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CARITAS |
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martedì 10 dicembre 2002 ore 17.00 presso il Centro Caritas di S.Andrea PARROCCHIA DI SANTA MARIA AZIONE
CATTOLICA ITALIANA
CARITASsi è tenuta TAVOLA ROTONDA CITTADINA |
sul
tema “IMMIGRAZIONE: SOLIDARIETA’ E INTEGRAZIONE” RELATORI |
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Dr. FRANCO PITTAU Sig.ra PILAR SARAVIA Sig. ANGELO RAPONI Prof. ETTORE BENFORTE Dr. GIANCARLO SIDDERA Sig. ARMANDO USCIMENTI Dr. PIERO FORMICUCCIA |
Coordinatore del dossier statistico
sull’immigrazione – Caritas di Roma Responsabile dell’Ufficio Immigrati della UIL di
Roma Caritas di Latina - Sindaco del Comune di Sezze Assessore ai Servizi Sociali del Comune di
Sezze Responsabile del Settore Servizi Sociali del Comune di Sezze |
Coordinatore
del dibattito Dr.
Luigi De Angelis
ALTRI
INTERVENTI: (Previsti
e inseriti nella brochure ma non nel manifesto) Dr. Francesco Petrianni - Responsabile del Settore Scuola e cultura del Comune di Sezze Dr. Marina Magnarelli - Dirigente Scolastico del I° Circolo di Sezze Prof. Jole Giorgetta - Dirigente Scolastico dell’ISISS “Pacifici e De Magistris” di Sezze Prof. Vincenzo Mattei - Dirigente Scolastico del II° Circolo di Sezze Rappresentante - Scuola Media Statale “Valerio Flacco” di Sezze Scalo Prof. Giuseppe Agostini - Dirigente Scolastico della Scuola Media Statale “Pacifici e De Magistris” di Sezze Sig. Linda Dema - Comunità degli Albanesi di Sezze. Dr. Maria Teresa Mukamitsindo Responsabile gestione Centro Caribù per conto dell'associazione ANOLF. Sig. Marco Serra - Presidente gruppo Azione Cattolica di Sezze.
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Dr. Franco Pittau Sig.ra Pilar Saravia Sig. Angelo Raponi Prof. Ettore Benforte Dr. Giancarlo Siddera Sig. Armando Uscimenti Dr. Piero Formicuccia Dr. Francesco Petrianni |
LA CONVIVENZA E’ POSSIBILE
La
convivenza è possibile. E’ questo il messaggio che è emerso in modo
incontrovertibile dalla Tavola Rotonda del 10 dicembre, organizzata
dall’Azione Cattolica e dalla Caritas della Parrocchia di Santa Maria
di Sezze ed inserita dall’Organizzazione Internazionale per le
Migrazioni nel progetto “L’immagine dell’immigrato”. La diversità è ricchezza e ad ognuno è richiesta la fatica di superare le proprie visioni, particolaristiche ed egoistiche, e la capacità di aprire il cuore e l’intelligenza all’altro. Solo il confronto, il dialogo riusciranno a farci superare il muro della diffidenza, solo la frequentazione riuscirà a far sorgere in ognuno la curiosità del conoscere e far abbandonare le immagini stereotipate e i pregiudizi, il più delle volte indotti dai mezzi di comunicazione, abilmente manipolati. Tutto questo non significa che la convivenza e l’integrazione sia facilmente realizzabile: ma conflitti e tensioni vanno mediati, governati e risolti pacificamente. E’ velleitario credere di poter fermare il fenomeno dell’immigrazione attraverso una chiusura, un blocco degli ingressi in un mondo globalizzato, dove le frontiere praticamente non esistono più e ci siamo scoperti interdipendenti. La via maestra dell’integrazione è il riconoscimento e la tutela dei diritti fondamentali dell’uomo, la condivisione dei valori fondanti della nostra democrazia. Lo Stato deve rappresentare la casa comune, al di là delle differenze religiose e culturali, dove ognuno è titolare di diritti ma anche di doveri. Dr.Maria Teresa Mukamitsindo
Certo
è più facile leggere il fenomeno dell’immigrazione sotto il lato
della cronaca nera. Fa più notizia il male che il bene, l’atto
criminoso commesso dallo straniero, che il suo contributo essenziale
allo sviluppo della nostra economia. E si tace di molto altro. Non si
parla della coscienza sporca di tanti nostri connazionali che sfruttano
in modo indegno ed inumano gli immigrati, facendo leva sulla situazione
di bisogno e povertà di questi ultimi. Nel corso dell’incontro rappresentanti delle comunità dei cittadini stranieri ci hanno detto che a Sezze non c’è razzismo: le persone sono accoglienti e disponibili. E’ vero: la mala pianta dell’intolleranza non sembra trovare terreno fertile. Tuttavia occorre tenere alta la guardia, vigilare, andare oltre le apparenze. Nella nostra città ci sono fenomeni allarmanti di sfruttamento: non solo di lavoro nero, ma anche di autentiche “furbate” di gente senza scrupoli. Una donna rumena ha chiesto aiuto, in modo discreto e dignitoso, alla Caritas parrocchiale perché in particolare difficoltà. Ha raccontato la sua storia e l’abbiamo scoperta vittima di un raggiro indegno da parte di persone di Sezze. Ha badato per quattro giorni ad una anziana signora; giunta al quinto, domenica, le è stato detto che quello era il suo giorno libero. Poteva tornare l’indomani per iniziare una nuova settimana. Presentatasi il lunedì le è stato comunicato che non serviva più e non è stata pagata per i quattro giorni di lavoro. Bene, tutto questo è indegno! C’è altro modo per definirlo? Sig.ra Linda Dema La tavola rotonda è stata l’inizio di un percorso che dovrà condurci più lontano, verso la costruzione, anche nel nostro piccolo della città di Sezze, di una società diversa, aperta, tollerante e solidale. Le parole di Franco Pittau, di Pilar Saravia e di quanti sono intervenuti sono stati di stimolo e di incoraggiamento per rimboccarci le maniche ed agire. Il futuro che ci aspetta, dobbiamo costruirlo tutti insieme, ognuno con la sua specificità, per realizzare la convivialità delle differenze. Su questo chiediamo a tutti, istituzioni, partiti, associazioni e società civile, collaborazione, impegno e disponibilità fattiva e concreta. Commento a cura di Azione Cattolica Italiana e Caritasdella
Parrocchia di S. Maria Marco Serra: Presidente Azione Cattolica di Sezze ...alcuni momenti dell'incontro... |
“Verso un paese multirazziale…non Tolleranza ma pacifica Convivenza” di
Carlo Luigi
ABBENDA Passare dalla tolleranza alla Convivenza, questo è il percorso da seguire nell’ambito dei rapporti che legano i cittadini autoctoni di Sezze con tutte quelle persone (nate fuori dal paese e fuori dai confini nazionali) che per motivi politici o socio-economici hanno dovuto o ritenuto opportuno stabilirsi nella nostra città. Su tale problematica sociale si è discusso e ci si è confrontati nel corso della tavola rotonda cittadina “Immigrazione: Solidarietà ed Integrazione” organizzata lo scorso 10 dicembre dall’Azione cattolica e dal Gruppo Caritas cittadino presso i locali dell’ex chiesa di Sant’Andrea. Secondo le ultime risultanze anagrafiche a Sezze sono registrate residente n° 622 persone provenienti da stati esteri ( 422 maschi e 200 femmine). Tali dati risultano invero molto parziali e, a causa dell’enorme sommerso residenziale, non forniscono davvero l’esatta realtà numerica di tutti questi residenti setini. La cifra più attendibile, tenendo infatti presente tutti i domicili non venuti alla luce anagrafica, dovrebbe verosimilmente aggirarsi attorno alle tre o quattromila unità di setini non autoctoni. I minori registrati ( da 0 a 18 anni di età) risultano essere 151 ( il 25% del totale) mentre la terza età è rappresentata da 17 unità. Riguardo alla provenienza etnica notiamo che gli Albanesi sono 115, ben 107 persone sono invece originari dal Marocco; altre 100 unità provengono dalla Romania e 44 dalla Tunisia. Riguardo al dato religioso, al 30.11.2002, risulta che il 35% del totale è di religione musulmana. Secondo l’origine geografica ben 291 residenti sono provenienti dall’Est Europeo, 178 sono del Nord Africa e 55 del Centro Africa. Scorrendo le statistiche riguardanti le presenze scolastiche dei minori si nota che il 36% di essi frequenta la scuola materna e le elementari, il 25% è iscritto in scuole private mentre il 12% frequenta la scuola media. Al di là comunque dell’aridità delle cifre matematiche possiamo evidenziare che a Sezze sono giunte, da 20 anni a questa parte, delle persone estere qui immigrate o perché sfuggite dai loro paesi per motivi di persecuzione politica ( si veda il caso della signora Maria Teresa Murekazindo e famiglia, proveniente dal Ruanda ) o per trasferimento dovuto a migrazione socio-economica e politica ( si veda il caso della signora Linda Dema – di origine albanese – proveniente da agiata famiglia che è arrivata a Sezze per migliorare il proprio tenore di vita ). Linda, dopo dieci anni di residenza, è definitivamente da considerarsi una vera sezzese, ancor più dopo la nascita di un figlio proprio qui a Sezze. Linda per questo è una delle prime mamme che, pur originarie da paesi esteri, hanno messo alla luce dei figli nei paesi che le hanno accolte con sociale e cristiana solidarietà. Tale particolarità familiare è il primo segnale di una situazione etnica setina che si evolve, come in ogni altra parte del mondo, verso una pacifica cittadinanza multirazziale che lega tutti i residenti senza distinzione di razza, di lingua, di religione o di cultura. Soltanto chi è privo di informazioni e nozioni storiche ( e che magari non ha mai saputo o voluto riflettere sulla storia umana…) può ancora affermare il diritto all’esistenza di “cittadelle” fortificate, di predominanti culture e domini occidentali, strenuamente bisognose di essere difese da presunte invasioni di nomadi stranieri che sembrano voler violentemente occupare il suolo italico ed occidentale. Il nomadismo è da millenni un fenomeno sociale di grande portata culturale e di grande stimolo per uno sviluppo umano e civile. La società occidentale, che talvolta crede o vuole far credere di essere predominante su quella di altre latitudini e longitudini, ha avuto in effetti la sua rapida espansione, il suo abnorme sviluppo culturale e sociale, proprio in seguito alle grandi trasmigrazioni bibliche, alle continue migrazioni che si sono verificate da Est a Ovest e da Sud a Nord dell’Asia e dell’Europa. La civiltà occidentale, di stampo greco-latino, ha avuto il suo sviluppo solo dopo essere stata “fecondata” dal seme culturale di quelle itineranti primordiali “civiltà”. Riflettiamo per un attimo sulla grandezza dell’impero Assiro-Babilonese, sul mito di Atlantide, sulla civiltà Indiana, sulle dinastie faraoniche egiziane e sulla democrazia greca : tutte queste civiltà, che di volta in volta hanno “contaminato” il nostro occidente, hanno qui apportato, mescolando culture, usi, costumi lingue e religioni , un enorme bagaglio ed arricchimento umano. L’incontro e l’osmosi tra diverse civiltà, attraverso una continua e pacifica convivenza e un sereno confronto culturale, hanno causato autentici fenomeni di crescita e di sviluppo sociale, ossia di grande promozione umana.
Non è detto forse che la Grecia, vinta con le armi da Roma, non rimase sconfitta ma introdusse nel Lazio “agreste” le proprie arti e la propria cultura ? Era il nostro Lazio il paese agreste e non la Grecia, l’Egitto ecc. ecc. E’ quindi da stigmatizzare fermamente e da isolare categoricamente un increscioso articolo - a firma di un tal Fabio Benvenuti - apparso l’11 settembre scorso nelle pagine di cronaca locale, in cui si paventavano con fare minaccioso i “…primi segnali inquietanti”( sciagure e danni, dolori e lutti ) per la crescente presenza di “extra-comunitari” nel centro storico setino, di persone infide viste come possibili guastatori dell’ordine pubblico cittadino e del quieto vivere borghese setino, di stampo occidentale. Ancor più quel tal articolista condannava aspramente la decisione del primo circolo didattico di Sezze – Plesso delle Piagge Marine – di istituire dei corsi di lingua albanese , per insegnanti ed alunni, con il lodevole intento di favorire una continua e duratura integrazione etnica a Sezze…e non solo in ambito scolastico. Secondo il nostro articolista invece questi “extra-comunitari” non dovrebbero davvero lamentarsi di come vengono accolti a Sezze, della tolleranza esercitata nei loro confronti da pazienti setini ! In realtà la cittadinanza setina è di ben altro stampo ed aperta a ben altre prospettive. I cittadini autoctoni di Sezze, pur non avendo mai respinto violentemente e per cause razziali nessun cittadino “straniero”, in realtà è chiamata a migliorarsi sempre più ed a passare dal mero atteggiamento tollerante ad un maturo modo di essere e di agire sociale: la vocazione è l’aprirsi ad una sua interna multietnica composizione. Tale essenza sociale è la vera base di una pacifica convivenza tra popoli di diversa estrazione razziale. Occorre passare da un atteggiamento di indifferenza, di immobilismo o di terreo spavento e di belligeranza ( verso pericolosi presunti invasori ) ad un altro e più positivo nonché progredito atteggiamento culturale che faccia sentire i residenti setini quali tutti appartenenti ad una sola e stessa città, senza ghetti o enclavi cittadine. Siamo tutti legati da una sola identità cittadina che si caratterizza solo dall’essere pacificamente residenti a Sezze. Bisogna far svanire nel nulla le oscure paure e far crollare le barriere, le mura, le ostilità materiali e spirituali di ognuno. Tutto ciò non favorirebbe certo la crescita di una moderna città che voglia vivere solo per integrarsi sempre più e svilupparsi pacificamente entro l’unica identità possibile: Convivenza
e multietnica composizione sociale. Chi non si rallegrerebbe se un
giorno non lontano la nostra Sezze venisse ad essere denominata
“libera città della pacifica e plurietnica convivenza sociale” ?
Questa è l’immagine sostanziale di una vera “globalizzazione”
civile che dovrebbe dilagare sempre più in tutto il pianeta accomunando
popoli di ogni lingua, razza , religione ed etnia, solo tramite il
vincolo della pacifica convivenza. Solo su questa strada si potrà
giustamente lavorare in comune per debellare anche la fame, la povertà,
le disparità economiche e tutte le guerre, più o meno conosciute, che
impediscono da anni quell’esser parte di un’unica umanità. Sezze, 13 dicembre 2002 Carlo Luigi ABBENDA |
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De Renzi Anna Coordinatore Caritas
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