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febbraio - 1 marzo 2022 Comune di Sezze Assessorato
alla Cultura Ludoteca Comunale Orso Rosso presentano Carnevale
Setino
2022
Assessorato alla Cultura
“Il Carnevale setino è una nostra tradizione che va portata avanti e preservata. Non potevamo lasciare i nostri bambini senza l’allegria e i colori del Carnevale ed è per questo che abbiamo stabilito che, non potendolo organizzare in piazza e nelle periferie con il consueto format, sarà il Carnevale ad andare dai bambini direttamente a scuola”.
A dirlo è Michela Capuccilli, vicesindaco e assessore ai Servizi Sociali, Sport, Cultura, Scuola e Associazionismo, che ha spiegato le iniziative previste fino all’1 marzo, giorno in cui si festeggia il Carnevale.
Il programma prevede il coinvolgimento degli asili nido, della Scuola dell’Infanzia e della materna, per la quale adesione lo stesso assessore ha ringraziato le dirigenti scolastiche: “Siamo felici di poter garantire un momento di divertimento ai bambini che ancora una volta sono i più colpiti dalle privazioni alle quali la pandemia ci ha messo di fronte”. Inizialmente l’ente aveva stabilito di concentrare le attività alla giornate del 24 febbraio (giovedì grasso) e a quella dell’1 marzo, ma le tante adesioni hanno spinto a svolgere iniziative anche il 28 febbraio, al fine di consentire a tutti i bambini un sano e gioioso divertimento: “A capo dell’animazione ci sarà l’associazione La Macchia che, con mascotte, palloncini, spettacoli di magia e lo spettacolo teatrale dal titolo “Il carnevale da salvare” riservato ai bambini della primaria, coinvolgerà i bambini di tutte le età direttamente a scuola sfruttando anche gli spazi esterni”.
Venerdì
25 febbraio - ore 17,00 - Museo
Archeologico
Convegno
“La ludoteca Orso Rosso. Retrospettive e prospettive a cura dei giovani di ieri e di
oggi”
La soddisfazione dell’assessore trova però il suo culmine nell’iniziativa che si svolgerà
venerdì 25 febbraio alle 17,00 presso il museo archeologico di Largo B.Buozzi, un convegno dal titolo “La ludoteca Orso Rosso. Retrospettive e prospettive a cura dei giovani di ieri e di
oggi”, ovviamente dedicato alle figure di Umberto “Farza” De Angelis e Rosolino Trabona. Al convegno interverranno alcuni ex bambini frequentatori della Ludoteca, verrà ripresentato il Libro “Il carnevale di Sezze origini mitologiche di Peppalacchio” di
Rosolino Trabona e Umberto De Angelis e ci sarà una proiezione DVD “Carnevale di Sezze Peppalacchio e Peppa antiche maschere setine”.
Lo stesso assessore ha spiegato: “Sarà un momento davvero importante per la città, doveroso nei confronti di due figure che attraverso il gioco e la socializzazione hanno cresciuto intere generazioni di ragazzi e ragazze di Sezze. Sarà un modo per ricordarli e anche per ragionare affinché il loro importante lavoro possa avere un seguito e non essere dimenticato dalle nuove generazioni”.

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Peppa
e Peppalacchio... la tradizione del carnevale setino
Peppalacchio
è un fantoccio di paglia, uno spaventapasseri, simbolo della cultura
contadina, che si ricollega a remoti riti propiziatori, nel momento del
cambio della stagione, relativi ai futuri raccolti agricoli, ma oltre a
ciò, esso ha caratteristiche del tutto particolari.
Peppalacchio veniva costruito incrociando due canne robuste cui si dava
forma con la paglia.
Gli anziani ricordavano che esso veniva vestito con indumenti umani
ormai consunti e da gettare via: camicia, giacca, calzoni e cappello.
Alle braccia di Peppalcchio venivano appese, con dei fili di canapa,
delle grandi "saraghe", cioè delle aringhe affumicate che
emanavano un odore forte e insopportabile.
Peppa,
invece, pur essendo uno spaventapasseri fatto con canne e paglia, veniva
vestita elegantemente con un abito da sposa bianco, con un lungo velo e,
ancor prima che nascesse il vestito bianco (primi anni del secolo) con
una vecchia "dragona", cioè il vestito da sposa della festa
tipico di Sezze: corpetto, zinale e grande fazzoletto adagiato a coprire
petto e spalle.
La tradizione vuole che al momento del matrimonio ella fosse in stato di
gravidanza.
Il giovedì
grasso i
personaggi venivano sposati.
Sino al 1950, il carnevale setino si svolgeva secondo i riti della
tradizione, grazie alla spontanea, libera e gioiosa partecipazione
popolare. Il carnevale a Sezze iniziava proprio in questo giorno;
infatti la giornata lavorativa finiva per tutti a mezzogiorno.
Dopo pranzo i gruppi spontanei che organizzavano la festa si radunavano,
prendevano le maschere preparate prima, addobbavano "Peppo"
con le saraghe e le sistemavano su un carretto trainato da cavalli, muli
o buoi.
Sullo
stesso carro,
che rappresentava la testa del corteo nuziale, veniva posta una botte
piena di vino per offrire da bere gratuitamente ai partecipanti nei
momenti di sosta.
Accompagnavano gli sposi a piedi, per le viuzze del centro storiche, dei
gruppi mascherati, in un crescendio di allegria, sberleffi contro i due
sposi, frasi ingiuriose indirizzati a personaggi pubblici antipatici,
motti di spirito, rumoreggiando e suonando rudimentali strumenti musicali
a percussione ed a fiato.

Il martedì
era l'ultimo giorno di carnevale.
I contadini andavano di buon ora a lavorare i campi e per tradizione
questo giorno era dedicato a piantare le patate. Infatti, si credeva che
piantandole l'ultimo giorno di carnevale queste crescessero grandi come
la testa di Peppalacchio.
A mezzogiorno si tornava a casa ed era uso consumare un piatto molto
ricco. In particolare si preparavano i "maccarugni 'ncasa",
cioè pasta all'uovo fatta in casa con sugo di carne, e si mangiava
molta carne. Il pranzo terminava con dei dolci tipici: gli "strufoli".
Dopo mangiato si dava inizio alla carnevalata.
Si riprendevano Peppalacchio e Peppa e si riortavano in giro per il
paese seguiti dagli stessi gruppi del giovedì. Alla fine della serata
tutti i piccoli cortei confluivano nella piazza principale del paese,
Piazza dei Leoni.
Lì
Peppalacchio,
sdraiato su una barella di legno e paglia, veniva sistemato sul rogo,
veniva aggiunta altra legna al di sopra e si accendeva il grande falò.
Mentre alcune donne a lutto (uomini mascherati) cercavano di consolare
Peppa e la accompagnavano nel pianto funebre, gli altri gruppi facevano
festa suonando, cantando e ballando intorno al fuoco.
La popolazione assisteva al bruciare del rogo con grande partecipazione
e cercava di ricavarne dei presagi per i raccolti della nuova stagione.
Più le fiamme sarebbero state alte e Peppalacchio bruciato in fretta,
più si prevedevano abbondanti i futuri raccolti nei campi.
Quando il fuoco si era totalmente consumato, si tornava a casa stanchi
ma felici della festa: il carnevale era terminato.
Questo rito diventava un momento di aggregazione della comunità setina
e nessuna causa poteva impedirne il festeggiamento perché il fatto
sarebbe stato di cattivo presagio per la nuova stagione.
I
testi sono tratti dalla pubblicazione del 16 febbraio 1990 "Il
Carnevale di Sezze, origini mitologiche di Peppalacchio", di
Rosolino Trabona e Umberto De Angelis.

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