche questo 14° Tributo De André è ormai archiviato; manca ancora qualcosa prima di chiudere definitivamente il file Tributo 2016.
Abbiamo riascoltato tutto Creuza de ma, l’album uscito nel 1984, cantato in dialetto ligure, giudicato miglior album italiano dell’anno al Premio Tenco. Il Testamento di Faber ci ha riproposto un’esecuzione musicale di alto livello di quelle sette canzoni, accompagnandoci tra i porti e le genti del Mediterraneo con strumenti, suoni e voce solista tanto fedeli da farci pensare per un attimo di star gustando l’originale.
Però qualcosa mancava…Riprendete il vinile (per chi ce l’ha ancora) o il CD, provate a riascoltarlo a casa, in poltrona, con calma.
Come ? Non trovate nessuna differenza tra il disco e la versione live dell’Auditorium ? Eppure qualche differenza c’è…
Traccia 1. Creuza de ma: quasi alla fine del brano, proprio dopo i tanti “eianda, ei ei ei anda”, mentre l’accompagnamento musicale si abbassa di volume e si sente ancora la bella voce di Fabrizio, ecco che improvvisamente ci ritroviamo proiettati in un mercato del pesce. Le sentite quelle altre voci? Prima una donna poi anche un uomo che richiamano la gente al proprio banco, che vantano la qualità del pescato ed invitano ad acquistarlo. Quelle voci sono reali, registrate dal vivo al mercato del pesce di Genova; sono le voci di Pino Condurso, il muscolaio , “muscoli nustraniiii”…. e di Caterina Rossi, la pescivendola della Foce “…che rooooooba…”. Quelle voci sono inimitabili, inutile provarci per le coverband. Quelle due voci reali hanno il sapore di lavoro, di fatica, di gente povera…deandreanamente interessanti.
Traccia 2. Sidùn: il brano parte con un applauso che cresce di volume; poi un rumore di pale di elicottero ed ecco una prima voce parlare in israeliano, poi una seconda in inglese. Ancora applausi e…parte l’arpeggio del buzuki che introduce la canzone. Le avete riconosciute quelle voci? Entrambi sono vere, catturate in occasioni ufficiali. Sono le voci di Ariel Sharon (ex primo ministro israeliano) e di Ronald Reagan (ex presidente degli Stati Uniti). Sidùn è un brano drammatico, racconta la rabbia e la disperazione di un genitore palestinese di fronte al corpo martoriato del piccolo figlio ucciso durante gli attacchi di Sabra e Shatila, quelli in Libano dell’82, ad opera dell’esercito israeliano, guidato all’epoca dallo stesso Sharon.
Anche queste due voci sono reali ma hanno il sapore di violenza e di guerra, di amore paterno e di infanzia martoriata.
Ecco, possiamo pensare che De André e Mauro Pagani abbiano voluto aggiungere qualcosa all’album, servendosi di voci vere per regalare ai due brani citati colori che riportano al vissuto, all’atmosfera che ha generato l’idea stessa delle due canzoni: il Mediterraneo eternamente sospeso tra commercio, pesca in mare, incontri e contaminazioni di popoli, ma segnato da conflitti, come è sempre stato, come era nel 1984 e come lo è anche oggi.
Ma nella serata ci sono state altre tre voci speciali: quella emozionata ed ispirata di Lucia Viglianti, ad aprire il Tributo 2016 recitando un monologo su Fabrizio e le sue canzoni scritto da Lella Costa.
La voce di Fabrizio stesso, ripresa da registrazioni live di una nuova edizione di Creuza e usata per introdurre al meglio tre canzoni dello stesso album.
E la voce di Pasolini, anch’essa chiara e diretta, sfrontata e coraggiosa, riascoltata in sala come omaggio al protagonista di “Una storia sbagliata”, canzone scritta da De André in collaborazione con Massimo Bubola nel 1980. Questa canzone, eseguita in acustico sul palco da Roberto Caetani e Massimiliano Porcelli, con quest’ultimo amico, esordiente al Tributo, a cantare ed improvvisare un po’, con stile personale e divertito, aggiungendo al testo originale alcune frasi di “A Pa’” di De Gregori… Una bella atmosfera ed una versione suggestiva del brano, che ha ricordato i Tributi di qualche anno fa, nonostante un’altra voce, vecchia e sgraziata, accorsa sul palco a sporcare il finale.
E poi le voci di chi era presente, le vostre, quelle intonate e quelle solo sussurrate, tutte accomunate dal voler cantare con passione vera i ritornelli delle canzoni più famose di Fabrizio al seguito della voce guida – questa sì ispirata ed evocativa - di Giorgio Pede, solista de Il Testamento di Faber, gruppo alla seconda presenza al Tributo De André di Sezze.
Tutto questo “per il segno che c’è rimasto” di Fabrizio De André, quello che ognuno di noi si porta dentro dell’artista.
Una bella serata, per me, occasione speciale per condividere una passione musicale dura a morire, una…storia giusta, come altri artisti da non dimenticare.
Come la storia di Emergency, l'associazione italiana indipendente e neutrale, nata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà, a cui quest’anno abbiamo deciso di devolvere la cifra di € 400.
Un ringraziamento sincero a chi supporta e sopporta, a chi collabora, a chi consiglia, a chi partecipa, a chi apprezza, a chi sprona, a chi accorre da fuori, a chi non manca mai ed a chi spinge affinché questa tradizione rimanga ogni anno a gennaio.
Sotto
la ricevuta del versamento di 400 € - parte dell'incasso devoluto in
beneficenza ad Emergency
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